Attenzione: raccolta interamente Fred/Asteria.
I.
Io sono quello che fuma e non parla
Tu sei rimasta un'altra volta fuori casa
(Las Vegas, Tancredi)
[Proposto da Gaia Bessie]
Io sono quello che fuma e non parla
Tu sei rimasta un'altra volta fuori casa
(Las Vegas, Tancredi)
[Proposto da Gaia Bessie]
Asteria fuma e non parla.
Vergognati, le ha detto Daphne, fumare sigarette Babbane: e se mamma ti scoprisse, cosa dovrebbe pensare?
Che non ci sono più parole – pensa lei, soffiando fumo nell’aria con espressione ispirata – e nemmeno fatti che riescano a risolvere il fatto che. Che i polmoni bruciano e lui non è qui.
Fred ha perso le chiavi di casa.
Sei incredibile, gli ha detto George, perdere le chiavi: e guarda un po’ se devo rimproverarti io, mi fai sentire come mamma!
Lui ride: è tutta una questione di mancanza, non ha le chiavi per entrarle dentro (e lei l’ha inevitabilmente chiuso fuori, in una giornata di marzo).
(109 parole)
II.
E tutto mi sa di miracolo
(Specchio, S. Quasimodo)
E tutto mi sa di miracolo
(Specchio, S. Quasimodo)
[Proposto da Maqry]
La neve che inizia a sciogliersi sa di una preghiera che finalmente si realizza: ha le scarpe bagnate, Asteria, e l’anima ammuffita sotto quella brina che comincia a macchiarle d’umidità i pensieri.
Marzo, quando è tornato – un momento di inaspettata primavera, forse un po’ in anticipo.
Il vento che soffia sa di caldo e d’estate, sa di profumi, e forse è l’ennesimo miracolo che l’equinozio gli ha finalmente concesso: Fred ha i pensieri che s’impigliano tra le foglie verdissime di un pesco, così che la clorofilla gli tinge i capelli e i pensieri.
Marzo, quando si sono ritrovati – e che importa se mancano ancora due giorni alla primavera?
(108 parole)
III.
Ti sveglierai sull’indaco del mattino, quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare.
(F. De Andrè)
Ti sveglierai sull’indaco del mattino, quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare.
(F. De Andrè)
[Proposto da Lisbeth Salander]
Ogni volta, Asteria pensa che il mare non l’ha mai visto veramente – perché c’è differenza, tra mare d’inverno e mare quando fa primavera, perché c’è un abisso tra onde alla sera e onde indaco nel mattino pungente.
Ogni volta, si ripromette che quella sarà la volta in cui s’alzerà e, il mare, lo vedrà per davvero: e dirà a Daphne che. Io, il mare, l’ho visto, era il diciotto marzo – e tu?
Ogni volta, Asteria s’incanta a osservarlo mentre i pensieri lo confondono e allora si ferma sulla sabbia, indecorosamente asciutta. Ma ha gli occhi che schiumano albe violacee, Fred, e allora forse (il mare sta lì).
(107 parole)
IV.
Il principe e il povero!AU
[Proposto da Maqry]
Il principe e il povero!AU
[Proposto da Maqry]
Draco le ha detto che potrà finire l’inverno – e la vita le scivolerà sempre via come mancata comprensione – ma lei rimarrà una principessa.
Asteria sospira, ormai fa male perfino quel gesto, e nello specchio lo vede: c’è qualcosa di volgare, in quella somiglianza che hanno dentro, in un mondo (negli specchi) dove conta solamente l’anima.
Fred sorride, la sua sofferenza è poco principesca, ma permane nel tempo.
«Ti hanno mai detto che sei nata per portare la corona?» scherza lui.
«E a te che ti stanno bene le toppe sui gomiti?».
«Meglio povero che morire così, Ria» sospira. «Adesso svegliati, però».
Nei sogni, sono ancora identici – lì, è già primavera.
(110 parole)
Asteria sospira, ormai fa male perfino quel gesto, e nello specchio lo vede: c’è qualcosa di volgare, in quella somiglianza che hanno dentro, in un mondo (negli specchi) dove conta solamente l’anima.
Fred sorride, la sua sofferenza è poco principesca, ma permane nel tempo.
«Ti hanno mai detto che sei nata per portare la corona?» scherza lui.
«E a te che ti stanno bene le toppe sui gomiti?».
«Meglio povero che morire così, Ria» sospira. «Adesso svegliati, però».
Nei sogni, sono ancora identici – lì, è già primavera.
(110 parole)
V.
"T'innamorerai a marzo, il 16 marzo"
(Achille Lauro)
[Proposto da LadyPalma]
"T'innamorerai a marzo, il 16 marzo"
(Achille Lauro)
[Proposto da LadyPalma]
Sedici.
Se dici che.
Se dici ci dimenticheremo, sì?
Daphne è sempre stata brava con i fondi di caffè, li ha sempre letti come una lettera scritta a stampatello o un graffito sul muro. Mi versi un po’ di tè, Ria, per favore?
«T’innamorerai, prima o poi» le fa l’occhiolino. «A marzo, dici che il sedici andrebbe bene?».
Sedici, se dici che, ci dimentichiamo, sì?
Asteria non credeva, non ha mai creduto – eppure, il sedici marzo, lui è lì.
«Pensi che ci dimenticheremo, domani?» le domanda Fred, porgendole la mano.
«Cosa dimenticheremo?» chiede lei, incerta.
Lui ride – dimentichiamoci dei silenzi.
Se dici che è finita, è di nuovo inverno.
(109 parole)