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Autore: piccolo_uragano_    28/12/2020    3 recensioni
(UMILE SEQUEL DI "PIU' DI IERI...")
«Non farei mai niente per infastidirti» spiegò subito. «Quantomeno, non intenzionalmente» aggiunse, sottovoce.
Lei allargò il sorriso. «Grazie»
«Grazie?»
«Sì: grazie»
«E per che cosa?»
«Per quello che hai detto: non è affatto scontato»
Lui fece spallucce, e lei riconobbe il Draco Malfoy di cui le avevano raccontato i suoi fratelli. «Mi pareva il minimo, sai, non ferire le persone a cui tieni e stare sempre dalla loro parte, cose così. Ci ho messo un po’, ma l’ho imparato»
«Quindi starai sempre dalla mia parte?»
«Cascasse il mondo, Anastasia Black, sarò dalla tua parte»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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È che li sento anche io i lividi sul cuore
Non ce la faccio più, però continuo sai
Perché era importante andare, andare
Con la pioggia o col sole come fai tu
(Come fai tu, I segreti)
 

35. 
l'elefante nella stanza

 
 

Kayla non si mostrò spiazzata o sorpresa come Draco si sarebbe aspettato, ma gli fece segno di avvicinarsi con naturalezza. «Sono un po’ agitata» ammise, mentre Draco si avvicinava, e prima che potesse chiedere il perchè, notò che il libro aperto davanti a lei era una sorta di encicolpedia dei nomi e capì immediatamente il dilemma.

«Quanto manca?» chiese allora, indicando stranito la pancia. 

«Beh, il termine sarebbe a fine gennaio, ma essendo due, potrebbe succedere da un momento all’altro e io non ho ancora scelto i dannatissimi nomi»

Draco si schiarì la voce e indicò il posto accanto a lei. «Posso?» 

«Certo, certo» disse lei. «Blaise è in cantina a scegliere il vino con mio fratello» aggiunse. «Allora, i patti con Fred sono … ehm. Io scelgo due nomi da femmina, lui due nomi da maschio. L’ho proposto io, ma … non sono più così sicura che sia stata una buona idea» spiegò. «Ha accettato poi ha detto che però non potevamo lavorare da soli, ci serviva una squadra. Così, con tutti i fratelli che ha, ha scelto mia sorella per la sua squadra da Grifondoro infame, io ho prenotato Robert e l’ho portato qua»

Draco accennò un sorriso, afferrando il libro dei noi per sfogliarlo. «Io, ehm … ho visto Ted e Lyall, ieri» 

Kayla corrucciò la fronte. «Ieri?»

«Ieri» confermò Draco, notando un paio di nomi sottolineati. «Sono tutti nomi …»

«Babbani, sì» confermò lei. «Ma li hai visti per caso o li sei andati a cercare?» domandò con nonchalance, per niente sorpresa da quell’informazione. 

«Li ho cercati. Intendo: ho mandato loro un regalo di Natale, Ted mi ha scritto per ringraziarmi e mi ha chiesto di vederci, e io sono andato al castello» sfogliò un’altra pagina. «Lyall è un nome babbano?» 

«Non lo so, ma è un nome da maschio: non ci compete»
Draco si mostrò sorpreso per quel plurale, alzando la testa e mostrando un’espressione quasi commossa. 

«Non ti stupire: sei letteralmente apparso dal nulla, era ovvio che saresti stato reclutato»

«Tecnicamente sono apparso dal camino» sorrise allora lui, e Kayla scosse la testa. 

«Ecco, se non avessi saputo che hai una storia con mia sorella, lo avrei capito in questo momento: solo lei o mio padre potrebbe dire certe cose»

«Ho avuto» la corresse lui cambiando totalmente tono di voce, diventando distante e malinconico. 

«So quello che dico, Draco Malfoy» rispose lei altezzosa. «Io non sbaglio mai»

«Oh, Salazar» si lamentò Blaise tornando dalla cantina. «Ti sei rimessa a parlare con la pancia?!» mentre finiva la frase, entrò in salotto seguito da Robert Black, che teneva in mano una bottiglia di vino rosso. «Oh, qual buon vento!» esclamò vedendo l’amico. «Hai fatto bene a chiamarlo: non posso farcela, da solo»

«Che tu ci creda o no, Draco è dotato di libero arbitrio» replicò subito Kayla. 

«Beh, meglio! Un soldato volontario!» esclamò Robert sorridendo. «Bevi?» 

«Oh, no, io-» 

«Lui è una femminuccia» lo interruppe Blaise. «Beve solo bianco, o Whiskey» 

«Per Godric» sbuffò Robert posando la bottiglia sul tavolino di gelido marmo e lasciando che Blaise Appellasse i calici. «Peggio di Anya»

Di nuovo, Draco abbassò gli occhi e solo Kayla sembrò accorgersene. Quando rialzò lo sguardo, dopo una manciata di secondi, trovò gli occhi di Kayla pronti a trasmettergli conforto senza parlare. 

«Allora, io rimango della mia idea» iniziò Robert. 

«Tu sei un cretino» gli disse subito la sorella. 

«No, io sono un genio. Malfoy, senti un po’: non sarebbe geniale se scegliesse dei nomi unisex?» 

Draco alzò le sopracciglia. «Nomi unisex

«Robert, nessuno ti sostiene in questa cosa» gli disse Blaise, mettendo il naso nel bicchiere per poi iniziare a sorseggiare.  

«Pensaci! Qualcosa tipo … tipo Skye

Kayla serrò la mascella. «Terribile»

Robert cercò la complicità nello sguardo di Blaise, che scosse la testa. Poi, inaspettatamente, si voltò verso Draco. 

Draco sostenne lo sguardo per un istante, poi scosse la testa amareggiato. 

«Non capite niente» si lamentò Robert. «Ecco perché i nomi per i miei figl-»

«Tua figlia si chiama Violet Rose» gli ricordò velocemente la sorella. «Io non aprirei questo tasto»

«Violet Rose Black» specificò Blaise trattenendo una risata. 

Draco cercò di non ridere e poi, non riuscendoci, alzò le mani in segno di resa. «Perdonami, Black» disse poi passandosi una mano sul viso. «Ma detta così è terribile» 

Robert, contrariamente alle aspettative di Draco, gli sorrise. «Vedi?» 

«Cosa?» domandò il biondo. 

«Devi imparare a prenderti meno sul serio» senza lasciare il tempo a Draco di rispondere, si alzò dalla poltrona per recuperare il libro. Dopo aver proposto Sunshine e Sunday ed essersi preso i peggiori insulti dalla sorella e delle occhiatacce terribili da Blaise, passò a proporre altre accoppiate assurde come Lola e Liz o Lorena e Leila. Cercò lo sguardo di Draco un paio di volte, e lui scuoteva sempre la testa, seppur divertito. 

La verità era che quella era una situazione decisamente paradossale: era nel salotto di Blaise a scegliere i nomi per dei Black-Wealey, e lui e Robert riuscivano a stare nella stessa stanza senza dirsi ogni cinque minuti di odiarsi a morte, come era sempre successo, Blaise sembrava perfettamente a suo agio, come se fosse tutto assolutamente normale e se si fosse trovato al centro di quella scena assurda già altre centinaia di volte. E Kayla era semplicemente Kayla: sguardo dolce ma fermo, sembrava non perdersi un dettaglio di quello che le succedava attorno, e aveva lo strano potere di mettere tutti perfettamente a proprio agio – esattamente come Anastasia la sera del loro primo incontro, e anche tutte le volte a seguire.

«Marie Martha?» propose Robert. 

«Senti, la mamma si chiama Martha Marie, e …» 

«Appunto

«Robert! Non posso dare a una delle mie figlie il nome di mia madre invertito!» 

Robert alzò gli occhi al cielo. «Mi sto stancando» decretò. «Blaise, proponi un nome» gli disse, passandogli il libro. «Anzi, due, e possibilmente abbinati» 

Blaise posò il calice sul tavolino e iniziò a sfogliare il libro. «C’è un motivo se la gente normale fa un solo figlio per volta» sbuffò. «Perché devi sempre strafare?» 

Kayla scosse la testa e soffiò sulla sua tisana. «L’ho fatto apposta, infatti» rispose. «Salazar, non mi vedo i piedi da due mesi, credi che a me piaccia questa situazione?»

«Kristal» propose Blaise ignorandola. «Kristal Weasley
Kayla, in tutta risposta, alzò indice e medio, mimando la parola “due” con le labbra.

«Certo, ehm …» Blaise lasciò scorrere velocemente una manciata di pagine. «Iris» scelse. «Kristal e Iris!»

Lo sguardo di Kayla fu abbastanza chiaro. «Draco?» chiamò quindi.

Lui parve svegliarsi da un sonno ad occhi aperti. «Che c’è?»

«Prendi il libro, tocca a te» gli disse Kayla con naturalezza. 

Blaise gli passò il libro e lui si trovò a sfogliarlo esattamente come gli altri due prima di lui. «Gillian» scelte, con convinzione. «E, ehm … Flora» 

Kayla sorrise. «Ragazzi miei, ci servono rinforzi» 

 

Draco si accese il sigaro e si strinse nella sciarpa. La nebbia impediva di vedere le stelle e buona parte del giardino, ma niente gli avrebbe impedito di sentire il chiasso dentro casa Zabini. Non avrebbe mai detto che fosse così in buoni rapporti con il clan Black: quando erano arrivati Ted e Lyall, avevano salutato Blaise con calore ed entusiasmo, lasciando Draco di stucco. Ciò che lo lasciò ancora più di stucco fu che nello stesso modo avevano salutato lui, e a lui era risultato sinceramente naturale rispondere con la stessa dose di entusiasmo. Si erano detti contenti dell’invito perché avevano saputo che Anastasia, Nicole e Remus erano “nell’altra squadra”, mentre Tonks e Martha avevano un turno lungo al Ministero. 

«Ehm, Malfoy?» chiese incerto una voce alle sue spalle. 

Lui si voltò di scatto, trovando Robert Black in un lungo cappotto nero.

«Sì?» chiese incerto.

«Tutto bene?»

Draco annuì convinto, senza neanche riflettere sulla domanda.

«Posso unirmi?»

«Certo» disse Draco facendo un passo indietro, inconsciamente convinto che Robert volesse stargli a distanza di sicurezza. «Vuoi un sigaro?»

«Oh no, ti ringrazio» disse, estraendo dal cappotto un pacchetto di Marlboro. «Li trovo eccessivamente pesanti»

Draco annuì, sentendo risuonare nella testa una delle prime frasi che aveva sentito pronunciare ad Anastasia. 

«Se ti offro una Marlboro, sai di cosa parlo?»

«So che preferisco le Pall Mall o le Winston.»

«Le Winston? Quanti anni hai, dodici?»

Il ricordo di quella serata lo colpì come un pugno nello stomaco. Più cercava di non pensarci, più i piccoli dettagli di quell’assurda storia sembravano fare a gara per dargli il tormento. Anche cose piccole e apparentemente insignificanti, ogni tanto tornavano come per ricordargli di ciò che aveva avuto e aveva rovinato, e ogni volta faceva male in un modo nuovo, diverso, e non avrebbe saputo dire se facesse più o meno male della volta precedente, e forse era questo a rendere questa tortura così strana e terribile. 

«Perdonami» si trovò a dire Robert. «Ho detto qualcosa che non va?» 

«No, no» si affrettò a rassicurarlo Draco. 

Si costrinse a non distogliere lo sguardo. 

Di norma, lo avrebbe fatto solo per autodifesa ed abitudine. 

Adesso, lo avrebbe volentieri fatto perché non si era mai accorto che anche lui fosse identico ad Anastasia, in un modo decisamente diverso rispetto a Kayla. Lui aveva lo stesso fisico alto e slanciato di Anastasia, le stesse mani pallide e magre con dita lunghissime e lo stesso modo di tenere la sigaretta ed avvicinarla alla bocca. Gli stessi occhi, la stessa forma del viso, lo stesso naso stretto che però Kayla non aveva.
«Hai brutti pensieri?» domandò allora Robert con tono piatto. 

«Stavo pensando che assomigli moltissimo ad Anastasia» ammise Draco tutto d’un fiato, rendendosi conto di averlo detto quando era ormai troppo tardi. 

Robert avrebbe avuto tutto il diritto di prendere ed andarsene, perché Draco riconobbe solo a cose fatte di essere stato un dannato incosciente ad aver tirato fuori l’argomento Anastasia in quel momento – ma forse, si disse, un buon momento non poteva esistere. Forse per certi argomenti era necessario agire così, come quando si strappa un cerotto. 

Robert tirò con la sigaretta e accennò un sorriso. «Vorrei valere la metà di quello che vale lei» ammise, con un sospiro. «Perciò, ti ringrazio» 

Draco si trovò spiazzato da quella risposta, rimase con il sigaro in mano a pochi centimetri dal suo viso. 

Prima che potesse aggiungere qualcosa, Ted Lupin, con dei capelli celesti acconciati in dei riccioli angelici, seguito dal fratello Lyall e dal padrone di casa, fecero irruzione in veranda con dipinti in viso dei sorrisi pieni di ebbrezza. 

«Che musi lunghi» commentò Ted. «A chi posso rubare una sigaretta?» 

«A nessuno» rispose duro Robert. «Non dovresti fumare»

«Disse con una sigaretta in mano» rispose acido Blaise.

Robert scosse la testa e passò a Ted il pacchetto di Marlboro. «Non dirlo a tua madre» lo mise in guardia. «O mandi all’aria più di trent’anni di amicizia» 

Ted e Lyall sorrisero, e Blaise batté una pacca sulla spalla a Draco, che aveva preso a guardarsi le scarpe con aria pensierosa. Non servivano parole: Draco alzò lo guardo e trovò Blaise con le sopracciglia arricciate in segno di preoccupazione, allora scosse la testa per dirgli di non preoccuparsi. 

«Di che parlavate?» chiese allora Blaise a bruciapelo. 

«Dell’elefante nella stanza» rispose Robert con un sorriso. 

«Oh, finalmente!» esclamò Ted. «Non ce la si faceva più»

«Devi imparare a non impicciarti» lo riprese Robert. «Te lo dico sempre» 

«E io non ti ascolto mai» sorrise Ted buttando fuori il fumo. «Cosa dicevate?» 

«Che non vi dovete impicciare» puntualizzò Lyall. «Sono affari loro» 

«Sono affari loro ma sono anche affari miei se sembrano entrambi due cuccioli di drago abbandonati nel bosco» si spazientì Ted. 

Draco allora alzò gli occhi di scatto. «Ti sembro un cucciolo di drago abbandonato?» 

Ted annuì con un sorriso sghemo. «Abbandonato nel bosco» specificò malandrino. «Non ti ci rivedi?» 

Draco piegò gli angoli della bocca e non rispose. «Sono d’accordo con Robert: non dovresti fumare» 

Robert iniziò a tossire per nascondere la risata. «Merlino, questa sì che è la magia del Natale: Draco Malfoy è d’accordo con me» 

«Senti, i posti da cugino apprensivo sono tutti occupati» si difese Ted. «Scegliti un altro ruolo»

Draco di nuovo stava per rispondere, quando si trovò a ragionare sulla logistica di quell’affermazione. Se, di petto, stava per dire che non era loro cugino, la consapevolezza della realtà dei fatti lo travolse: Ted e Lyall erano figli di Ninfadora, che era figlia di sua zia Andromeda, sorella di Narcissa. E Robert … beh, il legame di parentela con i Black era più che chiaro, ormai, a tutti. Quindi abbassò la testa e rimase in silenzio, sorridendo compiaciuto davanti ad un’altra nuova verità.

 

«Io volevo stare nella squadra delle femmine» si lamentò nuovamente Anastasia. 

«Vai» la provocò allora Fred, seduto a capotavola.

«Bene!» esclamò Anastasia alzandosi. «Dove sono?» 

«Da Blaise» rilanciò il rosso, lanciandole uno sguardo di sfida. 

«Sei uno stronzo» si lamentò Anya risedendosi. 

«Io?!» 

«Tu, certo!» recuperò la matita ed il foglio e sospirò. 

«Non l’ho mica scelto io, Blaise» le spiegò. «Altrimenti saremmo noi da lui» 

«Io non sarei con te, se tu avessi scelto Blaise» 

«Ma perché ce l’hai con Blaise, poi?» s’incuriosì George.  

«Io rilancio su Jacob e Nathan» cercò di distrarli Nicole. 

«Io su Jacob e Samuel» le diede corda rapidamente Remus. 

«Blaise poteva avvisarmi!» 

«No!» rispose George agguerrito. «Assolutamente no, Blaise è stato leale, come tu lo saresti stata al posto suo» 

«A me piace Hugo» buttò lì Ron, imbarazzato dall’argomento. «E l’altro, Gideon o Fabian» 

«La mamma non reggerebbe» li richiamò Ginny. 

«Io lo avrei messo in guardia, Blaise» s’intestardì Anya, decidendo di ignorare il vero scopo della riunione. «Invece lui è venuto alla Testa di Porco a recuperarlo e poi è stato con noi a fargli da infermiera a Grimmauld Place» 

«Chiamateli Grimmauld e Place» rise Ron alzando lo sguardo dal tavolo nel vano tentativo di smorzare la tensione ed evitare la discussione che già si sentiva nell’aria. 

«Ronald» lo richiamò Ginny. 

«Blaise è stato un amico leale» continuò George. «Mi rifiuto di credere che al suo posto, non avresti fatto la stessa cosa: è il solo amico che ha, da sempre» 

«Draco non ha solo Blaise, è solo che non se ne rende conto» rispose secca Anya, sentendo una fitta allo stomaco pronunciando il suo nome ad alta voce. «Alla fine, è anche amico vostro, e di Kayla, e di Ted e Lyall» 

«Oh, perché credi che se davvero ti ha tradita, lo avrebbe confidato prima a Ted e Lyall o a noi e Kayla?» si scaldò George.

«George» lo richiamò allora Fred cercando di trovare il suo sguardo per chiedergli, senza parlare, di calmarsi. 

«Se davvero mi ha tradita?!» rispose Anastasia alzando i toni e chiudendo i pugni, alzandosi in piedi di nuovo. 

«Non hai prove» la punzecchiò George ciondolando la testa a destra e sinistra. 

«Sua madre mi sembrava abbastanza sicura» 

«Sua madre ha detto anche che Harry era morto!» strillò allora George, mentre Remus si teneva la mano sulla fronte e Ron fingeva di guardare le foto appese alle pareti, Nicole e Ginny palleggiavano lo sguardo tra George e Anya insieme a Fred, indecisi se intervenire o se lasciarli fare. 

«Non è il caso di urlare» li richiamò piano Remus. «E non è il modo per dire le cose, Anastasia è già abbastanz-» 

«L’ha condannato senza prove!» 

«George, Merlino e Morgana, da quando stai dalla parte di Draco Malfoy?!» lo richiamò allora Nicole con tono di rimprovero.

«Da quando ho visto la sua faccia in negozio!» 

«In negozio?» domandò Anastasia in un sussurro, e fu Nicole a coprirsi il viso con le mani passando inosservata. Anya allora rivolse le sue attenzioni a Fred, cercando di appellarsi al fatto che gli fosse stato vicino dal primo momento senza fare domande. «Fred?» 

Fred serrò le labbra e annuì con aria quasi colpevole, mentre lei spalancava gli occhi e Ron annunciò che avrebbe preparato delle tisane per tutti.  

«Quando?» 

«Anya, non-» 

«QUANDO?» tuonò, spaventando tutti.
«Lunedì» si trovò ad ammettere Fred, mentre anche Remus e Ginny avevano preso a guardare i gemelli con aria perplessa. 

«E per fare cosa?» sputò lei. «Fred, se mi dici che ha comprato qualcosa per la Greengrass, o per l’altra Greengrass, ti giuro che-»

«Magari non sa per chi ha comprato» tentò di difenderlo Remus debolmente. 

«Ha comprato dei regali di Natale» disse Nicole tutto d’un fiato. «Per me, Ted e Lyall»

Anastasia serrò gli occhi prese un respiro profondo. Come le era successo davanti a Narcissa, ebbe l’impressione che l’intero edificio le fosse caduto addosso, ma nessuno a parte lei lo potesse vedere. Di nuovo, aveva visto la sua fiducia tradita dalle persone che più aveva a cuore. Dopo Draco, di nuovo Ted, questa volta insieme a Lyall e Nicole, suoi complici dal momento della loro nascita. 

«Ted e Lyall?» chiese Remus basito. 

«Io te lo volevo dire» cercò di difendersi Nicole. «Cazzo, te lo avrei scritto immediatamente, ma loro hanno deciso che-» 

«Loro!» tuonò di nuovo Anastasia voltandosi verso la cugina. «Nicole! Da quando accetti decisioni che non siano prese soltanto da te? Decidi tutto tu e soltanto tu da quando giocavamo con le Barbie, Tosca santissima, non prendermi in giro!» le puntò l’indice con fare minaccioso. «Non aggiungere altro, o giuro, giuro che ti lancio una Cruciatus» prima che chiunque potesse aggiungere qualsiasi cosa, spostò la sedia alle sue spalle e, battendo i piedi a terra, Appellò il cappotto e la borsa, e ignorando lo sguardo di Remus e i richiami di Fred, spalancò la porta e una volta uscita, si premurò di sbatterla a dovere. 


NdA: buongiorno miei adorati, non so da voi, ma da me nevica come in un film di Natale. Spero possiate godere del mio stesso panorama. 
Oggi vi consiglio una canzone di un gruppo meno conosciuto del solito, ma che adoro. Fatemi sapere cosa ne pensate - anche del capitolo, naturalmente. 
Buona settimana!
fatto il misfatto,
C
   
 
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