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Autore: Dioni    22/02/2021    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Qualche istante prima,fuori dalle mura di Aegis.


Il mago,nel suo restare distaccato dal suolo librandosi come privo di peso era seguito dall'armata di Aegis,che avanzando a passo serrato marciava nella valle con l'intento di prendere possesso dell'accampamento noviano e prendere in possesso,o per meglio dire in ostaggio,le truppe che intendevano assalire la città. L'incantatore era davanti a tutti i soldati che lo seguivano nella stessa maniera nella quale avrebbero seguito un qualunque altro comandante generale dell'esercito,sapendo che un individuo simile,come tutti gli individui dotati di poteri magici erano considerati pericolosi e temibili e per tanto non andavano sottovalutati. Per questo lo seguivano senza emettere un fiato e passo dopo passo furono in vista del Castrum,intuendo che avendo occupato il campo di battaglia era solo questione di rapidità e di numeri che gli avrebbero permesso di scacciare l'invasore imperiale fuori dalla loro amata e indipendente città-stato. Tutto sembrava filare liscio per il mago e i soldati dietro di lui,quando all'improvviso l'aria sopra di loro,chiara e limpida come solo in montagna poteva essere,poco alla volta divenne tetra e sinistra,con scure nuvole che comparse dal nulla si moltiplicavano e si espandevano abbastanza in fretta da riempire quella porzione di cielo,che già cariche di energia emanavano saette e scintille tanto da far credere che presto avrebbe tuonato. Gli uomini erano preoccupati e a quella vista alzarono gli scudi pronti a ricevere colpi nel caso fossero arrivati,ma tutto quello che videro furono lampi e saette scendere dalle nuvole in maniera tale da non permettere ne al mago ne ai soldati dietro di lui di avvicinarsi ulteriormente al castrum.

Questi fulmini non scendono in maniera normale.”,disse il mago tra se e se.

Aveva notato come i lampi, i fulmini e i tuoni non scendessero in maniera casuale come in una tempesta normale,ma piuttosto erano dritti,perfettamente lineari e non colpivano altri punti,se non quelli di fronte a loro,come se qualcosa volesse impedire di farli avanzare e formando così un perimetro difensivo di pura elettricità. Per lui era chiaro come il sole che ci fosse una qualche volontà a fomentare quell'evento inaspettato.

Mostrati a me e rivelami la tua vera natura,affinché io possa riconoscerti come mio pari nelle arti magiche.”,disse il mago in maniera calma statuaria,senza alcuna emozione nella voce.

Poco alla volta di fronte a lui,oltre la barriera di fulmini comparve poco alla volta la figura di un uomo dalla corta capigliatura castana,gli occhi verdi e indossava vesti imperiali che lui aveva già identificato.

Vedo che adesso intervengono anche gli auguri delle capitale a sostenere le legioni imperiali,per caso i vostri sacerdoti da guerra non sono più all'altezza delle mire di Nova?”,disse il mago rivolto alla figura evanescente che aveva di fronte.

Risparmia il fiato vecchio,so benissimo quali contatti hai con l'imperatore e so anche che ti sei messo alla ricerca del Demiurgo,perché tu e i tuoi alleati vi prendete la pena di dare protezione ad una principessa fuggiasca?”

E tu perché ti affanni tanto a darle la caccia?”

Non sono qui per lei,in realtà sono qui per impedire che un intera legione venga spazzata via nel suo peggior momento di vulnerabilità,per volontà dell'imperatore Lucio Cornelio Silla e dell'onnipotente Giove Ottimo Massimo.”

E immagino che il tuo potente Giove e sua augusta maestà l'imperatore siano disposti a contrattare data la necessità di questo improvviso intervento,dico bene?”

L'ugure rimase in silenzio per un po' mentre i fulmini continuavano a scendere ripetutamente nei soliti punti,impedendo così a chiunque di oltrepassare quella difesa mortale e senza possibilità di essere superata.

Che cosa vuoi?”

E fu in quel momento che il mago arrivò al punto che più gli interessava. Sapeva che se Silla avesse perso un intera armata imperiale,oltre al fatto di aver dichiarato guerra alla città-stato di Aegis,metterla sotto assedio e poi fallire nell'attacco che non avvenne mai sarebbe stata un onta troppo grande affinché la reputazione della pericolosità della forza bellica di Nova sarebbe stata decisamente messa in ridicolo e se diffusa la notizia avrebbe spinto i nemici ai confini ad attaccare con arroganza e superiorità,cosa che avrebbe costato caro all'impero,anche in caso di vittoria,poichè per quanto potente potesse essere Nova,non poteva combattere su troppi fronti,non in quel momento almeno. Per il mago sarebbe stato un gioco facile far accettare a quel sacerdote le sue richieste. Infondo ne andava dell'onore dell'aquila dorata.


Gordlack fece andare al passo la sua piccola cavalcatura dato che ormai non aveva alcuna fretta nel dirigersi verso il palazzo,dove avrebbe dato il resoconto della loro impresa nell'accampamento noviano e alla quale il consiglio avrebbe ricevuto da li a breve. Il nano rimuginava sugli ultimi eventi che erano accaduti in meno di ventiquattro ore: Avevano incontrato Milziade e lo avevano portato,a malincuore,da Lucilla e da lei era stato reclutato,avevano subito un aggressione da parte di un branco di goblin e di un paio di orsi a dir poco anormali,uno strano tizio con capacità degne di una bestia avevano attaccato lui e Milziade nei pressi di un villaggio distrutto,erano precipitati dal cielo dopo che Lucilla aveva evocato un incantesimo di sua invenzione e nel frattempo erano stati attaccati anche da un soldato dotato di un armatura in grado di volare,che tra l'altro era la stessa che indossava quella donna a capo della legione,Luccila ha vomitato sangue per poi svenire e portata via dal mago, poi sono stati arrestati e convinti dall'ultimo arrivato nel gruppo ad entrare in un accampamento noviano solo per rischiare la pelle e chissà come fuggire all'ultimo e salvarsi appena in tempo dalla cattura per la comparsa di una nebbia profumata. C'era da dire che ne erano successe di assurdità in meno di ventiquattro ore. Pensava che nella sua vita da nano ne avesse viste di cose strane,ma mai come quel Milziade,così sfrontato,spaccone,incurante della propria vita e sopratutto sbruffone che avesse mai visto e lui di umani ne aveva conosciuti parecchi. C'era da dire però che aveva le sue buone qualità e nonostante i suoi difetti si era dimostrato un ottimo combattente anche se aveva il vizio di usare quelli che Gordlack definiva “strani trucchi”,combatteva in maniera per nulla leale,disonesta e per nulla lineare,non come lui che appena vedeva il nemico doveva combatterlo direttamente,doveva fargli sapere che stava per essere schiacciato dal suo maglio ma non per fare lo spaccone,ma perché era un vero guerriero e lui doveva affrontare a viso aperto l'avversario,così combatteva un vero guerriero,tutte le altre manovre che parevano evasive era una cosa da elfi,che ci pensassero quei mingherlini a danzare con le loro lame sul campo di battaglia. Fu a quel punto che pensando agli elfi giunse un altra sua conoscenza,che di tanto in tanto gli era antipatica quasi quanto quella lama venduta. Sentì un suono di zoccoli battere sul suolo cittadino e girandosi vide Nym andargli incontro al trotto e raggiungerlo in breve tempo.

Vedo che non sei ancora giunto a palazzo,ti credevo già li.”

Lascia perdere elfo,ho perso tempo nel trattenere quel dannato umano a venire a palazzo per spiegare la situazione che si è verificata al castrum,ma ha preferito allontanarsi dicendo che voleva allontanarsi per un po', per quanto mi riguarda può stare lontano da noi anche per sempre.”

Per una volta sono d'accordo con te,anche se dubito che possa accadere un evento simile. Quell'uomo ha deciso di restare per motivi che solo il mago sa...è poi,gli ha imposto il marchio.”

Il marchio?Davvero?Adesso sono sicuro che resterà con noi per tutto il tempo necessario e nel peggiore dei casi sarà molto tempo da passare insieme a lui. Però spiegami una cosa,perché il mago gli ha imposto il marchio?”

E cosa vuoi che ne sappia io,lui non mi ha chiesto il motivo di questa scelta e io non ho voluto insistere,lo sai che anche se uno di noi insistesse a voler sapere qualcosa di più non caveremmo un ragno dal buco. Se non vuole parlare non parla.”

Si lo so è che visto che tu lo conosci da più tempo credevo sapessi le sue ragioni,tutto qui.”

Magari fosse così semplice,con lui non lo è mai.”

Già,se lo dici che lo conosci meglio di tutti.”

Dimentichi Lucilla,lei lo ha incontrato molto prima.”

Vero,chissà perché lo dimentico sempre,comunque,cosa dovremmo fare con quel Milziade? Voglio dire,capisco che il marchio sia una garanzia nel caso ci tradisse,ma se invece trovasse una maniera per aggirare il problema?”

In tal caso non dovremmo far altro che assicurarci che non possa nuocerci in alcun modo,fosse anche infilargli una freccia nella testa sta pur certo che non mi troverei contrario,il problema e Lucilla. Se è convinta che quell'umano debba venire con noi non dubito della sua parola,ma è tanto buona quanto ingenua e non posso dire che sia completamente al sicuro con quel tipo. Per ora teniamo gli occhi aperti.”

La strada era ancora lunga per giungere al centro della città,dove risiedeva il palazzo del consiglio e dove tutti e tre,compreso Milziade avrebbero dovuto presentarsi di nuovo per riferire dell'esito della loro impresa,anche se con uno in meno non si poteva dire che il comportamento dell'ultimo arrivato fosse esemplare per rispecchiare la serietà della squadra ai loro collaboratori di Aegis,anche per un mercenario il modo di comportarsi era una maniera per sottolineare la qualità di una persona,tra gli elfi almeno doveva essere così...o almeno quello che la maggior parte delle razze pensasse di loro. Passarono per le strade della città e videro che la gente sembrava preoccupata,addirittura alcuni si stavano mettendo al riparo,ma l'umore generale era vagamente tranquillo,o comunque non così spaventati da scappare al primo segno di battaglia,anche per il fatto che lo scontro si stesse svolgendo all'infuori delle possenti mura cittadine e che in generale ci si sentisse al sicuro dietro quelle mastodontiche opere difensive e che la sicurezza che trasmettevano non era poca. Continuando verso l'interno della città raggiunsero in breve tempo una piazza dedita al commercio,per lo più di generi alimentari e oggetti per la vita di tutti i giorni. Il numero di persone qui era più numeroso e anche qui la preoccupazione per le sorti della battaglia erano palpabili,forse qualcuno aveva intenzione di finire le loro compere e di tornare a casa il più presto possibile,così almeno da potersi mettere al riparo e qualche donna allegramente continuava a fare la spesa come se non stesse succedendo nulla di particolare,comprando carne,grano,verdura di vario genere per poi tornare a casa e preparare il pranzo come se fosse un giorno come un altro e addirittura portandosi dietro i bambini che non in pochi occupavano il posto. I mercanti tra l'altro non sapevano bene come prendere la cosa,da una parte c'era chi stava per chiudere bottega lo stesso giorno e cercare riparo nei loro alloggi o in qualche vicolo li vicino,cosa però non consigliata data la presenza di ladri,occasionali e quelli di esperienza,che di tanto in tanto quando l'occasione lo permetteva arraffavano come potevano quello riuscivano ad ottenere con i loro sforzi e di solito ci avrebbero pensato le guardie ad acciuffarli,privarli del bottino e punirli secondo la legge comune contro il furto, qualche bacchetta sulle mani,tanto per fargli male ma non rompergli le dita,in alcuni casi li buttavano anche in cella,alla torre,dove loro erano stati portati come comuni criminali. Ma quel giorno le guardie erano occupate con il controllo e la salvaguardia della popolazione nei diversi settori di Aegis,facendo mantenere la calma alle folle e formare una forza di difesa nel caso i noviani fossero penetrati in città.

Sembrano tranquilli,di solito la gente é abituata a scappare e mettersi al sicuro quando sanno che un esercito invasore viene per prendersi la città nella quale vivi. Non li capisco, e come se fossero semplicemente aspettando la fine del tutto.” Disse Nym mentre osservava la scena intorno a se.

Beh...forse si comportano così perché si sentono al sicuro dietro le mura,voglio dire,hai visto quando sono spesse quelle cinta difensive? Sembrano opere murarie degne di una fortezza nanica e se lo dico io che sono nato sui monti di ferro,allora ti posso assicurare che prima che crollino questa città farà in tempo a diventare polvere. Ma quelle mura non le abbatti così facilmente, Thor mi fulmini se ho detto qualcosa di sbagliato in tutto questo.”, disse Nym con fare fiero.

Nym dal canto suo non seppe cosa dire per controbattere. Certo,erano mura possenti e su questo non c'era nulla da dire,ma Nova non era una potenza da sottovalutare,già in passato quando prima dell'impero Nova era una dei tanti staterelli che cercava un proprio posto nel mondo e in confronto a civiltà più antiche,come quella di Amenosi dalle leggendarie piramidi o l'antico regno di Argos, patria del pensiero filosofico e considerata un tempo la culla della civiltà imperiale,dalla quale prese grande ispirazione per le proprie opere,sia pubbliche che private e che spaziavano dall'architettura all'istruzione,seppur mantenendo un proprio stile personale,cosa che manteneva nelle proprie guerre e nel trattamento che avevano con i loro nemici,che adesso il loro gruppo era tra di loro. Ripensò alla faccenda del Demiurgo e si chiese come fosse possibile che per la ricerca di qualcosa di cui non si sapesse bene cosa fosse si erano inimicati la nazione più potente della loro epoca e per di più l'imperatore in persona teneva un occhio vigile sulle loro azioni solo perché una ragazza,seppur la figlia del precedente imperatore,si era messa in viaggio contro la volontà dello stesso Silla. Possibile che un uomo del genere potesse temere una fanciulla che di norma non avrebbe fatto del male ad una mosca,nemmeno volendo? E anche se fosse stata pericolosa,cosa che Nym non si sentiva di dire di Lucilla,perché mai mandare un intera armata per assediare la città che l'avrebbe tenuta al sicuro,quando avrebbe potuto mandare una squadra di sicari,che se non altro avrebbero destato meno sospetti e meno clamore di un intera legione che per qualche oscuro motivo era stata atterrata da una nebbia sinistra? C'erano troppo cose in quella storia che non avevano senso e difficilmente lo avrebbero avuto anche in un contesto più logico. Forse si trattava di qualche gioco di potere e la città di Aegis c'era finita di mezzo oppure la città-stato c'entrava qualcosa con la faccenda del Demiurgo,ma in che maniera e in quale misura? Era presto per porsi certi dilemmi e se qualcosa aveva imparato dalla sua esperienza come arciere avrebbe dovuto attendere e restare calmo,aspettando il momento che la chiarezza di quella storia sarebbe volata contro i suoi dubbi,come una freccia che vola verso il bersaglio con la massima potenza...ma per ora,sarebbe andato con Gordlack a parlare con i membri del consiglio,il resto sarebbe venuto da se.


Tempo presente,da qualche parte ad Aegis.


Pace,tranquillità,rilassarsi con le cose semplici della vita. Una panchina di pietra,un bicchiere di nettare di pera bevuto ad un chiosco all'angolo della strada,un po' d'ombra sotto le fronde di uno dei tanti alberi presenti nella zona. Milziade se ne stava seduto in santa pace in uno dei tanti giardini pubblici presenti in città,forse non uno dei più grandi o nemmeno dei più belli,era un area verde chiusa su se stessa dalle case della zona,ma offriva protezione dalla calura del pomeriggio e la relativa pace offerta dal luogo era un toccasana per il corpo e la mente. Sentiva ancora il colpo che quella maledetta noviana gli aveva inferto quando lo aveva colpito alle spalle e se non fosse stato per la corazza avrebbe dovuto dire addio alla vita e non lamentarsi della botta,visto che il colpo,se fosse stato preso senza alcuna protezione gli avrebbe certamente spezzato la spina dorsale. Con lo sguardo perso nel vuoto e le membra stanche era tornato a pensare a quella vicenda che adesso era il suo ennesimo incarico. Ripensò a Lucilla e sull'armata imperiale che era stata mandata per conquistare la città e prendersi la vita della giovane principessa,una mossa troppo esagerata per i suoi gusti,ma per quanto gli riguardava la paga era buona e il premio finale sarebbe stato ancora più ghiotto,così gli aveva detto il mago. Già,la paga,ormai era così che vedeva il suo “lavoro”,sempre se così lo si potesse definire,in quanto fare il mercenario non era esattamente una delle attività più invidiabili al mondo. Il mercenario e quel genere di personaggio considerato alla stregua di un brigante comune o un pirata,un combattente da poco che per il giusto prezzo venderebbe la propria madre al miglior offerente e cambiare bandiera al momento opportuno. In realtà era una professione che nel suo caso bisognava possedere due capacità importantissime:la prima era professionalità,la seconda era l'impegno. Fare il mercenario ti mette in quella condizione in cui non stai da nessuna parte,ma allo stesso tempo bisognava rispettare gli impegni presi,non dichiari la tua fedeltà a nessuno ma allo stesso tempo non devi tradire la fiducia del cliente. A fine lavoro si riceve il compenso e in quel caso il cliente decide di terminare il rapporto di lavoro o prolungare il periodo di lavoro per il tempo in cui era richiesto la presenza del suddetto professionista. Nel caso di Milziade però non era così semplice,lui preferiva i contratti scritti,così che almeno la legge lo avesse protetto entro i limiti della legalità,ma oltre era scoperto e non sempre Milziade aveva fatto cose che andassero a favore delle norme vigenti,fosse stato all'interno dei confini di Nova o di altre nazioni in cui era stato e lui aveva viaggiato tanto. Ed ora si trovava li, Ad Aegis, non l'aveva mai vista in precedenza e tutto sommato era una bellissima metropoli. Doveva ammetterlo,la città dalle bianche mura era un toccasana per gli occhi e quel parchetto lo faceva sentire così bene con se stesso,tanto da avergli quasi fatto dimenticare i suoi attuali problemi e persino Briseide si godeva un momento di tranquillità,brucando un po' d'erba ed infine sdraiandosi a terra,con il prato a fare da appoggio per le sue membra stanche per il combattimento di prima.

Sai Briseide,ti chiedi mai se la vita che conduciamo ci faccia bene? Voglio dire non stiamo mai fermi troppo a lungo in un posto,certo a volte ci capita di restare fermi per una settimana o a volte anche dei mesi,però sai,ogni tanto mi piacerebbe trovare un posticino tranquillo. Nulla di esagerato sia chiaro. Una casetta,un piccola stalla solo per te,magari potrei iniziare un allevamento di cavalli,tanto i soldi non mi mancano. Così almeno io continuo a campare senza dover infilzare più nessuno e tu potrai accasarti con uno stallone,sia chiaro un buon partito,ti trovi un buon cavallo,fai su qualche puledro e ti metti a posto. Non sarebbe male come vita eh?”,disse Milziade rivolto alla sua fedele compagna a quattro zampe. Spesso aveva la sensazione che Briseide capisse veramente,unica fedele alleata che l'aveva sempre seguita da quando l'aveva cavalcata per la prima volta.

Ma sappiamo entrambi che non è così facile,combattere e l'unica cosa che mi sia mai riuscita veramente bene ed l'unica cosa che a me mette il pane sotto i denti e a te la biada di qualità. A volte mi chiedo se sia stato io a scegliere questa vita o e stata questa vita a scegliere me,ma dubito di conoscere la risposta a questa domanda...”

Il mercenario si alzò dalla panca e facendo un paio di passi si avvicinò alla giumenta per poi abbassarsi sulle ginocchia e dargli qualche pacca vicino al posteriore.

Andiamo pigrona,se no poi chi li sente gli altri,già sono una palla solo starli a sentire,figuriamoci poi che mi tormentano per il fatto di non essermi presentato al consiglio per tempo.”

E così facendo Briseide si alzò lentamente da terra e nitrendo in segno di malavoglia per il doversi di nuovo mettere in cammino mosse leggermente di lato,indicando al suo cavaliere di salirgli in groppa.

Tranquilla,so come ti senti.”

Lui le salì sopra e con un leggero tocco dei talloni indicò all'animale di iniziare a muoversi in direzione della torre,luogo della quale avrebbe fatto volentieri a meno di fare ritorno. Peccato che se non lo avesse fatto c'era il rischio che il suo cuore smettesse di battere,cosa della quale sarebbe stato decisamente contrario. Mentre si spostava per il parco notava le persone nei dintorni godersi appieno,o quasi i piaceri di quel luogo,data la battaglia che credevano si stesse svolgendo al di fuori delle mura. Se avessero saputo che la forza d'assedio che li preoccupava tanto era stata addormenta a causa di una ladra con delle somiglianze con un gatto non ci avrebbero mai creduto,ma se non altro si sarebbero fatti una risata generale. La gente,seppur preoccupata,non mostrava evidenti segni di paura generale e per la maggior parte delle persone la situazione era più che accettabile,dato che sembrano confidare così tanto nella loro cinta di mura bianca come il marmo più pregiato,ma si sa che anche il muro più duro o il più alto non sono difese invincibili e che esistono molti modi per aggirare o oltrepassare mura così portentose. Ma in quel caso forse era lui che era troppo pragmatico e che doveva rilassarsi per il momento. La sua battaglia era vinta,era giunto il momento che si godesse la gloria personale....anche se nessuno di quei cittadini sarebbe mai venuto a saperlo. Poco importa,aveva il denaro,per ora bastava quello. Superato il giardino e dove aver attraversato una ventina di minuti a cavallo,senza andare troppo di fretta,si ritrovò nella piazza principale della città,dove l'atmosfera generale era relativamente tranquilla,forse li più di qualunque altro punto della città. Ma non c'era tempo per perdersi in quello spettacolo di vita sociale e si diresse subito verso l'ingresso della torre. Le numerose guardie poste ai lati della porta videro il mercenario avvicinarsi all'ingresso e per le disposizioni che gli opliti avevano ricevuto non si preoccuparono più di tanto della sua presenza,dato che era stato segnalato da parte del consiglio come “collaboratore speciale per le trattative con le forze armate dell'impero”, in parole povere e un modo alquanto vago per indicare un mercenario che faceva da portavoce per conto del governo di Aegis e nel caso le cose fossero andate male loro non c'entravano nulla. Insomma,la solita solfa che era parte del suo lavoro, se c'è la fai bene, se no muori e tanti saluti. Milziade scese dalla giumenta e l'affidò ad uno dei soldati a guardia della porta,poi si addentrò al pian terreno,dove tra le migliaglia di persone al suo interno vi era anche una grande presenza di guardie armate poste nella grande sala,nel caso i nemici fossero giunti fino al cuore del governo indipendente di Aegis. Si diresse verso il centro del piano dove la piattaforma lo avrebbe portato direttamente alla sala del consiglio e guardando le numerose scale presenti per arrivare all'ultimo piano non invidiava di certo chi avrebbe dovuto percorrerle tutte,senza pensare a chi avrebbe dovuto pulirle e quasi provò pietà per quelli che avrebbero avuto quel compito. Mentre giungeva alla piattaforma vide un altro gruppo di guardie presidiare il dispositivo magico e con loro c'era la guardia carceraria che aveva condotto lui e gli altri tre all'ultimo piano.

Ma guarda chi si rivede,caro,carissimo....”

Disse Milziade scherzando con l'anziana guardia carceraria e nel mentre continuare a schioccare le dita nel tentativo di ricordarsi il nome.

Veramente non ti ho detto come mi chiamo. Comunque, vedo che sei ancora vivo.”

Avessi una moneta per ogni volta che me l'hanno detto avrei più soldi di un re.”

Gli altri sono già arrivati e faresti meglio a raggiungerli.”

Beh è per questo che sono qui,insomma,qualcuno dovrà pur dare la buona notizia no?”


5 minuti dopo


Starai scherzando spero? Ti rendi conto di quello che hai combinato,mercenario?”

Disse l'uomo dalla testa di sciacallo con tono furente verso Milziade.

Non capisco di cosa hai da lamentarti. Ho fatto il mio lavoro e l'ho fatto egregiamente,com'era nei piani.”

Com'era nei piani? COM'ERA NEI PIANI? No il piano,come c'è lo avevi descritto era che avresti parlato con il comandante e lo avresti convinto ad allontanarsi da Aegis sfruttando l'informazione dell'invasione dei barbari verso i confini imperiali e invogliarlo a lasciare perdere l'assedio della città. Non che l'avresti deliberatamente insultato,preso in giro e sconfitto di fronte alla sua legione provocando così un incidente diplomatico,per non parlare che Nova tende a ricordarsi di certe umiliazioni e fidati,le fanno pagare a caro prezzo queste cose. Hai trasformato un singolo assedio in una guerra aperta e quel che è peggio e che torneranno con molti più uomini e molte più risorse. Spero che tu sia soddisfatto del tuo risultato.”

La situazione all'interno della sala era più calda di un giorno nel deserto Amenosiano in piena estate e ciò era dovuto agli umori che che si stavano scaldando in quel momento. Milziade era riuscito nel suo intento di scacciare l'armata dalle mura della città,anche se non completamente per merito suo,visto com'erano andate le cose. Aveva combattuto per una città che non conosceva è non era la prima volta, aveva raggiunto dei risultati sperati con mezzi poco ortodossi è non era la prima volta ed era stato criticato per la conclusione raggiunta,questo a dire il vero non accadeva molto spesso,di solito veniva pagato,se ne andava e poi i guai dei casini che si lasciava indietro non lo inseguivano. Ma in questo caso si. Il consiglio lo stava guardando male,i suoi compagni di squadra non avrebbero fatto nulla per salvarlo e il presidente della città,quell'energumeno biondo dorato se ne stava in silenzio con espressione serissima l'intera faccenda. La situazione non poteva essere più nera di così...o forse no. Comunque il prezzolato non se la stava passando troppo bene.

Cos'hai da dire a tua discolpa?”

Dopo la domanda scese il silenzio e per un attimo sembrò che nemmeno lo spudorato Milziade,arrogante e sempre con la battuta pronta non avesse il coraggio di dire niente. Ma come sempre era pronto a disilludere le speranze altrui e tornò a dare fiato alla bocca come solo lui sapeva fare.

Nulla...se non in presenza del mio avvocato.”, Disse Milziade con la faccia più seria che riusciva a fare in quel momento.

La rabbia e l'indignazione di Kemuti erano giunti a un punto tale che stava per chiamare per far chiamare a se le guardie e farlo portare in cella. Gli sarebbe bastato poggiare la mano su uno dei suoi bracciali e men che non si dica sarebbero arrivati con una piccola squadra e lo avrebbe lasciato marcire in gatta buia fino a nuovo ordine.

Mercenario...”

Fu la voce di Midas a rimbombare con chiarezza tra le mura della regale sala. Una voce non dura e autorevole,come si era dimostrata scherzosa e allegra fino a quella mattina,ma neanche così raggiante da metterlo al sicuro dalle intenzioni dell'uomo sciacallo che aveva intenzione di fargliela pagare. Le intenzioni del presidente erano incerte.

Devo ammetterlo,la tua azione di oggi ha dimostrato la tua prodezza,il tuo valore da guerriero e la tua capacità di rovesciare un azione ritenuta impossibile e per questo devo farti i miei complimenti...”

Ma presidente...”,rispose Kemuti nell'intento di far ragionare Midas,temendo di avvalorare la giustificazione di Milziade. Tuttavia Midas alzò una mano,possente è forte come il resto del suo corpo.

Ciò non di meno,ti sei preso gioco di un comandante imperiale e per quella gente è un offesa gravissima,poiché infangare la reputazione delle forze di Nova e come gettare fango su Nova stessa e questa è una cosa che non faranno passare liscia. Come presidente della città-stato di Aegis non posso cacciarti da questa città,poiché essa rappresenta la libertà e la tolleranza di tutti i popoli del mondo che intendono collaborare per costruire l'unico luogo al mondo che rappresenta tutte le civiltà del mondo. Ma se fosse l'imperatore in persona a chiedere la tua testa non potrei far nulla per impedirlo e sarei costretto a consegnarti a chi verrà a reclamarla per conto suo. Mi spiace mercenario,comprendo quale fosse il tuo piano e le tue vere intenzioni,ma devo difendere questa città. Avrei preferito che le cose non fossero andate così.”

Un altro breve attimo di silenzio,ma questa volta molto più pesante e carico di energia. Milziade e Midas si guardarono l'un l'altro dritti negli occhi e anche se uno era seduto su di un trono e l'altro in piedi come un uomo qualsiasi i due si osservarono. Non con astio o indiffirenza,Milziade non sapeva come chiamare quella sensazione,forse rispetto,o almeno ci si avvicinava il più possibile,ma di sicuro non era disprezzo,almeno quello per una volta lo aveva risparmiato per qualcuno o ben pochi non ricevevano quel sentimento da Milziade.

Tranquillo ragazzone,me la sono andata a cercare. Quindi che si fa? Mi gettate di nuovo in cella?”

No,semplicemente aspetteremo il risultato delle tue azioni,per ora siete confinati a palazzo fino a nuovo avviso. Ho fatto preparare delle stanze per il vostro gruppo nei piani inferiori,al piano degli ambasciatori stranieri dove saresti scortati da un gruppo di guardie che vi aspettano alla piattaforma,potete andare.”

E con questo ultimo ordine da parte di Midas i quattro accompagnatori di Lucilla si allontanarono dalla sala senza fare troppe storie. Milziade aveva compiuto la sua parte e nonostante ciò era stato punito ugualmente,lui insieme al resto della squadra. Non era la prima che qualcuno non era soddisfatto del suo operato per quanto fosse stato efficace o non avesse coinvolto vittime inutili,a questo c'era abituato,ma quello che non sopportava era quando nel suo lavoro entravano questioni come la politica o gli accordi con le parti prese. Pretendevano che il suo fosse un lavoro pulito e senza troppe macchie durante lo svolgimento,eppure non gli sembrava che fossero stati loro a rischiare la testa in quella impresa e ora pretendevano anche che avesse dovuto fare il tutto alle loro condizioni,che tra l'altro non erano state ne specificate ne tanto meno condivise con lui. Che andassero tutti nell'Ade pensava lui,era bravo nel suo lavoro e lo svolgeva a modo suo ed ora per un po' di orgoglio ferito gli avevano detto che avrebbe pagato le conseguenze del suo gesto. Forse solo Midas si salvava,lui per lo meno non sembrava schifarlo o almeno non abbastanza da rimproverargli il suo combattimento con quella donna,ma in fondo che ci poteva fare per lui?Nulla. Era uno straniero che aveva svolto un compito per una nazione,seppur piccola e contava come una città,straniera e per la quale avrebbe dovuto essere premiato invece che punito. Il mondo a volte girava in modo strano e a volte non lo capiva e forse, sarebbe stato meglio non capirlo.


In quello stesso istante, a Nova.


Il sole stava per calare anche su quella parte del mondo,con il cielo notturno che si faceva sempre più presente nella volta celeste e la luce dell'astro incandescente faceva spazio al più pallido e delicato satellite che era la luna,che quella sera mostrava solo la parte di se che la faceva assomigliare alla lama di una falce. Più in giù,sulla terra degli esseri mortali,Silla,sovrano della più grande potenza della sua epoca,era semplicemente vestito di un gonnellino bianco tenuto da una cintura di cuoio grezzo,ruvida ed aderente,se ne stava con il resto del corpo nudo,in un campo rettangolare lungo centoventi piedi e largo novantacinque,situato a lato dell'immenso edificio dedito all'imperatore per i suoi allenamenti personali con la guardia pretoriana nel combattimento,elle tattiche di guerra e nelle formazioni,ma alla sera il campo era di proprietà esclusiva di Silla,che faceva portare al suo interno guerrieri e creature di ogni sorta,affinché potesse allenarsi in evenienza di qualsiasi scontro che la vita avesse potuto mettergli contro... o almeno quelli che avrebbe potuto fronteggiare fisicamente. Il suolo sabbioso del campo d'addestramento quella sera aveva accolto,se così si poteva dire,una chimera,una creatura magnifica e terrificante ai più,dotata di un corpo da leone,ma con l'aggiunta della testa di una grossa capra dagli occhi rossi e al posto della coda aveva un lungo serpente dal corpo flessibile e scattante,pronta ad affondare i suoi denti velenosi come i suoi cugini più comuni. Era stata catturata nelle lontane e selvagge terre di Kalikintaros,una regione selvaggia e dalla natura incontaminata,patria di numerosi mostri tipici delle vecchie leggende del passato ed ora invece,ridotte a mero spettacolo per le masse che le vedevano esibirsi contro la loro volontà nelle arene di tutto l'impero. Ma quella sera non c'era alcun pubblico se non poche guardie al seguito dell'imperatore,che come molte altre sere prima di quella aveva l'abitudine di scontrarsi contro queste bestie per puro allenamento fisico. Il mostruoso ibrido ruggì con la sua testa leonina con una tale potenza che avrebbe fatto mettere sull'attenti anche il più coraggioso dei cacciatori di mostri,ma non lui,Silla,che restò perfettamente immobile di fronte ad una creatura che era stata portata li con l'aiuto di quattro minotauri che lo avevano condotto li con delle catene di ferro incantate da un sacerdote di Vulcano,la cui benedizione garantiva la resistenza,l'efficacia e la qualità di qualunque oggetto di ferro,acciaio o qualunque altro minerale adatto a scopi simili. Lui invece restava freddo e imperscrutabile,il volto una maschera inespressiva e le braccia conserte non si mossero nemmeno,nemmeno gli occhi,dallo sguardo tagliente e deciso non mostrarono alcuna esitazione. E dopo il ruggito la chimera fece la sua mossa,a distanza di venti metri da Silla si lanciò alla carica come avrebbe fatto un predatore della sua stazza,che tra l'altro era poco più piccolo di un elefante,ma quattro volte più pericoloso in condizioni vantaggiose. Il mostro continuò ad avanzare mentre con la bocca si preparava ad azzannare l'umano che aveva di fronte,forse credendo che fosse impietrito dalla paura del suo precedente urlo bestiale. Fu vicino,pochi metri di distanza e spiccò un balzo in direzione di Silla,pronto ad azzannargli la testa e a maciullarla con i denti, simili a punte di lancia,tanto erano affilati da sembrare tali,ma Silla non era il tipo da farsi cogliere impreparato. La sua reazione fu rapida ed inaspettata per tutti i presenti,quando le mani,prima ferme all'altezza del petto si mossero più veloci del vento quando arrivarono all'altezza del suo volto,strinsero la parte bassa del mandibola della testa di leone e con una forza inumana e la tecnica di un vero lottatore lo buttò a terra con una tale potenza che la botta stordì la prima testa,con gli occhi che si rivoltarono all'indietro per il trauma cranico subito. La testa leonina era fuori gioco,ma la capra e il serpente erano ancora coscienti e nonostante la botta subita si rialzò quasi subito,ancora intontita dal colpo subito,per reazione alla testa svenuta la capra diede qualche botta al leone nel tentativo di farla rinvenire,ma tutto quello che ottenne fu qualche rantolio sofferente. Silla era rimasto fermo per la seconda volta e fece nulla per terminare l'opera,semplicemente si mise ad aspettare che il mostro tornasse all'attacco,magari con maggior efficacia e perciò si mise in posizione di combattimento,con la schiena leggermente curva ed entrambe le braccia alzate,proprio come avrebbe fatto un pugile durante un incontro.

Tutto qui quello che sai fare bestia? Avanti,mostrami la tua vera forza.”, disse impassibile l'imperatore senza che la sua voce emettesse alcuna emozione.

Non avrebbe saputo dire se la chimera fosse conscia del significato di quelle parole oppure reagì per conto suo,ma in un caso o nell'altro la capra e il serpente si caricarono di un intenzione omicida ancora più forte ed entrambe si prepararono a combattere. Nonostante il leone fosse svenuto il resto del corpo era ancora funzionante,dimostrato dal fatto che la le zampe da felino si mossero verso il corpo di Silla,con gli artigli intenti nel volergli dilaniare la carne mentre la testa della capra abbassava di tanto in tanto la testa per attaccare con le corna appuntite,nell'intento di confondere l'avversario. Ma l'imperatore si dimostrò ancora una volta dannatamente abile e nella sua posizione rimase sulla difensiva,incassando i colpi e parandosi la testa e il tronco col solo ausilio delle braccia mentre con i pugni poco distanti dal volto proteggevano la fronte da un probabile attacco alto che la chimera avrebbe potuto effettuare di nascosto con il serpente,che era rimasto fermo tutto il tempo ad osservarlo. Colpo dopo colpo la bestia faceva sempre gli stessi colpi,potenti,ma ripetitivi,senza strategia e senza cambi nell'approccio di combattimento,attaccava e basta e sarebbe stata questa la sua rovina,poiché Silla comprese a pieno quale fu il punto debole del mostro. L'ennesima incornata della capra e la risposta di Silla Arrivò tanto veloce quanto potente,rimasto tutto il tempo sulla difensiva all'improvviso evitò la testa spostandosi di lato e in meno di un battito di ciglia diede un pugno diretto al volto della testa di capra,un diretto tirato a lato della chimera che la sorprese facendola piegare la testa di lato per la botta subita e stordendola momentaneamente e da qui l'imperatore scaricò una serie di pugni in rapida successione usando movimenti rapidi e precisi e mettendoci il minimo della forza necessaria,che già era mostruosamente enorme. Colpi in rapida successione così numerosi da cadere sulla seconda testa come se fossero gocce di pioggia,ma abbastanza pesanti che anche la capra dovette cedere e così facendo,inevitabilmente crollò anch'essa e nel mentre anche la coda di serpente attaccò,aspettando che Silla fosse distratto e girato di spalle non potesse vederlo,mentre scattava in avanti come un colpo di frusta e i due grossi denti veleniferi si piantassero nella carne e così poter uccidere l'imperatore con il suo potente veleno. La tossicità del serpente avrebbe avuto successo dove la ferocia del leone e la resistenza della capra avevano fallito. Ma anche questo colpo mancino non andò a buon fine,poiché anche se Silla continuò ad osservare la testa della capra collassare come quella del leone la sua mano si spostò veloce come un fulmine verso il collo del rettile,che una volta preso bloccò il tentativo dell'ultima testa rimasta e non dovette far altro che stritolare abbastanza da far perdere coscienza al serpente senza più aria nei polmoni e anche l'ultima testa della chimera era stata neutralizzata e così lo scontro si concluse,con una certa delusione del vincitore,che con aria insoddisfatta si allontanò dal luogo dello scontro,mentre un arietta fresca di quella sera d'estate si fece sentire come un capriccio del vento e non come uno dei soliti tentativi dell'elfa di ucciderlo,che fino a quel momento avevano sempre fallito. Passo dopo passo si accorse per l'ennesima volta di come la sua squadra di pretoriani lo stesso osservando,non come un uomo,ma come un mostro dotato di una forza e un autocontrollo sovrumane,non aveva alcuna paura ad affrontare una creatura simile,da solo e a mani nude,un impresa che di comune mortale aveva ben poco. Uno dei pretoriani gli si avvicinò a Silla con fare cauto e leggermente intimorito.

Signore,è comparsa un emanazione di Permone,dice di avere delle novità sulla situazione riguardante la faccenda di Aegis. Vi aspetta al tempietto interno del campo d'allenamento.”

Bene.”

E detto ciò l'imperatore si incamminò più velocemente verso il luogo indicato,ma prima di fare ciò fu interrotto dalla stessa guardia.

Signore...”

Parla.”

Cosa né dobbiamo fare di quella creatura?”

Non mi interessa,viva o morta che sia ha perso e il suo destino non mi riguarda più. Fatene ciò che volete.”

E senza dare il tempo al pretoriano di rispondere a riguardo si rimise a camminare con passo lesto e senza alcun indugio. Il luogo dell'incontro era vicino,sotto un porticato di calcestruzzo con un tetto di tegole in argilla dipinte di rosso,dove si trovavano nelle vicinanze anche una sala dedicata ai bagni termali ed palestra dotata di strumenti ginnici di ogni sorta. La stanza nella quale entrò invece consisteva in un piccolo tempio dove sul fondo vi era un piccolo altare votivo di legno con all'interno due statuette d'avorio con le effigi di Giove e Marte e di fronte ad essa vi era la figura di Permone intenta a prestare qualche omaggio al dio della guerra e al signore dell'olimpo.

Quali notizie mi porti da Aegis?”

Permone si girò e alle sue spalle si trovò Silla,che lo stava osservando con aria arcigna.

Non buone.”

  
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