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Autore: IndianaJones25    26/02/2021    2 recensioni
È una luminosa e calda giornata estiva di fine Ottocento quando, in una casa di Princeton, nel New Jersey, nasce l’unico figlio del professor Henry Jones Sr. e di sua moglie Anna.
Nel corso dei venticinque anni successivi, il giovane Junior vivrà esperienze indimenticabili e incontrerà persone straordinarie, in un viaggio di formazione che, tappa dopo tappa, lo porterà a diventare Indiana Jones, l’uomo con frusta e cappello, il più celebre archeologo del mondo…
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abner Ravenwood, Henry Jones, Sr., Henry Walton Jones Jr., Marion Ravenwood, René Emile Belloq
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XVI.
ALPI GIULIE, REGNO D’ITALIA, AGOSTO 1917

   Se aveva creduto di essere diventato immune ai sentimenti, allora Indiana Jones poteva dire di essersi ingannato sul proprio conto. Forse non era il suo cuore a essersi indurito; era semplicemente il mondo tutto attorno che era diventato un posto orribile. E combattere per farlo tornare quello di un tempo, per restituire la libertà a tutti, per far cessare il disastro della guerra, era fatica ben spesa.
   Ma il suo cuore batteva ancora come un tempo ed era ancora capace di riempirsi d’amore. Né la guerra ancora in corso né le tante avventure vissute fino a quel momento erano riuscite a renderlo inumano come, per un periodo, aveva creduto lui stesso. Nemmeno il ricordo dell’ormai distrutto legame con suo padre era bastato a farlo diventare un mostro.
   Indy era ancora un essere umano, con le sue debolezze, le sue illusioni e le sue speranze. E, naturalmente, con tutti i suoi sentimenti. Era stata una vera epifania rendersene conto e, dentro di sé, doveva riconoscere di esserne felice.
   Il pensiero di aver perduto quel lato di umanità che, da bambino, lo aveva fatto giocare felice con il suo cane o correre tra le braccia di sua madre - momenti che, adesso, sembravano lontanissimi - lo aveva tormentato per mesi come un incubo ricorrente a occhi aperti. Scoprire di essersi sbagliato era davvero confortevole, lo aveva riempito di sollievo e gli aveva fatto rinascere la passione che aveva sempre avuto per la vita. Non avrebbe mai smesso di cercare nuove avventure, né avrebbe esitato a gettarsi in imprese disperate; però, finalmente, lo avrebbe fatto sapendo di non essere del tutto il grande conglomerato di cinismo che aveva pensato di essere diventato.
   A fargli comprendere tutto questa era stata una bella ragazza che viveva sulle montagne del Nord Italia, a non molti chilometri dalla linea del fronte orientale dove, in quegli stessi giorni, sull’Isonzo, si combatteva più strenuamente per le nuove offensive lanciate dall’esercito italiano contro le armate nemiche.
   Indy l’aveva conosciuta in un periodo di congedo, mentre si riprendeva da una brutta ferita riportata al fianco in un’azione di combattimento a cui gli era stato chiesto di partecipare. Seduto sopra un masso a fianco di un sentiero alpino, l’aveva guardata mentre tornava a casa con un cesto di vimini sotto braccio e si era sentito catturato da quello sguardo dolce e ingenuo. Si era innamorato, innamorato davvero, per la prima volta dopo anni. O, probabilmente, per la prima volta in assoluto.
   E, proprio perché il suo cuore batteva in quella maniera per Giulietta, non si era buttato subito all’assalto come faceva di solito. Con le donne, fino a quel giorno, si era comportato esattamente come in guerra: un assalto all’arma bianca per conquistare il terreno, cercando di assaltare proprio le parti meno fortificate e peggio difese, fino a costringerle alla capitolazione completa. Con lei, invece, non voleva fare nulla di tutto questo.
   Voleva corteggiarla, invece. Desiderava dimostrare di tenere davvero a lei. Forse ci sarebbe riuscito o forse no. Forse sarebbero rimasti insieme tutta la vita oppure pochi giorni soltanto, magari nemmeno quelli. Magari, alla fine, sarebbe riuscito a convincerla a donargli almeno un bacio, il cui ricordo avrebbe tenuto per sempre con sé. Probabilmente lei non gli avrebbe donato neppure quello.
   Non si faceva illusioni né si prendeva la briga di fantasticare sull’avvenire. Non sapeva nulla di come sarebbe andata e nemmeno gli importava. Pensava soltanto al presente, non al futuro. E il presente consisteva nel stare vicino a Giulietta, con galanteria e romanticismo.
   Ciò a cui Indy pensava davvero, mentre si piegava in mezzo ad alcune rocce a margine di un ruscello cristallino e gorgogliante per raccogliere alcuni profumatissimi ciclamini selvatici da legare insieme e da portarle in dono - ah, come si illuminavano i suoi bellissimi occhi, quando riceveva quei regalini semplici ma provenienti dal cuore - era quanto fosse bello essere innamorato.
   Era la sensazione più dolce e meravigliosa del mondo, dinnanzi alla quale tutto il resto passava in secondo piano, persino lo scenario disastroso e terribile della guerra, i cui fumi, pure, si levavano soltanto a pochi chilometri di distanza, dietro i picchi rocciosi e frastagliati che si innalzavano verso il cielo immobile e imperscrutabile, ormai rassegnato agli orrori di cui l’essere umano era capace. E, anzi, proprio il pensiero dell’amore gli faceva intuire che, prima o poi, quell’inutile carneficina avrebbe avuto termine.
   Per una volta, Indiana Jones sognava l’amore e non le avventure.
   
 
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