Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Kim WinterNight    13/12/2020    6 recensioni
Raccolta di ventiquattro storielle che mi accompagnerà per tutto il calendario dell'avvento.
Ogni capitolo si baserà sul regalino che troverò nelle tasche che Soul ha riempito per me.
Giorno per giorno scriverò una piccola drabble, flash o one shot usando i suoi doni come prompt.
Non so cosa aspettarmi, perciò non posso assicurarvi che quello che leggerete avrà un senso!
[Potrebbero apparire personaggi non originali e sarà mia cura specificarlo nell'eventualità.]
13: "Basta seguire la ricetta...", si è classificata SECONDA a pari merito al contest "StoryCake" indetto da Laila_Dahl.
5: "Butterfly House", 14: "Bamboline alternative", 17: "Anima bruciante" e 20: "Accessori scomodi" partecipano alla "Real Life Challenge" organizzata da ilminipony sul forum di EFP.
10: "Capelli e desideri indomabili" partecipa alla challenge "Seasons Die One After Another" organizzata da Laila_Dahl sul forum di EFP.
8: "Un fattorino incompetente", 18: "Strani ritrovamenti" e 23: "L'outfit più adatto" partecipano alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul Mancini sul forum di EFP.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: Kidfic, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Basta seguire la ricetta…
 
 
 
 
 
 
Martin osserva gli ingredienti disposti sul tavolo rotondo della cucina.
Joe, un’espressione contrariata sul viso, è appoggiato con gli avambracci sul ripiano.
«Non so come usciranno questi cupcakes, ma la presenza dello sciroppo d’acero li renderà buonissimi» commenta il primo, entusiasta ed eccitato all’idea di fare finalmente quei dolcetti che desiderava provare da tempo.
«Come no… senti, facciamo mezza dose di copertura, così io ci metto solo le noci sopra i miei» gracchia Joe, lasciandosi sfuggire uno sbuffo.
«Che guastafeste» lo rimbecca il compagno, mettendo dentro la ciotola dello sbattitore elettrico il burro e lo zucchero. «Intanto facciamo l’impasto per la base.»
Joe, seguendo con le mani il bordo del tavolo, lo raggiunge e sorride, decidendo di accontentare per una volta il suo ragazzo senza fare troppe storie. «Dammi, questo lo faccio io» dice, allungando appena le dita.
Martin lo aiuta a prendere in mano l’elettrodomestico con la mano sinistra, mentre guida la destra verso la ciotola per fargli capire dove si trova. «Okay, ci sei? Io intanto accendo il forno… questo coso ci impiega secoli a scaldarsi.»
Joe spinge la levetta dello sbattitore e lo accende, avvertendo la familiare sensazione di tremore al braccio. Vorrebbe comprare uno di quegli aggeggi che funzionano da soli e impastano benissimo, ma ancora lui e Martin non ci hanno mai pensato seriamente. Forse perché non fanno spesso dei dolci e si limitano ad andare al Seasons quando hanno voglia di prelibatezze.
Il rumoroso ronzio dell’oggetto che tiene in mano accompagna il suo lavoro, mentre ogni tanto le fruste vanno a scontrarsi con il vetro massiccio della ciotola e lo costringono a calibrare meglio i movimenti.
Martin si china sullo smartphone per consultare la ricetta, sbuffando per un annuncio pubblicitario che gli intralcia la visuale. «Okay, adesso dobbiamo aggiungere due uova e lo sciroppo d’acero…» commenta dopo un po’.
«Sto facendo bene? Com’è la crema?» chiede Joe, la testa inclinata verso sinistra e la solita smorfia di concentrazione dipinta sul viso delicato. «Mi sembra di sentire che lo zucchero si sia quasi del tutto sciolto» aggiunge.
«Spegni un attimo» suggerisce l’altro, afferrando un mestolino in legno e saggiando la consistenza della miscela. «Sì, può andare. Aspetta che aggiungo gli altri ingredienti.»
«Attento a non far cadere i gusci d’uovo dentro come l’altra volta… sto ancora ridendo per la faccia di tuo padre quando se n’è ritrovato un pezzo nella sua fetta di torta!» esclama Joe, scostandosi una ciocca riccia e chiara dal viso.
Martin grugnisce. «Non infierire ancora, è stato un piccolo errore!» replica piccato, finendo di rovesciare il secondo uovo nella ciotola. Dopo averlo misurato con l’aiuto di una caraffa graduata, versa anche i centosessanta millilitri di sciroppo d’acero. «Vai!»
Joe accende di nuovo lo sbattitore elettrico e storce il naso per l’odore proveniente dal contenitore. «È davvero nauseante… sarebbe stato meglio farli con il burro di arachidi» osserva.
«Ah, ma sei fissato! Che schifo, non sarebbero più dolci! E poi devo forse ricordarti che sei intollerante e non puoi mangiarlo?»
Il riccio scuote la testa. «Non farmici pensare…» esala.
Martin si volta e controlla il forno, buttando un’altra occhiata alla ricetta sul cellulare. «Centottanta gradi… okay, ci siamo quasi. Continua così, io prendo i pirottini. Qui dice che dovremmo usare una di quelle teglie con gli stampi per i muffin, ma non ce l’abbiamo…»
Joe scrolla le spalle. «Usciranno bene lo stesso, dai!»
«Speriamo…» borbotta il moro, afferrando un cucchiaino dallo scolaposate.
Gira su se stesso e torna da Joe, saggiando la consistenza dell’impasto con il mestolino in legno. «Sembra fatto. Spegni.»
Joe esegue, ma rimane leggermente perplesso: ha come l’impressione che si siano dimenticati qualcosa, anche se non riesce bene a capire di che si tratta.
Martin sistema i pirottini su una leccarda liscia e, cucchiaino alla mano, pesca l’impasto dalla ciotola e li riempie. «Dall’odore non sembra male…» commenta.
«E se lo dice uno che si è mangiato gli yogurt scaduti e non ha sentito la puzza che avevano, devo proprio fidarmi» lo canzona Joe.
«Ancora con questa storia?»
«Certo! Il tuo naso è un monumento all’inutilità… e quando dico monumento, lo intendo per le sue dimensioni» prosegue il riccio, accostandosi al compagno per abbracciarlo da dietro.
Martin grugnisce e cerca di scrollarselo di dosso, ma non compie movimenti troppo bruschi per non far cadere l’impasto dal cucchiaino – che, a ben guardarlo, sembra un po’ troppo liquido.
Joe solleva la mano sinistra e cerca piano il viso del compagno, raggiungendo il suo naso pronunciato e strizzandolo appena.
«Dai, Joe! Mi viene da starnutire quando fai così!» si rivolta il moro, avvertendo un leggero prurito alla base delle narici.
«Lo so, l’ho fatto apposta…»
«Okay, ho finito. Adesso mettiamo tutto in forno.» Si divincola appena dalla stretta dell’altro e afferra saldamente la leccarda. «Nel frattempo caramelliamo le noci. Prendile.»
«Subito, chef!» esclama il riccio, muovendosi cautamente per la cucina e dirigendosi verso la credenza, tastando con le mani attorno a sé per evitare di andare a sbattere e rovesciare qualcosa.
«Ahi, cazzo!» mugola Martin.
«Non dirmi che ti sei bruciato!»
«Sì, solo un po’… ‘fanculo» bofonchia il moro, portandosi il dorso della mano alle labbra.
Joe recupera il sacchetto di noci già sgusciate, poi torna verso il tavolo e lo abbandona da una parte. «Fai sentire» afferma, raggiungendo il compagno.
Martin gli porge la mano sinistra e con la destra guida le sue dita a sfiorare la pelle bruciata e leggermente sollevata, irrigidendosi appena per il dolore.
«Mettila sotto l’acqua fredda, presto, magari non si forma la bolla» suggerisce in tono apprensivo, spingendo appena il compagno nella direzione in cui sa che è situato il lavabo.
Martin segue il suo consiglio e apre il rubinetto, trovando immediato sollievo nell’acqua fresca che scorre sulla parte lesa.
«Per quanto devono cuocere?» domanda il riccio.
«Venti, venticinque minuti… cazzo, che male…»
«Devi stare più attento, amore mio, io te lo dico sempre e tu non mi ascolti mai» lo punzecchia Joe, anche se nella sua voce c’è una vena di dolcezza e la voglia di sdrammatizzare un po’.
«Sì, mamma…»
«Tu scherza e ridi, ma potresti anche metterti i guanti da cucina, no?»
Martin sbuffa e alza gli occhi al cielo: sa che Joe ha ragione, ma non è proprio il caso di farla tanto lunga. Così, evita di replicare e dopo qualche altro istante richiude il rubinetto.
 
Dopo circa venti minuti, anche le noci sono state caramellate e spezzettate come suggeriva la ricetta.
Martin prende uno spiedino in legno e apre il forno, stando attento a non bruciarsi. Con la mano sinistra infilata in un guanto da cucina tira la teglia verso di sé, mentre con la destra infilza uno dei cupcakes per controllare se è cotto.
Tuttavia, aggrotta la fronte: quei dolcetti hanno qualcosa che non va. Non hanno lievitato come avrebbero dovuto e sono rimasti quasi del tutto piatti. Cosa può essere andato storto?
«Che strano… l’impasto non è cresciuto» mormora, accovacciato di fronte allo sportello aperto.
«Oddio, ecco che cazzo ci siamo dimenticati!» esclama Joe, portandosi una mano alla fronte. «La farina autolievitante!»
«Merda, no!» Martin porta fuori la leccarda e la appoggia con un movimento brusco sul piano cottura, imprecando tra sé e sé.
«E adesso?»
Martin si appoggia con le mani al ripiano del tavolo e sbuffa. «Questo è perché tu hai rotto le palle per lo sciroppo d’acero, e adesso ne ho sprecato un sacco!»
«Ah, e da quando credi alle maledizioni che ti mando?» replica il riccio.
«Non è questo il punto! Potevi anche ricordarti prima che non avevamo messo la farina!» esclama il moro seccato.
«Io?! Ma tu non hai guardato la ricetta, scusa?» sbraita Joe, mettendosi subito sulla difensiva.
«Certo, cazzo! Ma…» Martin afferra nuovamente lo smartphone e riattiva lo schermo. «E levati dai coglioni, che cazzo me ne frega di un corso come truccatore per salme?!» sbotta, chiudendo l’ennesimo annuncio pubblicitario molesto. «Allora… lavorate lo zucchero con il burro, incorporate lo sciroppo d’acero, poi le uova a una a una… ah, noi le abbiamo messe insieme allo sciroppo…»
«Non penso faccia una grande differenza» commenta Joe, accostandosi al compagno.
«Niente farina, proprio non ne parla!» esclama Martin, grattandosi la fronte confuso.
«E nella lista degli ingredienti c’è?»
«Sì!» Fa scorrere la pagina verso l’alto e legge: «Centoquindici grammi di farina autolievitante, setacciata».
«Ah.» Joe si stringe nelle spalle. «Io non ho parole…»
«Che palle, per una volta che volevo fare qualcosa di diverso…» si lamenta Martin, passandosi le mani tra i capelli scuri.
Joe, mosso da un moto di compassione, gli regala un abbraccio maldestro e ridacchia. «Su, non fare così. Che ne dici se buttiamo tutto e andiamo a fare merenda al Seasons? Di sicuro avranno i cupcakes che volevi» propone.
Martin sospira pesantemente, scambiando un’occhiata risentita con i pirottini sformati e pieni di impasto immangiabile. Poi passa il braccio destro dietro la schiena del compagno e lo bacia sulla fronte, decidendo di non prendersela troppo per quell’esperimento andato male.
Joe sorride e, con la mano destra appoggiata sul tavolo, si scontra con un oggetto abbandonato sul piano in legno chiaro.
Afferra il cucchiaino che Martin ha usato per mettere l’impasto nei pirottini e, scostandosi dal compagno, se lo porta alle labbra.
Lecca piano i resti della crema e storce il naso per il forte gusto dello sciroppo d’acero. «Beh, se lo avessi assaggiato prima, mi sarei accorto che non ha la farina» commenta.
Martin si lascia sfuggire una piccola risata e si china a lasciargli un tenero bacio sulla bocca sporca di impasto. «Già, come abbiamo fatto a non pensarci prima?» sussurra.
Il riccio gli dà un colpetto sul torace e lo spinge via. «Prepariamoci per andare al Seasons, prima che tu possa cambiare idea!»
L’altro scuote il capo e, afferrando la leccarda, si prepara per rovesciarne il contenuto nella pattumiera.
 
 
 
 
 
 
♣ ♣ ♣
 
Prompt 13 dicembre 2020:
 
 
 
Cari lettori, eccomi qui con una storiella un po’ più lunga del solito.
Questo perché il racconto partecipa a un bellissimo contest e volevo che fosse un pochino più approfondito, anche perché la giudice voleva leggere della preparazione dei cupcakes da parte dei personaggi. E io, vedendo che tra le ricette ce n’era una con lo sciroppo d’acero, come potevo non puntare su Martin&Joe, dato che Martin è un super fissato con questo sciroppo? XD
Ma LOGICAMENTE se ci sono loro due di mezzo, non può andare tutto per il meglio… ed ecco che tutta la faccenda si è rivelata un vero e proprio disastro AHAHAHAHAH XD
Finalmente qui avete potuto conoscere i miei OC Martin&Joe insieme, alle prese con una delle loro solite scenette di quotidianità e di complicità ^^ spero vi sia piaciuta!
Il prompt che ho trovato oggi nella tasca dell’avvento è stato VERAMENTE difficile, mi ha mandato nel pallone… ma Soul, insomma, che razza di regalino sarebbe UN CUCCHIAINO? o.o
So che non l’ho reso centralissimo nella storia, ma era comunque un elemento fondamentale… se solo Joe l’avesse leccato prima, si sarebbe accorto che qualcosa non andava!
E comunque, io vi giuro che l’ispirazione per questo disastro me l’ha dato la ricetta stessa: infatti, per quanto io l’abbia letta e riletta, non ho trovato scritto il passaggio che diceva esplicitamente “setacciate la farina e incorporatela”… AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, non riesco a capire se sono io una talpa o se gli autori del libro si sono dimenticati di scriverlo ^^”
Vi prego, aiutatemi a capire se sono scema io o no, guardate a pagina 61 di questo fantastico libro di ricette – ringrazio la giudice del contest per averlo suggerito come prompt: Le deliziose ricette di cupcake.
A parte tutto, mi sono davvero divertita a scrivere questa scenetta alquanto raccapricciante sui miei due pandori un po’ imbranati :3
Grazie a Laila per il suo stupendo contest e a Soul per l’ennesimo prompt nonsense, questo calendario dell’avvento si sta rivelando sempre più variegato e bizzarro :P
E grazie a tutti voi anche ancora mi seguite con tanto affetto e interesse *-*
A domani con la prossima storiella ♥
 
 
[Questa storia fa parte della serie “Martin&Joe”.]
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Kim WinterNight