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Autore: GReina    23/01/2021    4 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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Kenma
L’euforia per la vittoria di due giorni prima, aggiunta alla ritrovata salute del loro Capitano, aveva reso il tavolo di Grifondoro più rumoroso del solito. Se a questo ci si aggiungeva poi anche il fatto che erano tutti in trepida attesa che il banchetto di Halloween cominciasse, la faccenda si faceva più che seccante.
Entrato in Sala Grande, Kenma sospirò e – cercando d’ignorare gli schiamazzi – raggiunse il tavolo della propria Casa. Si sedette di fronte ad Akaashi, tra Osamu e Sakusa, e lì tirò fuori la propria PSP.
“Vorrei tanto sapere perché per le occasioni speciali dobbiamo aspettare che tutti siano entrati in Sala Grande prima di poter iniziare a mangiare.” sentì Osamu lamentarsi “Che rimangano senza cibo, se proprio non vogliono decidersi a venire!” in realtà, pensò Kenma, era ancora relativamente presto, ma il suo compagno di dormitorio smetteva di ragionare ogni volta che si parlava di cibo.
“Mancherà poco, ormai.” gli rispose Ennoshita, e fu allora che Kenma sollevò lo sguardo. Ennoshita guardava sorridente Osamu, Kunimi chiacchierava rumorosamente con Shirabu, mentre Akaashi si guardava in giro annoiato in attesa che il banchetto iniziasse.
“Non ti girare.” Kenma avvertì quest’ultimo quando vide Kotaro Bokuto varcare il portone d’ingresso della Sala. Quel ragazzo era sempre stato eccessivamente esuberante, ma quello superava tutto!
Akaashi lo guardò confuso e, spinto dalla curiosità, fece per voltarsi.
“Credimi!” gli aveva quasi urlato Kenma “Non farlo, o ti noterà.” Bokuto, infatti, stava chiaramente cercando d’intercettare Akaashi lungo il loro tavolo, ma fu lo sguardo di Kenma, invece, a trovare.
“Accidenti.” fu quindi la reazione dell’animago “Ci ha visti.” a quel punto, Akaashi si voltò e – come lui – poté rimanere stupefatto dall’outfit ‘pugno-in-un-occhio’ del loro amico grifondoro.
Alle spalle di Kenma si sentì una risata:
“Vi piace?” si girarono entrambi per vedere Kuroo che – ammirando da lontano il costume da gufo del suo amico – sorrideva. “Ha chiesto aiuto a me. Io ho scritto ai miei che l’hanno ordinato in un negozio babbano di costumi per Halloween!” disse fiero “Bello, vero?” Kenma pensò che fosse meglio non rispondere e, nel frattempo, Bokuto lo aveva raggiunti.
“Akaaashi!!” si era subito rivolto al prefetto del sesto anno “Guarda, Akaashi!” aprì le braccia e iniziò a sbatterle mentre bubolava nella chiara imitazione di un gufo. Kenma distolse lo sguardo mentre molti altri ne erano attirati nella loro direzione per l’atteggiamento del grifondoro.
Fu mille volte grato al preside per aver scelto quel momento per alzarsi in modo da andare al leggio per dare inizio al banchetto. Kuroo e Bokuto si affrettarono a tornare al proprio tavolo e Osamu anticipò tutti afferrando già forchetta e coltello.
E fu mentre il preside Furudate parlava che Kenma si rese conto per la prima volta dello stato di Sakusa:
“Tutto bene?” gli chiese. Il compagno sembrava tutt’altro che tranquillo, tanto che l’incantesimo testa-bolla che come sempre gli circondava la testa non faceva altro che appannarsi e spannarsi seguendo il respiro affannato del mago.
“Miya mi fa sempre uno scherzo prima che il banchetto cominci.” spiegò senza aver bisogno di specificare a quale gemello si riferisse. Kenma sospirò, poi guardò verso il tavolo serpeverde e verso quello dei professori
“Il preside ormai ha finito di parlare.” gli fece notare “Vedrai che per quest’anno ha deciso di non farlo. E devi rompere l’incantesimo per poter mangiare.” Sakusa ci mise un po’ a convincersi, ma alla fine lo fece, e mentre il preside augurava a tutti un buon Halloween e tornava a sedersi, un fortissimo scoppio fece voltare chi non lo era già più di nuovo verso il tavolo dei professori. Un quintale di glitter rossi ed oro prese a cadere dal soffitto e poi ad avanzare verso gli studenti. In poco tempo, tutta la Sala Grande fu piena dei colori di Grifondoro, e mentre Osamu piagnucolava guardando il cibo contaminato, Kenma si voltò sgomento verso Sakusa: il compagno di dormitorio aveva ancora la bacchetta sollevata perché l’aveva appena usata per rimuovere l’incantesimo testa-bolla. I suoi capelli, le spalle e le orecchie erano pieni di glitter mentre lo sguardo era impietrito e perso nel nulla.
Solo lo schiamazzare dei figli di Godric fece sì che l’animago distogliesse lo sguardo dal compagno: Tanaka e Nishinoya si erano alzati in piedi sulle panche e da lì si stavano prodigando in profondi inchini. Durarono poco: Daichi e Shimizu si alzarono e costrinsero i due a seguirli fuori dalla stanza.
 
***
Shimizu
Dal momento che – come amava dire Suga – si trattava dei “suoi bambini”, Shimizu lasciò che fosse Daichi a sgridare Tanaka e Nishinoya per lo scherzo che avevano appena compiuto. Mentre lei continuava quindi a scotolarsi via i glitter da toga e capelli, il suo collega sbraitava contro i propri compagni di Casa:
“PENSATE CHE IL CIBO SPUNTI PER MAGIA? AVETE IDEA DI QUANTI ELFI DOMESTICI ABBIANO LAVORATO PER PREPARARE QUESTO BANCHETTO?? E ORA SENTIAMO: CHI CREDETE CHE DEBBA PULIRE TUTTO QUESTO DISASTRO?” stizzito, aveva indicato l’ingresso della Sala Grande nella cui soglia piovevano ancora glitter “Tranquilli!” aveva aggiunto prima che loro potessero anche solo aprire bocca “Ve lo dico io chi: voi!” Tanaka e Noya si erano fatti piccoli davanti allo sguardo furente del senpai, e continuarono a tacere fin quando Daichi non disse: “Sarà anche meglio che facciate smettere di piovere coriandoli dalla porta!” a quel punto, i colpevoli si scambiarono un’occhiata preoccupata, poi Noya si schiarì la gola.
“E se noi… ecco… non sapessimo come fare?” lo sguardo di ghiaccio del Capitano bastò come risposta.
“Che vuol dire che non sapete come fare!?” chiese il più grande comunque.
“Abbiamo trovato le istruzioni per l’incantesimo in un libro in biblioteca…” si prese di coraggio anche Tanaka “ma non ricordiamo quale. Non abbiamo segnato il contro-incantesimo.” Shimizu cercò di rimanere seria per dare manforte al collega, eppure non poté fare a meno di essere felice di vedere che Tanaka era tornato in sé. Si voltò verso Daichi e lo vide sospirare prima di passarsi esasperato una mano sul volto.
“Prenderete scopa e paletta e pulirete tutta la Sala Grande senza magia.” ordinò “Poi andrete dal professor Irihata e lo aiuterete a trovare un contro-incantesimo.” concluse. Dopodiché fece apparire uno scudo dalla bacchetta e proteggendosi sotto quello varcò la porta per tornare in Sala Grande. La pioggia di glitter si arrestò, poi cambiò direzione iniziando a scorrere verso l’alto; il mucchio già a terra non fece eccezione: si sollevò ricoprendo Daichi ancora una volta di rosso e d’oro, inoltrandosi sotto la toga e bloccandosi sotto lo scudo invisibile. Non riuscendo a salire oltre, poi, i glitter tornarono giù per infine rimanere intrappolati tra i capelli del Caposcuola. Shimizu rise sotto i baffi, e mentre la risata di Suga sovrastava tutte le altre, la cacciatrice si voltò verso Tanaka e Noya che corsero via spaventati a prendere – la ragazza lo sperò per la loro incolumità – scope e palette.
 
***
Daichi
Ad una settimana da Halloween, la Sala Grande era più caotica che mai. Nonostante Daichi avesse costretto Noya e Tanaka a sfogliare i più svariati libri della biblioteca praticamente notte e giorno, non c’era ancora stato verso di trovare il contro-incantesimo per far cessare la pioggia di glitter che ancora cadeva sulla soglia della Sala Grande. Quando fu chiaro che usare l’ombrello fosse contro producente, gli studenti avevano iniziato ad adoperare le soluzioni più svariate. Le più frequenti, in generale, erano due: si imbottivano di vestiti coprendosi fino all’ultima cellula o – sotto esempio di Oikawa – entravano attraverso le finestre usando le scope. Le finestre, tuttavia, non concepite per aprirsi e chiudersi, dovevano essere rotte ogni volta per far sì che gli studenti entrassero in Sala. Il risultato fu che – da una settimana a questa parte – i tanti camini della Sala Grande non bastavano a scaldare l’aria gelida di novembre che tra un reparo e l’altro penetrava nel castello. E se il gelo era meno tollerante la sera, il problema maggiore della mattina era il traffico areo: erano già quattro i gufi ad essere stati investiti da uno studente maldestro, mentre le lettere iniziavano a perdersi o a finire al destinatario sbagliato.
“Vi conviene dirmi che avete trovato una soluzione.” disse Daichi ai due malfattori. Noya e Tanaka, intenti a fare colazione, si arrestarono e si voltarono verso di lui. Il Capitano si era appena tolto l’ultimo scialle dalle spalle, che dovette abbassarsi per non essere investito da uno studente sulla scopa.
“Quasi.” rispose Tanaka; in faccia un sorriso mortificato. “Insomma, abbiamo finito di leggere tutti i libri delle sezioni: «incantesimi per la fertilità dei campi»; «piogge miracolose» e «loop infiniti di scherzi».” spiegò meglio “Mi sento particolarmente fiducioso per quella che stiamo iniziando adesso.” Daichi continuò ad osservarlo, curioso di sentire quale sarebbe stata, e fu Noya a rispondere:
“«Aggiungi un pizzico di magia alla tua vita con il glitter».” il caposcuola spalancò gli occhi
“Ne esiste un’intera sezione?”
“È sicuramente più grande di «Ogni giorno è carnevale!»”.
“ATTENZIONE!” l’urlo d’avvertimento non bastò ad evitare il disastro: un tassorosso si abbatté con la scopa sopra il budino che Noya e Tanaka avevano davanti e tutti e tre furono investiti dai resti del dolce. I battitori si scambiarono un’occhiata, poi si voltarono terrorizzati verso Daichi che però decise di mantenere la calma. Chiuse gli occhi e sospirò.
“Non andrete ad Hogsmeade se prima non avrete letto ogni libro della sezione dei glitter.”
“Ma la gita è domani! Non riusciremo mai in tempo!” il Caposcuola non ebbe bisogno di aggiungere altro, perché il suo sguardo furente pose fine ad ogni altra protesta. Dopodiché, senza neanche curarsi di mettere qualcosa sotto i denti, fece dietrofront e tornò in dormitorio per lavarsi un’ennesima volta.
   
 
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