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Autore: NikkiLu    28/01/2021    1 recensioni
Tratto dal prologo:
Mentre mi prendevo cura della mia bellissima bambina addormentata mi sentì osservata.
“Che c’è?” Alzai lo sguardo puntando i miei occhi in quelle pozze verdi che ancora mi fregavano. Maledizione.
“Perché?” Rispose subito guardingo.
“Non lo so.. mi guardi”
(...)
Se quattordici anni fa mi avessero detto che sarei finita con lo sposare l’odioso fratello maggiore della mia migliore amica dai tempi del liceo, Alice, gli avrei risposto con una sonora risata. Se due anni fa mi avessero detto che saremmo finiti con il lasciarci avrei fatto una risata ancora più forte.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 2

 

Pov Bella

 

 

La settimana proseguì tranquilla, nonostante il turbolento inizio, almeno fino al giovedì quando di ritorno da casa di mia madre un pò più tardi del solito (era lei che si occupava di Lizzie dopo la scuola) incontrai James nell’atrio, il quale mi aveva raccomandato un suo amico meccanico che nel giro di poche ore era riuscito a risolvere il problema della mia auto.

“Buonasera Signorine- ci accolse con un sorriso stampato in faccia- Bella ho visto che hai risolto con la macchina. Spero che tu ti sia trovata bene con Dean, a volte sa essere davvero brusco ma nel suo settore è davvero il numero uno.”

“È stato fantastico e soprattutto estremamente rapido! Grazie ancora- ero sinceramente grata a James per il suo aiuto, non mi ero mai trovata a dover gestire un problema del genere per questo continuavo a sentirmi in debito con lui- ora però devo trovare il modo di sdebitarmi.”

“Ma figurati!” 

“Insisto davvero- poi mi venne in mente un’idea- Lizzie che ne dici di offrire una pizza a James per essere stato così gentile con noi lunedì mattina?” 

“Si! Si! Si! La pizzaaa-mia figlia iniziò a saltellare sul posto-andiamo da Mario? Dai mammina ti prego, ti prego”

“Adoro la pizza di Mario!-Rispose prontamente James facendo impazzire mia figlia-accetto volentieri.” 

Guardai l’orologio erano quasi le 20.00 “ va bene se andiamo subito? Domani mattina c’è scuola..”

“Va benissimo, ho una certa fame”

Lasciai lo zainetto di Lizzie a Steve, il nostro portiere, per evitare di portarcelo appresso e ci incamminammo verso il ristorante che era a un centinaio di metri.

 

Poco dopo le nove uscimmo da locale. James si era trasferito a Seattle circa due anni prima per motivi lavorativi, era un amministratore delegato e aveva 36 anni. Ed era carino. Molto carino. Ma cosa andavo a pensare? Non potevo permettermi quei pensieri! Io aveva una figlia e avevo un..un Edward. 

Liz camminava a pochi metri di distanza da noi sul marciapiede.

“È dura?”

“Cosa?”

“Crescerla da sola..”

“Uhm. Direi di no. I miei genitori mi aiutano tanto, anche Edward fa quello che può, quello che gli permette il lavoro. E anche la sua famiglia è fantastica. Soprattutto mia suocera...-mi accorsi un attimo dopo aver pronunciato quelle parole di aver fatto una gaffe- volevo dire ex suocera-chiarì arrossendo, riprendendo subito a parlare sperando che non se ne accorgesse-poi piano piano ci fai l’abitudine, devi solo trovare il giusto equilibrio. Devo ammettere però che sono molto fortunata anche con lei...”conclusi indicando mia figlia.

“È fantastica” disse riferendosi alla mia piccola peste.

“Già”

Entrammo nel palazzo e dopo aver recuperato lo zainetto prendemmo l’ascensore e ci congedammo una volta che le porte si aprirono sul nostro piano.

“Grazie ancora della pizza, adesso spero che la smetterai di ringraziarmi..” 

“La smetterò”

“Ciao James! Buonanotte” urlò mia figlia correndo verso il nostro appartamento.

“Buonanotte” dissi sorridendo. 

“Buonanotte Bella.”

 

 

Il venerdì rimasi a casa, rilassandomi davanti alla televisione con un buon bicchiere di vino, ok forse anche 4. Il sabato sera lo passai con Rosalie, moglie di Emmett (fratello di Edward) e Alice, la mia ex cognata, in un localino alla moda. La nostra amicizia prescindeva dalla nostra ex parentela acquisita dato che ci conoscevamo da tanti anni. Come avevamo fatto a rimanere così unite dopo che era esplosa la bomba? Tenendo a mente una semplice regola: vietato nominare Edward. 

La giornata di domenica invece la trascorsi in gran parte a casa dei miei genitori, dove passai l’intero pomeriggio immersa nel lavoro: cercai di trovare una soluzione valida per i signori Newton (in tema di offerte e controfferte) e organizzai il piano settimanale, cecando di raggruppare gli appuntamenti onde evitare di trovarmi a correre da un lato all’altro della città come una pazza nello stesso giorno. 

Se non si fosse capito cercavo di rimanere da sola il meno tempo possibile e di tenermi sempre occupata per evitare di pensare.

La verità è che mi mancava la mia vita di prima. Le domeniche passate nella grande casa nel Queen Anne Hill della famiglia Cullen, contornata da un immenso giardino e con una vista mozzafiato, i sabati a fare shopping con mio marito e mia figlia.

 

Verso l’ora di cena decisi di scrivere a Edward.

Edward se siete a casa passo io a prendere Liz questa sera tanto sono già fuori. Alle 21 sarò lì. 

 

Ok.

 

Alle 21.05 parcheggiai davanti al grattacielo che ospitava l’appartamento di Edward e anche quello dove convivevano Alice e Jasper. 

Suonai al campanello una volta arrivata al ventesimo piano e non fui così sorpresa quando fu Alice ad aprirmi la porta. 

“Mamma!!” Lizzie mi corse incontro.

“Tesoro! Come stai? Ti sei divertita con papà??”

“Oh si, tantissimo”

“Ora da brava vai a prendere le tue cose e saluta tutti”. Lizzie corse verso quella che era la sua cameretta seguita dagli zii. 

Entrai in casa e trovai Edward in piedi in salotto con un espressione strana in volto. Non si degnò nemmeno di salutarmi. Era serio, tremendamente serio. 

Fissai Edward in attesa che iniziasse a parlare ma lui si limitava stare immobile come una statua con le braccia conserte e quell’espressione in volto.  Decisi di aprire bocca per prima. “È successo qualcosa?”

“Non lo so, dimmelo tu. C’è qualcosa che devi dirmi?”. Lo guardai sbigottita, alzando le sopracciglia, sinceramente confusa “c’è qualcosa che dovrei dirti?”

“Da quando giochi alla famigliola felice con quel tizio?” Continuavo a non capire. Famigliola? Quale tizio? “Sei forse impazzita?!?!” Concluse, avvicinandosi a me e alzando decisamente il tono di voce.

“Mamma?”

Liz fece il suo ingresso nel salone con Jasper e Alice, i quali capirono subito che c’era qualcosa che non andava. “Tesoro che ne dici di aspettare la mamma in casa dagli zii? Lo zio Jazz ti ha preso una cosa..” esclamò Alice entusiasta, cercando di deviare l’attenzione di mia figlia. “Ti va?”

“Siiii!” 

“Cinque minuti e arrivo” cercai anche io di rassicurarla con un sorriso anche se ero palesemente confusa per quello che stava accadendo.

Lizzie salutò suo padre, che per pochi secondi sembrò tornare quello di sempre. Si abbracciarono, poi la piccoletta corse fuori dall’appartamento seguita a ruota dagli zii. Alice prima di andare mi lanciò uno sguardo comprensivo. Oltre che essere una grande amica era anche una grandissima zia. La ringraziai mentalmente per averla portata via. 

“Vedo che hai afferrato al volo il concetto di non litigare davanti a lei!-sibilai furiosa-che diavolo ti prende si può sapere?!”

“Isabella smettila di fare quella che cade dalle nuvole! Hai portato mia figlia fuori con un’altro uomo e dovrei fare finta di niente?” Concluse furioso.

Ah. Ecco qual era il problema.  Capì quale fosse il nocciolo della questione ma non riuscì a comprendere per quale motivo fosse così arrabbiato. James non era un potenziale fidanzato che avevo presentato a mia figlia senza prima consultarlo. Che razza di persona credeva che fossi? “Quindi?”

“Quindi?” Mi fece eco sconvolto in volto.

“Edward non so cosa ti ha detto Liz ma..” 

 Mi interruppe bruscamente. “Mi ha detto la verità! Mi ha detto che giovedì sera siete andate a mangiare una pizza con l’amico simpatico di mamma che abita nello stesso palazzo. E che avete fatto una passeggiata tutti e tre insieme. Il prossimo passo quale sarà? Lo vedrà girare mezzo nudo per casa? Non so che ruolo abbia quell’idiota nella tua vita e non voglio nemmeno saperlo dannazione!- chiuse gli occhi inspirando ed espirando profondamente-ma non ti azzardare a provare a sostituirmi con Elizabeth! Sono io suo padre! Non mi piace che giochi alla famiglia con un altro uomo, che arrivate a scuola tutti e tre insieme, che andate a mangiare fuori insieme,ad essere sincero non mi piace nemmeno l’idea che lei ti veda con un altro uomo così presto!”

“Vorrai dire che non piace a te l’idea di me con un altro uomo- sputai con rabbia quelle parole senza neanche pensarci. Dovevo imparare a filtrare i miei pensieri, cazzo- la questione del passaggio te l’ho già spiegata! Vuoi un disegnino? Giovedì invece l’ho invitato io a unirsi a noi per sdebitarmi per l’aiuto che ci ha dato lunedì mattina e per avermi aiutato a sistemare la macchina! Pensi davvero che porterei mia figlia a cena con un uomo con cui mi sto frequentando? Pensi che non aspetterei? Pensi che non ti consulterei prima? Ma che razza di madre credi che sia? Ora non posso avere nemmeno un amico?” 

“A quello della tua amicizia non può fregar di meno Bella!”

“E anche se fosse? Non sono affari tuoi, Edward! Ora che abbiamo chiarito che non avrei mai presentato con tanta leggerezza James a Lizzie se ci fosse stato qualcosa vedi di smetterla di fare il pazzo paranoico! Sei tu il padre di Elizabeth e nessuno proverà mai a rimpiazzarti. Stiamo parlando del nulla, te ne rendi conto? Trai sempre le tue conclusioni senza nemmeno premurarti di chiedere prima! Accidenti non cambierai mai, non è così? Devi avere sempre tutto sotto controllo e appena qualcosa ti sfugge impazzisci!”

“Non è vero! Non mi piace l’idea di te per mano a nostra figlia che passeggi per le strade con un altro uomo, qualsiasi ruolo abbia nella tua vita!”

“Ah quindi dovrei smettere di avere amici... dovrei chiamare Jake e Quil e Eric per dirgli che non possiamo più frequentarci perché quel pazzo del mio ex marito è un dispotico del cazzo!”

“Sai che non intendevo quello quindi smettila di fare la bambina, sei esasperante!”

“No tu lo sei! Non fai altro che urlarmi contro, non perdendo occasione per farmi notare quanto pensi che faccia schifo come madre , quanto abbia fatto schifo come moglie senza realmente capire che qui abbiamo fallito tutti e due! Non siamo in questa situazione solo per colpa mia!”

“Sei tu che hai mi hai lasciato, ricordi?”

“Si perché ero arrabbiata non certo perché avessi smesso di amarti!- l’avevo detto sul serio, stava davvero cercando di addossare a me tutte le colpe? Era lui quello che non aveva combattuto- e lo rifarei altre mille volte, visto e considerato che non hai fatto niente! Ma ci senti? Ora hai altri limiti da impormi o posso andarmene!?”

“Stavo solo cercando di metterti in guardia...” pronunciò quelle parole come un automa, era chiaramente sconvolto dalle ultime mie rivelazioni.

“Oh grazie! Scusami non l’avevo capito! Come sei gentile!- lo canzonai, avvicinandomi pericolosamente a lui, arrivando a puntargli l’indice della mia mano destra sul petto- so badare a me stessa e di certo non ti devo niente! Non sono più affari tuoi!” Ormai ero senza controllo, non mi rendevo nemmeno conto di quello che mi usciva dalla bocca. Mi allontanai nuovamente, cercando invano di mantenere un minimo di controllo.

“Certo che lo sono! Cristo, sei ancora mia moglie!”

Era davvero esilarante il modo in cui continuava a definirmi sua moglie quando poi concretamente non faceva niente per sistemare le cose. Mi amava o no? Forse avevo sbagliato a lasciare un minimo di spiraglio non chiedendo le carte per il divorzio. Cosa credeva? Che le cose si sarebbero sistemare da sole? 

"Ancora per poco!” Risposi urlando e dirigendomi verso la porta. 

“Non ti azzardare nemmeno a pensarlo Isabella!” Continuava a gridare.

“Non pensarlo? E cosa dovrei pensare? Guardaci...stiamo continuando a dare il peggio di noi. È così finita tra di noi che dovrebbero inventare un altra parola per dirlo*- conclusi la mia arringa cercando di recuperare il controllo del tono di voce- adesso scusa ma voglio recuperare mia figlia e andare a casa. Sono stanca”

Avevo le lacrime agli occhi che premevano per scendere, ma glielo impedì con tutta me stessa. 

“Aspetta non andare e! Io, io...Non volevo...io...” provó a fermarmi senza nemmeno sapere cosa dire.

“Tu cosa? Non funziona così, non puoi trarre le tue conclusioni senza chiedermi spiegazioni in maniera civile, urlarmi contro, offendermi e poi pentirtene un secondo dopo! Non sono una tua cazzo di dipendente sono la madre di tua figlia!” me ne andai sbattendo la porta con tutta la forza che avevo, giusto per ribadire quanto fossi incazzata. Mi promisi che avrei dato sfogo al mio dolore e alla mia frustrazione una volta al sicuro sotto le coperte della mia camera da letto. Adesso non potevo permettermelo, avevo una figlia cui badare.

Bussai alla porta della mia ormai ex cognata freneticamente ed entrai come una furia. Per fortuna Liz non fece storie, così me ne andai sotto lo sguardo mortificato di Alice, che notò i miei occhi colmi di lacrime. Elizabeth si addormentò nel tragitto, ringraziai il cielo: non avevo nessuna voglia di sforzarmi di essere felice.

Quella sera piansi fino ad addormentarmi, rompendo la promessa che avevo fatto con me stessa di non versare più una lacrima per lui. 

 

 

Vi prego vi prego non mi odiate. Prometto che dal prossimo capitolo le cose cominceranno decisamente a cambiare, prometto. Queste liti sono fondamentali al fine di capire quali sono i problemi. 

Ringrazio di cuore chi legge, chi recensisce, chi ha ha messo la storia tra le preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare.

*citazione presa da Sex And The City

  
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