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Autore: PurpleLove    13/12/2020    2 recensioni
Paul è un ragazzo normale che si prepara a frequentare l'ultimo anno. E come tutti i ragazzi normali si è normalmente innamorato.
Ovviamente della persona sbagliata.
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Storia Spin Off di Quando i libri non bastano
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Di speranze e nuovi inizi


Quella mattina del 6 agosto, Paul si svegliò con un ticchettio continuo contro il vetro della finestra. Si stirò, facendo scricchiolare la schiena, e si alzò dirigendosi verso la fonte di quel rumore fastidioso.
 
Quando vide, però, cosa avesse provocato quel suono spalancò la bocca sbalordito: sul suo davanzale c'era il bellissimo esemplare di Lophostrix Cristata che aveva visto solo il giorno prima da Eeylops.
 
Si affrettò ad aprire la finestra e il gufo avanzò elegante, porgendogli la zampa destra a cui era legata una pergamena che Paul si affrettò a slegare; allungò un biscottino al gufo e la srotolò.
 
 
Buongiorno Paulie, prima di partire ho fatto un salto al negozio. Non potevo certo lasciarlo lì, visto quanto ti era piaciuto ieri.
Diciamo che è il mio regalo per il tuo ultimo anno e per farmi perdonare per lasciarti quasi un intero mese.

È una femmina, dalle un bel nome, mi raccomando.
Ti mando un bacio grande, ci sentiamo presto.
Daniel
 
Paul sorrise raggiante e si apprestò a coccolare la testa del suo nuovo gufo.
 
-E così sei una femmina eh? Sei davvero bellissima, sai? E anche lui è bellissimo… se ti chiamassi Nellie? Ti piace?- il gufo bubolò morbidamente in risposta, piegando la testa sotto le carezze del ragazzo che ridacchiò. -Sì, ti piace proprio.-
 
Prese il telefono e digitò un messaggio, un occhio allo schermo e l’altro a Nellie che aveva iniziato a perlustrare la sua scrivania con passo elegante.
 
Tu sei matto, non dovevi farmi un regalo del genere… ti è costata una piccola fortuna!
Grazie, è bellissima <3
 
La risposta di Daniel non si fece attendere molto, giusto pochi secondi e il cellulare prese a vibrare sul letto.
 
Forse non dovevo, ma volevo. Bellissima, eh? Più di me? ;)
 
Bè ti dico solo che l’ho chiamata Nellie ;)
 
Hai sul serio chiamato il tuo nuovo gufo come me? Con tutti i nomi possibili?
 
Sei tu che mi hai detto di darle un bel nome e per me il tuo è il più bello del mondo.    
 
Santo Godric, non puoi uscirtene con queste frasi dolci quando sono così lontano…
 
È solo il primo dei miei trucchi per farti cambiare idea su quest’anno, caro il mio assistente professore.
 
Paul… lo sai perché dobbiamo farlo, non potrei sopportare di dovermi allontanare da te un anno intero, dobbiamo fare i bravi…
 
Vedrai, ti farò cambiare idea… non sei un professore Dan, non mi devi dare giudizi e non è giusto che dobbiamo per forza tenere le distanze.
 
A quattrocento miglia Daniel posò il telefono sul tavolo con un sospiro; nemmeno a lui quella situazione piaceva, ma doveva far ragionare il ragazzo.
 
Ti prego Paulie, non rendere tutto ancora più difficile… Io so che mi ami, tu sai che ti amo, dobbiamo farcelo bastare per ora. Per favore amore mio…
 
Paul sorrise di fronte a quel nomignolo. Sapeva che l’altro aveva ragione, ma non poteva far altro che pensare di meritarsi un po’ di egoismo.
 
E gli dispiaceva che lui non collaborasse, perché di certo non aveva intenzione di mollare.
 
-Che ne dici Nellie? Dovremo sedurlo contro la sua volontà?-
 
-Uhuuhu- rispose il rapace beccando il biscottino che il ragazzo le stava porgendo.
 
-Sì, anche secondo me cederà prima o poi. Abbiamo un mese davanti per pensare come agire.-
 
******
 
Audrey si svegliò presto la prima mattina di settembre, aveva fissato la sveglia mezz’ora prima del solito perché voleva preparare la colazione delle grandi occasioni per il suo piccolo bambino per il suo ultimo primo giorno di scuola.
 
Sorrise teneramente al pensiero che lo avesse appena appellato “piccolo bambino”, ormai era cresciuto e lei doveva accettarlo. Non era stato per niente facile quando era rimasta incinta, era sola contro il resto del mondo.
 
Quando successe, i suoi genitori, entrambi molto rigidi, volevano obbligarla ad abortire; lei era ancora minorenne e non poteva vivere da sola. Stava quasi per cedere e accettare, ma all’ultimo, proprio su quel lettino, decise fermamente di cambiare vita e di opporsi a quella barbarie. Lei avrebbe tenuto il suo bambino, a tutti i costi.
 
I suoi genitori, come prevedibile, non accettarono la sua decisione e la cacciarono di casa. Fortunatamente era intervenuta una zia, la sorella di suo padre, che aveva aperto la porta di casa per lei.
 
Paulina Pope era una donna amorevole, non si era mai sposata né avuto figli, ed era stata molto entusiasta di potersi occupare della sua famiglia. Si era presa cura di Audrey quando dovette lasciare la lussuosa scuola privata perché i suoi l’avevano diseredata, se ne prese cura negli ultimi mesi della gravidanza, le stette accanto tutte le quattordici ore di travaglio e rimase anche lei stupita come Audrey quando la bambina che pensavano di stavar aspettando si rivelò essere un maschietto.
 
E quando il medico le chiese che nome volesse dare al bambino, la giovane non ci pensò nemmeno per un secondo.
 
-Si chiama Paul, come la donna che gli ha salvato al vita.- Paulina ne era rimasta molto commossa e dedicò il resto della sua vita ad Audrey e al piccolo Paul. E quando si manifestarono i primi scoppi di magia involontaria del bambino fu Paulina a mantenere la calma e successivamente i contatti con il mondo magico per conto della ragazza ancora minorenne.
 
Audrey accarezzò con il dito la foto che teneva sul cassettone, era stata scattata il giorno del suo diploma; in mezzo c’era il piccolo Paul di appena quattro anni, alla sua destra c’era Audrey, sorridente con in mano la sua pergamena, e alla sua sinistra la bionda e solare Paulina.
 
La sua famiglia.
 
Se ne era andata tre anni prima per un dannatissimo cancro ai polmoni che l’aveva strappata a lei e Paul ad appena sessant’anni.
 
Quanto mi manchi zia Polly…
 
La donna si diresse verso la cucina e iniziò ad armeggiare con frusta ed ingredienti; aveva appena sistemato l’ultimo pancake nel piatto che Paul entrò in cucina con aria elettrizzata.
 
-Ecco il mio piccolo grande uomo! Allora, sei pronto?-
 
-Molto pronto! Non vedo l’ora di essere al castello!-
 
- Immagino. E credo che la scuola in sé centri ben poco…- sorrise sorniona dietro alla sua tazza del caffèlatte. Non avevano ancora parlato dell’argomento “mamma sono gay e sono innamorato di Daniel”, Audrey non voleva intromettersi, ma sperava che il ragazzo, visto che avevano sempre avuto un rapporto molto unito, gliene parlasse lui stesso.
 
Paul stirò leggermente le labbra, infilzando un boccone di pancakes con la forchetta. Era già da qualche settimana che voleva raccontare tutto a sua mamma e sentiva che quella sarebbe stata l’ultima occasione, almeno fino a Natale.
 
-In effetti non vedo l’ora di rivedere i miei amici… e Daniel. Sai mamma, io e Dan… ecco, diciamo che abbiamo capito che la nostra amicizia fosse… di più- l’imbarazzo per il ragazzo era alle stelle e Audrey non potè che sorridere vedendo il viso del figlio virare tremendamente verso il rosso peperone.
 
-So che questa è una novità grossa e spero che… ti vada bene lo stesso anche se amo un ragazzo…- Paul abbassò lo sguardo e la donna notò preoccupazione sul suo viso, era forse preoccupato che lei non lo accettasse?
 
-Ehi ehi, Paul, secondo te io potrei non essere d’accordo? Io?! Tesoro mio, non mi interessa se sei etero, gay o Danielsessuale, purchè ti renda felice puoi stare con chi vuoi. E qui arriva la mia domanda, l’unica che mi interessa. Sei felice con lui?-
 
-Sì mamma, molto felice.- rispose lui con voce rotta dall’emozione.
 
-E allora vai e copula felicemente con chi vuoi!-
 
-Mamma! Ma ti pare una cosa da dire a tuo figlio?!-
 
Le risate dei due risuonarono liberatorie per la piccola cucina.
 
                                       ******
 
King’s Cross era affollata come sempre e questo rese facile ad Audrey e Paul attraversare la barriera inosservati. La cacofonia che contraddistingueva il binario 9¾ non era diversa dagli altri anni e i Pope la accolsero con familiare serenità.
 
-Audrey, che bello vederti, non ci vediamo da un secolo!- Cerina e Adam apparvero alle spalle dei Pope e le due donne si abbracciarono.
 
-Cerina! Sì in effetti sono passati alcuni mesi! Magari ci possiamo trovare per un caffè in questi giorni?-
Adam prese Paul sotto braccio e lo allontanò dalle due donne.
 
-Invece che chiacchiere inutili, devi aiutarmi! Guarda cosa ho pensato!- aprì il palmo della mano e mostrò a Paul una piccola gru di carta.
 
-E hai pensato ad un origami per…?- chiese dubbioso il Grifondoro, cercando di capire dove volesse andare a parare.
 
Adam sorrise sornione e indicò con lo sguardo una ragazza mora a pochi metri di distanza.
 
-Oh ma certo, Rita! Non siamo ancora nemmeno saliti sul treno e hai già iniziato?- ridacchiò.
 
-Al cuor non si comanda, non è mai troppo presto per tentare di conquistare la donna dei miei sogni.- rispose Adam facendogli un occhiolino.
 
-Ragazzi noi andiamo, tanto mancano pochi minuti e voi dovete salire.
 
Paul abbracciò Audrey con calore, prese il suo carrello con Nellie che bubolava allegra e salì sul treno cercando uno scompartimento vuoto. Adam, ovviamente, lo seguì a ruota e si abbandonò sul sedile rivolgendo uno sguardo critico all’uccellino ancora nella sua mano.
 
-Adesso c’è solo da capire come mandarglielo…- guardò la piccola gru da ogni angolazione, prima di sospirare crucciato.
 
-Mmm forse posso aiutarti. Ho letto un articolo molto interessante qualche settimana fa di Ni Lu Kim, una strega indonesiana. Nel suo intervento parlava della comunità magica della Micronesia e c’era un incantesimo molto interessante. Posso provare?-
 
Adam gli porse l’uccellino con delicatezza e Paul prese la bacchetta e la puntò verso l’origami nella sua mano. -Allowjiwa- pronunciò con chiarezza eseguendo un elegante movimento del polso.
 
La piccola gru si librò in aria e prese a sbattere le delicate ali di carta, piegando il lungo collo a destra e a sinistra.
 
-Wow! Paul ma è fantastico!- osservò meravigliato l’amico.
 
-Sì, vero? È un incantesimo per animare gli oggetti. Non ha una durata lunghissima, ma per durerà abbastanza per farlo arrivare alla tua bella.- rispose lui con un occhiolino.
 
-Perfetto! Dai piccola gru, vola da Rita e portami fortuna.-
 
Il piccolo uccellino uscì volteggiando dalla porta del loro scompartimento seguito a ruota dai due ragazzi ed entrò tre porte più avanti; Adam trattenne il fiato leggermente, cercando di sentire i commenti.
 
- Ah è solo Lighter.- sentì Rita sbuffare leggermente, Adam cacciò giù il moto di delusione che aveva preso possesso della sua gola, si sforzò di sostituirlo con una maschera sorridente e ammaliante ed entrò nello scompartimento.
 
-Ehi Blanchet!- Rita e Sally si girarono verso di lui, la prima con sguardo divertito e la seconda incuriosito.
 
-Dai, esci con me!-
 
Rita si alzò lentamente dal sedile e avanzò maliziosa verso Adam che la guardava rapito. Possibile che fosse finalmente la volta buona?
 
Quando la ragazza fu a pochi centimetri da lui lo prese per la cravatta e lo tirò lentamente verso di sé, non staccando gli occhi dai suoi.
 
Adam non riusciva quasi a crederci, l'aveva sempre trovata bella, ma in quel momento, con il viso così vicino al suo, ne potè che ammirare i capelli scuri come la liquirizia, i bellissimi occhi azzurro cielo e le labbra rosate.
Le stesse labbra che si stavano avvicinando inesorabilmente al suo viso facendogli andare in tilt il cervello.
Proprio quando lui era ormai sicuro che l'avrebbe baciato, mettendo finalmente fine a quei quasi due anni di caccia assidua, lei deviò verso il suo orecchio.
 
- Nei tuoi sogni Lighter...- gli soffiò lei prima di tornarsene come se nulla fosse accanto al finestrino con il suo amato libro.
Adam, ancora un po' scosso dal mancato bacio, girò i tacchi e tornò dall’amico che lo aspettava ad un metro di distanza.
 
-Allora? Pensavo ti avrebbe baciato! Che è successo?-
 
-Per un attimo l’ho pensato- l’ho sperato -anche io…-
 
Non appena la signora con il carrello si affacciò alla loro porta, decisero saggiamente di seppellire i loro problemi di cuore a suon di dolciumi fino all’arrivo al castello.
 
Quando entrarono nella Sala Grande Paul non potè trattenersi dal lanciare una lunga occhiata a Daniel, rigido e un po’ intimidito, seduto al tavolo degli insegnanti.
 
Intercettò il suo sguardo e si scambiarono un piccolo sorriso, che Daniel cercò subito di nascondere.
 
Ok Dan, facciamo come vuoi tu… per questa sera.
 
Lo smistamento si svolse in fretta e Paul sorrise ad ogni nuovo bambino che veniva accolto al suo tavolo; ricordava quanto fosse terrorizzato il primo giorno e cercò di infondere un po’ di coraggio ai nuovi Grifondoro.
 
Prima del banchetto il preside Piton prese la parola per il consueto discorso. Nulla di nuovo, almeno fino a che non parlò di Daniel e Paul, ovviamente, drizzò le orecchie.
 
-… avrete certamente notato la presenza di un ex studente seduto accanto al professor Lumacorno. Il signor Freeland è tornato con noi quest’anno come assistente del professore di pozioni. Visto che quest’anno i due Caposcuola sono di Corvonero e di Serpeverde, soggiornerà nella camera libera del Caposcuola nella torre di Grifondoro, ricordate però di non mancargli di rispetto, non è più uno studente.-
 
Il brusio concitato dei Grifondoro avvolsero Paul che, tuttavia, non stava prestando attenzione a nulla dopo aver saputo che Daniel avrebbe dormito nella torre. Questo voleva dire tante sere libere per chiacchierare, per giocare a scacchi… e una camera da letto singola non soggetta a controlli.
 
Il ragazzo tornò a puntare i suoi occhi a Daniel, sentiva le labbra tese in un sorriso infinito e radioso.
 
Vediamo quanto resisterai caro mio, il gioco è cominciato.
 

Purplelove's Corner
E siamo giunti alla fine di questa mini long. Come vedete la storia è tutto fuorchè finita, questo perchè i nostri quattro amici torneranno nella long principale Quando i libri non bastano. Su Adam e Rita c'era anche uno spin off loro, di un solo capitolo, che pubblicherò non appena arriveremo con la long a quel punto.
Una piccola curiosità: gli incantesimi di Harry Potter sono alcuni in latino, altri in un miscuglio tra inglese e altre lingue del mondo. L'incantesimo che ho creato in questo capitolo, Allowjiwa, è un misto tra inglese moderno Allow = concedere e Jiwa = vita in lingua indonesiana.
Spero di ricevere tanto appoggio per i nostri patati, fatemi sapere se vi sono piaciuti!
Alla prossima

Chiara
 
   
 
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