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Autore: Blyth    18/01/2021    1 recensioni
L'Hanahaki è una malattia che nasce dal provare per troppo tempo un amore non corrisposto.
I sentimenti che stagnano nell'animo portano alla formazione di fiori nei polmoni, fiori che consumano pian piano ogni cosa.
Vi sono solo due modi per uscirne: Vedere il proprio amore corrisposto o sottoporsi ad un operazione che cancella sentimenti e ricordi della persona amata...se non curato l'Hanahaki porta ad una lenta morte.
Taemin è malato già da tempo, in segreto, e Jongin che sta per sposarsi gli ha chiesto di essere il suo testimone.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Sorpresa, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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cap5
Capitolo  5












- Non sei obbligato, dovresti essere con Soo Jung.- ripetè Taemin con quella che era oramai diventata una voce roca e singhiozzata.
Jongin scosse la testa.
- Nini....è il vostro matrimonio dopotutto, lasciami in ospedale e vai da lei.- insistette, tremendamente in colpa perché per Jongin aveva lasciato Soo Jung da sola a scegliere il menu del pranzo per accompagnarlo a quelle visite che li avrebbero impegnati quasi tutta la giornata.
- Smettila, anche lei è d'accordo.- gli disse esasperato Jongin, voleva stargli accanto, aveva promesso a sua madre che si sarebbe preso cura di lui e lo avrebbe fatto.
Taemin continuò a fissare lo sguardo fuori dal finestrino, la città che scorreva accanto a loro, ingara del dolore  e dei sensi di colpa che lo laceravano.
- Io non sono d'accordo.- bisbigliò quasi più a se stesso che al suo amore.
Jongin, per sua sfortuna aveva un udito finissimo - Beh peccato che non sia il tuo matrimonio ma il nostro.- lo zittì così, senza dargli una vera possibilità di replica davanti a quell'ovvio, e doloroso, fatto.
Taemin sospirò lasciando che il resto del tragitto verso l'ospedale scorresse con un piacevole sottofondo musicale. Normalmente avrebbe canticchiato quelle canzoni famose che passavano alla radio, tirando fuori le proprie qualità canore nei pezzi che gli stavano più a cuore.
Adesso però era obbligato al silenzio, il dottore gli aveva già detto che con i danni che aveva portato la malattia sarebbe stato impossibile tornare a cantare e Taemin aveva dovuto rinunciare tra le lacrime a quella classe che Kwon Bo-ah  si era fidata di affidargli appena l'anno prima. Addio serate karaoke con Kibum, Minho, Jinki e Jonghyun.
Addio tante cose.
Forse addio persino al ballo, non aveva dormito tormentato dal pensiero di questa visita. Se la malattia gli avesse portato via anche quello forse avrebbe veramente preferito morire piuttosto che  continuare a vivere senza tutto ciò che amava, Jongin, il canto e il ballo.
L'Hanahaki gli stava portando via ogni cosa.
Jonghyun aveva ragione, si sarebbe dovuto far operare mesi prima, ma il matrimonio di Jongin era così vicino, doveva solo resistere un altro po'.

Jongin lo lasciò entrare da solo dal dottore dopo una lunga mattinata tra sale d'attesa, radiografie al torace, un'endoscopia e per finire una broncoscopia.
Il dottor Cho prese subito a visionare i referti e dalla sua faccia Taemin intuiva che non doveva esserci scritto nulla di buono. Non che la continua febbre, il dolore alla gola e al petto, l'irridigimento del collo e delle spalle o le sempre più frequenti emicranie gli avessero fatto credere di star migliorando.
- Dobbiamo anticipare l'operazione.- sentenziò dopo un interminabile silenzio.
 - Non posso....non posso...- disse Taemin con tutta la forza e la voce che gli rimaneva.
Il dottor Cho si abbassò gli occhiali quadrati sul naso - Tra questi referti e le analisi che mi ha inviato non posso che insistere. Dobbiamo agire ora,  il suo Hanahaki si sviluppa troppo velocemente e non posso ignorare l'aggravarsi dell'ipossia a cui si è aggiunta una preoccupante ipertensione ateriosa. Lo sa cosa vuol dire?- fece una picola pausa ma non aspettò risposta - Lo sforzo per respirare nonostante i tralci già grava sul sistema respiratorio. La mancanza di ossigeno rischia di inficiare sul muscolo cardiaco.-
- Un infarto?- bisbigliò Taemin stringendo forte tra le dita deboli il bordo della maglietta troppo grande che portava.
- Infarto? Sì, se non subentra prima una crisi respiratoria fatale....signor Lee, prendiamo una data almeno dieci giorni prima di quella che ha fissato. Sono complicanze su cui non possiamo rischiare.- c'era una certa visibile premura nella sua voce e nei suoi gesti, per un attimo Taemin si sentì andare nel panico.
Sentiva i peggioramenti, ma credeva di avere ancora abbastanza tempo, Jonghyun era stato malato tanto quanto lui eppure non era mai arrivato a sentirsi dire queste cose, perché per lui doveva essere così veloce? Per il matrimonio? Perché era innamorato da più tempo? Perché dio voleva punirlo di essersi innamorato di un uomo, del suo migliore amico? Della persona che avrebbe fatto e che aveva sempre fatto di tutto per lui?
Per un attimo si sentì così in ansia da far impazzire il cuore fino a sentirlo battere nelle orecchie mentre la vista gli si offuscava e l'aria gli veniva a mancare.
Sentì solo il dottore scattere su di lui e posargli qualcosa sul volto.
Dopo un paio di boccate dolorose come se mille coltelli gli si stessero conficcando nel petto, realizzò che si trattava di una mascherina d'ossigeno.
Prese qualche boccata prima di poter tornare a parlare - Mi dia quello che vuole, non posso operarmi prima del ventinove.-
Negli occhi del dottor Cho c'era l'ombra della rassegnazione, la stessa rassegnazione che Taemin ricordava negli occhi del medico di suo padre, quando aveva annunciato la sua morte.
"Un altro paziente perso" era questo che stava pensando il suo dottore, Taemin lo sapeva nel profondo del suo cuore eppure, con tutta la testardaggine di cui era capace un cuore innamorato, doveva resistere un altro paio di settimane.
Solo quattro settimane, doveva continuare a respirare solo quattro settimane  poi sarebbe tutto finito.
Poi avrebbe potuto dire addio a Jongin una volta per tutte.

***

Era un'altra di quelle notti in cui Jongin si era rifiutato di lasciarlo solo.
Avevano cenato da sua madre chiacchierando di vecchi ricordi e nuovi progetti. Sia lui che sua madre avevano evitato più di ogni altra cosa di accennare alla sua condizione, fingendo di non controllare le sue condizioni con sguardi fugaci che Taemin non poteva non notare. Come quello che gli avevano rivolto mentre contava le gocce di erbicida da mescolare ad un bicchiere di acqua calda, convinti che fosse troppo concentrato su quel gesto ordinario per accorgersene.
Si sentivano in dovere di vegliare su di lui, lo capiva, per questo non osava lamentarsi per quell'apprensività sempre più crescente nei suoi confronti.
In quel momento Jongin lo stava aiutando con l'ossigeno, era la prima sera in cui avrebbe dovuto dormire con una mascherina fissata al volto; così da evitare mal di testa e nausea mattutini per la bassa saturazione, o la morte per quel che aveva capito dai discorsi del suo medico.
Una volta pronti per la notte si sdraiarono a letto, l'uno accanto all'altro, come era successo tante volte da bambini durante i loro pigiama party.
- Non vedo l'ora della tua operazione, voglio che tu stia meglio il prima possibile Minnie.- disse Jongin in dopo lunghi istanti di silenzio, accarezzando con apprensione i capelli di Taemin.
Taemin chiuse gli occhi, respirando profondamente gli afferrò la mano per stringerla tra le proprie. Non era un gesto consueto tra di loro, normalmente evitata questo genere di cose per non rendere ancora più ambiguo un rapporto che già lo faceva soffrire troppo.
Quella sera però aveva bisogno di stringere la sua mano con la poca forza che aveva, anche se le sue dita erano diventate ossute e i suoi muscoli deboli.
Sentì Jongin ricambiare il gesto senza dire nient'altro, Taemin non avrebbe potuto dire nulla, avrebbe solo voluto urlare che lui non voleva quell'operazione, che no, non sarebbe affatto stato meglio.
Si sarebbe svegliato perso, privo di una parte importante di sé, della sua metà.
- Ti voglio bene Jongin.- lo disse in modo che potesse sentirlo anche oltre la mascherina di plastica, ignorando le fitte alla gola martoriata.
Aveva tutta la forza e il peso di un "Ti amo", ma lui era troppo vigliacco per riempire il silenzio tra loro con un peso come quello.
Andava bene così, si sarebbe goduto ogni attimo che gli rimaneva con Jongin, lasciando che questo amore lo consumasse ancora un po'.


















Note Autrice:


Ecco qui l'aggiornamento come da promessa <3
Un po' più di introspezione nella mente tormentata di Taemin, nell'aspetto patologico del suo "amore" per Jongin che lo porta a rischiare persino la vita, ma anche un po' di tenerezza fra i due prché Jongin è un caretaker nato.
Al prossimo capitolo, fatemi sapere quali sono le vostre aspettative visto che il finale si avvicina!

Blyth
  
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