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Autore: VeganWanderingWolf    15/02/2021    0 recensioni
questa è la seconda storia della serie '4 di picche' - Vero che Danny si aspettava di poter rivedere qualcuno dei “colleghi” dei 4 di picche, ma forse non così presto e in una situazione tanto potenzialmente grave. Non solo. Dal suo passato rispunta una vecchia conoscenza che sa essere tutt’altro che innocua. E per finire, sembra che la sua vecchia conoscenza abbia individuato con precisione uno dei suoi punti deboli per eccellenza… e che sia ad un passo dall’affondarci le zanne…
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '4 di picche'
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Capitolo 59

(We’re underground)

 

Tutto avvenne così rapidamente, che Andrea ebbe notevoli difficoltà a starvi dietro.

Un attimo prima se ne stava seduta sul divano di fianco a Danny, curiosando insieme a lui un album di ritagli di giornale dei vecchi casi più o meno seguiti dall’originale nucleo dei ‘4 di picche’ quando aveva fatto base a Tairans, mentre Kumals sonnecchiava sulla sua poltrona mezzo sghemba per il piede d’essa spezzato.

Yuta e Mordecai erano andati a casa di quest’ultimo a racimolare cose potenzialmente utili che non erano state meglio specificate, ma ad una veloce spiegazione da parte di Yuta sembravano poter comprendere da intrugli più o meno curativi fino a possibili cose che forse potevano infastidire mezzi lupi impazziti che tentassero di scatenare la loro furia su Tairans nel corso della notte senza luna, alla quale mancava poco ormai. Nessuno di loro sembrava avere ancora un piano ben preciso.

L’istante successivo, Andrea ebbe appena il tempo di registrare la rapidità con cui Danny si irrigidì di colpo, e poi lui balzò in piedi rivolgendo uno sguardo feroce verso la porta d’ingresso, un cupo e basso ringhio gutturale che scaturiva sempre più crescente dalla sua gola. Né lei né Kumals fecero in tempo a fare altro che inquietarsi, allarmarsi, e alzarsi in piedi rapidamente a loro volta, prima che il rumore di passi lungo le scale raggiungesse la porta e la stessa venisse aperta.

Kumals e Andrea rimasero dapprima stupiti, vedendo comparire sulla soglia semplicemente Ramo e Uther, evidentemente di ritorno dal loro turno di sorveglianza dell’attendamento dei mezzi lupi, ma con notevole anticipo inspiegabile rispetto ai loro turni; c’era comunque la possibilità che per qualche motivo avessero deciso di farsi sostituire prima dell’ora concordata da Yuta e Mordecai. Ma questo non spiegava ancora la reazione di Danny.

A spiegarla bastò invece che Uther e Ramo facessero qualche passo dentro la stanza e si scostassero un poco di lato, mostrando i due dietro di loro, i quali rimasero sulla soglia, guardando soprattutto Danny con una certa attenzione istintiva, perché era chiaro che lui stava rivolgendo la sua sorda minaccia verso di loro; e probabilmente l’unico motivo per cui non li stava ancora attaccando era perché, inspiegabilmente, quei due erano arrivati con Ramo e Uther. Andrea ebbe la distinta percezione che l’unica spiegazione per la reazione di Danny potesse essere che quei due erano… mezzi lupi.

Come a confermarglielo definitivamente, Kumals, dopo un compatto momento di incredulo stupore e senza smettere di guardare fisso i due nuovi arrivati tenendoli d’occhio, si rivolse agli altri due praticamente urlando.

«Ramo! Uther!! Credevo che le istruzioni fossero semplici! Tenere d’occhio i mezzi lupi impazziti. E non portarli qui!»

Il più relativamente basso e ben piazzato dei due corrugò la fronte e spostò lo sguardo da Danny a Kumals, con un’espressione e un tono decisamente risentiti e di protesta. «Hey, vacci piano tu! Impazziti a chi??»

L’altro, quello più alto e snello, gli appoggiò lentamente una mano su una spalla, mentre manteneva accuratamente lo sguardo su Danny per sicurezza, e gli disse semplicemente «Bree… Per favore…»

Quello che sembrava chiamarsi Bree voltò la testa verso di lui e di nuovo protestò «Ci sta dando degli impazziti! Questo… chiunque sia questo tipo poi!» terminò, scoccando un’occhiata critica a Kumals e agitando appena una mano verso di lui.

Kumals sbatté le palpebre, fissandolo ancora più seriamente, e ancora cercando di capacitarsi, evidentemente.

Il più alto dei due nuovi arrivati sospirò appena, con un ché di rassegnato. «Non sta parlando di noi…»

«Beh, io credo proprio di sì, invece.» replicò Bree, piazzandosi le mani sui fianchi e fissando Kumals con aria di sfacciata sfida a provare a sostenere il contrario.

Dal canto suo, Kumals quasi urlò di nuovo «Uther!! Ramo! Volete spiegare che diavolo succede?»

Uther disse semplicemente «Loro sono a posto.», con aria piuttosto tranquilla, indicando i due nuovi arrivati vagamente con il pollice.

Kumals concentrò uno sguardo molto intenso su di lui. «‘Loro sono a posto’…» ripeté lentamente, e perciò in un modo assai inquietante a udirsi «Loro sono a posto?? Questa sarebbe una spiegazione?!»

«Hem… Non stanno con… gli altri… Insomma, con quelli…» tentò Ramo.

«Impazziti.» completò ancora piuttosto tranquillamente Uther, annuendo come in conferma.

Bree emise un verso scetticamente sprezzante. «Certo che no! Ci mancherebbe altro!»

Kumals sollevò un sopracciglio al massimo, e iniziò a rivolgersi a tutti e quattro, molto significativamente e scandendo le parole, esercitando un notevole sforzo per dominarsi. «Bene… bene… Ora… qualcuno mi spiega, immediatamente, che cosa sta succedendo?»

Uther diede una sommaria scrollata di spalle. «Ci siamo incrociati nel bosco.»

Kumals gli spedì uno sguardo a dir poco fulminante. «Uther… sul serio… Io…» iniziò ad avvertire.

«Ci siamo incrociati per caso, in effetti…» intervenne Ramo, con un certo imbarazzo «E abbiamo… parlato un po’, così…» e sembrò non sapere bene come continuare.

Kumals lo guardò sollevando anche l’altro sopracciglio. «E di che cosa? Politica?»

Uther emise un leggero sornacchio divertito, ma poi occhieggiò anche verso Danny per un momento, il quale era ancora ritto in piedi, immobile e con tutti i muscoli tesi, il cupo ringhio gutturale appena udibile ancora in sottofondo, e lo sguardo inchiodato sui due nuovi arrivati. «Kumals, sul serio, calmati un attimo… E, Danny… non sono pericolosi. Non a vedersi almeno.»

«Hey!!» protestò vivamente Bree, lanciandogli un’occhiataccia.

«Bree…» sospirò l’altro.

Ma Bree spostò lo sguardo su Danny, e come se avesse notato meglio i suoi connotati solo in quel momento, esclamò molto interessato «Hey, tu sei quello che ha sconfitto la pazza, vero??»

Danny tirò un po’ indietro la testa, preso in contropiede. «La… pazza…?» ripeté lentamente, perplesso e confuso. Ma se non altro sembrava aver momentaneamente deciso che il tutto aveva un ché di davvero troppo assurdo per essere considerato così minaccioso, e si stava prudentemente rilassando giusto un poco, e molto gradualmente.

Il mezzo lupo più alto e snello sospirò di nuovo. «Intende Mara.» specificò, pur anche lui guardando Danny con una certa curiosità, anche se decisamente più contenuta per basilare gentilezza.

«Hum…» fu tutto quello che uscì a quel punto da Danny, con un’intonazione assai dubbiosa.

«Perché sono qui? Perché diavolo questi due sono qui?!» ritornò alla carica Kumals, guardando Ramo e Uther con lo sguardo che sembrava quasi capace di poter iniziare a scagliare saette.

«Loro vorrebbero… hum… essere… d’aiuto?» si azzardò a dire Ramo, il quale aveva l’infelicissima aria di qualcuno che si sta rendendo sempre più conto di aver tragicamente sottovalutato il particolare di prepararsi una migliore spiegazione, ma che allo stesso tempo sospetti che il non essere troppo convinto lui per primo di quella reale glielo avrebbe drasticamente reso assai difficile in ogni caso.

Kumals lo continuò a fissare significativamente solo per un altro istante, poi spostò lo sguardo su Uther come se ormai stesse praticamente dando per scontato che fosse il suo turno di dire qualcosa di assurdo.

E Uther sembrò non volerlo deludere, perché alzò le spalle e disse semplicemente «Ho pensato che un paio in più dalla nostra parte potessero farci comodo.»

«Prego?» fece Malk, inarcando un sopracciglio.

«Guarda che noi non stiamo dalla parte di nessuno, carino.» specificò Bree con uno scettico sbuffo nasale, schioccando significativamente le labbra come a sottolineare la sua sicurezza su quel punto.

Uther lo guardò con una leggera smorfia tra il sorpreso e l’irritato per l’appellativo, Kumals rimase in un preoccupante silenzio a stento contenuto ma chiaramente traboccante di ancora crescente spazientimento.

«Ma…» soggiunse Malk, gettando nella direzione di Kumals uno sguardo relativamente preoccupato «Vorremmo dare una mano. Per evitare che quelli… facciano una strage o simili…»

«Visto?» commentò Uther, annuendo una sola volta verso Kumals, apparentemente con perfetta calma soddisfatta.

«Per il sacrosanto…!» iniziò a dire Kumals, il tono pericolosamente crescente in volume e levitante di ira.

«E comunque, chi sareste voialtri?» si informò Bree, guardando tra Kumals e Andrea con aria incuriosita e allo stesso tempo piuttosto valutante.

Kumals si limitò a puntargli addosso uno sguardo inviperito e, suo malgrado, apparentemente troppo incredulo per riuscire a rispondere prontamente, o forse ritenendo che non aveva nessuna intenzione di dargli corda al momento.

«Hem… Andrea…» disse allora lei, occhieggiando attentamente tra tutti quanti, senza sapere più bene chi fosse da tenere maggiormente sott’occhio in quel momento.

«Hey, ciao!» sorrise Bree amichevolmente, come se finalmente avesse individuato qualcuno che poteva riscuotere la sua simpatia in tutta la stanza. «Io sono Bree! E lui è Malk

Kumals emise un sonoro sbuffo e gettò le braccia in alto, esasperato. «Oh, certo, perché no! Volete anche qualcosa da bere, finché ci siamo?» commentò con chiaro sarcasmo pungente.

«Beh, male non farebbe!» replicò con tranquillità spudorata e sincera Bree.

«Bree…» fece Malk, muovendo giusto l’angolo delle labbra verso di lui, con un tono da richiamo nemmeno troppo speranzoso di poter ottenere qualche effettivo risultato.

«Ah, comunque, lui è il mio ragazzo.» disse in compenso Bree, come se si fosse ricordato di quel particolare in quel momento, agitando un poco una mano verso di lui «Perciò, annuncio per tutti e tutte: non pensateci nemmeno.»

«Bree!» richiamò stavolta più a voce alta Malk.

Uther alzò lo sguardo verso il soffitto ed emise un verso di critico lamento semi-sospirante, e altamente rassegnato.

«Vale anche per te, sai? Guarda che ti tengo d’occhio.» disse ancora Bree, lanciandogli uno sguardo.

Uther abbassò gli occhi verso di lui e incrinò con decisione un sopracciglio assai scetticamente. «Io e Ramo ti abbiamo già assicurato, più volte, che non abbiamo nessuna intenzione di… fare delle avances a nessuno di voi due, tranquillo.» commentò semplicemente, con una netta vena di aperta ironia.

Bree emise uno sbuffo nasale. «Tsk! Non si può mai sapere. Sapete com’è, le cose cambiano.»

«Bree…» praticamente gemette Malk, passandosi una mano sulla faccia con fare arreso.

E inaspettatamente Kumals inclinò un poco la testa di lato e, occhieggiando tra tutti e quattro, disse «Hum… divertente…»

Ramo lo guardò con gli occhi spalancati di esausta sincerità convinta e scosse un poco la testa. «No, per niente… te lo assicuro.» disse.

«Va bene…» riprese Kumals, prendendo fiato con impegno «Ora… qualcuno – mi – spieghi – che – diavolo – succede – qui. Adesso!» sentenziò con un tono che non ammetteva repliche.

Bree si rivolse a Ramo. «È sempre così agitato come se gli stessero per scoppiare le coronarie oppure è una giornata particolarmente brutta?»

Ramo contorse il viso in una leggera ma sentita smorfia di disagio e si guardò bene dal dire qualcosa, ma Uther rispose tranquillamente «Nah, è pressappoco sempre così.»

«Sul serio…» ritentò Malk, guardando in particolare Danny con espressione seria «Volevamo solo… cercare di aiutare per evitare che quegli altri combinino una… hum… strage.»

«Perfetto.» commentò Kumals, battendo appena le mani tra di loro, con un tono pericolosamente ironico e falsamente allegro «Ragazzi? A qualcuno di voi risulta per caso che abbiamo aperto un’agenzia di arruolamento per una crociata dei pezzenti o simile?»

«Hey! Pezzenti a chi?!» scattò subito Bree.

«È una citazione storica…» sospirò Malk, pur sapendo che non per quello non conteneva implicitamente e comunque qualcosa di molto significativo come commento1.

«Una cosa?» fece Bree, scoccandogli uno sguardo assai scettico.

«Quindi… Per intenderci… Non volete sterminare l’umanità, voi due…» tentò di ricapitolare almeno quel punto fondamentale Andrea, per sicurezza.

Malk le rivolse uno sguardo grato e scosse la testa con aria dignitosa e seria. «No.»

«Ma ti sembriamo fuori di testa? Cioè, sinceramente.» le chiese invece Bree, con un ché di significativo nonostante il tono amichevole.

«Probabilmente è molto meglio che invece io non lo sia, sincero, in questo momento.» commentò Kumals.

Bree gli rivolse una smorfia. «Va bene, nonno, abbiamo capito che non ti piacciamo. Ma sai cosa? Beh, amen!» disse, ignorando bellamente lo sguardo sempre più trasecolante di Kumals, per poi guardare Danny e concludere con «E comunque, quella che ci interessa è la sua opinione.»

Danny sbatté un momento le palpebre, sorpreso. «Perché… la mia…?» chiese, confuso.

Bree sembrò in compenso altrettanto sorpreso dalla sua domanda. «Cavolo, è chiaro no? Sei tu quello che ha sconfitto quella folle scatenata.»

Danny piegò le labbra in una smorfia di profondo disagio dolente e disse solo «Io… non…»

«Ci hai… praticamente salvato, per la verità…» disse Malk, guardandolo serio e gentile, con un ché di profondamente grato.

Danny spostò lo sguardo su di lui, ancora più confuso. «Cosa…?»

«Quella ci teneva tipo sotto sequestro!!» esclamò Bree, con un’animazione che risultava assai teatrale, per quanto in buona parte sincera, ma anche decisamente calcata, per semplice abitudine espressiva a quanto sembrava.

«Ci avrebbe ucciso se avessimo lasciato l’attendamento. Ma volevamo farlo.» riformulò meglio Malk.

«Quindi ci hai… sì, insomma… come si dice… salvato le chiappe.» annuì Bree. Malk gli lanciò una concisa occhiata critica di sbieco.

Uther iniziò tranquillamente a canticchiare ‘I need a hero2 a mezza voce, mentre si dirigeva al frigorifero in cucina.

Kumals sornacchiò un verso ironico, e si rivolse a Danny. «E va bene. Danny?»

Danny lo guardò a sua volta, significativamente perplesso. «Cosa?» disse semplicemente.

«Che ne facciamo di questi due, capo?» chiese ironico Kumals, agitando appena una mano verso Bree e Malk, continuando a guardarlo.

Danny sbatté le palpebre e si limitò a inarcare le sopracciglia, senza rispondere, e assolutamente per scelta.

«Perché non… facciamo due parole con più calma magari… intanto?» propose Malk.

«Sì, ecco!» approvò Bree come se la domanda fosse rivolta anche a lui «Ah, c’è della birra?»

Uther, che stava già sorseggiando da una bottiglia di birra aperta che si era procurato, appoggiato di lato alla cornice della porta della cucina, gli lanciò uno sguardo relativamente storto.

Kumals emise un sospiro enormemente pesante. «Dagli della maledetta birra, Uther. E, oh, ora parlare con calma è tornato di moda? Fantastico. Allora, che diavolo, ma sì, facciamolo!» esclamò pesantemente sarcastico, lasciandosi cadere affondato nella sua poltrona, che naturalmente essendo ora azzoppata si inclinò pericolosamente e quasi si scaravoltò su se stessa con Kumals al seguito.

«Quella cosa è rotta.» notò Bree, indicando la poltrona.

Kumals gli lanciò uno sguardo tetro e grugnì di pessimo umore tra i denti «Non mi dire…»

Ramo richiuse con precauzione la porta d’ingresso, Danny osò rilassarsi abbastanza da risedersi sul divano e così fece anche Andrea, e Uther rimase a sorseggiare tranquillamente la propria birra appoggiato alla soglia della cucina. Bree sembrò optare per andare a prendere lui stesso due bottiglie di birra dal frigo, tornato indietro ne diede una a Malk, e la aprì dopo essersi seduto a gambe incrociate sul pavimento, dopo un poco imitato da Malk che si sistemò di fianco a lui con decisamente meno ostentazione di sfacciato agio.

«Allora gente, qual è il piano?» esordì quindi Bree spensieratamente, dopo aver inghiottito una lunga sorsata di birra come se fosse acqua.

Kumals si prese la base del naso tra pollice e indice e strinse forte, chiudendo gli occhi per un lungo momento.

«Hey, avanti amico. Puoi fidarti di noi. Siamo tipi alla mano!» invitò Bree.

«Bree…» sospirò Malk, scuotendo un poco la testa.

 

***

 

Yuta era ancora sorpresa e relativamente preoccupata quando lei e Mordecai raggiunsero la porta dell’appartamento; Ramo li aveva chiamati per telefono dicendo loro che per ora non c’era bisogno che andassero a sostituirli per il turno di sorveglianza all’attendamento dei mezzi lupi, e di tornare piuttosto direttamente lì. Non aveva specificato il perché, ma aveva detto e ridetto – in risposta alle incalzanti domandi di lei – che non c’era nulla di cui preoccuparsi.

Quando comunque Yuta non aveva mollato il colpo, Ramo aveva spiegato che a quanto pareva avevano saputo da certe fonti che sì, era confermato: i mezzi lupi ancora presenti all’attendamento non si sarebbero mossi prima della notte senza luna, quindi sarebbe dovuto essere sufficiente tornare di tanto in tanto a vedere giusto per fare una conta generale sperando che il loro numero fosse ulteriormente diminuito. Quando lei aveva chiesto che cosa volesse dire esattamente con ‘fonti’, Ramo si era corretto praticamente con nervoso imbarazzo dicendo che si era sbagliato, che voleva dire che era stato un ragionamento collettivo.

Yuta avrebbe potuto intuire da molto più lontano di così che c’era qualcosa sotto, ma aveva deciso di troncare la comunicazione telefonica e di andare a verificare di persona che cosa stava succedendo. Il tentativo gentile e correttamente giudizioso di Mordecai di dirle che dovevano esserci buone ragioni per tutto quello si spense definitivamente mentre salivano le scale. E soprattutto perché iniziarono a sentire fin da lì un certo animato chiacchiericcio dai toni perlopiù apparentemente allegri che proveniva da dietro la porta, come se fosse in corso una festa o qualcosa del genere.

Yuta allungò perciò il passo che divenne definitivamente marciante, raggiunse la porta e la spalancò di netto, piazzandosi sulla soglia, pronta a esplodere in una generale e impietosa ramanzina. Ma si bloccò perché, prima di tutto, rimase molto più stupita dai due estranei seduti sul pavimento che bevevano birra, piuttosto che dalla generale aria di tranquilla bevuta e chiacchierata di gruppo. Mordecai si affiancò appena a lei e da dietro di lei spiò all’interno con cortese e compunto rispetto tuttavia attento.

«Heylà!» salutò con amichevole curiosità Bree, alzando il braccio con la bottiglia di birra in mano verso di loro «E voi chi siete?»

Yuta lo guardò bene, molto bene, da capo a piedi. E poi iniziò con un semplice ma assai significativo «… Kumals

«Non chiedere a me.» replicò quegli tranquillamente, indicando con il pollice verso Ramo e Uther che ora sedevano sul divano, probabilmente ceduto loro per riposarsi dal turno di sorveglianza. «Rivolgiti a quei due laggiù. Li hanno portati loro.»

«Per vostra fortuna! He he…» sghignazzò Bree, scoccando a Kumals un’occhiata bellamente fiera.

«Molto piacere…» esordì cortesemente Mordecai «Il mio nome è Mordecai. E i vostri…

«Bree! E Malk!» rispose prontamente Bree, rivolgendogli uno sguardo di apprezzante simpatia «Hey, che nome figo, Mordecai.»

«Molto gentile.» si limitò ad annuire appena il necromante, sembrando affatto impressionato.

«Chi diavolo sono questi due??» esplose Yuta.

«Hey, tesoro, calmati, d’accordo? Così farai venire il mal di testa a qualcuno.» le consigliò con sincera disponibilità Bree, l’espressione seria in modo quasi da professionale delle regole di bevuta collettiva amichevole.

Yuta rifiondò uno sguardo tra l’incredulo e l’ammonimento intimidatorio verso di lui, e Malk quasi pregò con una leggera smorfia d’imbarazzo «Non farci caso… per favore. Lui è… fuori luogo. Spesso. Ma noi siamo… hum…»

«Rinforzi.» disse tranquillamente Uther, sorseggiando birra comodamente seduto sul divano.

«Mezzi lupi…» precisò comunque Danny, seduto per terra con la schiena appoggiata alla parete.

«Vorrebbero aiutarci con… contro gli altri, insomma.» aggiunse Andrea, seduta sul tavolo.

Yuta li guardò uno dopo l’altro mano a mano che parlavano, e infine il suo sguardo si fermò su Kumals. «Kumals

Quegli rilasciò un verso di protesta esasperata e si agitò sulla poltrona che traballò ampiamente. «Beh… e che diavolo! Perché dovrei essere sempre io quello che butta fuori a calci le persone simpatiche che si presentano al momento meno opportuno, specialmente se non li ho invitati io?»

La scena non sembrò sortire alcun effetto su Yuta, che incrociò le braccia sul petto e continuò a guardarlo significativamente.

«Hey!» esclamò invece Bree, sorridendo con apprezzamento «No, aspetta… hai detto che siamo simpatici?»

«Sono quasi sicuro che fosse ironico…» commentò quietamente Malk, sorseggiando la propria birra.

Kumals sembrò ponderare la cosa per un momento. «Non lo ero…» e sospirò «Ma sul serio, ragazzi…» tentò di proseguire con pazienza.

«Io sono Yuta.» lo interruppe lei con tono apparentemente tranquillo e un accenno di sorriso, indicandosi con una mano, e attirando su di sé lo sguardo tra l’interrogativo, il sorpreso e il preoccupato di Kumals. «E voi avete detto di essere… mezzi lupi?» si informò ancora, assai puntualmente.

«Nah.» scosse la testa Bree, evidentemente alticcio «Bree. E Malk. Oh, e lui è il mio ragazzo. Quindi niente colpi dietro le spalle, d’accordo?»

«Bree… la vuoi piantare?» protestò Malk.

«Che c’è?» ribatté lui, guardandolo «È meglio essere chiari prima che si combinino pasticci.»

«Su questo sono d’accordo.» annuì con placida calma Kumals.

Yuta roteò gli occhi, e sembrò optare per una più accurata strategia, perché entrò definitivamente, permettendo anche a Mordecai di fare altrettanto e di richiudere la porta dietro di loro, e si sistemò a sedere su un bracciolo del divano. «Humpf… E va bene. Sentiamo un po’, di che parlavate di bello?»

Il suo tono era così zuccherosamente casuale che Kumals aveva un brutto presentimento, che poteva riguardarlo direttamente nel momento in cui non ci fossero stati troppi sguardi indiscreti che potessero essere testimoni del suo subire giusto un leggero pestaggio.

«Oh… Bree, qui, aveva un’idea.» disse comunque Kumals, agitando appena una mano verso il nominato, con un ché di altrettanto impalpabilmente ironico.

«No…» commentò Yuta, guardando Bree con ancora un sorriso fin troppo gentile per essere proprio del tutto sincero, e dai bordi alquanto taglientemente preoccupanti almeno per chi la conoscesse abbastanza bene.

«Sì, proprio così!» esclamò prontamente Bree «Stavo dicendo che se scavassimo delle grosse trappole tutt’intorno all’attendamento e poi le coprissimo in modo che non si vedano…»

«Probabilmente ci finiremmo dentro noi per primi…» commentò cupamente Danny. Yuta gli lanciò una seconda occhiata e registrò meglio la sua espressione apparentemente profondamente rassegnata e relativamente esausta.

«Cosa?» fece Bree, guardandolo per un momento confuso, prima di scuotere la testa con decisione «No, non è per quello. Diavolo, che razza di modi avete di divertirvi voialtri?»

«Ah, sapessi…» commentò Uther, chiaramente ironico, dedicando peraltro più attenzione alla birra che stava bevendo che ad, apparentemente, qualsiasi altra cosa in generale.

Yuta registrò meglio anche l’umore di lui per quello che si poteva cogliere a prima vista, e intanto ripeté semplicemente «Hum… grosse trappole tutt’intorno…» come per essere sicura di aver capito bene, e senza nemmeno stupirsi troppo che, visto il clima che sembrava regnare in quella stanza, potessero davvero aver parlato di quello fino a quel momento.

Malk si schiarì appena la voce. «Forse ha dimenticato di dirti prima che è una fantastica idea totalmente impraticabile.» disse con netta ragionevolezza, che Yuta apprezzò molto.

«Hey, ma lasciami arrivare alla parte delle esche almeno!» insistette Bree, scoccandogli un’occhiata.

«Oh sì, giusto, quella era davvero… come dire…» commentò Malk, ancora affettuosamente ironico e tutto sommato divertito, ma rivolgendogli anche in ricambio uno sguardo significativo.

«Eccezionale.» completò Kumals, non meno ironico, anche se con il suo tipo tutto particolare di ironia particolarmente pungente benché priva di ogni possibile sfumatura di vera e propria cattiveria.

Yuta si era nel frattempo soffermata a registrare anche il come appariva Ramo, che le lanciò un furtivo sguardo come di richiesta semi-disperata di un qualsiasi tipo di aiuto, e come appariva Andrea, che alzò appena le spalle e le rivolse uno sguardo di scusa che sembrava anche sottintendere che, per quanto ci avesse provato, non era ancora giunta a una sua definitiva conclusione nemmeno di come prendere esattamente quella nuova svolta.

«Bene…» iniziò allora Yuta con calma decisività «Visto che siete tutti più o meno sbronzi…»

«Io no.» puntualizzò Ramo, anche se sembrava suggerire che avrebbe preferito anche esserlo se quello avesse mai potuto alleviare l’assurdità di come gli appariva il tutto in quel momento.

«Tantomeno.» commentò Danny, come a sottolineare che non poteva permettersi di esserlo se doveva tenere d’occhio due mezzi lupi che non conosceva da più di sì e no un paio d’ore che ora sedevano tranquillamente a bere birra in mezzo a tutti loro.

«Neanch’io…» scosse la testa Andrea, come a garantirle che se aveva una buona idea sul come cercare di gestire sensatamente la faccenda, era più che pronta e in grado di darle manforte se quell’idea l’avesse convinta.

Yuta sospirò e si alzò in piedi, dirigendosi alla cucina. «… io prenderò una birra.» completò semplicemente, mentre sentiva gli sguardi tra il sorpreso e/o il deluso degli ultimi tre sopraddetti che la fissavano più o meno allibiti.

«Frigo.» indicò semplicemente e distrattamente Uther, apparentemente più per esplicitare la sua approvazione verso la sua saggia scelta, piuttosto che per fornirle un’indicazione che non le serviva.

«Sul serio…» proseguì Yuta tornando a sedersi sul bracciolo del divano con la sua birra «Questo qua mi sembra più che altro un piano di Uther…»

«Ah, ecco, mi sembrava…» commentò tranquillamente Kumals.

Uther si limitò a dedicarle di sbieco un’occhiata tra il divertito e la protesta imbronciata e ad emettere un sornacchio esattamente accordato a quello sguardo.

«Beh… Prima stavamo anche provando a ragionarci seriamente…» tentò Ramo, senza troppa convinzione, come se lui per primo non ne fosse ancora del tutto certo del grado di serietà.

«Uh, sì… Devo aver perso il filo all’altezza dell’altro piano di Bree…» fece Kumals.

«Oh, quello della colla a presa rapida??» chiese subito Bree, con aria fiera di sé.

«Oh, no. Quello di incendiare circoscrittamente il bosco.» specificò placidamente Kumals, con aria apparentemente seria.

Yuta gli scoccò un lungo sguardo valutante, come a chiedergli implicitamente se dicesse sul serio.

«Era per stanarli col fumo.» annuì Bree con aria seria e convinta, guardandola.

Yuta lo fissò a sua volta e chiese solo «Da dove avete detto che venite voi due, esattamente?»

«Lontano.» disse semplicemente Malk.

«Siamo un po’ cittadini del mondo. Beh, neanche cittadini.» rispose Bree.

«Ah, ecco…» fece semplicemente Yuta, come se a quel punto difficilmente qualcosa potesse stupirla ormai. Anche Mordecai stava annuendo in maniera molto simile, sebbene molto più cortesemente rispettosa, seduto ora su una sedia vicino al tavolo con la sua aria tranquilla, composta e attenta.

«Vergognoso che non ci siamo mai incrociati prima, sul serio…» commentò Kumals, placido.

«Oh, che cosa carina da dire…» disse Bree, sembrando sinceramente colpito e sorridendo.

«Stavolta ne sono certo, Bree.» fece Malk, annuendo «Era ironico.»

«Ah.» emise Bree, la sua espressione che cambiava immediatamente in una di critico disappunto.

«Non fateci caso… Fa sempre così con tutti. Più o meno.» disse Yuta distrattamente.

«Quindi praticamente vuol dire che vi ha già accettato nel giro.» tradusse Uther.

«Ora… non esageriamo.» fece Kumals, alzando un sopracciglio, e con una smorfia per quel modo di definire la cosa.

«D’accordo. Quasi.» riformulò tranquillamente Uther, con una scrollata di spalle.

«Credo di essermi persa… quale ‘giro’, esattamente?» si informò Yuta, apparentemente tutta tranquilla curiosità amichevole, quando in realtà, e diversi di quelli che erano nella stanza e che la conoscevano bene ne erano perfettamente consapevoli al momento, stava adottando la tecnica di capire che cosa accidenti stava succedendo con domande ben mirate ma poste in modo apparentemente casuale in una chiacchierata su quasi il più e il meno.

«Oh, non so. Non abbiamo ancora trovato un nome adatto per l’unione di quelli che tentavano di impedire il tracollo di Tairans causato da mezzi lupi impazziti…» rispose Kumals, con pacifica ironia perlopiù e per il momento rassegnata.

Bree lo guardò molto seriamente e disse «Guarda… te lo dico in confidenza, ma… Sai, questo modo di parlare è piuttosto razzista.». Kumals lo guardò come cercando di interpretare, se non proprio il senso delle parole, almeno un’adeguata possibile risposta, e Bree sembrò rifletterci meglio prima di aggiungere pensierosamente «Hum… o specista magari…?»

Malk emise un sospiro rassegnato.

«Oh, non lo fa con cattiveria.» commentò Uther, giocherellando a far girare in tondo la birra che rimaneva in quella che verosimilmente non era la sua prima bottiglia «Chiedete a Danny.»

Kumals di punto in bianco lo guardò un po’ più apertamente, confidenzialmente e assai onestamente. «Uther… è una specie di vendetta questa, vero? Sii onesto.»

Uther ricambiò il suo sguardo con un ché di beatamente tranquillo. «Non so di che cosa stai parlando.»

«Sì. Lo sai.» ribatté molto quietamente Kumals «E lo è.» concluse con sicurezza tra sé e sé.

«Mi sono perso qualcosa?» chiese Bree tra il confuso, il sospettoso e l’incuriosito, guardando rapidamente dall’uno all’altro come se stesse cercando di seguire una raffica di colpi in una partita di ping pong.

«No…» gli rispose Malk con fare abituato e gentile, mettendogli una mano su un ginocchio come per essere ancora più rabbonente e tranquillizzante «Tranquillo… no…»

 

 

Soundtrack: Underground (Broder Daniel)

 

 

Riferimenti:

1.      CROCIATA DEI PEZZENTI / DEI POVERI: no, sul serio è una citazione storica (https://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_dei_poveri), e tuttavia può tranquillamente essere anche un’offesa… perlomeno sul piano del ‘a proposito di come organizzare un fallimento totale e disastroso’. Beh, è Kumals, insomma, se già non ve ne siete fatte/i una ragione… non saprei più come dirvelo ;p

2.       I NEED A HERO (titolo vero e proprio è in realtà ‘Holding out for a hero’) è una (famosa) canzone originalmente di Bonnie Tyler

 

Note di pubblicazione: ebbene sì, ho trovato il tempo di mettere on-line un altro capitolo. È passato giusto un po’ di tempo eh? Comunque, il prossimo capitolo è uno di quelli la cui versione originale è al momento perduta – non so ancora quanto definitivamente – nel mio ex disco-fisso. Se trovo il tempo di capire quanto definitivamente mi è impossibile recuperare la versione originale, saprò anche se devo riscriverlo oppure no, da cui la relatività del tempo che passerà prima che metta on-line il prossimo capitolo… Sì, lo so. Non proprio eccellenti notizie. Con un po’ di fortuna e tempo a disposizione, magari riuscirò a riscriverlo e basta senza che passi una mezza eternità o giù di lì.

  
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