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Autore: FraJV_94    20/01/2021    0 recensioni
Vivienne Shepard è una giovane studentessa del college con una problematica famiglia alle spalle, alle prese con una minaccia proveniente dal passato che incombe su di lei. La sua protezione verrà affidata a una misteriosa Organizzazione, di cui Emily Lennox è la più brillante agente, da sempre impegnata nella ricerca di una pericolosa criminale.
La vita delle due donne si intreccia alle indagini, tra presente e passato, entrambe alle prese con amori difficili e destini complicati.
"-Devo farti un paio di domante. Vorrei che tu mi rispondessi con sincerità, se ti è possibile-
Vivienne lo guardò sorpresa. Era la prima volta da quando era arrivata in quel luogo che qualcuno la trattava con gentilezza, senza imporle di fare qualcosa.
Annuì.
-Allora, ti ricordi com'è iniziata la storia con David Cooper?-"
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 10  

 

-Quindi ora mi seguirete anche in bagno?-  

Vivienne, reduce da una sfuriata del Capo Sezione Evans durata quasi 20 minuti a causa del prestito del fascicolo sul caso Emma Ryan, in cui aveva dovuto scusarsi e assicurare che non avrebbe più infranto le regole, si stava dirigendo verso la sua camera, scortata da Avery. Dopo la sfuriata di Chris, era stata condotta nell’ufficio del Capo Sezione dallo stesso Avery e non aveva ancora avuto modo di parlare con Emily. Nemmeno Evans aveva voluto ascoltare ciò che Vivienne aveva scoperto, perseveravano nell’ignorare le sue ragioni. Aveva inoltre comunicato a Vivienne che, da quel momento in avanti, gli agenti assegnati alla sua protezione non avrebbero potuto perderla di vista per nessun motivo, anche al campus. 

-Vedo che hai afferrato il senso del discorso di Evans- la ammonì Avery, chiaramente ancora furibondo/infuriato per quanto accaduto nelle ore precedenti.  

Vivienne si fermò e si girò a guardarlo. -Mi dispiace averti coinvolto in questa storia. Hai tutte le ragioni per essere arrabbiato con me, lo capisco e mi dispiace. Spero tu possa accettare le mie scuse- 

Avery alzò il viso, guardando un punto sopra la testa della ragazza. -Non me lo aspettavo, tutto qui- 

-Avevo bisogno di sapere- si giustificò lei, posandogli una mano sul bracco destro. 

-Beh, vorrei che la prossima volta me ne parlassi, prima di fare tutto questo casino. Will si è presa una bella strigliata- 

-Me ne ricorderò- 

Ripresero a camminare e superarono l’ufficio di Emily. Attraverso la porta vetrata Vivienne riuscì a vedere lei e Chris parlare animatamente, immaginava stessero discutendo di quello che aveva combinato. 

Intravedere così di sfuggita Chris le fece pensare alla sfuriata di qualche ora prima, quando lui era piombato in camera sua e avevano litigato. Tra tutte le cose che lui le aveva detto, Vivienne non riusciva a smettere di pensare che Chris e Will non stessero più insieme 

Si erano lasciati.  

Continuava a ripetersi che era sbagliato, che lui era una spia e lei non era nient’altro che un lavoro. Un lavoro complicato, certo: Vivienne sapeva bene che non gli rendeva semplice occuparsi della sua protezione, aveva fatto il possibile per far irritare tutti con il suo atteggiamento.  

Ma era così bello, gentile, sexy e protettivo ai suoi occhi. Pensò sconsolata che non sarebbe stato semplice toglierselo dalla testa e che sarebbe stato molto imbarazzante trascorrere del tempo con lui. 

Giunsero, infine, alla stanza di Vivienne. Lei si sedette sul letto e prese una mano di Avery 

-Almeno tu, mi puoi ascoltare? Vorrei provare a spiegarti che cosa ho scoperto- 

Lui sospirò, prima di sedersi vicino a lei. -Va bene- 

-Grazie. Ok, beh... penso che David Cooper sia stato aiutato da Emma Ryan- 

Avery la guardò comprensivo, come se le facesse tenerezza.  

-Sono seria- aggiunse Vivienne, afferrando al volo cosa stesse pensando il ragazzo. 

-Vivienne... ti è già stato spiegato che non è possibile- le disse, cercando di essere il più delicato possibile. 

-Aspetta, ci sono delle cose che non sapete! Innanzitutto, Emma Ryan ha lavorato nella clinica psichiatrica dove è stato ricoverato David Cooper, e...- 

-Non vuol dire nulla dai, potrebbe essere una coincidenza- 

-Aspetta! Non c’è solo questo, c’è che un anno fa, quando David Cooper cercava di piantarmi una siringa nel collo, anche Emma Ryan era a Seattle! Capisci, si spiega come ha fatto a trovarmi là! E sono sicura che questa qui abbia tutte le carte in regola per organizzare un’evasione come si deve- 

-Vivienne, sono solo coincidenze- 

-No Avery, siete così ciechi..!- protestò lei, scocciata. Il suo tentativo di far capire qualcosa a quei zucconi si stava rivelando davvero faticoso. 

-Senti, capisco che tu abbia bisogno di dimostrare a te stessa di avere la situazione sotto controllo, lo capisco veramente. Vuoi vedere collegamenti e schemi dove non c’è nulla. Ma ti posso assicurare che le cose non stanno così come dici- 

Vivienne sentì la rabbia montare e gli occhi inumidirsi. Scosse la testa. -È così ovvio- 

-E perché Emma Ryan avrebbe dovuto farlo? Spiegami un po’-  

Vivienne allargò le braccia, in realtà non era sicura della risposta. -Per via dei miei nonni, è sempre a causa loro!- esclamò, senza troppa convinzione. 

-Non si può ridurre tutto sempre a loro- 

Vivienne non sapeva più come rispondere e Avery l’abbracciò. Lei pensò che non le rimaneva che parlarne con Emily, l’unica persona ragionevole tra tutte le persone di quella dannata Organizzazione, se lo sentiva. 

Rimase abbracciata ad Avery per qualche minuto, la testa appoggiata alla sua spalla, finché la porta della camera non venne spalancata. 

 

~ 

 

Will non riusciva a credere che quella stupida di Vivienne avesse per davvero rubato il fascicolo dalla camera di Chris facendole fare la figura della stolta incompetente.  

Emily l’aveva quasi appesa a testa in giù, Evans le aveva detto che al prossimo passo falso l’avrebbe sollevata definitivamente dall’incarico e che quel fallimento sarebbe rimasto indelebile sulla sua scheda, mettendo a repentaglio la sua carriera, e, infine, Chris l’aveva mollata. Era stata la cosa peggiore, senza ombra di dubbio. 

Non poteva permettere che Vivienne la passasse liscia. 

Era fuori di  mentre si dirigeva verso la sua stanza, con passo rapido. Non sapeva cosa le avrebbe detto, ma era certa che le avrebbe fatto cambiare atteggiamento. 

Rischiò di sfondare la porta a causa della furia con cui la aprì, ira che arrivò all’apice quando trovò Vivienne ed Avery abbracciati.  

I due ragazzi non stavano facendo nulla di male, ma a Will non importava. Non riusciva a credere che dopo averle tolto Chris, il fascicolo, la reputazione, le stesse rubando anche Avery 

-Che cazzo fate?- esclamò. 

I due sobbalzarono, allontanandosi.  

-Will, che ci fai qui?- le chieste subito Avery. 

-Cosa stracazzo sta succedendo?- 

-Ma cosa vuoi?- sibilò Vivienne, stizzita. 

-Will,- ripeté Avery, alzandosi in piedi, -non sta succedendo un bel niente. Non so che intenzioni tu abbia ma...- 

-Ho intenzione di dare una lezione a questa carogna!- 

Anche Vivienne si alzò in piedi, avvicinandosi a Will. -Datti una calmata. Non è colpa mia se non sai fare il tuo lavoro- 

-Prova a ripeterlo, stronza!- 

-Will modera le parole, ti prego- esclamò Avery, cercando di tenere le due ragazze a debita distanza. 

-Si, io sono una stronza, e tu dovresti imparare le buone maniere e a tenere la bocca chiusa- fece Vivienne, ostentando una certa spocchia. 

Will strinse le labbra e si preparò a sferrarle un pugno. Moriva dalla voglia di farla stare zitta, almeno per un po’. 

-Non modero proprio un cazzo, è una stronza e ha rubato il fascicolo per rovinarmi- 

-Senti,- rispose Vivienne, spazientita, -il mondo non gira intorno a te, non ho preso il fascicolo per darti fastidio. Non li sopporto proprio i prepotenti come te, avevi solo da tenere la bocca chiusa- 

Con uno scatto, Will si scagliò contro di lei e la colpì al volto. Avery afferrò le spalle di Will e la allontanò dall’altra ragazza, che a causa del colpo era caduta a terra battendo la testa. 

-Sei solo una stronza!- urlò Will, cercando di divincolarsi dalla presa di Avery. 

L'agente cercava di immobilizzarla ma lei era molto forte, anche per un uomo allenato come lui. 

-Smettila Will! Basta! È una civile, dannazione!- 

Poco dopo riuscì a bloccarle le braccia dietro la schiena ma Will cominciò a scalciare. 

-Will, dobbiamo controllare se si è fatta male, devi stare ferma!- 

-Cosa succede qui?- 

Sulla soglia della porta c’erano Chris ed Emily, arrivati in quel momento. Lui si fiondò subito a controllare le condizioni di Vivienne, mentre Emily aiutò Avery a trattenere Will. 

-Cos’è successo?!- chiese Emily, mentre costringeva Will a sederci per terra. 

-Nulla- rispose subito Vivienne, tirandosi su con la schiena. 

-No, non muovere la testa, chiamiamo un medico- fece subito Chris. 

Lei, al contrario, si alzò in piedi. -Sto bene- rispose. Aveva un segno rosso piuttosto evidente sotto l’occhio sinistro. -Non è successo nulla-  

-Beh, non mi pare proprio- rispose secca Emily, che voleva capire rapidamente cosa stesse succedendo. 

Vivienne guardò Will, che non aveva ancora aperto bocca dopo averla colpita ma aveva smesso di scalpitare, e in quel momento la fissava con sguardo incredulo.  

-Non è successo nulla. Stavamo solo parlando- 

-Perché l’hai aggredita?- chiese Chris a Will, sconcertato. 

-Ti ho detto che non è successo nulla- ripeté Vivienne, quasi con arroganza. 

-Adesso la porto via da qui- fece Avery, aiutando Will ad alzarsi. Lei si scambiò un ultimo sguardo con Vivienne, carico di rammarico. Mentre usciva da quella stanza, si domandò perché avesse perso la testa così, perché Vivienne le facesse questo effetto. Non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata ad aggredire una civile, una ragazza giovane e indifesa come lei, per quanto potesse essere molesta e fastidiosa. 

Si chiese cosa diavolo le fosse successo. 

 

˜ 

 

-Beh, era ora che Evans la rimettesse in riga- 

“L’ha sollevata dall’incarico, dovevi vedere la scena. Incredibile. Quasi mi spiace per lei, l’ha massacrata” 

Emily era seduta alla scrivania del suo ufficio ed era al telefono con Chris che l’aveva chiamata per raccontarle dell’incontro tra il loro Capo Sezione Evans e Will Crew, dopo la tentata aggressione ai danni di Vivienne.  

Per lei non era stata una gran sorpresa la reazione della Crew: la considerava un’agente brillante, con un importante potenziale da esprimere, ma ancora tanto, troppo immatura. E un po’ incompetente.  

-Meglio così. Vivienne ha sbagliato, anche se riesco a capire quanto per lei possa essere una situazione difficile, ma Will è addestrata, non può aggredire un civile in questo modo- 

“In ogni caso non è stata formalmente accusata per l’aggressione, Vivienne si ostina a negare quanto successo, non so se ha paura che possa farle del male ancora 

Emily sorrise. -Ma no Rogersnon ha paura. Io lo capisco, con il colpo in faccia hanno pareggiato i conti-  

“Ah certo!” esclamò Chris contrariato, “Mi pare proprio l’ideale risolvere le questioni come nel far west!” 

-Non risulta credibile detto da uno che per lavoro neutralizza minacce con la forza- rispose lei sarcastica. 

Lui sbuffò. “È diverso. Aspetta un secondo...”. Mise la chiamata in attesa ed Emily ne approfittò per aprire il fascicolo sul caso Emma Ryan. Aveva controllato, dopo che le era stato restituito, che non mancasse alcun documento. Erano anche stati riordinati. 

“Scusa Ems, ti devo lasciare. Avery ha di nuovo perso di vista Vivienne, non sa dove si è cacciata. Quella ragazza mi farà impazzire!” 

Emily alzò gli occhi al cielo. -Wood è incompetente quanto Crew, inizio a pensare che sia il caso di licenziare il loro supervisore- ghignò. 

“Tante grazie..! È quella bionda che è troppo sveglia. Devo andare a cercarla” 

Qualcuno bussò alla porta dell’ufficio di Emily e lei alzò lo sguardo. Dall’altra parte della porta di vetro c’era proprio la ragazzina. 

-Lascia stare, l’ho appena trovata- 

“Cosa? Dov’è?” 

-Tranquillo, ci sentiamo dopo- 

“Ma Emil...” 

Chiuse la conversazione e fece segnò alla ragazza di entrare. 

Vivienne, con il segno rosso sullo zigomo ancora ben visibile, si accomodò sulla sedia di fronte a lei. 

-Te la sei svignata dal controllo di Avery per la seconda volta in meno di 48 ore. Hai fegato- 

La ragazza non parlò subito. Poi posò sulla scrivania un mazzo di chiavi. -Sono venuta a restituirti queste-  

-Potevi chiedere a qualcuno di accompagnarti. E poi dovresti darle a Chris, le hai prese nella sua stanza-  

-Si, ma volevo parlarti. Da sola. Nessuno mi prende sul serio qui- rispose lei, alzando le spalle 

-E come hai fatto a entrare in quest’area? Serve il codice-  

Vivienne sorrise beffarda. -Ho aspettato che entrasse qualcun’altro. Come l’altra volta- 

Emily inclinò la testa, guardandola dritto negli occhi. -Fai sempre preoccupare Chris- disse, con uno schiocco della lingua. 

Notò la ragazza arrossire leggermente, senza distogliere lo sguardo. -Non è mia intenzione. Non lo è mai stato- 

-Non capisce come mai non hai denunciato Will a Evans. Noi non eravamo lì e non possiamo testimoniare; Avery non vuole tradire la sua collega di squadra, com’è giusto che sia, permettimi di dire... e tu continui a sostenere che non sia successo nulla- 

Vivienne strinse gli occhi. -Siamo pari adesso. So di averla messa nei guai e poi... sono stata aggredita da un serial killer, riesco a tener testa a una come Will- 

Emily sorrise divertita. Era come aveva immaginato, lei avrebbe fatto la stessa cosa. Quella ragazzina iniziava a piacerle sul serio. 

-Allora? Cosa mi devi dire- 

Vivienne respirò a fondo. -Voglio parlarti di Emma Ryan e David Cooper- 

Emily tornò seria. -Ti ascolto- 

La ragazza la guardò contenta. -Bene. Allora, innanzitutto mi devo scusare per aver preso in prestito il tuo fascicolo ed essermi introdotta nel tuo ufficio senza permesso-  

Emily fece un cenno con il capo. -Va bene, accetto le tue scuse-  

-Ok, dunque … Penso che il complice di David Cooper sia Emma Ryan- 

-E perché lo pensi? Come ti avranno già spiegato, dalle nostre indagini non è risultato nulla- 

-Lo so, ho letto il fascic... Non importa. Uh, come dicevo, lo so, ma penso che vi stiate sbagliando. Ho scoperto che la clinica psichiatrica in cui ha lavorato Emma Ryan è la stessa in cui è stato ricoverato David Cooper, dopo i primi due omicidi e prima degli altri, quando ancora non avevano capito che fosse lui il colpevole. “Belford Clinic” è il nome che aveva prima il Bellevue Hospital ma di mezzo c’è stato uno scandalo e hanno fatto un po’ di casino- 

-Questo però non vuol dire molto, potrebbe essere una coincidenza- 

Senza voltarsi, Vivienne indicò con l’indice della mano destra un punto alle sue spalle, dove era appesa la bacheca con le informazioni sul caso Ryan. -È una coincidenza che fosse a Seattle quando sono stata aggredita da David Cooper? È stata lei a portarlo li, ne sono certa- 

-Continua-. Emily iniziava a pensare che forse Vivienne aveva davvero capito qualcosa che a loro era sfuggito, ma non era ancora del tutto convinta.  

-È appeso sulla tua bacheca, Emma Ryan si trovava a Seattle due giorni prima che venissi aggredita. E credo sia stata lei a farlo evadere e a procurargli i documenti falsi, ho letto che è stata avvistata in una città a due ore dal carcere, di recente. Non possono essere tutte coincidenze- 

Si guardarono in silenzio per qualche secondo, entrambe con la mente rivolta a ciò che si erano appena dette.  

Emily continuava a nutrire seri dubbi su quanto le aveva detto Vivienne. Erano tutte ipotesi basate su fatti che potevano essere mere coincidenze. Negli anni Emma Ryan aveva sempre lavorato per il miglior offerente, si occupava di omicidi, furti su commissione e rapimenti. Aiutare un serial killer era anni luce lontano da tutto ciò che aveva fatto in precedenza. Non poteva negare, però, che ci fossero fin troppe strane coincidenze. 

-Va bene, farò delle indagini per capire se quanto mi hai detto può essere vero-  

Vivienne annuì, seria. Fece per alzarsi ma Emily la fermò. 

-Ti devo parlare anche io, aspetta- le disse. 

-Spero che Avery non venga punito per questa cosa- disse subito Vivienne, ansiosa. -Non è colpa sua se sono qui ora, mi assumo la piena responsabilità- 

-Oh, no, tranquilla. Wood dovrebbe imparare a far bene il suo lavoro, ma lascerò perdere per questa volta. In realtà vorrei parlarti di Chris- 

Vivienne avvampò, spalancando gli occhi. -Certo, dimmi- rispose, tentando di celare il disagio e l’imbarazzo che provava in quel momento.  

Il tentativo fallì miseramente ed Emily, compiaciuta, capì che aveva colto nel segno.  

-Voglio darti un avvertimento- 

Vivienne la guardò preoccupata. -Non so cosa tu stia pensando, ma non c’è nulla tra me e Chris e...- 

-Non mi interrompere- Il tono di Emily era duro e brutale. -Devi sapere che ha sofferto tanto. Non so cosa sai del suo passato, ma gli sono successe cose molto brutte e non voglio che stia ancora male- disse, scandendo le ultime parole lentamente. 

La ragazza la guardò in silenzio, pensierosa.  

-Voglio avvertirti,- continuò Emily, - perché quando mi incazzo divento pericolosa. Per me Chris è un fratello, è tutto ciò che è rimasto della mia famiglia e se vuoi stare con lui, a me va bene, ma devi essere sicura. E potrei davvero incazzarmi se dovessi scoprire che lo prendi in giro- 

Vivienne scosse la testa. Iniziava a spazientirsi: ammirava Emily ma sopportava a stento incursioni così nella sua vita privata. -Capisco cosa dici, davvero, ma ti assicuro che non...- 

-Guarda che non sei la prima. Chris piace alle donne, anche alle ragazzine come te. So bene quanto sia intelligente, dolce e premuroso, nonché un bel ragazzo- 

-Senti, Emily- rispose Vivienne, piccata. La supponenza di Emily la infastidiva parecchio, ormai. Avrebbe voluto chiederle perché diavolo pensasse di sapere cosa ci fosse nella sua testa, ma preferì continuare con un atteggiamento diplomatico. -Grazie davvero per questo avvertimento, ma puoi stare serena. Rogers è... è tutto vero quello che dici, lo so, ma... ma so benissimo che a uno come lui non potrebbe mai interessare una come me, quindi puoi star serena. Non ho intenzione di... provarci con lui o altro. Spero solo di andarmene da questo posto il prima possibile- 

-Che cazzate. Pensavo avessi le palle-  

-Come scusa?- Vivienne la guardò sconcertata. -Cosa stai dicendo?- fece ancora, stizzita. 

Emily assottigliò le labbra. -Pensavo avessi le palle per decidere di stare con uno come lui, invece ti fai intimidire da un discorsetto così- 

La ragazza balzò in piedi, l’intento diplomatico ormai traballante. -Ti ho detto di star serena e comunque non mi hai per nulla intimidita, non pensare. Chris è... Ti ringrazio per questo discorso, ma... e poi cosa ne sai tu?! Voglio dire, si è mollato da un quarto d’ora con quella stupida e dubito ti abbia detto che sia per causa mia perché non è così, te lo assicuro, quindi...- 

-Se ne sei tanto certa- la interruppe Emily. 

Vivienne la ignorò. -Grazie, adesso torno da Avery, ti chiedo solo di indagare su quanto ho scoperto a proposito di Emma Ryan- 

-E tu dovresti provare a tirare fuori le palle, se sei sicura- 

Vivienne le lanciò un’ultima occhiataccia, prima di girarsi per uscire dall’ufficio, senza aggiungere altro. 

Si bloccò di colpo perché fuori dalla porta, dall’altra parte del vetro, c’era Chris. 

-Ecco, ci mancava lui- sbuffò, quasi mormorando. 

Tornò a sedersi, seccata, di fronte a Emily, visibilmente divertita. 

-Sei di nuovo scappata- la ammonì Chris.  

Vivienne lo guardò senza rispondergli. 

-Abbiamo già parlato, tranquillo- 

Lui guardò Emily con aria interrogativa. -Di che avete parlato?- 

Lei continuò a sorridere, beffarda. -Oh, di un sacco di cose- fece, guardando il suo amico che sembrava decisamente indispettito. 

Chris si voltò verso Vivienne, cercando di superare quel momento di imbarazzo. -Non potevi chiedere ad Avery di accompagnarti? Lo metti sempre nei guai- 

Lei alzò gli occhi al cielo. -Perché nessuno mi ascolta- 

-Sei proprio sfrontata, vedo che il discorso di Evans ti è servito a molto- 

Vivienne si limitò a guardarlo. 

-Beh, adesso che l’hai trovata puoi scortarla nella sua stanza, devo rimettermi a lavorare io- fece Emily risoluta, tornando seria.  

-Su, andiamo-  

 

~ 

 

Chris stava accompagnando Vivienne nella sua stanza, tenendola saldamente per un braccio. 

Lei aveva cercato di divincolarsi, inizialmente, poi si era arresa e aveva accettato di essere accompagnata in quel modo.  

-Guarda che non scappo- disse dopo qualche istante, leggermente imbarazzata. Lo scambio con Emily l’aveva scossa e incuriosita, inoltre cercava di non pensare troppo a ciò che aveva suggerito circa la rottura fra Chris e Will. Quell'idea continuava a invadere la sua mente, anche se lei cercava di impedirlo. 

-Scusa ma per oggi va così- 

Vivienne ebbe l’impressione che anche lui fosse imbarazzato quanto lei e che evitasse di guardarla negli occhi. 

Rimasero in silenzio finché non giunsero nella stanza della ragazza. 

Lui chiuse la porta alle sue spalle, prima di sedersi alla scrivania, mentre Vivienne rimaneva in piedi al centro della stanza.  

Continuarono a non dire una parola per diversi minuti. 

-Cosa vi siete dette tu ed Emily?- fece Chris a un certo punto, fingendo una certa incuranza. 

-Perché ti interessa?- 

Chris incrociò le braccia sul petto. -Era per parlare, a meno che tu non voglia stare in silenzio tutta la sera- 

-Perché vi siete lasciati tu e Will?- 

-Perché ti interessa?- 

-Non vorrai mica stare in silenzio tutta la sera- 

Chris la guardò indecifrabile. -Sei sempre più impertinente- 

Lei strinse gli occhi, abbozzando un ghigno. -Allora?- lo incalzò. 

-Non sono affari tuoi- rispose lui, voltandosi.  

Lei si sedette sul letto, a poca distanza dalla sedia su cui era seduto Chris. Si appoggiò alla parete, incrociando le gambe. -Ho spiegato a Emily perché credo che Emma Ryan sia la complice di David Cooper- 

Vivienne raccontò rapidamente a uno scettico Chris ciò che aveva scoperto sull’ospedale psichiatrico e su Seattle, evitando accuratamente di raccontargli il resto della conversazione. Lui sembrò poco convinto ma non la contraddisse. Non provò a smontare la sua teoria e si limitò a convenire che effettivamente sembravano troppe coincidenze anche a lui.  

-È il tuo turno- gli disse Vivienne, con sguardo eloquente. 

Voleva togliersi qualche dubbio e voleva che la aiutasse proprio lui. Dentro di sé era terrorizzata dall’idea di conoscere i sentimenti di Chris ed ammettere a sé stessa cosa provasse nei suoi confronti. D'altra parte, non poteva non sapere. 

Chris la osservò per qualche istante. Vivienne si sentì terribilmente in imbarazzo con il suo sguardo addosso ma non si voltò. 

-Ho lasciato Will perché non aveva più senso stare insieme-  

-Tutto qui?-  

Lui guardò un punto indefinito dietro le spalle di Vivienne. -Cosa vuoi che ti dica, non volevo più stare con lei. Tutto qui 

Lei capì che c’era dell’altro ma che forse non fosse il momento adatto per parlarne. Non voleva forzargli la mano e appesantire l’atmosfera. Si limitò a sorridergli, delicatamente. 

-Spero tu riesca ad essere sereno, adesso. Spero riesca ad ottenere ciò che vuoi- 

Chris tornò a guardarla, dritto negli occhi. Rimase in silenzio, con la bocca leggermente aperta per qualche momento. Poi scosse la testa e si passò una mano fra i capelli. -Non credo sarà molto semplice- 

-Beh, non si può mai sapere cosa ci riserva la vita- 

Lui balzò in piedi, un po’ teso. -Tu non hai fame? Io ho saltato la cena. Possiamo provare a vedere se la mensa è ancora aperta-  

Lei sorrise, mordicchiandosi un labbro. -Si, è stata una giornata faticosa, ho proprio bisogno di mangiare un boccone- 

-Faticosa, eh? Non credevo che infrangere le regole stancasse così tanto- 

-Dovresti provarci anche tu qualche volta- 

 

˜ 

 

Sollevata definitivamente dall’incarico. 

Assegnata a una nuova missione. 

Sottoposta a inchiesta. 

Questi provvedimenti, inflitti a Will Crew dal capo sezione Evans, rimbombavano nella mente dell’agente mentre preparava un borsone con gli indumenti che avrebbe indossato per il nuovo caso a cui era stata assegnata. Doveva andare in Europa, in Germania, fino a nuovi ordini e sarebbe stata assegnata a una nuova squadra e a un nuovo collega di coppia.  

Quando Evans le aveva detto che non avrebbe lavorato con Avery per un certo tempo, Will si era sentita sollevata. Non voleva affrontare i suoi sentimenti per lui ed era ben contenta di allontanarsi di migliaia di chilometri.  

Prima di partire aveva deciso di passare da Vivienne, voleva scusarsi con la ragazza e mettere un punto a tutta quella faccenda. 

Sapeva che quella mattina sarebbe andata a lezione al campus, quindi attese che rientrasse nel pomeriggio. La trovò nella sua stanza insieme a Chris, mentre guardavano qualcosa alla tv. 

Lei mise in pausa e lui si avvicinò subito alla soglia della camera, dove si era fermata Will. 

-Non hai l’autorizzazione per stare con lei- disse subito. 

Vivienne li raggiunse. -Non è necessario Rogers, me la cavo da sola-  

-No, Vivienne. Ci sono delle regole- 

Le due ragazze si guardarono. -Vorrei porgerti le mie scuse- disse Will. 

Vivienne si girò versò Chris. -Ti prego, solo due minuti, davvero, solo due. Terremo le mani a posto- 

Will sorrise, pensando che in fondo Vivienne fosse meno male di quanto si fosse convinta nelle ultime settimane. 

Chris non rispose subito. Guardò entrambe le ragazze e poi si rivolse a Vivienne. -Non fare cose strane, rimarrò vicino alla porta. Che dovrà rimanere socchiusa- 

La ragazza annuì e fece cenno a Will di entrare. -Grazie- aggiunse, mentre Chris usciva. 

-Accomodati- le disse, con un movimento della mano. Tornò a sedersi sul letto, mentre Will prendeva posto sulla sedia della scrivania. 

-Vivienne, quello che ho fatto è deplorevole. Ho disatteso il mio compito, e mi dispiace. Ti chiedo scusa- 

-Ti chiedo scusa anche io. Ho tirato la corda e ho esagerato. Avevo bisogno di risposte- 

Will annuì. -Lo capisco. Non avrei comunque dovuto colpirti- 

-Già dimenticato, davvero- rispose Vivienne, alzando le spalle. 

Will lanciò un’occhiata verso la porta.  

-Posso chiuderla se vuoi- disse l’altra ragazza, ma Will scosse la testa.  

-Non è il caso, non voglio complicare la situazione con...- deglutì, senza finire la frase.  

Vivienne abbassò lo sguardo. Voleva dire qualcosa ma non sapeva cosa. Avrebbe potuto scusarsi e dirle che era dispiaciuta che si fossero lasciati, ma sarebbe stata una bugia. Decise di rimanere in silenzio. 

Will sembrò intuire i suoi pensieri. -Il tuo contributo è stato sicuramente importante, ma in realtà lui non è mai stato mio, né io sua- 

-Avery- sussurrò Vivienne, cercando di non farsi sentire da Chris. 

-Oh, lo sa anche lui, non ti preoccupare- fece Will, abbozzando un sorriso. 

-L’unico che non lo ha capito mi sa che è proprio Avery 

-E non lo deve sapere- 

Vivienne annuì. -Non gli dirò nulla- 

Will fece un cenno con la testa, poi uscì dalla stanza.  

 

~ 

 

Vivienne sentì Will scambiare qualche parola con Chris, che poco dopo entrò nella camera. 

-Che vi siete dette?- chiese subito lui. 

-Cose da ragazze. Ma perché ti interessano tanto le mie conversazioni? Ti hanno mai detto che sei un ficcanaso?- 

La guardò con una smorfia. -Spero non abbiate parlato di me-  

-Agente Rogers, sai benissimo di essere sempre al centro dei miei pensieri- fece lei, sorridendo scaltra. 

-Ah-ah che spiritosa- 

Vivienne non aggiunse altro, continuando a sorridere. 

-Riprendiamo il film?- 

-Certo- 


*to be continued*

  
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