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Autore: lapacechenonho    01/02/2021    4 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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47- 025: Things you said you’ll never forget (Le cose che hai detto e che non dimenticherai mai).
 
Dopo la nascita dell’ultima dei Potter, Lily Luna, Ginny aveva definitivamente mollato il Quidditch. Il suo sogno da quando aveva iniziato a giocare nella squadra, era quello di prendere parte almeno ad un campionato nazionale, e ce l’aveva fatta, aveva partecipato a quello del 2006. Da quel momento in poi aveva iniziato a valutare l’opzione di ritirarsi dallo sport. Sua madre stava iniziando ad invecchiare e non aveva solo i suoi figli a cui badare, né tantomeno voleva essere la zia in carriera che toglie la nonna agli altri nipoti. Quando aveva scoperto di essere incinta di Lily, poi, aveva praticamente deciso. Ne aveva parlato con Harry che per i primi giorni si era mostrato reticente alla sua scelta, e poi con Gwenog che nonostante fosse rammaricata di perdere una delle migliori giocatrici, era felice che lo avesse fatto per la famiglia e non per un compenso maggiore.
Era rimasta sempre nell’ambito dello sport, ad ogni modo. Dopo la comunicazione ufficiale di aver abbandonato la squadra, Seamus, compagno di dormitorio di Harry ai tempi della scuola e ora direttore della Gazzetta del Profeta, le aveva offerto un posto nella redazione del giornale nella rubrica sportiva.
Considerando la gravidanza di Ginny, per i primi tempi aveva lavorato semplicemente in redazione e lavorava part-time, poi dopo la nascita di Lily e dopo aver esaurito i mesi della maternità aveva iniziato a lavorare anche come telecronista delle partite di Quidditch. Non le era parso strano quando aveva scoperto che uno dei suoi colleghi era proprio Lee Jordan, telecronista delle partite ad Hogwarts.
In quella fresca serata estiva aveva proposto ad Harry e ai suoi figli di fare un picnic in giardino. James, Albus e Lily si erano dimostrati del tutto entusiasti. Lily, che ormai aveva due anni, aveva iniziato a saltellare e i due adulti avevano iniziato a temere per i soprammobili che avevano in casa, James era corso in giardino seguito da Albus erano andati d’accordo per circa due secondi, poi avevano iniziato a litigare.
«Se non la smettete subito non facciamo nessun picnic!» li ammonì Ginny con la piccola di casa in braccio, prima che attentasse davvero alla loro casa.
«Ttupidi!» borbottò Lily incrociando le braccia e mettendo il labbro in fuori in una posa che ricordava molto Ginny.
«Vostra sorella è più piccola di voi ma è più saggia» intervenne Harry. «Io e la mamma abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso, non fatecene pentire».
Ginny alzò gli occhi al cielo, detestava quando suo marito faceva l’Auror caritatevole davanti ai loro figli che facevano qualche cosa di sbagliato. A volte ci voleva mano ferma per far capire a quei due che picchiarsi o buttarsi sull’erba e urlarsi addosso, non era la soluzione dei loro litigi da bambini. Quattro anni prima, quando era nato Albus, Ginny aveva sperato che James prima o poi si sarebbe calmato. Adesso pensava che probabilmente si sarebbe calmato solo sotto un Pietrificus Totalus. Sospirò guardando torva il marito. C’era un solo modo per tenere separati i bambini: dividere i compiti.
«Papà ha ragione» cominciò spalleggiando Harry che la guardò grato. «Se vogliamo fare il picnic stasera dobbiamo iniziare a preparare, quindi James, tu vieni in cucina a preparare i panini con me e Lily e Albus e papà apparecchiano il giardino, ok?» non stava realmente chiedendo loro cosa ne pensassero della suddivisione, l’aveva posta sottoforma di domanda solo per apparire più gentile. I figli parvero intuirlo perché annuirono.
James si accostò a Ginny e Albus invece andò vicino al padre.
La preparazione del picnic andò meglio di quanto Ginny aveva creduto, dividere i figli si era rivelata – come sempre – la strategia migliore. Si chiedeva spesso dove lei ed Harry avessero sbagliato con i primi due figli. Un po’ aveva dato la colpa alla vicinanza di età, poi alla gelosia tipica dei fratelli. Fleur – che adesso era incinta del terzo figlio – e sua madre avevano rassicurato che presto avrebbero smesso di litigare, ma Ginny non ne era così sicura. Cercò di allontanare quei pensieri dalla testa e si godette il tempo con James e Lily che si impiastricciavano le mani con la maionese. Per fortuna erano dei maghi e bastava un colpo di bacchetta per far sparire le macchie. Si erano divertiti a sporcarsi a vicenda, e lo avevano fatto senza scatenare crisi di pianto isteriche, cosa che stupì Ginny. Dopo aver terminato la preparazione della cena, erano riusciti a giocare pure una piccola partita di Quidditch a due metri da terra. Lily, ovviamente, era in sella alla scopa di Harry. 
«Arrenditi, papà, mamma è più forte di te!» esclamò James una volta che fu sceso dalla sua scopa giocattolo.
«Avrei da ridire» sentenziò Harry Potter divertito.
«Taci, Potter. I bambini sono la voce della verità» lo pungolò. Harry arricciò il labbro in una risata.
«Papà, però James ha ragione. Insomma, mamma ha giocato alla Coppa del Mondo! Tu al massimo alla Coppa delle Case!» esclamò il piccolo Albus. La risposta stupì tanto Ginny quanto Harry.
Non solo aveva dato ragione a James, ma aveva anche messo KO nientedimeno che Harry Potter in persona che adesso lo guardava con tanto d’occhi.
«Che ci vuoi fare, Harry, sono tutti dalla mia parte» sospirò Ginny facendo l’occhiolino e baciando il marito.
«Che cchifo» disse Lily. «Voio ccendere così puoi baciare papà lontano da me» borbottò. I genitori scoppiarono a ridere e Ginny mise giù la più piccola di casa.
«Il cinismo l’ha ereditato tutto da te» le sussurrò Harry all’orecchio, forse per ricomporre l’orgoglio ferito dai figli. Ginny ridacchiò, poi avvisò i figli di andare a lavarsi le mani così da iniziare a portare il cibo sulla tovaglia che Harry ed Al avevano allestito per la sera.
«Siete stati bravi» disse osservando la tovaglia a quadri stesa sul prato. C’erano cinque posti, i fazzoletti e succo di zucca al centro e i bicchieri in corrispondenza dei cinque posti.
«Non saprò giocare a Quidditch, ma so ancora apparecchiare per un picnic» appuntò tra l’offeso e il divertito. Sentiva i bambini correre per casa, segno che erano ancora vivi e James ed Albus non si erano scagliati un Avada Kedravra accidentale.
«Dai, lo dicono solo perché sono la loro mamma!» esclamò dandogli un leggero pizzicotto sul braccio. Con uno scatto repentino, degno dei migliori riflessi di un Cercatore, Harry la avvicinò a sé per la vita e le diede un bacio profondo.
«Se sapessero cosa vorrei fare alla loro mamma stasera» rispose malizioso.
«Harry!» esclamò di scatto dandogli un colpetto sul petto. I bambini arrivarono correndo e i due coniugi si staccarono. Ginny mise il bavaglio a Lily mentre i due grandi si sedettero vicini. Harry la guardò allarmato e Ginny ricambiò lo sguardo con altrettanta preoccupazione.
«Mi posso mettere fra di voi?» propose Harry. Ma i due scossero la testa.
«Hanno fatto un patto!» esclamò con voce stridula Lily, indicandoli con l’indice piccolino.
«Lily!» esclamò James.
«Era un segreto!» si accodò Albus.
«E tu l’hai appena detto!» concluse James con aria melodrammatica.
«Ops!» rispose la bambina tappandosi la bocca ma Ginny notò che rideva.
La conversazione cadde così Harry e Ginny decisero di non indagare oltre sul patto, si erano solo accertati che il patto con includesse l’omicidio o il ferimento di uno dei due e poi iniziarono a mangiare i panini che avevano preparato nel pomeriggio.
Era tutto perfetto: l’aria non era troppo calda, i panini erano ottimi, James ed Albus sembravano essere diventati grandi nel tragitto dal giardino al bagno e loro erano contenti. Quasi sentì gli occhi pungerle notando quanto era felice. Si rese conto in quell’attimo che lei dalla vita non aveva desiderato altro che quello e proprio con Harry al suo fianco. Non le importava del Quidditch, della squadra, della gloria o di chissà quali altre cose, l’amore per la sua famiglia era tanto grande da non avere altro spazio nel cuore. Accarezzò i capelli della piccola Lily che sembrava appesantita dalla cena e stava lentamente scivolando nel sonno e guardò James ed Albus confabulare qualcosa stesi sulla coperta che prima era stata la tovaglia. Lei era appoggiata alla spalla di Harry che la stringeva piano, accarezzandole il braccio. Ginny gli lasciò un leggero bacio sulla linea della mascella e lui ricambiò baciandole la testa.
«Non avrei potuto chiedere di meglio dalla vita» disse quasi in un sussurro. Harry la strinse un po’ più forte per confermare che anche lui pensava la stessa cosa. Rimasero sotto le stelle estive ancora per un po’ di tempo, poi video Al girarsi di lato, segno che si era addormentato e cominciarono a sistemare e portare i bambini a letto. Diede un bacio a ciascuno di loro e ad ogni bacio ringraziava Harry per aver reso possibile quelle tre piccole pesti.
 
«Sono sempre stato convinto che ami più i nostri figli che me!» esclamò offeso. Vedere un uomo anziano offeso perché la moglie ama più i figli che lui era un’idea che faceva ridere Ginny in partenza, se poi l’uomo in questione era Harry, non poteva trattenere le risate. «Hai mai scoperto qual era il patto di James ed Al?» domandò poi cambiando discorso.
«Certo» confermò. Il marito la guardò con interesse. «I nostri tre piccoli bambini si erano alleati per collaborare e creare disastri» iniziò. «Cioè, hanno smesso di picchiarsi a vicenda e di litigare perché sono diventati un’associazione a delinquere per farci uscire pazzi» spiegò poi in maniera più diretta.
«Meno male che ne abbiamo avuti solo tre» sospirò Harry e Ginny rise. Poi si fece seria.
«Devo confessarti una cosa» ammise guardandolo.
«Cioè?» chiese alzando il sopracciglio.
«Non sei stato l’unico ad origliare una conversazione» confessò. Vide molteplici espressioni passare sul volto del Salvatore del Mondo Magico. Quella finale era quasi soddisfatta.
«Bene, non sono l’unico peccatore della famiglia!» esclamò sodisfatto. «Ti prego, raccontami tutta la storia» aggiunse.
Ginny lo guardò con aria di sfida, sapeva che la sua confessione non era tanto grave quanto quella di Harry di qualche ora prima, ma sapeva anche che probabilmente si sarebbe vergognato da morire. Sospirando ritornò a quella sera invernale, quando ormai i maggiori erano a letto e solo la piccola Lily opponeva resistenza. 
   
 
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