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Autore: GReina    13/02/2021    2 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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Kenma
Quando aveva ideato quel piano, Kenma sapeva che presto o tardi si sarebbe pentito della sua idea. Certo, non pensava l’avrebbe fatto ancor prima di lasciare il Castello.
Da giorni, ormai, Kuroo era depresso, e con più precisione lo era da quando Kenma aveva fatto in modo che l’ennesimo collarino comprato dal suo ragazzo “scomparisse misteriosamente”. Per quanto non gli andasse, quindi, aveva deciso di riparare al danno fatto proponendo a Kuroo di andare a comprarne un altro e insieme festeggiare il suo compleanno. Per il 17 novembre non era prevista una gita al villaggio, ma se c’era una cosa in cui Kenma era diventato particolarmente bravo – specie da quando era diventato animago –, quella era trovare strade e passaggi segreti per svincolarsi dalla folla. Non aveva mai dovuto usare quello che da Hogwarts portava ad Hogsmeade, ma sapeva bene come entrarvici ed esattamente dove sbucava. Quindi, non gli era rimasto che rendere partecipe Kuroo del suo piano e dirgli di presentarsi nell’aula di Pozioni – la stanza vuota più vicina alla loro meta – subito dopo pranzo. Adesso, il festeggiato si stava divertendo nel trasfigurargli la faccia in modo che gli abitanti non potessero riconoscerli e in tal modo denunciarli al preside. Kenma era passato dall’avere i capelli rossi e ricci, a un mosso biondo slavato, fino ai rasta verde pisello. Alla fine, fortunatamente, era riuscito a convincere Kuroo a optare per un semplice nero liscio, ma aveva dovuto barattarlo in cambio di un paio di occhiali fucsia decisamente troppo appariscenti. Per il più grande era stato persino peggio. Grazie all’aiuto di uno specchio, il grifondoro si era dato alla pazza gioia: si era fatto crescere la barba, la pancia e persino il naso. Aveva i capelli biondi, crespi ed acconciati qua e là con qualche treccia. Nell’insieme, Kenma avrebbe potuto definirlo in un solo modo: rozzo vichingo.
Usciti dal passaggio segreto, aspettarono che per strada non ci fosse nessuno, poi lasciarono lo stretto vicoletto da cui erano sbucati e in pochi minuti erano in mezzo alla gente del luogo.
Camminando accanto a Kuroo, Kenma proprio non riusciva a smettere di sorridere. La tristezza che da qualche giorno a questa parte era parsa seguire ovunque il suo ragazzo era totalmente svanita; adesso, alle strane occhiate che gli abitanti rivolgevano alla stravagante coppia, Kuroo rispondeva con un sorriso mentre si accarezzava la pancia con fare materno.
Con grande piacere di Kenma, il festeggiato decise di non andare subito al negozio Every(rainbow)thing, ma di vagare, invece, nel centro storico del villaggio. Un paio di ore più tardi, il corvonero propose una Burrobirra e Kuroo assentì con piacere.
“Forestieri?” chiese la cameriera non appena si avvicinò al loro tavolo per prendere le ordinazioni. Hogsmeade era un villaggio abbastanza piccolo, e che la donna si accorgesse di non aver mai visto i due strani individui non lo stupì poi così tanto.
“Sì.” rispose Kuroo usando la voce più gutturale che le sue corde vocali furono in grado di offrirgli. “Siamo di passaggio!” continuò “Venuti ad assaggiare la più buona Burrobirra di questa parte d’Inghilterra!” Kenma quasi rise al pensiero che Kuroo – venendo ogni anno da Londra con l’Hogwarts Express – probabilmente aveva scelto l’espressione “questa parte d’Inghilterra” solo perché effettivamente non aveva idea di dove geograficamente si trovassero.
“Due Burrobirre, allora!” sorrise la cameriera prima di allontanarsi.
Stettero circa un’ora a chiacchierare ai Tre Manici di Scopa, ora durante la quale Kenma aveva dovuto convincere Kuroo a non fare scorta di Whisky Incendiario. Daichi – Kenma ne era sicuro – l’avrebbe sicuramente ringraziato, eppure il suo ragazzo era stranamente di malumore all’idea di non poter introdurre clandestinamente alcol all’interno della scuola. Quindi, sospirando, Kenma capì che era giunto il momento di giocarsi la sua carta vincente e di fare strada verso il negozio tanto amato dal suo ragazzo.
Prima di comprare il collarino, i due indugiarono tra gli scaffali. Quello era il giorno di Kuroo, quindi Kenma non si oppose quando questi lo pregò di provarsi alcuni vestiti che – testuali parole – “Su di te sarebbero sexy da morire!”. In mezzo a tutto il vestiario che Kuroo aveva insistito per comprargli, infine, il grifondoro mise il collarino e portò il tutto alla cassa. Come tutti, quel giorno, il commerciante vide gli strambi occhiali di Kenma, l’aspetto rude di Kuroo, e li guardò con occhi sbiechi. Iniziò a prendere uno per uno i capi messi sul bancone e arrivato al collarino si arrestò. Alternò lo sguardo prima su uno, poi sull’altro. Infine, si mise a fissare Kuroo.
“Sei quello studente di Hogwarts!” affermò sicuro, e se c’era anche una pur minima possibilità di negare il fatto, Kuroo la bruciò quando urlò di rimando:
“Come ha fatto a capirlo!?” si portò le mani alla barba, poi al naso ed infine alla pancia, ma il commerciante rese chiaro subito dopo che la sua intuizione non avesse avuto niente a che fare con l’aspetto fisico. Sollevò il collarino.
“Scegli sempre lo stesso.” disse “E ancora non capisco se hai molti gatti, o ti piace buttare collarini per animali domestici nel Lago Nero.” Kuroo abbassò lo sguardo, sconsolato.
“Li perdo di continuo.” ammise, poi s’intromise Kenma.
“E giusto per curiosità: quanti è che ne ha già comprati?” il commerciante fece mente locale, infine rispose.
“Oggi siamo in novembre,” rifletté “e l’ultima volta ne ha comprati due.”
“Per sicurezza!”
“Quindi con questo dovremmo essere a quattro.” Kenma tirò un silenzioso sospiro di sollievo: era riuscito ad intercettarli e nasconderli tutti.
“Questo non lo perderò!” Kuroo afferrò il sacchetto con gli acquisti e tirò fuori il portafogli. Il commerciate rise.
“Il collarino te lo regalo io, ragazzo!”, Kuroo si illuminò.
“Allora ho abbastanza soldi per prenderne un altro!” Kenma sospirò, l’uomo dietro il bancone rise ancora più forte, infine fornì il conto al ragazzo. Lungo la strada che li avrebbe riportati al passaggio segreto e poi a scuola, Kenma pensò seriamente di lasciare che Kuroo riuscisse a mettergli quel dannato collarino al collo, ma scartò subito l’idea.
“Come regalo di compleanno dovrà accontentarsi del nuovo e costosissimo kit di manutenzione per scope che gli ho già comprato”.

 
***
Kiyoomi “i-could-kill-someone-and-you-couldn’t-prove-anything” Sakusa
C’era qualcosa di maledettamente magnifico nello studio. Certo c’era una ragione se Sakusa era finito in Corvonero.
Sin da quando avesse memoria, Kiyoomi era sempre stato pessimo nel rapportarsi con gli altri, tanto che l’unico con cui avesse mai interagito nei primi undici anni della sua vita era stato suo cugino. Tuttavia, i due non potevano essere più diversi: se Komori si divertiva a giocare con i bambini del loro quartiere, Sakusa preferiva rimanere in un angolo in disparte con un buon libro tra le mani. Ancora meglio, quando i suoi genitori non lo costringevano ad uscire “per socializzare”, Sakusa rimaneva chiuso in camera propria e lì, solo con i propri libri, poteva stare certo che nessuno l’avrebbe causalmente toccato o che il vento alzandosi lo avrebbe riempito di terra.
Sì, c’era qualcosa di maledettamente magnifico nello studio, e quel qualcosa era la completa autonomia. Nessuno poteva biasimarlo se studiava da solo; nessuno poteva costringerlo ad andare al parco con i vicini se aveva dei compiti da fare. Che fosse in dormitorio, in biblioteca o in Sala Comune, nessuno lo disturbava quando studiava; non doveva tener conto di nessuno e nessuno teneva conto di lui. Nessuna sorpresa, quindi, che sentir assegnare dal professor Washijo un compito di gruppo lo avesse destabilizzato così tanto. Per lo meno – questo doveva riconoscerlo – Kenma, Osamu, Ennoshita ed Akaashi erano il male minore. Non erano loro il problema; non erano loro, quel giorno in biblioteca, a mettere alla prova i nervi e la sanità mentale di Sakusa.
“Akaashi!!” sentì urlare a qualche metro di distanza. Sakusa sollevò lo sguardo su Bokuto, poi lo spostò accusatorio su Akaashi. Questi guardò i compagni corvonero con aria rammaricata, poi chiese al grifondoro di abbassare la voce. Quello lo fece, ma non smise di parlare.
“È appena stata programmata una gita ad Hogsmeade per la settimana prossima! Ci vieni insieme a me?” Sakusa vide Akaashi sussultare, forse sorpreso per quell’invito così diretto, ma infine annuì rispondendo che gli avrebbe fatto molto piacere. Da parte sua, Sakusa davvero non capiva come il corvonero riuscisse a stare dietro a quell’esaltato, eppure Akaashi era l’unico che sembrava riuscire a calmarlo, e infatti poco dopo – nonostante sembrasse rammaricato dal doverlo fare – Bokuto aveva ubbidito all’amico ed era uscito dalla biblioteca.
Si rimisero a studiare, e neanche un’ora dopo fu il turno di Kuroo: “Kenma! Hai sentito? Finesettimana ad Hogsmeade tra dieci giorni! Se dovessero sparire i nuovi collarini saprei cosa fare!” ma anche lui fu liquidato in fretta e tornarono sui libri.
“Akaashi! Kuroo mi ha detto che esiste un negozio ad Hogsmeade che vende solo gufi!! È vero??” tutto il tavolo si girò verso il corvonero interpellato, che di nuovo si scusò con gli occhi.
“Sì, Bokuto-san. Ci sono passato davanti un paio di volte.”
“Allora potresti accompagnarmici? Voglio comprarmi un gufo!” Akaashi assentì, ma subito dopo ricordò all’amico che stavano studiando, e questi – di nuovo sconsolato – andò via.
“Il peggio dovrebbe essere passato.” sorrise Ennoshita, quindi tornarono ai propri compiti.
Quando, quindici minuti più tardi, Nishinoya e Tanaka entrarono a gran voce nella stanza, la bibliotecaria fu più rapida di Sakusa, e prima che questi potesse anche solo pensare ad un modo in cui poter uccidere entrambi senza finire ad Azkaban, la donna li aveva zittiti. Sembrava quasi che non si fossero accorti di loro, quando Tanaka diede una gomitata all’amico ed indicò Ennoshita.
“Enno!” lo salutarono “Sai per caso dov’è la sezione di Babbanologia? Ci tocca studiare la Prima Guerra Mondiale!” quella era probabilmente la prima volta che i due entravano in biblioteca senza l’intenzione di cercare nuovi stravaganti modi per fare uno scherzo; Ennoshita fu rapido a dargli indicazioni e la tranquillità tornò tra loro.
Dopo l’entrata in scena dei due battitori, tutto sembrava essersi calmato. I corvonero erano arrivati quasi alla fine del compito di gruppo e Sakusa finalmente riusciva ad intravedere la luce alla fine del tunnel. Stavano giusto per scrivere la conclusione quando…
“Hey, Samu, eccoti finalmente. Senti, dovevo chiederti-” Sakusa non seppe mai cosa Atsumu avesse da dire a suo fratello.
“ORA BASTA! IO NON CE LA FACCIO PIÙ. COME SI FA A STUDIARE CON TUTTI VOI ALTRI CHE CONTINUATE AD INTERROMPERCI PER OGNI MINIMA COSA!?” sbottò infuriato “Scrivete la conclusione senza di me!!” disse poi ai compagni “Io ho chiuso.” e mentre camminava svelto ed arrabbiato verso la porta della biblioteca, l’ultima cosa che sentì fu la voce mesta e confusa di Atsumu:
“Si può sapere che cos’ho fatto, stavolta?”.
 
***
Kyanma
Dopo la snervante esperienza dello studio di gruppo, Kenma era dovuto fuggire per ricaricare le batterie. Era quindi uscito in giardino e lì, nascosto dietro un albero, si era trasfigurato in gatto. In genere odiava fare attività fisica, e questo in qualsiasi forma fosse. Eppure, avrebbe mentito se avesse negato che a volte le sue lunghe e solitarie passeggiate a quattro zampe non fossero l’unica cosa in grado di farlo rilassare.
Aveva vagato per i tetti del Castello, in mezzo ai labirintici passaggi segreti presenti nei sotterranei, percorso tutto il perimetro esterno della scuola e si era persino insinuato per qualche metro all’interno della Foresta Proibita. Nel frattempo, il cielo si era scurito, e fu solo guardando quello che Kenma decise che era giunto il momento di trasfigurarsi nuovamente in forma umana e rientrare in Sala Grande dove – a giudicare dal vociare – era già iniziata la cena. Iniziò a pensare ad un posto in cui potersi trasformare senza che nessuno lo vedesse e quindi a dirigersi verso le serre dietro le quali, lo sapeva bene, a quell’ora non avrebbe trovato nessuno. Era appena tornato sui propri piedi quando si accorse che invece non era affatto così: due ragazzi – avvinghiati tra loro – nel vederlo si erano paralizzati ed ora tutti e tre si stavano fissando terrorizzati, consapevoli di un segreto che avrebbero fatto volentieri a meno di scoprire.
“Sentite,” disse Kenma dopo i lunghissimi secondi di silenzio che erano seguiti alle due incredibili rivelazioni del momento “io non ho visto voi, e voi non avete visto me.” Iwaizumi fu il primo a riprendersi.
“Per me va bene.” quindi Kenma guardò Oikawa che però, prima di andare ognuno per la propria strada, volle chiarire meglio:
“Noi non diremo a nessuno che tu sei un animago illegale, e tu non dirai a nessuno che io e Iwaizumi stiamo insieme. O che ci parliamo in generale.” Kenma davvero non capiva perché il serpeverde fosse tanto spaventato all’eventualità che la loro storia uscisse fuori. Certo non era paragonabile al fatto che lui rischiava di finire ad Akzaban per qualche mese.
“Non l’avrei detto a nessuno anche se non avessi a mia volta qualcosa da nascondere.” ripose “Sinceramente, non m’interessa nulla cosa fate.” ma l’altro continuò a fissarlo serio, quindi lo tranquillizzò: “Facciamo come se non fosse successo niente. Non dirò niente a nessuno.”
“E noi faremo lo stesso.” concluse Iwaizumi per tutti.

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n.a. [per il primo POV Kenma]:

nei libri canon non esiste nessun passaggio che sbuchi in un vicolo di Hogsmeade, ma nel settimo viene specificatamente detto che tutti i passaggi segreti di Hogwarts sono stati bloccati. Io mi sono fatta l’idea che questi passaggi “si creino da soli”, per così dire… in ogni caso sono passati parecchi anni dagli avvenimenti dei libri e non mi stupirei se qualche nuovo Malandrino li avesse scavati con la propria bacchetta! D’altronde, non dimentichiamoci che James Sirius Potter ha camminato per quei corridoi!!
   
 
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