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Autore: Troi_ontheHellmouth    26/02/2021    2 recensioni
[Star Trek: Deep Space Nine]
Ezri Dax e Julian Bashir vivono la loro routine familiare, ma durante una missione accade qualcosa che allontanerà la donna dalla propria vita.
Questa fanfiction è il sequel di “Vicinanza” e fa parte della mia serie su Julian ed Ezri, che si svolge dopo il finale di Deep Space Nine, ma può essere letta anche indipendentemente dalle precedenti. E’ ambientata a Settembre 2379.
Genere: Family / Drama / Violence
Pairing: Julian Bashir / Ezri Dax
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezri Dax, Julian Bashir, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The doctor and the counsellor'
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[Star Trek: Deep Space Nine]
Secondo ed ultimo capitolo della fanfiction “Alla deriva”.
Fa parte della mia serie su Julian ed Ezri ma questi due capitoli possono anche essere letti autonomamente rispetto alla serie.
Ambientata ad Ottobre 2379.
 
 
Alla deriva – CAPITOLO 2
 
“Tesoro... Ezri.”

“Julian...”

“Sono qui.” La rassicurò lui.

“Amore mio, ho sperato tanto di rivederti.”

“Anch’io. Ti porto via da qui.”

“Si, ti prego.”

Si sentì sollevare ma si riaddormentò. Fu svegliata dal suono di uno scanner. Pensò che Julian la stesse analizzando per individuare le sue ferite e curarle, anche se il suono era diverso da quello dei tricorder della Flotta Stellare. Aprì gli occhi e le ci volle un attimo per rendersi conto di essere ancora in cella. Le crollò il mondo addosso, non era accaduto che Julian fosse venuto a salvarla, era stato solo un sogno, o forse la sua immaginazione che le aveva giocato uno scherzo, a causa del forte desiderio di rivederlo.
Erano passate diverse ore da quando era stata riportata in cella e si era addormentata ed una donna Barzana era entrata nella cella, il cui campo di forza si era richiuso alle sue spalle. Appena Ezri, terribilmente dolorante, vide la donna che usava uno scanner su di lei, si sollevò allarmata ma il movimento le causò maggior dolore alle ferite e tornò a distendersi.

“Cerca di stare ferma, non preoccuparti, sono qui per curarti.” La rassicurò la Barzana.

“Chi sei?” Le chiese Ezri con difficoltà, aveva la bocca secca.

“Un'infermiera improvvisata, una tuttofare qui sulla nave, Markin mi ha mandata da te. Ti fa male qui?”

Le toccò una spalla e la Trill sussultò per il dolore.

“Scusa.” Disse la Barzana e usò su vari punti del corpo di Ezri un laser osteogenico, un rigeneratore dermico ed un altro strumento medico che lei non riconobbe. Le ispirò fiducia e non pensava che il suo istinto si stesse sbagliando.
 
“Va meglio?” Chiese la donna.

“Si, grazie. Come ti chiami?”

“Amilra.”

“Io Ezri.”

“Avevo sentito parlare di te, anche se non ti avevo mai vista. Ecco, bevi dell'acqua.”
La ragazza aveva effettivamente molta sete ed accettò l'offerta volentieri, bevendo a lungo dalla borraccia che la donna la invitò a tenere.
“Continua a riposare, ti farà bene per guarire completamente.”

“Tornerai a trovarmi? Per controllare la guarigione...”

“Ci proverò.”

“Grazie, ci spero.”
Era l'unica persona amichevole e compassionevole che Dax avesse incontrato da quando era stata rapita e chiederle di tornare a controllare la guarigione era solo una scusa per rivederla.
“Sai, mio marito è un medico.” Le accennò Ezri.

“Io non sono certo un medico, ma ho fatto del mio meglio.” Rispose Amilra, che raccolse gli strumenti ed andò via.
 
**
 
Dopo alcune ore Markin fece condurre Ezri da lui, stavolta nel suo alloggio.

“Come stai?”

“Adesso meglio.” Ezri pensò che l’uomo avesse davvero faccia tosta a chiederle come stesse, dopo essere stato lui ad ordinare di picchiarla.

“Hai riflettuto sulla situazione?”

“Si.”

“Sei disposta a continuare a raccontare le esperienze dei vecchi ospiti?”

“Si.”

Lo spirito di Ezri non era stato spezzato, ma aveva concluso che quello fosse l’unico modo per cercare di sopravvivere.

“Decisione saggia. Inizia pure.”

Ezri iniziò a narrare, dopo un po' la donna Barzana portò da mangiare e Markin offrì il suo cibo anche alla Trill, non lo aveva mai fatto prima e lei accettò - anche se con riluttanza – in fin dei conti era piuttosto affamata.
Al termine del pasto e del racconto Markin le chiese che ricompensa volesse, a quanto sembrava quell'abitudine sarebbe continuata.

“Vorrei riavere la mia collana ed il mio anello. Li hai ancora, giusto?”

“Si, ma per ogni storia ti spetta una ricompensa. Quindi puoi scegliere di riavere solo uno dei due, oggi.”

“L'anello.” Scelse lei.

Markin annuì e contattò una guardia a cui ordinò di portare l'anello.
Dopo poco la guardia arrivò, consegnò l'anello a Markin e lui lo diede ad Ezri, che lo racchiuse nel suo palmo senza indossarlo ancora, non voleva davanti a lui.

“Non mi ringrazi nemmeno?”

“Grazie.” Disse la ragazza, controvoglia.

Solo quando fu di nuovo in cella indossò l'anello e portò la mano al petto pensando a suo marito.

**

Al ritorno sulla stazione, Bashir si era riunito con suo figlio, che subito aveva chiesto della madre.

“Non è potuta tornare adesso. Dovrà stare via ancora per un po'.” Gli rispose lui.

“Quanto?”

“Non molto. Ti sei trovato bene con gli O'Brien?”

“Si, ho giocato tanto con Yoshi.”

“Bene, andiamo a casa.”
 
“Ok.”
 
Julian strinse a sé il piccolo, l'unica ragione che gli permetteva di riuscire a non cadere nella disperazione per l'assenza di Ezri. Quella sera provò a studiare per l’esame da Comandante, per tentare di distogliere la mente dalla preoccupazione per sua moglie, ma non riuscì affatto a concentrarsi.
Dopo aver passato gran parte della notte insonne, in pensiero per Ezri, Bashir era crollato per la stanchezza nelle prime ore del mattino. Infatti, la sveglia suonò dopo poche ore che si era addormentato e lui si trascinò fuori dal letto e iniziò a prepararsi. Poi andò a svegliare Zano per preparare anche lui e portarlo all'asilo. Mentre il padre cercava di vestirlo, il bambino però non collaborava, facendo un po' i capricci.

“Zano coraggio, infila il braccio nella manica.”

“Voglio mamma.”

“La mamma non c'è tesoro, ti vesto io, ti ho vestito altre volte.”

“No, no.”

“Dai, così puoi andare all'asilo a giocare.”

Il bambino si convinse e collaborò. Mangiò anche la colazione che gli replicò suo padre, prima di essere accompagnato a scuola.

“Chiamiamo mamma?” Chiese prima che andassero.

“Purtroppo non possiamo.” Rispose Julian, costernato, senza aggiungere altro.

Anche se avesse avuto una spiegazione ordinaria per non poterla contattare, il bambino sarebbe stato comunque troppo piccolo per comprenderla.
 
**
 
Julian andò al lavoro e, dopo aver curato e congedato un paziente che necessitava di attenzione urgente, avviò una comunicazione in subspazio verso Qo'noS, alla quale l’interlocutore rispose dopo poco.
 
“Salve Worf.”

“Dottor Bashir. Credevo che mi stesse contattando Ezri.”

“Immagino. L'ho contattata perché qualche giorno fa, mentre eravamo in missione nel sistema Merak con la Defiant, Ezri è stata catturata, teletrasportata su una nave Boslic. Anche un ufficiale scientifico è stato preso, il Guardiamarina Jones. Li abbiamo cercati a lungo, ma i rapitori hanno fatto perdere le loro tracce.”

“Una situazione molto spiacevole. Non c'è dubbio che si tratta di un'azione di gente senza onore.”

“L'ho contattata per chiedere un suo intervento nelle ricerche, magari tramite i Klingon c'è qualche speranza in più di ritrovarli.”

“Certo, farò tutto ciò che posso. Apprezzo che mi abbia informato.”

“E io apprezzo che sia disposto ad aiutarmi.”

“Non dovrebbe sorprenderla.”

“Lo so... so che nutre ancora dell'affetto per Dax.”

“Anche per Ezri, e non dimentico che lei è venuta a cercarmi quando ero disperso.”

Julian strinse le labbra, non sarebbe certo stato il momento adatto per farsi influenzare dalla gelosia. Ritornò sul pratico:
“Anche il Capitano Sisko si sta muovendo con il Comando di Flotta. Le invio le letture dei sensori della Defiant, con la posizione precisa in cui è accaduto lo scontro e tutte le informazioni.”

“D'accordo, mi terrò in contatto.”
 
**
 
Una sera, dopo averla fatta cenare insieme a lui, Markin chiese ad Ezri:
“Perché mi hai chiesto che ti fossero restituiti i gioielli? Che significato hanno?”

Dax pensò di mentire, di dire semplicemente che non fossero importanti, e che li avesse voluti solo perché era abituata ad indossarli e le davano conforto, ma alla fine decise di dire la verità.

“Me li ha dati mio marito. L'anello rappresenta il legame matrimoniale nella cultura Umana e la collana è stato un suo regalo, mi ricorda un momento felice.”

Durante i suoi racconti, lei aveva menzionato di avere una famiglia: un marito e un figlio che sicuramente stavano sentendo la sua mancanza, ad ogni modo il Boslic non era stato per niente impietosito dalla cosa.

“Adesso capisco. Lo sai, sapevo già che tu fossi sposata e madre di un figlio e, soprattutto, sapevo che tu avessi il simbionte Dax.”

Markin le rivelò di aver già raccolto informazioni su di lei e di averla rapita al preciso scopo di appropriarsi del simbionte e venderlo sul mercato nero. Avevano preso Jones perché pensavano che sarebbe stato in grado di estrarre il simbionte, naturalmente senza uccidere o ferire la creatura, ma avevano sbagliato persona, infatti lui non era un medico e non avrebbe saputo da dove iniziare per operare Ezri. Avevano appreso l'identità del giovane mentre lo torturavano, facendogli sopportare indicibili sofferenze. Inoltre il comunicatore riportava sul retro il nome del proprietario, quindi avevano avuto conferma che non si trattasse di Bashir.

“Sapevamo che tuo marito, Julian Bashir, è un dottore, avevamo intenzione di catturare anche lui insieme a te.” Concluse l’uomo.

Ezri tentò di restare impassibile, fu colpita dalla notizia ma grata che Julian non fosse stato portato lì con lei, specialmente dopo ciò che aveva passato a causa della Sezione 31 e che non sarebbe stato lui ad essere costretto a ucciderla, anche se era certa che lui avrebbe cercato di rifiutarsi a tutti i costi di farlo, anche a rischio della propria vita, e lei non avrebbe voluto che la rischiasse.

“E adesso che farete?” Chiese Ezri.

“Stiamo cercando un compratore e qualcuno che possa fare l'operazione.”

“La fisiologia Trill è abbastanza complicata, non ci si può improvvisare, rischiereste di uccidere anche Dax.” Ovviamente Ezri temeva anche per la propria vita e sperava di dissuadere Markin con quelle parole.

“Lo so, e comunque ti ho detto che sono ancora indeciso, non sono sicuro di toglierti Dax e lasciarti morire.” Dopo una lunga pausa, lui proseguì: “Dimmi, quanti partner hai avuto in tutte queste vite?”

“Non ero io, ma ogni ospite ne ha avuti diciamo in media due, eccetto Curzon e Jadzia che ne hanno avuti di più...” Gli rispose.

“Capisco.”

La congedò per quella sera e la guardia Orioniana la riportò in cella, dove lei ripensò alle nuove informazioni che aveva avuto, concludendo che forse riuscire ad uscire viva da quella situazione non sarebbe stato impossibile, come le era sembrato in precedenza, ma neppure molto facile.

Durante la notte, mentre dormiva in cella, Ezri sentì una mano tapparle la bocca, sbarrò gli occhi e vide che si trattava di Markin, il cuore iniziò a batterle a mille in preda alla paura e cercò di svincolarsi, chiedendosi perché lui fosse lì.

“Ferma, ferma... Non volevo spaventarti, voglio chiederti una cosa.”

Le tolse il palmo della mano da sopra la bocca.

“Mi chiedevo, ricordi cosa provavano i vecchi ospiti? Cosa sentivano mentre facevano sesso?”
 
“Non mi sento affatto a mio agio a rispondere a questo tipo di domande.”
 
“Accontentami.” Disse, ma il tono era quello di un ordine.

“Ricordo in una certa misura alcune delle loro sensazioni, ma non come se le avessi vissute io.”

“E tu Ezri, quanti partner hai avuto?
Lei stette in silenzio. L’uomo aveva invaso il suo spazio personale ed anche la sua privacy e non avrebbe voluto dargliela vinta.
“Rispondi.” Le intimò, con durezza.

“Tre.”

“Sei ancora giovane ed hai già alzato la media.” Le disse con scherno.

“E non intendo alzarla ulteriormente.” Sottolineò lei.

“Era solo una curiosità che volevo togliermi. Buonanotte.” Markin andò via e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.


**

Il mattino seguente la donna Barzana andò in cella a visitare Ezri e le portò qualcosa da mangiare.

“Stai guarendo bene.” Le disse, dopo aver controllato i punti in cui era stata ferita.

“Ti ringrazio per essere venuta a controllare. Neanche io ti avevo mai vista prima di ieri, non mi avevi mai portato tu il cibo.”

“Markin preferiva che non mi vedessi ma dato che hai avuto bisogno di essere curata ha dovuto chiedere a me, e ormai che ci siamo viste posso venire io a portarti da mangiare.”

“Saresti in grado di estrarre un simbionte, senza ucciderlo?”

“Perché me lo chiedi?”

“L'idea di Markin è portarmi via Dax.” Ezri si toccò la pancia.

“Lo sospettavo, da quando ho saputo che sei una Trill unita. Comunque no, non saprei farlo, anche se volessi e certamente non voglio, causerebbe la tua morte.”

“Sei una persona gentile, di sicuro non approvi il genere di vita che conduce Markin, come mai sei su questa nave?”

“E' vero non condivido quello che si fa qui, ma vengo da un pianeta povero, e questo è l'unico lavoro che ho trovato per poter aiutare la mia famiglia.”

“Potresti lavorare all'interno della Federazione, ci hai mai pensato?”

Amilra fece una mezza risata sarcastica, come se avesse sentito qualcosa di assurdo: “La Federazione non crede nel denaro.”

“E’ vero, accumulare denaro non è più un obiettivo nella Federazione, ma coloro che lavorano ricevono un'indennità. Potrei aiutarti ad ottenere un permesso di ingresso e a trovare un impiego, qualcosa che ti sia più congeniale.”
 
“E se non dovessi ottenere il permesso, che farei a quel punto?”
 
“Io ho del denaro alla Banca di Bolias, potrei aiutarti io.”
 
“E in cambio io dovrei aiutarti a scappare da qui?”
 
“Credi che potresti?”
 
“Markin mi ucciderebbe o si vendicherebbe sulla mia famiglia. Mi dispiace, non posso.”
Amilra andò via ed Ezri scosse la testa.
 
**
 
Quando Markin richiese di nuovo la presenza di Ezri nel suo alloggio, a fine serata lei fu allarmata dalle sue azioni: lui andò alle sue spalle e le accarezzò la schiena, una spalla e il collo, poi le fece scorrere una mano sul petto, senza arrivare al seno.

“Potrei farti ciò che voglio, lo sai? Ma non ho mai preso una donna con la forza e non comincerò adesso. Ti avverto che se il mio intrattenimento con te non andrà oltre, dovrò davvero toglierti il simbionte.”

“Ti ricordo che mi hai portata su questa nave contro la mia volontà... non acconsentirò mai a stare con te in quel modo.”

“Allora hai segnato il tuo destino!”
Ezri chiuse gli occhi per l'angoscia causata da quella consapevolezza.
 
**
 
“Amilra, ho pronto un compratore, dovrai estrarre tu il simbionte da Ezri, poi lo consegneremo ad altri e ci penseranno loro ad impiantarlo su qualcun altro, tu devi solo assicurarti che sia vivo quando glielo daremo.” Ordinò Markin alla donna.

“Ma non ho idea di come si faccia.”
Amilra aveva qualche rudimento medico, ma non si era mai trovata a fare qualcosa di così difficile.

“Studia.”
Le diede dei PADD, nonostante non parlassero estensivamente dei simbionti e della fisiologia Trill, spiegavano bene come effettuare un'operazione chirugica, inoltre, uno di essi spiegava anche che il simbionte, per sopravvivere al di fuori di un ospite, doveva essere immerso in un particolare liquido e ad una particolare temperatura.

“Markin, non voglio uccidere Ezri.” Disse Amilra.

“Chi ha parlato di ucciderla?”

“Lei morirà di sicuro senza il simbionte, è risaputo.”

“Se non vuoi eseguire l'operazione puoi anche andare via, ma prima dovrai lavorare ancora qui per risarcirmi del danno economico che mi provocherai e non avrai più paga fino ad allora, poi potrai tornare a casa…”

“Sai che non ho molto denaro… quello che mi paghi lo mando sempre alla mia famiglia.”

“Decidi tu. Comunque, io so dove sta la tua famiglia.” Markin fece una minaccia non molto velata.
 
**
 
“Ezri, devo darti una brutta notizia...” Disse la Barzana alla Trill.

“Markin ha trovato un compratore, vero?”

“Purtroppo si… e dovrò essere io ad operarti.”

“Almeno siete certi che Dax sopravvivrà?”

“Farò del mio meglio, mi sto documentando. Ho letto anche che c'è un modo per prolungare per un po' la tua sopravvivenza senza il simbionte, cercherò di farlo.”
 
“Beh che gentile! Ti ringrazio!” Disse Dax, sarcastica.
 
“Mi merito tutto il tuo biasimo, lo so.” Ammise Amilra.
 
“Non vuoi accettare la mia proposta?”
 
“No, non posso mettere in pericolo la mia famiglia.”
 
“Ne ho una anch’io. Tu hai dei figli?”
 
“No, ma i miei genitori e la mia sorellina sono le persone più importanti per me. Mi dispiace.”
 
**
 
Worf contattò Bashir con delle notizie:
“Salve Dottor Bashir, ho una pista promettente su quella nave, si tratta di contrabbandieri e svolgono spesso la loro attività fra il sistema Merak e il sistema Orione.”

“Il sistema di Merak è quello in cui è avvenuto il rapimento, non credo che si faranno vedere lì per ora, andrò in quello di Orione, può mandarmi tutte le informazioni che ha ottenuto?”

“Verrò anch'io, il Cancelliere Martok mi ha già concesso di usare una nave Klingon, sarò sulla stazione al più presto, lei verrà con me e cominceremo le ricerche. Le invierò le informazioni poco prima.”

Worf non voleva che Bashir, avendo le informazioni in anticipo, pensasse di andare da solo a cercare Ezri, ci teneva ad esserci anche lui e pensava che la sua presenza avrebbe aumentato notevolmente le chances di successo.

“Grazie Worf.”
 
**
 
Qualche giorno dopo Ezri fu portata in una stanza in cui si trovavano degli apparecchi medici.
Amilra aveva indossato un camice e stava preparando un tavolo operatorio.
La Trill fu presa dallo sconforto, era davvero arrivato il momento... quello della sua fine, il pensiero che Dax avrebbe continuato a vivere la consolava un po'. Agitazione e paura si impadronirono di lei, pensò con angoscia che non avrebbe più rivisto i suoi cari, ma anche se Zano sarebbe cresciuto senza di lei, avrebbe portato avanti una parte di lei, così come avrebbe fatto Dax. Rimpiangeva che non avrebbe visto suo figlio crescere, diventare un ragazzo e poi un uomo. Ci sarebbe stato Julian, era sicura che avrebbe fatto un buon lavoro con lui, anche senza di lei.
Non riuscì a trattenere le lacrime. Era straziante sapere di stare per morire, in quel modo oltretutto, era come una sentenza di condanna a morte, nonostante non avesse alcuna colpa per cui pagare.
Si distese sul tavolo come le venne ordinato da una guardia. Markin entrò nella stanza ad osservare.
Amilra si avvicinò ad Ezri e le sbottonò la casacca, scoprendole l'addome e il reggiseno, le mise una sostanza disinfettante sulla pancia e le somministrò l'anestesia.
 
“Non sentirai dolore, te lo prometto.” Le disse Amilra, prima di dedicarsi a preparare gli strumenti, mentre lei perdeva conoscenza.
 
In pochi minuti Ezri sentì le palpebre pesanti e pensò: “Ci siamo, questa è la fine. Anche se dovessi risvegliarmi per qualche ora, non sarò completa, sarò Ezri Tigan, non più Dax... sarò Ezri che si prepara a morire da un momento all'altro... sola, confusa e lontana da casa.”
Le sue palpebre si chiusero e non sentì più nulla, eccetto il suono ovattato di un bisturi laser che veniva attivato, e scivolò nell'oblio.
 
Rumori, dolore, solitudine. Sentì scuotere l'ambiente intorno a se. Poi delle voci, colpi di phaser, non riusciva a riprendere conoscenza.
 
Sentì delle voci, una delle quali chiese: “Come sta?”
 
“Worf?” Pensò dovesse trattarsi di un altro sogno.
 
“E’ ancora viva grazie al cielo!”
 
“Julian! Si, sono qui!”
 
“Il simbionte?”
 
“E' vivo.”
 
Worf contattò l’incrociatore Klingon:
“Agganciate il segnale della Trill e del simbionte, oltre ai nostri e teletrasportateci direttamente in infermeria.”


Quando si furono rimaterializzati, Rurgh, un medico Klingon, disse:
“Ci sparano addosso!”

“Andiamo via da qui.” Disse Bashir, che sollevò Ezri e la adagiò sul bioletto.

“Rispondete al fuoco!” Ordinò Worf attraverso il comunicatore. “I Klingon non scappano da una battaglia. Sarò in plancia.” Worf strinse una mano sulla spalla di Julian, attirando la sua attenzione. “Lei la salvi... stavolta.”

Bashir si divincolò dalla presa, arrabbiato: “Vada al diavolo Worf! Non pensa che io abbia fatto di tutto per salvare Jadzia? Ho già affrontato una situazione come questa, prima che lei la conoscesse, e l'avevo salvata quella volta.”

“I segni vitali stanno calando!” Disse Rurgh, leggendo da uno scanner.

“Mi lasci lavorare. Anche se l’equipaggiamento di questa infermeria mi fa rimpiangere quella della Defiant.” Disse Bashir a Worf.

“Lo assista in tutto.” Ordinò Worf all’altro Klingon e andò via.

Julian somministrò un hypospray ad Ezri e i segni vitali si normalizzarono dopo qualche minuto. Le palpebre della ragazza si aprirono un paio di volte, il farmaco che le avevano somministrato per aiutarla a stabilizzare i segni vitali le stava anche facendo riprendere i sensi.

“Dove sono? Fa così male.”

“Ezri, tesoro, sei su una nave Klingon, siamo venuti a salvarti.”

Lei riconobbe la voce di chi le parlava: “Julian... Julian!”

“Sono qui.” Lui le prese una mano fra le sue. “Dov'è che ti fa male?” Ezri si toccò l'addome. “Adesso ci penso io.” La rassicurò Bashir e fece per allontanarsi.

“No, non lasciarmi, mi sento così sola, così vuota.”

“Ok, stai tranquilla. Devo darti un sedativo così ti possiamo riunire a Dax.” Si rivolse al medico Klingon: “Rurgh può prendere un hypospray con 20 cc di Anestezina?”

“Non credevo che ti avrei rivisto, ti amo tanto, ti amo così tanto.” Disse la ragazza, intontita e confusa.

“Anch'io, ti amo anch'io.”
 
Julian era chino su di lei, Ezri lo abbracciò, poi gli chiese: “Dax?”

“E' qui, sta bene, vi riunirò fra poco.”

Ezri annuì e chiese: “Zano sta bene?”
 
“Si, è sulla stazione, lo rivedrai presto.”

Lei annuì di nuovo, Julian le somministrò l'hypospray per sedarla, poi andò a ricontrollare le condizioni di Dax. Anche volendo, il medico Klingon non ne avrebbe capito molto se lo avesse scansionato lui, non sapeva nulla o quasi dei simbionti.

“Il nervo simbiotico non è stato ben rimarginato, non vorrei cicatrizzarlo per poi lacerarlo di nuovo al momento di riunirli, sottoponendo Dax ad altro stress, potrebbe essergli fatale.”
Julian regolò la temperatura della vasca di Dax e aggiunse delle sostanze, poi tornò da Ezri. “Non voglio immaginare come sia ridotto il nervo simbiotico di Ezri.”

“La sto analizzando.” Disse Rurgh.

“Non leggo bene il Klingon, cosa dice questo scanner?” Chiese Bashir.

“Il nervo sta sanguinando.” Rispose l'altro dottore, leggendo i risultati dal piccolo monitor.

“Allora apriamo adesso, dobbiamo fare in fretta.”

Il Klingon andò a disinfettarsi le mani sotto un raggio ultravioletto, lo stesso fece l’Umano ed entrambi indossarono l'abbigliamento chirurgico sopra i loro abiti. Bashir, con una minima assistenza da parte del Klingon, operò su di Ezri; quando prese fra le mani Dax per reinserirlo nella sua cavità addominale, fu in parte preso dall'apprensione, ma aveva affrontato situazioni del genere altre volte, anche riguardo alle persone a cui teneva, e riuscì a mantenere il sangue freddo.
Quando collegò i primi filamenti di nervi lei fu scossa da dei tremiti e Rurgh gli porse un hypospray di isoboramina che Julian prontamente le somministrò, al cessare dei tremori Bashir continuò la ricongiunzione. Dopo che ebbe legato e cicatrizzato i nervi simbiotici fu il momento di richiudere l'incisione addominale e se ne occupò Rurgh, Julian era ormai estremamente provato emotivamente. Bashir controllò i segni vitali di Ezri e di Dax, l'intervento sembrava essere riuscito ma era un po' preoccupato del risultato dell’unione e si sarebbe tranquillizzato solo al risveglio della Trill, previsto circa in un'ora.
 
**
 
Ezri mormorò qualcosa in Trill, aprendo gli occhi a fatica, Julian fu al suo fianco, accarezzandole la fronte, tenendogli le mani e mormorando parole rassicuranti, Rurgh era andato via, quindi il momento fu privato e particolarmente intimo fra loro due.
 
“Julian...”
 
“Tesoro, l'intervento è riuscito, senti la presenza di Dax?”
 
“Si... ho i suoi ricordi, sono un po' sopraffatta.”
 
“Datti un po' di tempo, sono certo che tornerà tutto come prima.”
 
“Sono stanca.”
 
“Ti porto al mio alloggio, il letto non è un granché ma è sempre meglio di questo bioletto!”
 
“Come dici?”
 
“Siamo su una nave Klingon, Worf mi ha aiutato a cercarti.”
 
“Infatti mi sembrava di aver sentito la sua voce.”
 
“Anzi devo avvisarlo che stai bene.”
Andò ad un pannello e si mise in comunicazione con Worf che si trovava in plancia, comunicandogli che Ezri si fosse svegliata.
 
“Bene. Posso vederla?”
 
“Te la senti di ricevere una visita adesso?” Chiese Bashir a Dax, lei annuì.
 
“Ok, la aspettiamo Worf, poi vorrei trasferirla all'alloggio.”
Worf acconsentì e Bashir chiuse la comunicazione.
 
“Julian, lo hanno ucciso...”
 
“Il Guardiamarina Jones?”
 
“Si. Ho cercato di dissuaderli ma…” Ezri versò delle lacrime ripensando all’accaduto.
Julian le strinse la mano e ne asciugò qualcuna con le sue dita.
 
“Mi dispiace tanto.” Le disse.
 
**
 
Worf arrivò in infermeria e si avvicinò ad Ezri, lei lo fece chinare verso di sé per abbracciarlo.
 
“Grazie Worf.” Gli disse.

“Era il minimo che potessi fare e dovevo anche ricambiare, tu lo avevi fatto per me.”

“Jadzia ne sarebbe orgogliosa. In effetti, lo è sempre stata di te.”
 
Worf annuì riuscendo a mascherare quanto quelle parole lo avessero colpito.
“Vedo che stai abbastanza bene, ti lascio andare a riposare.” Disse, scambiò un'occhiata di comprensione con Bashir ed andò via.
 
“Nell'alloggio ho alcuni tuoi vestiti, così ti puoi cambiare, indossare qualcosa di pulito.” Disse Julian a sua moglie.
 
“Premuroso da parte tua portarli.”
 
“Per così poco...”
 
“Eri sicuro che mi avreste trovato?”
 
“Non ho dubitato mai… o quasi.” Riconobbe lui.
 
**
 
Al rientro su Deep Space Nine, Ezri e Julian andarono da loro figlio che si trovava dai Sisko.
 
“Mamma sei tornata!”
Zano corse ad abbracciarla e la riempì di baci.
 
“Si Zano, sono qui, ti ho pensato tanto, mi sei mancato così tanto.”
 
Julian li guardò felice e sollevato e si unì al loro abbraccio. Aveva già detto ad Ezri che Zano non sapeva cosa le fosse realmente successo e che aveva chiesto spesso di lei.
 
“Domani mattina verresti in infermeria? Devo completare dei trattamenti che non ho potuto farti sulla nave Klingon.” Chiese Bashir a sua moglie.
 
“Non mi va di avere a che fare con altre questioni mediche.”
 
“Neanche con me?”
 
“Se la metti così... Ma è proprio necessario?”
 
“Si.”
 
“Si?” Chiese Ezri, sospettando che non lo fosse, ma conoscendo la scrupolosità di Julian.
 
“Per stare più tranquilli.” Ammise lui.
 
“D'accordo allora.”
 
Cenarono tutti e tre insieme ed Ezri provò una strana sensazione ad essere di nuovo lì con loro, ma di certo era felice.
 
Il giorno seguente Julian ispezionò e scansionò ogni centimetro del suo corpo, non voleva lasciare ferite non curate o non trattate adeguatamente. Lui poteva intervenire sui danni fisici, ma il danno psicologico invece era tutt'altra cosa.
 
“Pensi di vedere un Consigliere per parlare di ciò che hai affrontato?” Le chiese.
 
“Non me la sento al momento.”
 
“Ti va di parlarne con me?”
 
“Si, ma non oggi. Vorrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto, hai anche contattato Worf, immagino che tu non sia stato entusiasta di farlo…”
 
“La posta in gioco era troppo alta per farmi queste stupide remore. Ti amo troppo e non ti avrei mai abbandonata.”
 
“Il pensiero di te, di voi, mi ha dato la forza di resistere e finalmente sono di nuovo a casa.”
 
Julian aveva stretto una mano di Ezri nella sua e la sollevò dandole un bacio sul dorso.
 
FINE
 
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