Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: saitoxlouise    31/01/2021    1 recensioni
Che cosa faresti se ti chiedessero di scegliere fra la carriera dei tuoi sogni e la persona dei tuoi sogni?
Che cosa faresti se la tua immagine sociale, i tuoi amici, la tua vita, fossero incompatibili con qualcuno che ami?
Come gestiresti i primi amori, le amicizie, gli scontri, le forti emozioni di quel periodo frenetico e caotico della nostra vita che chiamiamo adolescenza? Chi ci vive dentro, quando si accorge, non lo apprezza. Chi lo ha già vissuto, lo guarda come ad un ricordo lontano e dal sapore agrodolce. Chi deve ancora passarci, ne vedrà delle belle. A queste ed altre domande, proverò a dare le mie risposte attraverso gli occhi e il cuore di diversi personaggi di knb. Un intreccio interconnesso fra le storie di tutti noi, fonte di gioia e al contempo di sofferenza, che si chiama vita sociale.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shintarou Midorima, Sorpresa, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Continuava a torturarsi freneticamente gli occhi, a suon di accendere e spegnere il display del telefono, il tutto nell'attesa sempre meno speranzosa che arrivasse un messaggio proprio da lei.
Da lei, che lo aveva fatto innamorare al primo sguardo, da lei che gli aveva rubato il primo bacio, da lei che lo aveva privato della sua verginità in quella notte così assurda di pochi giorni prima.
Ma quel messaggio non arrivava. Haruka era una persona che non si staccava mai dal telefono, e questo voleva dire che lo stava ignorando di proposito, o che le era successo qualcosa. Ovviamente fra le due sperava che lo stesse ignorando, anche se la cosa non gli faceva comunque molto piacere.
Quando la campanella sancì la fine delle lezioni pomeridiane, Midorima si precipitò frettolosamente in direzione dell'accademia Too, nella speranza di trovarla ancora lì. Era davvero preoccupato come poche volte lo era stato in vita sua, anche perché l'oroscopo aveva detto che per i cancro non sarebbe stata una bella giornata.
La dissonanza tra l'orario di chiusura dei due istituti fece sì che al suo arrivo all'Accademia Too ci fossero ancora molti studenti, il che aumentava le probabilità di rintracciarla o quantomeno di avere notizie di lei.
Non aveva mai provato un'ansia così grande, quelle farfalle nello stomaco che aveva provato il week end precedente si erano velocemente trasformate in un fastidio interno che lo stava letteralmente divorando. Un vero schifo l'amore! Ma il colpo di grazia gli arrivò quando finalmente riuscì a incrociare il suo bellissimo sguardo, e vide che invece lei abbassò il suo.
Per quanto la cosa non promettesse bene, ormai non vedeva altra via se non quella di chiarire subito che cosa stesse succedendo.
"Haruka..."
La ragazza lo afferrò per il polso, trascinandolo in silenzio sul retro dell'edificio. Prima ancora di iniziare a spiegare, iniziò quindi a piangere.
"Midorima-kun... mi dispiace così tanto, io avevo bevuto tanto e..."
La ragazza s’interruppe nuovamente, ricominciando a singhiozzare. Shintarou decise dunque di fare una cosa molto azzardata per la sua tranquillità giornaliera.
Con suo grande sforzo, infatti, le regalò il fazzoletto che portava con sé, il che non sarebbe stato di certo un sacrificio se solo quello non fosse stato il suo oggetto fortunato in quel giorno così tanto infausto!
"Lo so, abbiamo fatto una cazzata-nanodayo... Ma potremmo ricominciare da capo e..."
"Shintarou-kun... il motivo per cui ero così alticcia e stupida con te, è perché negli Usa ero appena stata mollata dopo una relazione molto lunga e intensa. Mi dispiace così tanto, volevo solo dimenticare tutto per una sera, e invece ti ho fatto la stessa cosa che..."
Dopo avere interrotto lui, Haruka si interruppe nuovamente per ricominciare a piangere. Ma questa volta non era l'unica a farlo. Midorima lo aveva sempre saputo, che non avrebbe mai dovuto darle il suo portafortuna.
 
Dopo aver varcato il gate, i 5 membri dei Jabberwock presero posto sull'aereo diretto per Tokyo. Quell'anno avevano 3 incontri amichevoli programmati con quelle scimmie nipponiche, l'ultimo dei quali, verso settembre, addirittura contro una misera squadra di matricole dell'università.
"Ehi, Jason, se non sbaglio a Tokyo abita la tua amichetta..." Disse Allen, facendo sghignazzare anche Zack e Nash, mentre Nick come al solito limonava con la tipa perfino in quella situazione.
"Fanculo a te e a lei, l'ho scopata e poi è finita lì, come sempre. Non è una mia amica!"
Urlò Jason, fregandosene di aver attirato l'attenzione degli altri passeggeri della prima classe.
"Fate silenzio ora, vorrei provare a dormire." Sentenziò Nash, così che tutti riabbracciarono ordine e disciplina.
 
L'amore era la cosa più schifosa e pericolosa che potesse essere stata inventata. Prima di conoscere Haruka, il suo cuore non aveva mai vacillato. Spinto solo e soltanto dalla sua ferrea determinazione, Shintarou aveva intrapreso il suo cammino senza mai essere indeciso sul da farsi.
E adesso, così penoso, oscillava su e giù sopra un'altalena cigolante in un parchetto, non sapendo né come ci fosse finito né cosa fare da quel momento in poi. L'amore ti priva della voglia di fare qualsiasi cosa, altroché!
A rendere ancora più teatrale la sua situazione, una fredda pioggia lo stava completamente inzuppando, segno evidente che il mese di Maggio stava ancora faticando a imporsi. A condizioni normali, non avrebbe mai corso il rischio di ammalarsi con l'Inter High alle porte.
Immerso com'era nel suo non pensare a nulla, impiegò diversi secondi prima di accorgersi che qualcuno lo stesse schermando dall'acqua piovana con un ombrello.
"Va tutto bene? Mi sembri un po' cupo..."
Shintarou alzò lo sguardo, incrociandolo con quello di Kotori che non avrebbe saputo dire se fosse stato di sfida e scherno(gli aveva appena ripetuto la stessa cosa che lui le aveva domandato non troppo tempo prima) o di preoccupazione e sincera curiosità.
"A differenza tua non ho problemi ad ammetterlo: sto di merda. E mi sento stupido a stare così male per certe sciocchezze. Nanodayo."
La ragazza si sedette sull'altra altalena, non preoccupandosi minimamente di essersi bagnate la gonna e le calze pulite. Gli indumenti bagnati aderirono al suo corpo piuttosto allenato per essere una semplice capitana del club di shogi della Seirin, e Midorima non si pentì minimamente dopo averla squadrata da capo a piedi per apprezzarne le forme. Dopo quella notte folle con Haruka, non solo si era svegliato un po', ma aveva iniziato a farsi meno problemi sul come trattare le persone nei momenti in cui non esasperava la sua maschera burbera.
I capelli castani bagnati e fusi insieme dalla pioggia le cadevano delicatamente sulle spalle esili, lasciando spesso scivolare dentro al vestito qualche goccia d'acqua che in quel momento Shintarou stava invidiando con tutte le sue forze. Aveva una carnagione molto chiara, e la carne e i piccoli muscoli giusti nei punti giusti. Ad essere sincero, non aveva mai apprezzato le ragazze scheletriche, perché gli davano la spiacevole sensazione che potesse spezzarle in due da un momento all'altro. A pensare che al secondo anno fosse già capitana del club di shogi, la guardia dei miracoli sorrise amaramente di quanto potesse essere beffardo il destino. Probabilmente aveva delle calamite particolari che gli facevano instaurare rapporti ancor più particolari con le persone brave a shogi.
"Se una persona giudiziosa come te è così depressa, evidentemente non si tratta di sciocchezze."
Kotori aveva ripensato molto a quella sera, e non aveva potuto fare a meno di provare dei sensi di colpa per averlo scacciato così malamente quando lui si era solo preoccupato per lei.
Invitarlo a casa sua per una doccia calda e una cena improvvisata le sembrò il minimo per sdebitarsi.
 
ALCUNI MESI DOPO
I Jabberwock erano tornati in Giappone, umiliando gli Strky e scatenando le ire di tutti i nipponici, Generazione dei miracoli in testa. Quel pomeriggio Kagami ed Asia avevano visto la partita insieme a Kuroko e Nene, che nel frattempo si erano fidanzati già da un po'. Taiga, invece, nonostante tutti gli aiuti da parte di Tetsuya e della sua ragazza, non aveva fatto molti progressi con Asia, nè quest'ultima era riuscita a farsi avanti al suo posto. Più che amici, meno che fidanzati; un classico per due ingenuotti come loro. Entrambi sembravano essersi arresi alla propria e rispettiva inettitudine, ma i loro due angeli custodi non avevano di certo mollato.
"Io e Tetsu ce ne andiamo per primi, ci vediamo domani." Esordì infatti la sorella di Asia.
"E-E io come torno indietro?" Rispose lei, preoccupata che le stesse portando via il motorino, ma soprattutto che stesse rimanendo dopo cena da sola a casa di Kagami.
I due la rassicurarono che avrebbero preso il pullman, così che lei non si sarebbe dovuta cura dell'orario e avrebbe potuto restare anche oltre l'ultima corsa. Era d'altronde necessario, visto che Bakagami si era scordato di fare la relazione di chimica che scadeva il giorno successivo e da solo non avrebbe mai fatto in tempo. Fu grazie a quel pretesto preventivamente ideato e organizzato che il malefico piano di Tetsuya e Nene ebbe inizio.
Taiga lo avrebbe giurato anche sotto tortura: ci stava provando davvero, a studiare, ma quel giorno più che mai non riusciva minimamente a concentrarsi. La leggerissima scollatura sulla mezza manica di Asia lo stava letteralmente mandando fuori di testa. Non aveva senso, la aveva vista anche in costume una volta, ma non aveva avuto una reazione così estrema. Sentiva un enorme calore attraversargli tutto il corpo e confluirgli nel basso ventre e nel torace, e il cervello era oramai andato in fumo da un pezzo. Per contro, anche Asia stava veramente faticando a tenere lo sguardo chino sui libri. Le spalle muscolose lasciate scoperte dalla canottiera di Taiga la stavano facendo ansimare molto più di quella volta che lo aveva visto a petto nudo o di quando erano stati costretti ad abbracciarsi. Era come se tutte le sue emozioni e sensazioni fossero state improvvisamente amplificate alla decima potenza.
I loro conflitti interiori furono presto interrotti a causa di un potentissimo tuono che squarciò il silenzio che si era creato. Subito dopo, una violentissima pioggia si sentì battere sulle finestre. Nene aveva assicurato che quel giorno non ci sarebbero stati problemi con il meteo, e solo per questo erano andate lì con il motorino! La consapevolezza di quanto era effettivamente successo la raggiunse(mentre ancora Kagami non ci era minimamente arrivato) scardinando quel poco di contegno che riusciva a mantenere davanti al suo amato. In preda all'agitazione riuscì a estrarre il telefono, e guardando l'ora si sentì svenire. Si erano già fatte le ventitré, e nessun pullman né treno l'avrebbe riportata a casa fino alle 5 del mattino seguente. Per contro, guardando gli aggiornamenti del meteo sembrava che quella tempesta dovesse durare per tutta la notte. Rimanere lì a dormire sembrava, casualmente, l'unica scelta.
 
Sul pullman, Nene non aveva ancora terminato la risata che aveva iniziato subito dopo aver lasciato l'appartamento del numero 10 della Seirin, e perfino Kuroko stava abbozzando un timido ghigno divertito.
"Non riesco a credere che non si siano accorti di nulla!"
La sorella di Asia faticava a trattenersi la pancia per gli spasmi, mentre Tetsuya, pur divertito, le faceva cenno di abbassare la voce.
"Se non succede nulla stasera, che si ritirino in convento..."
Concluse poi, sempre in maniera molto composta.
 
Prestando molta attenzione a non rovinarsi le fasciature alle dita, Shintarou aprì il forno senza l'ausilio delle pugnette, essendo queste, con ogni probabilità, il sacro oggetto fortunato del giorno successivo, ed estrasse la cena.
Servì con maestria le due pizze ai due lati opposti del tavolo, mimando le movenze di un cameriere degno di lavorare nei migliori ristoranti pentastellati. A dire il vero, avrebbe anche potuto tirare i piatti direttamente dal forno, sicuro che sarebbero atterrati con precisione a destinazione, ma poi avrebbero dovuto mangiare in mezzo ai cocci di ceramica.
Lo fece notare a Kotori, che reagì ridendo distrattamente. Stava pensando a lui, probabilmente. Accadeva spesso, così come accadeva spesso che lui pensasse ad Haruka. E pensare che con lei ci era stata una sola notte, mentre frequentava Kotori da diversi mesi ormai.
Il loro rapporto era agli antipodi rispetto a una normale relazione. Nessuno dei due amava l'altro, anzi, ciascuno era innamorato di un'altra persona, e tutto ciò era conoscenza comune. Nonostante questo, stavano spesso insieme, e non si erano mai traditi, né ne avevano sentito il bisogno.
A furia di ammazzare il tempo e usarsi a vicenda come consolazione, si erano molto affezionati. Si rispettavano. Se si fossero incontrati prima, forse sarebbero stati una coppia perfetta.
Erano entrambi molto precisi e scrupolosi. Kotori non era scorbutica come Midorima, era molto più solare, generalmente, ma a volte sapeva incupirsi molto più di quanto non avrebbe saputo fare lui. Quando succedeva, dava la sensazione di essere una bellissima farfalla: una creatura così elegante, ma talmente fragile da sgretolarsi e morire se qualcuno l'avesse anche soltanto sfiorata.
Quello era uno di quei momenti.
Le chiese se avesse visto la partita dei Jabberwock, ma la ragazza si limitò a scuotere lentamente il capo.
Mangiarono in silenzio. Una cosa che veramente apprezzavano l'uno dell'altra era proprio il sapersi godere il silenzio insieme. Se non era aria, perché sforzarsi di parlare.
Quando ebbero finito, Shintarou si alzò per lavare i piatti, e poi si diresse apparentemente spensierato in bagno, per fare altrettanto con i denti.
Kotori si alzò a sua volta, dirigendosi a passo sicuro nel ripiano dell'antibagno dove la famiglia Midorima conserva le scorte. Purtroppo per lei, non c'erano spazzolini nuovi da utilizzare. Poteva sembrare una cosa da nulla, ma non voleva passare la notte lì lavandosi poco e male. Si sarebbe sentita a disagio.
Si voltò senza particolari speranze verso Shintarou, che invece le stava già sorprendentemente porgendo, nel più austero silenzio, uno spazzolino nuovo di zecca. Lo strumento fortunato della giornata secondo Oha Asa. Le tornò subito il buonumore: era la prima volta che Midorima anteponeva lei alle sue stupide ossessioni.
Si lavò con cura i denti, insieme a lui, senza spiccicare parola. Subito dopo, senza preavviso, lo afferrò per il colletto della maglia, rubandogli un bacio piuttosto violento.
Shintarou la cinse poi fra le braccia, accarezzandole la nuca fino a farle aderire la faccia sul suo pettorale allenato. Kotori adagiò l'orecchio all'altezza del cuore: non pompava particolarmente veloce, non come avrebbe fatto con Haruka se non altro. Da una parte abbandonarsi alle sue braccia le donava una pace dei sensi che raramente riusciva a trovare. Dall'altra, una volta rotto l'incantesimo e realizzato che si trattava "solo" di Shintarou, sentiva come se qualcuno stesse scavando una profonda buca fra il suo cuore e lo stomaco. Il non poter mai ambire a più di così, ogni tanto, la rendeva nuovamente depressa.
Doveva comunque ammettere che adesso erano meno frequenti i momenti in cui ciò accadeva. E, soprattutto, sapeva come dilazionarli ulteriormente nel tempo. Per questo, nonostante non lo amasse, trascorreva così tanto tempo, e soprattutto così tante notti, con Midorima.
"Shin..." Gli sussurrò all'orecchio, iniziando a inumidirgli il collo. Quei suoi baci così sensuali, non nascondevano però il tono supplichevole della sua anima. Gli stava chiedendo di fare sesso per pietà di lei. Ma lui era l'unico a cui non si sarebbe fatta problemi a chiedere, giacché era anche l'unico con cui non aveva problemi a fare altrettanto. C'era qualcosa di stranamente intenso in questo loro rapporto così contorto.
Midorima la girò di schiena, accompagnandola a mettersi gattoni. La ragazza si lasciò guidare senza opporsi alla posizione richiestagli dall'asso della Shutoku.
Stavano dando le spalle allo specchio. Non avrebbe saputo indovinare se Shintarou avesse bisogno di immaginare che al suo posto ci fosse Haruka, o se invece stesse facendo tutto questo perché lei immaginasse che lui non fosse Shintarou. In ogni caso, quel giorno anche Midorima non sembrava essere di ottimo umore.
Per quanto potesse essere strana la cosa, entrambi percepirono quanto il rapporto appena consumato fosse stato soddisfacente. Per qualche motivo, immaginare di farlo con un'altra persona, ma al contempo avere la consapevolezza che così non fosse, aveva sortito un buon effetto sulla loro libido.
I due andarono a sdraiarsi sul letto, a luci rigorosamente spente, così da potersi abbracciare, chissà, magari fingendo ancora di essere con qualcun altro.
"Shin... non sono la persona migliore per dirlo, ma non pensi che dovresti reagire adesso?"
Kotori non avvertì la minima reazione dal corpo del verde. Sembrava non aver voglia di affrontare il discorso, ma la genuina preoccupazione per il suo compagno la spinse a non lasciar cadere la sua frase nel nulla.
"Voglio dire, ci sei stato solo per una notte, e nemmeno la conoscevi. Sono passati diversi mesi. Non se lo merita uno come te, non dovresti darle la soddisfazione di distruggerti..."
Shintarou si sentì molto infastidito dalla piega che lei stava dando alla conversazione. A dire il vero, pur essendo sempre convinto di essere infatuato di Haruka, e pur essendo altrettanto sicuro che Kotori fosse solo un rimpiazzo, negli ultimi tempi si era piuttosto affezionato alla loro relazione, e non voleva rinunciarvi affatto.
Era la sua unica ancora di salvezza, e il fatto che lei stesse alludendo alla possibilità che si staccassero gli faceva pensare che lui per lei non fosse altrettanto necessario. La cosa, ammise a se stesso, lo innervosì parecchio. E non era nemmeno la prima volta che succedeva.
"Com'è che riesci a dirlo solo dopo che ti ho scopata?" Sbottò stizzito, mordendosi subito dopo la lingua.
"Sai che c'è? Fanculo, te e quella stronzetta."
Kotori si alzò di scatto, rivestendosi per andarsene. Midorima provò a farfugliare delle scuse, ma invano.
"Dai, è notte, è pericoloso. Parliamone." Provò ancora lui, maledicendosi per non riuscire mai ad essere onesto con se stesso e con gli altri.
Ma lei non lo ascoltò nemmeno, e uscì di casa. Non si doveva permetterle di parlarle così. 

"Dai-chan!”
Lo richiamò lei dopo che questi aveva spento la televisione.
“Ho già visto abbastanza. Sono forti.” Sentenziò lui, riferendosi ai Jabberwock. Una strana luce stava brillando nei suoi occhi.
Le faceva certamente piacere che la sua passione per il basket stesse riaffiorando, soprattutto visto quanto si era prodigata affinché ciò accadesse . Però, cavolo, erano sdraiati insieme sul letto, e di tutti i momenti doveva scegliere proprio quello per pensare alla pallacanestro?
Negli ultimi mesi avevano più o meno iniziato una frequentazione. Uscivano insieme come avevano sempre fatto, perlopiù, e ogni tanto si baciavano. Tutto normale, avrebbe pensato un osservatore esterno, ma stavamo parlando di quel pervertito Daiki. Il fatto che non le fosse saltato addosso già al secondo appuntamento, e che continuasse a mantenere il contatto fisico al minimo sindacale, le aveva fatto venire dei complessi enormi, e ancora non aveva avuto il coraggio di affrontare l’argomento. Possibile che non lo appagasse esteticamente? No, proprio non se la sentiva di scoprire se fosse davvero così…
 
 
Dopo essersi liberato il cervello dal peso della relazione da consegnare, Kagami poté passare a preoccuparsi dell'altro problema che lo attanagliava, visto che gli risultava difficile gestirne più di uno contemporaneamente. Fu solo allora, infatti, che realizzò che avrebbero dovuto dormire sotto lo stesso tetto, da soli.
Scambiandosi un'occhiata terrorizzata, i due capirono di aver realizzato entrambi la cosa.
"Credo...C-C-Credo sia il caso che tu rimanga a dormire qui..." Farfugliò lui, grattandosi la nuca ed abbassando lo sguardo.
"M-M-Mi d-d-d-d-d-dispiace per l'inconveniente..." Gli rispose, concentrando a sua volta lo sguardo sul pavimento.
"N-Non preoccuparti, ti lascio il mio letto. Io userò il mio futon." La rassicurò lui, alzandosi per andarlo a cercare.
Approfittandone, Asia estrasse il cellulare, scrivendo un messaggio a sua sorella.
"Ti giuro che domani ti uccido."
La risposta non si fece attendere molto.
"Prego, l'ho fatto con piacere. A proposito, io e Tetsu andiamo a dormire da Takao-kun. Ci siamo presi il futon di Taiga-kun. Buona fortuna <3"
Asia rabbrividì. Ecco perché Kagami ci stava mettendo così tanto a cercarlo. Potevano addirittura averlo portato via per costringerli a dividere il letto. Anzi, era sicuramente quella l'intenzione.
"Credo che dormirò sulla poltrona... Non riesco a trovarlo..." Disse palesemente a disagio Kagami. Quella poltrona non era assolutamente adatta per dormire, ma non vedeva altra soluzione.
"K-K-Kagami-kun, ti ricordi che se l'è portata via Kuroko-kun ieri, perché voleva comprarti un divanetto più grande, vero?"
Adesso tornavano i conti. Con la scusa che si era stancato di dormire sul futon e di volergli fare un regalo, quell'infame aveva premeditato tutto!
"A-Allora... dormirò per terra..."
Sospirò Taiga: il suo letto a una piazza e mezzo li avrebbe potuti comodamente ospitare, ma non si sarebbe mai sognato di proporle di dividerlo! D'altro canto, per quanto il solo pensiero di cosa stesse per succedere le facesse venire i crampi allo stomaco, il piano di Kuroko e Nene era stato curato fin troppo nei dettagli; non aveva altra scelta che assecondare i loro capricci.
"Sarei una persona orribile se lo permettessi. D-D-Dobbiamo c-c-c-condividere il letto..."
Kagami deglutì. Non sembravano esserci altre soluzioni.
   
   
 
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