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Autore: Biblioteca    24/02/2021    2 recensioni
ATTENZIONE SPOILER!
L'equilibrio della forza è di nuovo minacciato. Questa volta non dal lato oscuro.
Rey, l'ultima dei jedi (e dei sith), finita la guerra ha abbandonato i suoi amici, senza dir loro la sua destinazione.
Finn parte così alla sua ricerca accompagnato da un personaggio strano: un jedi sfuggito alle stragi del primo ordine, uno dei primi allievi di Luke, una strana creatura che porta il nome di Grogu.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Finn, Rey
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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(Si possono unire il peggiore –per alcuni- e il migliore – per molti – dei prodotti un franchisee  per creare qualcosa di bello rimediando ai danni del primo e dedicando un buon tributo al secondo? Non lo so. Per questo voglio provarci! Partiamo dal finale del nono film, prendiamo il protagonista di Mandalorian e partiamo insieme per questa avventura! Buona lettura a tutti!)
 
Finn sentì male alle gambe.
Strinse i denti e continuò la scalata.
Il corpo grondava di sudore sotto un sole cocente che scaldava la sabbia sotto i suoi piedi.
Poche piante, perlopiù sterpaglia. Tython non era certo famoso per la sua flora.
Anzi, non era famoso in generale. Nemmeno Leila Organa ne aveva mai parlato, con tutto che lei era una jedi.
Ripensando a Leila, Finn sentì una fitta nello stomaco. Ai tempi credeva di aver accettato la sua morte con rapidità, ma era stata più una lucidità dovuta all’adrenalina della battaglia che un reale processo di elaborazione del lutto.
Paradossalmente, a guerra finita, quando la speranza non aveva più avuto un ruolo nella sua vita, e in quella degli altri, il dolore era riaffiorato.
“Ma sei  sicuro che questa sia la strada giusta?” Finn si impose di non pensarci. E il modo migliore per farlo era provare a conversare con il suo passeggero.
Il “passeggero” stava dentro a uno zainetto, sulle sue spalle. Il modo più veloce per trasportarlo su per quella ripida salita.
Rispondeva al nome di Grogu e le sue grandi orecchie verdi  si muovevano rapidamente cercando di captare eventuali segnali di nemici. A volte, diceva proprio Grogu, avere orecchio era meglio di percepire le cose attraverso la forza.
“Certo che è la strada giusta! Ricordo benissimo quando io e mio padre siamo venuti qui! E ricordo che è stato qui che mi hanno preso gli uomini col casco nero! Credimi un rapimento non si scorda facilmente!”
Grogu aveva una voce giovane e un corpo piccolo e tozzo. Tutto verde.
Finn l’aveva visto in azione con la sua spada laser, e ancora si chiedeva come facesse a saltare così bene e al tempo stesso ad aver bisogno di essere portato sulla schiena su per una salita.
“Io sono stato portato via da bambino con la forza… e non ricordo nulla del mio pianeta Natale. Non so da dove vengo.” Protestò Finn.
“Nemmeno io so del mio pianeta Natale… Ma sono sicuro di essere già stato qui, con mio padre! L’uomo col casco!” insistette Grogu.
A parte loro, non c’era nessun altro. Ed entrambi sentivano una vibrazione molto forte che li circondava e che sembrava crescere mano mano che salivano.
“La forza… La forza è con noi! La senti Finn!?” Domandò eccitato Grogu.
Finn non l’ascoltò. E anche se lui percepiva qualcosa, la sua mente era altrove.
 
“Finn… questo è un addio.”
“Perché Rey!? Ora è tutto finito! Possiamo…”
“Tu Finn… Io no. Io adesso ho una grande responsabilità. Devo andare…”
“Dimmi almeno dove!”
“No. No, non posso. Non adesso comunque. Se ci sarà occasione, forse, un giorno saremo riuniti dalla forza. Ma ora devo andare via…”
“Rey, ti prego, spiegami almeno perché!”
“Non posso. Non credo che capiresti. Vai con Poe e Zoe a festeggiare.”
“Non vuoi salutarli?”
“Si ripeterebbe quello che sto facendo con te. Non voglio domande.”
 
“Se davvero in questo pianeta c’era un tempio jedi e se è la forza che può riunirci… Io devo provarci!” Si aggrappò all’ultima roccia e finalmente arrivò in cima alla collina.
“Ecco! Mi mise lì su quella pietra!” Grogu saltò giù dalla schiena di Finn che si sentì come liberato dal peso del mondo.
“Sei pesante per essere ancora giovane…” mormorò il ragazzo stiracchiandosi.
Grogu non l’ascoltò mentre saliva sulla pietra veggente. Aveva chiaramente in mente l’immagine di quell’uomo, che lui nella sua testa aveva sempre chiamato “padre”. Del suo casco grigio, ma anche del volto che gli aveva mostrato prima di dirgli addio.
Gli aveva detto che si sarebbero rivisti, ma così non era stato.
Grogu era stato allievo di Luke, uno dei primi e dei migliori. Finita la prima parte dell’addestramento, come spesso accadeva, aveva lasciato il suo maestro per partire per un periodo di meditazione su un pianeta semideserto.
Grogu era così partito con l’idea di esplorare da solo la sua connessione con la forza, per poi tornare tempo dopo da Luke e completare il suo percorso per diventare maestro jedi.
Ma durante il viaggio, era stato costretto a fare un atterraggio di emergenza in un pianeta chiamato Tatooine… e lì erano affiorati i ricordi.
Una vecchia signora che lavorava al centro di riparazione navi, l’aveva riconosciuto. Gli aveva raccontato di quando era molto piccolo e suo “padre”, un Mandaloriano che non si toglieva mai il casco, l’aveva affidato a lei mentre andava a fare i suoi lavori.
Grogu, che per tanto tempo era stato concentrato solo su se stesso e sui suoi allenamenti, aveva ricominciato a pensare alla vita prima di essere preso da Luke.
E si era reso conto di non sapere molto….
“Ma mio padre saprà sicuro… Chi ero e da dove vengo…” pensò Grogu, sedendosi sulla pietra.
Si ricordava che da piccolo ci aveva messo un po’ a “connettersi” con la forza.
Ma ormai era cresciuto.
Gli bastò chiudere gli occhi che il suo corpo iniziò a levitare, mentre un canale energetico che partiva proprio dalla pietra, salì verso il cielo.
Finn osservò la scena e indietreggiò stupito.
“Oh Rey… Avrei voluto tu mi potessi dire di più sulla forza…”
Grogu rimase in posizione di levitazione per diversi minuti prima che il flusso si bloccasse all’improvviso lasciandolo cadere rovinosamente a terra.
“Grogu!” Finn lo raggiunse subito.
“Sto bene…” Grogu rantolò ma riuscì a rimettersi in piedi. Sentiva la testa dolorante e le orecchie che gli fischiavano. “La forza… La forza si è bloccata…. Non va bene. Non va affatto bene. Ormai accade troppe volte.”
“Pensi che anche la mia amica Rey sta avendo questi problemi, ovunque sia adesso?”
“Non lo so… So dei racconti sulla tua amica. Ma non la conosco di persona. E non so quanto sarei davvero in grado di valutare un jedi. Il mio maestro, Luke, ci riusciva… Ma io… Io come ti ho detto non ho mai realmente completato l’addestramento, visto che mi sono messo a cercare mio padre. Quindi proprio non saprei.”
Per dieci minuti, Finn e Grogu rimasero seduti vicini alla pietra.
“Luke non ti ha mai detto… come mai ci si può disconnettere dalla forza?” domandò Finn.
“Secondo il mio maestro, una reale disconnessione non esiste. Ecco perché non so spiegarmi come mai inizia ad accadere. Un tempo, se qualcosa non andava era perché il lato oscuro gettava la sua ombra che impediva di vedere chiaramente le cose, distorcendole; come la rabbia ci porta a vedere un nemico in tutti e la paura trasforma un oggetto nel buio in un mostro, il lato oscuro rendeva tutto poco chiaro. Ma qui… quello che io sento almeno, non è qualcosa che riguarda il lato oscuro. C’è dell’altro che però non riesco a capire.” Disse Grogu con voce calma e lo sguardo basso.
“Lo hai sentito anche lì? Sulla pietra?”
“Sì. È arrivato all’improvviso… proprio mentre stavo per… per sentire qualcosa. Una presenza jedi…”
“Rey!?”
“No. Era qualcuno che faceva parte del mio passato… ma non riesco a ricordare.”
Grogu alzò gli occhi e vide davanti a sé un ciottolo tondo. Sollevò la mano e lo attirò tra le dita.
“Rey lo faceva sempre…” mormorò Finn.
“Lo so. Me lo dici ogni volta che faccio qualcosa.” Grogu osservò Finn, poi il ciottolo poi disse “Perché non provi anche tu?”
Finn scosse la testa: “Ci abbiamo già provato. Non lo so fare.”
“Questo luogo è diverso. Te l’ho spiegato. Questo pianeta ha un grande legame con la forza. Perciò…” Grogu lanciò il ciottolo lontano da loro “…E giusto provare ancora.”
“Non dicevi tu che non c’è provare, ma fare?”
“Lo diceva Luke a me. Ma io ho cambiato parere. Quando si vaga per la galassia, si imparano molte cose. Fare è provare. Provare a fare. Ora vai.”
Finn sospirò.
“Concentrati.” Insistette Grogu “Sgombra la mente e allunga la mano…”
Finn ci provò. Distese il braccio destro tenendo le dita spalancate.
 
Non pensare a niente… non pensare a niente….
 
Il ciottolo rimase lì.
“Così non va…” Grogu scosse la testa. Un lampo nella mente. Un ricordo.
 
“Grogu… prendila….”
Il pomello di una leva. Tondo.
Suo padre, l’uomo col casco… Lui l’aveva attirato a sé. Perché dell’uomo col casco si fidava…
Ma qualcun altro aveva provato a fargli prendere la palla e lui aveva avuto paura… chi era quella persona?
 
“Finn, aspetta… Pensa a Rey.”
“Come?”
“Pensa a Rey, credo che questo non ti sia difficile no?”
Sembrava un consiglio tutt’altro che jedi, ma Finn ci provò: tenne gli occhi fissi sul sasso, ma pensò a Rey.
Rey che attirava il cacciavite con la forza, Rey che levitava di fronte a Leila, Rey con la spada laser... Il ciottolo iniziò a muoversi, poi come un lampo gli finì dritto sulla fronte.
Finn cadde all’indietro mentre Grogu scoppiò a ridere.
“AHAHAH! Bravo!”
“C’è poco da ridere!”
“È un progresso però!”
Un piccolo graffio si era aperto sulla fronte del giovane umano. Grogu lo guarì con un semplice tocco.
“Un giorno, forse, anche tu potrai guarire qualcuno con la forza.”
“Non credo proprio.” Replicò Finn scoraggiato “Non mi interessa nemmeno davvero diventare un jedi. Vorrei solo vedere Rey… poterle parlare e…”
“ECCO! ADESSO MI RICORDO!” Grogu urlò così forte e così all’improvviso che Finn cadde di nuovo all’indietro “Io e mio padre avevamo già conosciuto una jedi! Ahsoka!”
“Chi?”
“Torniamo alla nave Finn! Presto!”
 
Continua…

 
(Cari lettori e lettirci, buonasera! Volevo da tanto tempo scrivere una storia su Guerre Stellari e la visione dell’ultimo film mi ha ispirato per cercare di dare un degno finale alla storia! E già che ci sono ho voluto mettere Finn – l’unico personaggio che mi è veramente piaciuto della nuova trilogia – insieme a un Grogu cresciuto, direttamente dalla serie di Mandalorian – Se non l’avete vista, fatelo! – sperando di creare qualcosa di bello. So già dove voglio andare a parare con questa storia e spero di riuscirci. Spero anche di restare coerente all’universo di Star Wars. Ci tengo a dire che non farò mai parlare Grogu come Yoda semplicemente perché immagino che crescendo in mezzo agli umani, finisca linguisticamente per acquistare il loro modo di costruire le frasi. Se dovessi fare qualche errore con tempi e nomi di pianeti o personaggi, vi prego non esitate a comunicarmelo. Spero comunque che possa piacervi questa storia. Alla prossima!)
  
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