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Autore: Sinden    11/01/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Farin non poteva nascondere l'impazienza. Si era lavato anche barba e capelli, e aveva ricevuto dagli Elfi indumenti nuovi adattati alla sua altezza.

Osservandolo mentre non aveva né elmo né ascia in mano, Helli pensó che i suoi anni si vedevano tutti. Era un vecchio, coriaceo Nano, emozionato come un bambino in quel momento.

"Allora, ci muoviamo?" li esortó lui. Il gruppetto, con Andriel e le due ragazze in testa, camminava attraverso i bei colonnati del regno di Elrond. Heloise si gustava la pace di quel luogo, all'interno dei suoi confini si sentiva assolutamente sicura. Niente li avrebbe importunati lì.

Eradan a sua volta aveva deposto la spada e la tenuta da ramingo e si era ristorato per qualche ora, fra le vasche naturali di acqua salmastra del reame. Osservava Isadora e non poteva fare a meno di pensare che fosse più bella che mai, quella sera. Ma non poteva dirglielo. Era determinato a mettere la parola fine a quell'abbozzo di storia d'amore che stavano vivendo, anche perché di lì a poco sarebbe partito di nuovo, alla volta di Angmar, con Helli e gli altri.

Non riuscì comunque a trattenere l'impulso di prenderla in giro. "Davvero adorabile quell'abito." le disse, avvicinandosi. "Le donne elfo moriranno d'invidia alla tua vista."

"Non parlarmi. Sono ancora arrabbiata con te." fu la risposta della bionda ragazza. Eradan potè avvertire la fragranza dei suoi capelli.

"Solo perché dico la verità? Sei permalosa. Caratteristica comune fra le ragazze altezzose." ribatté Eradan.

"...e insisti. Davvero grande deve essere il tuo ego, se credi di poter giudicare gli altri a tuo piacimento." rispose Isadora, a denti stretti.

Helli e Andriel si girarono, divertite da quello scambio di battute.

"Che succede?" chiese l'Elfa. "Il vostro idillio é già finito?"

"Non c'era nessun idillio." ribattè Isa, mentendo. "Né prima, né tantomeno ora."

Helli e Andriel risero. "Non é raro con te, vero? Ti infiammi e poi ti raffreddi.  Non ti affliggere Eradan, non credere di essere il primo!" scherzó Heloise.

"Piantala, tu! Preoccupati dei tuoi intrallazzi con i Draghi, piuttosto!" rispose Isa.

"Mi preoccupo, sì, e tanto!" replicó la sorella. "Non passa giorno senza che ci pensi."

"Ascoltate!"'esclamó Farin. "Qualcuno canta!"

Avvertirono infatti suoni e schiamazzi provenire dal luogo ove Elrond aveva fatto preparare il banchetto. Era più un berciare, che un canto melodioso, e ad Helli parve riconoscere una voce, che si levava sulle 
altre.

"É Bofur!!" disse subito.

"C'è una locanda, un'allegra locanda,
Sotto un vecchio colle grigio,
Ove la birra è così scura,
Che anche l'Uomo della Luna
E' sceso un giorno a berne un sorso."

"Un Nano! Sì, puó essere solo un Nano!" esclamó Farin, correndo verso la grande terrazza di Elrond.

"Ma dove corre quel matto!" rise Andriel.

"Lo stalliere ha un gatto brillo,
Che suona un violino a tre corde;
Su e giù scorre l'archetto,
Stridulo a volte, a volte cheto,
Ed a volte solo un trillo."

"L'oste invece ha un cagnolino
A cui piacciono gli scherzi;
Se gli altri ridono, davanti al camino,
Rizza l'orecchio ad ogni battuta...."

Farin balzó improvvisamente sulla scena, davanti a tutti.

"...sghignazzando come un mattaccino!!" * finì.

Tutti, inclusi gli Elfi presenti, rimasero di sasso alla sua comparsa. Helli e gli altri si avvicinarono alla scena, e videro dodici Nani seduti attorno a un piccolo tavolo pieno di verdure e di pane elfico, tutto allegramente gettato all'aria. Avevano appena terminato una battaglia col cibo, pareva, e Bofur stava intrattenendo tutti con una canzoncina della loro gente. Almeno, fino all'arrivo di Farin.

Balin si mise faticosamente in piedi. "Farin!!!" urló, poi corse ad abbracciarlo. "Non posso crederci!" esclamó l'anziano Nano, che si ricordava molto bene di lui. I più giovani, Fili e Kili e alcuni altri, non riuscivano invece a metterlo a fuoco. Iniziarono i borbottii.

"Ma chi é?"

"É uno delle nostra gente!"

"Ma certo, é il vecchio Farin! Lo credevo morto e sepolto!"

Helli si nascose dietro una colonna, vittima all'improvviso di un attacco di vergogna. 
Erano tutti lì.

Sbirció e vide Thorin seduto al tavolo di Elrond, con Gandalf e il signore elfico accanto a lui. Girando lo sguardo intorno, notó anche Bilbo Baggins, seduto a un secondo tavolo con i Nani e del tutto sorpreso dalla situazione.

"Signori!" annunció Balin, asciugandosi una lacrima. "É incredibilmente giunto qui Farin, vecchia guardia di Erebor. Alcuni di voi non si ricorderanno di lui, ma posso garantirvi che uno dei più degni rappresentanti del nostro popolo. Un grande, coraggioso guerriero."

"Guardia di Erebor. Forte come la roccia, saldo come un pilastro. Eccome se mi ricordo." lo salutó Thorin, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al Nano, che chinó la testa, emozionato. "Sessant'anni...sono passati sessant'anni da quando parlammo l'ultima volta, soldato."

Farin non resistette più e abbracció Thorin di slancio. "Grande principe!" esclamó. "Ho pregato per vedere questo giorno!"

Thorin ricambió l'abbraccio del vecchio Nano, e poi lo guardó stupito. "Ma come é possibile che tu sia qui?!"

"Un'avventura assurda ho vissuto, insieme ad altri quattro compagni! Molte cose ti devo dire, Thorin. Anche su...tuo padre." riveló Farin, mentre le lacrime scorrevano abbondanti fin sopra la barba.

"Mio padre?!" chiese Thorin. "Mio padre é morto."

"Oh no. No, principe." rispose Farin.

"Hey, ma come sei conciato? Con quegli indumenti elfici sembri un damerino!" lo schernì Dwalin. "Siediti con noi, Farin! E raccontaci!"

"Sì. Ora cena in pace. Dopo mi dirai tutto." lo incoraggió Thorin.

Farin non pareva ancora capacitarsi di avere Thorin lì davanti. "Ho vagato per il Dunland tutti questi decenni. Non credevo avrei mai rivisto la mia razza." singhiozzó ancora. "... ma sei davvero tu?"

"Vino!" chiese il Principe di Erebor agli Elfi. "Portate vino per il nostro amico!"

Gli Elfi che servivano le vivande ai tavoli lo guardarono male, udendo quel tono perentorio, ma un'occhiata di Elrond li convinse.

"Questo cibo elfico é pessimo, ti avverto. É solo verdura e pane, pane e verdura!" intervenne Ori.

"Il fatto di avervi trovato basta a riempirmi di gioia, amici." rispose Farin. "La mia gente, finalmente! Vi sapevo sui Monti Azzurri."

"Da lì veniamo, infatti." rispose Bofur, dopo essersi ricomposto. Sembravano tutti un po' brilli. "Anche noi siamo nel mezzo di un'avventura, sai?"

Eradan aveva osservato con un sorriso tutta la scena. Poi si giró verso le ragazze. "Non so voi, ma io muoio di fame. Uniamoci al banchetto, forza."

"Io siederó al tavolo di Lord Elrond. Non ho intenzione di gozzovigliare con quei Nani." disse Isa, dirigendosi con Eradan verso il centro della terrazza.

"Vi presento altri ospiti." annunció il signore di Imladris. "Eradan, un Dunedain. Andriel, un mio soldato. E la signorina Isadora Foley, della città di Midlothian, nel Minhiariath. Anche loro hanno chiesto il nostro aiuto, e noi siamo felici di darglielo."

Gandalf si alzó, abbozzando un baciamano ad Isa.

Ma nel frattempo, un nuovo, raggelante silenzio era piombato. Helli lo avvertì fino al midollo.

Foley.

I Nani conoscevano quel cognome. Infatti, tutti, incluso Thorin, iniziarono a guardarsi intorno.

"Come hai detto che si chiama la ragazza?" chiese la voce di Bilbo.

"Isadora!" scandì lei, accomodandosi al tavolo, un po' distante da Eradan.

"Abbiamo già conosciuto una donna che portava questo cognome." intervenne Balin. "...Foley. Una ragazza dai capelli scuri."

"Lo so." disse Elrond. "E difatti manca un commensale a questa tavola."

🌺🌺🌺

"Heloise, vieni avanti!" la chiamó Elrond. "Unisciti a noi."

Tutti si voltarono nella sua direzione. 
Con uno sforzo, l'umana mise un piede davanti all'altro e inizió a camminare. Devo farcela, stavolta non posso scappare. La frittata é fatta e non mi resta che ingoiarla.

Tenne gli occhi bassi, ma le orecchie udirono comunque i mormorii dei Nani.

"Non ci credo!"

"É la donna che doveva venire con noi!"

"É ricomparsa alla fine!"

Sentiva il suo corpo rigido dalla tensione, e una spiacevole sensazione di panico salirle fino in gola. Affrontare lo sguardo di Thorin. Quello sarebbe stato l'ostacolo più duro.

"Ti muovi?! Ho fame!" le gridó Isadora, che subito dopo inizió a riempirsi un piatto di insalata e noci. "Al diavolo le buone maniere. Sto svenendo!"

Gandalf fu gentile nel rivolgerle la parola. "Heloise! Credevamo ti fossi perduta!"

La ragazza alzó gli occhi su di lui. Lo Stregone lesse imbarazzo in quelle iridi castane. "Sei viva e hai protetto il diamante, ne sono lieto."

"Dove te n'eri andata?" chiese Kili, alzandosi in piedi. Era felice di vederla. "Ero preoccupato, sai?"

"Sto bene." furono le sue prime parole. Deglutì, e sentì la gola secca.

Gli altri Nani, comunque, non sembravano arrabbiati. La guardavano con comprensione e  indulgenza. Tranne Dwalin, naturalmente: lui conservava l'aria burbera che Helli ben ricordava.

"Accomodati. Non c'é ostilità qui." aggiunse Elrond, facendole cenno di sedersi.

Fu allora che i suoi occhi incrociarono quelli di Thorin. E vide che Elrond si stava sbagliando: il nobile Nano aveva un'aria infastidita, fredda,  il suo atteggiamento lasciava trasparire niente più che avversione per lei.

Helli si sentì male a quello sguardo. Era il momento delle scuse, dell sua pubblica ammissione di fallimento. E non ci sarebbero state vie di fuga.

"Perdonami." gli disse, in un sussurro. "Perdonami."

Thorin fece tanto di sollevare un sopracciglio, sarcastico, ma non replicó.

"Vi ho traditi." continuó Helli, mentre Isa e gli altri commensali ascoltavano, un po' imbarazzati. 
"Ti ho deluso, lo so."

"No." rispose Thorin. "Ti sei comportata esattamente come mi ero aspettato. Perció non sono deluso."

Helli sentì come una stilettata al cuore.

"Thorin, ne abbiamo già parlato. Non sappiamo cosa ha vissuto questa ragazza dentro di sé. Non giudichiamola, ti prego." intervenne Gandalf.

Il Nano si volse verso lo Stregone. "Dalle mie parti si chiama codardia. I tuoi giri di parole sono dettati dalla pietà verso di lei, Gandalf, ma sappiamo entrambi che la donna é una debole. Lo avevo capito subito, ma hai voluto insistere. Tu credevi in lei, non io. Ed a te che dovrebbe le sue scuse."

"Nessuno é immune dall'errore. Voi Nani giudicate con molta facilità gli altri, ma raramente ammettete le vostre debolezze. Questa ragazza é giovane, e non é una codarda. Andriel mi ha raccontato attraverso cosa sono passati. Qualcosa che farebbe paura anche a te, Principe." disse Elrond. "Non merita il tuo disprezzo."

Thorin decise di non continuare la discussione. "Con permesso." disse rabbiosamente, e poi si alzó e si allontanó dal tavolo. Andó a parlottare con Balin.

"Helli, ora siedi, ti prego. Devi cenare, sei pallida. Thorin ha bisogno di tempo." le disse benevolmente Gandalf.

Heloise si decise a mettersi seduta, anche se le sue gambe non volevano saperne. Le era perfino passato l'appetito.

Eradan si accorse del suo malessere. "Lascia i pensieri tristi da parte, adesso. Questa é una serata felice, per tanti motivi. Tutto si aggiusterà col tempo."  poi le prese la mano e la strinse.

"Allora, i Nani sono in missione verso Erebor, ho saputo. Per affrontare Smaug. Invece, voi un Drago l'avete già incontrato. Davvero un'assurda coincidenza." inizió Elrond. "Tempi duri vi aspettano. Non si rescinde un accordo con una delle Bestie alate del Nord."

"Ne siamo al corrente." intervenne Eradan. "Lord Elrond, lungo il nostro tragitto abbiamo incontrato due altri Dunedain. Soldati del comandante Arathorn. Ha un figlio, hanno detto."

"Sì, il piccolo Aragorn. Ho dato a lui e a sua madre rifugio qui. L'ho ribattezzato Estel, un nome elfico che puó tenere celata la sua identità." confermó Elrond. "Il bambino non sa di appartenere alla stirpe di Isildur. Suo padre é morto quando aveva due anni."

"Morto?!" si stupì Eradan. "Luin e Kilaran, i due raminghi, mi hanno detto che é disperso, ma non che é morto."

"Ti hanno informato male." lo corresse Elrond. "Arathorn é stato ucciso da un Orco. Molta confusione regna fra i Dunedain. I loro capitani vengono uccisi, ma sono considerati semplicemente dispersi. Credo, per non diffondere il panico."

"E il bambino é qui?" chiese Eradan. "Vorrei incontrarlo."

"Non credo sia una buona idea. Aragorn non deve sapere di chi é figlio. Non fino a quando giungerà il momento. Ora é troppo giovane." si oppose Elrond.

Eradan sospiró, un po' deluso.

"Lord Elrond..." mormoró Helli. "... io non credo di avere la forza di continuare."

Tutti la guardarono. 
"Heloise..." disse Gandalf.

"Non é roba per me, questa. Thorin ha ragione, non ho abbastanza fegato. Voi siete molto potente mi hanno detto. Certamente conoscete un modo per liberarmi da questo impegno con Urgost. Io non posso farcela. Spezzate l'accordo, vi prego. So che potete." imploró Helli. "Non credo di voler più andare a Isengard. Non credo di voler essere più niente."

Elrond la guardava con gravità. Rimase pensieroso qualche istante, poi le disse. "Non prendere decisioni affrettate. E non cedere, ora. Dopo cena, c'é qualcuno che devi incontrare."

⬇️⬇️⬇️
La filastrocca in grassetto è  opera originale di Tolkien.

 

   
 
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