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Autore: channy_the_loner    21/03/2021    2 recensioni
[Basato sul capitolo 59 del manga]
Sta per iniziare l’arco narrativo di Goldy Pond, ma facciamo un passettino indietro, torniamo ai preparativi dell’avventura. Tre momenti di una giornata, tre protagoniste immerse nei propri pensieri, tre sentimenti simili tra loro. Ecco tre one-shot dedicate alle ragazze della famiglia fuggitiva di Grace Field House.
-1, Little Secret: "Come avrebbero fatto senza di lui?"
-2, Irreplaceable Him: “Addormentarsi era l’unico modo per rivederlo, eppure lui continuava a rimanere morto – e allora che senso aveva?”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Emma, Gilda
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Irreplaceable Him (Night)

 

 

Uno strambo paragone attribuibile a quella bambina era quello dei pannelli solari: durante il giorno una carica d’adrenalina e allegria avvolgeva il suo corpo, la sua mente e il suo spirito, ma era durante la notte che emergevano le sue insicurezze, le sue paure, le sue disperazioni, i suoi incubi – il suo entusiasmo scemava pian piano, e si spegneva, in attesa della nuova spronata che le avrebbe dato il mattino seguente. E allora si girava nella coperta, ancora tormentata dall’improvvisa piega che aveva assunto la sua vita. Appena una settimana prima o poco più si trovava a casa sua, mentre in quel momento era in un bunker nel bel mezzo di un deserto, in compagnia di uno sconosciuto dotato di un’instabilità mentale sufficiente a fargli compiere una follia. Aveva ammesso a se stessa che in realtà le cose non stavano procedendo affatto male, piuttosto il vento pareva girare a favore; l’indomani si sarebbe svegliata di buon’ora, avrebbe salutato i suoi fratelli e sorelle, e sarebbe partita con Ray e il signore senza nome alla volta del punto A08-63, incontrando Minerva e i suoi alleati. E allora, perché continuava a percepire uno straziante dolore al petto?

 

Avrebbe potuto porsi un gran numero di interrogativi, tutti quelli esistenti se necessario, ma la risposta a ognuno di questi sarebbe stata sempre e solo una, la stessa per ognuno: Norman. Erano passati poco meno di tre mesi dalla sua morte, eppure il tempo pareva essersi fermato lì, a quell’angosciosa sera di novembre, quando il portone di Grace Field House si era chiuso alle spalle del ragazzino, vestito in modo elegante e impeccabile. Nei suoi incubi, non vedeva più Conny; Emma vedeva Norman. Lo scenario era sempre il medesimo: il bianco dei vestiti sporcato di rosso scarlatto, gli occhi azzurri privi del bagliore vitale, le dita delle mani viola e fredde. Una normalità agghiacciante che continuava, imperterrita, a far svegliare di soprassalto la rossa. Dormire non le era mai piaciuto ma, da quando quella storia dell’orrore aveva avuto inizio, aveva iniziato ad odiare quella necessaria pratica notturna. Addormentarsi era l’unico modo per rivederlo, eppure lui continuava a rimanere morto – e allora che senso aveva? Che senso aveva illudersi che lui fosse ancora lì, con lei? Che senso aveva sognarlo, svegliarsi e realizzare ancora una volta che non l’avrebbe raggiunta mai più?

 

Le serviva forza, quella forza che solo lui era in grado di scovare dentro di lei. Nessuno ci riusciva, nessuno sapeva come incitarla a non arrendersi e a combattere. A Norman bastava solo uno sguardo. Quel ragazzino dai corti capelli bianchi aveva quella straordinaria capacità di leggerle dentro che Emma non ritrovava in nessun altro, neanche in Ray – eppure voleva bene a entrambi allo stesso modo. Cos’era quel piccolo dettaglio che differenziava quei due?

 

Sempre a portata di mano, tirò fuori dalla tasca la fotografia che la ritraeva con il suo vecchio migliore amico. Era indubbiamente la cosa più preziosa che avesse, la testimonianza che Norman era esistito per davvero e non era mai stato solo frutto di un’immaginazione collettiva. E forse, metterla su quel piano, le faceva ancora più male. Il suo suo viso era una smorfia buffa, lui se la rideva di gusto; aveva sempre reputato molto importante il sorriso, ma solo negli ultimi tempi iniziava a sembrarle così bello. Se se ne fosse accorta prima, cosa sarebbe cambiato tra loro? Non era la prima volta che Emma se lo domandava, ma mai aveva dato rilevanza a quella minuscola pulce che abitava nel suo orecchio – in quello che le era rimasto.

 

Abbracciò l’istantanea, per quel che poteva almeno. Possibile che riuscisse a sentire il calore di Norman attraverso la sottile figlia di una polaroid? Se solo fosse stato possibile viaggiare nel tempo, avrebbe trovato il modo di impedire la sua spedizione; non avrebbero commesso errori, la loro madre non li avrebbe raggiunti nel bosco, non le avrebbe fratturato la gamba. Avrebbe potuto continuare a sentire il profumo di lui, avrebbe potuto continuare ad ascoltare la sua voce, avrebbe potuto continuare a lasciarsi andare sulla sua spalla, il sostegno più forte che conoscesse. Si fidava molto dei suoi fratelli e compagni, ma nessuno era come lui.

 

«Norman», sussurrò, come se avesse potuto effettivamente udire quel richiamo. E giurò di aver sentito una risposta, un leggero fruscio proveniente da qualche parte nella grande stanza adibita a camera da letto; forse l’aveva solo immaginato, forse qualcuno nel sonno si era mosso, ma a Emma bastava. Era diventato il suo angelo custode, un guerriero invisibile che l’avrebbe protetta anche da chissà dove.

 

Chiuse le palpebre, le ciglia bagnate di lacrime, e lasciò che fosse la sua anima a riabbracciarlo.

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Se c’è qualche ingegnere che mi sta leggendo, è probabile che mi stia insultando: no, non so esattamente come funzionano i pannelli solari, ma nella mia testa è un paragone così assurdo che mi ha fatto venire voglia di scriverlo a qualsiasi costo. … Focalizziamoci sul contenuto della one-shot, che è meglio ^^’

Eh no, questa scena è completamente original, nel senso che nel manga non è mostrato nulla di tutto ciò che ho descritto qui. Sta di fatto che Emma adora quella fotografia, quindi per me è uno scenario plausibile eeee la shippo tantissimo con Normanno – wow che soprannome lmao

Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento. A presto con l’ultima one-shot!

-Channy

  
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