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Autore: Ahimadala    19/12/2020    1 recensioni
Ricomincia un nuovo anno ad Hogwarts: il sesto anno.
Ma per Draco Malfoy non sarà un anno come gli altri: in una sola estate le sue certezze sono state stravolte e iniziano a crollare una dopo l'altra.
Un compito dal Signore Oscuro ed un unico obiettivo: sopravvivere e far sopravvivere la sua famiglia.
Tra tutti i problemi che appannavano la sua idea di futuro, l'amore per una mezzosangue era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
Dal testo:
La osservò mentre le sue dita percorsero il profilo di quel marchio. Era strano. Un tocco così delicato su quel segno così oscuro. Si sentiva in qualche modo guarito.
Lei aveva questo effetto su di lui.
"Perchè vuoi farlo? Perchè vuoi mettere in pericolo la tua vita per aiutare me?"chiese.
"La mia vita è già in pericolo" affermò decisa, continuando a fissare il suo avambraccio.
"Solo per questo?"
[...]
"Lascia che io ti aiuti" furono le parole di Hermione, sussurate sul bordo delle sue labbra.
"Ad una condizione" rispose lui. Non aveva scampo, era debole di fronte a lei.
Le sue resistenze crollavano, la sua volontà vacillava, la sua ragione e il suo buon senso si dissolvevano.
"Devi permetterti di proteggerti"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Nonostante l'adrenalina che fluiva nelle sue vene, dopo interminabili minuti di duello serrato contro la strega più potente dell'esercito di Voldemort i muscoli di Hermione iniziavano a tremare.
Bellatrix, d'altro canto, sembrava immune a qualsiasi sforzo. Non dava segno di stanchezza o fatica, sembrava anzi divertita e totalmente a suo agio. 

"Stupefiucium" un'incantesimo, arrivato dal lato opposto della sala, mancò la strega per un pelo. 

Hermione si voltò, tentando di scoprire chi fosse stato ad averla aiutata. Si ritrovò davanti ad una folta chioma di capelli rosa: Tonks. 

Combatterono fianco a fianco. 

Tonks era forte, ma non come Bellatrix.
Nonostante fossero in due contro una, la mangiamorte riusciva a schivare ogni loro incantesimo. 

La grifondoro continuava a ripetere a sè stessa di resistere, di essere forte. Poteva farcela, potevano farcela.

"Crucio" urlò Bellatrix.

"Protego" rispose Hermione. L'incantesimo fu talmente forte che, colpendo lo scudo della grifondoro, generò un urto di potenza tale da lanciarla all'indietro. 

"Hermionee" urlò Tonks. 

Ancora sospesa in aria, prima che la sua testa urtasse il suolo, Hermione vide l'attimo di distrazione che fu fatale per la sua alleata.

Avrebbe voluto urlare, ma l'aria non lasciò i suoi polmoni.

Gli occhi di Bellatrix brillarono quando alzò la bacchetta. Prima ancora che la tassorosso potesse alzare la propria in difesa, il fascio di luce verde la colpì in pieno petto. Il suo corpo cadde a terra, la bacchetta ancora stretta tra le sue dita, gli occhi aperti il cui sguardo ormai vuoto non era più puntato verso Hermione, nè verso Bellatrix, ma alla sua destra. 

La grifona, ancora immobilizzata per la forza dell'urto contro il pavimento, dovette sbattere le palpebre più volte per scorgere l'ultimo volto che Tonks aveva visto un attimo prima di morire.

Remus Lupin.

L'ex professore, la cui espressione era inerme ed incredula, camminava a passi sicuri e decisi verso Bellatrix, che giaceva divertita in quello che era ormai diventato il centro della battaglia. 

Il duello tra i due fu immediato e spietato. Incantesimi potentissimi si scontrarono nell'aria. Lupin lanciò l'anatema che uccide contro la donna che aveva ucciso sua moglie, ma lei lo schivò.

Hermione voleva alzarsi, dare una mano. Tonks era morta per aiutare lei, era morta per colpa sua. Lacrime e sangue si mescolarono sul suo volto, mentre con ogni briciolo di forza che aveva in corpo tentò invano di sollevarsi. 

Era immobilizzata a terra. 

Il muro accanto a lei era crollato, immobilizzandole le gambe. La sua bacchetta giaceva a qualche metro di distanza. Si sforzò, stendendo il proprio braccio più che potè nel tentativo di afferrarla, ma fu inutile.

Qualche metro più avanti il duello tra Bellatrix e Lupin andava avanti infuocato.

Improvvisamente si ritrovò davanti un paio di scarpe impolverate. La sua bacchetta rotolò verso la sua mano. Alzò lo sguardo, scoprendo Narcissa Malfoy intenta a liberarla dalle macerie che la immobilizzavano con un incantesimo di lievitiazione.

Quando riuscì finalmente a rimettersi in piedi, la donna le si avvicinò, cingendole le spalle.

"Hermione, stai bene?"

Ancora sconvolta, la ragazza balbettò una riposta confusa.

"Perdonami, Hermione" disse Narcissa, guardandola apprensivamente "ma c'è una cosa che devo fare".

Mentre la donna si allontanava, la grifondoro cercò di recuperare forza e stabilità, rimettendosi in allerta e pronta all'attacco.

"Bellatrix" urlò Narcissa, distraendo momentaneamente sua sorella dal duello con Lupin.

La risata di Bellatrix fu talmente forte ed agghiaciante che, per un istante, tutti i combattimenti in corso nella sala grande si interruppero. 

"Bene, bene, bene" rise la maggiore tra le due sorelle. "Da quanto tempo, Cissy".

Lo sguardo di Narcissa era freddo e gelido, tanto quanto quello della sorella. A differenza sua, però, i suoi occhi racchiudevano lucidità e fermezza, mancavano della follia che caratterizzava quelli di Bellatrix.

"Questo è troppo anche per te, Bella". Guardò per un momento il corpo senza vita di Tonks, sul quale adesso Lupin era inginocchiato ed in lacrime, dietro le spalle di Narcissa. "È nostra nipote".

La mangiamorte rise ancora più forte. " I traditori del sangue non sono miei parenti". Pronunciò quelle parole velocemente, sputandole addosso alla sorella. "Come non lo siete tu e quel filobabbano di tuo figlio".

"Lascia in pace Draco" intimò Narcissa, impugnando saldamente la bacchetta. Il suo braccio scattò rapidamente con velocità inaudita. "Stupeficium".

"Protego". La strega camminò avanti e indietro, incurante di ciò che accadeva tutt'intorno.
"Sono sempre stata più forte di te, Cissa, lo hai sempre saputo..." 

"Expelliarmius" 

L'incantesimo di Narcissa fu schivato con un semplice scudo, piazzato da Bellatrix con un incantesimo non verbale.
"Non ci siamo proprio, sorellina. Se la mamma sapesse come le sue care figliole hanno ridotto il nome dei Black..." Bellatrix sorrideva, rivelando i suoi denti marci.
"Credevo che fosse Andromeda la mela marcia della famiglia, insieme a quell'aberrazione di sua figlia" indicò il punto in cui giaceva il corpo senza vita di Ninphadora, prima che Lupin lo portasse via. "Ma voi siete peggio..." continuò. "Sai cosa ho sempre pensato? Che Lucius meritasse di meglio di te".

Lanciò un'incantesimo, a cui Narcissa rispose prontamente. Due fasci di luce si scontrarono a metà strada, risultando in un urto che fece vacillare entrambe. Nessuna delle due, tuttavia, abbassò la guardia. 

"Guardati" sorrise Bellatrix, provocandola nuovamente. "Sei debole, mediocre. Se non fosse stato per quel tuo bel faccino..."

"Expelliarmus" urlò Narcissa.

"Crucio" rispose Bellatrix. 

I due fasci di luce si scontrarono nuovamente a metà strada. Tuttavia Narcissa stava iniziando ad accusare i primi segni di stanchezza. La sua mano tremava e sudava, mentre il fascio di luce rosso sangue che era furiuscito dalla bacchetta di Bellatrix si avvicinava sempre più a lei. 

Poi un aiuto giunse alle sue spalle. 

"Stupeficum". 

Bellatrix dovette lasciare andare l'incantesimo, gettandosi a terra giusto in tempo per schivare lo schiantesimo lanciato da Hermione. 

Con gli occhi ancora lucidi, la grifona affiancò Narcissa nel combattimento, ritrovandosi coinvolta nello scontro più veloce e violento che avesse mai affrontato in tutta la sua vita.

***

Draco riemerse sul campo di battaglia, dopo il confronto suo padre, con la conspevolezza di aver perso un membro della sua famiglia. 

Sentì in quel momento che un capitolo della sua vita si era definitivamente concluso.

Non avendo trovato più Potter, lasciò la stramberga strillante alla ricerca di Hermione, o sua madre, o Blaise, o Theo. 

Quando, dopo aver attraversato il campo di battaglia, mise piede nella sala grande, la scena che si ritrovò davanti fece scattare dentro di sè un dolore che sperava di non dover rivivere mai più. Aveva già affrontato un tale orrore.

L'unica cosa che udì, nonostante il frastuono della battaglia, fu la voce sadica ed agghiacciante di Bellatrix scagliare la maledizione cruciatus.

Non ebbe bisogno di una conferma visiva per scoprire chi fosse la sua vittima. L'urlo di dolore che ne derivò lo conosceva fin troppo bene, era impresso permanentemente nella sua memoria.

Ma questa volta era libero di combattere. Questa volta poteva finalmente reagire.

Corse più veloce che potè, attraversando la sala in due veloci falcate. 

Ma non fu veloce abbastanza

Qualcun'altro era arrivato prima di lui. 

L'urlò di Hermione cessò, una figura si gettò dinanzi a lei. 

Draco era ormai vicino abbastanza da riconoscere il volto di sua madre. Anche lei lo vide. Lo guardò negli occhi con i suoi splendidi occhi azzurri. 

"Ti voglio bene, Draco" lesse nelle sua labbra.

Spaventato e terrorizzato, alzò la propria bacchetta.

Urlò il nome di sua zia. 

La mangiamorte voltò lentamente la testa, guardandolo per un momento e rivolendogli uno dei suoi sorrisi più macabri. 

Poi, prima che il ragazzo potesse scagliare il proprio incantesimo, una luce verde atterrò sul petto di sua madre. 

Il suo corpo cadde a terra, conservando anche nella morte la sua triste eleganza.

Hermione si era rimessa in piedi.
La sua mente correva all'impazzata, pensando a ciò che era appena successo. 

Narcissa non c'era più. Era morta per proteggerla. 

Il dolore era così forte che avrebbe solo voluto correre incontro a Draco e stringerlo.
Ma si trattenne.
Non c'era tempo per le lacrime adesso. 

Narcissa era morta. 

Il suo sacrificio non sarebbe stato invano. 

Raccolse le proprie forse e liberò la sua mente.
Dal lato opposto della sala Draco si era accanito contro Bellatrix con furia e disperazione.
Lanciava incantesimi di attacco e difesa ad un ritmo frenetico.
Gli incantesimi venivano evitati o schivati da Bellatrix, finendo per colpire pareti o cumuli di macerie, non facendo altro che aumentare il caos di quella che ormai era un'irriconoscibile sala grande.

Approfittando della situazione in cui il serpeverde aveva messo la strega, Hermione prese un sospiro profondo, seppellendo il dolore in un angolo buio della sua mente e focalizzando i propri pensieri sulla rabbia che nutriva verso la donna che aveva ucciso Narcissa.

"Impedimentia" urlò. 

Corde invisibili si avvolsero intorno ai piedi della donna, cogliendola di sorpresa e facendola inciampare. Cadde a terra, le gambe immobilizzate. La bacchetta scivolò dalle sue mani.

Si voltò per afferrarla, incrociando nello stesso istante lo sguardo furioso della grifona.

Questa volta tuttavia non si formò alcun sorriso sul suo volto. 

Hermione alzò la propria bacchetta. Era pronta a scagliare la fattura che uccide. Sentiva dentro di sè di potercela fare: per la prima volta in vita sua odiava realmente qualcuno. 

Questa donna aveva ucciso Tonks e Narcissa. Meritava ciò che stava per succederle. 

Guardandola negli occhi, aprì la bocca per pronunciare l'anatema.

Non fece in tempo.

"Oblivion" 

Sottili fasci di luce bianca lasciarono la bacchetta di Draco, colpendo le tempie della donna. 

Passarono diversi secondi. Quando l'incantesimo terminò Bellatrix svenne per la potenza dello stesso, mentre Draco lasciò andare la propria bacchetta e cadde a terra, in ginocchio davanti al corpo inerme di sua madre.

Hermione si inginocchiò al suo fianco, senza dire una parola. Accolse i suoi singhiozzi contro il proprio petto, stringendolo con le proprie mani.

Tutt'intorno a loro regnava il caos.
Il mondo cadeva a pezzi, ma non era importante. 

Il mondo di Draco era già crollato. 

Sentiva un vuoto enorme ed incolmabile aprirsi nel suo petto, come un buco nero pronto a risucchiarlo.

Aveva perso suo padre.
Sua madre non c'era più. 

La sua famiglia, l'unica certezza che aveva sempre avuto nella sua vita, non c'era più. 

Sentì la terra mancargli da sotto i piedi.
Sentiva come se una parte del suo cuore gli fosse stata sottratta, portata via.
Niente avrebbe potuto colmare quel vuoto.
Avrebbe portato quella cicatrice, quel vuoto, con sé per sempre. 

Passò diverso tempo prima che i suoi singhiozzi si calmassero.

Non si rese immediatamente conto che, all'improvviso, per qualche strano motivo, l'atmosfera intorno a sè era cambiata.

I rumori assordanti della battaglia erano spariti, rimpiazzati da mormorii sommessi e malinconici, singhiozzii e pianti.
Alzò la testa. 

I suoi occhi, rossi e lucidi per il pianto, incontrarono quelli di Hermione, altrettanto provati. 

Si guardò rapidamente intorno. Madama Chips ed un gruppo di volontari curavano i feriti sulla pedana in fondo. I sopravvissuti erano radunati a gruppetti, si abbracciavano. Corpi senza vita venivano trasportati e disposti al centro della sala.

Guardò Hermione. La ragazza colse la confusione sul suo volto.
"Harry è andato da lui". 

Rimase in silenzio, annueando alla sua spiegazione. Si asciugò le lacrime con una mano, dopodichè sollevò il corpo di sua madre, adagiandolo insieme ai corpi delle altre vittime della battaglia. 

Lo osservò per diversi minuti. Sembrava dormire. Anche nella morte Narcissa conservava la sua bellezza e la sua eleganza. Il suo volto appariva sereno e rilassato, sulle sue labbra erano ancora impresse le sue ultime parole. 

Ti voglio bene. 

Le lacrime continuavano a scorrere sul suo volto mentre i suoi occhi scrutarono la lunga fila di corpi disposti al centro della sala. Trattenne il respiro, sperando di non incontrare il corpo di Blaise o Theo.

Riconobbe Tonks. Non la conosceva bene, ma era sua cugina. Faceva parte della sua famiglia. Avrebbe voluto conoscerla meglio...

Era inerme. Hermione era al suo fianco, stringendogli la mano. 

Sentì una mano poggiarsi sulla spalla. Si voltò, tirando un sospiro di sollievo : Blaise e Theo erano davanti a lui. 

Theo aveva una ferita sulla fronte, ancora parzialmente sanguinante, mentre Blaise aveva la divisa completamente zuppa di sangue. Ma non importava: erano lì, stavano bene.

Hermione si allontanò per qualche secondo, consentendogli di abbracciare i suoi migliori amici.

Raggiunse i Weasley. Si affiancò a Ginny, notando poco più distante che Ron giaceva a terra, ferito ma sveglio. Lavanda Brown era seduta al suo fianco. 

"Cosa è successo?" chiese preoccupata alla rossa.

"Ha ucciso Greyback" rispose Ginny "ma è stato morso".

"Mi ha salvato la vita" spiegò Lavanda, china sul corpo del rosso insieme a Molly e al resto della sua famiglia, intenti a medicare la sua ferita.

La notte era cupa e gelida ora che la battaglia si era interrotta. 

La quiete, tuttavia, fu solo momentanea. 

All'improvviso, calò nuovamente il silenzio nella sala grande. Un silenzio carico di tensione e paura.

Attraverso le macerie colsero l'esercito dei mangiamorte emergere dalla foresta oscura. 

Hermione e Draco si ritrovarono. Mano nella mano, raggiunsero il cortile esterno insieme al resto della folla che lasciava la sala grande.

Voldemort era in prima fila.
Hagrid camminava in mezzo a loro. Teneva in braccio un corpo: Harry. 

Tra i mangiamorte rimasti al fianco di Voldemort, Draco riconobbe suo padre. Pallido, con il volto rosso e parzialmente ferito, avanzava insieme alla schiera vittoriosa. 

Il vuoto che sentiva nel petto si intensificò. 

Aveva avuto modo di scoprire della morte di Narcissa? Gli importava almeno qualcosa?

Possibile che tutta la sua infanzia, tutta la sua vita fino a quel punto, fosse stata solamente una menzogna?

Voldemort fece cenno al suo esercito di fermarsi. 

Fece qualche passo avanti, scrutando vagamente i sopravvissuti.

"Harry Potter è morto" disse, la voce magicamente amplificata. "È stato ucciso. Stava fuggendo per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui.

Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione. 

La guerra è finita. Chiunque continui a resistere, uomo, donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Inginocchiatevi davanti a me e sarete risparmiati"

Nell'aria vi fu il silenzio più totale.

"Draco". La voce serpentesca di fece venire la pelle d'oca sulla pelle del giovane. 

Draco ed Hermione si ritrovarono, mano nella mano, al centro del cortile, sotto gli occhi di tutti. 

"Nelle tue vene scorre il sangue più puro e nobile che si possa desiderare" affermò il Signore Oscuro. "Sono certo che tuo padre perdonerà una sbandata di gioventù" si rivolse all'uomo. "Non è vero, Lucius? È troppo prezioso il nostro Draco, abbiamo bisogno di lui tra i Mangiamorte"

Il ragazzo portò gli occhi sul volto di suo padre. Il suo sguardo era impassibile, inerme. I suoi occhi tuttavia erano rossi. Aveva pianto?

Giurò di aver colto un'impercettibile movimento della sue labbra. 

Non farlo. 

A malapena accennato.

Prese un respiro profondo, stringendo ancora più forte la mano di Hermione. "Mi unirò a voi quando l'inferno gelerà".

Un boato si sollevò tra la folla alle sue parole. 

In quell'istante accaderò molte cose, tutte contemporaneamente. 

Dai confini del parco si alzò un frastuono: centinaia di persone varcarono le mura, sciamando e correndo verso il castello. 

Vi fu un rumore di zoccoli, il vibrare degli archi, ed una pioggia di frecce cadde sui Mangiamorte, che iniziarono ad urlare, chi smaterializzandosi lontano, chi lanciando incantesimi alla cieca.

Nel frastuono e nel caos generale che si creò, Hermione vide qualcosa volare sopra le loro teste.

Il cappello parlante atterrò ai piedi di Neville. Lui ne estrasse qualcosa di argenteo, la lama svafillante di rubini. 

Il sibilo della lama fu coperto dai rumori della battaglia appena ricominciata.

La bocca di Voldemort, tuttavia, si spalancò in due. 

Il grifondoro, con una mossa decisa, mozzò la testa del serpente.

In breve tempo i combattimenti si spostarono all'interno. Professori e studenti, stanchi e feriti, ripresero a lottare oramai alle prime luci dell'alba. 

Incantesimi volarono in tutte le direzioni. 

Voldemort combatteva al centro della stanza, scagliando maledizioni contro chiunque gli capitasse a tiro.

Poi la sorpesa generale.

Harry Potter emerse dal nulla al centro della sala. 

Urli di sorpresa, acclamazioni e grida si sollevarono nell'aria per un breve istante, ma furono subito soffocate. Qualsiasi combattimento si arrestò. Rimasero tutti in silenzio, ad osservare lo scontro tra Harry e Voldemort.

"Avada Kedavra"

"Expelliarmus"

Le luci liberate da ciascuna bacchetta eruppero in mezzo a loro, incontrandosi precisamente a metà strada.

L'incantesimo di Harry si scontrò con quello di Voldemort, il fascio di luce verde rimbalzò contro quello rosso. La bacchetta di sambuco volò in alto, roteando nell'aria prima di essere afferrata dalla mano pronta di Harry. 

Il corpo di Voldemort cadde all'indietro, le braccia spalancate, le pupille a fessura girate verso l'alto. Il volto da serpente oramai inerme ed inespressivo. 

Vi fu un vibrante secondo di silenzio, dopodichè un tumulto esplose intorno al grifondoro. Urla incomprensibili lo assordarono, mentre braccia e corpi lo raggiungevano, stringendolo e abbracciandolo da ogni angolo. 

Il sole era ormai sorto, illuminando i resti di una sala grande distrutta ma vittoriosa. 

Sistemarono il corpo di Voldemort in un aula separata, lontano da quello di tutti coloro che avevano perso la vita combattendo contro di lui. 

Amici e parenti si riabbracciarono, stesi dinanzi ai corpi dei loro cari, i feriti vennero medicati, ma con il sorriso impresso sul volto. 

Ce l'avevano fatta, avevano vinto. La guerra era finita. 

Hermione e Draco si sedettero su una panca, raggiunti qualche momento dopo da Harry. 

"Malfoy" disse il grifondoro, avvicinandosi. "Mi dispiace per tua madre"

Draco rispose con un cenno del capo, continuando a stringere la mano di Hermione tra le sue. 

"Credo che tu debba saperlo" continuò il ragazzo. Parlava velocemente, aveva ancora il fiato corto. "Giù nella foresta, tuo padre mi ha aiutato".

Hermione sobbalzò, ma lui si limitò ad alzare lo sguardo, attendendo che Harry continuasse con ciò che aveva da dire. "Doveva verificare che fossi morto. Ha mentito a Voldemort..."

"D'accordo" rispose secco il serpeverde. Harry capì che non aveva voglia di parlare, perciò si allontanò. 

"Draco ma.."iniziò Hermione, ma il giovane la interruppe.

"Qualunque cosa sia successa laggiù non mi interessa, mia madre è morta per colpa sua"

"Ma Draco, è la tua famiglia..."

Il giovane la baciò, improvvisamente e disperatamente, interrompendo le sue parole. 

"Tu sei la mia famiglia, adesso".

Ooook, siamo arrivati alla fine. 
Entro la prossima settimana pubblicherò un epilogo, dove risponderò della sorte di molti personaggi, oltre i due protagonisti ovviamente. 

Un grazie infinito a tutti quello che sono arrivati fino a qui! Grazie davvero. ❤️

Se la storia vi è piaciuta, sto scrivendo un'altra Dramione, che trovate sul mio profilo. Presto ho intenzione inoltre di iniziare a tradurre una fanfic inglese meravigliosa e troppo poco conosciuta qui in Italia:) 

Un bacio ❤️







   
 
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