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Autore: storiedellasera    05/01/2021    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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L'ombra



“Chi è là?” Gridò una voce nella notte.
“Mi chiamo Kyleen, non ho cattive intenzioni” rispose la ragazza del nord che, pur non vedendo nessuno di fronte a se, alzò le mani in segno di resa. Si trovava a Vecchia foresta, nel cuore della notte, persa nei suoi pensieri. Durante il suo cammino senza meta aveva notato la luce di un focolare tra gli alberi.
Decisa a indagare quel mistero, Kyleen si era avvicinata di soppiatto a quella zona e fu in quel momento che la voce di un uomo la sorprese.  

“S-sei armata?” Domandò di nuovo il suo interlocutore. Questa volta Kyleen colse una punta di apprensione nella sua voce.
“Si…” rispose semplicemente lei “…ho una spada. Ma la tengo nel fodero.”
Qualcuno iniziò ad avanzare verso di lei, facendosi strada tra la vegetazione. Doveva stringere tra le mani una torcia, poiché Kyleen notò una luce oscillare tra le fronde degli alberi. Di fronte a lei apparvero tre uomini. Uno di loro gli stava puntando una balestra.
Erano soldati, indossavano armature con il marchio di re Alsen III Wyorr.
“Siete guardie reali” constatò Kyleen.
“E tu sei una cagna del nord” ribadì il soldato di mezzo, quello che reggeva la torcia.
Una smorfia di delusione e frustrazione apparve sul volto di Kyleen: “non vi siete accorti che parlo la lingua di questo regno? Non vedete il modo in cui sono vestita? Credete che vengo dal nord?” Provò a mentire.
“Oh, lo crediamo eccome!” Concluse il soldato con la balestra.
“Cosa ci fa una cagna del nord a Vecchia foresta?” Continuò l’uomo con la torcia.
“Qui vicino c’è la mia dimora…” Kyleen indicò un punto alle sue spalle “…lì si alza il monte. Vicino la vetta c’è una locanda. Io abito lì.”
I soldati si scambiarono delle occhiate perplesse: “come si chiama la locanda?” Chiese uno di loro.
Un angolo della bocca di Kyleen si arricciò a formare un sorriso beffardo: “cosa c’è? Volete mettere in discussione le mie parole?”
“E’ proprio quello che stiamo facendo” alzò la voce il balestriere che iniziava ad innervosirsi.
Lei sospirò: “La locanda dei desideri, si chiama così. Ha una stalla e tre piani, gli interni sono quasi interamente di legno e sul retro ci sono moltissimi fiori dell’equinozio. Posso descrivere le incisioni che abbelliscono le colonne nella sala da pranzo o ciò che conservo nella dispensa. Posso elencarvi tutti i tipi di idromele e birra della mia cantina, sempre se vi aggrada. Oppure posso dirvi come cucino la carne di cervo che compro dai cacciatori della zona.”
Scese il silenzio. Si udì solo il crepitio della fiaccola.
“Cosa facciamo?” Sussurrò uno dei soldati.
“Aspettate qui” rispose l’uomo con la torcia e si allontanò dal gruppo.
Poco più tardi tornò e indicò Kyleen: “il capo ha detto che può venire con noi.”
I suoi due compagni lo fissarono sbalorditi: “senza disarmarla?” Chiese uno di loro.
Kyleen si irrigidì, non si sarebbe mai separata dalla sua spada.
“Il capo ha detto che non è pericolosa, basta trattarla con riguardo.” Rispose l’uomo con la torica.
“Il vostro capo deve conoscermi bene?” Dedusse Kyleen. Il suo sorriso appena accennato si era tramutato in un ampio ghigno.

I soldati la scortarono nel loro accampamento. Lì si trovavano ben venti uomini, tutti attorno a un vivace focolare. Sedevano a terra o su dei tronchi d’albero abbattuti.
Kyleen rimase stupita nel vedere così tante persone. Quasi tutti indossavano armature con il sigillo reale. Uno di loro invece vestiva una comoda e sgargiante cappa rossa con una trama dorata sulle maniche, indumento tipico dei maghi al servizio del re.
In un angolo, invece, si trovava un’altissima donna che sfoggiava una lunga treccia dorata. La sua armatura era diversa da tutte le altre e portava simboli che non appartenevano al regno.
E infine, in mezzo a tutti quei guerrieri, c’era il loro capo.
Kyleen lo riconobbe immediatamente. Era sir Yarnan, l’alfiere di sua maestà.
Si trattava di un giovane guerriero straordinariamente alto e con larghe spalle. I suoi capelli erano scuri e ondulati, incorniciavano un volto perfetto, con alti zigomi e occhi di un intenso nocciola. Un velo di barba appena accennata gli decorava il mento.
Indossava un’armatura degna un lord, con cavalli rampanti in rilievo sul torace. Al fianco portava Valorosa, la sua spada flamberga che lo aveva accompagnato in molte battaglie.
Sulle prime, Kyleen  rimase sbalordita nel trovarsi di fronte a sir Yarnan. Per diversi instanti fu incapace di muoversi. Molti ricordi stavano riaffiorando nella sua mente… ricordi di quando quell’uomo varcò la soglia della locanda, dieci mesi orsono, ed espresse il suo desiderio.

“Vi prego…” sir Yarnan si rivolse a lei “…prende posto vicino al fuoco.”
La sua voce era flebile, e quel dettaglio sorprese molto Kyleen.
Il campione del regno continuò: “abbiamo ottima carne e del buon vino.”
La ragazza del nord stirò un mezzo sorriso: “sbaglio o l’alfiere del re ha appena invitato una cagna del nord a mangiare qualcosa insieme a lui e ai suoi uomini?”
I soldati la scrutarono con occhi di ghiaccio.
Sir Yarnan rispose: “a dirla tutta non siete la prima barbara a farci compagnia” e indicò, con un cenno del capo, la donna con la treccia dorata.
Kyleen incrociò il suo sguardo e la fissò intensamente.
Lei le rivolse un lieve sorriso e la salutò nella lingua delle terre ghiacciate.

Kyleen rimase esterrefatta.
Senza quasi rendersene conto, prese posto tra i soldati e non distolse mai lo sguardo dall’altissima donna in armatura. In quel momento, ebbe l’impressione di averla già incontrata da qualche parte. Avrebbe voluto parlare con lei, conoscere la sua storia e magari dialogare nella sua lingua madre… cosa che le mancava moltissimo.
L’alfiere del re le chiese: “perché siete qui?”
Kyleen chinò il capo. Perché si trovava lì? Lei si fece quella stessa domanda. Era fuggita dalla locanda dei desideri, quella stessa notte, dopo aver scoperto il segreto celato al suo interno.
Milla, la sua amata Milla, condannava i clienti a subire delle maledizioni celate in forma di desideri. Tutto questo per alimentare il suo cuore riposto nei sotterranei della locanda.
Kyleen era fuggita poiché non poteva sopportare un simile fardello. Sapere che ogni suo respiro, ogni suo momento di vita, si basava sulle sofferenze di altre persone… la faceva semplicemente impazzire. Avvertì un nodo allo stomaco.
Pensò ad Anders e a tutti gli altri clienti che Milla aveva condannato nel nome dell’amore.
Pensò anche a sir Yarnan. L’eroe del regno era stato un cliente della locanda e aveva espresso un desiderio.
Anche lui era stato maledetto?
Kyleen alzò lo sguardo verso di lui. Voleva  scrutarlo come se, attraverso una semplice occhiata, potesse cogliere qualche indizio sulla natura della sua maledizione.
Ma l’uomo gli aveva rivolto una domanda e lei era rimasta in silenzio per troppo tempo. Divenne rossa per l’imbarazzo e si apprestò a dare una risposta: “cammino sempre quando ho brutti pensieri nella testa.”
“Devono essere pensieri assai cupi se il vostro passeggio vi ha condotto fin qui” puntualizzò sir Yarnan.
“Eh già.”

Kyleen tornò a guardare l’alfiere del re. Doveva ammettere, anche se aveva gusti molti difficili, che si trattava di un uomo molto affascinante. Era ovvio che la maggior parte delle ballate cantante nel regno parlavano di lui.
Ma la ragazza si rese conto solo in quel momento che anche sir Yarnan la stava fissando intensamente.
Ed eccolo lì… l’indizio che stava cercando. L’indizio della maledizione di Milla che gravava sulla sua anima. Gli occhi di Yarnan, infatti, erano spenti.
Non vi era alcuna traccia della scintilla vitale presente negli occhi di ogni altra creatura.
Kyleen, fin da bambina, aveva imparato una verità fondamentale: tutte le volte che un uomo la fissava intensamente era perché desiderava la sua testa o la virtù tra le sue gambe.
Ma il volto di sir Yarnan non rivelava alcun intento violento o lascivo. Non rivelava nulla.
Era semplicemente vuoto.
Quegli erano gli occhi di un morto e Kyleen fu scossa da un brivido.
Non voleva più cercare indizi sulla natura della maledizione. Aveva troppa paura di scoprire la verità.
“E voi… perché siete qui?” Domandò lei. In qualche modo doveva distrarsi dai suoi timori.
Sir Yarnan si concesse tutto il tempo del mondo prima di rispondere. Prese un corno pieno di vino e lo porse a Kyleen.
Lei lo accettò.
“Se siamo qui, lady Kyleen, è per volontà del re…”
“Mio signore…” lo interruppe uno dei suoi uomini “…credete sia saggio rispondere?”
Ma sir Yarnan alzò le spalle: “la nostra ospite deve essere messa in guardia. Deve sapere della minaccia che si trova in questo bosco.”
“State parlando dell’ombra?” Chiese Kyleen.
Tutti i presenti si meravigliarono nell’udire quelle parole. Un comune senso di paura sbocciò nei cuori dei soldati. Yarnan annuì: “è così. L’ombra ha ucciso troppe persone… troppe. I pochi soldati che sono riusciti a fuggire la descrivono come una sorta di nero fantasma armato di spada. Vaga per Vecchia foresta e sembra che possa essere vista solo di notte.”
“Ma c’è chi giura di averla intravista anche di giorno” puntualizzò  il mago con la cappa rossa.
Kyleen inspirò a fondo. Se non altro aveva smesso di pensare alle maledizioni di Milla.
Bevve un gran sorso di vino. Era molto forte.
Non si aspettava un simile sapore e strizzò gli occhi. Alcuni soldati ridacchiarono nel vedere la sua reazione. Kyleen non badò a loro: “il re vi ha ordinato di uccidere l’ombra?” Chiese a sir Yarnan.
Lui si limitò ad annuire.
Uno dei suoi uomini prese parola: “nessuno può battere l’alfiere di sua maestà. Anche l’ombra è destinata a cadere!” Alzò il suo corno colmo di vino e tutti gli altri soldati si unirono a lui in un brindisi.
Si mostravano baldanzosi e spavaldi.
Ma Kyleen riuscì a scorgere il terrore nei loro finti sorrisi e nei loro occhi.



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Sir Yarnan divise i suoi uomini in vari gruppi e assegnò a ognuno di loro i turni per la notte.
Kyleen offrì la sua spada e i suoi servigi, ma l’alfiere del re rifiutò cordialmente.
“Siete mia ospite…” le disse “…riposate tranquilla vicino al fuoco. Alle prime luci dell’alba vi scorteremo nella locanda.”
La ragazza del nord non era stolta. Aveva intuito che sir Yarnan non voleva affidargli alcun turno di veglia.
Lui si fidava solo dei suoi uomini.

Kyleen si ritrovò così a fissare il fuoco, con le gambe piegate e le ginocchia sotto il mento, circondata da diversi soldati addormentati.
Aveva estratto la sua spada e la teneva di fronte a se, sul grembo.
Tamburellava la lama con le sue dita. Desiderava una cote, affilare l’arma l’avrebbe aiutata a calmarsi... se non altro avrebbe ingannato il tempo.
“Tutto bene?” Una voce gentile si levò vicino a lei. Era la donna dalla treccia dorata.
Kyleen si limitò ad annuire.
Lei continuò: “hai l’aria di essere nervosa.”
“Voi credete che l’ombra si farà viva?” Chiese Kyleen.
“Oh, si. Se non sta sera, verrà domani.”
“Cosa vi dà così tanta sicurezza?”
“L’ombra diventa ogni giorno sempre più aggressiva. Credetemi, verrà senza dubbio.”
Kyleen si avvicinò a lei: “come vi chiamate?”
“Sayl” rispose la donna. La sua treccia era adagiata su una spalla. Con un gesto della mano, Sayl la scacciò via e la fece ricadere dietro la schiena.
“Non è un nome del nord” puntualizzò Kyleen inarcando un sopracciglio.
“No. Non lo è. Mio padre era un barbaro delle terre ghiacciate, mia madre veniva dall’ovest…” Sayl si trovò una posizione più comoda prima di continuare la sua storia “…non ho mai visto il nord. Sono nata in un regno lontano, ben oltre le terre dei fiumi.”
“E come mai siete qui?”
“Sono venuta in questo regno, nel nome del lord che servo, per omaggiare sire Wyorr e per partecipare a qualche torneo d’arme. Ho offerto la mia spada a sir Yarnan nell’imminente battaglia contro l’ombra dato che il mio signore è un caro amico e alleato del re.”
“Ora mi ricordo di voi…” disse improvvisamente Kyleen con un filo di voce “…vi ho vista combattere contro un cavaliere nella capitale durante i festeggiamenti indetti dal re.”
Sayl stirò un sorriso. Riempì il suo corno con del vino e sollevò la testa verso il cielo notturno.
Alcune stelle facevano capolino tra le scure chiome degli alberi.
Poco dopo si rivolse di nuovo a Kyleen: “e la vostra storia?”
La ragazza del nord alzò le spalle: “ecco… sono nata nelle terre ghiacciate, ho viaggiato molto… e in questo regno ho trovato l’amore.”
Sayl si voltò verso di lei: “oh, e lui come si chiama?”
“E’ una lei” sorrise Kyleen.
“La mia domanda non cambia.”
“Si chiama Milla.”
“E questa Milla vi sta aspettando a casa?”
Kyleen smise di sorridere: “immagino di si. La verità è che abbiamo qualche… problema al momento.”

In quel momento, un urlo si levò a pochi passi dall’accampamento.
Tutti i soldati sobbalzarono nei loro giacigli. Kyleen e Sayl erano scattate in piedi.
“E’ l’ombra!” Ipotizzò, terrorizzato, uno dei soldati.
 Un secondo urlo riecheggiò nella foresta. Si trattava di un verso disumano.
Sir Yarnan, che in quel momento sorvegliava un punto a sud dell’accampamento, tornò di corsa tra i suoi soldati: “spade alla mano!” Ordinò mentre estraeva la sua Valorosa.
La lama ondulata della flamberga scintillò alla luce del falò.


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I soldati si disposero attorno al fuoco seguendo le istruzioni di sir Yarnan.
Kyleen era con loro.
Al suo fianco, Sayl baciò la lama della sua spada. Kyleen pensò che doveva trattarsi di un gesto rituale della donna. Un inquietante silenzio scese nella foresta.
Nessun guerriero osava muoversi o parlare. Alcuni di loro trattennero persino il fiato.
Erano tutti rivolti verso l’origine delle urla disumane che avevano udito poco prima. Appartenevano ad alcuni dei loro compagni intenti a vegliare vicino l’accampamento.

Poi i rami più bassi degli alberi e alcuni cespugli iniziarono a muoversi.
Qualcosa si stava avvicinando all’accampamento. Si udì il suono di alcuni passi e il fruscio delle foglie smosse. Di fronte ai soldati apparve poi un guerriero.
Era uno dei loro compagni. La luce del falò fece brillare l’orrido squarcio che aveva sul volto. Era stato provocato da una lama estremamente affilata, che aveva persino divelto l’elmo di quello sciagurato.
Attraverso la ferita si potevano vedere i muscoli e i fasci di tendini del volto, qualche osso e l’intera arcata dentale. Incredibilmente l’uomo era ancora vivo.
Il terrore alimentava la sua anima. I soldati nell’accampamento furono paralizzati dalla paura. Ma non era lo squarcio nel volto del loro compagno a preoccuparli, bensì l’espressione di puro orrore impressa nei suoi occhi. L’uomo infine perse le forse: cadde prima sulle ginocchia, la sua armatura tintinnò all’impatto con il suolo. Infine si accasciò al suolo.

Alle sue spalle c’era l’ombra.
Si ergeva nel buio della notte, con una spada insanguinata in una mano. Era come veniva descritta dai racconti dei sopravvissuti: aveva una forma umana ed era ammantata di nero.
Il volto era occultato da un cappuccio. Kyleen fissò intensamente quel nero abisso sul viso dell’ombra e avvertì, in qualche modo, un intento crudele.
Sir Yarnan si voltò verso il mago dalla cappa rossa: “adesso!” Disse.
Il mago agitò le mani di fronte a se e recitò rapidamente una formula magica. Un’esplosione di fiamme si materializzò nel punto in cui trovava l’ombra.
Kyleen e gli altri uomini dovettero coprirsi il volto mentre venivano investiti da rametti inceneriti e altri detriti. Si alzò un intenso fumo nero e il boato dell’incantesimo scosse gli alberi di quella zona.

L’ombra sbucò improvvisamente da quel denso fumo e si scagliò contro i soldati.
La magia non le aveva fatto alcun danno.
La sua spada saettò di fronte a lei e due soldati furono sventrati all’istante.
Si scatenò il panico.
Gli uomini circondarono l’ombra in un caotico agglomerato di metallo e lame. Kyleen fu sovrastata da diversi soldati che, ignorandola, si erano gettati in battaglia.
Ma l’ombra si muoveva rapidamente… troppo rapidamente. Nessun uomo era in grado di compiere i gesti di quel nero spettro. Erano innaturali.
Il suo manto nero inoltre creava ancora più confusione.
Altri tre uomini perirono sotto i colpi dell’ombra. Lei roteò su se stessa e ne decapitò un quarto.
I soldati tentarono di colpirla ma non riuscirono neanche a sfiorarla.
Era come tentare di infilzare la nebbia.
Di tanto in tanto l’ombra era costretta a indietreggiare o a schermare qualche attacco… ma nessuno dei soldati aveva l’impressione che quel mostro fosse in difficoltà.
Persino sir Yarnan, l’eroe del regno, non era in grado di colpirla. L’alfiere del re era schiacciato tra i suoi uomini e la sua flamberga era troppo grande per essere maneggiata in un luogo così angusto.
Il mago dalla cappa rossa alzò le mani al cielo e incantò le spade di tutti i soldati. Le lame di quei guerrieri presero fuoco e la notte si illuminò di rosso.
Persino la spada di Kyleen fu avvolta dalle fiamme. Finalmente la ragazza del nord si scagliò contro l’ombra.
Ma quando raggiunse il mostro, quest’ultimo si voltò rapidamente verso di lei e attaccò.
Kyleen non aveva mai visto un attacco così veloce.
Sussultò e si bloccò di colpo. Avvertì una strana e gelida sensazione espandersi nel petto. Guardò in basso e solo allora si accorse che l’ombra le aveva trafitto il torace.
Il mostro richiamò a se la sua spada e Kyleen, esterrefatta, cadde a terra. Il suo sangue iniziò a uscir fuori dal corpo. Lo avvertiva sulla sua pelle, caldo e umido.
“Ritirata!” Urlò sir Yarnan.
Furono le ultime parole che Kyleen udì prima di chiudere gli occhi.


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Si risvegliò di soprassalto pochi secondi dopo.
La sua natura di rediviva l’aveva riportata indietro dalla morte. Sentì le urla dei soldati farsi sempre più lontani e sir Yarnan che ordinava ai superstiti di raggiungere una valle.
Il fuoco dell’accampamento ardeva ancora. Illuminava i corpi martoriati di molti soldati.
Alcuni di loro erano stati fatti a pezzi. Vicino a Kyleen si trovava una mano troncata. Poco più distante un paio di braccia, entrambe destre.
E ancora più in là c’era una testa mozzata. Gli occhi spalancati di quel soldato erano fissi su Kyleen, trasmettevano tutto il terrore che avevano registrato nell’ultimo attimo di combattimento contro l’ombra.

Il mostro era ancora nell’accampamento.
Aveva appena roteato la spada per scacciar via del sangue dalla lama.
Kyleen, rimasta a terra, la fissò sbalordita.
Era stata sconfitta al primo colpo. Lei, la guardiana della locanda, era stata battuta con un solo affondo.
Aveva affrontato molti pericoli e incrociato le armi con più uomini contemporaneamente e aveva trionfato. E ora eccola lì, a terra, con un foro nel petto.
Si immaginò il suo maestro, Valden, che la incitava a rialzarsi.
“Eccomi” Kyleen si ritrovò a sussurrare al vuoto.
Raccolse la spada e le fiamme tornarono ad ardere sulla sua lama.
“Dove vai?” Urlò all’ombra.
Questa si fermò di colpo e, lentamente, si voltò verso Kyleen.
La ragazza allargò le braccia: “io sono ancora qui.”

L’ombra accolse la sfida.
Entrambi rotearono le spade e si misero in posizione di guardia.
“Siamo solo io e te” ringhiò Kyleen mentre il sangue iniziò a uscirgli dalla bocca.
I due sfidanti iniziarono ad avvicinarsi. Erano concentrati e intenti a studiarsi tra di loro.
Scattarono contemporaneamente.
Il clangore delle loro spade che si scontrarono sulle loro teste fu intenso.
Kyleen tentò subito di colpire l’ombra al fianco: la sua spada incendiata tracciò un ampio arco incandescente nel buio della notte. Ma l’ombra riuscì a intercettare quel fendente.
Passò poi all’attacco e Kyleen fu costretta a difendersi. Dopo un turbinio colpi, l’ombra sferrò un calcio alla bocca dello stomaco della ragazza e lei cadde a terra.
La sua spada le scivolò di mano, rimbalzò un paio di volte al suolo e si allontanò da lei. Le fiamme sulla lama svanirono.

Kyleen sputò sangue e si toccò il ventre dove l’ombra l’aveva colpita.
Iniziò a ridere. Kyleen stava ridendo senza sapere il motivo.
L’ombra non infierì. Iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro, in attesa che la ragazza si alzasse da terra.
“Che gesto cavalleresco” commentò lei con ironia.
Rimase al suolo per qualche secondo. Ripensò al suo contro appena concluso con l’ombra e rivisse ogni mossa. Quel mostro era troppo veloce e troppo forte.
Kyleen non aveva mai visto nessuno muoversi in quel modo. Si alzò e recuperò la sua spada. Le fiamme tornarono ad avvolgere la lama. La luce del fuoco rivelò tutta la rabbia nei suoi occhi.
“Attaccami!” Urlò con voce rauca. Si era espressa nella lingua del nord.
L’ombra tornò alla carica.
Travolse Kyleen con un frenetico turbinio di colpi. Ogni volta che le loro spade cozzavano, mille scintille venivano sprigionate nell’aria.
La ragazza fu costretta ad arretrare mentre schermava i colpi del mostro.
Con una rapida finta, l’ombra sollevò la sua spada e squarciò la gola della ragazza.
Lei inarcò la schiena all’indietro mentre il sangue le zampillava dal collo. L’ombra si era già voltata. Il suo intento era quello di dare la caccia agli altri soldati.
Ma Kyleen non cadde a terra, non questa volta.
Urlò di rabbia e balzò alle spalle dell’ombra, agguantandola. Il mostro iniziò a dimenarsi come un cavallo imbizzarrito. Kyleen avvolse le braccia attorno al suo collo e iniziò a morderlo e a graffiarlo senza smettere di urlare.
Infine l’ombra riuscì ad afferrarle i vestiti della ragazza: la issò oltre la sua testa e la scaraventò al suolo.
Kyleen sentì le costole incrinarsi.
Il nemico torreggiava sopra di lei. Tentò di decapitarla ma Kyleen riuscì ad afferrare una spada da uno dei cadaveri che giaceva nelle vicinanze.
Sollevò l’arma sul suo voltò e bloccò il colpo dell’ombra.
L’impatto delle due armi fu così brutale che Kyleen avvertì un intenso dolore al polso.
Rapidamente si alzò in piedi.
L’ombra si avventò di nuovo su di lei. Questa volta Kyleen finse un attacco e riuscì ad aprire le difese del mostro. La ragazza sussultò dalla gioia quando riuscì a spingere l’ombra all’indietro. Finì sul falò dell’accampamento.
In pochi istanti la creatura fu avvolta dalle fiamme…  ma non si mosse.

La ragazza del nord fissò con orrore l’ombra circondata dalle fiamme.
Il fuoco non consumava il suo manto o le sue carni.
Kyleen corse a recuperare la sua spada. Dovette slanciarsi in avanti, poiché aveva sentito il nemico alle sue spalle. Evitò un colpo dell’ombra, ruzzolò a terra e agguanto di nuovo la sua spada.
Ancora una volta le fiamme si accesero sulla sua lama.
L’ombra sembrava contrariata.
Kyleen strinse i denti e si portò la spada arroventata sotto la sua gola, cauterizzando lo squarcio che aveva al collo. Il rumore della carne che sfrigolava si diffuse per tutto l’accampamento.
La ragazza pianse per il dolore: “sfidami di nuovo!” Urlò subito dopo.
L’ombra stava per tornare alla carica, ma una voce alle sue spalle la fece desistere: “Kyleen!” Era Sayl.

La donna apparve nell’accampamento ormai disseminato di corpi e sangue.
Kyleen la fissò preoccupata: “perché sei tornata?”
Ma Sayl aveva già incrociato la sua spada con quella dell’ombra. I due sfidanti si scambiarono una serie di colpi possenti ma nessuno dei due guadagnava terreno.
Kyleen si unì alla battaglia e l’ombra fu attaccata su entrambi i fianchi.
Il mostro si muoveva freneticamente: prima parando un colpo da destra, poi schermando un colpo da sinistra.
Le due guerriere incalzavano con attacchi coordinati, e un paio di volte riuscirono a lacerare il manto nero dell’ombra.

Sayl intanto era sempre più stanca. Tentò un affondo, un fendente, una finta, un altro affondo… l’ombra riuscì a evitare ogni suo colpo e, contemporaneamente, si difendeva da Kyleen.
Il mostro poi riuscì ad aprire le difese di Sayl e le squarciò il volto. Lei cadde a terra, urlando disperatamente. Si toccò il viso con entrambe le mani mentre il sangue inondava il terreno.
“Sayl!” Gridò Kyleen.
L’ombra si era voltata su di lei e la travolse con una serie di attacchi.
Kyleen avvertiva tutta la furia e la frustrazione di quella creatura.
Il mostro raccolse tutte le sue forte ed eseguì un brutale fendente contro la ragazza. Lei riuscì a pararlo in tempo… ma la sua spada si spezzò all’impatto con l’arma del nemico.
Schegge d’acciaio schizzarono in ogni direzione.
Kyleen balzò in avanti e superò l’ombra. Raccolse Sayl che nel frattempo stava cercando di rialzarsi.

Le due iniziarono a fuggire dall’ombra.
Corsero nel buio della foresta senza mai voltarsi. Kyleen stringeva ancora ciò che restava della sua spada… la spada dei re… la spada del nord.
Era leggera ora che stata distrutta. Di quell’arma era rimasto solo il manico e un brandello di lama ad esso congiunto. Pianse per il rammarico ma non smise mai di correre.

“Eccole, mio signore.” Urlò un soldato.
Kyleen e Sayl erano entrate in una vallata nel cuore del bosco. La luna illuminava d’argento quella zona.
Sir Yarnan e sette soldati raggiunsero le due fuggitive. Erano feriti e spaventati.
“Dove sono gli altri?” Chiese Kyleen.
“Morti” rispose sir Yarnan.
Gli uomini esaminarono le ferite delle due guerriere. “Sto bene…” rispose Kyleen che non voleva rivelare la sua natura di rediviva “…pensate a Sayl.”
Le tenebre della notte occultavano le sue reali condizioni.

L’ombra fece la sua apparizione nella vallata proprio in quel momento.
Rimase a contemplare i superstiti del suo massacro.
Sir Yarnan iniziò ad avanzare verso di lui.
“Mio signore…” sussurrò uno dei suoi uomini. Ma l’alfiere alzò una mano nella sua direzione, non voleva nessuno dei suoi sottoposti al suo fianco.
Si stava preparando ad affrontare da solo l’ombra.
Anche il mostro si era messo a camminare. La sua avanzata, insieme a quella di Yarnan, si era poi tramutata in una carica.

Ombra e Yarnan stavano per scontrarsi nella vallata.
L’uomo sollevò Valorosa, avvolta dalle fiamme, quando fu vicino al suo sfidante.
Un ampio fendente fu tracciato a mezz’aria. L’ombra lo evitò con un balzo.
Lo scontro era iniziato.
I superstiti e Kyleen fissarono sbalorditi il campione del regno tener testa al suo terrificante avversario. In quello spazio aperto, Yarnan era libero di maneggiare Valorosa senza alcun impedimento.
Ogni movimento di quella possente spada fendeva l’aria, provocando cupi suoni.

I soldati stavano cercando di medicare Sayl.
“Dov’è il mago?” Chiese Kyleen senza mai distogliere lo sguardo dai due sfidanti.
“Sparso per la foresta, come il resto di noi” rispose un soldato.
“Sayl sta morendo!” Esclamò un altro uomo.
Yarnan riuscì a sentire quel grido. Incrociando la sua spada con quella dell’ombra aveva iniziato una prova di forza con il suo nemico.
“Scappate!” Aveva urlato l’alfiere del re.
 I suoi muscoli erano tesi fino allo spasmo nel tentativo di sovrastare l’ombra… ma lei sembrava essere più forte. Yarnan slittò su un fianco, separandosi dal mostro.
Si voltò poi verso i suoi uomini: “E’ un ordine! Scappate.”
“Vieni con noi!” Urlò Kyleen.
“No….” Yarnan voleva replicare, ma l’ombra tornò alla carica e i due ripresero a duellare.

Kyleen ragionò per qualche istante.
Si voltò poi verso gli uomini: “andate a est. Troverete un ponte che attraversa un burrone, aspettatemi lì.”
“E tu cosa farai?” Chiesero i soldati.
Kyleen indicò le loro armi: “ho bisogno di queste!”


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Yarnan agitò di nuovo la sua Valorosa infiammata. La punta della spada colpì il suolo e scaraventò in aria ciuffi d’erba e terra… lì dove un instante prima si trovava l’ombra. Nessun’altra creatura avrebbe potuto evitare quel colpo.
“Razza di mostro!” Commentò frustrato l’uomo.
L’ombra rispose con una serie di colpi che Yarnan riuscì a schermare. Si separarono e iniziarono a fissarsi intensamente. In quel momento, una lancia  si piantò nel terreno tra loro due.
Entrambi si voltarono nella direzione in cui il dardo era stato scagliato.
Kyleen stava correndo verso di loro. Brandiva un’altra lancia e una spada corta.
“Ti ho detto di andar via!” Urlò Yarnan.
“Lo farò…” urlò Kyleen mentre scagliava la seconda lancia “…e tu verrai con me.”
Il dardo discese contro l’ombra. Questi spazzò via l’arma con un semplice movimento della sua spada.
Yarnan, in quel momento, vide i suoi uomini allontanarsi dalla valle.
Kyleen si mise al suo fianco: “se tu muori, i tuoi soldati sono spacciati!”

L’ombra si scagliò contro di loro.
Yarnan agitò Valorosa e tornò a combattere.
Kyleen si unì alla lotta. Si avvicinò all’ombra senza pensare a difendersi. Il mostro la colpì al fianco ma la ragazza continuò ad avanzare.
Superò l’ombra, estrasse dal terreno una lancia e la scagliò di nuovo.
Riuscì a colpire il manto dell’ombra che si impiantò a terra. Il mostro barcollò, fece per inciampare ma riuscì rapidamente a ritrovare l’equilibrio.
Sfilò via il suo mantello per liberarsi. Nel farlo, il suo cappuccio venne via.
Si voltò verso i suoi sfidanti e solo in quel momento si accorse che Kyleen e Yarnan stavano fuggendo.
La ragazza si voltò un solo istante verso il mostro. Fu allora che vide i suoi occhi.
Erano incavanti un orrido cranio nero e brillavano di una fioca luce rossa. Sembravano due profondi pozzi neri, con la luce rossa incastonata nel fondo.
L’ombra partì all’inseguimento.


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Kyleen e Yarnan corsero a perdifiato nella foresta fino a raggiungere il ponte di legno.
Era vecchio ma solido e si ergeva su un ampio burrone.
In quel momento, Kyleen rammentò la sua disavventura con i troll.
Lei e l’alfiere del re superarono il ponte e raggiunsero l’altra sponda del burrone, dove i soldati e Sayl li stavano aspettando.
“Come sta?” Chiese Yarnan indicando la donna.
“E’ molto grave” rispose un uomo.
Sayl aveva perso conoscenza e il suo volto era stato fasciato con dei lembi di stoffa ricavati da un mantello.

“Mio signore!” Esclamò terrorizzato un uomo, indicando il ponte.
L’ombra era apparsa dall’altro lato del burrone.
Il suo volto era di nuovo occultato dal mantello. Quella creatura rimase immobile a fissare gli uomini, senza mettere un piede sul ponte.
“Non è un idiota” sussurrò Yarnan.
“Che mostro è mai quello?” Chiese uno dei soldati.
Kyleen scrutò l’ombra per qualche secondo: “andiamo via” disse infine.
“E dove?” Domandò Yarnan.
“Alla locanda dei desideri. Lì possiamo ripararci e curare i feriti.”

L’alfiere studiò lo sguardo dei suoi uomini: erano stremati e terrorizzati.
Impugnò di nuovo Valorosa e iniziò a tranciare le corde del ponte. Kyleen lo aiutò e in pochi colpi riuscirono a far crollare quella struttura.
L’ombra li stava ancora fissando senza muoversi.
“Non è finita qui” disse Yarnan.
“Oh, no…” continuò Kyleen “…vedrete che quella creatura tornerà a scontrarsi con noi.”
Raccolsero da terra Sayl e, insieme ai soldati sopravvissuti, si addentrarono nel bosco per la volta della locanda dei desideri.

Kyleen si voltò un’ultima volta verso il burrone.
L’ombra era ancora lì. Fissò la ragazza un’ultima volta, prima di voltarsi e ritirarsi nel buio.


fiore

   
 
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