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Autore: crazy lion    08/03/2021    1 recensioni
Quando in casa di Taylor cominciano a sparire vari oggetti e cibo, la ragazza decide di investigare assieme ai genitori. Con il fratello Austin farà una scoperta sorprendente.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Austin Swift, Nuovo personaggio, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6.

 

RIVELAZIONI

 
Passarono due giorni. Taylor trascorreva ogni minuto possibile assieme al drago, a volte si portava addirittura i libri e i quaderni per studiare in soffitta e lui la osservava seduto su uno scatolone. In quel breve lasso di tempo Sorin era cresciuto, diventando il doppio della sua taglia originaria e ora assomigliava a un giovane coniglio sulla via per diventare adulto.
"Taylor, come va la scottatura?" le chiese la mamma quella mattina a colazione. "Ci hai messo la crema?"
I genitori avevano notato la fiamma sul suo braccio, ma lei era riuscita a convincerli che non si trattasse di quello e che, invece, si fosse scottata facendo il tè.
"Meglio, mamma, grazie. E sì, ci ho messo la crema che mi hai comprato in farmacia."
"Bene. Posso vedere?"
Il rossore della fiamma si era attenuato molto, così la madre si tranquillizzò.
"Non capisco come tu faccia ad avercela di questa forma" le disse, ma se si fece altre domande non vi diede voce.
Taylor sapeva che avrebbe dovuto raccontare tutta la verità ai genitori, solo che non aveva idea di come.
Una volta a scuola, aspettò la pausa pranzo e continuò a fissare l'orologio appeso al muro. Riusciva a percepire la coscienza del drago anche  a una grande distanza. Stava esplorando i dintorni della casa dalla finestra lasciata aperta. Sorrise al pensiero delle immagini mentali che le stava mandando, di case, giardini, piante e fiori. Chissà come doveva essere bello il mondo visto da così in alto.
"Stai aspettando qualcosa?" le chiese la sua amica Abigail.
"Di tornare a casa."
"Ti stai annoiando?"
"No, ma ho una cosa che devo dirti dopo."
In pausa pranzo, una volta finito di mangiare, la ragazza la prese in disparte. Uscirono in cortile e si accomodarono su una panchina.
"Che c'è?"
"Non ci crederai mai!" esclamò Taylor con un gran sorriso.
"Dai, dimmelo."
"Ho un drago."
Prima che l'altra potesse mettersi a ridere, la ragazzina si affrettò a spiegare cos'era successo.
"Mi stai prendendo in giro, per caso? Perché se è uno scherzo, l'hai davvero architettato bene."
"No, ti giuro che è la verità. Ti mostro una foto."
Prese il cellulare dallo zaino e gliela fece vedere. L'aveva scattata il giorno prima.
"Mio Dio! Non ci posso credere. È pazzesco. Ma com'è possibile?"
Abigail fissava la fotografia come se si fosse trattato di un extraterrestre.
"Non lo so, ma è capitato. Vuoi conoscerlo?"
"Certo che sì!"
"Vieni da me dopo la scuola, allora."
Dopo aver finito le lezioni e avvertito la madre, Abigail salì in autobus con Taylor e andarono a casa di lei insieme. Una volta dentro, la ragazza venne accolta con calore da Scott, Andrea e Austin.
"Vuoi qualcosa da bere, cara?" le chiese la donna.
"No grazie, sono a posto."
"Mamma, noi andiamo di sopra a studiare" disse Taylor.
Le due salirono in soffitta. In quel momento il drago entrò volando. Stava masticando qualcosa.
Sa procurarsi il cio da solo, allora. Bene!
Abigail fece un balzo all'indietro.
"Ma che diavolo…"
"Te l'ho detto, è un cucciolo di drago, ma non fa niente di male. Vero, piccolino?"
"Vero" rispose questi, felice di rivedere la mamma e appollaiandosi su una sua spalla.
"Allora non dicevi una bugia quando mi hai spiegato che sa parlare!"
Abigail teneva la bocca aperta, in evidente stato di shock.
"Ti ho mai mentito?"
L'altra negò.
"Vuoi prenderlo in braccio?"
"Ehm, non so se sia il caso, magari gli faccio male."
"Ma no, tranquilla."
Taylor glielo passò con delicatezza e Abigail se lo strinse al cuore, solleticandogli i fianchi con un dito. Lui rise e si dimenò.
"Sta' fermo" sussurrò la ragazza.
"È un cucciolo, cosa ti aspetti?"
"Hai detto che si chiama Sorin?"
Intanto il draghetto accarezzava Abigail su una guancia con una zampetta.
"Sì."
"È un bellissimo nome, molto allegro ma anche dolce."
"Già, lo penso anch'io. E a lui piace."
"Sì, sì!"
Il draghetto si agitò dopo averlo detto e volle tornare da taylor.
"Devo solo farci l'abitudine, ma mi sta simpatico."
La ragazza fu felice per le parole dell'amica.
Le due passarono le ore seguenti a studiare e ogni tanto a giocare con il drago. Gli facevano il solletico, gli nascondevano un oggetto da qualche parte e gli chiedevano:
"Dov'è?"
e lui doveva cercarlo, oppure gli facevano inseguire un gomitolo di lana. Sorin correva, rideva e si divertiva come un matto.
"Ragazze, a tavola!" chiamò Andrea.
Le due, affamate, scesero in fretta e fu solo quando arrivò in cucina che Taylor si accorse che Sorin era dietro di lei. Si era dimenticata di dirgli con la volontà di restare lì dov'era.
Che stupida sono stata! E ora?
"Taylor, cos'è quel coso?" chiese Scott alla figlia.
Che fare? Mentire o dire la verità? Scelse di provare con una bugia.
"È il coniglio domestico per il progetto di scienze. Una mia compagna me l'ha dato perché non poteva tenerlo."
"Mamma!" esclamò Sorin, volandole in braccio.
"I conigli non parlano, Tay" le fece notare la mamma. "E poi come mai oggi non l'abbiamo visto, se l'hai portato a casa?"
"Perché…"
"Basta bugie. Taylor Alisson Swift, dicci la verità" tuonò il padre. "Sai che non mi piace quando menti."
Il drago iniziò a piangere, ma la ragazza lo calmò con parole dolci. Abigail e Austin rimanevano in silenzio.
"Questo è un drago." E così, Taylor raccontò anche a loro quanto accaduto. "Ora sapete tutto" concluse.
"Allora era lui il ladro in casa!" esclamò Andrea. "Ma i draghi non esistono nella realtà, come fa a essere qui?"
"Ho smesso di domandarmelo, mamma, altrimenti impazzisco. Mi dico che è successo e basta."
"Incredibile" borbottò Scott. "E perché hai preso i nostri oggetti?"
"Mi piacevano" rispose il piccolo.
"Non sapeva cosa fossero, gliel'ho spiegato io. Ma ho rimesso tutto a posto, come avete visto" spiegò ancora Taylor.
"Io l'ho aiutata, sapevo tutto" aggiunse Austin.
"Se siete scioccati, siete in buona compagnia" disse Abigail.
Tutti cenarono continuando a parlare del drago, che ogni tanto si avvicinava per mendicare qualche pezzo di carne.
"Cos'hai intenzione di fare?"
"Tenerlo, papà. Posso, vero?"
Sorrise, convinta che i genitori avrebbero capito. Aveva parlato loro anche della fiamma e del significato che aveva.
"Tesoro, un drago deve volare libero e correre, non può stare in una casa anche se non cresce molto. Dobbiamo liberarlo" disse Andrea.
Taylor si incupì all'istante.
"Ma là fuori è pericoloso! Morirà!"
"Non succederà. Tutti i draghi ricordano il loro luogo d'origine" disse Austin.
"Come fai a saperlo?"
"Sto leggendo un libro sull'argomento."
Taylor decise di fidarsi delle parole del fratello.
"Ma io e lui siamo collegati! C'è una connessione fra noi" insistette la ragazza. "Non possiamo separarci."
"Taylor, ascoltami." Le parole di Sorin la fecero voltare verso di lui. "I tuoi genitori hanno ragione, io devo andare." La sua voce era cambiata, dopo la trasformazione. Si era fatta più profonda, ma era sempre dolcissima. "Devo vedere il mondo, scoprire se ci sono altri della mia specie o trovare il mio posto, che non è qui fra gli umani. Ma non ti dimenticherò mai e ti prometto che potrai cercarmi con la mente ogni volta che vorrai. Io ti risponderò dovunque sarò e mi farò sentire tutti i giorni. E tornerò a trovarti. Non dimenticherò mai la strada per arrivare a questo posto. Tu mi hai salvato la vita, ora è il momento che io trovi la mia strada."
Taylor trasse un profondo respiro.
"Va… va bene" disse con un singulto, mentre il groppo che le si stava formando in gola iniziava a far male.
Aprì la finestra e il drago le si accoccolò addosso, stringendosi a lei con le sue piccole zampe. Taylor lo abbracciò forte e lo riempì di baci.
"Ti vorrò sempre bene" le disse Sorin, con voce rotta.
"Anch'io." Alcune grosse lacrime rotolarono dagli occhi della ragazza sul corpo del drago, ma lui non parve infastidito. "Non dimenticarti di me."
"Non potrei mai, ma non farlo nemmeno tu."
"Te lo prometto."
Non si dissero addio, perché quello per entrambi era solo un arrivederci. Taylor guardò il suo piccolo amico volare sul davanzale della finestra, prendere una piccola rincorsa, spiccare un balzo e guizzare via nel vento.
"Ciao!" gridò la ragazza e la sua voce si perse nell'aria.
"Ciao!" rispose Sorin da lontano.
Taylor si aggrappò al davanzale così forte che le nocche le diventarono bianche. Avrebbe voluto librarsi in aria come un uccello e correre dietro al suo drago, dirgli di tornare, che avrebbero trovato una soluzione, ma non era possibile. Lui si trovava già lontano, chissà dove, e lei era lì, in quela casa, con la sua famiglia e la migliore amica. Voleva bene a tutti loro, ma il dolore per l'allontanamento di >Sorin era insopportabile.
"Tay, sei pallidissima." La ragazza tremava da capo a piedi, così la mamma la fece sedere e le diede dell'acqua. "Bevi piano."
Anche fare un'operazione semplice come quella si rivelò un’impresa, ma con lentezza riuscì a finire l'acqua recuperando un po' di colore. Poi, all'improvviso, mentre il suo petto bruciava di dolore e ogni respiro le costava uno sforzo immane, un velo nero la avvolse.
 
 
Taylor aprì gli occhi. Tremava e respirava con affanno e le ci volle qualche secondo per capire dove si trovava. Non era più nella casa dei genitori, a sedici anni di età. Quello era stato solo un sogno. Un bellissimo, strano sogno dato probabilmente dal fatto che era ancora intontita dall'anestesia dopo l'operazione agli occhi.
"Sarebbe stato bello avere davvero un drago" mormorò la ragazza, stiracchiandosi come una gatta.
Allungò la mano destra e toccò qualcosa. Pensava fosse Meredith, o magari Olivia o Benjamin Button, i suoi gatti, invece trovò un peluche. Accese la luce e lo guardò meglio. Era in tutto e per tutto uguale a Sorin.
"E questo da dove arriva? Io non l'ho comprato."
Pensò che l'anestesia le stesse facendo un altro scherzo. Chiuse gli occhi più volte e li riaprì pensando si trattasse di un altro sogno, ma il peluche le restava accanto.
"Ciao, piccolo" mormorò, stringendoselo al cuore. "Sei tornato da me. Non ti lascerò mai più."
Si addormentò con lui accanto, sperando di sognarlo almeno un'altra volta.
 
 
 
NOTA:
Taylor ha davvero fatto un'operazione agli occhi, anche se non sono riuscita a scoprire che problema avesse.
   
 
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