Il
piano per l’invasione era semplice e
complesso allo stesso tempo.
L’obbiettivo
principale era di eliminare
tutte le figure potenti di Konoha – soprattutto gli anziani.
Così facendo
avrebbero messo il villaggio in uno stato di insicurezza e caos,
rendendolo
incredibilmente invulnerabile. Il resto sarebbe venuto da sé.
Il
problema era che persone così
importanti erano sempre sorvegliate, e loro stesse sapevano difendersi.
Erano
richieste sia cautela che forza bruta.
E
qui subentrava Karin. Con le sue
abilità nel captare il chakra, poteva rivelare esattamente
dove si trovava il
nemico, semplificando la parte relativa alla
‘cautela’. A livello di forza
bruta, l’Akatsuki aveva messo a disposizione la sua scorta di
demoni-coda, così
come i suoi membri per l’attacco.
Ora
tutto quello che dovevano fare era
colpire.
Camminavano
a piedi per conservare le
energie, e anche per rendere meno ovvio l’avvicinamento.
Qualunque previsione
del loro attacco poteva danneggiare le possibilità di
successo della missione.
Il
muro del villaggio stava apparendo
alla loro vista, quando Karin avvertì qualcosa –
un chakra sconosciuto, così
vicino che poteva rivelarne l’esatta ubicazione.
“Sasuke,
c’è qualcuno qui” disse,
fermandosi per cercare la fonte della minaccia. Gli altri si
bloccarono,
attenti e in attesa.
Poi,
improvvisamente, era scomparso. Semplicemente…
svanito.
Notando
la sua espressione disorientata,
Sasuke le domandò se fosse tutto a posto.
“È-è
semplicemente sparito.”
“Sei
sicura che non fosse solo una
perdita di chakra di una delle bestie?” domandò
lui, sembrando più che
semplicemente irritato.
“Positivo.”
Confermò lei. Sarebbe stato
impossibile confondere quell’orrenda energia con quella di un
umano.
Mentre
si prepararono a continuare, il
chakra ritornò, in modo più intenso quella volta,
e accompagnato da tanti altri
chakra, che si dirigevano dritti verso di loro. Allo stesso tempo,
venne invasa
dalla nausea e si piegò su se stessa, vomitando.
Era
stata tesa loro un’imboscata.
“Va
bene,
la stessa cosa per questa qui: controllate se ci sono lesioni interne
mentre io
curo le esterne.”
“Ok.”
Mani calde
si appoggiarono sulla fronte di Karin, e l’intenso dolore che
l’aveva invasa
cominciava lentamente ad andarsene.
‘Dove sono?’ pensò.
“Vedi
niente?”
“Beh,
non
ci sono ferrite, ma…”
“Cosa?”
“È
incinta.”
“Cosa? Sei sicura?”
“Cosa
diavolo state facendo?” gracchiò Karin, forzando
gli occhi ad aprirsi, a
dispetto del dolore che le lacerava il corpo.
La sua
vista incontrò una ragazza con uno stetoscopio attorno al
collo: lo sguardo dei
suoi occhi verdi prometteva sofferenza se avesse provato ad attaccare,
e aveva
i capelli di un sorprendente color rosa. Di fianco a lei
c’era un’altra
ragazza, coi capelli tra il blu e il nero, e misteriosi occhi color
bianco
perla.
“Sei
incinta?” domandò la prima ragazza, ignorando a
sua precedente domanda.
“Già,
ma
non capisco come possano essere affari vostri.”
Grugnì Karin, guardandosi
attorno.
Una
piccola cella, probabilmente controllata assiduamente da ANBU o
qualcosa di
simile.
La donna
dai capelli rosa sembrava sconcertata. “Sei andata in
battaglia sapendo di essere
incinta?”
“Um,
Sakura.” Disse l’altra, “la gravidanza fa
parte del nostro lavoro?”
Ricomponendosi,
Sakura scosse la testa. “No. dovremmo passare al prossimo
prigioniero, questo è
a posto.”
E
così
uscirono, e Karin rimase sola nella cella fredda e buia.
Beh, sola
se non si contava la cosa della gravidanza.
Sembrava
che Suigetsu avesse
sottovalutato Konoha, pensando che la sua gente fosse debole e
indifesa, e
facile da massacrare.
E
guarda dove l’aveva portato – in
prigione. Ancora.
Questa
volta, era una prigione normale,
il tipo in cui verrebbe messo qualunque shinobi. Una stanza metallica
con un
letto, un bagno, e una porta chiusa.
‘Bene.
Una fuga facile,’ aveva pensato
quando la dottoressa dai capelli rosa e la sua partner
l’avevano lasciato solo.
Ma,
ancora una volta, si sbagliava. Non
solo c’era un’abile ANBU appostato di fronte alla
sua cella, e uno infondo al
corridoio, ma attorno a lui erano stati piazzati potenti sigilli, che
procuravano una scossa se si provava anche solo a toccare uno dei muri.
Per di
più, la cella era completamente resistente
all’acqua, tranne che per qualche
piccolo buco per l’aria nella porta, che gli avrebbe permesso
di scivolare
fuori solo in un lento e ovvio ruscelletto. Aveva considerato di usare
lo
scarico del bagno come mezzo di fuga, ma, era disgustoso. E anche se
non gli
fosse dispiaciuto trasformarsi in un topo di fogna, non ce
l’avrebbe comunque
fatta. Una delle sue guardie infatti era stata gentile abbastanza da
rivelargli
che lo scarico si svuotava in una fossa settica alla fine del
corridoio, che,
sfortunatamente, si trovava in una stanza chiusa e controllata.
Onestamente,
era annoiato e
impressionato. Gli shinobi della foglia sapevano bene come tenere i
loro
prigionieri.
Sdraiandosi
sul suo scomodo letto per
cercare alter opzioni di fuga, Suigetsu senti qualcuno avvicinarsi.
Pochi
momenti dopo, la porta si aprì e una persona mascherata (un
uomo, a giudicare
dalla costituzione) entrò dentro.
Ancora
prima che potesse pensare di
attaccarlo, l’ANBU era di fianco a lui, premendogli una mano
sulla fronte.
Istantaneamente, il chakra cominciò a defluire dal suo corpo.
“Cosa
diavolo sta succedendo?” domandò
Suigetsu, sentendo la sua forza svanire.
“Uchiha
Sasuke e tutti i suoi complici
devono prendere parte ad un processo. E questo include anche
te.”
Poi
venne mascherato, tirato in piedi, e
trascinato al precedentemente menzionato processo.
--- Celiane4ever's Space ---
Scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma ero in vacanza, e senza internet!
Ad ogni modo per chi volesse leggere i capitoli che ho già tradotto (sono arrivata parecchio più avanti) può andare sul forum www.suika.blogfree.net nella sezione 'fanfictions'
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo: Promise, mizukage, wolvie91!