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Autore: Gaia Bessie    14/03/2021    1 recensioni
Stralci di storie.
Capitolo quinto: Draco/Hermione.
Gli dice: sicuro di non aver amato troppo? – lui scuote il capo, sospira pesantemente: amor che ha troppo amato, ma di perdonare non perdona mai.
Hogwarts è stata ricostruita, di Draco Malfoy rimane un cumulo di cenere bagnata.
[Scritte per le serate Drabble]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vari personaggi | Coppie: Astoria/Fred, Draco/Hermione, Rodolphus/Bellatrix
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Attenzione: raccolta interamente Fred/Asteria.


 
I.
 
Io sono quello che fuma e non parla
Tu sei rimasta un'altra volta fuori casa
(Las Vegas, Tancredi)
[Proposto da Gaia Bessie]
 
Asteria fuma e non parla.
Vergognati, le ha detto Daphne, fumare sigarette Babbane: e se mamma ti scoprisse, cosa dovrebbe pensare?
Che non ci sono più parole – pensa lei, soffiando fumo nell’aria con espressione ispirata – e nemmeno fatti che riescano a risolvere il fatto che. Che i polmoni bruciano e lui non è qui.
 
Fred ha perso le chiavi di casa.
Sei incredibile, gli ha detto George, perdere le chiavi: e guarda un po’ se devo rimproverarti io, mi fai sentire come mamma!
Lui ride: è tutta una questione di mancanza, non ha le chiavi per entrarle dentro (e lei l’ha inevitabilmente chiuso fuori, in una giornata di marzo).
 
(109 parole)
 
 
 
II.
 
E tutto mi sa di miracolo
(Specchio, S. Quasimodo)
[Proposto da Maqry]
 
La neve che inizia a sciogliersi sa di una preghiera che finalmente si realizza: ha le scarpe bagnate, Asteria, e l’anima ammuffita sotto quella brina che comincia a macchiarle d’umidità i pensieri.
Marzo, quando è tornato – un momento di inaspettata primavera, forse un po’ in anticipo.
 
Il vento che soffia sa di caldo e d’estate, sa di profumi, e forse è l’ennesimo miracolo che l’equinozio gli ha finalmente concesso: Fred ha i pensieri che s’impigliano tra le foglie verdissime di un pesco, così che la clorofilla gli tinge i capelli e i pensieri.
Marzo, quando si sono ritrovati – e che importa se mancano ancora due giorni alla primavera?
 
(108 parole)
 
 
 
III.
 
Ti sveglierai sull’indaco del mattino, quando la luce ha un piede in terra e l’altro in mare.
(F. De Andrè)
[Proposto da Lisbeth Salander]
 
 
Ogni volta, Asteria pensa che il mare non l’ha mai visto veramente – perché c’è differenza, tra mare d’inverno e mare quando fa primavera, perché c’è un abisso tra onde alla sera e onde indaco nel mattino pungente.
Ogni volta, si ripromette che quella sarà la volta in cui s’alzerà e, il mare, lo vedrà per davvero: e dirà a Daphne che. Io, il mare, l’ho visto, era il diciotto marzo – e tu?
Ogni volta, Asteria s’incanta a osservarlo mentre i pensieri lo confondono e allora si ferma sulla sabbia, indecorosamente asciutta. Ma ha gli occhi che schiumano albe violacee, Fred, e allora forse (il mare sta lì).
 
(107 parole)
 
 
IV.
 
Il principe e il povero!AU
[Proposto da Maqry]
 
Draco le ha detto che potrà finire l’inverno – e la vita le scivolerà sempre via come mancata comprensione – ma lei rimarrà una principessa.
Asteria sospira, ormai fa male perfino quel gesto, e nello specchio lo vede: c’è qualcosa di volgare, in quella somiglianza che hanno dentro, in un mondo (negli specchi) dove conta solamente l’anima.
Fred sorride, la sua sofferenza è poco principesca, ma permane nel tempo.
 
«Ti hanno mai detto che sei nata per portare la corona?» scherza lui.
«E a te che ti stanno bene le toppe sui gomiti?».
«Meglio povero che morire così, Ria» sospira. «Adesso svegliati, però».
 
Nei sogni, sono ancora identici – lì, è già primavera.
 
(110 parole)
 
 
 
V.
 
"T'innamorerai a marzo, il 16 marzo"
(Achille Lauro)
[Proposto da LadyPalma]
 
Sedici.
Se dici che.
Se dici ci dimenticheremo, sì?
 
Daphne è sempre stata brava con i fondi di caffè, li ha sempre letti come una lettera scritta a stampatello o un graffito sul muro. Mi versi un po’ di tè, Ria, per favore?
«T’innamorerai, prima o poi» le fa l’occhiolino. «A marzo, dici che il sedici andrebbe bene?».
 
Sedici, se dici che, ci dimentichiamo, sì?
 
Asteria non credeva, non ha mai creduto – eppure, il sedici marzo, lui è lì.
 
«Pensi che ci dimenticheremo, domani?» le domanda Fred, porgendole la mano.
«Cosa dimenticheremo?» chiede lei, incerta.
Lui ride – dimentichiamoci dei silenzi.
 
Se dici che è finita, è di nuovo inverno.
 
(109 parole)
   
 
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