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Autore: throughmyhead    10/02/2021    1 recensioni
Hirugami Sachiro, studente modello di veterinaria, vince una borsa di studio e si ritrova catapultato nella realtà dei salvataggi in mare.
L’oceano non sarà l’unica cosa a rubargli il cuore.
(Una piccola storia che ha la pretesa di cantare, per quello che può, le bellezze e i dolori del mare e dell’amore.)
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kourai Hoshiumi, Sachiro Hirugami
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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8.

 

Hirugami stava sognando e stava decisamente sognando qualcosa di strano. Hoshiumi era un campione olimpico di pallavolo e si muoveva per il campo facendo dei salti impossibili. Lui lo stava guardando dalla tv, in una partita contro l’argentina. D’un tratto Hoshiumi era uscito dal campo di gioco e aveva afferrato la telecamera con le due mani, guardando fisso nello schermo come se stesse parlando direttamente a lui.
“SACHIRO!” Aveva gridato senza contegno. “Svegliati, stupido uomo dai capelli a ciotola!”
Hirugami aprí gli occhi e si ritrovò, a un centimetro dalla sua, la faccia stavolta realissima di Hoshiumi Korai.
“Korai?! Che stai facendo? Come cavolo sei entrato?”
“Dopo, dopo. Adesso vestiti, svelto. Abbiamo una baleniera da fermare.” disse gettandogli il k-way fra le mani.
Sachiro si prese un minuto per digerire quello che purtroppo era sicuro di aver sentito bene, ma non osò domandare oltre. Se era venuto a svegliarlo di soppiatto, nel bel mezzo della notte, voleva dire che il capitano Murphy non era a conoscenza della situazione, e soprattutto che non sarebbe stato affatto contento di sapere le intenzioni di Korai.
Era una buona idea andare in mare senza autorizzazioni e rischiare la pelle contro una nave progettata per uccidere? Certamente no.
Ma lasciare Korai da solo in una situazione del genere era decisamente un’idea peggiore. Quello squilibrato sarebbe veramente stato capace di salire sulla baleniera con l’intenzione di prendere a calci in culo l’equipaggio. Sachiro sospirò, ancora mezzo frastornato dal brusco risveglio, si infilò un paio di pantaloni e una felpa, e accettò in silenzio il suo destino.
“Un momento” realizzò, improvvisamente ansioso, mentre chiudeva la porta di casa. “Korai, il mio taglio di capelli ti ricorda davvero una scodella?”

 

“Uhm, chi hai detto che ti ha dato le chiavi di questa barca?”
“È una motovedetta da ricerca e soccorso, Sachiro” precisò Hoshiumi mentre trafficava con i pulsanti e gli interruttori del ponte di comando. “Bessho non si accorgerà che l’abbiamo usata come non si è accorto che gli ho preso le chiavi.”
“Mi stai dicendo che hai rubato le chiavi?!”
“Insomma, Sachiro, renditi utile o taci! Accendi il GPS e i radar, non perdiamo altro tempo.”
Un po’ riluttante, Hirugami fece quanto ordinato. Quella sera il vento era piuttosto forte, e anche nel buio della notte si riuscivano a vedere le enormi nubi nere sopra il mare.
“Non sta per scoppiare una tempesta?” domandò preoccupato.
“Proprio per questo ti sto dicendo di sbrigarti! Partendo subito dovremmo riuscire a raggiungere le navi prima che inizi a scendere la pioggia. Tieni controllata sulla girobussola la nostra posizione.”
Era la prima volta che il mare gli sembrò così spaventoso. L’acqua era agitata e le onde alte e scure rendevano difficile mantenere la rotta.
La consapevolezza che il mare poteva diventare tanto facilmente un mostro immenso, capace di divorarsi qualsiasi cosa, lo lasciò senza fiato. Si immaginò Hoshiumi cadere in quell’abisso scuro e gelido e rabbrividì.
“Korai, non è una bella notte per navigare…”
“Lo so, ma fidati di me. Ci siamo”
Hirugami notò sul radar dei puntini luminosi. Guardò ancora l’orizzonte e finalmente riuscì a distinguere la sagoma di due grosse navi.
“Sono due?”
“Sí, molte baleniere funzionano così, mi sembrava di avertelo già detto. Una é la nave mattatoio, quella con gli arpioni, l’altra é la nave officina che si occupa di processare il corpo” spiegò Hoshiumi.
Sachiro non riusciva a staccare gli occhi dal mare mosso, perciò si accorse subito di come il compagno stava portando la motovedetta ad infilarsi esattamente fra le due.
“Korai, il piano quale sarebbe?” chiese con un velo di panico.
“Guarda, la vedo sotto il pelo dell’acqua. É una balenottera azzurra. Non perderla di vista” continuò lui, ignorando la sua domanda.
“Korai!” gemette. “Non avrai intenzione di andare a speronarle, spero?!”
“Tieni, chiama la guardia costiera e comunica loro la nostra posizione. Le navi autorizzate non cacciano di notte, fuori stagione, e soprattutto in acque protette.”
Hoshiumi gli passò il cellulare e Hirugami compose il numero con le dita che tremavano. Perché Korai non li aveva chiamati subito? Come faceva a sapere che avrebbero trovato due navi bracconiere proprio in quella zona e a quell’ora? Cosa cavolo aveva in mente quello spericolato?
Hoshiumi gli si avvicinò e appoggiò una mano sulla sua spalla.
“Sachiro, ascoltami bene. Adesso pensa tu al timone. É semplice, mi hai già visto guidare: queste sono le leve che controllano le due eliche. Con queste regoli la spinta, con queste muovi le pale a destra e a sinistra. Fai attenzione alle raffiche di vento e aggiustati di conseguenza. Ok? Devi solo assicurarti di non farci ribaltare, tieniti pronto a sterzare prima che il vento e le onde ci colpiscano. Hey, guardami bene…”
Korai afferrò il colletto del suo k-way e fece scontrare rapidamente le loro labbra.
“So che ce la farai.”
Poi, prima che Sachiro ebbe il tempo di registrare con consapevolezza quanto successo e fermarlo, uscì dalla cabina.
“Devi rimanere fra la balena e la nave arpionatrice!” gli gridò dal ponte esterno, prima di accendere quello che sembrava un fumogeno e lanciarlo con precisione sulla prima baleniera.
Sachiro era sul punto di correre fuori, afferrarlo per il cappuccio del suo giubbotto riflettente e trascinarlo dentro al sicuro, quando la guardia costiera rispose alla chiamata e lo costrinse a spostare la sua attenzione su quest'ultima.
Mentre spiegava la situazione e dava le loro coordinate, si accorse che le due baleniere si stavano avvicinando sempre di più, lasciando fra esse solo uno stretto spazio, e il cellulare gli cadde dalle mani.
I suoi pensieri si dipinsero per un secondo di bianco, prima che l’immagine mentale di Korai gli fece recuperare il controllo.
“Queste sono le leve che controllano le due eliche”.
Una cosa doveva fare, e doveva assicurarsi di farla bene: farli restare in vita, su quella barca che non sapeva guidare, in un mare agitato, e letteralmente schiacciati fra due baleniere.
È come un joystick - si disse. È come la tua prima operazione di chirurgia robotica. Non far cadere Korai in mare, altrimenti perdi.
Le onde non gli davano tregua e gli rendevano pesanti le braccia sul timone, ma Sachiro rimase concentrato e impassibile.
“Con queste muovi le pale a destra e a sinistra. Fai attenzione alle raffiche di vento”.
Hirugami studiò rapidamente la situazione. La balenottera si trovava adesso completamente alla loro destra. Qualcuno, sulla nave alla loro sinistra, continuava a urlare insulti in un dialetto incomprensibile, mentre cercava di manovrare quello che doveva essere il cannone dell’arpione.
Korai stava facendo un grande casino con un faro abbagliante, confondendo con la luce i balenieri per impedirgli di vedere il cetaceo nell’acqua e prendere così la mira.
Il radar aveva iniziato a segnalare un’altra nave in avvicinamento, che doveva essere la guardia costiera, ma ci avrebbe messo ancora un po’ prima di arrivare. I fumogeni e la strategia di Hoshiumi però sembravano funzionare per guadagnare tempo, e fortunatamente la seconda nave non sembrava avere armi.
Sachiro stava quasi permettendosi di rilassare un po’ i nervi, quando delle gocce di pioggia grandi come chicchi d’uva iniziarono a colpire la vetrata del ponte di comando.
La burrasca era iniziata.
In pochi minuti il fumo si disperse completamente. Korai stava continuando a puntare il faro abbagliante sui pescatori, ma all’improvviso qualcosa colpì con gran fragore il fanale, e la luce si spense.
Qualcuno aveva appena lanciato un arpione contro il faro.
Sachiro notò Hoshiumi trovarsi esattamente sulla traiettoria del cannone e la sua parte razionale lo abbandonò completamente. Si gettò fuori dalla cabina incurante del vento, della pioggia e della nave ora senza nocchiere.
Spinse Korai a terra e poi lo strinse a sé, facendogli scudo con il suo abbraccio. Era pazzo, era un pazzo. Strinse più che poteva e chiuse gli occhi, aspettando il buio.
Silenzio.
E poi, inaspettato, un fischio.
Sachiro riaprì le palpebre, confuso.
Era la sirena delle autorità.
“Sachiro! Ce l’abbiamo fatta!” stava gridando Hoshiumi, ancora aggrappato al suo corpo, prima di scoppiare a ridere e baciarlo, incredulo quanto lui. “Lo sai che non c’era alcun arpione carico, vero? E che in ogni caso non lo avrebbero mai puntato contro di noi, perché…”
Non sentiva nemmeno più le sue parole, perché la sua testa era completamente occupata da un unico pensiero, che rendeva superfluo e ovattato tutto il resto.
Korai stava bene. Korai stava bene.
Hirugami lasciò uscire un sospiro di sollievo, ma questo si trasformò in un lamento prima che potesse zittirsi. La tensione di quella situazione assurda aveva crepato irrimediabilmente il muro di insensibilità e compostezza che lo proteggeva. Sotto quella tempesta, però, nemmeno Hoshiumi avrebbe saputo distinguere le righe delle lacrime sulle sue guance da quelle tracciate dalla pioggia.
Quando fecero ritorno sulla terraferma, le sue mani stavano ancora tremando.
Korai gliele prese e le strinse fra le sue, e poi si mise davanti ai suoi occhi, costringendolo a guardarlo.
Vide le labbra di Hoshiumi sollevarsi in un sorriso soddisfatto, e fu allora che esplose. Lo afferrò per le spalle e gli diede uno scossone, facendolo trasalire.
“Non c’è niente da festeggiare, Korai! Ti rendi conto di cosa ci sarebbe potuto succedere, là fuori?!” esclamò, esterrefatto. “Sei pazzo, sei completamente fuori di testa!”
Aveva perso il controllo, di nuovo. Era incredibile come Hoshiumi fosse riuscito a distruggere la sua tanto abilmente costruita maschera di indifferenza e imperturbabilità.
“Hey, calmati, Sachiro! Era tutto sotto controllo! Non ci avrebbero colpito, te l’ho detto. E poi avevo fiducia in te. Sei stato bravo al timone” ribatté lui con sicurezza, anche se era rimasto buono sotto alla presa delle sue mani.
“Ma cosa vuol dire?! Non avevo mai pilotato una barca! Avrei potuto farci affondare! Non dovresti fidarti così ciecamente di qualcuno che non sa nemmeno quello che sta facendo! Hoshiumi Korai, dovresti tenere di più alla tua vita! Come posso essere tranquillo sapendo che fai questo genere di cose, di nascosto…?!”
Hoshiumi continuava a guardarlo, disorientato.
“Sachiro, non é vero che faccio queste cose da solo. Era la prima volta. Era perché sapevo ci saresti stato. Insieme li abbiamo fermati, e possiamo continuare così... io e te. Imparerai sicuramente anche a pilotare e..."
Hirugami sentì la propria anima frantumarsi come un cristallo che cadeva.
“Korai. Promettimi che non farai mai più una cosa del genere.”
Le pupille del ragazzo si piantarono confuse nelle sue.
“Devi promettermelo. Anche se restassi con te… non farebbe alcuna differenza, perché tu non sei un gabbiano, o una tartaruga o un pesce. Non potrei curarti, Korai. Non potrei salvarti. Perciò devi promettermelo. Non farti del male.”
Non aveva mai parlato così seriamente in vita sua.
Hoshiumi si immobilizzò.
Aspetta… Cosa intendi dire con quel “anche se restassi”…?”
Un cristallo che cadeva e si sgretolava in mille pezzi.
“Andiamo, Korai. Lo sai bene che in poco meno di una settimana finirà il mio periodo di tirocinio, e anche la mia permanenza qui…”
Non riuscì a terminare la frase. Quella realtà che aveva continuato a seppellire e nascondere pur di non affrontare, adesso non poteva più essere ignorata.
Hoshiumi lo fissava con quegli occhi grandi, quasi si rifiutasse di capire. Indietreggiò liberandosi dalla sua stretta.
“Lo so, ma… Mi stai dicendo che non tornerai, una volta finita l’università?”
Non seppe rispondergli.
“Tu non... non vuoi salvare il mare?”
Il tono della sua voce si era fatto improvvisamente deluso, e le sue parole sembravano un’accusa.
Anche se fino a quel momento non era stato che un pensiero confuso e nebuloso nella sua mente, Hirugami realizzò improvvisamente che la verità era quella. Non aveva mai davvero immaginato il suo futuro su una nave in mezzo al mare, a fare la guerra alle baleniere. Si era sempre visto in una clinica veterinaria, in un ambiente protetto e familiare, tutt’altra cosa rispetto alle sfide e ai sacrifici dell’oceano.
Provò ad aprire bocca, ma non ne uscì una parola.
Korai scosse la testa, lo guardò un’ultima volta e poi si voltò e si mise a correre nella notte, senza mai fermarsi o guardare indietro. La sua espressione era quella di un’animale ferito che aveva perso il suo rifugio.


 

 

 

Nessun commento a riguardo, solo sofferenza TvT
*si nasconde*

 

 

   
 
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