Capitolo
59
(We’re underground)
Tutto avvenne così rapidamente, che
Andrea ebbe notevoli difficoltà a starvi dietro.
Un attimo prima se ne stava seduta sul
divano di fianco a Danny, curiosando insieme a lui un album di ritagli di
giornale dei vecchi casi più o meno seguiti dall’originale nucleo dei ‘4 di picche’ quando aveva fatto base a Tairans,
mentre Kumals sonnecchiava sulla sua poltrona mezzo
sghemba per il piede d’essa spezzato.
Yuta e Mordecai
erano andati a casa di quest’ultimo a racimolare cose potenzialmente utili che
non erano state meglio specificate, ma ad una veloce spiegazione da parte di Yuta sembravano poter comprendere da intrugli più o meno
curativi fino a possibili cose che forse potevano infastidire mezzi lupi
impazziti che tentassero di scatenare la loro furia su Tairans
nel corso della notte senza luna, alla quale mancava poco ormai. Nessuno di
loro sembrava avere ancora un piano ben preciso.
L’istante successivo, Andrea ebbe appena
il tempo di registrare la rapidità con cui Danny si irrigidì di colpo, e poi lui
balzò in piedi rivolgendo uno sguardo feroce verso la porta d’ingresso, un cupo
e basso ringhio gutturale che scaturiva sempre più crescente dalla sua gola. Né
lei né Kumals fecero in tempo a fare altro che
inquietarsi, allarmarsi, e alzarsi in piedi rapidamente a loro volta, prima che
il rumore di passi lungo le scale raggiungesse la porta e la stessa venisse
aperta.
Kumals e Andrea
rimasero dapprima stupiti, vedendo comparire sulla soglia semplicemente Ramo e
Uther, evidentemente di ritorno dal loro turno di sorveglianza
dell’attendamento dei mezzi lupi, ma con notevole anticipo inspiegabile
rispetto ai loro turni; c’era comunque la possibilità che per qualche motivo
avessero deciso di farsi sostituire prima dell’ora concordata da Yuta e Mordecai. Ma questo non spiegava ancora la reazione
di Danny.
A spiegarla bastò invece che Uther e
Ramo facessero qualche passo dentro la stanza e si scostassero un poco di lato,
mostrando i due dietro di loro, i quali rimasero sulla soglia, guardando
soprattutto Danny con una certa attenzione istintiva, perché era chiaro che lui
stava rivolgendo la sua sorda minaccia verso di loro; e probabilmente l’unico
motivo per cui non li stava ancora attaccando era perché, inspiegabilmente,
quei due erano arrivati con Ramo e Uther. Andrea ebbe la distinta percezione
che l’unica spiegazione per la reazione di Danny potesse essere che quei due
erano… mezzi lupi.
Come a confermarglielo definitivamente, Kumals, dopo un compatto momento di incredulo stupore e
senza smettere di guardare fisso i due nuovi arrivati tenendoli d’occhio, si
rivolse agli altri due praticamente urlando.
«Ramo! Uther!! Credevo che le istruzioni
fossero semplici! Tenere d’occhio i mezzi lupi impazziti. E non portarli qui!»
Il più relativamente basso e ben
piazzato dei due corrugò la fronte e spostò lo sguardo da Danny a Kumals, con un’espressione e un tono decisamente risentiti
e di protesta. «Hey, vacci piano tu! Impazziti a
chi??»
L’altro, quello più alto e snello, gli
appoggiò lentamente una mano su una spalla, mentre manteneva accuratamente lo
sguardo su Danny per sicurezza, e gli disse semplicemente «Bree…
Per favore…»
Quello che sembrava chiamarsi Bree voltò la testa verso di lui e di nuovo protestò «Ci
sta dando degli impazziti! Questo… chiunque sia questo tipo poi!» terminò,
scoccando un’occhiata critica a Kumals e agitando
appena una mano verso di lui.
Kumals sbatté le
palpebre, fissandolo ancora più seriamente, e ancora cercando di capacitarsi,
evidentemente.
Il più alto dei due nuovi arrivati
sospirò appena, con un ché di rassegnato. «Non sta parlando di noi…»
«Beh, io credo proprio di sì, invece.»
replicò Bree, piazzandosi le mani sui fianchi e
fissando Kumals con aria di sfacciata sfida a provare
a sostenere il contrario.
Dal canto suo, Kumals
quasi urlò di nuovo «Uther!! Ramo! Volete spiegare che diavolo succede?»
Uther disse semplicemente «Loro sono a
posto.», con aria piuttosto tranquilla, indicando i due nuovi arrivati
vagamente con il pollice.
Kumals concentrò uno
sguardo molto intenso su di lui. «‘Loro sono a posto’…»
ripeté lentamente, e perciò in un modo assai inquietante a udirsi «Loro sono a
posto?? Questa sarebbe una spiegazione?!»
«Hem… Non
stanno con… gli altri… Insomma, con quelli…» tentò Ramo.
«Impazziti.» completò ancora piuttosto
tranquillamente Uther, annuendo come in conferma.
Bree emise un verso
scetticamente sprezzante. «Certo che no! Ci mancherebbe altro!»
Kumals sollevò un
sopracciglio al massimo, e iniziò a rivolgersi a tutti e quattro, molto
significativamente e scandendo le parole, esercitando un notevole sforzo per
dominarsi. «Bene… bene… Ora… qualcuno mi spiega, immediatamente, che cosa sta
succedendo?»
Uther diede una sommaria scrollata di
spalle. «Ci siamo incrociati nel bosco.»
Kumals gli spedì uno
sguardo a dir poco fulminante. «Uther… sul serio… Io…» iniziò ad avvertire.
«Ci siamo incrociati per caso, in
effetti…» intervenne Ramo, con un certo imbarazzo «E abbiamo… parlato un po’,
così…» e sembrò non sapere bene come continuare.
Kumals lo guardò
sollevando anche l’altro sopracciglio. «E di che cosa? Politica?»
Uther emise un leggero sornacchio
divertito, ma poi occhieggiò anche verso Danny per un momento, il quale era
ancora ritto in piedi, immobile e con tutti i muscoli tesi, il cupo ringhio
gutturale appena udibile ancora in sottofondo, e lo sguardo inchiodato sui due
nuovi arrivati. «Kumals, sul serio, calmati un
attimo… E, Danny… non sono pericolosi. Non a vedersi almeno.»
«Hey!!»
protestò vivamente Bree, lanciandogli
un’occhiataccia.
«Bree…»
sospirò l’altro.
Ma Bree spostò
lo sguardo su Danny, e come se avesse notato meglio i suoi connotati solo in
quel momento, esclamò molto interessato «Hey, tu sei
quello che ha sconfitto la pazza, vero??»
Danny tirò un po’ indietro la testa,
preso in contropiede. «La… pazza…?» ripeté lentamente, perplesso e confuso. Ma
se non altro sembrava aver momentaneamente deciso che il tutto aveva un ché di
davvero troppo assurdo per essere considerato così minaccioso, e si stava
prudentemente rilassando giusto un poco, e molto gradualmente.
Il mezzo lupo più alto e snello sospirò
di nuovo. «Intende Mara.» specificò, pur anche lui guardando Danny con una
certa curiosità, anche se decisamente più contenuta per basilare gentilezza.
«Hum…» fu
tutto quello che uscì a quel punto da Danny, con un’intonazione assai dubbiosa.
«Perché sono qui? Perché diavolo questi
due sono qui?!» ritornò alla carica Kumals, guardando
Ramo e Uther con lo sguardo che sembrava quasi capace di poter iniziare a
scagliare saette.
«Loro vorrebbero… hum…
essere… d’aiuto?» si azzardò a dire Ramo, il quale aveva l’infelicissima aria
di qualcuno che si sta rendendo sempre più conto di aver tragicamente
sottovalutato il particolare di prepararsi una migliore spiegazione, ma che allo
stesso tempo sospetti che il non essere troppo convinto lui per primo di quella
reale glielo avrebbe drasticamente reso assai difficile in ogni caso.
Kumals lo continuò a
fissare significativamente solo per un altro istante, poi spostò lo sguardo su
Uther come se ormai stesse praticamente dando per scontato che fosse il suo
turno di dire qualcosa di assurdo.
E Uther sembrò non volerlo deludere,
perché alzò le spalle e disse semplicemente «Ho pensato che un paio in più
dalla nostra parte potessero farci comodo.»
«Prego?» fece Malk,
inarcando un sopracciglio.
«Guarda che noi non stiamo dalla parte
di nessuno, carino.» specificò Bree con uno scettico
sbuffo nasale, schioccando significativamente le labbra come a sottolineare la
sua sicurezza su quel punto.
Uther lo guardò con una leggera smorfia
tra il sorpreso e l’irritato per l’appellativo, Kumals
rimase in un preoccupante silenzio a stento contenuto ma chiaramente traboccante
di ancora crescente spazientimento.
«Ma…» soggiunse Malk,
gettando nella direzione di Kumals uno sguardo
relativamente preoccupato «Vorremmo dare una mano. Per evitare che quelli…
facciano una strage o simili…»
«Visto?» commentò Uther, annuendo una
sola volta verso Kumals, apparentemente con perfetta
calma soddisfatta.
«Per il sacrosanto…!» iniziò a dire Kumals, il tono pericolosamente crescente in volume e
levitante di ira.
«E comunque, chi sareste voialtri?» si
informò Bree, guardando tra Kumals
e Andrea con aria incuriosita e allo stesso tempo piuttosto valutante.
Kumals si limitò a
puntargli addosso uno sguardo inviperito e, suo malgrado, apparentemente troppo
incredulo per riuscire a rispondere prontamente, o forse ritenendo che non
aveva nessuna intenzione di dargli corda al momento.
«Hem… Andrea…»
disse allora lei, occhieggiando attentamente tra tutti quanti, senza sapere più
bene chi fosse da tenere maggiormente sott’occhio in quel momento.
«Hey, ciao!»
sorrise Bree amichevolmente, come se finalmente
avesse individuato qualcuno che poteva riscuotere la sua simpatia in tutta la
stanza. «Io sono Bree! E lui è Malk!»
Kumals emise un sonoro
sbuffo e gettò le braccia in alto, esasperato. «Oh, certo, perché no! Volete
anche qualcosa da bere, finché ci siamo?» commentò con chiaro sarcasmo
pungente.
«Beh, male non farebbe!» replicò con
tranquillità spudorata e sincera Bree.
«Bree…» fece Malk, muovendo giusto l’angolo delle labbra verso di lui,
con un tono da richiamo nemmeno troppo speranzoso di poter ottenere qualche
effettivo risultato.
«Ah, comunque, lui è il mio ragazzo.»
disse in compenso Bree, come se si fosse ricordato di
quel particolare in quel momento, agitando un poco una mano verso di lui
«Perciò, annuncio per tutti e tutte: non pensateci nemmeno.»
«Bree!»
richiamò stavolta più a voce alta Malk.
Uther alzò lo sguardo verso il soffitto
ed emise un verso di critico lamento semi-sospirante, e altamente rassegnato.
«Vale anche per te, sai? Guarda che ti
tengo d’occhio.» disse ancora Bree, lanciandogli uno
sguardo.
Uther abbassò gli occhi verso di lui e
incrinò con decisione un sopracciglio assai scetticamente. «Io e Ramo ti
abbiamo già assicurato, più volte,
che non abbiamo nessuna intenzione di… fare delle avances a nessuno di voi due,
tranquillo.» commentò semplicemente, con una netta vena di aperta ironia.
Bree emise uno
sbuffo nasale. «Tsk! Non si può mai sapere. Sapete
com’è, le cose cambiano.»
«Bree…»
praticamente gemette Malk, passandosi una mano sulla
faccia con fare arreso.
E inaspettatamente Kumals
inclinò un poco la testa di lato e, occhieggiando tra tutti e quattro, disse «Hum… divertente…»
Ramo lo guardò con gli occhi spalancati
di esausta sincerità convinta e scosse un poco la testa. «No, per niente… te lo
assicuro.» disse.
«Va bene…» riprese Kumals,
prendendo fiato con impegno «Ora… qualcuno – mi – spieghi – che – diavolo –
succede – qui. Adesso!» sentenziò con un tono che non ammetteva repliche.
Bree si rivolse a
Ramo. «È sempre così agitato come se gli stessero per scoppiare le coronarie
oppure è una giornata particolarmente brutta?»
Ramo contorse il viso in una leggera ma
sentita smorfia di disagio e si guardò bene dal dire qualcosa, ma Uther rispose
tranquillamente «Nah, è pressappoco sempre così.»
«Sul serio…» ritentò Malk,
guardando in particolare Danny con espressione seria «Volevamo solo… cercare di aiutare per evitare che quegli altri
combinino una… hum… strage.»
«Perfetto.» commentò Kumals,
battendo appena le mani tra di loro, con un tono pericolosamente ironico e
falsamente allegro «Ragazzi? A qualcuno di voi risulta per caso che abbiamo
aperto un’agenzia di arruolamento per una crociata dei pezzenti o simile?»
«Hey! Pezzenti
a chi?!» scattò subito Bree.
«È una citazione storica…» sospirò Malk, pur sapendo che non per quello non conteneva
implicitamente e comunque qualcosa di molto significativo come commento1.
«Una cosa?» fece Bree,
scoccandogli uno sguardo assai scettico.
«Quindi… Per intenderci… Non volete
sterminare l’umanità, voi due…» tentò di ricapitolare almeno quel punto
fondamentale Andrea, per sicurezza.
Malk le rivolse uno
sguardo grato e scosse la testa con aria dignitosa e seria. «No.»
«Ma ti sembriamo fuori di testa? Cioè,
sinceramente.» le chiese invece Bree, con un ché di
significativo nonostante il tono amichevole.
«Probabilmente è molto meglio che invece
io non lo sia, sincero, in questo momento.» commentò Kumals.
Bree gli rivolse una
smorfia. «Va bene, nonno, abbiamo capito che non ti piacciamo. Ma sai cosa?
Beh, amen!» disse, ignorando bellamente lo sguardo sempre più trasecolante di Kumals, per poi guardare Danny e concludere con «E
comunque, quella che ci interessa è la sua opinione.»
Danny sbatté un momento le palpebre,
sorpreso. «Perché… la mia…?» chiese, confuso.
Bree sembrò in
compenso altrettanto sorpreso dalla sua domanda. «Cavolo, è chiaro no? Sei tu
quello che ha sconfitto quella folle scatenata.»
Danny piegò le labbra in una smorfia di
profondo disagio dolente e disse solo «Io… non…»
«Ci hai… praticamente salvato, per la
verità…» disse Malk, guardandolo serio e gentile, con
un ché di profondamente grato.
Danny spostò lo sguardo su di lui,
ancora più confuso. «Cosa…?»
«Quella ci teneva tipo sotto
sequestro!!» esclamò Bree, con un’animazione che
risultava assai teatrale, per quanto in buona parte sincera, ma anche
decisamente calcata, per semplice abitudine espressiva a quanto sembrava.
«Ci avrebbe ucciso se avessimo lasciato
l’attendamento. Ma volevamo farlo.» riformulò meglio Malk.
«Quindi ci hai… sì, insomma… come si
dice… salvato le chiappe.» annuì Bree. Malk gli lanciò una concisa occhiata critica di sbieco.
Uther iniziò tranquillamente a
canticchiare ‘I need a hero’2
a mezza voce, mentre si dirigeva al frigorifero in cucina.
Kumals sornacchiò un
verso ironico, e si rivolse a Danny. «E va bene. Danny?»
Danny lo guardò a sua volta,
significativamente perplesso. «Cosa?» disse semplicemente.
«Che ne facciamo di questi due, capo?»
chiese ironico Kumals, agitando appena una mano verso
Bree e Malk, continuando a
guardarlo.
Danny sbatté le palpebre e si limitò a
inarcare le sopracciglia, senza rispondere, e assolutamente per scelta.
«Perché non… facciamo due parole con più
calma magari… intanto?» propose Malk.
«Sì, ecco!» approvò Bree
come se la domanda fosse rivolta anche a lui «Ah, c’è della birra?»
Uther, che stava già sorseggiando da una
bottiglia di birra aperta che si era procurato, appoggiato di lato alla cornice
della porta della cucina, gli lanciò uno sguardo relativamente storto.
Kumals emise un
sospiro enormemente pesante. «Dagli della maledetta birra, Uther. E, oh, ora
parlare con calma è tornato di moda? Fantastico. Allora, che diavolo, ma sì,
facciamolo!» esclamò pesantemente sarcastico, lasciandosi cadere affondato
nella sua poltrona, che naturalmente essendo ora azzoppata si inclinò
pericolosamente e quasi si scaravoltò su se stessa con Kumals
al seguito.
«Quella cosa è rotta.» notò Bree, indicando la poltrona.
Kumals gli lanciò uno
sguardo tetro e grugnì di pessimo umore tra i denti «Non mi dire…»
Ramo richiuse con precauzione la porta
d’ingresso, Danny osò rilassarsi abbastanza da risedersi sul divano e così fece
anche Andrea, e Uther rimase a sorseggiare tranquillamente la propria birra
appoggiato alla soglia della cucina. Bree sembrò
optare per andare a prendere lui stesso due bottiglie di birra dal frigo,
tornato indietro ne diede una a Malk, e la aprì dopo
essersi seduto a gambe incrociate sul pavimento, dopo un poco imitato da Malk che si sistemò di fianco a lui con decisamente meno
ostentazione di sfacciato agio.
«Allora gente, qual è il piano?» esordì
quindi Bree spensieratamente, dopo aver inghiottito
una lunga sorsata di birra come se fosse acqua.
Kumals si prese la
base del naso tra pollice e indice e strinse forte, chiudendo gli occhi per un
lungo momento.
«Hey, avanti
amico. Puoi fidarti di noi. Siamo tipi alla mano!» invitò Bree.
«Bree…»
sospirò Malk, scuotendo un poco la testa.
***
Yuta era ancora
sorpresa e relativamente preoccupata quando lei e Mordecai raggiunsero la porta
dell’appartamento; Ramo li aveva chiamati per telefono dicendo loro che per ora
non c’era bisogno che andassero a sostituirli per il turno di sorveglianza
all’attendamento dei mezzi lupi, e di tornare piuttosto direttamente lì. Non
aveva specificato il perché, ma aveva detto e ridetto – in risposta alle
incalzanti domandi di lei – che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Quando comunque Yuta
non aveva mollato il colpo, Ramo aveva spiegato che a quanto pareva avevano
saputo da certe fonti che sì, era confermato: i mezzi lupi ancora presenti
all’attendamento non si sarebbero mossi prima della notte senza luna, quindi
sarebbe dovuto essere sufficiente tornare di tanto in tanto a vedere giusto per
fare una conta generale sperando che il loro numero fosse ulteriormente
diminuito. Quando lei aveva chiesto che cosa volesse dire esattamente con
‘fonti’, Ramo si era corretto praticamente con nervoso imbarazzo dicendo che si
era sbagliato, che voleva dire che era stato un ragionamento collettivo.
Yuta avrebbe potuto
intuire da molto più lontano di così che c’era qualcosa sotto, ma aveva deciso
di troncare la comunicazione telefonica e di andare a verificare di persona che
cosa stava succedendo. Il tentativo gentile e correttamente giudizioso di
Mordecai di dirle che dovevano esserci buone ragioni per tutto quello si spense
definitivamente mentre salivano le scale. E soprattutto perché iniziarono a
sentire fin da lì un certo animato chiacchiericcio dai toni perlopiù apparentemente
allegri che proveniva da dietro la porta, come se fosse in corso una festa o
qualcosa del genere.
Yuta allungò perciò
il passo che divenne definitivamente marciante, raggiunse la porta e la
spalancò di netto, piazzandosi sulla soglia, pronta a esplodere in una generale
e impietosa ramanzina. Ma si bloccò perché, prima di tutto, rimase molto più
stupita dai due estranei seduti sul pavimento che bevevano birra, piuttosto che
dalla generale aria di tranquilla bevuta e chiacchierata di gruppo. Mordecai si
affiancò appena a lei e da dietro di lei spiò all’interno con cortese e
compunto rispetto tuttavia attento.
«Heylà!»
salutò con amichevole curiosità Bree, alzando il
braccio con la bottiglia di birra in mano verso di loro «E voi chi siete?»
Yuta lo guardò bene,
molto bene, da capo a piedi. E poi iniziò con un semplice ma assai
significativo «… Kumals?»
«Non chiedere a me.» replicò quegli
tranquillamente, indicando con il pollice verso Ramo e Uther che ora sedevano
sul divano, probabilmente ceduto loro per riposarsi dal turno di sorveglianza.
«Rivolgiti a quei due laggiù. Li hanno portati loro.»
«Per vostra fortuna! He he…» sghignazzò Bree, scoccando a
Kumals un’occhiata bellamente fiera.
«Molto piacere…» esordì cortesemente Mordecai
«Il mio nome è Mordecai. E i vostri…?»
«Bree! E Malk!» rispose prontamente Bree,
rivolgendogli uno sguardo di apprezzante simpatia «Hey,
che nome figo, Mordecai.»
«Molto gentile.» si limitò ad annuire
appena il necromante, sembrando affatto
impressionato.
«Chi diavolo sono questi due??» esplose Yuta.
«Hey, tesoro,
calmati, d’accordo? Così farai venire il mal di testa a qualcuno.» le consigliò
con sincera disponibilità Bree, l’espressione seria
in modo quasi da professionale delle regole di bevuta collettiva amichevole.
Yuta rifiondò uno sguardo tra l’incredulo e l’ammonimento
intimidatorio verso di lui, e Malk quasi pregò con
una leggera smorfia d’imbarazzo «Non farci caso… per favore. Lui è… fuori luogo. Spesso. Ma noi siamo… hum…»
«Rinforzi.» disse tranquillamente Uther,
sorseggiando birra comodamente seduto sul divano.
«Mezzi lupi…» precisò comunque Danny,
seduto per terra con la schiena appoggiata alla parete.
«Vorrebbero aiutarci con… contro gli
altri, insomma.» aggiunse Andrea, seduta sul tavolo.
Yuta li guardò uno
dopo l’altro mano a mano che parlavano, e infine il suo sguardo si fermò su Kumals. «Kumals?»
Quegli rilasciò un verso di protesta
esasperata e si agitò sulla poltrona che traballò ampiamente. «Beh… e che diavolo! Perché dovrei essere sempre io quello
che butta fuori a calci le persone simpatiche che si presentano al momento meno
opportuno, specialmente se non li ho invitati io?»
La scena non sembrò sortire alcun
effetto su Yuta, che incrociò le braccia sul petto e
continuò a guardarlo significativamente.
«Hey!» esclamò
invece Bree, sorridendo con apprezzamento «No,
aspetta… hai detto che siamo simpatici?»
«Sono quasi sicuro che fosse ironico…»
commentò quietamente Malk, sorseggiando la propria
birra.
Kumals sembrò
ponderare la cosa per un momento. «Non lo ero…» e sospirò «Ma sul serio,
ragazzi…» tentò di proseguire con pazienza.
«Io sono Yuta.»
lo interruppe lei con tono apparentemente tranquillo e un accenno di sorriso,
indicandosi con una mano, e attirando su di sé lo sguardo tra l’interrogativo,
il sorpreso e il preoccupato di Kumals. «E voi avete
detto di essere… mezzi lupi?» si informò ancora, assai puntualmente.
«Nah.» scosse
la testa Bree, evidentemente alticcio «Bree. E Malk. Oh, e lui è il mio
ragazzo. Quindi niente colpi dietro le spalle, d’accordo?»
«Bree… la vuoi
piantare?» protestò Malk.
«Che c’è?» ribatté lui, guardandolo «È
meglio essere chiari prima che si combinino pasticci.»
«Su questo sono d’accordo.» annuì con
placida calma Kumals.
Yuta roteò gli
occhi, e sembrò optare per una più accurata strategia, perché entrò
definitivamente, permettendo anche a Mordecai di fare altrettanto e di
richiudere la porta dietro di loro, e si sistemò a sedere su un bracciolo del
divano. «Humpf… E va bene. Sentiamo un po’, di che
parlavate di bello?»
Il suo tono era così zuccherosamente
casuale che Kumals aveva un brutto presentimento, che
poteva riguardarlo direttamente nel momento in cui non ci fossero stati troppi
sguardi indiscreti che potessero essere testimoni del suo subire giusto un
leggero pestaggio.
«Oh… Bree,
qui, aveva un’idea.» disse comunque Kumals, agitando
appena una mano verso il nominato, con un ché di altrettanto impalpabilmente
ironico.
«No…» commentò Yuta,
guardando Bree con ancora un sorriso fin troppo
gentile per essere proprio del tutto sincero, e dai bordi alquanto taglientemente preoccupanti almeno per chi la conoscesse
abbastanza bene.
«Sì, proprio così!» esclamò prontamente Bree «Stavo dicendo che se scavassimo delle grosse trappole
tutt’intorno all’attendamento e poi le coprissimo in modo che non si vedano…»
«Probabilmente ci finiremmo dentro noi
per primi…» commentò cupamente Danny. Yuta gli lanciò
una seconda occhiata e registrò meglio la sua espressione apparentemente
profondamente rassegnata e relativamente esausta.
«Cosa?» fece Bree,
guardandolo per un momento confuso, prima di scuotere la testa con decisione
«No, non è per quello. Diavolo, che razza di modi avete di divertirvi
voialtri?»
«Ah, sapessi…» commentò Uther,
chiaramente ironico, dedicando peraltro più attenzione alla birra che stava
bevendo che ad, apparentemente, qualsiasi altra cosa in generale.
Yuta registrò meglio
anche l’umore di lui per quello che si poteva cogliere a prima vista, e intanto
ripeté semplicemente «Hum… grosse trappole
tutt’intorno…» come per essere sicura di aver capito bene, e senza nemmeno
stupirsi troppo che, visto il clima che sembrava regnare in quella stanza,
potessero davvero aver parlato di quello fino a quel momento.
Malk si schiarì
appena la voce. «Forse ha dimenticato di dirti prima che è una fantastica idea
totalmente impraticabile.» disse con netta ragionevolezza, che Yuta apprezzò molto.
«Hey, ma
lasciami arrivare alla parte delle esche almeno!» insistette Bree, scoccandogli un’occhiata.
«Oh sì, giusto, quella era davvero… come
dire…» commentò Malk, ancora affettuosamente ironico
e tutto sommato divertito, ma rivolgendogli anche in ricambio uno sguardo
significativo.
«Eccezionale.» completò Kumals, non meno ironico, anche se con il suo tipo tutto
particolare di ironia particolarmente pungente benché priva di ogni possibile
sfumatura di vera e propria cattiveria.
Yuta si era nel
frattempo soffermata a registrare anche il come appariva Ramo, che le lanciò un
furtivo sguardo come di richiesta semi-disperata di un qualsiasi tipo di aiuto,
e come appariva Andrea, che alzò appena le spalle e le rivolse uno sguardo di
scusa che sembrava anche sottintendere che, per quanto ci avesse provato, non
era ancora giunta a una sua definitiva conclusione nemmeno di come prendere
esattamente quella nuova svolta.
«Bene…» iniziò allora Yuta con calma decisività «Visto che siete tutti più o meno
sbronzi…»
«Io no.» puntualizzò Ramo, anche se
sembrava suggerire che avrebbe preferito anche esserlo se quello avesse mai
potuto alleviare l’assurdità di come gli appariva il tutto in quel momento.
«Tantomeno.» commentò Danny, come a
sottolineare che non poteva permettersi di esserlo se doveva tenere d’occhio
due mezzi lupi che non conosceva da più di sì e no un paio d’ore che ora
sedevano tranquillamente a bere birra in mezzo a tutti loro.
«Neanch’io…» scosse la testa Andrea,
come a garantirle che se aveva una buona idea sul come cercare di gestire
sensatamente la faccenda, era più che pronta e in grado di darle manforte se
quell’idea l’avesse convinta.
Yuta sospirò e si alzò
in piedi, dirigendosi alla cucina. «… io prenderò una birra.» completò
semplicemente, mentre sentiva gli sguardi tra il sorpreso e/o il deluso degli
ultimi tre sopraddetti che la fissavano più o meno allibiti.
«Frigo.» indicò semplicemente e
distrattamente Uther, apparentemente più per esplicitare la sua approvazione
verso la sua saggia scelta, piuttosto che per fornirle un’indicazione che non
le serviva.
«Sul serio…» proseguì Yuta tornando a sedersi sul bracciolo del divano con la sua
birra «Questo qua mi sembra più che altro un piano di Uther…»
«Ah, ecco, mi sembrava…» commentò
tranquillamente Kumals.
Uther si limitò a dedicarle di sbieco
un’occhiata tra il divertito e la protesta imbronciata e ad emettere un
sornacchio esattamente accordato a quello sguardo.
«Beh… Prima stavamo anche provando a
ragionarci seriamente…» tentò Ramo, senza troppa convinzione, come se lui per
primo non ne fosse ancora del tutto certo del grado di serietà.
«Uh, sì… Devo aver perso il filo
all’altezza dell’altro piano di Bree…» fece Kumals.
«Oh, quello della colla a presa
rapida??» chiese subito Bree, con aria fiera di sé.
«Oh, no. Quello di incendiare circoscrittamente il bosco.» specificò placidamente Kumals, con aria apparentemente seria.
Yuta gli scoccò un
lungo sguardo valutante, come a chiedergli implicitamente se dicesse sul serio.
«Era per stanarli col fumo.» annuì Bree con aria seria e convinta, guardandola.
Yuta lo fissò a sua
volta e chiese solo «Da dove avete detto che venite voi due, esattamente?»
«Lontano.» disse semplicemente Malk.
«Siamo un po’ cittadini del mondo. Beh,
neanche cittadini.» rispose Bree.
«Ah, ecco…» fece semplicemente Yuta, come se a quel punto difficilmente qualcosa potesse
stupirla ormai. Anche Mordecai stava annuendo in maniera molto simile, sebbene
molto più cortesemente rispettosa, seduto ora su una sedia vicino al tavolo con
la sua aria tranquilla, composta e attenta.
«Vergognoso che non ci siamo mai
incrociati prima, sul serio…» commentò Kumals,
placido.
«Oh, che cosa carina da dire…» disse Bree, sembrando sinceramente colpito e sorridendo.
«Stavolta ne sono certo, Bree.» fece Malk, annuendo «Era
ironico.»
«Ah.» emise Bree,
la sua espressione che cambiava immediatamente in una di critico disappunto.
«Non fateci caso… Fa sempre così con tutti.
Più o meno.» disse Yuta distrattamente.
«Quindi praticamente vuol dire che vi ha
già accettato nel giro.» tradusse Uther.
«Ora… non esageriamo.» fece Kumals, alzando un sopracciglio, e con una smorfia per quel
modo di definire la cosa.
«D’accordo. Quasi.» riformulò
tranquillamente Uther, con una scrollata di spalle.
«Credo di essermi persa… quale ‘giro’,
esattamente?» si informò Yuta, apparentemente tutta
tranquilla curiosità amichevole, quando in realtà, e diversi di quelli che
erano nella stanza e che la conoscevano bene ne erano perfettamente consapevoli
al momento, stava adottando la tecnica di capire che cosa accidenti stava
succedendo con domande ben mirate ma poste in modo apparentemente casuale in
una chiacchierata su quasi il più e il meno.
«Oh, non so. Non abbiamo ancora trovato
un nome adatto per l’unione di quelli che tentavano di impedire il tracollo di Tairans causato da mezzi lupi impazziti…»
rispose Kumals, con pacifica ironia perlopiù e per il
momento rassegnata.
Bree lo guardò molto
seriamente e disse «Guarda… te lo dico in confidenza, ma… Sai, questo modo di
parlare è piuttosto razzista.». Kumals lo guardò come
cercando di interpretare, se non proprio il senso delle parole, almeno
un’adeguata possibile risposta, e Bree sembrò
rifletterci meglio prima di aggiungere pensierosamente «Hum…
o specista magari…?»
Malk emise un
sospiro rassegnato.
«Oh, non lo fa con cattiveria.» commentò
Uther, giocherellando a far girare in tondo la birra che rimaneva in quella che
verosimilmente non era la sua prima bottiglia «Chiedete a Danny.»
Kumals di punto in
bianco lo guardò un po’ più apertamente, confidenzialmente e assai onestamente.
«Uther… è una specie di vendetta questa, vero? Sii onesto.»
Uther ricambiò il suo sguardo con un ché
di beatamente tranquillo. «Non so di che cosa stai parlando.»
«Sì. Lo sai.» ribatté molto quietamente Kumals «E lo è.» concluse con sicurezza tra sé e sé.
«Mi sono perso qualcosa?» chiese Bree tra il confuso, il sospettoso e l’incuriosito,
guardando rapidamente dall’uno all’altro come se stesse cercando di seguire una
raffica di colpi in una partita di ping pong.
«No…» gli rispose Malk
con fare abituato e gentile, mettendogli una mano su un ginocchio come per
essere ancora più rabbonente e tranquillizzante «Tranquillo… no…»
Soundtrack: Underground (Broder
Daniel)
Riferimenti:
1.
CROCIATA DEI
PEZZENTI / DEI POVERI: no, sul serio è una citazione storica (https://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_dei_poveri),
e tuttavia può tranquillamente essere anche un’offesa… perlomeno sul piano del
‘a proposito di come organizzare un fallimento totale e disastroso’. Beh, è Kumals, insomma, se già non ve ne siete fatte/i una
ragione… non saprei più come dirvelo ;p
2.
I NEED A HERO (titolo vero e proprio è in
realtà ‘Holding out for a hero’) è una (famosa)
canzone originalmente di Bonnie Tyler
Note
di pubblicazione: ebbene sì, ho
trovato il tempo di mettere on-line un altro capitolo. È passato giusto un po’
di tempo eh? Comunque, il prossimo capitolo è uno di quelli la cui versione
originale è al momento perduta – non so ancora quanto definitivamente – nel mio
ex disco-fisso. Se trovo il tempo di capire quanto definitivamente mi è
impossibile recuperare la versione originale, saprò anche se devo riscriverlo
oppure no, da cui la relatività del tempo che passerà prima che metta on-line
il prossimo capitolo… Sì, lo so. Non proprio
eccellenti notizie. Con un po’ di fortuna e tempo a disposizione, magari
riuscirò a riscriverlo e basta senza che passi una mezza eternità o giù di lì.