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Autore: hikarigaoka    26/02/2021    1 recensioni
[Wakatoshi Ushijima x OC]
«Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi»
[...]
Atsuko Sakai non aveva nulla da spartire con Wakatoshi Ushijima.
Era piccata, estremamente irrequieta e, con chi le andava a genio, terribilmente logorroica.
Non era particolarmente di bell'aspetto, di viso poteva anche definirsi "caruccia", ma non era certo graziosa e fatta di porcellana come le sue compagne.
Nonostante il suo distinguersi dalle coetanee, non sembrava attirare particolari attenzioni.
Era agli antipodi di Wakatoshi, silenzioso e sulle sue, che destava attenzione come se sulla sua testa vi fosse un cartello a neon con scritto "asso della Shiratorizawa e figone locale".
Chi avrebbe mai detto che di sarebbero ritrovati a chiedersi di restare?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shiratorizawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Renderti felice.

Atsuko passava le giornate principalmente a pensare, a studiare e dormire.
Dopo l'articolo che aveva pubblicato,  i compagni del club di giornalismo le avevano proposto di scriverne altri, stranamente, ma aveva rifiutato tutte le offerte e pensato anche di mollare.
Ma non aveva neanche la testa per lasciare il club, non l'aveva per nessun tipo di decisione.
Come già detto, le sue giornate consistevano principalmente in pensare, studiare e dormire a lungo.
Questo cambiamento radicale era stato notato da non poche persone, in primis i suoi amici Yukari e Satori, ma anche i membri del club, non che a loro importasse troppo a dire il vero.
Vedere una ragazza, prima così vispa e scattante, calare di tono giorno dopo giorno, era una cosa che si notava bene.

"Dai Atsuko, perchè non vieni con noi a fare un giro in città?" le chiede Satori, facendo capolino dalla porta della sua stanza.

Yukari è già pronta e vestita, dietro di lui, a guardare preoccupata l'amica sdraiata a pancia in giù sul letto.

"No" risponde secca la castana, la voce ovattata dal cuscino sopra al quale il suo viso è premuto.

"Sicura? Non vieni con noi da un po', ti dovrai pure svagare"

"No, voglio stare da sola" mugugna.

Quella volta, la coppia decide di lasciarla ancora un po' con i suoi pensieri e di chiudere la porta.
La settimana successiva, non le lasciano scampo nonostante l'ennesimo rifiuto, e il centrale la solleva di peso dal letto.

"Satori, mettimi giú!" esclama Atsuko, battendo i pugni contro la sua schiena.

"No, non puoi stare tutti i giorni su quel letto a deprimerti" ribatte secco il centrale, avanzando per il corridoio.

Poi, si ferma un attimo, annusa un paio di volte l'aria, e fa una smorfia insieme alla fidanzata accanto a lui.

"Ma puzzi di merda, Atsuko!" sussulta Tendō, guardando storta la ragazza caricata sulla sua spalla.

"Hey! Non mi giudicare, è che non ho molta voglia..."

Il numero cinque sospira e la mette giú, per poi spingerla delicatamente con la mano.

"Vatti a fare una doccia, ti aspettiamo fuori"

Atsuko annuisce e sospira, per poi trascinarsi fino al bagno femminile.
Raggiunge le docce, si sveste, e fa ruotare il miscelatore per avere l'acqua piú calda possibile.
Le docce bollenti erano il suo forte, la sua pelle sará probabilmente diventata di pietra per resistere a quelle temperature.
Si passa le mani tra i corti capelli castani,  poi si massaggia il viso e il corpo minuto.
Dopo un po', chiude l'acqua per insaponarsi i capelli.
Prima di raggiungere lo shampoo con la mano, fissa il soffione per qualche secondo.
Qualche goccia superstite le cade sul viso imbronciato, e i suoi occhi si perdono a fissare i buchi stretti dell'oggetto metallico.
Ormai qualsiasi oggetto concreto era diventato fonte di distrazione per lei.

Che palle, sono due settimane che non mi parla...

Resta in quello stato catatonico per qualche secondo, dimenticandosi addirittura dello shampoo, finché una goccia d'acqua non le cade su un occhio ed è costretta a strizzarlo e strofinarlo dal fastidio.

Bah, stupido Ushijima, addirittura non rivolgermi piú la parola.
Prima corre la maratona per dichiararsi e poi si comporta cosí!

Dopo essersi insaponata e asciugata, Atsuko indossa l'uniforme scolastica e si dirige verso l'uscita dei dormitori.
In realtá non era arrabbiata con Wakatoshi, altrimenti sarebbe stata solo arrabbiata e non cosí colma di tristezza.
Peró la sua vaga natura orgogliosa e testarda non riusciva proprio a dargliela totalmente vinta e accettare del tutto che in effetti era colpa sua.
Fuori dall'edificio, raggiunge Satori e Yukari, e i tre si dirigono in centro.
Inizialmente, Atsuko è taciturna, trascina i piedi e osserva qualche bancarella distrattamente.
Guarda i suoi amici, che si tengono allegramente la mano e ogni tanto Satori si concede un attimo per sfiorare i capelli di Yukari con le labbra e baciarle la tempia.
Quando si era decisa ad accettare i suoi sentimenti per Ushijima e acconsentire alla sua proposta di mettersi insieme, aveva fantasticato parecchio.
Chissá che tipo di coppia sarebbero stati, lei e Wakatoshi.
Forse si sarebbe finalmente sciolto, sorridendole piú spesso, abbracciandola stretta quando voleva dimostrarle il bene che le voleva, oppure baciandola a lungo come quando era andato da lei per dichiararsi.
O magari sarebbe stato un fidanzato riservato, che raramente dimostrava i suoi sentimenti con i gesti, ma che non aveva bisogno di farne perché lei avrebbe giá saputo quanto importante era per lui.
Le andava bene tutto, purché non sarebbero stati troppo sdolcinati, magari una via di mezzo.
Peró ora fantasticare le era inutile, visto che tutto era andato in fumo.

"Atsuko-chan" la chiama Yukari "stai meglio?"

Atsuko sospira, e scuote la testa.

"Ancora non si decide a rivolgermi la parola" le risponde, guardando mestamente per terra mentre camminano lungo il corso affollato di Sendai.

Satori alza lo sguardo, pensieroso.

"Proprio zero, non vi siete detti piú nulla?" le chiede.

"Nulla, in corridoio se ci incrociamo al massimo mi fa un cenno con la testa" 

"E tu non hai provato a parlarci?" la incalza il rosso.

"B-beh" balbetta la castana "no. Che cosa gli devo dire, non ho niente da dirgli!"

La coppia la guarda, alzando un sopracciglio.

"Sei sicura?" le domanda Yukari.

"Insomma, mi sembrava ovvio che lo avrei messo nell'articolo, poteva aspettarselo!" ribatte Atsuko, incrociando le braccia.

"Atsuko..." mormora Tendō, e dal tono della voce è palese che sia sul punto di rimproverarla.

Perció la ragazza non regge piú, sospira, poi alza le braccia al cielo.

"E va bene, avete ragione! Ho fatto una stronzata, non avrei dovuto scrivere una cosa del genere ed era ovvio" esclama, stringendo gli occhi, era sicuro che le persone per strada la stavano guardando.

"Ci sei arrivata" sorride il centrale, provocatorio.

"Peró, io in realtà ho provato a parlarci con Wakatoshi" aggiunge la ragazza, tornando a guardare per terra.

"Ah sì, e com'è andata?" le chiede Yukari.

"Malissimo, gli ho scritto un messaggio per chiedergli di parlare e lui ha detto che non c'è niente da dire"

"Mh..." rimugina Tendō "dovresti riprovare, magari ci parlo anche un po' io, in un modo o nell'altro dovrete chiarirvi"

Atsuko annuisce, poi i tre vanno a un bar a prendere un caffé, per poi passare per i negozi.
Pian piano riesce a distogliere la mente dal pensiero di Ushijima che, per quanto prima le facesse piacere, ora la mette in agitazione.
Gli avrebbe parlato però, questo era certo.
Stare senza di lui era ancora più insopportabile di quell'attesa snervante.
Le mancava da morire.

---

Ushijima si allaccia velocemente la scarpa destra, poi fa un paio di saltelli sul posto per riscaldarsi e infine comincia a correre.
Sono le sei del mattino, fa freddo ma lui si era preoccupato di coprirsi bene per la sua corsa mattutina. Spesso andava a correre da solo, visto che i suoi compagni di squadra non riuscivano mai a tenergli testa.
Correre lo aiuta, non solo a mantenersi in forma, ma anche a sfogarsi e pensare.
Non che prima d'ora abbia mai avuto molto a cui pensare, prima la sua vita orbitava interamente attorno alla pallavolo e con quella di grossi problemi non ne aveva, ma negli ultimi tempi aveva imparato a conoscersi molto meglio.
Da quando aveva conosciuto Atsuko.
A Miyajima lui le aveva detto che non gli piaceva essere dato per scontato, ma in effetti era sempre stata una persona impulsiva e facile da leggere.
E soprattutto, lui aveva attribuito questa sua epifania alla sconfitta contro la Karasuno.
Solo dopo si era accorto che forse quella partita era stata solo una scintilla, o forse era solo la punta dell'iceberg di quella che in realtà era stata l'entrata di Atsuko nella sua vita.
Era stata probabilmente lei a fargli capire che non andava dato per scontato, che era molto di più di quanto desse a vedere.
Quando aveva letto quell'articolo, non aveva saputo che cosa pensare.
Tempo, voleva tempo, ne voleva così tanto per cercare di capire che cosa potesse essere andato storto.
Come la persona con la quale prima si sentiva più al sicuro, la ragazza di cui si era innamorato, lo potesse aver deluso così.
Pensava che le persone fossero semplici, ma non lo erano.
L'unica cosa che ancora dava per scontato, era che ormai lui e Atsuko non sarebbero mai potuti perdersi di vista, eppure com'è possibile che queste cose succedano per davvero?
Non gli piaceva come sensazione, soprattutto perchè era stato lui a volerlo.
Wakatoshi si ferma un attimo in mezzo al sentiero battuto, alla sua sinistra i campi di grano di Miyagi immersi nell'oro dell'alba.
Fa freddo lo stesso e piccole nuvolette di condensa fuoriuscivano dalle sue labbra sottili.
Si sente male.
Si volta completamente a guardare quell'orizzonte bianco e confuso della mattina, solo le spighe di grano che ondeggiavano lentamente seguendo la brezza erano visibili.
Appoggia le mani sulle ginocchia e prende un bel respiro.
Solo perchè Atsuko aveva commesso un errore, significava che lei non era una brava persona?
Significava che tutto quello che era stata per lui prima, ora non aveva più senso?
E' questo che significa lasciare andare una persona?
O forse voleva che gli stesse vicino?

Mi manca.

---

Dopo una lunga mattinata di lezioni, Ushijima sfoga tutto ciò che ha dentro nella cosa che gli riesce meglio: fare le schiacciate.
I primini si terrorizzano quasi al vedere l'asso colpire con tutta quell'energia la palla, facendola a momenti piegare e sgonfiare all'attrito con il pavimento.
Si domandano tra di loro se fosse arrabbiato, se avesse preso un brutto voto quella mattina, o se qualcuno prima fosse riuscito a murarlo senza farsi vedere.
No, Wakatoshi sta solo pensando.
Dopo due lunghe ore, si fa una doccia veloce e si reca di nuovo in dormitorio.
Satori non c'è, ultimamente esce molto spesso con Yukari e in quel momento un po' di silenzio non lo turba.
Si sdraia sul suo letto e sospira, poi piega il braccio sotto la nuca e chiude gli occhi.
Neanche un minuto dopo, bussano alla porta.
E neanche il tempo di riaprirli, gli occhi, che qualcuno parla.

"OI, WAKATOSHI! Sono Atsuko"

Il cuore dell'asso salta un battito, neanche un minuto ad occhi chiusi e già stava sognando?
No, era davvero lei, che gli parlava da dietro la porta.

"Lo so che sei lì dentro" riprende, la voce ovattata.

Wakatoshi si alza,  come per andare ad aprire, ma viene interrotto.

"Eh no! Non ti azzardare ad aprire la porta! Mi hai evitata tutto questo tempo, perciò ora parlo io e tu stai zitto!"

Un po' sconcertato, Ushijima ritira la mano dalla maniglia e resta interdetto dietro la porta.
Avrebbe dovuto ascoltarla?
Sentire cosa aveva da dirgli, nonostante quanto successo?

"Allora beh, ah..." tutto il coraggio precedente di Atsuko sembra essere svanito miracolosamente.

Appoggia una spalla sulla porta della stanza, per poi scivolare interamente con la schiena e finire seduta in mezzo al corridoio.
Wakatoshi poggia anche lui una mano sulla fredda porta di metallo, toccandola con il palmo intero come se cercasse di attraversarla e raggiungere la ragazza che vi era poggiata dietro.

"Diciamo che...sono una fifona, ok?! In ogni senso possibile, non ho nulla da dirti" uggiola lei, cercando di raccogliere coraggio "perció ho preferito scrivere tutto ecco...fai di queste scuse scarne un po' ció che ti pare"

Wakatoshi allunga la mano sinistra per raggiungere la maniglia, ma viene sorpreso dal fruscio della carta che passa da sotto la fessura della porta.
Atsuko aveva fatto scivolare un foglio, sottile e pieno di parole, e sembrava esserci attaccato qualcosa con una graffetta.

Un mese con Wakatoshi Ushijima.
Un articolo di Atsuko Sakai.

Era per caso la bozza dell'articolo?
Perché glielo stava consegnando?
Peró il titolo era diverso, c'era il suo nome proprio, non il soprannome glorioso che gli era stato affibbiato dalla scuola.
Allora decide di leggerlo, e dopo le prime righe pressoché identiche a quelle dell'articolo precedente, qualcosa comincia a suonargli diverso.
Le parti piú personali, invece che con aneddoti della sua vita, erano state totalmente eliminate e cambiate.

Volete sapere che cosa ho imparato dell'Aquila in questo mese?
Diciamocelo, le cose che si possono dire sul super asso della Shiratorizawa sono talmente tante, che non staró di certo qui a elencarle.
Cos'è, vi aspettavate l'aneddoto di lui che alla tenera etá di 2 anni prende per la prima volta una palla Mikasa in mano?
Mi dispiace deludervi, quello che ho imparato su di lui in questo mese va ben oltre.
Ushijima è silenzioso, di certo si sará notato, ci sono compagni di classe che affermano perfino di non aver mai sentito la sua voce.
Se vi stesse domandando com'è, vi dico solo che è molto profonda, baritonale, e ascoltarla è un piacere perché quando parla ha sempre qualcosa di interessante da dire.
È per questo motivo che non parla tanto, perché a lui piace usare le sue parole con importanza, senza mai parlare a sproposito.
A differenza mia.
Ushijima puó apparire come impulsivo fuori dal campo di pallavolo, dove studia ogni azione dell' avversario, ma non é necessariamente un aspetto negativo, anzi.
Lo invidio molto, ci vuole forza di volontà per fare ció che vuoi senza curarti del resto, e se Wakatoshi vuole fare una cosa, che sia anche andare a correre alle sei del mattino su per il ponte Misen, fidatevi, la fa.
Se fosse cotto di voi, correrebbe perfino sotto la pioggia per baciarvi e dichiararsi, affermando con una convinzione quasi commuovente di voler passare tutto il suo tempo con voi.
Anzi, questa é un'esperienza che posso vantarmi di aver fatto.
Non gli dissi subito di sì, quando mi chiese di diventare la sua fidanzata, volevo aspettare e studiare la situazione perchè avevo paura di non essere abbastanza.
Eppure, lo dico con tutto il mio cuore, Ushijima mi piaceva da morire.
Mi piace da morire, rettifico.
Me ne accorsi a Miyajima, dopo che lui aveva aperto il suo cuore a me.
Inizialmente ebbi paura, i sentimenti sono la cosa piú bella del mondo ma possono spaventare, perchè non sai mai che cosa ti attende dopo.
Un rifiuto? Un fidanzamento? La fine del sentimento addirittura?
Non lo so, fatto sta che ebbi paura e quando lui mi bació del tutto inaspettatamente, fui talmente tanto travolta dalla situazione che decisi di darmi del tempo.
E in quell'attesa, dove realizzai che si, Wakatoshi, ora parlo con te, sei la persona con cui voglio stare, mandai tutto all'aria.
E mi dispiace da morire, e non so se ora conta qualcosa ma volevo dirti che con te voglio starci.
Non ho mai provato queste cose per nessuno e non voglio precludermi delle possibilitá per paura.
Non so di quanto conforto possano essere queste parole, ma ci tenevo a dirtele.
Se sei disposto ad accettare ció che ho da dirti, potremmo ricominciare insieme, in caso contrario, mi pento di averti lasciato andare.
Scuse molto patetiche, eh?
Pazienza, sono troppo fifona per dirtelo a voce, lo ammetto.
Ci vediamo alla partita di domani.
Atsuko.

E non vi perdete la foto inedita di Ushijima in calce all'articolo!

La foto in questione, agganciata al foglio tramite una graffetta, era stata scattata a Miyajima, e raffigurava lui, Atsuko, Yukari e Tendō.
Gli ultimi due avevano il volto crocettato con un pennarello indelebile rosso in maniera comica, restava solo un Ushijima con il volto serioso che teneva delicatamente le spalle di Atsuko avvolte attorno al suo braccio, per posare per lo scatto.
Wakatoshi, dopo la lettura, si accorge del leggero tremore delle sue mani, e del suo battito cardiaco accelerato.
Rilegge alcune frasi attentamente, piú e piú volte, per assicurarsi di aver letto bene e che davvero Atsuko avesse affermato di ricambiare i suoi sentimenti.
Poi, il ragazzo rigira nervosamente la fotografia tra le mani, e nota che dietro di essa c'è scritto ancora qualcosa.

Stai vicino a me e io staró vicino a te.

Il volto dell'asso avvampa, il suo cuore salta un battito e quella strana sensazione che aveva provato quando si era accorto dei suoi sentimenti era tornata.
D'istinto, apre di scatto la porta.

"Atsuko-"

La voce si blocca, Atsuko se n'era già andata.

---

Atsuko era corsa via non appena consegnata la lettera.
Non se la sentiva di guardarlo in faccia dopo aver letto tutte quelle smancerie, perció aveva deciso che lo avrebbe approcciato dopo la partita di domani.
Era una partita abbastanza importante, la semifinale del torneo giovanile di Miyagi.
Era come una triste consolazione per tutte le squadre della prefettura che non erano riuscite ad arrivare ai nazionali, ma poco importava, sempre di pallavolo si trattava.
Ora, la ragazza si dirige verso il suo dormitorio.
Una volta nella sua stanza, si cambia velocemente per fare un salto nel centro di Sendai e raggiungere Satori e Yukari, ormai era abituata a reggere la candela.
Atsuko toglie la catena della bicicletta, salta su e si dirige a tutta velocitá verso il centro.
Decide di prendere la sua strada preferita, quella sul fiume.
Mentre pedala freneticamente, pensa a quanto aveva scritto su quella lettera, e si chiede se Wakatoshi l'avrebbe letta o l'avrebbe ignorata ancora e ancora.
Forse ció che aveva fatto era davvero imperdonabile, o forse le cose sarebbero tornate tutte come prima.
Il vento che sferza tra i suoi capelli castani è piuttosto freddo, ormai l'inverno era alle porte e lei detestava la cosa.
Per fortuna, oggi è una bella giornata di sole e il cielo plumbeo la rende piú tranquilla.

"HEY!"

Una voce cattura l'attenzione di Atsuko, che volta lo sguardo brevemente verso il fiume.
Inizialmente pensava non fosse per lei, ma poi si rende conto della figura poggiata sulla ringhiera.
Le dita di Atsuko premono sui freni, le scarpe strisciano sull'asfalto un poco e finalmente si ferma.

"Oi" risponde al richiamo, l'espressione sul suo volto corrucciata.

Lí, poggiata alla ringhiera che divideva la strada dal letto del fiume, stava Yasuko Hayakawa.
Sembrava una sorta di fata arrivata da chissà quale dimensione disneyana, nel suo lungo cappotto beige e il suo vestito bianco che rifletteva i raggi solari.

"Tu sei Atsuko Sakai, giusto?!" le domanda ad alta voce la bionda, visto che tra di loro c'erano diversi metri.

Atsuko annuisce, poi scende dalla bicicletta e si avvicina a lei per capire di cosa avesse bisogno.

"Si, sono io" le risponde una volta davanti alla ragazza "e tu sei Hayakawa, no?"

"Sí, sono io" risponde l'altra, con un sorriso mieloso sulle labbra.

"Posso aiutarti?"

Hayakawa chiude gli occhi un istante, poi sospira, e si volta verso l'acqua scrosciante del fiume davanti a loro, mentre Atsuko la guardava attentamente stringendo con un po' di tensione il manubrio della bici.

"Wakatoshi mi ha parlato di te" sospira Hayakawa, aprendo gli occhi celesti di nuovo.

Atsuko deglutisce e sente i tratti del viso tirare.
Non aveva per niente voglia di parlare di Wakatoshi in generale, figuriamoci con lei.

"Ehm, eh..." boccheggia la castana "si, e mi ha parlato a-anche di te"

Non promette bene la conversazione.

"Sai" aggiunge la bionda, alzando lo sguardo al cielo plumbeo "quando lessi quel messaggio, non ci credetti"

Lo stomaco di Atsuko si stringe in una morsa, sapeva bene che messaggio intendeva.
Ma anche se fosse, cosa ci avrebbe guadagnato a parlarne con lei?

"C-che messaggio?" prova a guadagnare terreno la ragazza, con scarso successo.

-Ciao Yasuko,
mi sono reso conto che stare con te non é ció che voglio e che provo dei sentimenti per la mia amica Sakai.
Scusa se ci rimarrai male, ma è giusto cosí.
Ushijima-

Leggere sullo schermo di Hayakawa quel messaggio, proprio davanti a lei, era una delle esperienze piú imbarazzanti che potesse mai subire.
A questo punto le conveniva scavalcare la ringhiera e gettarsi nell'acqua.

"Oh...m-mi dispiace" uggiola Atsuko.

"Oh no, non ti dispiacere, non provo rancore. Soprattutto che beh, ora, l'hai fatta un po' grossa"

I toni erano cambiati drasticamente.
Se prima Atsuko si sentiva dispiaciuta e in imbarazzo, ora sta sull'attenti e studia con giudizio la ragazza davanti a lei.
Dove voleva andare a parare?

"Che intendi?" le domanda.

"Intendo che, insomma, non credo voglia piú stare con te dopo quello che hai scritto sul giornale.
È un po' grave, scrivere di un divorzio..."

Atsuko stringe ulteriormente la presa sul manubrio della bicicletta, la voglia di montare e metterla sotto che le cresce in petto.

"L'esame di coscienza me lo sono giá fatto da sola, grazie mille ma non ne ho bisogno" sibila.

Hayakawa torna con quel sorriso nauseabondo, agitando un poco la mano.

"Via via, non intendevo mica farti la ramanzina" ridacchia "è solo che sai bene che Wakatoshi piace tanto anche a me"

"E con ció?"

"Beh, potrebbe esserci una possibilitá che dopo il casino combinato, torni sulla vecchia strada"

Atsuko si morde il labbro inferiore.
Santo cielo, sapeva che a prescindere da lei, Ushijima non era realmente interessato ad Hayakawa, ma ormai tutto per lei era diventato imprevedibile.

"Ushijima puó fare la scelta che vuole, è grande e vaccinato e io di certo non staró a fare a gara con te a chi se lo accaparra" ribatte, prendendo finalmente una posizione.

"Ma no, nessuno farà a gara!" svia la bionda, sempre con quel sorriso diabetico "è che insomma, ci tenevo a fartelo presente per non farti star male, se eventualmente dovesse accadere qualcosa"

Sicuro Hayakawa, mica perché ti piace sbandierare le cose in faccia, razza di oca!

"Beh, grazie per l'informazione" risponde Atsuko, con tono vagamente sarcastico, decretando la conversazione chiusa.

Mentre sta per montare sulla bici di nuovo e andarsene, la voce cristallina dell'altra ragazza la frena di nuovo.

"Sakai"

"Che c'è?"

"Sai, non sei l'unica che merita di stare con quel ragazzo"

Il tono della bionda si era fatto piú calmo, tanto che anche Atsuko aveva rilasciato la tensione.
Sapeva cosa intendeva, che Ushijima le piaceva veramente e che non aveva nessuna precedenza su di lei.

"Lo so, lo so bene"

E se ne va, lasciandosi dietro Hayakawa.

---

Il rumore delle scarpe che cigolano contro il campo da pallavolo, era un suono che Atsuko pensava non avrebbe piú sentito da quando c'era stato il litigio con Wakatoshi.
Non aveva messo piú piede a una partita, non se ne sentiva in diritto, ma ora voleva che Ushijima la vedesse perché era stanca di nascondersi.
Neanche Yukari sembra volersi nascondere, in piedi sugli spalti accanto all'amica, che continuava a slanciarsi in esclamazioni.

"VAI TORI-CHAN! SEI BRAVISSIMO!"

E ogni volta che faceva un punto, Tendō si girava, sorrideva pieno di orgoglio alla sua ragazza e la salutava con un gesto della mano.
D'altra parte, Ushijima era talmente concentrato, che forse aveva gettato l'occhio su Atsuko solo un paio di volte, cosa che faceva dubitare la ragazza stessa se fosse stata perdonata o meno.
In veritá, la presenza della ragazza lo stava solo motivando a fare ancora meglio.
Dopo aver letto le sue parole, aveva passato tutta la giornata precedente a pensare a cosa le avrebbe detto dopo la partita, a cosa sarebbe successo dopo.
E, naturalmente, pensava anche a dover vincere a tutti i costi la semifinale.
Sembrava anche che ci stessero per riuscire, solo perché avevano perso una volta non significava che la Shiratorizawa si sarebbe lasciata battere ancora.
Adesso, Atsuko stringe la ringhiera tra le dita, soprattutto quando sente una presenza familiare affiancarla.

"Ciao, Sakai"

"Ciao, Hayakawa"

Tra di loro cala il silenzio, e Yukari, capendo la situazione, decide di allontanarsi di qualche passo.
Wakatoshi ancora non aveva notato l'arrivo della bionda, prendendosi il suo tempo per battere una schiacciata micidiale.
Hayakawa sorride nel vedere il punto appena sottratto all'altra squadra.

"È proprio bravo" sospira.

Grazie, Sherlock, non lo avrei mai notato.

La cosa che importava di piú ad Atsuko peró, era se Ushijima sarebbe stato disposto a starle vicino.
Se davvero non avrebbe scelto di nuovo Hayakawa, o nessuna delle due, e tra di loro sarebbe svanito tutto.

"Sí, lo é"

Ushijima, sul campo, prende la rincorsa e salta, vola come un'aquila, per poi schiacciare poderosamente la palla sul campo avversario.
Qualcuno riesce a riceverla con immenso sforzo, mandandola in aria per diversi metri.
In quei pochi secondi, Wakatoshi si perde a pensare.
Pensa alla ragazza che in quel momento lo sta guardando, a quanto gli era mancato il suo sguardo addosso e la sua presenza cosí vivace.
Goshiki segna un punto, ed è il turno di Wakatoshi a servire.
Tanto assorto nei suoi pensieri, Ushijima si accorge solo qualche momento prima di battere, che quello sarebbe potuto essere il match point.
Brevemente, volge lo sguardo ad Atsuko.

Ti prego, ti prego, ti prego Wakatoshi.
Perdonami, stammi vicino.

Affianco a lei, Hayakawa sembra impaziente.
Wakatoshi guarda la palla tenuta solo con il palmo della mano, tutto sembra scorrere cosí lentamente.
E poi, con uno scatto repentino del braccio, la lancia in aria.
Nella sua corsa, il suo sguardo si catapulta di nuovo su Atsuko.
E poi, la sua mente va alla sua mano candida, che voleva sfiorare ancora, al suo abbraccio in quella camera da letto di Miyajima, alle sue parole dolci, alle sue labbra morbide quando le aveva baciate.

Stai vicino a me e io staró vicino a te.

Allora i suoi pensieri tornano alla palla, ancora a mezz'aria, e il suo corpo si eleva senza peso, mentre il suo braccio muscoloso va a scaricare tutta la sua forza sulla palla.
È match point, niente da fare, la palla si scontra con il campo avversario.
Pochi secondi prima che il pubblico si renda conto della situazione, ad Ushijima torna un' altra frase in mente.

Personalmente però, se avessi un ragazzone a indicarmi in mezzo a una folla, credo proprio che mi scioglierei!

E allora, anticipando la presa di coscienza del pubblico della loro vittoria, Ushijima si mette dritto.
Il suo braccio sinistro si piega, il pollice della mano tocca le altre dita piegate, e l'indice si estende.
Poi, tra tutti, indica Atsuko.
La ragazza sente un tuffo al cuore, che presto guadagna velocitá mentre incontra lo sguardo vittorioso di Wakatoshi, il braccio puntato a indicarla.
Allora sorride, mentre tutta la Shiratorizawa prorompe in esclamazioni celebrative per la vittoria.
Sorride e riesce finalmente a tornare a respirare, mentre Ushijima abbassa il braccio e va a ringraziare il pubblico.
Atsuko si volta a guardare Hayakawa, che le risponde con un semplice cenno del capo, come ad accettare la scelta di Ushijima.
Poi, la castana torna a guardare lui.

Allora mi starai vicino.

---

Era implicito che Atsuko lo avrebbe aspettato sulla loro panchina, dopo che Ushijima si sarebbe cambiato e lavato dopo la partita.
Infatti, presto nota la sua imponente figura avvicinarsi a lei.
Indossa la sua solita giacca della tuta viola e bianca della Shiratorizawa, con le maniche tirate su fino ai gomiti, era abbastanza larga da fare sembrare le sue spalle ancora piú grosse.
Appena si avvicina, Atsuko arrossisce vagamente dall'imbarazzo.

"Hey" sussurra accennando un sorriso.

"Oi" risponde con voce profonda Ushijima.

"Allora, ti vuoi sedere?" gli domanda, dando due colpetti al posto accanto a lei.

Il ragazzo annuisce e prende posto.
All'inizio non si dicono niente, nonostante quanto successo poco prima, la timidezza sembra avere il sopravvento.

"Ecco..." esordisce finalmente Atsuko "devi aver letto la mia letterina imbarazzante"

Ushijima si volta a guardarla e scuote la testa.

"Non era imbarazzante" le risponde.

Atsuko su gratta la nuca e sorride.

"Ci ho messo tutto quello che avrei voluto dirti prima" mormora.

"Perció è vero?"

"Che cosa?"

"Che ti piaccio e che vuoi stare con me?"

Atsuko resta in silenzio qualche secondo, mordendosi il labbro inferiore dall'imbarazzo.

"Sí, è vero"

Altro silenzio, carico di pensieri e cose che volevano dirsi ma che faticavano a trovare il coraggio per dire.

"Ma se a te non va piú per la storia dell'articolo, lo capisco e..."

"No" la interrompe Ushijima, alzando lo sguardo al cielo "non mi importa, ormai nessuno ne parla piú. Mi vergogno un po', ad essere quello che parla tanto di lasciar stare gli altri, e poi se la prende per un pettegolezzo"

"Non ti colpevolizzare, c'è un limite a tutto, Wakatoshi, e io quel limite l'ho superato" ribadisce Atsuko, incupendosi.

"Beh, ripeto, ora non importa piú.
Ti voglio stare vicino, Atsuko"

Le dita di Ushijima vanno a sfiorare quelle di Atsuko, come aveva fatto due mesi fa quando i suoi sentimenti avevano cominciato a nascere, finalmente una sensazione che poteva di nuovo fare sua.
Il tocco di Wakatoshi combinato alle sue parole fanno avvampare la ragazza, che sente le farfalle nello stomaco letteralmente esplodere.
Un timido sorriso si fa largo sul suo volto, e con un poco di coraggio intreccia le dita con quelle dell'asso.

"Mi piaci tanto, Wakatoshi"

"Anche tu, Atsuko"

Allora la ragazza poggia delicatamente la testa sulla spalla di lui, seguendo il ritmo del suo respiro profondo.
Restano qualche minuto in un silenzio confortante, solo il suono dei loro respiri, dei loro battiti sincronizzati, solo la sensazione delle loro mani intrecciate che si accarezzano a vicenda.

"Perció...ora stiamo insieme?" domanda Atsuko, voltando lo sguardo verso di lui.

"Credo...di sí" risponde Ushijima, facendo incontrare i suoi occhi verdi con quelli nocciola di lei.

"Ottimo" sorride Atsuko, affondando il viso nell'incavo del suo collo "mi eri mancato"

"Anche tu"

Allora Ushijima si alza, e lei fa lo stesso.

"Torniamo ai dormitori?" domanda Atsuko, continuando a tenergli la mano.

"Aspetta..."

Wakatoshi lascia andare la mano della ragazza, per poi poggiarle entrambe sulle sue spalle.
Lei rimane impietrita, sapendo che cosa stava per fare.
Ushijima allora si sporge e si china un poco, per raggiungere l'altezza del suo viso, mentre Atsuko si mette in punta di piedi.
Le lascia un bacio sulle labbra, breve, a stampo, per poi tornare alla posizione iniziale.

"Ah" dice Atsuko, un po' sbigottita.

"Che c'è?" domanda Wakatoshi, preoccupato.

"No è che" un ghigno si forma sul volto della ragazza "prima vieni a casa mia a baciarmi con tanta passione e spavalderia, e ora fai il timidone?"

Ushijima sente le guance colorarsi di un lieve rosso.

"Scusa, è che non sono tanto bravo a esprimere le mie emozioni, devo migliorarmi" dice con tono vagamente dispiaciuto, cosa che fa sciogliere la ragazza.

"Ma no! Tranquillo, ci prenderai la mano.
E poi, non hai bisogno di essere il ragazzo perfetto"

Ushijima torna al suo caratteristico cipiglio confuso, questa volta accentuato per mille.

"Ma io voglio farti felice, non ha senso"

Atsuko scoppia a ridere, e gli prende la mano per condurlo ai dormitori e camminare insieme.

"Stai tranquillo, mi rendi giá felice"

Passa poco tempo, prima che Atsuko scoppi in un'altra risata di sorpresa, perché Ushijima si era fermato per stringerla e baciarla sulle labbra ancora e ancora, forse un centinaio di volte.

 

Note autrice:
AEEEEEE ECCOMI QUA!
GOMEN GOMEN, SONO VIVA E VEGETA E ORA SI STAPPA LO CHAMPAGNEEEE.
Beh, almeno Atsuko e Ushijima hanno una vita sentimentale migliore della mia *piagne*
Grazie a tutti coloro che stanno leggendo la storia, ma purtroppo devo annunciarvi che questo era l'ultimo capitolo EFFETTIVO!
Non temete, ce ne sarà un altro, ma che fungerá da epilogo, sarà comunque lungo!
Mi si stringe il cuore a dover finire questa storia, mi è stata di grande aiuto soprattutto in questo periodo molto faticoso per me, motivo per cui sono stata assente per un mese.
Scrivere è quasi terapeutico, soprattutto di personaggi particolari come Atsuko e Ushijimaperció credo proprio che sforneró qualcosa nel breve periodo.
Ci vediamo tra pochissimo alla fine di Stand by Me, grazie a tutti!

   
 
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