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Autore: ilbilbo    05/03/2021    3 recensioni
Cos'è l'alba? Quanto è lontana? In questa storia, i due protagonisti, travolti in un vortice di fatalità e passioni, riusciranno ad arrivarci?
L'abbiamo scritta in due come vedrete dal prologo. Se vi piace, recensite! Se non vi piace, recensite ancora di più! Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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III ~ CITTA'

 

 

Vincent

Mi affaccio alla porta-finestra del mio monolocale super tecnologico ricavato all'interno del "camino di fata" dove abito. Sono ancora sorpreso di quello che mi sta capitando da un po' di giorni a questa parte, ma mi sento sereno, in pace con lo splendido ambiente che mi circonda. Avevo già cominciato a riconoscere da lontano le prime guglie durante il percorso sulle moto sollevate da terra, guidate dalle due sorelle, Selvaggia e Barbera. Ogni tanto vengono a trovarmi, sono tutt'e due molto gentili, abitano nella guglia accanto. Siamo in Cappadocia, nella zona di Göreme. La maggiore, Selvaggia, si è subito fatta in quattro per procurare a me e a Kallen uno smart a testa. Tutti hanno lo smart qui, è obbligatorio; è un anello piuttosto largo da portare al pollice sinistro, una specie di centro di controllo dotato di una quantità incredibile di aggeggi complementari, tablet, orologi, caschi, occhiali… Il piú utile in questo momento per me è il traduttore, una micro cuffia senza fili che traduce istantaneamente tutto quello che gli altri dicono intorno. L'aspetto geniale di quest'oggetto è che mantiene alla perfezione la voce di chi parla. E cosí Selvaggia, in questi giorni, con la sua parlantina fluente ed educata, ci ha raccontato parecchie cose su questa popolazione di cui fa parte. Ce l'ha fatta capire e apprezzare. Pendiamo dalle sue labbra. Barbera è più riservata, ma interviene ogni tanto con decisione per correggere la sorella. Ha una voce sensuale, quasi da bambina.

"Ciao Vincent, sei pronto?" Dalla stanza di sopra la mia segretaria interrompe le mie riflessioni. Già, Kallen, quella da un diavolo per capello, è perfetta come segretaria. Una donna che a volte parla prima di pensare, a volte pensa prima di parlare. Sorride, è accattivante.

Ci siamo messi d'accordo, e lei fingerà di essere da sempre la segretaria del famoso archeologo Vincent. In realtà nel mondo di prima mi interessavo davvero di archeologia. Avevo partecipato a due campagne di scavi proprio qui, nella città sotterranea di Derinkuyu, appena dopo la sua scoperta nel 1963. Avevamo esplorato 12 piani sotterranei scavati nel tufo, uno piú grande dell'altro, e mi riproponevo di trovarne ancora altri. Non avrei mai creduto che mi ci sarei ritrovato in questa specie di non-vita.

La sorpresa piú grande è stata per me quella di arrivare qui e di trovare tutti gli ingressi alla città spariti. Nessuno immagina che sta camminando sopra un gioiello di ingegneria civile.

Selvaggia ci ha presentato a Polimax, una specie di boss locale molto simpatico. Quando lui è presente, la conversazione non muore mai. E' sulla cinquantina, capelli grigi diradati. Parla sempre a voce molto alta, ride spesso e la sua risata è contagiosa.
Oggi pomeriggio, dice, ci porterà da una persona che ci farà avere i finanziamenti e gli operai per riportare alla luce la misteriosa città di Derinkuyu, di cui gli ho parlato con entusiasmo.

Kallen me lo sta ricordando, i capelli lunghi raccolti in una treccia, una specie di Lara Croft direttamente uscita dal videogame.

"Sono le undici passate", dice.

 

Kallen

I giorni scorrono veloci, in questa specie di residence per turisti danarosi dalle velleità archeologiche. Sono tutti molto gentili, alcuni anche troppo. Penso infatti alla strana figura di Polimax, sempre a ridere, sempre a deviare il discorso quando si inizia a parlare di cose un pó piú serie, e a riportarlo su argomenti frivoli.

Oggi siamo suoi ospiti a pranzo. Lui indossa una camicia aperta sul petto, come a voler ostentare meglio la grossa collana d'oro da cui non si separa mai. Sopra gli stivali porta una specie di ghette chiare e tutto sembra voler indicare che il capo è lui, che lui ha il controllo di ogni cosa.
Siamo in una specie di chiesa sconsacrata scavata nella roccia. Vincent, con aria da funerale, mi ha detto che quella era la chiesa di Santa Barbara, una delle tante sparse nella zona, e che non poteva concepire il fatto che l'avessero trasformata in ristorante. Vincent è pratico della zona, dice che ci è venuto piú volte nell'altra vita, ogni tanto corregge Polimax quando scivolano su argomenti di storia e di arte. I tavoli di legno senza tovaglia e la tipica confusione da osteria da quattro soldi distolgono l'attenzione dagli affreschi antichissimi che ricoprono tutte le pareti, le volte e la cupola.

Sono diventata amica di Barbera, la sorella piú piccola. Mi ha raccontato un pó come fare per essere considerati eleganti e alla moda in questo strano mondo. Con me parla molto, con la sua voce da bambina. Mi ascolta con attenzione mentre le descrivo il mondo che ho lasciato, e che mi manca parecchio.

Soprattutto il cibo non riesco ad accettarlo e da quando sono qui sono ulteriormente dimagrita. Non ho mai amato la carne, ma qui addirittura è sintetica, "in vitro" dice Vincent, ha un sapore indefinito sgradevole. E poi ci sono insetti dappertutto: nel pane, fatto di farina nera di formiche, nei dolci, nei fritti, nelle salse. Mi passa la fame prima ancora di assaggiare quelle porcherie.

Vincent aiuta me ed io aiuto lui. Potrebbe essere mio padre, forse addirittura mio nonno, ma gli voglio bene come a un caro amico. Ci hanno avvicinato le difficoltà del vivere quotidiano in questo ambiente ostile. Sono orgogliosa di essere considerata la sua segretaria, anche se non vedo l'ora che questa situazione finisca.

Mangio o almeno ci provo, sorrido alle cavolate di Polimax, e penso: finirà davvero mai, questa storia? Coraggio Kallen, non ti arrendere, tira fuori tutta la grinta di cui sei capace!

   
 
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