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Autore: VexJack88    05/03/2021    0 recensioni
Catapultati in un mondo alternativo la saga inizia migliaia di anni dopo gli eventi della Guerra Sacra, seguendo le vicende di due ragazzi, Jack e Mark. Il destino li condurrà alla scoperta del Mondo e dei suoi segreti. Tra questi abbiamo le Scaglie, frammenti di un Asteroide che assimilarono l'essenza divina acquisendo vita, forma, colore ed un proprio potere peculiare. Inaspettatamente i due ragazzi si trovano ad affrontare una marea di vicissitudini che li porteranno a trovare sé stessi ed il loro posto del mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I due ragazzi si trovavano fuori dalle mura della Città. «Muoviamoci prima che il Maestro ci dia per dispersi» Si diressero di fretta in cima al colle, nel luogo dell'incontro. In cima vi si trovava un albero di Castagno. Era giovane e lo si capiva dalla corteccia liscia con lenticelle ben evidenti. Le foglie erano semplici, decidue, grandi, allungate, con margine dentato, stipolate e brevemente picciolate. Data la stagione non avevano ancora generato il loro frutto. «Adesso che facciamo?» Nonostante fossero arrivati in ritardo non c'era alcuna traccia del Maestro Sean. Nemmeno il carro che usava per il trasporto dei prodotti. «Aspettiamo» disse Jack mentre si sedette a terra lasciandosi cadere di peso. Era tutto indolenzito. Gli facevano male le costole e la faccia. Si lasciò andare sul manto erboso, ed alzando lo sguardo alla volta celeste, poteva osservare come la notte avvolgeva tutto quello che stava intorno e lo ricopriva di una contemplativa aria di mistero. La notte aveva inghiottito la città portando calma e lieta serenità. Le luci delle piccole stelle, che in cielo brillavano, donavano quel minimo scintillio per far capire che ogni cosa sta solamente riposando, non ha ceduto il passo alla morte. Serenamente, sembrava che ogni forma di vita lasciasse che l'invisibile oscurità imprimeva nel proprio lato più vulnerabile, le tracce della sua presenza. I silenzi erano ascoltati nella più completa attenzione per lasciare spazio pian piano, al più assoluto riposo. Era ora tarda e tutti, nei dintorni, erano chiusi nelle proprie case a godersi la pace della nottata, uno stacco dalla vita quotidiana. «Questa nottata mi trasmette un po' di tristezza per il fatto che sono solo, qui, a contemplarla» disse Jack. «Sono diventato invisibile tutto ad un tratto?» rispose Mark. «Ma che c'entra. E che avrei voluto vedere le stelle insieme ad Emily» «Grazie, molto gentile. Ma sappi che "lo dirò al Maestro Sean e vedrò la tua testa su una picca"» Quella frase sarcastica venne seguita dal silenzio, per poi essere interrotto da una fragorosa risata da parte di entrambi. Jack si sollevò in piedi. «Come mai il Maestro Sean non arriva più? Dici che gli sarà successo qualcosa?» Era impensierito. «Non lo so. Direi di controllare in zona» «Dove credete di andare, poveri bastardi» Lukas era giunto sul colle. «Ancora tu?» «Non pensavate veramente che sarebbe finita lì, sciocchi pezzenti» «Certo che ti piace andare in giro in cerca di guai» Mark prese la barra di ferro e la sollevò appoggiandola sulla spalla destra. Lukas rimase fermo ad osservarli. «Vi scuoierò vivi ed appenderò i vostri corpi sulla strada per Maggiociondolo. Morirete lentamente ed in modo agonizzante. Chissà quale sarà la causa di morte. Fame? Sete? Dissanguati? O forse i corvi banchetteranno con le vostri carni?» Sogghignò. «So solo che ci sarà da divertirsi» Jack era in piedi che osservava con aria di sfida. La visione di Lukas che picchiava Emily era ancora fresca e indelebile nella sua mente. L'odio si faceva largo dentro di sé. «Seppure il disprezzo dà spesso sollievo, non consola mai. Puoi sputare su una rosa, ma rimarrà sempre una rosa. Guarda bene, scoprirai che nel tuo disprezzo c'è un po' di invidia segreta. Considera bene ciò che disprezzi e ti accorgerai che è sempre una felicità che non hai, una libertà che non ti è concessa, un coraggio, un'abilità, una forza, dei vantaggi che ti mancano, e della cui mancanza ti consoli col disprezzo. Dici sempre le solite frasi: "sarò uno studente elité dell'Accademia... lo vuole mio padre... lui lui lui"; appunto, lo vuole tuo padre. Non hai una tua idea, una tua libertà di pensiero, ed ormai ti crogioli nell'idea di avere in mano il proprio destino, di avere delle scelte, ma non è così. Ormai sei schiavo di tuo padre, il suo giocattolino da plasmare e da esibire davanti agli stronzi gonfi e pieni di sé, proprio come lui. E' così egocentrico che ad un matrimonio vorrebbe essere la sposa, e ad un funerale il morto. Troppa gente spende soldi che non ha guadagnato, per comprare cose che non vuole, per impressionare gente che non gli piace. Ormai tu sei succubo di lui. Solo dal tuo vanto si capisce di cose sei privo» Jack emise un piccolo gemito di sofferenza. Un enorme livido aveva invaso di dolore il fianco sinistro. «Non oseresti mai andare contro le idee e le parole di tuo padre, vero? Come i tuoi finti amichetti che ti seguono solamente sapendo a chi sei figlio, solamente perché hai avuto la fortuna di essere uscito dalla giusta fica. Ma questo non fa di te un uomo umile, anzi... non fa di te nemmeno un uomo. Ed in merito a ciò penso che sia più offensivo essere apprezzati per i motivi sbagliati che essere disprezzati per quelli giusti» Lukas osservava in modo torvo Jack mentre pronunciava quelle parole. Nella sua mente pensava a tanti modi di tortura che avrebbe tanto voluto praticare in quel momento. Poi cercò di calmarsi e sorrise. «Oh, mi hai ricordato qualcosa...» Con uno schiocco di dita tre ragazzi si manifestarono alle spalle di Lukas. Jack rabbrividì nel vedere Emily con loro. «Lasciatela andare!» Era imbavagliata. Si reggeva a stento in piedi. Le lacrime avevano rigato il suo volto ed una serie di ferite cospargevano il corpo. Lukas la prese prima per i capelli e poi la teneva stretta tra le braccia puntandole un coltello alla gola. «Sarebbe un vero peccato se il coltello mi scivolasse dalle mani e finisse nella giugulare di questa puttanella» Un forte senso di rabbia ed odio pervase in Jack. Rimase paralizzato osservando quella scena. «Lasciala andare, bastardo!» «Bastardo io? Qui gli unici bastardi senza genitori siete voi due. Se fossero ancora vivi li avrei portati a Maggiociondolo con me. I vostri padri sarebbero marciti come schiavi, mentre le vostre madri avrebbero riscaldato ogni notte i nostri letti» «Non lo ripeterò un'altra volta. Lascia andare Emily... Ora!» «Lasciarla andare? E perché mai? Vedete questa ferita sulla mia faccia? Rimarrà la cicatrice ed un Lord non può mostrarsi come fosse un plebeo» «Cosa c'entra lei? Sono stato io a farti quel segno, e sono disposto a spaccarti anche l'altro lato» Nel mentre Mark brandiva tra le mani la barra di ferro, pronto a scagliarsi contro Lukas al minimo errore. «Lei è stata la prima a colpirmi in faccia quindi sarà la prima a subire» Lukas segnò il volto di Emily provocandole una ferita profonda allo zigomo sinistro. Jack reagì immediatamente afferrando un ramo caduto dell'albero, ma Lukas puntò il coltello alla gola della ragazza. «Fai un altro passo e giuro che la vedrai sanguinare come un maiale sgozzato» Jack si sentì ad un tratto come una falena impotente, che svolazzava sui vetri della finestra della realtà, osservando dall'esterno un mondo sfocato. Lui e Mark non erano altro che gli spettatori di quella impotenza. Per qualche secondo si udiva solamente il soffio del vento ed il respiro forte di Jack e Lukas. Da est, in lontananza, percepirono sempre più forte il rumore dei passi di un tizio incappucciato che si avvicinava a loro. Nonostante fosse completamente coperto potevano notare una statura robusta dell'individuo ed una fitta barba bianca fuoriuscire dall'ombra velata del cappuccio. Con sé portava la carcassa di un uomo sulle spalle. «Ma quello...» Era posizionato a pochi metri dai ragazzi. Non disse nulla e non fece nulla, se non lasciar cascare il corpo che portava sulle spalle a terra. Era quello del Maestro Sean. «Cosa gli hai fatto?» Mark velocemente si avventò contro il tizio misterioso che scomparve in un attimo. «Ma... dov'è andato?» Si mosse così rapidamente che nessuno si accorse subito della sua presenza alle spalle di Lukas. Un piccolo battaglione di nuvole cominciava a spiccare sullo sfondo oscurando la luce delle stelle e della luna. Il cielo era diventato sempre più buio. Le nuvole iniziarono a diventare sempre più grosse e sempre più scure, fino a formare un nembo oscuro sopra le loro teste. Il colle era avvolto dal silenzio quando ad un tratto, in lontananza, si intravedevano i primi lampi e sentivano il rumore sordo dei tuoni. L'acqua incominciò a scendere, piano piano, poi sempre più intensamente, fino a sembrare un'unica grande lastra di ghiaccio. Impulsivamente i ragazzi accorsi in aiuto a Lukas cercarono di colpire, senza successo, il misterioso individuo, che repentinamente reagì. Nessuno si accorse del suo movimento istantaneo. Tutti e tre i ragazzi caddero a terra privi di vita. Lukas lasciò andare Emily. Jack corse immediatamente verso di lei afferrandola prima che cadesse a terra. «Dimmi chi sei. Lo dirò a mio padre e ti farò giustiziare» Il dito puntato sul petto dell'energumeno. Deglutì. Non ricevette alcuna risposta, alcuna reazione. Lukas era impaurito ed intimorito dalla figura di quel essere privo di emozioni. Non disse nient'altro, limitandosi ad osservare nella fessura del cappuccio in cerca del suo volto celato. Tutto d'un tratto, come per magia, l'improvvisa tempesta finì e le nuvole si ritirarono come dei soldati di un esercito alla fine della battaglia. Il tempo era molto umido, caldo e si faceva fatica a respirare. L'odore di bagnato era intenso. Improvvisamente udirono un rumore, come il possente ed energico ruggito di una gigantesca e feroce bestia, che fece vibrare la terra sotto i loro piedi. Inaspettatamente ed improvvisamente una molteplice di saette lucenti spuntarono fra le nuvole che si stavano diramando, colpendo qualunque cosa si trovasse sulla cima del colle. Uno di questi divise Jack ed Emily. L'ultimo ruggito di terremoto scosse la terra fin nelle viscere. Un bagliore accecante avvolse i rami rinsecchiti dell'albero, e tutto fu luce e frastuono. Jack si rannicchiò su se stesso e coprì le orecchie con il palmo delle mani. Quando l'urlo si spense, anche il terreno smise di tremare. Il ragazzo riaprì lentamente gli occhi e scorse tra la polvere i resti scomposti dell'albero ed i corpi folgorati di Lukas e dei suoi amichetti. Tutto era silenzio. Jack si guardò attorno. Si udiva solamente un suono come di tappeti che sbattevano. Alzò lo sguardo e vide l'enorme tizio incappucciato che aleggiava su di lui, usando il mantello come fossero grandi ali. Un ultimo chiarore invase il colle e poi il nulla avvolse Jack facendolo sprofondare in un sonno profondo e privo di sogni. Lo sconosciuto e misterioso individuo prese i corpi svenuti di Jack e Mark dissolvendosi nel buio della notte.
   
 
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