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Autore: Epic JP    24/01/2021    1 recensioni
(Non sto partecipando a qualche challenge o fandom indette da qualche gruppo perché non ho la più pallida idea su come fare queste cose XD) (Se qualcuno potesse spiegarmelo ne sarei grato)
Questa storia avrà luogo in questo periodo. O meglio, avrà luogo negli ultimi giorni dell'anno. L'idea sarebbe di pubblicare un certo capitolo (che tratterebbe del compleanno di Hinata) il 27. Non so dire con che cadenza caricherò e non so dire se farò in tempo a scrivere QUEL capitolo prima del 27... in ogni caso, ci proverò lo stesso. Scritto questo, introduciamo la storia.
Verso la fine di Dicembre, Naruto e Hinata progettano di festeggiare in un modo diverso dal solito ma una missione in arrivo per Naruto minaccia di mandare tutto all'aria. Ma nessuno può sapere in che modo l'Universo percepisce e reagisce quando accadono certe cose.
Buona lettura e (mi auguro) recensimento. Ci saranno anche immagini cover per ogni capitolo, alcune fatte dal sottoscritto e altre no. ENJOY!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Capitolo 6: Il Regalo Per Hinata

 

Ci volle un po', ma la necessità di fare un respiro più profondo divenne più forte del desiderio di non separarsi e così il bacio venne rotto. Anche se i due poggiarono la propria fronte contro quella che avevano davanti e, senza ancora emettere nessun suono, si guardarono sorridenti e cullati dalle onde del mare. La maggior parte della superficie frontale dei loro corpi era ancora a stretto contatto. Dopo quest'altro momento di loquace silenzio, la festeggiata parlò: “Allora, dopo il bagno mattutino... cosa prevede il programma?”

 

Venne risposta per le rime: “Dipende, pensi di aggiungere qualche imprevisto lungo il percorso o d'ora in poi si procederà spediti?”

 

Alla domanda, lei ridacchiò: “Imprevisto? Non so davvero di cosa parli...” Completò la seconda metà dalla frase aggiungendo una strofinata pettorale contro il corpo a cui era avvinghiata. Questo fece iniziare a far affluire sangue in più in due zone di tale corpo: “Io... credo che t-tu sappia pe-perfettamente di... di cosa pa-parliamo e... le tue de-deviazioni dal percorso... principale potrebbero causare... problemi a... al programma.”

 

Continuando a fare la gnorri, Hinata proseguì il discorso: “Problemi al programma? E perché? Non ti piace essere abbracciato alla tua dolce mogliettina senza niente a separarti da lei, Anata?”

 

“Oh... no-normalmente mi sentirei in... pa-paradiso ma... n-non in questo caso.”

 

“E perché? Cos'è a determinare il tuo disagio in questo momento?”

 

Lui fece un sospiro profondo prima di focalizzare i suoi dischi color cobalto su quelli viola di lei: “Una promessa. Una promessa c-che ho fatto... cre-credo un'oretta fa o poco più.”

 

“Ah... una promessa. E se ipotizzassimo che tale promessa non fosse stata fatta o che... ora fossi libero dalla tua parola, cosa faresti?”

 

Le labbra maschili si alzarono automaticamente mostrando le sue zanne da predatore: “Beh, probabilmente mi libererei di tutto ciò che non è puro in modo da essere allo stesso livello di mia moglie e poi... senza alcun dubbio mi unirei a lei riportando entrambi nel giardino appena visitato e... magari, giusto per ipotesi, potrei iniziare a... fare i primi passi per ampliare il mio albero genealogico. Giusto per ipotesi.”

 

Nonostante la sua sicumera, anche il viso femminile si imporporò sentendo queste parole: “E... hai detto di non poterlo fare a causa della tua promessa.”

 

“E-esatto.”

 

“Quindi se facessi così...” Sotto la superficie, strofinò le gambe contro quelle di lui: “...ti procurerei dell'ulteriore disagio perché la tua parola ti impedisce di attuare il tuo piano?”

 

Dovette deglutire prima di rispondere mentre il viraggio facciale arrivava al termine: “Sì... te-temo che sia così. Ci hai a-azzeccato su... su tutta la li-li-linea.”

 

“Allora credo che sia meglio smettere di darti problemi, non sei d'accordo?”

 

“Viste le ci-circostanze... sì. Approvo la... decisione.”

 

Lei sciolse l'abbraccio concedendo all'altro di non trovarsi più con un corpo contro: “Bene, ma prima che mi rimetta i vestiti, c'è una cosa che vorrei che facessi.”

 

“Di... che si tratta?”

 

La vide mettersi un braccio davanti al seno: “Voltati e aspetta il mio segnale prima di rigirarti.”

 

Gli si sollevò un sopracciglio: “Aspetta... cosa?!? Perché?”

 

La femmina fece una smorfia: “Mi pare evidente, sono nuda!”

 

A questo, il biondo venne colto da incredulità mista a stupore e perplessità: “Ma... sei sempre stata nuda! Fin da prima che ci immergessimo! Perché importa ora?”

 

“Prima aveva un senso, ora non più. Dovevo metterti alle strette per sapere la verità e poi volevo divertirmi un po' come hai fatto tu quando mi hai fatto il tuo scherzo!”

 

“Que-questo non cambia niente! Mi sei stata vicina per tutto il tempo, ti ho già vista nuda, per quale... per quale ragione adesso dovrebbe essere... diverso?”

 

“Sono o non sono la festeggiata oggi?”


“Sì, ma...”

 

“Vuol dire che è la mia giornata. Giusto?”

 

“Certo, ma...”

 

Anche lei ora decise di mostrare le sue zanne: “Allora esaudirai questo mio desiderio.”

 

Naruto inclinò la testa in avanti sconfitto: “D'accordo, aspetterò che sia tu a dirmi di potermi voltare di nuovo.”

 

“Grazie, Anata!”

 

- - -

 

Avevano ripreso a navigare e si erano di nuovo sistemati lui a poppa e lei a prua. Tuttavia c'era qualcosa che incuriosiva il maschio: “Puoi spiegarmelo un'altra volta, per favore? Perché ti sei messa addosso solo il costume?”

 

“Ci metteremo un po' a rientrare, no? Ho deciso di approfittarne per asciugarmi bene prima di rivestirmi. Così i miei abiti non si bagneranno.”

 

“E allora perché le altre volte ti sei rivestita subito? Non abbiamo problemi con gli abiti, ci pensa il personale dell'albergo a sistemare tutto ogni volta che usciamo.”

 

“È vero, ma le altre volte non ci voleva tanto tempo a tornare a terra, questa volta sì. E non ho voglia di dare troppo fastidio agli attendenti.”

 

“Posso rispettosamente ricordarti che è il loro lavoro rimettere tutto a posto?”

 

“Certo che puoi, ma questa non è una scusa per non risparmiargli un po' di lavoro. Sappiamo tutti e 2 che il servizio di riassetto non è obbligatorio.”

 

“Vero, ma non vedo perché dovremmo lavorare noi quando c'è gente pagata per farlo al nostro posto. Ti ricordo che siamo in vacanza ufficialmente.”

 

“Mi conosci abbastanza per sapere qual'è la mia risposta. E cambiando discorso...” Si alzò per sedersi di fronte al vogatore: “...non ci ho fatto caso all'inizio ma... che fine ha fatto la bombola che avevi sulla schiena?”

 

“È finita sul fondo. L'ho tolta mentre risalivamo.”

 

“Cosa? E perché?”

 

“Beh... in primo luogo, perché mi sono alleggerito liberandomi del suo peso e poi...”

 

“E poi...?”

 

“Volevo lasciare un segno. Un segno del nostro passaggio.”

 

“Un segno? Che vuoi dire?”

 

“Quello è un giardino nato dall'amore di 2 persone, giusto?”

 

Lei annuì non conoscendo ancora il suo pensiero: “E, a distanza di non so quanto tempo, la manifestazione dei loro sentimenti è ancora visibile. Volevo fare una cosa simile anche per noi.”

 

“E hai lasciato la bombola vuota?”

 

“In quel momento non ho pensato ad altro. Avevo altre cose a cui pensare e comunque non avevo altri oggetti da lasciare come testimonianza.”

 

“Ma... una bombola? Non pensi che abbia potuto rovinare il fondale? E chi saprebbe che siamo stati in questo posto?”

 

“Per il fondale non mi preoccuperei, sotto di noi c'era solo sabbia, quindi non abbiamo alterato la vita di nessun animale e...” Smise di remare per prenderle delicatamente le mani fra le proprie: “...personalmente mi importa poco che altri sappiano di noi. Fintanto che ricorderemo l'esperienza e, magari, un giorno torneremo nello stesso punto proprio vedendo la bombola e rammentando quello che abbiamo fatto... mi riterrò pienamente soddisfatto.”

 

Aveva completato la frase sfoggiando un dolce sorriso venendo ricambiato dalla moglie con un sorriso simile: “Anata...”

 

“Principessa...”

 

Si baciarono sulle labbra senza scambiare ulteriori frasi o singole parole, il sentimento che li legava era più che sufficiente per comunicare in queste occasioni. E dopo questo momento di amorosa tenerezza o di tenero amore, la domanda di prima riemerse: “Adesso posso sapere cosa ci aspetta? Non mi hai detto cosa ci sarebbe stato dopo il bagno nella baia...”

 

“Vuoi davvero saperlo? Non ti piacerebbe goderti la suspense e sorprenderti sul momento?”

 

“Non ho detto di non voler essere sorpresa, sono certa che da parte tua o mia ci sarà qualche libera iniziativa, ma voglio comunque conoscere gli eventi che ci attendono.”

 

Lui riprese a remare con più lena: “E va bene, adesso torneremo in camera per lavarci e... se vogliamo... cambiarci. Ma io dovrò farlo per primo e su questo non si discute.”

 

“E perché? Di solito lasci lavare me per prima, perché oggi no?”

 

“Beh... qualcuno dovrà andare a prendere il pranzo e a preparare il servizio e, considerando che oggi sei la festeggiata, non mi verrebbe mai in mente di mandare te al ristorante.”

 

“Ah... quindi anche il pranzo sarà in camera?”

 

“Sì... ma non sarà il solito pranzo. Ricordi cos'è successo stamattina in bagno?”

 

“Ti sei moltiplicato e mi hai massaggiata tutta? Ti riferisci a quello?”

 

“Sì e no. Certo, ti ho massaggiata le braccia, le gambe, la faccia, le mani e i piedi ma mi hai anche elogiato per il mio lavoro. Quindi...”

 

La donna si stava incuriosendo sempre di più: “Quindi...?”

 

“Quindi... no. Sai cosa? Non ti dirò niente di specifico. Sai che pranzerai in camera e che ti riserverò un servizio speciale, questo dovrà bastarti~”

 

Lei mise di nuovo il broncio chiudendo le mani a pugno: “Nooooo! Voglio sapere! Dimmi di più! Che cos'hai in mente?!?”

 

Lui affrontò la faccia imbronciata con un sorriso da malvivente: “~Non lo saprai finché il pensiero non diventerà azione. Ed è inutile per te insistere~”

 

“Sei cattivo, Naruto-Kun!”

 

“No, è falso! E questo lo sappiamo entrambi, stai facendo tanta scena solo perché sei curiosa!”

 

Proseguirono il finto battibecco per tutto il tempo della navigazione. Perfino dopo essere sbarcati, la corvina continuò a fare la capricciosa ma il marito non cedette alle sue pressioni. Al contrario, trovò divertente il comportamento infantile e capriccioso della principessa. Poteva essere una manifestazione del fatto che, dietro la facciata ligia e contenuta, avesse finalmente capito di essere in vacanza e quindi libera di sfogarsi un po' senza temere che qualcuno potesse giudicarla o criticarla.

 

Se la presero comoda durante il resto del tragitto. Dopo qualche altra battuta, Hinata era caduta in un finto silenzio da arrabbiatura e il ninja aveva preferito mantenere l'equilibrio appena stabilito. In un certo senso sarebbe stato meglio anche per lei: se mostrava un'attitudine così ombrosa, il cambio d'umore che avrebbe avuto al momento della risoluzione del mistero sarebbe ancora più grande e soddisfacente.

 

Il silenzio rimase dominante fra di loro fino al momento in cui non furono di nuovo davanti al Dragon Hotel, fu la femmina a romperlo senza degnare il compagno di uno sguardo: “Io inizio a salire in camera, occupati tu di eventuali incombenze con la reception.”

 

Lui non diede troppo peso alla freddezza usata: “Come desideri, principessa.”

 

E così, mentre una si dirigeva verso l'ascensore apparentemente arrabbiata, l'altro procedeva spedito verso la fonte di ogni informazione in quel posto: “Salve, ci sono dei messaggi per me o o la mia compagna?”

 

“Nessuno, signore.”

 

“Bene... non ho avuto modo di vedere l'orario tornando qui, quanto manca al pranzo?”

 

“I nostri cuochi sono già al lavoro, dovrà attendere solo una decina di minuti.”

 

Lui ondeggiò la mano: “Non ho intenzione di mangiare qui, com'è successo stamane, prenderò un vassoio e me lo porterò in camera.”

 

“Capisco. Posso aiutarla in qualche altro modo?”

 

“Effettivamente sì. Saprebbe dirmi se, oltre al cibo, è possibile anche ordinare qualche bevanda in particolare? Non saprei, succhi di frutta o camomille o roba del genere...”

 

“Se vuole, posso mostrarle un catalogo.”

 

“La ringrazio molto, con la scusa... potrei sapere cosa c'è sul menù?”

 

- - -

 

Hinata era in attesa appoggiata sul davanzale della finestra, sperava che la sua scenata da bimba viziata avesse funzionato pur sapendo che il marito non si sarebbe mai arrabbiato con lei per qualche piccolo capriccio. Era ovvio che le sarebbe piaciuto sapere cos'aveva pensato ma il fatto che lui glielo avesse nascosto non era così grave come aveva tentato di palesare. E lui non era il solo a programmare le cose, anche lei aveva un suo piccolo piano da attuare e sapeva per certo che il maschio non sospettasse nulla. Si era preparata, quella mattina aveva fatto tutta quella scena senza abiti sia per conoscere la verità che per prepararsi psicologicamente al fatto di mostrarsi nuda davanti allo sposo in determinate circostanze.

 

Aveva scoperto di potercela fare, la ragazza timida e balbettante che si era confessata giusto prima di affrontare un avversario pericoloso come Pain era cresciuta ed era diventata molto più forte. E non solo fisicamente, anche prima che Naruto si confessasse aveva imparato a reggere il suo sguardo, anche se non per lungo tempo. E aveva fallito nel tentativo di confessare tutto quello che aveva dentro. Ma quello faceva parte del passato ormai. Avevano lottato insieme sulla luna, si erano fidanzati, avevano condiviso tanto anche in intimità ed erano finiti col diventare marito e moglie. Era cresciuta. E dopo un anno di matrimonio, magari sarebbe stata anche pronta a diventare qualcosa di più, una madre magari.

 

Le intenzioni che aveva ipotizzato il compagno le avevano dato la spinta finale. Se tutti e due erano predisposti per una cosa... allora avrebbero potuto farla. Ma per far sì che tutto avvenisse nel modo più magico e romantico possibile e che lui ricevesse la sorpresa migliore di tutta la vacanza, non avrebbe dovuto commettere errori nel recitare la sua parte.

 

Al suono della porta che si apriva, rimise in mostra il broncio senza però voltarsi. Non doveva essere lei la prima a parlare. E infatti non lo fu: “Allora, vedo che mi hai aspettato.”

 

La risposta arrivò senza che lei si voltasse: “Come mi avevi chiesto, potrò essere arrabbiata ma non sono dispettosa. Però avevi detto che questa era la mia giornata e che ogni mio desiderio sarebbe stato esaudito!”

 

“Vero, e non ho contraddetto nessuno di questi 2 dogmi.”

 

Decise di voltarsi ora e di mostrare tutta la sua frustrazione, anche se finta: “Allora perché non posso sapere cos'hai in mente?!?”

 

Lo sfogo mascherato parve non produrre risultati evidenti perché il maschio rimase con la stessa, placida espressione sorridente: “Lo sai, invece. Sai che il pranzo sarà servito in camera e che il servizio sarà speciale.”

 

“Ma non mi hai detto in cosa consiste la specialità di tale servizio! Era un mio desiderio e tu me lo hai negato!”

 

Lui sollevò e fece danzare un indice nell'aria a mo' di rimprovero: “Errore, non resterai all'oscuro della cosa, semplicemente sto aspettando per metterti al corrente di tutto.”

 

“E perché non potresti dirmi come stanno le cose adesso?!?”

 

Lui iniziò a dirigersi verso il bagno senza mai perderla di vista e senza che il suo sorrisetto gli sparisse dalla faccia: “~Perché intendo sorprenderti, principessa~”

 

Fu l'ultima replica, prima che lei potesse dire altro l'uomo svanì dalla sua vista chiudendo la porta dietro di sé. E solo quando sentì il rumore dell'acqua, Hinata distese i muscoli facciali tornando a sorridere lievemente: -Bene, se pensa che io sia arrabbiata e riesco a non far trapelare nulla... stasera sarò io a sorprendere lui. E ho la certezza assoluta che renderò entrambi felici, Naruto-Kun...-

 

Decise di attendere l'uscita del marito sedendosi al tavolo, doveva pensare a come reagire all'attuazione del suo piano, era certa che le avrebbe fatto piacere ma non poteva mica passare da arrabbiata a felice in un battito di ciglia. C'era del tempo per riflettere, il suo sposo ci avrebbe messo un po' a lavarsi se si fosse mosso con la velocità degli altri giorni quindi la domanda riprese a ronzarle in testa: come mostrare la gioia in modo naturale dopo aver mostrato tanta aggressività? Non era facile, le persone che cambiavano tono in modo repentino non le erano mai andate a genio e certamente non considerava sé stessa come una di quelle persone. Quindi come fare? Considerò e scartò varie ipotesi e strategie finché, proprio prima che Naruto uscisse dal bagno, non ebbe l'idea risolutiva.

 

Lui attraversò la stanza coperto dall'accappatoio senza cercare il contatto diretto ma, proprio prima di abbassare la maniglia della camera da letto, diede inizio ad un nuovo dialogo: “Sai che la tua attesa non durerà ancora a lungo, vero?”

 

La corvina continuò ad usufruire del tono duro usato fino a quel momento: “Certo che lo so! E quindi? Vuoi dichiarare la mano un attimo prima di scoprire le tue carte?”

 

“Certo che no. Ho solo pensato che la tua... rabbia, forse?”

 

“Fastidio! Fastidio e frustrazione!”

 

“Va bene, il tuo fastidio e la tua frustrazione potrebbero evaporare in maniera eccessivamente repentina. Quindi, mentre ero sotto la doccia ho pensato...”

 

“...di dimenticare tutto e metterci una pietra sopra, forse?”

 

“No, certo che no. Ma magari potresti rilassarti con un bel bagno e lasciare che fastidio e frustrazione scivolino via insieme al sale che hai ancora addosso. Chi lo sa come potresti reagire quando vedrai quello che sto preparando. E se svenissi per l'emozione come ai vecchi tempi?”

 

“Ohohohohohohoh... ti assicuro che questo rischio è nullo. Ormai non svengo più. Neanche quando ti presenti davanti a me vestito solo con un paio di boxer. Potrei arrossire e il cuore inizierebbe ad accelerare... ma non penso che otterresti molto altro. Ammesso e non concesso che otterresti queste reazioni.”

 

Lui aprì la porta iniziando ad entrare: “Vedremo... comunque pensa a quello che ti ho detto e... quando uscirai dalla doccia o dalla vasca... non usare un accappatoio, limitati a coprirti con una semplice tovaglia.”

 

Lei gli diede un'occhiata sospettosa e diffidente: “E perché dovrei fare questo?”

 

L'altro iniziò a richiudere la porta tenendo protesa in fuori solo la faccia ghignante: “Non lo so, magari potrebbe aiutarti a... goderti meglio la sorpresa che riceverai.” Detto questo, ritrasse la testa e chiuse la porta separandosi dalla moglie.

 

Quest'ultima, ora da sola e non sentita, ridacchiò sommessamente: -Potrei anche fare come hai suggerito, Anata... potrei anche farlo...-

 

Con un nuovo sorrisetto stampato in volto, l'erede di casa Hyuuga si alzò dal tavolo ed entrò nel bagno. Dove si liberò dei vestiti e del costume per poi entrare nella vasca, che nel frattempo si era riempita, e godersi un lungo bagno. L'idea era di finire dopo che il figlio di Minato avesse preparato ogni cosa. Non le sarebbe stato difficile portare a termine questa nuova missione, dopotutto doveva solo rilassarsi e lasciare che l'acqua e le essenze disciolte in essa facessero il loro lavoro.

 

Nel frattempo si sarebbe concentrata su cosa dire dopo che il suo avversario avesse mostrato la propria mano.

 

- - -

 

Passò una quantità indefinita di tempo, la donna aveva elaborato la sua strategia e aveva fatto rilassare anche la mente. Era certa che, prima o poi, il compagno si sarebbe fatto sentire o vedere. Doveva solo attendere.

 

E ad un certo punto, qualcuno bussò alla porta: “Hinata? Va tutto bene?”

 

Si trattava proprio della persona che voleva, fedele al suo piano, la corvina rispose in maniera adeguata: “Cosa vuoi? Adesso mi disturbi anche mentre mi lavo?”

 

“Volevo solo informarti che il pranzo è stato preparato e sarebbe un peccato far raffreddare tutta la roba che ho portato su. Ci sono anche un paio di bevande allegate.”

 

“E allora? Io non ho ancora finito!”

 

“Beh... allora forse dovresti sbrigati, non vorrai mica aspettare ancora di più prima di poter scoprire cosa ti aspetta, vero?”

 

A tale affermazioni, lei fu incapace di rispondere subito e le servì un secondo per superare lo stallo mentale, il marito era abile a sfruttare le parole degli altri: “Ce-certo che no! Non abbassare la guardia, ancora poco e sarò fuori. E comunque...”

 

“E comunque?”

 

“Sono ancora arrabbiata con te ma... potrei cambiare umore se quello che hai preparato mi soddisferà a dovere.”

 

“Sentire queste parole mi allieta, principessa. E... per dare il via al tutto manca solo l'ospite d'onore rappresentato dalla tua persona. Soltanto... ricordati di usare la tovaglia per coprirti.”

 

“Lo so! Smettila di continuare a ripetermelo!”

 

“~Come desideri, mia dolce mogliettina~”

 

Subito dopo sentì i suoni dei passi dell'uomo mentre si allontanava e capì che il momento era arrivato, non vedeva l'ora di vedere cos'altro l'ex membro della squadra 7 si era inventato per quel giorno speciale. Fece svuotare la vasca, si tirò su e, seguendo le direttive che le erano state date più volte, prese un asciugamano per coprirsi. Naturalmente la parte superiore del petto e le gambe fino a metà coscia erano perfettamente visibili ma l'ereditiera aveva fede nel fatto che il biondo non le si sarebbe avventato addosso. Arrivò davanti alla soglia del soggiorno ed afferrò la maniglia, era giunto il momento della verità: “Sto uscendo, è meglio che tu sia pronto!”

 

La risposta non fu meno ardita: “Per te, io sono sempre pronto!”

 

Infine la ragazza uscì dal bagno e, stranamente, trovò semplicemente il partner in piedi di fianco al tavolo con le braccia dietro la schiena. Niente oggetti più o meno strani in vista, niente abbigliamento eccentrico o eccessivamente scarno, niente cibo pronto... niente di niente. Solo il ninja. Tuttavia, lei non smise di recitare la propria parte e si mise le mani sui fianchi: “Beh? Cos'è, sono nel ben mezzo di un Genjutsu e mi è impossibile vedere certe cose o hai fatto tutta una montatura senza in realtà preparare niente?”

 

Lui non rispose, avanzando con calma le arrivò davanti e offrì un braccio: “Vuoi seguirmi?”

 

“Per andare dove?”

 

“A consumare il tuo pranzo, ovviamente.”

 

“Con solo una tovaglia addosso?!? E, se posso saperlo, dove intendi portarmi? Su qualche altra spiaggia segreta o in camera da letto?”

 

Lui sollevò il labbro superiore sorridendo e mostrando una fila di denti: “La seconda che hai detto. Ma posso assicurarti che non è previsto uno spogliamento da parte tua.”

 

L'informazione gli fece guadagnare un'occhiata arcigna: “Io sono già con poco o niente addosso e si vede! Che mi dici di te, invece? Nel tuo caso, è forse prevista una... rimozione dei vestiti per causa di forza maggiore?”

 

“Certamente no, a meno che tu non lo richiederai.”

 

“E perché dovrei richiedere una cosa del genere?”

 

Il biondo sollevò un momento le spalle: “Non saprei, magari per sentirti più a tuo agio. Una volta Sai mi ha detto che ci si sente meglio quando si sta con gente vestita nello stesso modo, non ho mai verificato questa teoria e non gli ho chiesto se lo avesse letto da qualche parte ma... tentar non nuove, giusto?”

 

L'espressione arcigna non scomparve: “Beh, ti assicuro che non è il mio caso. Non ho la minima intenzione di chiederti di spogliarti adesso e non l'avrò neanche più tardi.”

 

“Come dici tu...” Risollevò il braccio: “Adesso possiamo andare? Sarebbe un peccato far raffreddare dell'ottimo cibo appena cotto.”

 

“Sono d'accordo... sarebbe un peccato.” Poggiò la mano sull'avambraccio maschile e si fece guidare verso la camera da letto chiusa, aveva ancora la faccia contrariata ma era sicura che, qualsiasi cosa ci fosse oltre il pannello di legno, sarebbe stata sufficientemente sorprendente da semplificarle l'ipotetico cambio d'umore.

 

Arrivati davanti alla fantomatica porta, l'organizzatore del pranzo si fermò facendo fermare anche lei: “Adesso dovresti chiudere gli occhi.”

 

“Perché?”

 

“Beh... perché così l'effetto sorpresa durerà fino alla fine.”

 

“E mentre tengo gli occhi chiusi, cosa dovrebbe succedere?”

 

“Oh, entreremo in camera, faremo qualche passo e poi ti darò il segnale per riaprirli. Tutto qui, niente trucchi, niente imbrogli e niente spogliamenti.”

 

L'altra obbedì senza perdere il cipiglio: “Ecco fatto, adesso portami dentro.”

 

“Come desideri, principessa.”

 

Udì il rumore della porta in movimento e poi fu incoraggiata ad avanzare. Non l'aveva bendata e non le aveva messo una mano sulla faccia, se avesse voluto avrebbe potuto sollevare le palpebre e porre fine al gioco. Ma era proprio perché stava giocando anche lei che collaborò senza barare. Anche se la vista era momentaneamente fuori servizio, gli altri sensi erano ancora in funzione e, dopo aver varcato la soglia della stanza, il suo olfatto percepì qualcosa: “Aspetta, che cos'è questo?” Inspirò un paio di volte con rapidità: “Gelsomino? No... lavanda. C'è profumo di lavanda, dico bene?”

 

“Esatto, principessa, ho sparso un po' di profumo per la stanza. Sai, per dare un tocco in più all'atmosfera. Sapendo che ti piace questa essenza ed essendo oggi il tuo compleanno, non potevo mica evitare di usarla, no?”

 

“C-concordo... ma adesso posso aprire gli occhi?”

 

“Non ancora, prima fai un altro paio di passi.”

 

Ancora una volta, venne obbedito: “Ecco, adesso posso tornare a vedere?”

 

L'uomo si separò dalla donna facendo un paio di passi indietro: “Accomodati!”

 

Le iridi perlacee tornarono a vedere il mondo e quello che videro sorprese la loro proprietaria: il posto era illuminato da una flebile luce rosa che dava una buona illuminazione ma non era fastidiosa per la vista, sul comò c'erano due vassoi: uno era coperto di cubetti di vari colori, mentre sul secondo si trovavano tazzine o piccoli cubetti cartacei dotati di cannucce più o meno lunghe. Ma la cosa che sorprese di più la corvina fu la presenza di ben sei mariti. Ovviamente uno era l'originale, ma la presenza delle copie la lasciò interdetta. I tre pouf della stanza erano stati allineati a mo' di piccolo letto.

 

La figlia di Hiashi rimase momentaneamente senza parole mentre continuava a guardarsi intorno nel vano tentativo di capire cosa avesse architettato l'Eroe del Villaggio. Vedere tutti quegli elementi poteva significare tutto e niente, se si aggiungeva anche il fatto che lui avesse insistito così tanto perché lei uscisse con una tovaglia invece che col solito accappatoio... diventava ancora più difficile capire come tirare fuori il ragno dal buco. Ma la sua confusione non aveva influenza sugli altri occupanti della stanza, o meglio, sull'unico altro occupante della stanza: “Allora? Che tu sia sorpresa, si vede benissimo. La domanda è se la sorpresa è positiva o negativa. Di quale dei 2 casi si tratta?”

 

“Io... tu... co-cosa significa questo?”

 

Fu un clone a rispondere: “Come è stato anticipato, è ora di pranzo ma non sarà un pranzo standard, mentre tu starai comodamente stesa sul letto preparato...” Indicò i tre morbidi giacigli allineati: “...5 di noi si occuperanno di massaggiarti braccia, schiena, collo e gambe mentre l'originale si occuperà di darti da mangiare e da bere. La sola cosa che dovrai fare, a parte goderti il massaggio, sarà di masticare quando necessario e ingoiare. Puoi scegliere fra una vasta gamma di cibi già tagliati in cubetti e di bevande facilmente assimilabili grazie alle cannucce presenti. Oh, e naturalmente la tovaglia resterà sempre sul tuo corpo per non mostrare alcuna area... femminile. La cosa varierà solo dietro tua diretta richiesta. Ora siamo in attesa che tu prenda posizione.”

 

Lo sguardo le cadde sul letto menzionato: “Quindi... se ho ben capito... io dovrei mettermi lì sopra prona e farmi massaggiare e nutrire da... voi?” Non capendo bene quale fosse l'originale preferì non rivolgersi a nessuno in particolare. La risposta arrivò da un'altra bocca: “Esatto. Dal momento che avevi apprezzato il massaggio ricevuto questa mattina, l'unico vero ha avuto l'idea di offrirti un bis ancora migliore mentre consumi il tuo pasto.”

 

I Byakugan si posarono su un altro volto: “E... qual'è l'unico vero?”

 

“Perché vuoi saperlo?”

 

Lei preferì non far trapelare niente: “Perché voglio saperlo! È la mia giornata, esaudite la mia richiesta! Voglio che l'originale faccia un passo avanti!”

 

Seguì un momento di silenzio e poi un altro maschio, magari quello autentico o no, ebbe il coraggio di parlare: “...hai intenzione di colpirlo, per caso...?”

 

“Di certo non ho intenzione di svelare i miei intenti, che l'originale si faccia avanti o lo cercherò col Byakugan! E se dovrò farlo, prima di fare ciò che ho in mente, lo colpirò forte abbastanza da far sparire tutti i cloni presenti!”

 

Si scambiarono tutti un'occhiata quasi spaventata ma nessuno si mise in mostra. La festeggiata attivò la sua Abilità Innata: “Allora? Dov'è mio marito?”


All'apparizione di vene e venuzze ai lati degli occhi femminili, cinque su sei maschi indicarono all'unisono un unico elemento parlando in coro: “È lui l'originale!”

 

Il suddetto si ritrovò con la faccia rossa mentre il sorriso di poco prima svaniva per lasciare il posto ad uno sguardo spaesatamente spaventato. Tuttavia la corvina non si fece intenerire e gli fece cenno di avvicinarsi ghignando malignamente: “Coraggio, marito mio, non avrai mica pausa della tua tenera e dolce mogliettina...”


“...”

 

Incapace di articolare parola, raccolse tutto il coraggio che poteva e si fece avanti mentre una goccia di sudore si faceva strada sulla sua tempia destra. Gli altri si stavano limitando a tenerlo d'occhio: “Eccomi... sono... sono l'originale.”

 

Lei fece qualche passo avanti per diminuire la distanza ma sempre tenendo la tovaglia onde evitare che qualcosa venisse mostrato al momento sbagliato: “E dunque... io dovrei stendermi e farmi nutrire e massaggiare da te. È questo il grande piano che hai congegnato?”

 

Lui deglutì: “S-sì. No-non ti piace... co-come... i-idea?”

 

“Potrebbe piacermi... se una condizione verrà soddisfatta.”

 

“E... e qual'è questa... condizione?”

 

Gli occhi della femmina tornarono normali mentre lei si alzava sulle punte così da poter bisbigliare, con tono dolce, nel suo orecchio. Non che fosse necessario considerate le altre persone presenti, ma Hinata volle giocare fino all'ultimo: “Che sia tu a nutrirmi, Anata. Vedrò esaudita questa mia piccola richiesta?”

 

In un lampo tutto divenne chiaro per l'Eroe di Konoha, la moglie non intendeva minacciarlo o ferirlo, aveva solo scherzato con lui e la sorpresa le era piaciuta. A questo punto anche lui sorrise di rimando: “Certo che sì. È la tua giornata, dopotutto.”

 

- - -

 

“Mmmh... sei... sei bravo a... massaggiare...”

 

Alla fine le cose si erano messe in moto: Hinata si era stesa a pancia in giù con la tovaglia a copertura dell'area centrale del suo corpo e e i sei inservienti avevano preso posizione, uno le stava massaggiando il collo e si sarebbe occupato del resto della spina dorsale senza scendere troppo, due stavano dando sollievo e piacere alle gambe, altri due si stavano prendendo cura delle braccia e l'ultimo, l'unico che sarebbe rimasto alla fine dei giochi, era inginocchiato al suo fianco a passarle i cubetti di cibo usando due bacchette o a dissetarla in caso di evenienza.

 

Gli arti della donna erano distesi ben oltre i confini dei tre pouf ma non erano cascati o rivolte verso il basso: le abili mani dei suoi massaggiatori facevano sì che la sua muscolatura restasse nella posizione migliore onde evitare che si affaticasse o che avvertisse del disagio.

 

Era da poco dopo aver iniziato che la donna mugugnava complimenti o ringraziamenti, il piano aveva funzionato e tutti e due si stavano godendo un altro momento. Ovviamente Naruto stava ben attento a non superare i limiti che erano stati implicitamente posti e lo stesso facevano i suoi cloni. Non aveva ancora pensato a cosa fare dopo l'attuale fase.

 

Magari, nell'immediato, la compagna si sarebbe rilassata così tanto da addormentarsi ma dopo cosa sarebbe successo? Aveva in mente un progetto serale che includeva lui, lei e una totale assenza di vestiti ma era ancora solo una bozza, doveva plasmarlo a regola d'arte se voleva sperare di farcela un'altra volta. La signorina si era rivelata parecchio esigente: era praticamente tutta la mattina che lo provocava ma ogni volta che lui tentava di fare un passo in avanti, gli occhi perlacei diventavano uno strumento di tortura pronto all'uso. Era consapevole di avere delle colpe anche lui, l'interrogatorio che aveva subito quella mattina era dovuto alla sua piccola ed innocente bravata del giorno prima, se avesse saputo che la principessa se la sarebbe segnata al dito, forse avrebbe elaborato un sistema per tastarle il seno che non includeva la distruzione di parte del suo costume. Era anche vero che era stata lei la prima a cominciare comprando il nuovo modello e sfoggiandolo come se niente fosse. E poi si era spogliata davanti a lui. E si erano immersi. E non aveva osato tentare niente, pur guadagnando qualcosa alla fine. Aveva dato la sua parola ed era riuscito, nonostante le enormi difficoltà, a mantenerla.

 

Ed ora erano di nuovo a stretto contatto. C'era solo un pezzo di stoffa fra lui e il suo tesoro ma non era il momento di violare templi sacri, ora doveva solo godersi il momento facendo godere la sua metà e, magari, pensare a cosa fare nell'immediato futuro. C'era sempre la possibilità che, mentre lui era impegnato a rimuginare su questi pensieri, lei avesse già un suo piano per unirsi carnalmente a lui. Incapace di leggerle la mente, mise in pace la sua e sollevò una tazza di camomilla avvicinando la cannuccia alle labbra della sua amata: “Posso offrire un drink?”

 

Lei non aprì gli occhi, limitandosi a rispondere quasi mugolando: “Cosa... cosa offre la... casa?”

 

“Camomilla lievemente scaldata, non così calda da dare fastidio ma neanche così fredda da non essere piacevole da bere.”


“Accetto... l'offerta.” Agendo di conseguenza, mantenne aperte le labbra così da dare la possibilità all'altro di introdurvi la cannuccia e lui esaudì la richiesta.

 

L'ereditiera bevve qualche sorso prima di riaprire le labbra: “Mmmh... buona. È... davvero buona. Mi... mi piace molto.”

 

“Se lo desideri, ci sono anche altre bibite pronte da bere. Qui ho anche dei succhi di frutta.”

 

“Non ho molta... sete. Invece... vorrei un'altra cosa.”

 

“Che cosa, Hinata?”

 

“Potreste... massaggiarmi anche... frontalmente? Se mi girassi... sulla schiena... continuereste a... a farmi sentire... così bene?”


La richiesta fece bloccare tutti e sei i Naruto presenti in stanza. Anche l'originale ebbe un mezzo sobbalzo: “Aspetta... t-tu vuoi girarti col pe-petto verso l'alto e... e io... cioè noi dovremmo co-continuare a massaggiarti come abbia fatto... fi-finora?”

 

“Sì, tanto ci sarebbe sempre la tovaglia a coprirmi. Le mie aree intime resterebbero nascoste.”

 

L'originale diede uno sguardo ai cloni venendo ricambiato col medesimo sguardo presente sulla sua faccia: perplessità mista a tentazione con l'aggiunta di una punta di paura. Dopo un secondo di imbarazzante silenzio, seppe che risposta dare: “Ho... bisogno di consultarmi con lo staff, puoi... puoi attendere finché non... torniamo?”

 

Gli occhi perlacei erano sempre nascosti e il tono della voce rilassato: “Non... c'è problema.”

 

“Perfetto, dacci solo qualche... qualche minuto.”

 

Con gesti affrettati e nervosi, diede silenziosi ordini agli altri e gli arti della donna tornarono in posizione di riposo: le braccia allineate ai fianchi e le gambe mezze sporgenti oltre il pouf inferiore. Dopo uscirono tutti e il capo del gruppo chiuse la porta alle proprie spalle. Con la premura di non sbatterla: “Signori, abbiamo un potenziale problema.”


“Lo sappiamo, noi siamo te!”


“Cosa suggerite di fare, accettiamo o rifiutiamo?”

 

“Io ci sto! Ha parlato solo della tovaglia, vuol dire che non le dispiacerà se... uno o più di noi tasteranno i suoi pettorali.”


“Non sottovalutare quella donna! Magari adesso che è rilassata e coccolata ha detto così ma sono sicuro che, come me, ricorderai la scena che ha fatto sulla barca.”

 

“Certo che lo ricordo! Quindi che si fa? Le neghiamo questo piccolo desiderio durante la sua giornata sapendo quanto dispiacerà anche a noi?”


“Non ho detto questo...”

 

“Beh, allora dì qualcosa! Ci hai messo in guardia ma non hai offerto una strada alternativa!”

 

“Abbassa la voce, non voglio che mia moglie ci senta discutere!”

 

“Scusa, tu cosa pensi?”

 

“Dovresti saperlo, sei un mio clone.”

 

Intervenne un altro: “Certo che lo è, ma da quando ci hai creati abbiamo iniziato a pensare per i fatti nostri, non condividiamo più tutto.”

 

“La domanda resta sempre la stessa: è una trappola o no? Hinata ha davvero intenzione di farsi massaggiare le tette o vuole solo una scusa per puntarci con quei suoi occhioni micidiali e farci esplodere 1 dopo l'altro?”

 

Il clone di prima incrociò le braccia con faccia pensierosa: “È un bel problema. Mettiamo che desideri davvero che le massaggiamo il petto... sarebbe saggio chiedere una conferma, giusto per essere sicuri ed evitare situazioni indesiderate.”

 

“Davvero un'idea geniale! Ci vai tu da lei a dire: Tesoro, vuoi davvero che ti palpi il seno dopo tutto quello che è successo oggi attorno al tema? Ti faccio i miei migliori auguri!”

 

“La tua ironia non aiuta nessuno!”

 

“Beh, non lo fanno neppure le tue domande retoriche!”

 

“SILENZIO TUTTI!”

 

Ogni singolo clone smise di bisticciare voltandosi verso la matrice originale, quest'ultimo aveva uno sguardo serio e deciso: “Ho preso una decisione. Ora ve la rivelerò e tutti voi vi atterrete alle mia direttive, chiaro?”

 

Gli altri si limitarono ad annuire senza togliergli gli occhi di dosso: “Lo farò io. Mi occuperò io del petto e del ventre di mia moglie. Farò in modo di evitare di toccare parti compromettenti e se lei chiederà di andare avanti... farò come chiederà ma, in quel caso, avrò bisogno del vostro sostegno!”

 

Uno parlò per tutti: “Cosa ti aspetti che facciamo?”

 

“Se dovessi farmi sopraffare dal mio istinto e... fare cose non idonee all'occasione... saltatemi addosso. Lasciate perdere tutto quello che state facendo e fermatemi. Con ogni mezzo necessario! Siete in 5, questo vuol dire che avrete il vantaggio del numero in quella circostanza e quindi dovreste riuscire a sopraffarmi.”

 

“Stai scherzando, vero? Come ti aspetti che dei cloni mettano sotto l'originale?”

 

“So di essere in grado di annientarvi senza troppa fatica ma il mio augurio è che l'aggressione mi farà tornare sano quel tanto che basta per capire cosa stavo facendo e comportarmi di conseguenza. Siete con me?”

 

Distese la mano spalancata in avanti col palmo rivolto verso il basso e tutti lo imitarono mettendo le loro mani sulla sua prima di parlare all'unisono: “Puoi contare su di noi!”

 

“Ah... ci sarebbe ancora un piccolo dettaglio da chiarificare...”

 

Gli altri cinque biondi lo guardarono confusi mentre lui mostrava un ghigno crudele: “Voglio essere chiaro su questo punto: se a qualcuno dovesse venire in mente di fare mosse false... sparire in una nuvola di fumo sarà l'ultimo dei suoi problemi. Sono stato abbastanza chiaro?”

 

Ricevette altri cinque cenni di assenso tutti insieme.

 

Si decisero a rientrare e l'unico vero si fece avanti inginocchiandosi al fianco della donna ancora stesa a pancia in giù per sussurrarle all'orecchio: “Principessa, siamo tornati.”

 

“E qual'è la decisione? Posso girarmi?”

 

“Abbiamo ponderato tutta una serie di fattori e... sì, ti massaggeremo anche dall'altro lato ma... mi occuperò io del tuo busto, d'accordo?”

 

“Per me... va bene. Sarà piacevole.”

 

Non seppe dire se lo dicesse per sé stessa o per lui, quindi evitò di fare ipotesi basate sul nulla e proseguì col programma: “Adesso... mi faccio indietro e... mi volto, così potrai girarti e metterti comoda... se-senza che occhi indiscreti ti... ti diano fastidio. La stessa cosa fa-faranno anche i mi-miei... cloni. Puoi... dirmi tu quando sei pronta.”

 

“Va bene...”

 

Lui agì come dichiarato e raggiunse gli altri voltandosi verso la soglia e venendo imitato. Poi rimase in attesa. Sentì i rumori provocati dai movimenti della donna alle sue spalle e sapere che fosse a poca distanza da lui e, praticamente, senza nulla a nascondere le sue forme elegantemente sensuali o sensualmente eleganti non lo aiutò a mantenere la calma. Gli parve di restare in attesa per ore, finché non sentì di nuovo il suono della voce femminile: “Naruto-Kun, sono pronta. Potete venire.”

 

Fece un sospiro profondo prima di voltarsi: -Ci siamo...-

 

E poi ruotò su sé stesso insieme agli altri cinque, come se fossero un gruppo di ballerini addestrati. E dovette sforzarsi per tenere lo sguardo abbastanza alto: la femmina si era girata sulla schiena ma non aveva cambiato il verso del corpo. Di conseguenza le gambe, e l'apertura in mezzo ad esse, erano rivolte verso di lui e non erano coperte da nulla. E anche tenere lo sguardo più alto non rendeva la vita molto più semplice perché, pur non vedendo direttamente la carne della moglie, era possibile dedurre quali fossero le sue forme.

 

Trangugiando quello che gli si stava accumulando in bocca, i biondi si mossero in avanti all'unisono prendendo posizione intorno alla corvina. Lei era sempre con gli occhi chiusi e se non fosse stato per il suo sorriso, avrebbe dato l'impressione di essere addormentata.

 

Quattro cloni si misero al lavoro, le braccia e le gambe vennero di nuovo sottoposte al trattamento di prima e, com'era successo, un mormorio leggero fece comprendere che quanto stava avvenendo stava venendo anche apprezzato. C'erano però ancora due unità che esitavano a muoversi. Uno era il clone che si era inginocchiato vicino alla donna, insicuro su cosa offrire da bere e l'altro era il ninja reale impietrito davanti al petto nascosto della moglie.

 

Ci volle un altro profondo sospiro doppio prima che anche loro si mossero: il clone avvicinò di nuovo la camomilla alle labbra femminili e l'originale adagiò i palmi sulla tovaglia iniziando, con molta cautela, a massaggiare il ventre dell'altra umana.

 

Questa volta la reazione ottenuta fu il gorgogliare della camomilla, con la cannuccia ancora in bocca, la figlia di Hiashi non avrebbe potuto fare granché dopotutto e Naruto lo prese come un buon segno. Se non aveva reagito in maniera contraria, allora per il momento si stava comportando bene. Continuò a far scivolare le mani sul tessuto sempre più su fino ad arrivare quasi all'altezza del seno. A quel punto si bloccò un'altra volta, doveva decidere come agire ma non voleva sfidare la sorte lanciandosi in avanti alla cieca. Dovette pensare solo per un secondo prima di agire nel modo migliore che gli fosse venuto in mente.

 

Mantenendo il sangue freddo, iniziò a muovere le mani intorno ai globi carnosi pettorali della consorte ma tale mossa venne notata dalla portatrice del Byakugan: “Naruto-Kun?”

 

“C-cosa c'è, Hi-Hinata?”

 

“Perché... hai... hai cambiato sistema?”

 

“Sistema? Che vuoi d-dire?”

 

“Sei... mmmh... sei partito da... dalla pancia e sei risalito fino al... ah... fino al pe-petto. Pe-perché adesso hai... hai cambiato percorso... ah?”

 

“Beh... ci... ci sono... c'è il t-tuo seno più... più su e... e non volevo to-toccarlo.”

 

“Ah... ma voglio che... che mi massaggi a-anche quella parte. N-non schiacciare troppo m-ma... fallo. Ma-massaggiami anche il... mmmh... anche il petto. Pe-per favore.”

 

Gli occhi gli si spalancarono mentre sentiva su di sé gli sguardi degli altri cinque uomini presenti. Non poteva essere una trappola, si trattava di una richiesta esplicita. Sarebbe diventata una trappola se lui si fosse lasciato andare dando sfogo a tutti gli istinti che stava cercando disperatamente di tenere a bada. Dovette fare un altro sospiro profondo prima di riaprire le labbra: “Come... come desideri, pri-principessa.”

 

Le mani scivolarono verso la cima delle immaginarie colline della pianura bianca su cui si trovavano rasentando la superficie del tessuto e arrivarono al luogo stabilito. Ci fu un altro momento di stallo, come si supponeva che massaggiasse due tette senza che diventasse qualcosa di osceno o sensuale? Forse rimase fermo più a lungo di quanto avesse pensato perché la moglie si fece risentire: “Allora? Pe-perché ti sei... ah! Perché ti... t-ti sei fermato?”

 

“Pe-perdonami, adesso pro-procedo...”

 

Strizzò gli occhi pregando di nuovo il Saggio Delle Sei Vie per avere la forza di muoversi con la dovuta delicatezza. Strinse poco le mani palpando i globi pettorali e la proprietaria di essi emise un basso gemito. Tuttavia era chiaro che non fosse dispiaciuta e, vedendola sempre sorridente e con gli occhi chiusi, il biondo andò avanti e iniziò molto lentamente a far ruotare le sue zampe anteriori per massaggiare quella parte di corpo.

 

Poco a poco riuscì a muoversi in maniera più fluida, le piccole scosse di piacere che trasmetteva al corpo sotto di sé erano appaganti e comunque, fedeli alla parola data, le sue copie non lo perdevano mai di vista. Tutti e sei i maschi presenti erano così nervosi per diverse ragioni che, se fossero state delle corde di violino, avrebbero creato un suono al minimo tocco. E poi avvenne qualcosa che li sorprese tutti: ad un certo punto, Hinata si era addormentata.

 

Magari per la camomilla che aveva bevuto o per il piacere dei massaggi o per entrambe le cause, nessuno dei presenti lo sapeva, ma la donna si era placidamente addormentata. Aveva ancora il suo incantevole sorriso e le guance avevano una leggera sfumatura di carminio ma stava dormendo. Non gemeva più a causa del massaggio totale e stava respirando con regolarità tenendo le labbra leggermente schiuse. Il primo ad accorgersene era stato il clone addetto al suo sostentamento e aveva pensato bene di trasmettere la scoperta a tutti gli altri.

 

Si erano quindi fermati tutti adagiando gli arti rilassati nella maniera più confortevole possibile prima di uscire di nuovo facendo il minimo rumore possibile. Una volta riuniti in cerchio fra la soglia della camera da letto e il tavolo, l'originale prese la parola: “Bene, sembra che la cosa abbia funzionato e nessuno ha dovuto fare azioni improvvise.”

 

“È stata solo fortuna! Quando hai messo le mani sul seno, abbiamo avvertito tutti l'ondata tentatrice di emozioni che ti ha travolto!”

 

“Vero, lo confermo!”

 

“Anch'io, l'ho avvertita anch'io!”


“Sì! Ho sentito come un'onda che mi investiva...”

 

“D'accordo, basta! So bene cosa mi è successo quando ho messo le mani lì ed essendo mie copie, anche voi ne avete percepito gli effetti.”

 

“Non solo quello, se non ti avessimo fulminato con lo sguardo, adesso noi non saremmo qui a discutere e lei non sarebbe di là beatamente addormentata. Dovresti riconoscerci dei meriti, quando lo abbiamo.”

 

“Va bene, va bene... se non fosse stato per voi probabilmente avrei...”

 

“...tolto via la tovaglia e agguantato direttamente il seno di mia moglie.”

 

“...messo da parte ogni indugio per controllare se avesse del latte.”

 

“...strappato via i miei vestiti per fare l'amore con lei.”

 

“...sollevato Hinata per poi farle sentire quanto fossi pronto a creare una famiglia.”

 

“...eliminato tutto quello che c'era fra noi e avrei fatto di 2 una cosa sola.”

 

“HEY! Basta così! Non siamo qui ad ipotizzare cosa avrei potuto fare se fossi stato da solo!”


“Certo che no, tu vuoi sapere cosa fare ora, vero?”

“...devo davvero rispondere? Non siete tutti parte di me?”

“Se fosse come dici, allora perché consultarci?”

“Perché più teste sono meglio di 1!”

“Anche se le teste sono tutte uguali?”

 

“Quello è solo un dettaglio marginale. E comunque... cosa dovrei fare adesso? Non posso mica lasciarla lì così.”

“Perché no? Quando si sveglierà potrà vedere con i suoi stessi occhi che non ti sei approfittato di lei mentre dormiva.”

“Non è questo il punto. E se si muove dormendo e cade a terra? Come la metti in quel caso?”

“Beh... io...”

“Avrei un suggerimento!”

Naruto si voltò alla sua sinistra: “Sentiamo!”

“Potremmo... no, adesso che ci penso, è meglio di no.”

“Cosa? Sentiamo, magari potrebbe essere una buona idea.”

“Ne dubito fortemente ma... visto che insisti... avevo pensato che potremmo collaborare tutti insieme e metterla sul letto dopo averla... vestita.”

 

Lo sguardo degli altri cinque fu più che eloquente: “...”


“Ve lo avevo detto che era meglio di no.”

“Qualcun altro ha un'altra proposta da fare?”

“Perché non avviciniamo i pouf al letto, tu ti spogli e ti stendi sul bordo? Così quando Hinata si sveglierà ti troverà nel suo stesso stato!”

“Sì! Ottima idea! E dopo attiverà il Byakugan e mi farà pentire di essermi spogliato! Lo capisci o no che è tutto il giorno che gira intorno al mio desiderio di unirmi a lei?!?”

“Scusa, con l'altro non ti sei arrabbiato così!”

“L'altro si era già reso conto di aver fatto uno sbaglio, tu no!”

“Hey, smettiamo di litigare. Credo di avere io una buona idea.”

Il clone attirò l'attenzione generale: “E sarebbe?”

“Come ha detto il mio collega, collaboriamo per spostare Hinata ma non per vestirla. Ci limiteremo a metterla sul letto. Così com'è ora, non le toglieremo nemmeno la tovaglia dal corpo. Così non correrà il rischio di cadere se si muove nel sonno. Che ne pensi?”

 

“E io... che dovrei fare? Dove dovrei trovarmi nel frattempo?”

 

“Non lo so. Di certo non devi spogliarti e metterti al suo fianco, come hai già enunciato, otterresti solo di rischiare di essere colpito con la tecnica del Pugno Gentile. Pensa a quanta camomilla ha bevuto, starà dormendo alla grande e probabilmente non si sveglierà molto presto. Questo dovrebbe anche darci una sicurezza in più sul fatto che non si sveglierà se la spostiamo con attenzione.”

 

“Beh, magari hai ragione ma la domanda rimane, dove dovrei stare io?”
 

“Non chiederlo a me! Sei tu il Naruto originale! Noi non siamo altro che tue copie, abbiamo un'autonomia limitata e scarsa facoltà decisionale! Come ho detto, avrai un bel po' di tempo per pensare alla prossima mossa, intanto dimmi se la mia idea ti soddisfa!”

 

“Sì, cioè... va bene. Possiamo mettere Hinata sul letto...”

 

“Perfetto! Iniziamo a fare quello, allora!”

 

Si rimisero in moto e tornarono della stanza alle loro spalle, l'erede di casa Hyuuga era ancora nel mondo dei sogni e non sembrava che si fosse mossa. Collaborarono tutti e sei e la festeggiata venne adagiata al centro del letto a forma di cuore dando l'impressione di non essersi lontanamente accorta di essere stata sollevata e trasportata da un'altra parte. Tutti i maschi decisero di lasciare l'ambiente senza portare via i vassoi con ancora sopra dei cubetti di cibo e un paio di tazze, spostare quella roba avrebbe provocato dei rumori e l'ultima cosa che desideravano era disturbare il sonno della principessa.

 

- - -

 

Passarono le ore e la portatrice del Byakugan riaprì pigramente gli occhi senza neppure tirarsi su. Si rese conto di non essere più nello stesso posto di prima perché aveva allargato le braccia e non era protese nel vuoto, in più aveva un cuscino sotto a testa. Tuttavia riconobbe il luogo in cui si trovava e capì di essere sul letto.

 

Però, guardandosi intorno, non vide il marito. Dov'era finito?

 

La risposta le giunse dall'esterno prima che la potesse ipotizzare dall'interno: “Buonasera, principessa. Hai dormito bene?”

 

“Cosa? Naruto-Kun?” Sollevò solo un po' la testa per vedere il marito seduto su un pouf vicino al comò, vide anche che i vassoi di prima si trovavano ancora lì. Si stropicciò gli occhi con una mano: “Per... per quanto tempo ho... dormito?”

 

“Qualche ora, direi. Era ora di pranzo quando hai iniziato a mangiare ed ora il sole è tramontato da un pezzo. Ritengo che la camomilla che hai bevuto ti abbia fatto fin troppo effetto o avessi bisogno di parecchio riposo. O entrambe le cose.”

 

Lei fece un piccolo sorriso di scuse prima di puntare i gomiti ed iniziare a sollevarsi ma il compagno la fermò rizzando un braccio e spalancando una mano: “Aspetta! Non... non muoverti ancora.”

 

L'altra non capì: “Perché?”

 

“Beh... hai s-solo la... to-tovaglia di prima addosso. S-se ti alzi così... non resterà in posizione.”

 

“Ah!” Abbassò lo sguardo e arrossì lievemente quando le sue iridi confermarono le parole appena sentite, tuttavia fu la stessa persona che aveva fatto notare il problema ad offrire una soluzione: “Ascolta, qui ci sono ancora abbastanza cubetti per cenare. Io ho già favorito, avrei voluto mangiare con te ma... vedendoti dormire, non ho voluto disturbarti.” Si alzò in piedi avvicinandosi alla porta: “Io adesso... faccio un giro. Tu... accomodati pure a mangiare o bere e magari... puoi... potresti approfittarne per vestirti o... o cose del genere. Io... io starò via un po' co-così avrai tutto il tempo per... fare quello che devi fare. Al... al mio ritorno passerò dal bagno per darmi una rinfrescata e p-poi busserò se non ti vedrò in soggiorno. V-va bene?”

 

La partner, ora con una mano a tenere la sua copertura a posto sul letto, si mise seduta ed annuì: “Va... va bene, Naruto-Kun.”

 

Il figlio di Minato sorrise annuendo a sua volta: “Bene, allora io... vado. Ci... ci vediamo dopo.”

 

Aprì la porta e lasciò la stanza richiudendola dietro le sue spalle. Hinata rimase per qualche momento a guardare il punto in cui era sparito il marito ancora non pienamente sveglia ma con le idee che si stavano facendo sempre più chiare. Avrebbe cenato da sola, come aveva suggerito lui, magari poi si sarebbe data una sciacquata alla faccia e una ordinata ai capelli. E poi si sarebbe preparata per la notte.

 

Per la notte e per il marito. Dopo tutte le prove che aveva superato quel giorno, si meritava un premio speciale e poi... era il suo compleanno, fare l'amore quella notte sarebbe stato indimenticabile e speciale.

 

- - -

 

Anche stasera, il cielo era limpido: c'erano solo un paio di nuvole isolate nella volta celeste e non nascondevano alla vista le decine di migliaia di stelle o la luna argentea che offriva un grande cerchio di luce in mezzo al cielo scuro.

 

Naruto era appoggiato su un passamano a si stava godendo la vista del cielo e dell'oceano in costante movimento accarezzato dalla brezza notturna. Tuttavia, anche se il corpo si stava rilassando dopo le tese ore precedenti, la sua mente era in fermento.

 

La giornata stava per finire e, pur avendo sfiorato la sorgente della sua gioia innumerevoli volte, non era mai riuscito a raggiungerla veramente a causa di ostacoli sempre diversi. Eppure, il primo di questi ostacoli era stata la stessa sorgente che cercava disperatamente di raggiungere. Il primo tiro mancino era stata l'immersione e la discussione avuta prima di essa, gli era costato uno sforzo enorme dire le cose giuste al momento giusto e non sopprimere ogni controllo una volta in acqua. Poi lei aveva continuato. Era vero che lui aveva suggerito il massaggio in certe condizioni con tutte le conseguenze allegate ma era stata lei a volersi girare e a chiedere che andasse fino in fondo.

 

A suo modo, la situazione lo stava facendo impazzire. Si era ripromesso di trovare un modo per unirsi a lei quella sera ma... nessuna idea valida era uscita dalla sua testa. C'era sempre la possibilità, seppur molto remota, che l'ereditiera avesse un suo piano per portarselo a letto ma, visti i recenti sviluppi, stava cominciando a pensare che al suo ritorno l'avrebbe trovata di nuovo addormentata o comunque non desiderosa di fare certe cose.

 

Era così assorto che all'inizio non si accorse di una voce che gli risuonava in testa: -...Hey...-

 

-...-

 

-Hey!-

 

-Sì, sì... cosa vuoi?-

 

-HEY!!!-

 

L'urlo mentale gli fece spalancare gli occhi come se fosse stato sorpreso alle spalle da un attacco nemico: -Ah! Oh, Volpe...-

 

-Oh, Volpe... È TUTTO QUELLO CHE HAI DA DIRE?!?-

 

-Evita di urlare, non sono dell'umore giusto per sorbirmi i tuoi rantoli serali!-

 

-NON CI PROVARE! NON OSARE ANDARTENE COSÌ!!!-

 

-Si può sapere che vuoi?-

 

-CHE TU MI LIBERI DA QUESTA SPECIE DI COLLARE! MI SI STA DEFORMANDO IL MUSO A FURIA DI FISSARE IL PAVIMENTO!!!-

 

-Pavimento? Oh... giusto, è per la storia di Hinata e dei tuoi insulti.-

 

-NON MI INTERESSA PER CHE COS'ERA! LIBERAMI DA QUESTO DANNATO AFFARE! NON NE POSSO PIÙ!!!-

 

Fisicamente l'ex allievo di Kakashi chiuse gli occhi e si ritrovò davanti al Cercoterio, bloccato col volto al suolo. L'umano gli si avvicinò con calma fino a raggiungere l'occhio non rivolto verso il basso: -Allora, ci siamo pentiti di quello che abbiamo detto?-

 

-SMETTILA DI FARE IL FILOSOFO E LIBERAMI DA QUESTO DANNATO AFFARE! TI HO DETTO CHE NON NE POSSO PIÙ, È TUTTO IL GIORNO CHE STO IN QUESTA POSIZIONE!!!-

 

-Ripeto, ci siamo pentiti di quello che abbiamo detto?-

 

-SAPPIAMO ENTRAMBI CHE NON MI PENTO MAI DI NIENTE QUINDI PIANTALA DI FARE IL BAMBINO E TOGLIMI QUEST'AFFARE DAL COLLO!!!-

 

L'uomo la guardò annoiato per qualche secondo e poi, voltandosi, fece sollevare ciò che la teneva bloccata. Il demone si sollevò sgranchendosi il collo ma lui si voltò dall'altra parte e si incamminò per lasciare il luogo: -Cerca di non fare troppo rumore, stasera non sono dell'umore adatto per le tue sfuriate...-

 

Ritornò in sé aprendo di nuovo gli occhi e trovandosi ancora davanti l'acqua, il cielo, le stelle e la luna. Era passata quasi un'ora da quando era uscito, sicuramente Hinata aveva fatto tutto quello che doveva fare, sospirò sconsolato e si incamminò per tornare al Dragon.

 

- - -

 

Non sapeva come o perché, in reception c'era sempre qualcuno disponibile. Non si trattava della stessa persona ovviamente, ma magari avevano del personale pronto a servire chiunque a qualsiasi ora. Mentre saliva le scale si chiese per un attimo se Mugetsu avesse passato qualche altro guaio ma il pensiero passò veloce com'era arrivato: oggi si sarebbe dedicato esclusivamente alla sua sposa, la missione sarebbe tornata ad essere una priorità domani.

 

Entrò nella suite cercando di fare il meno rumore possibile, le luci del soggiorno erano spente e non sembrava che ci fosse qualcuno in bagno, probabilmente la corvina si era rimessa a dormire dopo aver fatto le sue cose come aveva teorizzato. Si diresse verso il bagno con l'idea di fare una doccia veloce, se la giornata era finita non aveva senso ridurre il tempo per dormire. E non aveva neppure voglia di stare ammollo in acqua per tanto tempo.

 

Fu mentre l'acqua gli scorreva addosso che ebbe un lampo di genio, o almeno così lo avrebbe definito lui: non si era preso un cambio e nemmeno dei boxer, per farlo sarebbe dovuto entrare nella stanza da letto dove si trovava la sua partner. Ma, dal momento che si sarebbe dovuto recare lì in ogni caso, chi glielo faceva fare di cercare degli indumenti? Avrebbe comunque dovuto bussare e, se la ragazza fosse stata sveglia, ci sarebbe stata l'occasione per fare un ultimo tentativo. Lei avrebbe condiviso il suo desiderio, erano marito e moglie dopotutto. Si erano già visti nudi in più di un'occasione e avevano anche avuto dei rapporti sessuali. Magari all'inizio avrebbe fatto un po' la scontrosa tirando di nuovo in ballo l'incidente del costume, ma la speranza era di convincerla della bontà della sua proposta, proprio come aveva fatto a pranzo.

 

Anche in quel caso, lei era partita imbronciata e con mille riserve ma poi era arrivata a farsi massaggiare il seno. Doveva essere un segno o almeno significare qualcosa.

 

Nel giro di dieci minuti si era lavato, messo l'accappatoio e dato un'asciugata. Adesso era il momento della verità. Attraversò a grandi passi l'ambiente intermedio e dette due colpi di nocche alla porta.

 

“Entra pure, Anata...”

 

Il tono della voce di Hinata era stranamente invitante, era rimasta ad aspettarlo? Se fosse stato così le sue probabilità di finire la giornata insieme sarebbero aumentate del 300%. Fiducioso che quello che aveva sentito non era un Genjutsu, abbassò la maniglia e aprì la porta. La luce era spenta e riuscì solo a vedere la silhouette scura della moglie davanti al loro giaciglio: “Hinata, ma cosa...”

 

Stava per fare un passo avanti ma la donna lo fermò: “No, Anata, non muoverti. Non ancora.”

 

Lui ubbidì: “Ehm... cosa c'è che non va?”

 

“...accendi la luce prima di venire avanti.”

 

Sporse il braccio per raggiungere l'interruttore: “Come... desideri.”

 

Lo premette e la luce si accese, ma non nella solita modalità: invece di illuminare l'ambiente a giorno, dalla lampada venne emessa una flebile luce rosea che illuminò lo spazio intorno ma solo lievemente e dando al colore di ogni superficie una sfumatura rosata. Dopo aver giusto fatto caso a questo dettaglio, Naruto guardò davanti a sé e ciò che vide lo lasciò senza parole e con bocca ed occhi spalancati.

 

Come aveva intuito già al buio, Hinata era in piedi davanti al letto. Nuda. O meglio, non aveva addosso indumenti convenzionali: si era messa in testa un buffo cappello che avevano acquistato rosso e bianco con una pallina sulla punta cornea e dei guanti della stessa fattura abbinati. E anche il resto del corpo non era del tutto scoperto, un lungo nastro azzurro era avvolto sulle sue membra in modo da nascondere alla vista le sue aree più sensibili ed era tenuto su da un fiocco in mezzo al petto e dai due lembi nelle sue mani. Completavano l'opera d'arte la posa che la donna aveva assunto, una lieve spolverata cremisi sul suo sorriso e il fatto che il suo seno sembrasse quasi oppresso dal nastro, forse avrebbe chiesto aiuto se fosse stato dotato di una bocca.

 

In ogni caso, Naruto non rimase fermo a pensare. Mentre il suo cuore iniziava a pompare sangue in alto e in basso, le gambe lo portarono fino alla sua metà lasciando solo pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra. Fu la femmina a rompere il silenzio con una risata zuccherina: “Hai contribuito a rendere questa giornata memorabile, Anata. Adesso però vorrei che anche la notte in arrivo diventi per noi un ricordo inestimabile e... dopo tutto quello che hai fatto per me e le prove che hai superato, ritengo che ti sia guadagnato il diritto di condividere con me quest'ultimo punto del programma.”

 

Per alcuni secondi non ci fu risposta, gli occhi azzurri del maschio vagavano senza una direzione precisa sulla forma di vita davanti a loro. Ogni tanto si soffermavano sugli occhi perlacei, a volte indugiavano sul seno compresso e ogni tanto attraversavano l'intera superficie cutanea della donna alla ricerca di un'impurezza che sapevano assente.

 

Alla fine furono faccia a faccia, tutti e due sorridendo dolcemente. Poi lui parlò: “Farò come desideri, mia principessa. Ma prima libererò entrambi da ciò che presto sarà d'intralcio.”

 

Dicendo questo, scosse con lentezza le spalle facendo cadere dietro di sé l'accappatoio e mostrando alla moglie l'effetto che stava avendo su di lui ma non si fermò lì. Subito dopo essersi liberato da ogni restrizione, alzò la mano e tirò il fiocco con la stessa velocità che aveva usato per denudarsi.

 

E quando la stretta che le opprimeva si allentò, le mammelle della corvina si liberarono di ciò che le aveva coperte danzando sul posto e rimostrando il loro vero volume. Tutto questo avvenne sotto lo sguardo di un paio di dischi di cielo e due perle appiattite. Dopo, la distanza che separava i due sposi venne eliminata da un movimento condiviso e la loro vista perdette momentaneamente utilità.
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Note d'Autore: dunque... nella mia visione, questo capitolo sarebbe dovuto essere caricato circa un mese - 3 giorni fa. Si supponeva che uscisse in rete il giorno del compleanno della signorina (dal momento che lo avevo fatto apposta) e invece, fra ritardi e problemi e mancanza d'ispirazione e torpore mentale ecc ecc... è venuto fuori oggi. Forse avrei avuto qualcosa da dire su determinate parti del capitolo ma è passato così tanto da quando l'ho iniziato che non riesco a rammentare tutto. Ora, ammesso e non concesso che c'è ancora qualcuno che si ricorda di questa storia, mi farebbe piacere e mi sarebbe anche d'incoraggiamento se chi legge lasciasse una recensione. Anche solo per dirmi se è stato bello o no. Mi aiuterebbe molto sapere che c'è altra gente che ha un'opinione oltre a LNZ_nh (che ringrazio tantotantotanto) e mi spronerebbe a lavorare meglio e di più. Scritto questo, buona lettura...

 

   
 
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