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Autore: Slytherin_Divergent    03/03/2021    1 recensioni
In un mondo dove la popolazione ha tatuato sul proprio corpo il nome della propria anima gemella, quando si compie una certa età sul corpo di chi può rimanere incinta compare una macchia bianca.
Kenjirou tiene nascosta la sua da anni a causa del terrore dei genitori e quando scopre di aspettare due gemelli allontana Eita e tutti i suoi cari. Per tre anni lui e la sua anima gemella non si vedono e quando riprendono i contatti sembra andare tutto per il meglio, almeno fino a quando Kenjirou non trova il suo migliore amico svenuto in bagno e scopre che qualcuno ha rapito i suoi figli e vuole ucciderlo.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Eita Semi, Kenjiro Shirabu, Nuovo personaggio, Taichi Kawanishi
Note: Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Mpreg, Spoiler!, Violenza
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Era passato un anno e mezzo dall'ultima volta in cui Kenjirou aveva sentito i suoi genitori. Lui ed Eita avevano deciso di parlare della situazione a Taichi ed Akihito per renderli partecipe dei rischi che correvano nel continuare a star attorno a loro, ma nessuno dei due si era tirato indietro. Spesso Akihito si portava dietro la propria ragazza per non essere da solo e così Taichi faceva con Tsutomu - che Eita e Kenjirou si aspettassero un'uscita del genere dal biondo era saltato fuori la prima volta in cui il corvino si era presentato a casa del castano e loro non avevano avuto nessuna reazione alla scoperta della loro relazione.

Se non fosse stato per l'essere scortato da qualcuno ovunque andasse, Kenjirou avrebbe giurato di essere tornato alla normalità. Lui ed Eita avevano ripreso a frequentarsi ed erano ormai più le notti che il biondo trascorreva a casa della sua anima gemella che quelle in cui stavano separati. Non pensava che le cose sarebbero mai potute andare meglio per loro.

Era metà maggio quando i sicari della fan psicopatica di Eita si fecero nuovamente vivi. Avevano appena lasciato il parcheggio del luogo dove si era svolto il pranzo di matrimonio della sorella di Taichi a cui erano stati invitati ed Eita aveva lasciato che per una volta Kenjirou usasse la patente che aveva già da qualche anno, quasi mai sfruttata.

«Smettila di agitarti come se stessi andando al macero.» Kenjirou curvò a sinistra sulla stretta stradina di campagna dispersa in mezzo al bosco, diretto verso l'autostrada.

«Non mi sto agitando come se stessi andando al macero!» si difese Eita. Kenjirou roteò gli occhi.

«Certo che sì. Mi stai anche distraendo.»

«Scusa.» bofonchiò il biondo. «È solo che la macchina è nuova.»

«Ti ho già detto che starò attento!» fece il castano in risposta, poi lasciò che Eita accendesse la radio. Rimasero in silenzio per parecchi minuti mentre procedevano senza intoppi per la strada. Dietro di loro c'era la macchina di Taichi ed Eita poteva vedere dallo specchietto retrovisore le figure profondamente sfatte di Yuushou e Kai nei sedili dietro, che cercavano disperatamente di tenere il filo di qualunque discorso Tsutomu stesse facendo.

La voce dell'intervistatore alla radio venne disturbata dal suono del cellulare di Eita che squillava. Il biondo rispose accigliato notando che colui che lo stava chiamando era Kai. «Pronto? Che succede?»

«Semi, c'è un problema.» a parlare era Taichi. Dovevano aver messo in vivavoce.

«Che problema?»

«Vedi la macchina dietro la nostra?» Eita si voltò e lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore. In lontananza - dovevano essere venti metri buoni dalla macchina di Kawanishi - c'era un'auto nera.

Annuì al vuoto. «Sì, la vedo.»

«Pensiamo che ci stia seguendo.» intervenne Tsutomu. «Che vi stia seguendo. Non ha la targa.»

Eita deglutì. «Come fate a dirlo? Ne siete sicuri?»

«Era parcheggiata poco prima del vialetto che conduceva alla villa. È partita quando l'abbiamo sorpassata e continua a venire nella nostra direzione da tutto il tempo.» Semi strinse le labbra.

«D'accordo, aspettate un attimo. Vi richiamo tra poco.» chiuse la chiamata e si voltò indietro per guardare la macchina, poi prese le mani dei figli. «Yukine, Fuyuki.»

I due lo guardarono e Fuyuki si sporse in avanti. «Che succede, papà? Con chi eri al telefono?»

«Ero con Kawanishi. Ho bisogno che mi ascoltiate bene, intesi?» Kenjirou lanciò un'occhiata ad Eita, ma non disse nulla. I due bambini annuirono. «Qualunque cosa succeda, non dovete assolutamente voltarvi a guardare indietro, chiaro? Non slacciatevi le cinture per nessun motivo e state fermi sui seggiolini. Potrebbe essere pericoloso.»

I due si scambiarono un'occhiata e annuirono, rispondendo all'unisono: «Okay.»

Eita tornò a voltarsi avanti e guardò Shirabu. «Kenjirou.»

«Perché Taichi ti ha chiamato? Che succede?» domandò il castano. Il biondo si schiarì la gola.

«Non allarmarti. Ho bisogno che mantieni la calma, okay?»

«Eita, dimmi solamente cosa sta succedendo.» sbottò il castano.

«Pensiamo che ci stiano seguendo.» fece un cenno con il capo come ad indicare la strada dietro di loro. «La macchina nera. Non ha targa e ci segue da quando abbiamo lasciato la villa.»

Kenjirou lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore e tirò un profondo respiro, annuendo. «La vedo.»

«Richiamo Kawanishi.» mise il vivavoce dell'auto e si schiarì la gola, ma fu Shirabu a parlare.

«Taichi, siamo quasi all'imbocco dell'autostrada.»

«Lo so. Stanno cercando te, quindi appena entri voglio che te ne vada il più velocemente possibile.» il castano deglutì e lanciò un'occhiata a Semi.

«Sono d'accordo. Se ci stanno seguendo probabilmente non sono sicuri di dove abiti. Provocare un incidente stradale è troppo rischioso per loro perché in questa zona ci sono troppe telecamere e poi se quello che la ragazza dice è vero allora il suo obiettivo sono io. Non mi farà del male.» esclamò. «Seminarli è la via più sicura.»

Shirabu annuì e voltò a sinistra, imboccando la via del casello autostradale. «D'accordo.»

«Noi rimaniamo in chiamata per controllare la situazione. Magari è solo un falso allarme.» rispose Goshiki. Kenjirou si fermò di fianco al casello autostradale e prese il biglietto. Eita deglutì vedendo la macchina nera fermarsi nel casello di fianco, ma non riuscì a vedere chi c'era alla guida.

«Parti, Kenjirou. Parti!» il castano diede gas e imboccò a tutta velocità la rampa per raggiungere l'autostrada. Anche la macchina nera diede gas.

«Cazzo! Taichi, dove siete?!» gridò il castano.

«Siamo dietro la macchina nera. Vai avanti senza preoccuparti di noi. Teniamo d'occhio la macchina.» rispose il biondo.

«Ci vediamo a casa.»

«Ci vediamo a casa.» rispose l'altro. Kenjirou s'immise nella corsia dell'autostrada e pigiò sull'acceleratore, raggiungendo la seconda corsia di sorpasso.

Eita guardò indietro con lo specchietto retrovisore. «Sono indietro, deve averli bloccati il traffico mentre entravano.»

Venne interrotto dalla voce di Yuushou. «Stanno accelerando!»

«Sì, sono venti metri davanti a noi ora. Credo stiano infrangendo una buona trentina di leggi stradali.» rispose Kai.

Eita guardò Kenjirou. «Accelera.»

Il castano cambiò marcia e portò la macchina ai cento orari, deglutendo. I loro inseguitori erano ancora una buona cinquantina di metri dietro, ma stavano man mano recuperando terreno. Passavano dalla prima alla seconda corsia di sorpasso facendo slalom tra le auto e molta gente gli stava suonando. Il castano accelerò ancora e s'immise nella prima corsia di sorpasso, poi passò alla corsia normale e tornò in quella in mezzo. La macchina dietro di loro continuò ad avvicinarsi.

«Cazzo. Cazzo, ci raggiungeranno.» mormorò Eita. «Devi andare più veloce.»

Kenjirou deglutì. «Non ho mai messo la quinta!»

«Beh, dovrai farlo se vuoi continuare a vivere!»

«Hanno aumentato ai centodieci! Se non vi muovete in due minuti saranno lì.» gracchiò Taichi al telefono.

«D'accordo!» sbottò Shirabu, poi cambiò marcia e con forza schiacciò l'acceleratore fino a quando la tacca non segnò i centoventi.

«Tra poco dobbiamo uscire.» gli ricordò Eita mentre superavano il cartellone che segnava un rallentamento a cinquecento metri da lì. Strinse i denti iniziando a vedere le macchine ferme. «Non possiamo fermarci!»

«E cosa vuoi che faccia?!» sbottò il castano incominciando a rallentare. «Che gli voli sopra?!»

«Passa nella corsia di servizio. Noi gli blocchiamo la strada a destra.» rispose Tsutomu al telefono.

«Curva ora!» gridò Eita e il castano s'immise nella corsia di servizio. Dallo specchietto retrovisore Semi guardò la macchina nera fermarsi in coda e tirò un sospiro di sollievo. Se ne pentì non appena la voce impanicata di Taichi gli giunse nelle orecchie.

«Ci ha tagliato la strada!» sbottò il biondo. Eita si voltò per guardare indietro e sbiancò vedendo la macchina nera immettersi nella corsia di sorpasso.

«Kenjirou, dobbiamo uscire dall'autostrada. Usiamo il traffico del centro per farci perdere di vista. Esci alla prossima.» il castano annuì e accelerò ancora di più, poi imboccò a tutta velocità l'uscita dall'autostrada e si diresse verso il casello. «Usa l'ETC.»

«Non voglio usare i tuoi soldi!» sbottò il castano.

«Oh, per carità, me li ridarai se proprio ci tieni. Non abbiamo il tempo di fermarci a pagare.» Kenjirou si diresse verso il casello e la sbarra di ferro si alzò poco dopo. Ci passò sotto a tutta velocità e s'immise nella strada principale. Eita sospirò di sollievo vedendo che la macchina nera si era fermata per pagare la tratta.

«Che faccio ora?!» sbottò Shirabu. Eita tornò a voltarsi in avanti.

«Tra un chilometro c'è un paese. Sfruttiamo le sue vide secondarie per farci perdere di vista e poi arriviamo a Tokyo tramite le vie di campagna.» rispose il biondo.

«Siamo appena usciti dall'autostrada.» esclamò Taichi al telefono. «Vediamo la macchina nera ma non voi. Non sta andando troppo veloce, quindi presumo non vi vedano nemmeno loro.»

Eita guardò Kenjirou. «Accelera comunque. Non voglio correre rischi.»

Kenjirou non rispose e si limitò a superare leggermente il limite di velocità. Raggiunsero il paese nel giro di pochi minuti e il castano s'infognò nelle stradine secondarie sotto la guida di Eita e della mappa aperta sul suo cellulare.

«Siamo usciti adesso dal paese.» mormorò Eita al telefono. «Andiamo dritti a casa mia.»

Kenjirou gli lanciò un'occhiata. «Perché da te?! Ci troveranno di sicuro così!»

«Perché così lasciamo la macchina e prendiamo un taxi!» sbottò il biondo.

«Sì, è un buon piano.» rispose Taichi. «Noi gli siamo ancora dietro. Stanno girando per il centro quindi penso che possiate andare tranquilli. Noi passiamo dalla via principale. Quando arrivate richiamateci, okay?

Kenjirou annuì. «D'accordo. Ciao.»

Chiusero la chiamata e Yukine si aggrappò al sedile di Eita, sporgendosi leggermente in avanti. «Papà? Perché ci stavano seguendo?»

Il biondo deglutì. «Perché non sono brave persone. Vogliono farvi del male, ma noi non lo permetteremo.»

Proseguirono il viaggio in silenzio, rotto solamente quando raggiunsero l'appartamento del biondo e lasciarono la macchina in garage. Kenjirou si avvicinò ad Eita quando chiuse la chiamata con il tassista e mormorò.

«Rimani qui. È più sicuro per tutti.» Semi scosse la testa e gli prese il viso tra le mani.

«Non ti lascio da solo.» Shirabu sospirò.

«Non ci succederà nulla, te lo prometto. Ti chiamo appena arrivo a casa, okay?» si alzò sulle punte e lo baciò dolcemente. «Te lo prometto.»

Il biondo annuì stringendo le labbra. «Va bene.»

Poi si allontanò, lasciando che il castano si avviasse verso il taxi appena arrivato.

 

   
 
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