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Autore: MissW_95    23/01/2021    2 recensioni
Crediamo di poter controllare tutto, quando in realtà non siamo padroni di nulla. Questo avrei dovuto capirlo leggendo, ascoltando e studiando la storia della mia famiglia. Siamo fatti per essere travolti dagli eventi, per inginocchiarci di fronte ai cambiamenti e per obbedire alle regole del fato. Io, dopo innumerevoli tentativi di resistenza, avevo deciso di farmi trasportare dall'ordine delle cose, senza avere la benché minima idea di cosa mi aspettasse. Mi chiamo Rose Weasley e questa è la storia di come sono passata dall'essere la primogenita di due eroi di guerra, alla strega più idiota di tutti i tempi.
*Premetto che è la mia prima FF qui su EFP. Ho tantissime idee da buttare giù nei prossimi capitoli, in cui ci sarà un'evoluzione della storia e dei singoli personaggi. In ogni caso sono aperta a consigli e suggerimenti.
Spero vi piaccia leggerla, tanto quanto sta appassionando me scriverla.
Baci MissW_95 ❤️
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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4. Like Rare Things

 

Erano più di tre quarti d’ora che fissavo il mio riflesso allo specchio. 

Potevo vedere Alice seduta ai piedi del letto con aria del tutto rassegnata. 

 

‘’Ci rinuncio Rose. Questa sarà tipo la quarta volta che ti cambi.’’ Si portò una mano alla tempia. 

‘’Qualunque cosa indosserai andrà bene. A tua detta, quel povero sfigato è stato anni ad ammirarti in segreto, cosa vuoi che gli importi?’’

 

Mi voltai e la guardai male. ‘’Sul serio? Signorina del ‘non si esce dal dormitorio finché non è tutto in ordine’? E poi Brian non è un povero sfigato!’’

 

Tornai con gli occhi allo specchio. Indossavo un paio di jeans stretti, gli scarponcini imbottiti, un pesante maglione bianco e a collo alto. Non mi restava che indossare il capotto e raggiungere Brian. 

 

Sbuffai. ’’Ok, vado. Augurami buona fortuna.’’ Dissi voltandomi nuovamente verso Alice, incrociando le dita. 

 

Lei mi guardò perplessa. ‘’Buona fortuna, Rose? La cosa peggiore che ti possa capitare è che ti porti a prendere un tè da Madama Piedidiburro.’’

 

Niente di più vero. 

 

Brian aveva deciso che quel pomeriggio saremmo sgattaiolati ad Hogsmeade di nascosto. 

 

Ciò mi preoccupava parecchio. Sia perché non ero solita infrangere le regole, sia perché non ero assolutamente pronta a reggere un appuntamento nel posto più romantico d’Inghilterra. 

 

 

***

 

Brian mi aspettava al terzo piano. Dalla statua della Strega Orba partiva un passaggio segreto che sbucava proprio nella cantina di Mielandia.

 

Api Frizzole, Cioccorane, Piperille, Rospi alla Menta ci diedero il benevenuto. Pensai che il paradiso dovesse essere proprio così. Come il magazzino scorte di Mielandia. 

 

Senza farci scoprire dai proprietari, sgattaiolammo fuori dalla cantina e subito dopo fuori dal negozio. Mi ripromisi di fare scorta al momento del rientro a Hogwarts. 

 

Il Villaggio di Hogsmeade brulicava di passanti. La neve, che copriva gran parte dei tetti e dei marciapiedi, era talmente bianca da far quasi male agli occhi. Il chiacchiericcio proveniente dai Tre Manici di Scopa faceva da colonna sonora ad uno scenario a dir poco incantevole.

Adoravo Hogsmade e soprattutto adoravo andarci nel periodo prenatalizio. Le vetrine si coloravano di rosso e di verde e tutto aveva un’aria a dir poco…magica.

 

Tutto sarebbe stato davvero affascinante e straordinario, peccato che tra me e il mio accompagnatore ci fosse una patina d’imbarazzo di dimensioni bibliche. 

Il silenzio era tale da riuscire quasi a sentire il rumore dei nostri passi e dei respiri gelati dal freddo.

Per fortuna parve accorgersene e per fortuna fu proprio lui a romperlo.

 

‘’Come procede con lo studio?’’

 

‘’Abbastanza bene. Solo un po’ d’ansia.’’

 

‘’Sono certo che andrai alla grande.’’ Mi sorrise. 

 

Arrossii sulle orecchie. ‘’Beh, non ci giurerei. Il programma è davvero tosto quest’anno e i professori sembrano impazziti. L’hai notato anche tu?’’

 

‘’Non più del solito. Ma immagino che fare coppia con Malfoy non debba essere proprio il massimo.’’

 

Solo il sentir pronunciare quel nome mi dava sui nervi. ’’Beh, puoi dirlo forte! È l’essere più ripugnante della terra.’’ Dissi stizzita. 

 

Brian sorrise, scuotendo la testa. 

‘’E pensare che impazziscono tutte per lui. Le ragazze di Tassorosso non fanno altro che parlare di quanto sia bello, intelligente e misterioso.’’ 

 

Non risposi. Davvero esisteva qualcuno che trovasse Malfoy attraente?

 

Brian interpretò male il mio silenzio. ‘’Lo pensi anche tu?’’ Chiese timidamente.

 

Scoppiai a ridere, forse un po’ troppo fragorosamente. ‘’Ma per favore!’’ Ma poi chi aveva mai pensato a Malfoy in quei termini? E soprattutto perché stavo parlando di lui al primo appuntamento della mia vita? ‘’Dove stiamo andando?’’ Cambiai discorso. 

 

Brian si mise sull’attenti. ‘’Oh… è una sorpresa!’’

 

Temetti il peggio e solo quando superammo la locanda di Madama Piedidiburro potei tirare un sospiro di sollievo. Brian aveva preso una piccola stradina che non conoscevo e per un attimo pensai alle parole di Alice sui maniaci e sulle storie della Gazzetta del Profeta. 

 

Scacciai subito via il pensiero. 

 

Dopo un bel pezzo di strada, percorso nel silenzio più totale, ci ritrovammo davanti a una deliziosa bottega, dalle pareti rosa cipria e con l’insegna che recitava: ‘Scrivenshaft - Piume, inchiostro e calamai dal 1503’. Guardai Brian che con un gesto della mano mi invitò ad entrare per prima. Non appena varcai la porta, suonò un campanello sopra le nostre teste. Da dietro un grasso bancone, sbucavano dei sottili ciuffi bianchi e una pergamena lunga quasi ad arrivare ai nostri piedi. 

 

Brian fece un piccolo colpo di tosse e quello che doveva essere il proprietario della bottega alzò la testa. Solo quando saltò giù dal suo sgabello, mi accorsi che si trattava di un folletto. E io che pensavo che lavorassero tutti alla Gringott. 

 

‘’Oh, salve signori! Come posso esservi utile?’’ Fece con una voce stridula.

 

‘’Salve signore.’’ Salutò Brian. ‘’La mia…ecco la mia amica, vorrebbe prendere una piuma.’’

Disse esitando. Il folletto torno zampettando al suo sgabello e mi fece segno di avvicinarmi.

 

‘’Si avvicini, signorina. Venga.’’

 

Avanzai timidamente verso il bancone. Lui avvicinò il suo lungo naso al mio voltò e mi fissò per bene con gli occhi ridotti a due fessure. ‘’Sono certo che una piuma di Ippogrifo andrà benissimo per lei.’’ Scomparve dietro il bancone, per poi uscirne fuori con una stretta e lunga scatola di velluto. La aprì e mi porse la piuma che era riposta al suo interno. 

 

Rimasi senza parole. Era davvero magnifica: grigia, bianca e con dei dettagli in azzurro. La fissai ammirata. Il folletto poi mi porse una pergamena. ‘’Suvvia! La provi, cosa aspetta?’’

 

Non me lo feci ripetere due volte.

 

Rose Weasley 

 

Il tratto era leggero, ma deciso ed ebbi la sensazione che facesse tutto da sola.

Il folletto esultò e batté le mani eccitato. ‘’Perfetta, direi!’’

 

***

 

Brian pagò e uscimmo dal negozio. Ero davvero imbarazzata e allo stesso tempo estremamente compiaciuta. Nessuno, a parte i miei, mi aveva mai fatto un regalo così…giusto. 

 

‘’Brian io…io non so cosa dire, è davvero bellissima. Grazie.’’

 

Nel suo viso comparse un sorriso compiaciuto.

 

‘’In qualunque momento io ti beccassi in questi anni, tu te ne stavi sempre lì a scrivere. Ho pensato ti servisse una piuma degna di nota.’’ Lo disse con una tale naturalezza e semplicità, che mi venne voglia di abbracciarlo. Ovviamente, mi trattenni e mi limitai ad un grande sorriso.

 

 

100 punti a Tassorosso!

 

 

 

***

 

L’indomani mattina, raccontare ad Alice come fosse andato il mio appuntamento fu più difficile del previsto. Mi stava letteralmente tartassando di domande. ‘’Ogni singolo dettaglio è di fondamentale importanza Rosie.’’ Aveva detto.

 

‘’Alice ti ho già detto tutto.’’ Insomma, cosa avrei dovuto raccontargli di più? 

 

Le avevo raccontato della piuma, della burrobirra ai Tre Manici di Scopa e della passeggiata per le vie gelate di Hogsmeade. 

 

‘’Mi ha accompagnata al ritratto della Signora Grassa e se n’è andato a dormire. Insomma, che altro c’è da aggiungere?’'

 

Stava nuovamente per ribattere quando mio cugino Albus si sedette al nostro tavolo.

Con aria allegra si versò del succo di zucca in un calice. Sia io che Alice lo guardammo perplesse.

 

‘’Qual è il programma di oggi? Che si fa?’’ Disse lui guardandoci.

 

‘’Albus, se non te ne fossi accorto, questo è il tavolo dei Grifondoro.’’ Feci io ovvia. 

 

‘’Beh? Non posso fare colazione… praticamente con il resto della mia famiglia?’’ Prese una ciambella e gli diede un morso. ‘’Oh, ciao Lily!’’ Disse ancora con la bocca piena. 

 

Lily gli sorrise. ’’Che ci fai qui fratellone? Hai chiesto di nuovo al Cappello Parlante di cambiare Casa?’’

 

‘’È così strano che voglia passare del tempo con voi?’’ Chiese con aria innocente.

 

Sia io, che Lily, che Alice gli rivolgemmo un’occhiataccia. ‘’Sì!’’ Dicemmo all’unisono.

 

Alzai distrattamente lo sguardo in direzione del tavolo dei Serpeverde. Malfoy stava deliberatamente flirtando con una ragazza. Stava seduto sul tavolo, con i piedi poggiati sulla panca e si stava vantando di chissà quale tesoro posseduto. 

 

Improvvisamente capii e tornai ad Albus. ‘’Non avete ancora fatto pace Al? È una sciocchezza, voi siete amici praticamente da sempre.’’

 

Alice si intromise. ‘’Tu e Malfoy avete litigato?’’ Chiese scioccata.

 

‘’Diciamo che ho sviluppato una certa intolleranza nei suoi confronti.’’ Rispose con sufficienza Al. 

 

‘’E come mai?’’ Insistette Alice. 

 

‘’Senza offesa Paciock, ma questi non sono affari tuoi.’’ Lei si rabbuiò e io guardai male Albus.

 

‘’Che c’è?’’ disse, poi tornò a guardare Alice. ‘’Non c’è un motivo. È così e basta.’’ 

 

 

***

 

Albus ci seguì per il resto della giornata. Quando entrammo nell’aula di pozioni, fu felice di prendere per mano Alice e di trascinarla nel posto accanto al suo. Lo stesso non poteva dirsi di Malfoy, che quando entrò in classe e vide la metà del suo vecchio banco già occupata si irrigidì.

 

Prima che litigassero infatti, Malfoy e Albus se ne stavano sempre a chiacchierare prima che il professore entrasse in aula. 

 

Sbatté la cartella sul mio banco, scocciato come non mai, per poi sedersi il più lontano possibile, quasi fossi un’appestata. 

 

Fortunatamente Lumacorno entrò in aula poco dopo. Non era ancor iniziata la lezione e già non vedevo l’ora che finisse. ’’Buongiorno ragazzuoli e fanciulline!’’ Era sempre sorprendentemente allegro. ‘’Oggi nulla di nuovo. Continuate pure il lavoro della scorsa settimana. Nel frattempo, chiedo ai membri del Lumaclub di non andare subito via alla fine della lezione, ho un annuncio importante da farvi.’’ L’eccitazione gli si leggeva negli occhi e ciò non presagiva nulla di buono. Non per me almeno. 

 

Le cene private o i party esclusivi di Lumacorno non mi erano mai andati a genio, ma mamma, nonostante si trovasse assolutamente d’accordo con me, sosteneva che erano delle ottime occasioni per fare la conoscenza di ‘'personaggi davvero interessanti’'. E poi figuriamoci se il professor Lumacorno avrebbe mai accettato un no dalla figlia di Ron Weasley e Hermione Granger. 

 

Malfoy si alzo in piedi e prese in mano il suo manuale. 

‘’Io leggo, tu esegui.’’ Disse secco. Avevamo sempre fatto così, da quando ci eravamo ritrovati sfortunatamente a condividere il banco durante l’ora di Pozioni. Ma questa volta, un po’ per il tono imperativo che aveva utilizzato, un po’ per via del fatto che non trovavo giusto che il lavoro sporco spettasse sempre a me, decisi di oppormi. 

 

‘’No Malfoy. Oggi io leggo e tu esegui.’’

Lui si voltò a guardarmi e mi fulminò con lo sguardo. Sembrava voler dire qualcosa, ma si trattenne. Mi porse il manuale e iniziò a tagliare alcune foglie di valeriana. 

 

Quando ebbe finito, gettò tutto dentro al calderone e disse: ’’Non era mia intenzione farti del male, Weasley.’’ 

 

Lo guardai, ma lui non dava segno di voler distogliere l’attenzione da ciò che stava facendo.

‘’Ho sentito bene? Sono delle scuse, Malfoy?’’

 

‘’Non sono delle scuse. È semplicemente la verità.’’ Disse stizzito. ‘’Albus non mi parla più.’’ Aggiunse poi, con una nota amara nella voce. 

 

Mi sporsi in avanti per vedere mio cugino ridersela alla grande con la mia migliore amica. 

’’Gli parlerò.’’ Dissi. ‘’Anche se dovresti farlo tu.’’

 

‘’E per dirgli cosa? Potter mi dispiace di aver aggredito tua cugina senza motivo?’’

 

Mi sentii inspiegabilmente in colpa. ‘’Avrei dovuto farmi gli affari miei.’’ Dissi

 

‘’Sì, avresti dovuto.’’

 

Calò il silenzio e per un po’ continuammo a fare ognuno il nostro. La Soluzione Soporifera richiedeva un gran numero di ingredienti. Per questo avevo deciso di mettermi all’opera anch’io. 

Malfoy mescolava il composto color limone dentro al calderone, quando d’un tratto allungammo la mano verso il coltello e ci sfiorammo impercettibilmente.

Subito ritrassi la mano e lo stesso fece lui. ‘’Prendilo tu, faccio dopo.’’ Dissi.

 

Lo detestavo e, ogni volta che mi trovavo in sua presenza, finivo sempre col sentirmi insopportabilmente a disagio. Il suo temperamento sempre così glaciale e imperturbabile mi faceva sentire goffa e quasi inadeguata. E probabilmente era proprio questo il motivo per cui lo odiavo tanto. Oltre che per la sua infinita insolenza, è chiaro.

 

I primi a portare al termine il lavoro furono Albus e Alice e Lumacorno li aveva definiti ‘due veri portenti’, soffermandosi naturalmente ad elogiare Albus, rimarcando lo speciale legame che lo univa ai suoi parenti, che a sua detta erano stati in assoluto i suoi studenti preferiti. 

 

In realtà papà mi confessò che Lumacorno riuscì solo dopo a imparare il suo cognome e che prima della Grande Guerra non era mai stato invitato a uno dei suoi party esclusivi. 

 

Tra parentesi, quando gli chiesi perché mamma non l’aveva mai portato con sé, divenne rosso di rabbia. 

 

Qualche istante dopo, anche io e Malfoy consegnammo la provetta al professore.

 

Lumacorno la portò in alto, per esaminarla alla luce delle fiammelle e disse: ’’Ben fatto, come sempre.’’ Fece un occhiolino. ‘’Tuttavia, devo ammettere, che questa volta il signor Potter e la signorina Paciock hanno ottenuto un risultato insuperabile.’’

 

Quasi mi venne da vomitare e, data l’espressione sul suo volto, Malfoy non doveva passarsela tanto meglio. ‘’Questa è solo colpa tua, Weasley.’’ Sibilò tra i denti.

 

Mi indignai. ‘’COSA?’’

 

‘’Suvvia, non ho mica detto che non è un buon lavoro. Sono certo che la prossima volta andrà meglio!’’ Disse Lumacorno, ignaro di ciò che aveva scatenato con una semplice frase. ‘’Ad ogni modo, signorina Paciock sarei lieto che anche lei si presentasse al meraviglioso, esclusivo party in maschera che si terrà questa settimana al Lumaclub.’’

 

‘’Una festa in maschera?’’ Chiese Albus.

 

‘’Oh, sì ragazzo mio, ritengo che il mistero sia tremendamente chic! Troverete l’invito con i dettagli dell’appuntamento, dress code compreso, sui letti dei vostri dormitori.’’

 

‘’Possiamo portare qualcuno?’’ Chiesi all’improvviso. Malfoy si voltò lentamente verso di me con uno sguardo confuso. Certamente si stava chiedendo chi diavolo volessi portare, dato che la mia migliore amica era stata appena invitata. 

 

‘’Vuoi portarti dietro il fratellino, Weasley?’’ 

 

Lo ignorai e rimasi in attesa della risposta di Lumacorno che parve pensarci su.

 

‘’Oh, temo che questa volta non sia possibile mia cara. Adesso andate! Devo assolutamente occuparmi dei preparativi!’’ E raccogliendo la sua roba dalla cattedra, lasciò l’aula. 

 

 

***

 

 

Come preannunciato, trovammo i nostri inviti adagiati sui nostri copriletto rosso vermiglio. 

Sia io che Alice ci premurammo subito a leggerne il contenuto.

 

 

 

 

 

Il Ballo in Maschera del Lumaclub 

Stanza delle Necessità

Venerdì, 15 Novembre, 0re 20.00

 

È con immenso piacere che sarei lieto di invitarla all’evento dell’anno.

Il Ballo in Maschera del Lumaclub. 

 

Dress Code:

È gradita la massima eleganza. 

Nero per i signori, bianco per le signore. 

Per accedere al party sarà necessario indossare una maschera che copra gran parte del viso. Badate bene: nessuno dovrà riconoscere la vostra identità, quindi sarebbe opportuno ‘modificare’ i vostri tratti più ‘riconoscibili’.

 

Confido nelle vostre magnifiche abilità.

 

Al termine della serata la maschera più bella sarà premiata dal sottoscritto. 

 

Nella speranza che troviate l’abito perfetto, 

Confido nella vostra gentile presenza e vi auguro una piacevole settimana. 

 

Horace Lumacorno

 

 

 

 

‘’Certo! Alla fine, chi vuoi che abbia i capelli rossi come i miei? Nessuno riconoscerà il mio pel di carota!’’ Dissi sbuffando e incrociando le braccia al petto.

 

Alice sembrava terrorizzata. ‘’Oh, smettila Rose! Troverai certamente un modo per cambiare colore ai tuoi capelli. Il vero problema è: cosa diavolo mi metto?’’ Si lasciò andare contro al letto disperata.

 

Cambiare colore ai miei capelli? Manco fossi Teddy Lupin!

 

 

***

 

La mattina dopo Leopoldo, il gufo che solo qualche anno fa aveva preso il posto del vecchio Leotordo, scendeva in picchiata sulla tavola dei Grifondoro, tenendo col becco il laccio di una scatola di gran lunga più grossa di lui. La presi al volo, poco prima che il povero Leopoldo finisse dritto dentro al calderone pieno di porridge. Lily si premurò di rimetterlo subito in piedi. 

Un po’ imbarazzata lessi il biglietto allegato al pacco.

 

Ciao Rosie, il Professor Lumacorno ci ha informato della festa in maschera e ho pensato di mandarti questo. Non aprirlo davanti a tutti. Spero ti piaccia e che vada tutto bene. Dai un bacio ad Hugo da parte mia. 

Un abbraccio 

 

Mamma

 

Non potevo di certo aspettare la fine della giornata. Presi un biscotto, lo misi in bocca, e scappai subito in dormitorio.

 

Prendere nota: se correte con una grossa scatola in mano, non lasciate che questa ostruisca la vostra visuale. Andai a finire dritta contro qualcosa, o meglio qualcuno. 

 

‘’Rose!’’ 

 

‘’Brian!’’

 

Mi rivolse un sorriso così abbagliante che dovetti quasi stringere gli occhi.

 

‘’Dove andavi così di fretta? Le lezioni non cominceranno prima delle nove.’’ disse guardandosi l’orologio al polso. 

 

‘’I-io stavo andando in camera. Mamma mi ha mandato un regalo e volevo aprirlo subito.’’ 

 

‘’Oh, per qualche occasione in particolare?’’

 

‘’È un vestito. Per una festa. Una festa del professor Lumacorno. Lui organizza queste cose, sempre, ogni mese credo. Insomma, una festa privata alla quale tu non puoi venire!’’ 

 

Che poi, non ne ero per niente sorpresa. Io non avevo mai avuto a che fare con i ragazzi, se non con la mia lunga sfilza di cugini. Figuriamoci se conoscevo le regole da seguire durante la fase del corteggiamento o quale fosse il modo adeguato di rivolgersi a un ragazzo carino come Brian. 

Divoravo libri su libri. Possibile che nessuno avesse ancora scritto un manuale sull’argomento?

 

‘’Mi dispiace… volevo dire che…’’ abbassai la testa. Avrei voluto smaterializzarmi all’istante.

 

Brian non sembrava arrabbiato, al contrario con una mano alzò il mio mento delicatamente.

 

‘’Ti dispiace per cosa? So delle feste private di Lumacorno e so anche quanto sia ‘selettivo’.’’

 

Abbozzai un timido sorriso. ‘’Ho chiesto se potevo portare qualcuno ma…’’

 

‘’Sono sicuro che sarai incantevole.’’ 

 

 

***

 

 

Incantevole era proprio l’aggettivo più azzeccato. 

 

Ora che lo indossavo, l’abito che mi aveva regalato mamma faceva tutto un altro effetto. 

Era semplicemente perfetto. Dentro la scatola avevo trovato un ulteriore biglietto:

 

Questo l’ho indossato durante il mio primo ballo ad Hogwarts. L’ho tinto di bianco per te. Sono sicura che sarai una meravigliosa principessa.

Il corpetto mi fasciava perfettamente la vita e la gonna a balze, con volant di seta mi faceva sembrare una vera e propria nuvola. In vita una fusciacca tempestata di cristalli risplendeva di luce propria ed era perfettamente abbinata alla maschera che mamma aveva messo insieme all’abito dentro al pacco. Grazie all’incantesimo Colovaria, i miei capelli erano diventati di un meraviglioso color mogano. Li avevo raccolti in un cerchietto di perle e piccoli diamanti. Alice aveva insistito affinché provassi il suo irresistibile rossetto MagiciBaci e le mie labbra, già naturalmente rosate, erano diventate di un rosso scarlatto. Più mi guardavo allo specchio, più stentavo a riconoscermi. Alice fece capolino da dietro il suo armadio.

 

‘’Wow!’’ Disse con occhi sinceri. 

 

‘’Anche tu sei splendida, Alice. Sei pronta a bere burrobirra tutta la notte?’’ 

 

Alice aveva optato per un abito semplice, dritto e bianco, che le fasciava perfettamente i fianchi. Aveva scelto accessori verdi che ricordavano tanto le foglie di una quercia, tantissimi fiori tra i capelli e una maschera tempestata di smeraldi. 

 

‘’Ehm… Rose devo dirti una cosa.’’

 

‘’Cosa? Che c’è?’’ Chiesi allarmata.

 

‘’Beh, Albus mi ha invitata a trascorrere la serata con lui. Ecco l’ho detto.’’

 

Mi sentii svenire. ‘’COME?’’

 

Alice non rispose. Brutto segno.

 

‘’Tu. Voglio dire lui. Albus. Tu e Albus? Sul serio e da quando?’’

 

‘’Per l’amor del cielo Rose, non c’è niente! Mi ha solo chiesto di accompagnarlo, l’altro giorno dopo Pozioni.’’ Si guardò le mani, torturandosele. 

 

‘’Oh…beh, in questo caso…’’ feci io.

 

Alice mi guardava come se potessi esplodere da un momento all’altro. 

 

Poi continuai. ‘’Berrò fiumi di burrobirra da sola.’’ 

 

***

 

Mai nella mia vita avrei potuto immaginare che mio cugino, Albus Severus Potter, potesse fregarmi la migliore amica e pensare che l’avesse fatto in occasione di un party di Lumacorno era ancora più deplorevole. 

 

Prima di raggiungere il ballo, aspettai che Alice uscisse per incontrare Albus. Meno avrei visto, meglio sarebbe stato per la mia salute mentale. 

 

Una volta superato il ritratto della Signora Grassa, che non perse occasione per dirmi quanto assomigliassi ‘a una dolce meringa’, mi diressi al quinto piano.

 

Mentre aspettavo che le scale si allineassero nel modo giusto, un altro studente che probabilmente, data la maschera indossata, si apprestava a raggiungere alla festa, si mise alle mie spalle. 

 

Gli sorrisi compassionevole. Non mi veniva in mente un solo studente che avrebbe voluto di sua spontanea volontà partecipare agli eventi mondani di Lumacorno.

 

‘’Bel vestito.’’ Disse di risposta al mio sorriso. Per un attimo mi sembrò di riconoscerne la voce. Ma, guardandolo bene, non c’era nulla che mi ricordasse un volto conosciuto. 

 

Arrivata davanti al muro vuoto del corridoio del quinto piano, pensai a ciò che veniva richiesto nell’invito e una grande porta apparve subito davanti a me e al tipo sconosciuto. 

 

Entrai e rimasi, letteralmente, senza parole. 

 

La Stanza delle Necessità era appena diventata la sala da ballo più incredibile che avessi mai visto. Le pareti erano totalmente ricoperte di cristalli, la musica era leggera, il profumo che aleggiava delizioso. Piccoli essere luminosi si aggiravano sopra la testa degli invitati, lasciandosi alle spalle polvere di stelle, al centro della sala si erigeva un’enorme statua di ghiaccio a forma di clessidra. I tavoli ai lati ospitavano bevande e cibi di ogni genere. Gli invitati che si muovevano in pista erano una massa informe bianca e nera. 

 

Mi addentrai a passo incerto, maledicendo me stessa per non aver tenuto gli scarponcini sotto il vestito piuttosto che quelle assurde scarpe col tacco. 

 

Mi guardai un po’ intorno, alla ricerca di qualche viso conosciuto, ma con tutte quelle maschere era davvero impensabile di poter riconoscere qualcuno. Tuttavia, ero quasi certa che, prima o dopo, avrei individuato Alice, con il suo ‘accompagnatore’. 

 

Mi avvicinai al tavolo del beverage, dietro cui un malcapitato studente offriva dei calici colmi di un liquido giallastro e frizzantino. Me ne porse uno. Lo assaggiai. Miele, fiori di Sambuco e ciliegia. Niente di più dolce, niente di più delizioso. 

 

Nemmeno a dirlo, ne finii tre in un solo sorso. 

 

Con il quarto bicchiere mi feci largo in pista, alla ricerca della mia migliore amica, sperando che non ci fosse poi tanto alcool dentro quei cosi. Anche se, a dirla tutta, la sala pareva aver cominciato un po’ a girar su se stessa. 

 

Mentre cercavo di farmi spazio tra studenti che amoreggiavano vergognosamente e altri che se la spassavano con il ballo, sentii un tocco lieve sulla spalla. Mi voltai di scatto. 

Di nuovo lui. Il tipo misterioso. Mi disse qualcosa, ma la musica era talmente alta e il mio stomaco talmente pieno di quella roba, che non capii una sola parola. Diedi segno di non aver capito e lui mi tese una mano. 

 

Porgergliela fu per me così spontaneo che quasi credetti di non essere stata io a muovere il mio braccio. In ogni caso, lo sconosciuto prese la palla al balzo e mi tirò subito in pista. 

 

Di nuovo maledissi me e i miei scomodissimi tacchi. 

 

Nonostante gli studenti vicino a noi si muovessero come una mandria impazzita di bovini, il ragazzo che mi teneva per mano si muoveva lento. Non danzava, mi stava solo trascinando verso di lui, con un sorriso impercettibile sulle labbra. Era alto e i suoi capelli erano neri come la pece. 

Quando gli fui praticamente sotto al naso, poggiò delicatamente le mani sui miei fianchi e io sussultai di conseguenza. Ma che diavolo stavo facendo? 

 

Qualunque altra domanda stessi per porre a me stessa, il mio cervello smise immediatamente di pensare nel momento stesso in cui avvicinò le sue labbra al mio orecchio. Per via del trambusto lo sentii a malapena sussurrare: ‘’Vuoi ballare con me?’’ 

 

Si rimise dritto, mi fissava dritto dentro agli occhi, quasi a volerli oltrepassare, quasi a voler vedere chi si celasse dietro la maschera. Mi sentii terribilmente in imbarazzo, ma dopo un attimo di esitazione gli poggiai le mani sulle spalle. 

 

La musica cambiò, si fece più lenta e meno fragorosa. Il mio cavaliere misterioso mi faceva dondolare, girare, mi allontanava e mi tirava di nuovo a sé. La mia testa era ufficialmente diventata una bolla di sapone. I suoni erano ovattati e tutto sembrava muoversi a rallentatore. 

 

Chiunque fosse il tipo con cui stavo danzando, qualcuno doveva avergli insegnato cosa fare durante un ballo con una signora. 

 

‘’Sei un perfetto ballerino.’’ Dissi e quasi fui sorpresa di sapere ancora parlare.

 

Lui mi sorrise. ‘’E tu invece no.’’ Mi prese in giro. 

 

Arrossii e le mie orecchie presero subito fuoco. ‘’Beh, ho altre doti.’’ Dissi quasi offesa. 

 

‘’Oh, non ne dubito.’’ Disse tirandomi di nuovo a sé. 

Rimasi per un po’ con gli occhi dritti sul nodo della sua cravatta, finché non mi decisi ad alzare lo sguardo. Mi fissava. Mi fissava così intensamente che avrei potuto prendere fuoco all’istante. 

 

 

‘’In compenso…’’ disse portando il dorso della sua mano alla mia guancia, facendolo scorrere dalla tempia fino all’incavo del mio collo. Spalancai gli occhi e una sorta di scossa mi pervase tutto il corpo. Me ne stavo lì, in attesa che completasse la frase. Pendevo letteralmente dalle sue labbra, totalmente ipnotizzata. Profumava di buono, di vaniglia e gardenia. I suoi occhi erano così profondi e intensi da poterci scorgere dentro luce e oscurità al tempo stesso. La presa sui miei fianchi era decisa. Quasi impertinente.

 

Non completò la frase, ma passò il pollice sul mio labbro inferiore. Dal mio cervello partirono i fuochi d’artificio. O almeno la sensazione che provai fu proprio quella. Chiusi istintivamente gli occhi. 

 

 

Ok. Stavo ballando. Stavo ballando con un tizio sconosciuto. Stavo ballando con un tizio sconosciuto che stava provando a sedurmi, almeno secondo quello che avevo avuto modo di apprendere dai romanzi d’amore e dalle telenovela Babbane che guardava nonno Arthur. 

 

Chiunque egli fosse, qualunque cosa stesse per accadere, volevo solo che colmasse quella distanza il prima possibile. 

 

 ’’ROSE!’’

 

Sia benedetta (?) Alice.

 

 

***

 

Mi voltai di scattò verso la mia migliore amica, che con una mano mi salutava e con l’altra si trascinava dietro mio cugino. Feci per tornare brevemente al mio ‘interlocutore’, ma con non poca sorpresa mi accorsi che era letteralmente sparito. Dileguato. Smaterializzato. 

 

‘’Che fai qui tutta sola?’’ Mi chiese mio cugino non appena mi raggiunsero. Si era tinto i capelli di verde, ma i suoi occhiali tondi indossati al di sopra della maschera erano fin troppo riconoscibili. 

 

‘’In realtà, stavo ballando. Con un ragazzo. E non ho la più pallida idea di chi fosse.’’ Dissi cercando di scorgerlo tra la folla. Terminai la frase con un singhiozzo da degna ubriacona.

 

‘’Non ci credo Rosie, sei ubriaca!’’ 

 

‘’Non sono ubriaca! Ma me ne vado a letto.’’ Dissi indignata puntando un dito contro mio cugino Al.

 

‘’Lascia che ti accompagniamo.’’ Disse premurosa Alice.

 

‘’Non ho bisogno di voi! Piuttosto, provate a vincere il meraviglioso premio di Lumacorno. Ciaoooo.’’ E barcollando mi avviai verso l’uscita. Tirai su il vestito per non calpestarlo e con l’altra mano tolsi quella stupida maschera dal viso. 

 

Non appena fui fuori dalla sala, l’aria fresca mi colpì il viso e respirai ad occhi chiusi. Mi fischiavano le orecchie e la testa non voleva proprio smettere di girare. Rigirando una ciocca di capelli tra le dita mi accorsi che l’effetto dell’incantesimo doveva essere svanito. Erano tornati del solito rosso Weasley. Infine, tolsi i tacchi e, dopo un lungo sospiro, mi decisi che era arrivato il momento di andare a letto. 

 

Stavo per incamminarmi quando qualcuno uscì dalla porta. Mi voltai di riflesso. 

 

‘’Malfoy!’’ Mi uscii. 

 

Ottimo. Con tutte le persone che avrei voluto incontrare da ubriaca, lui era indubbiamente l’ultimo della lista. 

 

Sembrava perplesso. ‘’Avevo bisogno d’aria.’’ Disse.

 

‘’Non ti ho mica chiesto spiegazioni.’’ Provai a dire con voce impastata. 

 

‘’Sei ubriaca.’’ Constatò. 

 

‘’Uuuuh 100 punti a Serpeverde per la perspicacia.’’ Mi avvicinai a lui e lo guardai dal basso verso l’alto, con i tacchi in mano. ‘’Tu… sei piuttosto alto.’’ Dire che ero uscita di senno è dire poco. 

 

Rimase a fissarmi. Sembrava a disagio, incapace di proferire parola. Si stava torturando le mani. Ma mi guardava, con i suoi soliti occhi perforanti. Mi fissava così intensamente che…

 

 

***

 

 

 

 

 

 

 

…che fu come se un fulmine mi colpisse dritta in testa.

 

 

 

‘’OH MIO DIO! MALFOY! ERI TU? OH MIO DIO, TU…TU OOH MIO DIO!’’ 

 

‘’Shhh!’’ Mi tappò la bocca con una mano e mi spinse dietro una colonna, poco prima che un branco di ragazzine esaltate ci passasse accanto. Dovevano essere lì in cerca di qualche misero pettegolezzo. Dopotutto era o non era l’evento più memorabile dell’anno? Per me, che avevo flirtato e ballato con il mio peggior nemico tutta la sera, lo era senza ombra di dubbio. 

 

Cercai di dire qualcosa, gli occhi stavano per uscirmi dalle orbite e avevo appena realizzato la cosa più assurda e raccapricciante che potessi realizzare in tutta la mia vita.

 

‘’Diamine Weasley! Vuoi fare spettacolo? Chiudi quella boccaccia.’’ Malfoy senza mostrare segno di voler togliere la mano dalla mia bocca si affacciò per accertarsi che non ci fosse nessuno.

‘’Senti, ho bevuto un po’ troppo stasera. Tu avevi una maschera, i capelli di un colore differente e qualche centimetro in più di altezza, ok? Adesso ti lascio andare, ma tu non devi fare la pazza.’’

Mi ammonì con lo sguardo e io feci sì con la testa.

 

Ripresi aria come se non respirassi da anni e ci volle un po’ prima di poter tornare a guardare in faccia il mio interlocutore, che stava ancora ad un centimetro da me. Gettai le scarpe per terra e gli puntai un dito in faccia.

 

‘’Tu. Sei un lurido schifoso. Stavi per baciarmi. Sei impazzito?’’ Dissi sottovoce.

 

‘’Non mi sembrava ti stesse dispiacendo la cosa, Weasley. E poi te l’ho già detto non sapevo fossi tu.’’ 

 

Lo guardai in cagnesco. Portava quegli stupidi anelli alle dita e se fossi stata un minimo cosciente me ne sarei resa conto. 

 

‘’Vuoi allontanarti? Smettila di starmi col fiato sul collo, Malfoy!’’

 

‘’Che c’è? Hai paura che il tuo ragazzo si arrabbi?’’

 

Diventai paonazza. 

 

‘’Brian non è il mio ragazzo!’’

 

‘’E lui lo sa?’’

 

‘’Perché non te ne torni strisciando nella tua viscida Sala Comune?’’

 

‘’Perché invece non ammetti che ti stavi divertendo, Weasley?’’

 

‘’Sono ubriaca, Malfoy. Ma te lo assicuro, neanche fossi l’ultimo uomo sulla terra io…’’

 

‘’Certo, certo.’’ Mi interruppe. Poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: ‘’Si dà il caso che io sia un abile Legilimens e che abbia visto e sentito l’eccitazione attraversare la tua mente, Weasley.’’ 

 

Non so cosa mi trattenne dal vomitargli sulle scarpe. Fatto sta che cercavo disperatamente di mantenere un minimo di contegno, o quel che ne restava.

 

‘’Te lo ripeto: perché stai qui a parlare con me, Malfoy? Perché non sei dentro a spassartela con qualche ragazza?’’

 

Mi fissò, imperturbabile come sempre. 

 

’’Mi hanno sempre insegnato ad apprezzare le cose rare. Come il colore dei tuoi occhi, ad esempio, così come quello di questa pietra, singolare nel suo genere.’’

 

‘’I-io…’’

 

‘’Questo vestito non ti si addice, così come tutto il resto.’’ Disse squadrandomi da capo a piedi.

 

Mi sentii terribilmente ferita. Spalancai gli occhi.

 

‘’Ma come ti perme…?’’ Tornai ad alzare la voce. 

 

Mi interruppe di nuovo. Ma non con le parole questa volta.

 

Si inginocchiò ai miei piedi. Lo fissavo allibita. 

 

‘’Ma che stai face…’’ per quanto ci provassi, Malfoy aveva deciso di non farmi proferire parola quella sera. Nel momento stesso in cui aprii la bocca, lui poggiò una mano sulla mia caviglia. 

Quasi cadetti dallo stupore. Pian piano la fece salire, sollevando pian piano le balze del mio abito, prima sfiorando l’interno del mio polpaccio, poi la cavità del ginocchio, fino a fermarsi a metà coscia, lì dove avevo fermato con un cordino la mia bacchetta. La fece lentamente scivolare via e si rimise in piedi. 

 

Ero immobile. Pietrificata. Con la bocca spalancata.

 

Mi puntò la mia stessa bacchetta contro e io trattenni il fiato.

La agitò e i miei capelli, dapprima raccolti, caddero in una pioggia di boccoli rossi sulle mie spalle. La agitò di nuovo e la fusciacca volò via dalla mia vita, facendomi tornare a respirare; il trucco lasciò il mio volto e sentii un caldo maglione poggiarmisi sulle spalle e legarsi al mio collo. 

 

 

‘’Le cose rare vanno preservate, Weasley. Così come sono.’’

***

Partorire questo capitolo è stato più complicato del previsto! Ma più lo rileggo e più me ne compiaccio 😳
La storia subirà un'evoluzione man mano si andrà avanti con i capitoli. Il lato sentimental verrà 'ingoblato' da una narrazione più ampia che coinvolgerà tutti i protagonisti.
Detto ciò, spero vi stia piacendo e vi ricordo di essere aperta a domande, dubbi e consigli di ogni genere!  
Baci, MissW. ❤️

   
 
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