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Autore: kamy    17/01/2021    0 recensioni
[Attenzione Au e Ooc].
Hermione Granger è la segretaria di un avvocato famoso e non c'è nessuno che odi di più del suo datore di lavoro. E se un cliente cambiasse tutto?
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Primo vero lavoro

 

Hermione indossava un tailleur nero che risaltava in contrasto con la mobilia di un rosa acceso. C’erano diversi trofei per la casa e fotografie di un ragazzino sovrappeso con un’aria porcina.

«Quindi lei lavora per Barty Crouch Junior. Devo dedurre che sia con lui che il mio cliente ha contratto tutti quei debiti per cui rischia la casa» disse la giovane, accomodandosi in una poltrona.

L’omone davanti a lei, corpulento quanto il ragazzetto delle fotografie, le rispose: «Il suo cliente è un debole senza spina dorsale. Pur riempendolo di pugni con un sacco da box, non ha sganciato un soldo. Dubito che la sua ex-moglie avrà più fortuna di me».

Hermione chiese: «Lei sta ammettendo che ha aggredito il mio cliente?», guardando l’omaccione spostarsi dal divano alla poltrona accanto alla sua.

«Ci vuole polso fermo, capisce? Altrimenti questi idioti pensano di potersi allargare e di poterti mettere i piedi in testa» abbaiò Dursley.  «Polso fermo?» ripeté Hermione, mentre il suo viso perdeva di colore.

«Sì. Qualche cazzotto può solo fargli bene. Lei è donna, non capisce quanto siano importanti due pugni dati al momento giusto. Il signor Crouch è ben felice di rivolgersi a me quando ce n’è bisogno». Vernom aveva il viso rosso acceso e rimarcò il concetto colpendosi una mano grassoccia con l’altra chiusa a pugni.

«Capisco» rispose Hermione, individuando delle foto in cui il giovinastro era un giovane uomo, di qualche anno più grande di lei. Molto del suo grasso si era trasformato in muscoli, ma l’espressione rimaneva suina.

Vernon le domandò: «Perché non la smette di pensare a quel perdente e non inizia a notare gli uomini veri?», cercando di ottenere una voce seducente che lo portò a sputacchiare saliva tutt’intorno.

Hermione rispose: «Come lei, ad esempio?», mentre il suo viso si tingeva di un verde delicato.

«Esattamente. Sono anche spirito, sa? Conosco alcune barzellette che fanno pisciare dalle risate. Ad «esempio ne conosco una su un golfista cinese…» si vantò Vernon, facendo una risata sguaiata.

Hermione alzò lo sguardo, la lampada era lucidata, come tutte le superfici di metallo dell’abitazione. «Le posso assicurare che tra me e il mio cliente c’è un rapporto puramente professionale» disse atona.

Vernon si lasciò andare ad una risata sguaiata. «Mi sta dicendo che un bel bocconcino come lei non se l’è ancora accaparrato nessuno?» domandò, facendole l’occhiolino.

«Lei, invece, suppongo che sia riuscito a trovare una moglie» il tono di Hermione rasentava l’ironico, mentre la sua espressione era nauseata.

«Oh sì. Un’acida e rinsecchita, un vero manico di scopa, ma di famiglia importante. Ha ereditato un’intera fabbrica di trapani. Altrimenti avrei preferito sposare qualche donna procace come lei» si lamentò Vernon, digrignando i denti furioso.

«Perché fa un secondo lavoro?» chiese Granger, spostandosi di lato per evitare che la mano paffuta dell’uomo riuscisse ad accarezzarle la gamba, lasciata in parte scoperta dalla gonna. Le venne risposto: «Quella è tirchia solo con me, per le scemenze li butta i soldi. Sta facendo crescere nostro figlio come un debole, viziato. Fortuna che gli ho insegnato io le buone maniere. Ci vuole il bastone, sa?».

Bussarono alla porta ed Hermione scattò in piedi, impallidì scorgendo Harry Potter entrare.

«Buongiorno. Mi dispiace signorina Granger, ma abbiamo urgentemente bisogno di lei» disse il giovane con fare sbrigativo. Hermione annuì e lo raggiunse con passo veloce, gli si affiancò e bisbigliò: «Grazie per avermi salvato», in modo che la sentisse solo lui.

«Tu…» ringhiò Vernon, riconoscendo Potter. Sentendosi rispondere: «Ciao, zio. Come va?».

Hermione chiuse gli occhi, sentendo le tempie pulsare e pensò: "Possibile che chiunque sia parente di chiunque altro? Sembra che si conoscano sempre tutti! Non vedo l’ora di lasciare questo buco di paese e trasferirmi a Londra".

«Dannazione, ci mancavi solo tu. Vedi di sparire!» abbaiò il padrone di casa.

«Signorina Granger, mi segua» disse Potter, uscendo dalla porta principale della villetta di Privet Drive.

Hermione annuì e lo seguì fuori, nel momento in cui si furono allontanati prese un sospiro di sollievo

«Le do un passaggio con la mia auto?» propose Potter.

Hermione serrò le labbra fino a farle sbiancare, pensando: Preferirei aspettare l’autobus, ma gli devo un salvataggio «Va bene, signore» acconsentì.

Entrò nella macchina e si accomodò, Harry si sistemò al posto di guida. Mise in moto, borbottando: «Quando ho accettato che si occupasse lei del caso, non avrei mai immaginato che sarebbe venuta a incontrare proprio mio zio».

«Lei non si è fidato del mio operato, non è vero?» chiese Hermione, mentre i suoi occhi dardeggiavano.

Harry scrollò la testa, facendo ondeggiare i corti capelli mori. «Non io. Le ricordo che pur essendo socio alla pari, devo comunque sottostare al signor Lupin» ribatté. «Quindi è lui che non si è fidato» mormorò Hermione.

Harry annuì, confermando: «Il signor Lupin non si fida di nessuno, nemmeno di me». "O di se stesso" pensò Harry.

"Avrebbe dovuto lasciarlo la mia madrina" si disse Hermione, nascondendo una smorfia dietro la mano. Cambiò discorso, dicendo: «Le sembrerò scortese, ma… Come fa ad essere parente di quel tipo?».

«Mia zia odiava così tanto la sua famiglia che è scappata col primo buzzurro che ha trovato. A lei basta avere una perfetta casetta in periferia e accetta anche le corna pur di sembrare una famigliola comune, mirabilmente integrata a livello sociale» ringhiò Harry. Hermione rabbrividì nel notare la sua espressione feroce. «Sembrate parecchio risentito nei loro confronti» mormorò.

«Lo sono. Non si sono degnati di venire né al funerale di mia madre, quando ero piccolo, né a quello di mio padre due mesi fa» rispose Harry, svoltando a destra.

Hermione guardò dal finestrino, pensando: "Non dovrei essere così dura con lui, in fondo è rimasto orfano da poco".

  
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