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Autore: Giana_    02/03/2021    0 recensioni
Sarah sembra una normalissima ragazza per chi non la conosce. Figlia unica, genitori poco presenti, pochi amici, un gatto Maine Coon e sta per compiere 18 anni. Nessuno sa che nasconde una parte di se. Lei ha dei poteri magici che le permettono di fare quello che vuole ma le provocano anche dolori ed incubi. Finalmente a pochi giorni del suo compleanno può avere le risposte che cerca. Perché ha questi poteri? E perché non può usarli senza soffrire? è la sola persona che li possiede?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Alexander
Alexander non poteva credere ai suoi occhi. Gli uomini di Alan improvvisamente fuggirono via. Il piano aveva funzionato. Anche il vento e i fulmini sì placarono. Si voltò per vedere Alan finalmente in ginocchio a rinunciare alla corona, ma quando il ciclone cominciò a diradarsi quella a cadere a terra era Sarah mentre il corpo di Alan era sparito. "NOOO!" Urlò Alex lanciandosi verso Sarah, sentendosi mancare. Ma quando arrivò al suo fianco, mettendosi in ginocchio, vide che dalle labbra rosse le usciva un rivolo di sangue che formava una macchia cremisi sul pavimento di granito scuro. Senza chiedere a nessuno in particolare cominciò a sussurrare "Che cosa è successo? È stato Alan? Dov'è andato?..." "Alexander, non è stato Alan" disse sua madre. Lui si girò con le lacrime agli occhi e vide che stava prendendo la corona da terra "Sarah ha dato la vita per eliminare quella di Alan" continuò la donna. Poi anche lei si chinò piangendo vicina a Sarah e, mentre le accarezzava la fronte, disse "Questa ragazza ha avuto proprio la stoffa da regina" "No. Non può essere. Non può morire. No no!!" urlò Alexander disperato poi di impulso la baciò sulle labbra. Sentì il sapore salato del suo sangue sulle labbra. Separandosi la guardò nel viso sereno e, vedendo che non succedeva niente, si chinò poggiando le labbra sulla sua fronte. Non riuscendo a trattenere una lacrima sussurrò "Ti prego Sarah... non lasciarci. Non lasciare me. Adesso devi regnare sul Regno di Sotto" Alle ultime parole Sarah ispirò velocemente e cominciò di nuovo a respirare piano, quasi impercettibilmente. Ma non si svegliò. Improvvisamente il palazzo cominciò e tremare e sul granito cominciarono a formarsi crepe lunghe e larghe. Il castello di Alan si stava distruggendo fino alle fondamenta. "Alex dobbiamo andare via subito" disse sua madre "No. Sarah sta respirando! Non possiamo lasciarla qui" Rosa la guardò sorpresa e senza pensarci due volte disse "Allora prendila Alex. Forse potrà salvarsi però dobbiamo portarla via."
 
 
Pov Sarah
Sarah stava vagando in un bosco di alberi enormi. Guardando in basso si rese conto che non aveva scarpe e indossava un abito bianco morbido e leggero, quasi trasparente, che arrivava fino a terra. Senza sapere il motivo, continuò a camminare per chilometri, fino ad arrivare ad una radura perfettamente circolare, al cui centro c‘ era una roccia coperta di muschio sulla quale era seduta una donna con i capelli bruni e un abito d‘ oro corto fino al ginocchio. Stava guardando una farfalla rossa che si era posata sul palmo della sua mano. Poi la farfalla volò fino a poggiarsi sopra la spalla di Sarah. La donna sulla roccia la seguì con lo sguardo sorridendo allegra. Poi spostò gli occhi sul viso della ragazza e disse “Sarah, io sono la Regina Giorgia. La madre di tua madre” Poi con sguardo più serio e preoccupato continuò “Devi svegliarti. Hai un compito a cui devi adempiere.” “Quale compito?” Chiese Sarah, perplessa. Poi dietro di lei comparì un signore anziano e, quando si mise al suo fianco, disse “Il compito che ti spetta dalla nascita, mia bella nipotina. Ti chiedo per favore di far rinascere il mio Regno, il tuo Regno, visto che è mia la colpa della sua rovina..” Sarah guardò il signore, profondamente dispiaciuto, e disse “Re William..” Lui le mise una mano su una guancia e la guardò con amore. Anche la Regina le si avvicinò e le prese la mano. Poi disse “Svegliati Sarah.” Re William aggiunse “La corona e chi ti ama ti aspetta” Improvvisamente si alzò un forte vento che la trascinò via. Re e Regina si tenevano per mano mentre le sorridevano orgogliosi. Poi una raffica di vento la scagliò con violenza per terra.

 
Aprendo gli occhi Sarah si rese conto che la foresta era sparita. Era sul letto a baldacchino dorato dove aveva dormito nei giorni precedenti. Era stato tutto un sogno? Non aveva sconfitto Alan? Ma poi girandosi sul comodino vide la corona che era caduta ad Alan quando lei gli aveva tolto i poteri. Un momento.. lei era viva? Come era possibile? Aveva usato tutte le sue forse per resistere alla punizione quel tanto che bastava per sconfiggere Alan ma poi non ricordava altro. Si tirò su a sedere per guardarsi ed essere sicura che era viva. Si tirò persino un pizzicotto che le fece male a sufficienza per assicurarle di essere viva. Ricordando le parole dei nonni sentite nel sogno, Sarah prese in mano la corona. Appena la ebbe tra le dita la corona cambiò. Da appuntita e minacciosa si trasformò in un diadema con una pietra rossa nel centro circondata da leggeri rami e foglie d‘ orati, il diadema che aveva visto quella notte nello specchio magico. Guardandolo sentì che era solo suo. Lo indossò sentendosi finalmente al suo posto. Poi però qualcosa al lato apposto della stanza catturò la sua attenzione. Sarah vide che, seduto su una poltrona bianca c‘era Alexander che dormiva, esausto. Doveva averle fatto la veglia diverse ore, se non giorni. Guardando il ragazzo addormentato, Sarah ebbe un lampo improvviso. Vide lui che si chinava e la baciava piangendo. Con la corona ancora in testa Sarah si alzò da letto e andò in punta di piedi verso di lui. Dolcemente gli mise una mano sulla guancia e si chinò per dargli un leggero bacio. Lo svegliò nel modo più dolce che possa esistere.
 
  

 
Epilogo
 
Sarah stava seduta alla specchiera della sua stanza. Erano passati due giorni da quando si era svegliata. Secondo Rosa lei era riuscita a salvarsi grazie all‘amore che provavano le fate che le stavano vicino, lei ne aveva tratto energia riuscendo ad iniziare la sua guarigione. Quando si era svegliata, Rosa e Alexander l’avevano portata a fare un giro nel regno per conoscere i maghi che lo abitavano. Il regno, anche se era sotto terra, era di nuovo pieno di luce e colori. Alan aveva portato nei sudditi rabbia, paura e disperazione, la sola presenza di Sarah gli infondeva speranza e serenità.
Mentre dormiva, Rosa aveva anche cominciato a mettere in pratica le sue disposizioni. Sarah le aveva chiesto che in caso di vittoria accanto a lei venisse formato un consiglio di fate anziane elette dal popolo che l’aiutasse nelle decisioni importanti. Inoltre le aveva chiesto che potesse far visita ai suoi genitori quando voleva. Rosa all’ ultima richiesta aveva storto la bocca ma Sarah le aveva assicurato che gli avrebbe nascosto della magia e del Regno, però doveva dirgli che si sarebbe trasferita in un posto lontano, non poteva regnare dal mondo degli umani, ma non voleva neanche sparire del tutto dalle loro vite all’ improvviso. Stavano per andare a trovare i suoi genitori e, finalmente, Sarah avrebbe volato in solitaria. Alla morte di Alan anche la maledizione se n‘era andata. Finalmente poteva usare liberamente i suoi poteri. La prima cosa che aveva fatto era stato far comparire tutti gli strumenti musicali possibili nella grande sala all‘ ultimo piano, che sarebbe diventata la sala del consiglio quando sarebbe stato eletto, gli aveva fatto suonare le sue canzoni preferite senza nessun musicista. Solo dopo che aveva ballato per 20 minuti buoni si era resa conto che Alex, Raj e Xavier erano sulla scala a fissarla. Era diventata rossa come un pomodoro. A ripensarci adesso le veniva da ridere. Guardando la sua immagine nella specchiera fece un respiro profondo. Poi prese la corona e la poggiò davanti a lei su un cuscino bianco. Da quando si era svegliata non se l’era più tolta se non per lavarsi e dormire. In quel momento sentì bussare alla porta. Poi entrò Alex “Pronta per andare a salutare i tuoi genitori?” Sarah annuì e si incamminò con lui verso l’uscita del palazzo. Quando uscirono dal palazzo lui la prese per mano e la guidò verso la cascata da dove erano entrati nel Regno, mentre volavano disse, esitando un po’ “Sarah, come mi presenterai ai tuoi genitori oggi? tanto per essere preparato..” la sua finta nonchalance non avrebbe potuto ingannare nessuno quindi lei sorrise e disse “Io stavo pensando a ‘Mamma, papà questo è Alex, il mio ragazzo’ come ti pare?” Alexander sospirò di sollievo e stringendole la mano disse “Mi sembra perfetto..”
Quando videro la cascata, Alexander sembrò rallentare ma Sarah gli lasciò la mano e aumentò la velocità, fino ad attraversare l’acqua, bagnandosi completamente, poi atterrò nella radura per aspettare Alexander. Lui arrivò subito dopo di lei e quando atterrò vicino a lei scosse la testa, come un cane appena uscito dall’acqua, per schizzarla. Sarah balzò via per evitarlo ma lui la inseguì. E così si rincorsero per aria fino ad arrivare a casa di Sarah, ormai asciutti visto il caldo che faceva. La ragazza si rese subito conto che Alexander era nervoso accanto a lei, quindi gli prese la mano e bussò alla porta. Dopo pochi secondi sua madre gli aprì la porta “Ehi tesoro. Hai scordato le chiavi?” Qualcosa non tornava. Era stata via 4 giorni e sua madre non sapeva dire altro? Alexander intervenì e disse “Sì signora, quando sono venuta a prenderla ieri, siamo usciti di fretta e non ha fatto in tempo a prenderle.” Quando sua madre vide Alexander sembrò illuminarsi “Sarah chi è questo bel ragazzo?” La ragazza alzò gli occhi al cielo e rispose “Mamma questo Alex, il mio ragazzo. Starò a casa sua per un po’ di tempo” Sua madre ne fu sorpresa ma poi osservando Alex e sua figlia qualcosa scattò nella sua testa, e annuì semplicemente.

Sarah trascinò Alex fino alla sua stanza. Sul tappeto c‘ era Amelia sempre appisolata. Quando entrò Alex, il gatto annusò l‘ aria e si alzò per strusciarsi sulle gambe del mago. Sarah spalancò gli occhi incredula e disse “Quel gatto odia gli estranei! Questo si che è strano..” Alex si chinò per prendere in braccio il gatto e mentre le grattava la pancia disse “In base ai fatti successi negli ultimi giorni credo tu debba rivedere il tuo concetto di strano..” Sarah scosse la testa, anche se il mago aveva ragione, e prese il trolley dall‘armadio. Prese i suoi vestiti e le scarpe preferite. Sulla sedia c‘ era ancora il vestito a fiori che aveva messo per l‘ orale dell‘ esame, quindi prese anche quello. Quando si vide nello specchio dentro l‘ armadio si sentì come se le mancasse qualcosa. Alex si mise seduto sul suo letto e il gatto continuava a strusciarsi su di lui mentre lui, tutto contento, chiedeva “Ai tuoi genitori importerebbe qualcosa se portassimo via il loro gatto?” Sarah guardandosi nello specchio rispose “Non credo, loro non lo volevano...” Alex la guardò nel riflesso, incuriosito dal suo tono di voce, e vide l‘ espressione accigliata di Sarah “Cosa c’è che non va?” Sarah scosse la testa e disse “Mi sento come si mi mancasse qualcosa.. Lascia stare.. Non lo so neanche io perché mi sento .. incompleta” Alex ci pensò su qualche secondo poi fece un sorriso a 32 denti e disse “Io lo so.. Ti manca la corona.. Ormai la senti parte di te.. “ Sarah si guardò riflessa nello specchio e capì che Alex aveva ragione. Quel diadema la rappresentava. “Sarah non è una cattiva cosa..” Disse Alex vedendo l‘ espressione ancora accigliata della ragazza. “Ragazzi io esco! Mi hanno chiamata all’ ospedale” Urlò sua madre dal salotto. Poi si sentì la porta di casa chiudersi. Sarah chiuse la valigia e andò in cucina. Sul tavolo da pranzo c‘ era il vaso con le rose finte che Sarah odiava da sempre. Posando la valigia alzò la mano e le fece bruciare riducendole in cenere però poi da essa fece nascere un mazzo di fiori di campo dai mille colori e profumatissimi. Poi, sotto il vaso fece comparire un biglietto. Sorridendo felice, prese per mano Alex, che in braccio aveva Amelia, e tornarono a casa, nel Palazzo Reale del Regno di Sotto.

 
 
Cari Mamma e Papà,
Questi fiori non appassiranno mai come il mio amore per voi. Anche se fisicamente non sarò vicino a voi vi penserò spesso e vi verrò a trovare ogni volta che posso. Anche se non siete i miei veri genitori vi amo incondizionatamente. Ho trovato finalmente un posto dove posso essere me stessa. Scrivetemi tante lettere, vi basterò scrivere “A Sarah” sulla busta e la riceverò.
Vi renderò fieri di me, lo prometto.
Con amore, Sarah
P.S. Ho portato via anche il gatto.



Eccoci ragazzi! La mia prima storia completa che carico! Spero che vi sia piaciuta! Ringrazio quelli che sono arrivati fino a qui e vi invito a farmi sapere cosa pensate della storia perchè è già in lavorazione un seguito :D fatemi sapere se siete interessati a leggerlo così che possa soddisfare la vostra curiosità. 
Grazie davvero,
G. M.

 
   
 
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