Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    18/02/2021    2 recensioni
Lemina Verusia, una giovanissima nobildonna costretta all'esilio, e il suo fidato amico Slayde, un servitore mezzelfo vittima di soprusi e discriminazione. Due persone che, nella loro ricerca di un luogo a cui appartenere e di una causa a cui dedicare le loro vite, entreranno nel culto di Tiamat, la Regina dei Draghi, diventando dei soldati pronti a diffondere il suo culto anche con la forza. La loro via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: I Figli della Regina dei Draghi

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

------------

 

Capitolo 5 – Una rivale per Lemina  

 

Lemina si passò una mano sul volto e si impose di stare più attenta, mentre ripassava la lezione della giornata. Appoggiato davanti a lei sulla sua scrivania si trovava un grande tomo dalle pagine ingiallite, un trattato sulla natura dei draghi, delle varie specie e delle loro caratteristiche - un argomento senza dubbio affascinante, e uno che la interessava molto personalmente, ma era già un po' che era rimasta curva a studiare, e la sua attenzione cominciava a venire meno.

 

"Hmm... immagino che abbiano ragione. Se si vuole diventare dei soldati della Regina Tiamat come si deve, bisogna anche prendersi un ragionevole riposo... altrimenti non la si può servire al massimo dell'efficienza." riflettè tra sè. "Beh, finisco questo capitolo, poi mi prendo qualche minuto di riposo."

La giovane nobildonna avvicinò appena un po' la candela accesa al libro - quel tanto che bastava per vedere bene senza correre il rischio di bruciare le pagine - e si concentrò sul nuovo paragrafo. L'introduzione consisteva di una rappresentazione terribilmente realistica di un drago alato ricoperto di robuste squame verdi, con quattro zampe vagamente simili come struttura a quelle di un felino, un muso affusolato con un grande corno ricurvo sulla punta, e acuti occhi di colore giallastro. Dagli appunti che aveva preso quella mattina, la ragazza non ebbe problemi ad identificarlo come un drago verde, una delle cinque specie di draghi cromatici.

 

"Drago Verde - Draco Viridis Chlorinium." Lemina lesse attentamente anche il nome scientifico della possente creatura. Anche soltanto a guardare l'illustrazione, dava la netta impressione di poter stritolare un essere umano con terrificante facilità. "Tra tutti i draghi devoti alla Regina Tiamat, i draghi verdi sono quelli che più frequentemente sono disposti ad interagire con gli umanoidi. Alcuni draghi verdi impongono la legge di Tiamat, proteggendo le comunità presenti nei loro territori in cambio di obbedienza e tributi. Altri sperimentano con i locali interessi politici e mercantili. Un drago verde può impiegare offerte e diplomazia per ottenere la cooperazione di membri selezionati di una comunità, ed esercitare la sua autorità tramite questi intermediari..."

 

Lemina interruppe per un attimo la sua lettura. Queste erano senz'altro nozioni utili, e se avesse mai avuto a che fare con un drago verde, avrebbe fatto bene a tenerle a mente. Tuttavia, in quel momento, c'era qualcos'altro che la interessava dei draghi verdi. Scorse rapidamente il resto dell'introduzione, in modo da raggiungere la sezione che voleva...

 

"Le varie tonalità delle scaglie di un drago verde gli consentono di mimetizzarsi più facilmente nel suo ambiente preferito, la foresta. Spesso, i draghi verdi adulti amplificano questa capacità lasciando che le loro squame si macchino, si graffino o addirittura di ricoprano di muschio. La corona di corna che spuntano dalla testa di un drago verde mantiene separati gli ostacoli che il drago ha spinto di lato con il suo corno nasale, in modo che possa spostarsi meglio tra gli alberi e gli arbusti."

 

"Il soffio di un drago verde è una nube di gas velenoso che il drago espelle davanti a sè in un'ampia zona. Le creature in quest'area subiscono gli effetti del veleno e dell'acido contenuto nel gas, perciò anche esseri immuni ai veleni come non morti e costrutti vengono danneggiati. Inoltre, il gas viene sia inalato che assorbito dalla pelle, perciò trattenere il fiato si dimostra inutile. Alcuni draghi verdi particolarmente astuti sono conosciuti per aver usato il loro soffio sulle piante e sull'erba circostanti la tana, in modo da impregnarle di acido velenoso. Chiunque voglia affrontare un drago verde con delle concrete possibilità di successo farà bene a dotarsi di sistemi per proteggersi dall'acido e dal veleno, e per muoversi con rapidità nelle zone innfestate di arbusti ed erba alta in cui questi draghi si muovono con disinvoltura."

 

A quel punto, a Lemina cominciavano a bruciare gli occhi, e la ragazza pensò che per il momento aveva fatto abbastanza. Tanto valeva prendersi un po' di riposo, e magari andare a fare un po' di pratica nell'area di allenamento. Avrebbe ripreso mano a quel trattato più tardi...

"Comunque, ammetto che è interessante." disse tra sè, mentre faceva un po' di movimenti per sgranchirsi le ossa. "Non immaginavo che ci fosse così tanto da imparare sui draghi, sulle loro origini e sulle loro abitudini. Ma del resto, avrei dovuto aspettarmelo. Chissà... forse, quando sarò diventata abbastanza abile, anch'io mi troverò a trattare con uno dei draghi fedeli a Tiamat, o a combattere uno dei draghi metallici di Bahamut. Hmm... ma non montiamoci troppo la testa, adesso. Sono ancora un'iniziata. E se posso evitare di affrontare un drago in combattimento... beh, non mi si può certo accusare di codardia."

 

Certamente, soltanto uno stolto completo avrebbe sottovalutato la potenza di un drago autentico. Anche senza contare la magia che avevano fin sulle punte degli artigli, e il devastante soffio che potevano scagliare dalle fauci, i draghi erano fatti per il combattimento. Ogni singola parte del loro corpo era un'arma mortale, dalle zanne affilate, alla coda che colpiva come un'ariete da sfondamento, alle sue ali potenti come martelli da guerra. E anche se i draghi metallici (d'argento, di bronzo, d'ottone, d'oro e di rame) erano devoti agli ideali di Bahamut - per quanto ingenui potessero essere - questo non li rendeva meno combattivi e sicuri di sè. Solo un gruppo dotato di grande potere, sia fisico che magico, di un'eccellente gioco di squadra e di un'ottima comprensione dei punti deboli di ciascun tipo di drago avrebbe potuto sperare di vincere contro un drago di una certa età.

 

Lemina scacciò quei pensieri e cercò di concentrarsi sul qui e adesso. La palestra era ancora aperta, e in effetti, c'erano ancora un bel po' di allievi che si stavano addestrando. Lemina entrò con passo sicuro e si guardò attorno, magari sperando di vedere qualche volto a lei noto. Magari Slayde, visto che era tutto il giorno che non lo vedeva. I rispettivi programmi di addestramento, almeno per quella giornata, li avevano tenuti impegnati.

 

Di sfuggita, vide Brian occupato ad addestrarsi con un compagno usando delle spade dalla lama smussata. Il misterioso ragazzo se la stava cavando bene, parando e rispondendo ai colpi del suo avversario con una precisione e una sicurezza data dall'esperienza. Lemina restò a guardare per qualche istante, affascinata dalla tecnica del ragazzo dai capelli neri. Magari, pensò, un giorno avrebbe potuto chiedere a Brian se voleva fare un po' di addestramento con lei o con Slayde. E a proposito di Slayde...

 

No, il mezzelfo non si vedeva da quelle parti. Lemina emise un sospiro malinconico e si promise di andare a fargli visita nella sua stanza, se avesse avuto un po' di tempo. Magari dopo il rancio della sera. La ragazza dai capelli rosa  mise da parte i suoi sentimenti e cercò un posto libero per fare pratica. Per sua fortuna, c'era un piccolo spiazzo rimasto libero ad un lato del ginnasio, e accanto ad esso, sul muro, era appoggiata una di quelle strane armi che Lemina aveva visto anche nell'ufficio del Reverendo Dragonsworn - una sorta di incrocio tra un piccone e un martello, di dimensioni abbastanza ridotte da poter essere usato con una mano sola, ma comunque un'arma che richiedeva una certa perizia per essere usata al meglio.

Lemina annuì e fece un piccolo sorriso. Era un'arma con la quale aveva già fatto un po' di pratica. Non era semplicissima da usare, ma era l'arma che più di tutte simboleggiava la Chiesa di Tiamat... visto che lei andava fiera di servire la Regina dei Draghi, a maggior ragione addestrarsi con l'arma da lei favorita sarebbe stato un modo per renderle onore.

 

Dopo essersi riscaldata un po', Lemina si mise a posto i capelli, tenendoli fermi con il suo solito cerchietto, e afferrò l'arma, soppesandola in una mano. Era abbastanza ben bilanciata, e sembrava abbastanza semplice da usare. Lemina sferrò un fendente in aria, in modo da rendersi conto di persona di come si usava. Nessun problema, fino a quel momento. Fece ancora qualche tentativo, eseguendo una serie di fendenti e cercando di imparare a colpire sia con la punta che con il lato contundente dell'arma.

 

"Hmm... niente male. Potrebbe diventare questa la mia arma preferita. Però dovrei trovare qualcuno che mi insegni ad usarla." disse tra sè la ragazza. "Mi piace pensare che me la caverei anche come autodidatta, ma... meglio non improvvisare troppo su queste cose."

"Hm? Che cosa abbiamo qui? Una nuova arrivata che crede di potersi misurare con i veri fedeli di Tiamat?" chiese una vocetta acuta e beffarda che arrivò in quel momento da una persona che si avvicinava lentamente. La sua armatura sollevava uno sgradevole rumore metallico ad ogni suo passo, e quando Lemina alzò lo sguardo, sorpresa ed irritata, si accorse che la persona che aveva parlato era una ragazza che doveva avere soltanto qualche anno più di lei. Alta, con un fisico allenato e un contegno aristocratico, aveva dei lunghi capelli neri tenuti legati con un nastrino rosa che sembrava terribilmente fuori posto nell'abbigliamento di una guerriera. L'armatura che indossava era un pettorale di acciaio nero di ottima fattura, con un paio di spalline, schinieri e piastre di protezione per gli avambracci, e il simbolo sacro di Tiamat era stato inciso all'altezza del cuore. Lemina resistette alla tentazione di scuotere la testa. Quella tipa si aspettava davvero di andare in missione per conto di Sua Eminenza senza attirare l'attenzione di tutti i seguaci di Bahamut? Era lo stesso che dipingersi addosso un gigantesco bersaglio o appendersi dietro alla schiena un cartello con scritto "tiratemi un calcio"!

 

Decidendo di procedere con un minimo di prudenza - non ci teneva a rischiare l'accusa di aver iniziato lei una rissa - Lemina fissò con diffidenza la nuova arrivata, come per chiederle che cosa volesse. Quest'ultima non raccolse la sfida, e si limitò a fissare Lemina con quell'espressione di sufficienza che cominciava già a dare sui nervi all'iniziata.

"Sei una dei nuovi arrivati, vero? Li riconosco a vista, i novellini!" continuò la giovane donna dai capelli neri, un indice puntato in maniera eccessivamente teatrale contro Lemina. "Fammi indovinare, una mercenaria che pensa che servire sotto Tiamat le procurerà onori, gloria... e soprattutto soldi!"

"Nulla di tutto questo!" rispose prontamente la giovane, sentendosi punta sul vivo. Come si permetteva, quella cretina, di presentarsi così davanti a lei e mettere in dubbio la sua devozione nei confronti della loro causa? Da dove le veniva, tutta questa arroganza? "Io sono... solo un'iniziata, e sto cercando di fare del mio meglio per dimostrarmi degna del favore della Regina Tiamat! Voglio anch'io fare la mia parte per costruire il mondo di uguaglianza che lei desidera."

"Dicono tutti così, poi alla prima occasione si spaventano e abbandonano." rispose l'altra beffardamente. "E comunque, non spererai di dimostrarti degna sferrando colpi all'aria! Ho visto gente che dimostrava una tecnica migliore... mentre usava una scopa per cacciare un pipistrello entrato dalla finestra!"

 

Lemina sentì un impulso soverchiante di saltarle addosso e prenderla a cazzotti, ma si impose di restare calma. Non doveva farsi menare per il naso dalla prima sgualdrina che le si presentava davanti soltanto per insultarla. "Davvero? E tu sei convinta di avere una tecnica migliore?" chiese, sfoderando un sorrisetto ironico a sua volta. "Forse, prima di fare simili illazioni, dovresti dimostrare che sei più brava di me. O sei brava soltanto ad insultare e a vantarti?"

La donna dai capelli neri continuò a sorridere, ma Lemina notò che stava stringendo gli occhi. Lemina sentiva che stava cercando di trovare una scusa per attaccare briga. "Si tratta forse di una sfida, ragazzina? Se è così, sono più che disposta ad accettare. Sempre che tu non abbia paura di misurarti con me... sembra che il Reverendo Cadrak Dragonsworn veda qualcosa di interessante in te, ma non vorrei che abbia soltanto avuto un'impressione."

 

"Metteresti in dubbio il giudizio di Sua Eminenza, dunque?" affermò Lemina, giocherellando pericolosamente con il suo piccone da guerra.

La donna dai capelli neri alzò le spalle. "Ho per il Reverendo il massimo rispetto. Ma il Reverendo è un mortale, non un dio. Non ci si può certo aspettare che faccia sempre la scelta giusta." rispose. "Tuttavia, tornando a noi... se vuoi batterti con me, io sono pronta anche adesso."

"Ottimo. Avevo giusto bisogno di un partner per addestrarmi. Posso farlo benissimo con te." continuò Lemina. "Si tratta di uno scontro di allenamento, giusto? Quindi non ci sarà niente di male."

"Hah! Su questo almeno siamo d'accordo." rispose l'avversaria. Impugnò anche lei un piccone da guerra, che sembrava essere un po' più pesante di quello di Lemina, sferrò un paio di fendenti in aria e si mise in guardia, incitando la sua avversaria a farsi avanti. "Se ti senti fortunata, carina... allora fatti sotto. Mostrami di cosa sei capace!"
"Prima permettimi di chiederti il tuo nome." rispose la ex-nobildonna. "Questo è uno scontro leale, no? E non sarebbe corretto un duello uno contro uno con una persona a cui non posso neanche rivolgermi."

"Hmph. Come preferisci." rispose la mora. "Il mio nome è Dafne Lokin. Discendente dalla famiglia Lokin, onorati servitori di Tiamat da generazioni. E tu sei Lemina, giusto?"

"Lemina Verusia, figlia illegittima della famiglia Verusia di Svodia." si presentò Lemina, non vedendo alcun motivo per cui avrebbe dovuto nascondere le proprie origini. Era il suo modo per far vedere alla sua arrogante avversaria che non si sentiva da meno soltanto perchè le sue origini erano state tutt'altro che fortunate. "E ti informo che farai bene a non sottovalutarmi. La mia devozione alla Regina Tiamat è forte quanto la tua, se non di più."

"Molto bene, Lemina Verusia." si vantò Dafne. "Fammi vedere quanto ti varrà la tua devozione, messa a confronto con la mia tecnica di combattimento."

 

Lemina ghignò leggermente e fece un passo in avanti... tutto parte di un trucco per far credere alla sua avversaria di aver abbassato la guardia. Dafne rispose con un sorrisetto maligno e una serie di affondi deboli, il cui scopo era semplicemente quello di studiare le difese della sua nemica e farsi un'idea delle sue capacità. Lemina tenne la guardia alzata e parò la maggior parte dei colpi, ma fece  finta di non essere riuscita a vedere arrivare l'ultimo degli affondi, e fece un piccolo balzo indietro con quella che sembrava essere un'esclamazione di sorpresa. Il sorrisetto arrogante di Dafne si allargò, e la giovane dai capelli neri si spostò in avanti per sferrare un attacco più pericoloso...

Era quello che Lemina sperava. Con uno scatto improvviso, la ragazzina dai capelli rosa si lanciò in avanti e sferrò un fendente circolare con il suo piccone da guerra... e l'arma descrisse un ampio arco in aria, e mancò di un'intera spanna l'avversaria, che si era gettata a terra all'improvviso.

 

Troppo tardi, Lemina si rese conto di essere caduta in una trappola. La sua avversaria aveva capito il suo gioco, e ora le stava rendendo pan per focaccia, colpendola ad una spalla con il manico della sua arma! Un dolore improvviso pervase il braccio sinistro di Lemina, più acuto di qualsiasi altra cosa avesse mai provato in vita sua, e la giovane accolita si accasciò a terra con un grido!

 

"Aaaaaargh!" Lemina si rigirò su un fianco e rotolò via per allontanarsi dalla sua avversaria prima che quest'ultima potesse aggredirla di nuovo. Per fortuna, Dafne non aveva cercato di incalzarla, forse perchè era così sicura di sè che credeva di poter vincere anche senza fare del suo meglio. Lemina imprecò tra i denti quando si rese conto di essere stata lei stessa troppo orgogliosa. Aveva raccolto la provocazione di quella dannata, convinta di poterla dare una lezione... e dimenticandosi che lei era un'iniziata, mentre quella Dafne... beh, non poteva dire che si trattasse di una veterana, ma aveva sicuramente visto più azione di Lemina.

 

"Allora? Tutto qui quello che sai fare?" la prese in giro Dafne. "Scommetto che credevi di avere una strategia vincente, ma per me... si è trattato solo di un trucchetto da bambini. Allora... credi ancora di avere un futuro, nella Chiesa di Tiamat?"

 

Lemina si rialzò, massaggiandosi la spalla dolorante e squadrando rabbiosamente la sua avversaria. Con l'altra mano, stringeva con tutte le sue forze il suo piccone da guerra. "Il Reverendo ha avuto fiducia in me. Ha visto il mio potenziale." ringhiò con acredine. "E tu credi di capirci più di lui? Non farmi ridere... se sei qui soltanto per ridicolizzarmi e sminuire i miei sforzi... significa che sei tu quella che non prende sul serio gli insegnamenti della Regina Tiamat!"

 

"Hmph. Hai la lingua lunga, marmocchia. Se continui così, qualcuno potrebbe tagliar... Ugh!" Dafne stava rispondendo a tono, e non riuscì a reagire in tempo quando Lemina le si scagliò contro con uno scatto improvviso e la gettò a terra con una poderosa spallata! La ragazza dai capelli neri finì a terra di schiena ed emise un lamento di rabbia e di dolore. Troppo sorpresa per reagire, Dafne sgranò gli occhi quando si rese conto che Lemina le stava puntando l'arma alla gola. Si era fatta ingannare come una novellina alle prime armi!

"Tagliarmela, dici? Intanto tieni a freno la tua." commentò Lemina.

 

Dafne si sentì pervadere da un accesso di rabbia e strinse le mani a pugno, ma si impose la calma. Non poteva farsi menare per il naso da questa novellina... e non poteva certo farle credere che le sue provocazioni stessero andando a segno. Si rialzò lentamente e si mise di nuovo in guardia, cercando di portarsi con grazia e dignità.

 

"Quindi adesso credi di essere una tipa tosta, vero? Una che ci sa fare?" chiese retoricamente. Lemina sentiva lo sguardo di Dafne su di lei, e sentiva che Dafne moriva dalla voglia di riempirla di cazzotti... doveva ammettere, c'era qualcosa di inebriante nella consapevolezza che stava facendo innervosire così tanto la sua avversaria. Poteva essere un'arma, se sfruttata correttamente.

"Sicuramente abbastanza sveglia da non distrarmi." continuò Lemina, tenendo la guardia in modo che la sua avversaria non riuscisse a rivoltarle contro la sua stessa trovata. Si spostò leggermente di lato, in modo che Dafne non potesse essere sicura di dove Lemina voleva spostarsi. Se non aveva la stessa esperienza della sua avversaria, quantomeno avrebbe potuto compensare con l'astuzia e la rapidità.

Le due avversarie ripresero a studiarsi per qualche istante, e Lemina sembrò tirarsi indietro, forse per poter studiare meglio la tecnica della sua avversaria. Quest'ultima, incoraggiata dalla reazione di Lemina, fece un passo in avanti e cercò poi di fare un rapido passo laterale per cogliere di sorpresa la sua nemica. Rapidamente, Lemina si mise in guardia e alzò la sua arma in una posizione difensiva, cercando di allontanare Dafne e impedirle di metterla con le spalle al muro. La sua avversaria tentò un altro affondo, anche a costo di scoprirsi, poi eseguì una raffica di affondi che avevano il solo scopo di distrarre Lemina in modo da renderla un bersaglio più facile.

 

La ragazza dai capelli rosati si tirò indietro, poi eseguì un ampio fendente con il suo piccone da guerra, in modo da cercare di agganciare l'arma di Dafne e strappargliela di mano. Dafne scansò l'attacco, poi tentò di avvicinarsi di nuovo e costringere Lemina alla difesa.

Fino a quel momento, nessuna delle due era riuscita a mandare a segno un attacco serio. Le due donne stavano mettendo alla prova i riflessi l'una dell'altra, cercando di combattere in maniera più ragionata e tentando di individuare dei punti deboli nella difesa dell'altra. Tuttavia, questo non impediva a Dafne di comportarsi come se stesse già vincendo.

 

"Lo sai, se hai intenzione di allenarti seriamente, dovresti almeno capire qual è lo scopo di una battaglia." esclamò dopo aver schivato un altro dei fendenti di Lemina. "Dovresti cercare di colpire il tuo avversario, non di agitare l'arma come se stessi cercando di pigliare le mosche!"

Lemina sferrò un altro fendente, protendendosi in avanti in modo da arrivare un po' più lontano. Ma non fu abbastanza per cogliere di sorpresa Dafne, che alzò di colpo la sua arma e si difese efficacemente. Con uno scatto, la mora ridusse la distanza e cercò di ripagare Lemina con la sua stessa moneta.

 

La parte uncinata del piccone di Dafne stava per agganciare l'arma di Lemina, ma quest'ultima riuscì a liberarla con un movimento rotatorio del polso. Cercando di approfittare dell'attimo di sbilanciamento dell'avversaria, Lemina scattò ed eseguì uno spettacolare fendente che strisciò il pettorale di Dafne e la costrinse ad indietreggiare.

"Ugh... smettila di prenderti gioco di me, razza di pezzente!" esclamò Dafne. "Non riuscirai a sfuggirmi a lungo!"

 

Cercò di accorciare la distanza con uno scatto improvviso e sferrò diversi fendenti in aria, alla ricerca di un'angolazione ideale dalla quale colpire la sua avversaria, ma Lemina riuscì ad intrufolarsi tra un colpo e l'altro e cominciò a spingerla via. Dafne usò un trucchetto per far credere a Lemina che avrebbe opposto resistenza, e all'ultimo momento si spostò in modo da far sbilanciare la sua avversaria. Ma Lemina si rese conto del trucco all'ultimo momento e riuscì a frenare la propria corsa e ad evitare di pochissimo un fendente. La combattente più giovane si abbassò di colpo e sferrò un calcio alle caviglie di Dafne, in modo da farle perdere l'equilibrio... ma quest'ultima saltò agiilmente ed evitò l'attacco, per poi sferrare un fendente dall'alto verso il basso che fece perdere l'equilibrio a Lemina e la fece sedere per terra in maniera alquanto inelegante.

 

"Hah! Devo ammettere che mi hai dato più filo da torcere di quanto pensassi." affermò Dafne, il piccone puntato alla gola di Lemina, che ora la stava guardando con rancore. "Ma dovresti imparare qual è il tuo posto nella gerarchia. Se credi davvero di poter fare carriera soltanto perchè credi nella Regina Tiamat, spero di averti fatto capire che non ce la puoi fare."

 

Lemina non rispose subito. Attese che Dafne le allontanasse l'arma dal collo, e fece per allontanarsi... ma un istante dopo, la ragazzina dai capelli rosati ebbe uno scatto improvviso, e il piccone da guerra volò via dalle mani di Dafne! La mora indietreggiò stupefatta vedendo la sua arma che volteggiava in aria e si piantava nel pavimento... e Lemina, con un sorrisetto ironico, era proprio lì davanti a lei, e le puntava contro la sua arma!

 

"E io, spero di averti fatto capire che hai cantato vittoria troppo presto." affermò Lemina. "Qui, quando ci alleniamo, abbiamo delle regole a cui dobbiamo sottostare. Ma in battaglia non esiste nessun regolamento."

Dafne strinse i denti, punta sul vivo dalla verità di quelle parole e dal fatto che si era lasciata prendere di sorpresa come una novellina. Era convinta che Lemina fosse stata umiliata al punto da non tentare più alcuna resistenza... invece, la sua avversaria non si era rassegnata e le aveva reso pan per focaccia. Questa non se l'aspettava davvero...

 

Un battito di mani improvviso colse di sorpresa le due contendenti, seguito da un brusco richiamo.

"Ora basta, Dafne! Non credi di averla provocata abbastanza?" esclamò una chiara voce maschile, che Lemina riconobbe quasi subito. Con sua grande sorpresa, la ex-nobildonna vide Brian avvicinarsi con espressione severa, lo sguardo fisso verso la donna dai capelli neri che aveva cercato di attaccare briga con lei. Dafne, da parte sua, grugnì e si voltò verso il giovane guerriero. Da come si comportavano l'uno con l'altra, Lemina capì molto presto che quei due si conoscevano già da diverso tempo, ma non era sicura se fossero amici o meno. Certamente, Brian non dava l'impressione di approvare il comportamento della ragazza.

 

"Brian... a che cosa devo questo... onore?" chiese Dafne con sarcasmo.

 

Brian non apprezzò la sfacciataggine della donna. "Lo sai anche tu, Dafne. Sono arrivato poco fa, e ho visto che stavate combattendo, tu e l'iniziata Lemina. Altri iniziati mi hanno detto che sei stata tu a provocarla, e che Lemina si stava semplicemente difendendo."

Dafne alzò le spalle, per nulla intimorita dalla situazione. "Oh, lo sai come sono fatta io. Volevo soltanto essere sicura che la nostra giovane iniziata avesse quello che le serve per essere una degna soldatessa della Regina Tiamat." affermò, con un fare del tutto insincero. Lemina la guardò male, ma trattenne la lingua. Non era il caso di dare ulteriore corda a quella stupida...

 

"E... per mettere alla prova la tua compagna, devi per forza attaccare briga con lei, come una marmocchia da strada?" ribattè Brian, senza perdere un colpo. "Ti ricordo, nel caso tu te ne sia dimenticata, che Lemina è una tua alleata, e che per quanto tu non sia obbligata a trovarla simpatica, le devi comunque rispetto. Chi può dirlo, un giorno potrebbe essere lei a dare ordini a te."

Lemina provò un brivido di cupa soddisfazione nel sentire Brian parlare in questo modo di lei. Diventare una comandante nell'esercito di Tiamat e guidare le sue forze per combattere quegli idioti che si opponevano ai suoi ideali... sarebbe stato un sogno per lei! Ma si impose ancora una volta di restare con i piedi per terra... probabilmente Brian lo diceva soltanto per fare un esempio a Dafne e farla riflettere sulle sue azioni. Restò ferma dov'era e rimase ad osservare lo scambio tra i due, incuriosita.

 

Dafne, da parte sua, non sembrò dare troppo peso alle parole di Brian. "Ooooh, non te la prendere troppo, Brian. Io e l'iniziata Lemina ci stavamo solo allenando, tutto qui." rispose con un sorriso falsamente gentile. "Nessuno si è fatto male, vero? Ci siamo solo sgranchite un po' i muscoli, nulla di più."

 

Lemina storse il naso e serrò gli occhi. Cosa aveva in mente Dafne? Aveva intenzione, tutt'a un tratto, di far finta di essere gentile? Beh, che facesse pure. Ma Lemina non aveva intenzione di concederle un centimetro... e a giudicare dall'espressione di Brian, anche lui non era per niente convinto della sceneggiata di Dafne.

"Hm. Vedi di non dimenticare che ci sono dei limiti oltre i quali non ti puoi spingere, Dafne." continuò Brian severamente. "Qui l'unica legge che conta è quella della nostra Regina... e l'autorità di tuo padre non può proteggerti che fino a un certo punto."

 

L'autorità di suo padre? Lemina sbattè gli occhi mentre rifletteva su quello che aveva appena sentito. Questo voleva dire per caso che Dafne era figlia di qualche personaggio importante nella gerarchia della Chiesa di Tiamat? In effetti, questi spiegava un bel po' del suo comportamento.

La donna dai capelli neri strisciò un piede sul terreno e squadrò prima Brian, poi Lemina, come se stesse pensando ad una buona risposta da dare. Non riuscendo a pensare a nulla che non potesse metterla nei guai, decise di mettere da parte l'orgoglio, e abbassò la testa in un gesto di scuse. "Va bene. Chiedo scusa, ho un po' esagerato. Ma le mie intenzioni erano buone, credetemi."

 

Lemina non ci credette neanche per un istante. La tentazione di risponderle male era forte, ma la ragazza dai capelli rosati si trattenne, e decise di lasciar perdere. Fece un cenno con la testa, quel tanto che poteva permettersi di fare senza apparire sgarbata, e disse di sì per accettare le scuse della sua avversaria, che prese la sua arma e si allontanò lentamente, sotto lo sguardo disapprovante di entrambi...

Una volta che Dafne fu abbastanza lontana, Brian scosse la testa e riprese il discorso. "Chiedo scusa a nome suo. Conosco Dafne da molto tempo... e in tutto questo tempo, ho avuto modo di conoscere bene i suoi modi di fare." affermò. "E' sempre stata una persona molto... anche troppo... autoritaria."

"Grazie per essere intervenuto, Brian." lo ringraziò Lemina. "Mi aveva sfidato... e io non ho resistito alla tentazione di rispondere ai suoi insulti."

Brian alzò le spalle. "Sì, capisco... non ti preoccupare, ho solo fatto quello che dovevo. E non è la prima volta che Dafne si comporta in questo modo provocatorio."

"Avevi detto che non avrebbe potuto contare molto più a lungo sull'autorità di suo padre..." affermò Lemina, ritornando con la mente a quello che Brian aveva detto poco prima. "Cosa volevi dire, esattamente?"

 

Brian non cambiò espressione, ma dentro di sè si rimproverò per aver detto troppo. Non erano questioni che un'iniziata come Lemina avrebbe dovuto conoscere. "In effetti... è vero che il padre di Dafne ricopre un rango importante nella gerarchia della Chiesa di Tiamat." spiegò con un pizzico di riluttanza. "Ma... temo di non avere il permesso di dire altro. Ti pregherei di non fare menzione di quello che hai sentito."

 

Lemina restò un po' spiazzata da quello che Brian aveva detto. Era la prima volta che vedeva il giovane spadaccino, normalmente serio e ligio al dovere, imbarazzato per qualcosa che aveva detto. Tuttavia, la ragazza aveva abbastanza buon senso da decidere di non indagare oltre. Probabilmente ci sarebbe stata occasione di scoprire di più in seguito, ammesso che davvero fosse riuscita a farsi promuovere.

 

"Va bene. Non preoccuparti, sarò mura come un pesce." rispose. "Grazie ancora per avermi aiutato."

Brian fece un breve cenno con la testa. "Di niente. Buon proseguimento." affermò. "Se vuoi scusarmi, adesso avrei un po' di lavoro da fare."

Attese che Lemina facesse un saluto con la mano, poi si voltò e si allontanò con passo lento e composto. La ragazza dai capelli rosati lo guardò allontanarsi, cercando di fare delle ipotesi su quello che aveva sentito riguardo a Dafne.

 

"Si conoscono da un po', è evidente. E non mi davano proprio l'impressione di essere amici." riflettè a bassa voce tra sè, mentre andava a riporre l'arma con la quale si stava addestrando. "E il padre di quella stronzetta è una figura importante nella Chiesa di Tiamat, eh? Che sia addirittura di rango più alto del Reverendo Cadrak? In effetti, questo vorrebbe dire che Sua Eminenza è stato più o meno costretto ad accettarla nei nostri ranghi. Chissà perchè... ho come l'impressione che qui si stia giocando a qualche gioco un po' contorto."

Dopo averci pensato su per qualche istante, Lemina decise che non aveva abbastanza informazioni per potersi fare un'idea abbastanza precisa. Tuttavia, si fece una nota mentale di fare qualche indagine in seguito. Chi poteva dirlo, magari in seguito si sarebbe trattato di un elemento importante...

 

"Hmm... adesso come adesso, non ho più una gran voglia di allenarmi..." disse tra sè, gettando un'occhiata al piccone da guerra che aveva lasciato lì. "Ma... se non lo faccio, rischio di restare indietro. Beh, meglio fare ancora un po' di pratica. Poi magari vado a vedere come va a Slayde. E spero di non imbattermi di nuovo in quella lì."

 

Mettendo da parte la stanchezza e quel vago senso di frustrazione, Lemina raccolse di nuovo la sua arma e si mise in guardia, per poi riprendere ad eseguire i suoi esercizi di addestramento. La strada che aveva davanti era ancora lunga e difficile... e più passi avanti avesse fatto nel tempo a sua disposizione, meglio sarebbe stato per lei e Slayde...

 

 

oooooooooo

 

"Molto bene, ragazzo. Ora concentrati. La disciplina mentale è importante."

Slayde si trattenne a stento dal fare un sorriso amaro. Se c'era una cosa che vivere in quella gabbia dorata che era la villa della famiglia Verusia gli aveva insegnato, era la disciplina. Non parlare se non sei interpellato. Non discutere quello che ti viene detto. Non farti vedere se i tuoi servigi non sono richiesti. Per quello che lo concerneva, aveva l'impressione che i suoi "padroni" avrebbero preferito di gran lunga che lui non esistesse nemmeno, se non fosse stato per il fatto che di tanti in tanto gli era utile...

 

Ma adesso, era ben felice di esercitare pazienza e disciplina, e di concentrarsi sul compito che gli era stato dato. Il suo istruttore rimase in piedi accanto a lui con espressione fredda ed arcigna, aspettando che il giovane mezzelfo facesse quello che gli era stato detto di fare.

Slayde chiuse gli occhi e strinse la presa sulla spada che teneva in mano, un'arma di ottima fattura, con l'elsa decorata d'argento e una lunga lama di quasi un metro, finemente affilata e lucente. Il ragazzo cercò di svuotare la sua mente e di concentrarsi sulla lama, sulla magia che - forse - scorreva in lui, di incanalarla attraverso il proprio braccio e riversarla nella spada come i suoi insegnanti gli avevano detto di fare. Era il suo primo tentativo, e doveva ammettere che non era sicuro di aver capito bene cosa volevano dire... ma immaginava che non fosse una cosa che si poteva spiegare tanto facilmente, in effetti. La magia era un argomento complesso e pieno di sottigliezze... e Slayde aveva ragione di credere che il modo migliore per impararla fosse di sperimentarla.

 

Per diversi secondi, non accadde nulla, e Slayde sentì lo sguardo severo dell'istruttore che continuava a fissarlo. Innervosito, il mezzelfo perse concentrazione e sentì una sgradevole sensazione di gelo che gli correva lungo la spina dorsale... ma riuscì a dominarsi e a tenere sotto controllo la sua apprensione. Doveva essere più forte di così... vincere la sua incertezza e dimostrare a tutti che avrebbe saputo essere un degno servitore di Tiamat. Solo così avrebbe potuto avere la sua rivincita... solo così avrebbe potuto realizzare il suo sogno.

Il biondo mezzelfo prese un breve respiro e pensò con tutte le sue forze a infondere la sua energia magica nella spada che teneva in mano. Cancellò dalla sua mente l'immagine dell'istruttore che lo fissava, il pensiero dei nobili di casa Verusia che lo maltrattavano, il volto sorridente di Asselia... per un attimo, cancellò anche la mano tesa che Lemina gli aveva teso. In quel momento, tutto ciò che contava era la spada e la magia. Doveva riuscirci. Era una questione d'orgoglio personale.

 

Finalmente, dopo alcuni estenuanti secondi, Slayde sentì che l'elsa della sua arma si riscaldava e che la lama cominciava a pulsare, pervasa dall'energia che il ragazzo stava incanalando in essa. Il mezzelfo si sentì pervadere per un istante da un moto di orgoglio ed entusiasmo, e per poco non perse la concentrazione... ma si impose di restare focalizzato e di non farsi prendere dall'emozione. Aprì con prudenza gli occhi per rendersi conto del risultato dei suoi sforzi... e vide che la lama era avvolta da una tenue luce azzurrina che variava continuamente di intensità! Se avesse prestato attenzione all'espressione dell'istruttore, avrebbe visto che si era appena un po' addolcita...

Tuttavia, lo sforzo di mantenere il flusso di energia magica finì per stancarlo... e Slayde fu costretto ad interrompere. Abbassò la spada, la cui lama perse luminosità, e si passò una mano sulla fronte, sentendola imperlata di sudore.

 

"Ce... ce l'ho fatta...?" mormorò. Si sentiva diviso tra due sentimenti opposti, la contentezza di essere riuscito nel compito, e la delusione per non essere riuscito a mantenere il flusso di energia più a lungo. Se non altro, l'istruttore mostrò almeno un po' di soddisfazione...

"Non male come primo tentativo, ma si può migliorare." disse, con voce appena un po' più morbida. "Eri distratto all'inizio, mi pare di capire."

Non ci fu molto che Slayde potè fare se non annuire.

"Bene, allora prova di nuovo, e questa volta, senza distrazioni." continuò l'istruttore. "Per quando la lezione sarà finita, dovrai essere già in grado di infondere i tuoi incantamenti di base nella tua arma."

Slayde non fece alcun commento e cercò di riprendere la concentrazione. Nonostante la fatica, trovava eccitante quella lezione. Forse aveva davvero trovato la sua strada. Un motivo in più per fare del suo meglio... per quanto lo riguardava, sarebbe stato disposto anche a saltare il rancio, pur di imparare.

Il ragazzo mezzelfo si concentrò di nuovo e cercò nuovamente di incanalare la sua energia magica all'interno della spada, questa volta con maggiore facilità. Questa volta, però, cercò di pensare a un altro modo di incantare la sua arma, e dopo alcuni secondi, la lama venne illuminata da una spettacolare aura blu, e cominciò a vibrare percorsa da una tenue scarica elettrica. Questa volta, Slayde si impose di non farsi prendere dall'entusiasmo, e si mantenne concentrato, in modo da conservare più a lungo l'incantamento sulla spada. Dieci secondi... quindici... venti...

 

Slayde strinse i denti e barcollò. Lo sforzo di concentrarsi sulla magia che scorreva nel suo corpo lo aveva stancato più di quanto immaginasse... e il giovane finì per allentare la presa sull'arma e barcollare di un passo in avanti, sotto lo sguardo impassibile dell'istruttore. Slayde si appoggiò una mano su un ginocchio, in modo da reggersi in piedi più agevolmente, e riprese fiato un paio di volte... ma si ricordò di essere di fronte ad un superiore e si rimise in piedi, tenendo la spada abbassata al proprio fianco. "Ehm... chiedo... chiedo scusa, signore. Non è stato molto dignitoso da parte mia..."

"Interessante. Il tuo potenziale è innegabile, ragazzo." affermò l'uomo dal volto severo. "Per essere il tuo primo tentativo, il risultato è decente."

Slayde sbattè gli occhi, un po' stupefatto. Doveva ammetterlo, non si aspettava che l'istruttore gli avrebbe fatto dei complimenti, per quanto moderati.

"Ma non montarti troppo la testa. Questo è soltanto l'inizio." continuò l'uomo. "Avanti, riprendi da capo. E questa volta, pensa ad un effetto diverso. Dovrai imparare a gestire molto bene la tua magia se vorrai diventare un magus degno di questo nome."

 

Un magus, eh? Un combattente che mescolava magia arcana con prodezza nel combattimento fisico. A quanto pareva, quelli della Chiesa di Tiamat si erano già fatti un'idea di ciò per cui era più portato e stavano cercando di addestrarlo per quello. Beh, a Slayde andava bene così. Dopotutto, questa volta era stato lui a scegliere questa strada. Per quanto non si illudesse che sarebbe stato facile, era qualcosa in cui poteva eccellere, e grazie a cui avrebbe potuto combattere per realizzare il mondo in cui lui e Lemina credevano...

 

"Grazie dei complimenti. Farò in modo di esserne degno, signore." rispose Slayde, un attimo prima che il suo sguardo si indurisse. Strinse nuovamente la spada nella mano destra, e cercò di concentrarsi di nuovo, questa volta immaginando una fiamma che avvolgeva la lama. L'acciaio della spada si riscaldò sotto l'effetto dell'energia magica, e una tenue luce arancione pulsò all'interno della lama...

 

oooooooooo

     

Quella sera, in una delle stanze private della Cittadella del Voto del Drago...

 

Brian sospirò stancamente mentre finiva di togliersi l'armatura e la riponeva con cura. Più tardi, si ripromise che l'avrebbe ispezionata per bene e avrebbe provveduto a dargli un po' di olio, ma al momento, dopo quella giornata intensa passata ad allenarsi e a fare attenzione che Dafne non si spingesse oltre certi limiti con gli iniziati, aveva soltanto voglia di rilassarsi un po', e magari mettere qualcosa nello stomaco.  Del resto, tra non molto sarebbe arrivata l'ora del rancio. Tanto valeva aspettare un po', e prendersi qualche momento di pausa... anche se aveva dedicato la sua vita agli ideali di Tiamat, non voleva dire che fosse instancabile nella sua crociata.

 

Il giovane restò qualche minuto disteso sul suo giaciglio, poi si alzò e si sfregò la faccia con una mano, in un tentativo di mantenersi sveglio. Posò lo sguardo sulla scrivania vicina al suo letto, e mnotò che qualcuno vi aveva appoggiato sopra una busta ingiallita, parzialmente segnata dalle intemperie. La cosa lasciò per un attimo dubbioso lo stoico guerriero, che non era abituato a ricevere corrispondenza... poi, con un moto di speranza che si trattasse davvero di una lettera che stava aspettando da diverso tempo, aprì la busta e ne tirò fuori il contenuto. Un tenue profumo si diffuse quasi subito nella stanza, e Brian si permise un piccolo sorriso, riconoscendo che quella era senza dubbio la "firma" della persona che stava aspettando.

 

"Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ho avuto tua notizie, Alice..." disse tra sè, per poi sedersi alla sua scrivania per leggere la lettera con tutta calma.

 

Salute a te, caro fratello.

Spero con tutte le mie forze che tu sia in salute e che il tuo periodo di servizio presso il Reverendo Cadrak prosegua bene. Sappiamo che per voi mantenere l'ordine in un luogo selvaggio e senza legge come Epiros è un compito gravoso, ma ripongo fiducia nel tuo coraggio, nella tua abnegazione e nella protezione degli dei.

Per quanto riguarda la famiglia, ogni cosa sta procedendo bene. Nostra madre ha espresso grande soddisfazione nei tuoi confronti, e spera che tu possa raggiungere obiettivi ancora più alti. Nostro padre si augura che tu stia bene, e spera che il tuo nuovo incarico non ti esponga a troppi pericoli

La mia salute è buona, considerate le circostanze. Spero di non alimentare false speranze, ma se le mie condizioni lo permetteranno, mi unirò alla prossima spedizione verso Epiros. Spero di poterti raggiungere presto. Ti auguro la migliore delle fortune, e sono felice di poterti chiamare mio fratello.

Con affetto,

tua sorella Alice Spade.

 

Brian non era una persona avvezza a sentimentalismi, ma leggere una lettera di Alice e sapere che forse si sarebbero rivisti presto gli portava almeno un po' di sollievo e di gioia. Con un lieve sorriso, Brian appoggiò la lettera sulla scrivania davanti a sè e la osservò come un caro ricordo per diversi secondi.

"Adesso ho una ragione in più per impegnarmi." disse tra sè. "Grazie della tua lettera, Alice. E abbi pazienza. Faremo in modo che tu possa vivere in un mondo più giusto e più sicuro."      

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

Note dell'autore: Nel prossimo capitolo, ci saranno degli importanti sviluppi per Lemina e Slayde! Tra non molto, sarà il momento della loro prima missione... e di conoscere dei nuovi personaggi con cui la affronteranno. Il piano ambizioso della Chiesa di Tiamat sta prendendo forma...

 

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Grazie mille, e alla prossima!

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam