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Autore: Schmetterlinge    10/01/2021    2 recensioni
Il Genio della Pallavolo.
Il Piccolo Gigante.
E una squadra di ragazzi altrettanto talentuosi sempre pronti a dare manforte, anche nei momenti più bui, dove le difficoltà paiono insormontabili.
Una raccolta di alcuni dei momenti più iconici - talvolta rivisitati - di una serie che ha fatto sognare e continua a far sognare gli appassionati della pallavolo.
E non solo loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yachi stava camminando lungo il marciapiede - il cellulare in mano e un paio di borse strabordanti - elettrizzata al pensiero di assistere alla partita che si sarebbe tenuta in Italia, nella capitale, tra l’Ali Roma e gli Asas Sau Paolo.

 

Aveva prenotato il volo già da tempo ed era felicemente contenta di viaggiare in compagnia dei suoi vecchi compagni di liceo, in primis Tadashi e Tsukishima.

 

Inutile dire che Tobio e Hinata erano già atterrati nel “Bel Paese” da parecchie settimane, sottoposti ad allenamenti continui e spesso massacranti.

 

Nonostante ne fosse passato di tempo, certe cose non sarebbe mai cambiate e questo non poteva che scaldarle il cuore.

 

 

Lontani ma vicini allo stesso tempo

 

Sempre

 

 

Attraversò la strada con passo spedito, persa nei meandri dei suoi pensieri, quando delle urla ne richiamarono l’attenzione, portandola ad alzare gli occhi.

 

Due fari sfolgoranti.

 

Poi il buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sentiva qualcosa di morbido solleticarle il collo ma ancora non riusciva a capire cosa potesse essere.

 

 

 

Era indubbiamente morbido 

 

 

 

Inspirò, schiudendo le palpebre, ma si sentì mozzare il fiato dal dolore non appena cercò di sollevarsi.

 

“Ma dove …”

 

Inumidì le labbra, screpolate all’inverosimile, osservando il soffitto alto e bianco, per non parlare dei macchinari alla sua destra, animati da flebili rumori di sottofondo, quando un’ombra ne catturò l’interesse, inducendola a volgere lo sguardo alla finestra accanto.

 

“Ehi …”

 

Tadashi la fissava impensierito, profondamente assorto, accanto a Tsukki.

 

“Come ti senti Yachi?”

 

Schiuse le labbra, perplessa.

 

“Come se mi avesse investita un tir.”

 

L’amico sorrise, gli occhi lucidi.

 

“…”

 

 

Adesso iniziava a ricordare

 

 

 

Portò una mano alla fronte, nascondendovi il volto.

 

“Ma come diavolo …”

 

“Adesso pensa a rimetterti, d’accordo?”

 

La ragazza inarcò un sopracciglio.

 

 

 

 

Il suo primo pensiero andò a quello

 

 

 

 

“Sarò in forma per la partita dei ragazzi, vero?”

 

Nessuno ebbe il coraggio di rispondere, facendola sprofondare nel cuscino, in lacrime.

 

“Dannazione …”

 

“Yachi …”

 

Erano mesi che aspettava quel momento.

 

 

 

 

Ed era riuscita a rovinare tutto

 

 

 

“Non posso perdermela.”

 

Fece per alzarsi quando percepì due braccia afferrarla per le spalle, aiutandola a sedersi, nonostante il dolore.

 

“Yachi …”

 

Schiuse le labbra, piacevolmente incredula, specchiandosi negli occhi di Hinata.

 

“Ma come…?”

 

Tobio era poco più dietro, sulla destra, lo sguardo serio.

 

“Cosa ci fate qui?”

 

Il rossiccio sorrise, rilassando le spalle.

 

“Non potevamo non esserci, non credi?”

 

“Ma la partita …”

 

“Torneremo a Roma questa sera, abbiamo il volo alle nove.”

 

La biondina abbassò il mento, iniziando a contare.

 

“Quando mi hanno investita di preciso?”

 

“Tre giorni fa.”

 

“Ed io avrei …”

 

“Ti hanno operata e hai dormito per quasi quattro giorni.”

 

Non poteva essere.

 

 

 

 

Non poteva essere vero

 

 

 

 

Per quanto la loro presenza l’avesse commossa, non potevano trovarsicon lei a due giorni dalla finale dei mondiali.

 

 

 

A meno che …

 

 

 

“Ragazzi, per caso …”

 

Shoyo le strinse la mano.

 

“Sto morendo?”

 

Quella domanda ebbe la capacità di mozzare il fiato a chiunque, persino a Tsukishima.

 

 

 

 

 

Un evento piuttosto unico

 

 

 

 

“Direi proprio di no, Yachi.”

 

Tobio aveva alzato la voce, squadrandola serio.

 

Poteva sforzarsi di non darlo a vedere ma uno sguardo di gran lunga più capace avrebbe colto la preoccupazione nelle linee del suo volto angelico.

 

“E allora perchè siete qui?”

 

La ragazza aveva iniziato a gesticolare in maniera convulsa mentre Shoyo cercava di tenerla ferma.

 

“Avete la finale tra meno di due giorni, non dovreste essere qui!”

 

Portò una mano alla bocca, stringendo i denti dal male.

 

“Gli allenamenti …”

 

Probabilmente avrebbe continuato senza sosta ma dovette zittirsi non appena si sentì avvolgere da delle braccia forti e robuste.

 

 

 

 

Più marmoree di quanto ricordasse

 

 

 

 

Affondò il volto nelle maglie dei ragazzi - stanca - lasciandosi cullare dalla loro stretta rassicurante, fin quando il silenzio tornò a fare da padrone in quelle mura tristi e spoglie.

 

“Ci saranno altre partite, Yachi.”

 

Lo sapeva ma lei avrebbe voluto tanto assistere a questa.

 

“Prima del fischio d’inizio guarda bene lo schermo, d’accordo?”

 

Hinata rivolse uno sguardo d’intesa a Tobio.

 

 

 

 

Evidentemente stavano architettando qualcosa

 

 

 

 

Sbuffò - furiosamente sconfitta - godendosi quel piacevole tepore che aveva il potere di farla sentire a casa.

 

“Va bene.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora riso cotto e minestrina; di questo passo avrebbe perso una decina di chili, altro che mettere su peso.

 

Carezzò il bicchiere colmo d’acqua, fissando la televisione appesa al muro con occhi sgranati; si fidava di Hinata ma non riusciva a capire cosa dovesse guardare esattamente.

 

La partita avrebbe avuto inizio minuti e non era successo nulla che potesse farle palpitare il cuore.

 

 

 

 

Perciò avrebbe continuato ad attendere paziente 

 

 

 

 

Si passò una mano sul volto, ammirando Shoyo e Tobio salutarsi con una stretta di mano, separati dalla sola rete di gioco.

 

 

 

 

Era sempre emozionante vederli in tv

 

 

 

 

 

Schiuse le labbra quando si ritrovò a trattenere un gemito; la telecamera inquadrò le mani dei ragazzi che mostrarono i dorsi, lasciando intravedere una scritta inequivocabile

 

 

 

 

 

Per Yachi

 

 

 

 

“…”

 

Abbassò il mento, le lacrime agli occhi, scoppiando a ridere.

 

Nessuno aveva mai fatto qualcosa di tanto carino per lei.

 

Nessuno a parte loro.

 

Ma dopotutto …

 

 

 

 

Era di Hinata e Tobio che stavamo parlando

 

 

 

   
 
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