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Autore: Paibak    16/03/2021    1 recensioni
Quando Hogwarts inizia ad ospitare la Serata della Famiglia, Harry cerca disperatamente di farne parte. Trovandosi faccia a faccia con il dolore di cercare nei posti sbagliati, scoprirà il vero significato della famiglia e che a volte proviene da dove meno te lo aspetti.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Family Night
2/5
Una settimana dopo, Piton aprì la porta per trovarsi davanti un imbarazzato Harry Potter. Piton non fece nulla se non spostarsi per permettere al suo studente di entrare.
"Professore, vorrei scusarmi per quello che ho detto la scorsa settimana. Non avrei dovuto fare le accuse che ho fatto."

"Ma ancora ci credi," disse Piton, sorprendentemente in maniera accomodante. Harry aprì la bocca per replicare, ma Piton gli fece cenno di rimanere in silenzio con una mano. "Siediti," ordinò, ancora una volta evocando del té e sedendosi dietro la scrivania. "Non ti ho più visto ai pasti dall'ultima volta che abbiamo parlato."

Harry fissò il suo té. "Beh, progetti finali, sa." Fece una pausa. "Finché riuscirò a fare un buon lavoro, dovrei essere stabile. Ho avuto i voti più alti in Cura delle Creature Magiche e Incantesimi."

"E Difesa Contro le Arti Oscure," Gli ricordò Piton.

Harry annuì distrattamente. "Si, ma li ho avuti anche nell'ultimo trimestre..."

Piton sentì il silenzio, 'e non era sufficiente.

"Ci ero quasi riuscito in Trasfigurazione, ma sono solo... sono solo incapace a trasfigurare cose." Disse Harry con un sospiro.

"Se hai quasi ottenuto il voto più alto in quel corso, dubito che le tue abilità in materia siano carenti," motivò Piton, versandosi altro té.

Harry scosse la testa. "Ci sono persone che sono migliori di me. A loro viene naturale. Ci riescono al primo tentativo e io devo passare ore a fare pratica per ottenere lo stesso risultato."

"Potter, so che pensi che sei una sorta di eroe sovrannaturale, ma risparmiati problemi e cerca di realizzare che non puoi essere il migliore in tutto." Disse Piton serio.

Harry scosse le spalle, roteando il suo té distrattamente. "Divinazione è stata un disastro. Non penso nemmeno di avere una A in quel corso," disse con un sospiro. "Ma a Remus non piace molto Divinazione quindi penso che andrà bene."

"Divinazione è una materia terribile che non dovrebbe essere insegnata a bambini facilmente impressionabili che potrebbero essere abbastanza stupidi da occupare il loro tempo facendo previsioni idiote sul loro futuro," disse Piton con veemenza. "Se tu avessi ricevuto un voto troppo alto in quel corso, avrei perso tutte le speranze in te."
Per la prima volta dopo tanto tempo, Harry fece un sorriso sincero.
"Quindi, presumo che non sei venuto qui con il solo scopo di fare conversazione con me," disse Piton consapevolemente.

"Mi stavo chiedendo se lei potesse controllare il mio programma per il progetto," ammise Harry, tirando fuori  dalla sua tasca alcuni appunti e dispiegandoli sotto il consenso di Piton. "Non è niente di spettacolare, ma ho pensato che invece di fare o ricercare una pozione conosciuta potrei modificarne una. Ho scelto la classica pozione antidolorifica che è usata più spesso nell'ala ospedaliera e sto vedendo se posso migliorarne il sapore."
Piton sorrise appena prese il foglio pieno di note e idee. "Lo vedo più come uno scopo personale dal momento che credo tu sia lo studente più frequentemente ferito che Hogwarts abbia mai visto. Stai pensando di usare il lime, quindi?"

"Si, ho pensato che se avessi aggiunto più occhi di tritone avrei potuto bilanciare l'acidità e certamente gli occhi di tritone sono quelli che hanno più effetto sul tasso di assorbimento, quindi ero curioso di sapere se potessero migliorare la pozione o renderla pericolosa," azzardò Harry.

"E altri sapore richiederebbero l'aggiunta di nuovi ingredienti... capisco," disse pensieroso Piton, guardando gli appunti di Harry. "La tua teoria suona e sembra come se ci stessi mettendo una quantità di impegno eccessiva. Fai la pozione e potrò testarla con alcune strisce reattive per vedere se sarà dannosa."

"E se non lo è?" chiese Harry preoccupato.

"Allora non lo sarà. Aggiungerò crediti extra se è corretta, ma se non lo è, non toglierò punti. Ecco cosa significa preparare pozioni, fare teorie, testarle e spesso fallire," disse Piton in modo comprensivo. Sarebbe stato un ipocrita se avesse punito Harry per essersi sbagliato quando lui stesso aveva creato pozioni disastrose con le sue teorie, ma soprattutto, non poteva permettersi di aggiungere ancora più peso sulle spalle del ragazzo.

Harry annuì, mordendosi il labbro quando riguardò nuovamente i suoi appunti. "Er, signore? Se non funziona, potrebbe non dirlo a Remus?"

"Personalmente credo che non dovresti fidarti troppo di quello che quell'uomo pensa di te. Devi capire che sta reagendo male per la morte del suo amico e se la sta prendendo con te ingiustamente. Non credo che dovresti contare sul suo arrivo durante la Serata della Famiglia," disse sarcasticamente Piton.

L'espressione di Harry diventò tormentata e mise i suoi appunti di nuovo in tasca. "Se viene, potrebbe non dirgli del fallimento della pozione, signore?" richiese ancora una volta, con un tono leggermente più scosso.

Piton poteva dire che se Lupin non si fosse presentato, Harry ne sarebbe stato assolutamente distrutto. Annuì semplicemente e Harry sorrise sollevato. "Grazie Professore, domani ci lavorerò sopra in laboratorio," disse alzandosi.

"Prenditi un giorno libero Potter, hai molto tempo per preparare la pozione," istruì Piton. "Non ci sono scuse."

Harry annuì e uscì dalla porta prima che Piton potesse dirgli di non lavorare su nessuno dei suoi progetti.
Il maestro di Pozioni sedette di nuovo sulla sedia e si pizzicò la punta del naso. Non poteva fare altro che pregare che Lupin si presentasse alla Serata della Famiglia.


Harry si morse nervosamente il labbro mentre cercava tra il mare di genitori e fratelli che passavano attraverso la porta, stringendo la lettera di Remus tra le mani. Questa volta era sicuro di non averla interpretata male, non che avesse lasciato molto spazio per i dubbi dopo che Harry aveva inviato una lettera per chiarire se il "Sarò lì" di Remus fosse riferito alla Serata della Famiglia. La lettera nelle sue mani, che aveva letto dozzine di volte, diceva semplicemente che sarebbe venuto specificatamente per la Serata della Famiglia.
I Granger arrivarono per primi, salutando la figlia gioiosamente e stringendo le mani a Harry e Ron, e prima che la piccola famiglia si fece strada verso la Sala Grande, Harry e Ron assicurarono a Hermione che l'avrebbero incontrata lì.
I Weasley arrivarono poco dopo, e Mrs. Weasley idolatrò Harry ancora più di Ron. Harry arrossì, sapendo che era ormai ovvio che lui non aveva avuto nessuno nelle Serate precedenti, rendendo dolorosamente chiaro quanto era solo.


Mentre Harry chiacchierava con i Weasley, fece in modo di tenere d'occhio le famiglie che stavano entrando.

"Ragazzi potete andare avanti," disse finalmente Harry, mentre l'ingresso diventava quasi deserto e l'apertura della festa stava per iniziare. Mrs. Weasley sembrò come se stesse per protestare di nuovo, ma Harry insistette.

"Vi incontrerò lì non appena arriva Remus. Ha detto che avrebbe potuto essere un po' in ritardo," mentì.

"Perché non ti vieni a sedere con noi, caro? Se... Quando Remus arriva, saprà di trovarti lì," insisté Mrs. Weasley. Harry provò a far finta di non notare la sua esitazione. Remus era solo in ritardo; prontamente, Harry aveva cercato di convincere se stesso. Sorrise a Mrs. Weasley in modo rassicurante.

"No, davvero, vi incontrerò lì. Remus è per strada e volevo comunque uscire a prendere un po' d'aria quindi lo aspetterò fuori," disse Harry con molta meno fiducia di quanta già ne sentiva.

Mrs. Weasley serrò le labbra, sembrando quasi addolorata. Ron guardò comprensivamente il suo amico. Harry era grato che almeno Ginny e i gemelli erano presi a parlare con il padre e così non avrebbe dovuto sopportare anche le loro ovvie opinioni.

"Va bene, caro, se succede qualcosa, vieni e passa la serata con noi. Io, per prima, adorerei vedere i tuoi progetti e vedere come te la stai cavando con i tuoi corsi," disse Mrs. Weasley tristemente, abbracciando fieramente Harry prima che il gruppo di teste rosse scomparì con l'ultimo gruppo di ritardatari dietro la porta massiccia che conduceva nella Sala Grande.

"E' solo in ritardo," mormorò Harry a se stesso mentre camminava verso la porta principale e sedeva sul primo gradino, guardando la strada che conduceva ad Hogwarts, ora completamente vuota.
Rabbrividì mentre un brezza pungente trapassò i suoi vestiti, l'aria diventava più fredda come il sole iniziava a tramontare. Bloccando i suoni delle risate e delle chiacchiere nella Sala Grande, Harry iniziò ad immaginare lo sguardo orgoglioso sul volto di Remus mentre mostrava al suo vecchio professore quello che aveva ottenuto nell'ultimo trimestre. Immaginò il perdono di Remus; sarebbe stato come se niente fosse mai andato storto. Non ne avrebbero mai più parlato, sarebbero solo andati avanti e stati felici. E dopo, Remus avrebbe chiesto ad Harry di andare a vivere con lui dal momento che Sirius non era lì per mantenere la sua promessa. Infatti, forse avrebbe detto a Remus esattamente come i Dursley lo trattavano. Gli avrebbe detto del sottoscala, delle faccende, della malnutrizione, degli incidenti che finivano con l'abuso fisico, e gli avrebbe persino detto di tutti i feroci abusi verbali che aveva subito in tutta la sua vita. E dopo, Remus sarebbe stato arrabbiato con i Dursley e avrebbe assicurato ad Harry che niente di quello che loro avevano detto era reale, che lui senza dubbio valeva qualcosa, non solo fastidio e peso.
Quando sentì i suoni definiti delle persone che iniziavano a lasciare la festa, Harry sentì qualcosa dentro di lui rompersi. Strappò furiosamente la lettera nella sua mano e buttò i pezzi per terra, lasciando prenderli dal vento e facendoli volare in ogni direzione. Non poteva presentarsi davanti i Weasley, non voleva che vedessero i suoi progetti per pietà, fingendo eccitazione anche se non gli interessava nulla.

Quindi, corse. Passò la porta della Sala Grande poco prima che le persone iniziassero ad uscirne. Senza rallentare e provando disperatamente di mantenere il controllo delle sue emozioni fino a quando non avesse raggiunto un luogo sicuro, corse nel suo dormitorio per prendere il mantello dell'invisibilità. Dopo, più lentamente, ma non con un passo meno determinato, raggiunse la statua che nascondeva un passaggio segreto che sapeva lo avrebbe condotto a Hogsmeade.
Decollò velocemente dentro il passaggio, non notando che dentro c'era qualcun altro fino a quando non si scontrò con lui, facendo cadere il mantello.


Malfoy cercò di non sembrare troppo sconvolto del fatto che il suo rivale era appena apparso dal nulla.

"Cosa stai facendo qui, Malfoy?" chiese incredulo Harry.

Il biondo alzò un sopracciglio. "Devi sempre essere così accusatorio, Potter? Non sei il solo che ha il diritto sui segreti di questo castello." guardò Harry in modo strano. "Cosa c'è che non va?"

"Niente," disse Harry, raccogliendo il suo mantello.

"Pensavo che avresti avuto una famiglia o qualcosa del genere che si presentasse per una volta," strascicò Malfoy.

"Si, beh, dov'è la tua famiglia?" lo sfidò Harry. "Non la vedo sgaiattolare qui in giro con te."

Malfoy prese un sorso dalla piccola fiasca che aveva in mano. "Dovevano andarsene. Qualche audizione o ballo di beneficenza o qualcos'altro molto più importante che supportare il loro unico figlio in questa festa miserabile," disse acidamente Malfoy. Harry sentì la sua rabbia svanire, e si sentì quasi compassionevole verso il Serpeverde.

“Si, beh, almeno qualcuno è venuto per te nelle ultime due Serate. Silente ha veramente delle brutte idee, ma personalmente penso che questa possa avere il primo premio. E visto che due dei suoi insegnanti hanno cercato di ucciderrmi e uno ha cercato di farmi un incantesimo per rendermi pazzo, questo vale qualcosa," disse Harry ferocemente, dando uno sguardo alla fiaschetta da cui Malfoy stava bevendo. "E' alcol?" chiese incredulo.

Malfoy tossì e scosse la testa sorpreso. "Potter, quando non mi fai infuriare, cosa che garantisco, non accade molto spesso, sei quasi uno spasso. Sei stato cresciuto dalle suore? Sembri così scandalizzato dal fatto che un adolescente possa bere alcol."

"No," mentì Harry difendendosi. "Non mi interessa sapere che stai bevendo..."

"Vodka," continuò Malfoy con un sorrisetto. "Non ti interessa che sto bevendo vodka."

Harry non riuscì a fermare le sue sopracciglia dal sollevarsi.

Malfoy sorrise giocosamente. "Sai che effetti ha l'alcol, Potter?"

"Si, rende gli stronzi ancora più stronzi," disse, pensando a suo zio.

Malfoy ridacchiò. "Vero, ma sto parlando di effetti più personali. Presumo che tu non abbia mai provato l'alcol prima, perché diciamocelo, tu sei tu. Lascia che ti illumini, Potter. L'alcol non è permanente, ma nel momento in cui ti scorre nelle vene, può alleviare ogni dolore che stai sentendo. Ti concede una scappatoia, la quale, dal momento in cui stai scappando provando ad essere invisibile, sembri di stare cercando. Quindi cosa dici?" chiese, tenendo la fiaschetta in modo quasi attraente. "Il Ragazzo d'Oro vuole fuggire?"

Non servì nessuno sforzo ad Harry per decidere; voleva solo scappare dalla situazione prima che le si piantasse nella mente. Annuì senza nessuna esitazione.

Malfoy sorrise e mise via la sua fiaschetta. "Dimenticala, se sto per tentare l'innocenza del Ragazzo d'Oro, andremo ad Hogsmeade per farti ubriacare."

Harry lo seguì lungo il tunnel buio, sentendosi nervoso, esausto e miserabile allo stesso tempo. "Ma non abbiamo diciotto anni," protestò Harry.

Malfoy rise e mise un braccio sulla spalla di Harry. "Potter, perché non lasci parlare me stasera? Tu ti siedi, ti diverti e cerchi di non sembrare troppo colpevole."
!
Un paio di ore dopo, i due stavano lentamente rifacendo la strada nel passaggio per tornare ad Hogwarts. Harry stava inciampando, poggiandosi pesantemente su Draco, che cercava di sostenere Harry al meglio che poteva mentre anche lui era abbastanza ubriaco.


"Sai una cosa! Sai una cosa!" disse Harry eccitato, ridacchiando e quasi inciampando. "Non sono mai stato ubriaco prima!"

Draco rise a quella frase, quasi trascinando tutti e due per terra. "Non si direbbe, Potter."

"Mi sento... pesante," disse Harry in tono conclusivo come se avesse risolto un problema veramente difficile.

"Mi lascerai qui? Potresti perché mi odi e io me lo meriterei perché ti ho deluso."

"Come hai fatto a deludermi, Potter?" chiese Draco, esortando Harry ad andare avanti.

Harry scosse la testa e iniziò a ridacchiare di nuovo, quasi colpendo Draco sul viso. "Non so, questo è quello che faccio. Deludo le persone. Dovrei... dovrei fare... comelichiami.. biglietti da visita." Ridacchiò. "Harry Potter... Delusione." Questo è quello che dicono. Te ne darò uno, va bene? Per avermi aiutato stasera, lo farò. Te ne darò uno solo per te," disse, all'improvviso abbastanza serio come se stesse promettendo a Draco qualcosa di veramente importante. Draco sollevò un sopracciglio.

"Darmi cosa esattamente, Potter?" chiese divertito.

Harry scosse la testa e iniziò a ridacchiare di nuovo. "Qualsiasi cosa ho detto. Quidditch. Ti darò il Quidditch... o trasfigurificazione."

Draco dovette fermarsi per poi crollare ubriaco. "Mi stai dando il Quidditch? E... e... cosa!"

Harry rise così tanto che cadde e Draco dovette aiutarlo a rialzarsi in piedi.

"Abbiamo un problema, Potter. Le famiglie stanno facendo il giro del castello, inclusi i dormitori. Ti lascerei vagare, ma non voglio esattamente essere coinvolto in tutto questo e non credo che tu sia bravo abbastanza adesso da mantenere un segreto. Conosci un posto dove posso lasciarti e dove non incontrerai nessun compagno di stanza o le loro famiglie?" chiese.

Harry pensò molto per rispondere a  quella domanda prima di colpire eccitato Draco sul braccio. "Lo so! Lo so" La stanza delle necessi-qualcosa. Non so. Gli incontri ES."

"Sai dove si trova?" chiese speranzoso Draco.

"Si. Si lo so," disse Harry annuendo fermamente. "Rimarrai?"

"Ne dubito, Potter. Ho fatto il mio dovere di farti devastare e ora il mio dovere è finito. Ora tutto quello di cui devo preoccuparmi è come portarti in quella stanza senza incontri imbarazzanti," disse Draco ormai stanco.

"Abbiamo il mio mantello," disse Harry semplicemente.

"Si, ma non nasconderà i suono e tu sembri non volere stare zitto."

"Stai zitto tu," disse Harry, senza molto sentimento.

Subito avevano il mantello avvolto su di loro e stavano proseguendo per la strada attraverso il corridoio pieno di famiglie, cercando di scegliere il percorso migliore con il minor numero di persone.
Ci stavano riuscendo finché Fred e George non sono comparsi davanti a loro da dietro un angolo e sbattendosi contro prima di finire tutti e due per terra, scoppiando in una risata da ubriachi.

"Harry?" chiese Fred preoccupato, vedendo due paia di piedi e riconoscendo il tipo di risata che stavano sentendo.

"Shh... shhh... non possono vederci se non parli," bisbigliò qualcun altro sotto il mantello.

George si fece avanti e tolse il mantello, le sue sopracciglia si erano sollevate dal momento in cui sotto il mantello non c'era solo Harry inebriato, ma anche uno stordito Draco Malfoy.

"Harry! Che è successo a Remus?" chiese Fred con preoccupazione mentre George controllava dietro l'angolo per essere sicuro che il resto della famiglia stesse ancora parlando con il professor Flitwick.
I due ragazzi si alzarono instabilmente sui loro piedi. Harry mise una mano sulla spalla di Fred ma la mancò e cadde in avanti. Fred lo raddrizzò ma Harry non sembrava notare nulla di strano e diede una pacca alla spalla di Fred.

"Fred, Fred, Fred," disse, scuotendo la testa come se stesse parlando a un ingenuo, "aveva altre cose più importanti da fare rispetto a questo." Agitò la mano in aria. "Perché l'ho deluso. Sono un... un... fallimento, e deludo tutti. Come Ron. E la tua famiglia. Deve scusarmi," disse, facendo per girare l'angolo ma Fred lo prese e tenne fuori dalla visuale, guardandolo senza speranze come il gemello.

"Beh, il mio lavoro qui è finito," dichiarò Draco, allontanandosi, barcollando solo un po', verso il dormitorio di Serpeverde.

"Merda, Fred, non possiamo permettere che lo vedano così," disse George, affermando l'ovvio.

Senza dubbio, questo fu fino a quando qualcuno apparentemente peggio dell'intera famiglia Weasley arrivò.

"Che succede qui?" chiese Piton, incrociando le braccia. Vidde Harry con sorpresa mentre il ragazzo barcollava sul posto. Non riusciva a crederci; il Ragazzo d'Oro Grifondoro distrutto.

"Er, niente, Professore," provò George.

"Se voi fosse stati ancora studenti qui, vi avrei tolto dei punti per aver mentito," disse minacciosamente. "Dov'è Lupin?"

Fred sospirò. "Non è venuto."

Le labbra di Piton si serrarono nella rabbia verso il lupo mannaro. "E questo è come Potter sceglie di gestire la situazione?" chiese deridendolo.

"Beh, un certo Draco Malfoy ha giocato un ruolo chiave in... Harry, shhh," ordinò velocemente Fred dopo che Harry aveva cercato di chiamare Ron.

Piton sospirò e scosse la testa. "Dallo a me."

I gemelli sembrarono terrificati dall'idea. "Professore," iniziò George. "Io non credo...""

"Non avete molta scelta, dal momento in cui ha infranto le regole e io sono il suo professore. Inoltre, credo che la vostra famiglia stia venendo da questa parte," disse Piton sentendo le voci diventano lentamente più vicine.

"Per favore non lo metta in imbarazzo, signore," supplicò Fred con un sospirò mentre con riluttanza spinse

Harry verso il maestro di Pozioni.

Piton prese il braccio di Harry e lo spinse avanti verso il passaggio segreto che conduceva ai sotterranei mentre i gemelli Weasley provavano a ostacolare la loro famiglia.
Quando finalmente erano fuori dalla vista di tutti e facendo fatica a fare le scale, con Harry che inciampava ogni volta, Piton scosse la testa.

"Potter, sei un completo idiota."

Nel momento in cui raggiunsero le camere privare di Piton, l'umore di Harry cambiò in uno che Piton presumeva lo aveva portare a bere in primo luogo. Piton non sapeva cosa fare, quindi seguì il suo primo istinto di iniziare a fargli una ramanzina per il suo comportamento sconsiderato.

"Potter, spero che realizzerai che idiota sei stato di fronte ai gemelli Weasley e probabilmente anche di fronte a Mr. Malfoy. Dovresti ringraziare le divinità che non ti ho portato dritto nell'ufficio del Preside, o meglio, lasciato vagare ubriaco. Sono sicuro che Molly e Arthur Weasley avrebbero adorato vederlo. Ma no, sono io che devo fare i conti con te invece. Che gioia," sputò sarcasticamente. Fece per continuare la sua filippica, ma Harry portò una mano sulla sua bocca e diventando di una malata sfumatura di verde, corse verso il bagno e sbatté la porta dietro di lui.

Piton fece una smorfia quando sentì i suoni dei conati di vomito.

"Oh, fortunato me," mormorò amaramente.

Quando i conati si trasfomarono in singhiozzi soffocati, Piton non riusciva più a sentirsi infastidito dal ragazzo. Dopo pochi minuti di indecisione, bussò dolcemente sulla porta del bagno, non aspettando una risposta prima di entrare.
Harry sedeva contro il muro, le ginocchia tirate verso il petto e strofinando le lacrime sul suo viso con la mano in un fallito tentativo di asciugarle. Guardò Piton mortificato, estremamente vulnerabile. Piton era sicuro che fosse ancora ubriaco, anche se in modo diverso rispetto a prima.

"Non è venuto," sussurrò mentre Piton si inginocchiava cautamente accanto a lui. "Non è venuto."

Piton percepì una fitta di compassione vedendo Harry tenere ancora più vicine a lui le ginocchia come se stesse cercando di proteggere se stesso dal mondo crudele. Continuò a guardare lo sguardo disperato di Piton, silenziosamente supplicando per  qualcosa che Piton non sapeva come dare.

"Dai Potter, dormirai qui stanotte," disse, prendendo Harry per il braccio e mettendolo accuratamente in pied. Harry strofinò il suo viso con la manica e abbassò la testa inciampando con Piton nel soggiorno. Con un tocco di bacchetta, evocando coperte e cuscino, sistemò il divano abbastanza decentemente per permettere ad Harry di utilizzarlo.
Harry sedette sul divano e fissò il tavolo da caffé con uno sguardo vuoto, le lacrime che occasionalmente scendevano sulla sua guancia. Piton non sapeva cosa fare e non voleva pensarci con questa situazione. Non aveva idea di come gestire le emozioni di un adolescente depresso. Doveva uscire.

"Beh, Potter, prova a dormire un po' e rimani qui. Devo incontrare i genitori che gironzolano nella mia classe. Tornerò tra poco. Non ficcanasare in giro e vai a letto," concluse insicuro, sperando che suonasse come una figura autoritaria severa, uscendo dalle sue camere più velocemente di quanto poteva.
Quando ritornò dopo poche ore di spiegare a genitori arrabbiati il perché lui credesse che il figlio era un inetto in Pozioni, entrò silenziosamente nel suo appartamento, i suoi occhi posarono immediatamente su Harry. Il ragazzo era rannicchiato sul divano, rabbrividendo leggermente per il freddo dei sotterranei, con la coperta che era scivolata sul pavimento.
Piton raccolse la coperta e la sistemò sopra l'adolescente che dormiva. Sospirò e si chinò per rimboccare le coperte intorno a lui per essere sicuro che non potessero cadere di nuovo.
Si prese un momento per osservare il ragazzo che era stato il tormento della sua esistenza. Mentre era addormentato, o meglio svenuto, non sembrava così fastidioso. Infatti, l'adoscelescente sembrava molto più giovane e innocente, più vulnerabile della gran parte dei nostalgici del primo anno.
Piton sentì una fitta di protettività a lo sconvolse così tanto che volò praticamente nella sua camera da letto per mettere una porta chiusa tra lui e il ragazzo smarrito.
Il mattino successivo, Piton marciò senza paura nel soggiorno. Vacillò quando vide che Harry dormiva ancora sul suo divano. Girò intorno al divano e fissò cautamente il ragazzo. Nel sonno, Harry sembrava indifeso, non l'arrogante salvatore del mondo magico. Piton aggrottò la fronte nel vedere che nemmeno il sonno indotto dall'alcol era sufficiente per sradicare i segni dell'ansia sul viso dell'adolescente, le sue sopracciglia erano leggermente unite e le sue braccia erano avvolte intorno a se stesso protettivamente.
Piton decise di non essere così codardo da sgusciare fuori dall'appartamento prima che il ragazzo si svegliasse solo per evitare l'imbarazzo. Invece, qualcuno dove istruire l'adolescente riguardo l'uso dell'alcol e lui ovviamente non aveva nessuna figura genitoriale che poteva farsi avanti, o almeno nessuna figura genitoriale che non aveva già nelle mani una dozzina di figli. Comunque, non conosceva nessun modo appropriato per svegliare qualcuno, e decise semplicemente di fare molto rumore in cucine sperando che funzionasse.
Sentì un gemito dal divano mentre stava sbattendo la tazzina del caffé e altri bicchieri e ordinando rumorosamente la colazione attraverso il camino.
Mentre sistemava le posate sul tavolo, vide Harry in piedi davanti la porta, con un'espressione ansiosa e abbastanza malata allo stesso tempo.
"Immagino che probabilmente avrai un po' di postumi," disse Piton senza un'emozione particolare nella sua voce. Non si illudeva nel pensare che nessuno studente avesse mai bevuto, e tutta quella situazione sarebbe stata molto più divertente se le circostanze che lo avessero portato a bere non fossero così orribili. Allo sguardo imbarazzato di Harry, Piton decise di avere pietà del ragazzo e gli fece cenno di sedersi. "Siediti, Potter."

Harry si adagiò sulla sedia e fissò il banchetto davanti a lui. Il colorito verde sul suo viso annunciava che non era molto nelle condizioni di consumare cibo. Solo perché sapeva che Harry aveva un disperato bisogno di un pasto reale Piton tirò fuori una pozione per rimediare ai postumi dell'alcol dalla sua credenza e la svuotò in un bicchiere vuoto, mettendolo di fronte a Harry  con un colpo che lo fece sobbalzare.

"Bevila, Potter," istruì, sedendosi al suo opposto.

Harry si sentì positivamente nauseante al pensiero di bere quell'intruglio verde di fronte a lui. Si chiese se potesse essere una sorta di punizione. Provò a poggiare il bicchiere sulle labbra e sentì il suo stomaco rivoltarsi. "Non credo di poterlo fare," ammise debolmente.

"Buttalo giù in un sorso solo," consigliò Piton, sfogliando i titoli della Gazzetta del Profeta. "Preferirei che non ti sentissi male sul mio tavolo, quindi bevi."
Harry si attappò il naso, chiuse gli occhi e bevve quella cosa più velocemente che poteva. Per un pericoloso momento, pensò che avrebbe vomitato sul tavolo del professore, ma la sua nausea passò immediatamente, portando con sé il martellante mal di testa.

"Grazie, Professore," disse, sapendo che la sua voce era piena di vergogna. Guardò in basso il piatto vuoto davanti a lui. "Grazie per tutto davvero. Per non lasciarmi vedere così dal resto dei Weasley e per permettermi di rimanere qui e tutto. Mi dispiace che lei si sia trovato bloccato con me la scorsa sera. Veramente stavo pianificando di dormire nella Stanza delle Necessità o da qualche altra parte nascosta..."

"Si, Potter, questa è un'idea migliore. Consumare una grande quantità di alcol e crollare in qualche posto dove nessuno può trovarti nel caso in cui si fosse trattato di intossicazione da alcol, si, sembra che tu abbia pianificato la serata veramente bene," sbottò Piton sarcasticamente.

Harry deglutì fortemente e annuì, rendendosi conto della sua mancanza di giudizio.

"Non mi piace vedere nessuno studente vagare per il corridoio ubriaco, e ancora meno mi piace cercare di impedire allo studente di mettersi in imbarazzo da solo, o la sua casa o scuola..."

"...di fronte alle famiglie di tutti," completò Harry miserabilmente. Non aveva dubbi nel ricordarsi che lui non aveva una famiglia da includere a quelle. Posizionò i gomiti sul tavolo e seppellì la testa nelle mani. "Cosa staranno pensando Fred e George..."

A quello Piton non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo. "Per favore, Potter, i gemelli Weasley erano famosi per ogni sorta di violazione, incluso il consumo di alcol. Vedere un amico distrutto non è cosa nuova per loro. Comunque, sono sicuro che entrambi abbiano un cervello e se mettessero le cose insieme potrebbero probabilmente capire la ragione dietro la tua scelta di comportamento e potrebbero essere piuttosto preoccupati per te."

Harry sembrava ancora di più in imbarazzo. Era abbastanza ovvio che lui non capiva, ed era a disagio con le persone che si preoccupava sinceramente per il suo benessere.

"Signore?" chiese Harry cautamente. "Non credo che lei sappia se a Remus è stato dato un incarico per l'Ordine all'ultimo minuto l'altra sera, vero? So che probabilmente non è successo, ma mi chiedevo se lo sapesse?" Guardò Piton con uno sguardo supplichevole.

Piton sospirò e decise che la verità era il miglior corso di azione, e che magari potesse risvegliare del buon senso nell'adolescente. "No, il preside ha specificatamente fatto in modo che lui fosse libero per la Serata della Famiglia."

Harry annuì stupidamente e giocherellava con il bordo della sua maglietta. "Si, si, pensavo che... ho solo... ho solo sperato..." Si schiarì la gola e lasciò in modo deciso la maglietta. "Quindi, quale sarò la mia punizione?" All'improvviso, Harry diventò pallido e il suo sguardo incontrò quello di Piton. "Non sarò espulso, vero?" disse pauroso.

"Potter, se gli studenti di Hogwarts fossero espulsi per queste attività, dubito che metà della scuola si diplomerebbe," rispose. Harry si rilassò visibilmente. "Direi, visto che è la tua prima trasgressione, e uno dei miei studenti era ovviamente coinvolto, possiamo organizzare qualcosa senza coinvolgere il preside o il tuo capo casa."

Harry lo fissò incredulo. "Davvero?" chiese speranzoso.

"Se mantieni la tua parte di accordo," disse Piton in modo fermo.

Harry lo guardò comprensivo. "E quale sarebbe la mia parte, signore?"

"Per iniziare, c'è molto cibo qui. Mettine un po' nel tuo piatto e inizia a mangiare. Hai saltato troppi pasti," disse passivamente, provando a usare il suo tono da nonchalance per dissuadere Harry dal pensare che a lui interessasse davvero.

Harry eseguì gli ordini esitando, aspettando che continuasse.

Mentre Harry mangiava, Piton iniziò a spiegare la punizione di Harry.

"Prima di tutto, non salterai più i pasti nella Sala Grande; non mi interessa se vuoi mangiare al di fuori. Se i tuoi amici mangeranno nella Sala Grande, tu ti unirai a loro, e non persuaderli dal non mangiare lì. Se nessuno dei tuoi amici mangerà lì, ti unirai a loro ovunque consumeranno i loro pasti." Piton pensò che gli amici del ragazzo avrebbero potuto tenerlo d'occhio nelle sue abitudini alimentari e se Harry era costretto ad unirsi a loro per i pasti, forse ciò poteva ravvivare la loro amicizia almeno un po', visto che Piton aveva notato che ultimamente si era lacerata.

"Ma signore," protestò Harry debolmente, "um, Hermione e Ron hanno la loro cosa adesso; sai, appuntamenti e il resto. Sono come la terza ruota. Sarebbe veramente imbarazzante se iniziassi a venire ai pasti perché dopo non saprei se sedere con loro e potrebbe essere sia imbarazzante che una cattiva scelta e..."

"In ogni caso, è parte dell'accordo. A meno che tu non voglia che mandi un gufo a Lupin per un consiglio sulla situazione," minacciò lievemente Piton. Se avesse dovuto usare la debolezza del ragazzo per essere sicuro che Harry non svenisse per terra, lo avrebbe fatto.
Gli occhi di Harry si spalancarono e scosse violentemente la testa.

"Va bene allora. Inizierai anche a dormire di più. Penso che andare a letto senza libri dalle undici durante le notti di scuola, una nella mattine dei weekend è più che giusto."

Harry lo guardò. "Mi sta dando un orario per andare a dormire?"

Piton alzò il sopracciglio in segno di sfida.

"Ma e se avessi tanti compiti? Non credo che i miei professori crederebbero alla storiella 'scusi, mi sarebbe veramente piaciuto finirli ma dovevo seguire il mio coprifuoco", mise in discussione Harry.

"Andrà tutto bene fino a quando farai i tuoi compiti prima di ogni altro studio extra," disse Piton fiducioso.

"Ma i miei voti.." iniziò Harry disperato.

"Non ti ucciderà non essere il primo di ogni corso, Potter, ma potrebbe ucciderti continuare a seguire questa linea," disse Piton chiudendo il discorso, sperando che Harry non iniziasse a pensare alla natura di queste "punizioni". L'ultima cosa che voleva era che si pensasse in giro che stava iniziando ad essere meno rigido e che si preoccupasse per gli altri, specialmente Harry Potter. Il solo pensiero di ciò lo fece sentire come se avesse bisogno di un drink.
Harry annuì tristemente.

"E per essere sicuri che tu mantenga la tua parte di accordo, avrò una piccola conversazione con Granger e Weasley a riguardo," aggiunse Piton.

Harry lo guardò furioso. "Permetterai a Hermione e Ron spiarmi?"

"Non è spiare se sai che lo stanno facendo," disse calmo Piton.

"Ma non può. Non siamo così intimi come eravamo prima. Potrebbe essere imbarazzante. Non pensa che abbiano le loro vite per cui preoccuparsi senza dovermi fare da babysitter?!"

"Dubito che la vedranno sotto questa luce. Sembrano essere abbastanza preoccupati per il tuo benessere."

Harry sospirò amaramente. "Va bene, gli parli. Hermione sarà compiaciuta che qualcuno stia cercando di essere sicuro che non la superi in classe, e qualsiasi cosa fa felice Hermione, fa felice Ron," sentenziò.

"Ricorda, Potter, quale è il motivo di questa punizione. Se non ti piacciono le condizioni, possono facilmente passare questo dovere in altre mani," disse Piton cupamente.

"No," disse Harry velocemente. Sospirò. "Lo farò."

"Bene, ora finisci il piatto," istruì, tornando al suo giornale.

"Non ho fame," disse Harry distrattamente.

Piton alzò un sopracciglio. "Hai toccato il tuo piatto a malapena. Francamente non mi interessa se hai fame, mangerai più cibo. Era il primo delle condizioni della tua.. fine della discussione," disse cautamente, non volendo usare la parola "punizione" riguardo le normali abitudini alimentari di Harry.

Harry, a malincuore, mangiò un po' di più, e Piton lo guardò sforzarsi di mandare giù il cibo con espressione corrucciata. Il ragazzo non deve aver mangiato molto se il suo stomaco stava facendo fatica ad accettare quella piccola quantità di alimenti.

Piton sperò solo che Harry ora si rimettesse sulla strada giusta.
  
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