Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Herondale66    21/03/2021    2 recensioni
Remus è un ragazzo tranquillo, frequenta l’ultimo anno del liceo classico e la sua vita si svolge più o meno normalmente. Ma tutto cambia quando la sua sbadataggine lo porta a scontrarsi e a conoscere il ragazzo che fino a quel momento aveva osato osservare solo da lontano: Sirius Black.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 3

A Remus piaceva tanto dormire. Se avesse potuto sarebbe stato a letto tutta la mattina. Ma questo non rientrava nei piani di sua madre. Hope Jenkins era una donna minuta ma energica, che non si perdeva mai d’animo, e che soprattutto era ossessionata dalle pulizie. Così quel sabato mattina, come del resto ogni sabato mattina, Remus fu svegliato dal dolce suono dell’aspirapolvere. Con un grugnito, Remus si stiracchiò per bene, per poi gettare un’occhiata all’orario nel suo cellulare. Erano le dieci, quindi non poteva prendersela con sua madre. Lentamente, si alzò e si diresse in cucina per fare colazione. Salutò sua madre con un bacio sulla guancia, e si fece il suo solito tè mattutino.
Dopo mezz’ora, Remus era già in bus: doveva recarsi alla clinica per fare la sua terza seduta di fisioterapia della settimana. Una volta in palestra, iniziò la sua solita routine di esercizi, seguito dal suo fisioterapista. Le sedute erano molto costose, e Remus cercava di impegnarsi al massimo in ognuna di queste, ma il suo corpo rispondeva lentamente. Aiutava sua madre come poteva, dando ripetizioni ai bambini e spendendo soldi solo per lo stretto necessario, ma a volte faticavano lo stesso.
Una volta finita la sessione, Remus decise di tornare a casa a piedi. Sarebbe stata una bella passeggiata, ma si sentiva in forma quella mattina. Decise di allungare un po’ il percorso ma di seguire la pista ciclopedonale lungo il fiume. Era una mattinata assolata, per cui il viale era popolato da famiglie, cani, ciclisti e anziani. Remus si godeva quei raggi di sole, inspirando aria fresca come un balsamo. Pensava ai giorni in cui era stato costretto in ospedale, a quanto gli era mancato il sole. Era arrivato quasi a metà strada, dove la pista si immergeva in un bel parco verde, quando, sovrappensiero, andò a sbattere contro qualcosa. Quel qualcosa si rivelò essere un’enorme e scodinzolante palla di pelo nero che gli porgeva una pallina piena di bava. Si guardò attorno, per cercare di capire dove potesse essere il suo padrone, ma non vide nessuno nelle vicinanze. Il cane sembrava ancora aspettare che lui lanciasse la pallina, ma Remus decise di vedere se avesse una targhetta. Prima cominciò ad accarezzarlo, ma il cane sembrava non avere nessun problema a farsi toccare da uno sconosciuto. Remus lo osservò bene: sembrava un cane lupo, ma non ne era certo, comunque aveva il pelo curatissimo e un collare di pelle al collo. Una targhetta recitava il suo nome, Padfoot, in elegantissimo corsivo. Nessun numero di telefono. In quel momento il cagnolone gli saltò letteralmente addosso, facendolo ruzzolare a terra. Remus scoppiò a ridere, e accarezzò la pancia di Padfoot, che si era disteso sulla schiena. In quel momento si sentì un fischio da lontano, e il cane drizzò le orecchie, mettendosi ad abbaiare. Dopo pochi minuti, il suo padrone, a giudicare dalle feste che Padfoot stava facendo, si parò davanti a Remus.
E chi mai poteva essere se non Sirius Black?
“Remus?!” esclamò stupito il ragazzo, accarezzando il suo cane.
“Be devo dire che è proprio vero che i cani assomigliano ai propri padroni!” rispose Remus ridendo.
“Che ha combinato questo mascalzone?”
“Mi ha letteralmente steso”
“Questo vorrebbe dire che anche io ti ho steso?” rispose Sirius, scoppiando subito a ridere e porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Non fisicamente…” rispose piano Remus, ma Sirius non lo sentì
“Strano che tu gli stia simpatico, comunque, di solito non si fida molto degli sconosciuti”
“Ha un ottimo gusto direi” ammiccò Remus.
Si incamminarono nuovamente lungo il percorso ciclabile, ormai deserto vista l’ora di pranzo. Padfoot trotterellava davanti a loro, annusando la strada felice.
“Abiti qui vicino o stavi solo facendo una passeggiata?” disse Sirius.
“In realtà sto tornando a casa, sono stato in palestra stamattina” rispose Remus, arrossendo leggermente.
“Palestra?”
“Fisioterapia”
Calò un silenzio strano tra loro, Remus proseguì guardando per terra, non osando incrociare lo sguardo dell’altro ragazzo.
Sirius, percependo il disagio dell’altro ragazzo cambiò discorso “Posso accompagnarti a casa?”
Remus arrossì ancora di più, e iniziò a balbettare “Beh, si se vuoi… se non è un fastidio per te…”
“Non ho per nulla voglia di tornare a casa mia sinceramente” gli rispose Sirius, rabbuiandosi.
“Se vuoi puoi mangiare da me, mia mamma sta preparando le lasagne” propose subito Remus, con un coraggio che non si sarebbe aspettato da sé stesso. Sirius lo guardò, stupito.
“Ma non volete passare il pranzo in famiglia o qualcosa del genere?”
“Non preoccuparti, mia madre cucina per un esercito anche se siamo solo noi due a mangiare, sono sicuro che ci sia posto anche per te. E anche per Padfoot, se gli piacciono le lasagne” disse Remus con un sorriso.
“E tuo padre?” chiese Sirius titubante.
“I miei sono separati da anni ormai, e lui si è trasferito. Non lo sento da un po’, ma va bene così ad entrambi” disse Remus, non facendo trasparire molte emozioni dalle sue parole.
“Non siete in buoni rapporti?” chiese Sirius, diretto.
“Da quando ho fatto coming out tre anni fa non ci parliamo più”
“Ah…” rispose Sirius “Mi dispiace”
“Per fortuna mia mamma mi supporta, non saprei come fare senza di lei”
“Già sei fortunato ad averla” aggiunse Sirius in tono mesto.
“Nemmeno tu sei in buoni rapporti con i tuoi genitori?” chiese Remus.
“Diciamo che non ce li abbiamo proprio i rapporti. Mio padre è sempre fuori casa per lavoro e mia madre è troppo impegnata a fare bella figura in pubblico per occuparsi dei suoi figli”
Remus si era dimenticato che Sirius avesse un fratello. Gli pareva si chiamasse Regulus.
“Mi dispiace”
“Ah, ormai ci sono abituato. Ma la situazione è ancora più gelida da quando sono venuti a sapere che mi scopavo un ragazzo diverso ogni giorno nell’ufficio di mio padre” disse Sirius ridendo come un matto.
Remus raggelò, bloccandosi sul posto. Sirius scopava ragazzi. Sirius era gay. O bisex. O insomma qualcosa. Ma il punto era che allora Remus aveva una speranza. Sirius non era etero. Il suo cuore batteva a mille e un sorriso ebete gli si stampò in faccia.
“Remus tutto ok?” gli chiese Sirius, ancora ridendo.
“Si, io… ecco io non sapevo che fossi gay anche tu” disse Remus con voce flebile.
Sirius si mise a ridere ancora più forte. “Remus, tesoro, ho praticamente flirtato con te dopo due secondi che ci siamo conosciuti! E comunque se proprio vogliamo essere precisi non sono gay, ma pansessuale. Anche se preferisco particolarmente portare a casa dei ragazzi per infastidire ancora di più i miei”
Remus arrossì di botto. Aveva flirtato con lui? Quando? Lui non se n’era minimamente accorto.
“Certo che a volte sei veramente un po’ imbranato, sai?” rincarò la dose Sirius.
“Si lo so…”
***
Quando i due ragazzi varcarono la soglia di casa Jenkins, vennero travolti da un profumo delizioso.
“Reeeeem! Sei tu?”
“Sì mamma, ho portato un amico”
Il rumore proveniente dalla cucina si fermò all’improvviso, e la faccia di sua madre sbucò dalla porta.
“Un amico??”
“Sì, mamma, lui è Sirius, e questo è il suo cane Padfoot. Li ho incontrati al parco e ho pensato di invitarli a pranzo”
“Tesoro hai fatto benissimo! Sirius! È un piacere! Era ora che mio figlio mi portasse qualche bel ragazzo a casa!” Sirius le strinse la mano e ridacchiò, lasciando poi che la donna accarezzasse Padfoot.
“Mammaaa” si lamentò Remus.
“Oh avanti, è quasi pronto! Portate questo bel cagnone in giardino e andate a lavarvi le mani!”
Remus mostrò a Sirius la casa, lo portò nel piccolo fazzoletto di terra che sua madre chiamava giardino, ma in realtà era solo uno spiazzo di cemento e un’aiuola di rose. Decisero di lasciare Padfoot a sonnecchiare all’ombra del tavolino che c’era lì fuori, dopo avergli fornito una ciotola d’acqua. Poi Remus mostrò a Sirius il bagno, e si diresse in cucina ad aiutare la madre.
“Rem, è così un bel ragazzo! Dove lo hai conosciuto? Perché non mi hai detto nulla?”
“Mamma, lo conosco da poco, cerca per favore di non farmi fare brutte figure!”
“Ma sì tesoro, non ti preoccupare”
Una volta pronto tutto, si sedettero a tavola e mangiarono le lasagne, ridendo dei programmi idioti che davano alla tv e chiacchierando del più e del meno. Dopo pranzo, sua madre annunciò che sarebbe andata a trovare una sua amica e non sarebbe tornata prima di sera. Annunciò anche che i due ragazzi avrebbero dovuto lavare i piatti.
Sirius, entrando in cucina, inorridì “Niente lavastoviglie?”
“Eh no mio caro, niente lavastoviglie” disse Remus, divertito.
Alla fine, fece quasi tutto Remus, visto che Sirius si rivelò essere veramente poco portato per le faccende domestiche. Il ragazzo si scusò dicendo che a casa propria avessero una domestica, e lui non aveva per niente senso pratico in queste cose. Remus gli aveva risposto alzando un sopracciglio e prendendolo in giro scherzosamente.
Dopo aver controllato che Padfoot fosse tranquillo, si diressero in camera di Remus. Sirius restò stupito dalla collezione di vinili del ragazzo, ereditati per lo più dal nonno materno, e rise alla vista del pesce rosso che nuotava placidamente in una boccia di vetro sopra al davanzale della finestra. Ma la cosa che più di tutte lo affascinò fu l’immensa libreria che occupava metà della parete, carica di volumi di ogni foggia e dimensione. Remus si giustificò dicendo che gli piaceva molto leggere, e Sirius lo stupì cominciando ad elencare pregi e difetti dei titoli che si trovava di fronte, dimostrando di aver letto quasi tutti i libri che aveva Remus.
Verso metà pomeriggio, dopo aver scoperto molte cose l’uno dell’altro attraverso discussioni su libri, musica e qualsiasi altro argomento venisse loro in mente, Sirius annunciò che sarebbe dovuto rientrare.
“Scusa, ma ho promesso a Reg che gli avrei dato una mano a studiare matematica”
“Nessun problema. Spero tu abbia passato una bella giornata qui”
“Una delle migliori giornate da un bel po’ di tempo” disse Sirius, con un sorriso “Mi piacerebbe molto rifarlo, tipo non so… un appuntamento”
“Un appuntamento?” chiese Remus, titubante e arrossendo sempre di più nel vedere che Sirius gli si stava avvicinando.
“Sì, un appuntamento” sussurrò Sirius, vicinissimo al viso di Remus.
“E perché mai Sirius Black vorrebbe andare ad un appuntamento con uno sfigato come il sottoscritto?” sussurrò a sua volta Remus reclinando la testa per avvicinarsi sempre di più al viso dell’altro ragazzo.
“Perché a Sirius Black questo sfigato piace” disse Sirius, per poi eliminare del tutto la distanza tra i loro volti e lasciare un leggerissimo bacio sulle labbra di Remus.
Remus restò imbambolato per alcuni secondi, senza capire cosa fosse successo. Sirius Black lo aveva appena baciato. Non riusciva nemmeno a crederci. Il suo volto era completamente in fiamme e a malapena stava registrando che Sirius aveva recuperato la giacca e lo stava chiamando per accompagnarlo alla porta.
“Scusami ma devo veramente scappare” disse Sirius mentre metteva il guinzaglio a Padfoot, che saltellava in giro, riposato dopo il suo sonnellino.
“Nessun problema, mi ha fatto piacere ospitarti qui oggi” disse Remus con voce malferma, ancora scosso.
“E a me ha fatto piacere restare” rispose Sirius, sogghignando.
Alla porta si salutarono brevemente, e nessuno dei due accennò a quello che era appena successo.
Per tutto il fine settimana, Remus non fece altro che pensare a quel bacio.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Herondale66