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Autore: Herondale66    25/03/2021    2 recensioni
Remus è un ragazzo tranquillo, frequenta l’ultimo anno del liceo classico e la sua vita si svolge più o meno normalmente. Ma tutto cambia quando la sua sbadataggine lo porta a scontrarsi e a conoscere il ragazzo che fino a quel momento aveva osato osservare solo da lontano: Sirius Black.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 4

La settimana era appena iniziata e si era rivelata un vero inferno per Remus. Aveva in programma versione di Greco, interrogazione di Letteratura Latina, verifica di Matematica, un test di Chimica e perfino un’esposizione di Educazione Fisica. Non si sentiva particolarmente pronto per nessuna di queste prove, ma aveva deciso che avrebbe cercato di non farsi prendere dall’ansia, o non ne sarebbe uscito vivo.
La piega delle sue giornate, assieme a quelle di Lily, era migliorata notevolmente. Al mattino arrivavano in orario e si trovavano davanti ai cancelli della scuola per entrare in classe assieme, mentre a ricreazione venivano raggiunti in classe da Sirius e James (seguiti da un trotterellante Peter, che, dopo aver fatto colpo quella sera al bar cercava la compagnia di Mary). Quella tradizione era iniziata qualche giorno prima, quando Sirius, non vedendo Remus nell’atrio a fare l’usuale rifornimento di caffè, glielo aveva portato in classe. Sirius si era giustificato dicendo che glielo doveva, da quella mattina di un paio di settimane prima. Ma Remus non era stato il solo ad arrossire, perché James aveva ben pensato di offrire il caffè a Lily, e quest’ultima, per grande sorpresa di Remus, aveva accettato volentieri. Così si era stabilita quella sorta di routine, che Remus disapprovava fortemente perché gli sembrava di approfittare della gentilezza di Sirius, ma l’altro non voleva sentire lamentele.
Mercoledì mattina, mentre Lily e James discutevano animatamente su quale fosse il migliore supereroe della Marvel, Sirius avvicinò Remus e gli disse “Allora, che ne dici di quell’appuntamento?”
A Remus andò di traverso il caffè che stava bevendo.
“Remus, seriamente, devi lavorare sulle tue abilità amatorie”
“Va bene, appuntamento” disse Remus con voce ancora roca.
“Che ne dici di andare a bere una cioccolata calda oggi pomeriggio?”
Remus il giorno seguente avrebbe avuto la verifica di Matematica, ma non ci pensò neanche per un secondo di rifiutare l’invito di Sirius.
“Certo, va benissimo. Adoro la cioccolata calda”
“Chissà perché non l’avrei mai detto…” disse Sirius, con fare sarcastico. “Ti passo a prendere per le 16?”
“Mi passi a prendere con cosa?”
“Col mio unicorno volante”
“Daaai Sirius, fai il serio”
“Con la mia moto, Remus”
“Ehm, ti dispiace se ti raggiungo in autobus? Mi dici l’indirizzo e ci troviamo direttamente lì”
Sirius lo squadrò, indeciso, per poi acconsentire.
“Se mi dai il tuo numero ti mando la posizione dopo”
E così Remus scrisse su un foglietto il suo numero di telefono, per poi consegnarlo all’altro ragazzo. La campanella suonò in quel momento, preannunciando altre ore di noiosissime lezioni.
“Vado, ci sentiamo dopo, ok?” disse Sirius
“Ok” ripose Remus, già pronto ad andare a sedersi al suo banco, ma si sentì tirare la maglietta. Si girò, per vedere che cosa volesse Sirius, e quest’ultimo gli posò un rapidissimo bacio sulla guancia, per poi fargli l’occhiolino e scappare via.
Lily fece un fischio dal fondo dell’aula. “Reeem hai fatto colpooo”
“Zitta Lils”
“Tu non hai idea di che invidia farai a tutte le ragazzine ormonali di questa scuola”
“Sì Lily, perché il mio scopo era esattamente quello…”
“Sto solo elencando i pro della situazione”
“Ma tu piuttosto, che mi dici di James?”
“Che ti dico? È un mio amico”
“Sì, un amico, certo”
In quel momento entrò il professore e non ci fu più tempo per discutere.
***
Alle 16:00 Remus si trovava davanti ad un piccolo locale, intimo e pittoresco, che non aveva mai visto prima nonostante abitasse nello stesso posto da tutta la vita. L’insegna recava la scritta “Il paiolo magico”, e l’ambientazione esterna ricordava molto quella di un pub inglese. Un ruggito di motore gli annunciò l’arrivo di Sirius, su di una moto nera e bellissima. Remus si promise ancora una volta che non ci sarebbe salito, non importava quanto l’idea di stare abbracciato a Sirius e palpare i suoi addominali fosse allettante.
“Hey bel fusto” lo apostrofò Sirius, togliendosi il casco e scompigliandosi i capelli.
Remus alzò un sopracciglio in evidente imbarazzo.
“Troppo?” aggiunse Sirius, divertito.
“Decisamente”
“Beh, per me sei veramente un bel fusto, sai? Non devi sottovalutarti”
“Sì Sirius, certo”
“Dai entriamo idiota” disse il ragazzo, prendendo Remus a braccetto e portandolo verso l’ingresso.
L’interno del locale era ancora più suggestivo dell’esterno, tutto era ricoperto di un legno scuro, la luce era calda e accogliente, e i tavoli sistemati in modo da avere assoluta privacy tra di loro.
Un barista dai capelli rosso fuoco li accolse con un sorriso “Buon pomeriggio ragazzi, volete accomodarvi o aspettate qualcuno?”
“No, un tavolo per noi due grazie” disse Sirius con disinvoltura.
Il barista annuì e li accompagnò in un tavolo molto appartato, affacciato sul cortile interno della palazzina. Lasciò loro i menu e si allontanò con riserbo. I due ragazzi si accomodarono, e iniziarono a osservare cosa offrisse quel locale. Alla fine, Remus ordinò una cioccolata al caramello, mentre Sirius optò per una cioccolata fondente.
Una volta ricevute le loro ordinazioni, Sirius si sistemò sulla sedia, e guardò Remus dritto negli occhi.
“Allora, ho una proposta da farti. Giochiamo ad un gioco, 36 domande. Puoi rifiutarti di rispondere con un ‘passo’, ma se decidi di rispondere devi essere il più sincero possibile. Così possiamo conoscerci meglio, no?”
Remus aveva sentito parlare di un gioco simile, un esperimento sociale secondo il quale era possibile instaurare un rapporto profondo solo porgendosi queste domande.
“Va bene” disse Remus, sperando che le domande non fossero troppo personali. In ogni caso avrebbe avuto i ‘passo’.
“Bene! Comincio io!” esclamò Sirius, felice come un bambino il giorno del proprio compleanno. “Se potessi scegliere tra qualsiasi persona al mondo, chi inviteresti a cena?”
“Probabilmente la regina Elisabetta”
“Cosa?” esclamò Sirius, ridendo.
“Ma ti pensi a quanta storia ha vissuto? Quante persone ha incontrato? E poi se me la facessi amica poi potrei essere invitato a corte e conoscere tutta la famiglia e visitare Buckingham Palace…” disse Remus, con occhi sognanti. Il Regno Unito lo aveva sempre affascinato, e sognava un giorno di poter andare a visitare Londra, Edimburgo e tutte le più belle città inglesi.
“Va bene, dopo aver capito che sei un gerontofilo, andiamo avanti” ribatté Sirius, ridendo “Tocca a te”
Il ragazzo allungò a Remus il suo cellulare, dal quale stava leggendo le domande.
“Definisci qual è il ‘giorno perfetto’ per te”. Remus aveva scelto una domanda abbastanza neutra, o almeno così sperava.
“Allora, probabilmente mi alzerei presto, andrei a portare Padfoot a spasso. Poi tornerei a casa e preparerei la colazione a Reg. Lui adora i pancake, quindi ne cucinerei un sacco. Poi probabilmente andrei a casa di James a pranzare, i suoi genitori sono super gentili, e sua madre cucina benissimo. Poi andremmo in camera di James a giocare con la Play, e a rimbambirci fino a metà pomeriggio. Poi usciremmo, andremmo a prendere un bel gelato assieme e a fare due palleggi al parco. A cena sarei da solo, perché a casa non c’è nessuno, nemmeno mio fratello che sta dai suoi amici. Inviterei una persona a vedere un film, e probabilmente me la scoperei, per concludere in bellezza.” Sirius non aveva battuto ciglio nell’esporre questa sua giornata.
“Hai spesso queste giornate?” gli chiese Remus.
“Non spesso, no. Per la maggior del tempo mia madre è in casa a rompere le palle.” Sirius non spiegò oltre, ma si affrettò a porgergli la domanda successiva. “Per te cosa conta di più in un’amicizia?”
“Sicuramente la fiducia. Ci metto molto a fidarmi delle persone, e quando alla fine decido di fidarmi di qualcuno lo faccio con tutto me stesso. Oltre a questo, direi anche la vicinanza, sia in senso materiale ma soprattutto a livello di supporto morale” rispose Remus, pensando a quanto preziosa fosse la sua Lily, che non lo aveva mai abbandonato, neanche nei momenti più bui. Remus ci mise un po’ a scegliere la domanda successiva, ma alla fine optò per “Che ruolo gioca l’amore nella tua vita?”
Sirius si accigliò un po’. “Credo che l’amore sia la cosa che mi è più di tutte mancata durante la mia infanzia, quindi sto cercando di circondarmene il più possibile ora. Io amo James, è come un secondo fratello per me. Amo Regulus, il mio fratellino che cerco di proteggere. Amo il mio cane, che è la mia ancora nei momenti peggiori. Ma non ho ancora trovato qualcuno da amare con tutto me stesso, con il profondo della mia anima, per curare le ferite che quei bastardi dei miei genitori mi hanno lasciato, nel cuore e nel corpo. Forse l’ho già trovata, chissà…” concluse il ragazzo, con un’ombra di un sorriso, aggiungendo poi “Va bene ultima domanda a testa. Vediamo… ecco sì, questa! Dì al partner che cosa ti piace di lui”
Remus arrossì all’istante, e iniziò a balbettare. “Posso usare un ‘passo’?”
“No dai Rem! Sono troppo curioso! Poi puoi chiedermelo anche tu!”
“Va bene…” disse Remus, titubante. “Allora, beh, fisicamente mi piaci. Mi piacciono i tuoi capelli lunghi, la tua carnagione chiara, i tuoi muscoli… insomma diciamo che a livello fisico sei proprio il mio tipo. Ma a parte questo mi piace anche il tuo modo di pensare, il mettere tutto in discussione, il tuo apprezzare le cose semplici e il saper scherzare su tutto senza essere volgare. A dire la verità è da un po’ di tempo…” Remus si bloccò. Stava fissando la sua tazza ormai vuota, e giocherellando con una bustina di zucchero. Il movimento frenetico delle sue dita venne però fermato dalla mano di Sirius, che si posò sopra alla sua. Sirius lo invitò a proseguire, con uno sguardo curioso e malandrino, ma allo stesso tempo dolce e premuroso.
“Ecco se proprio vuoi saperlo era da un po’ che ti avevo notato” sputò fuori Remus, tutto d’un fiato. Alzò lo sguardo, per incrociare quello di Sirius. Si stava visibilmente trattenendo dalle risate, e aggiunse “Remus. Me n’ero accorto” per poi scoppiare in una risata fragorosa.
Remus, la faccia in fiamme, incassò la testa fra le spalle, e fece per spostare la mano lontano da quella dell’altro ragazzo, che lo stava palesemente prendendo in giro. Ma venne fermato dalla presa ferma di Sirius, che aggiunse, tra le risate “Sono felice di essermi accorto che tu fossi il mio stalker, perché da quel momento anche io ho iniziato a notarti. E se proprio vuoi saperlo, Remus, di te mi piacciono i tuoi riccioli dorati, le tue lentiggini, il tuo metro e novanta di altezza, ma anche la tua sbadataggine, la tua dolcezza e il tuo immenso altruismo. E, in ogni caso, per colpa tua James ha iniziato a notare la tua amica Lily, e ti giuro che se quei due non si mettono assieme io mi taglio le orecchie piuttosto di sentire ancora quanto siano belli i capelli di Lily e come si è vestita bene oggi e bla bla bla.” Concluse Sirius, osservandolo.
Remus, sollevato, sorrise all’ultimo commento e si ripromise di fare una bella chiacchierata con la sua migliore amica. “Potremmo fare un appuntamento a quattro” Scherzò Remus, stringendo un poco la mano di Sirius, fregandosene del fatto che erano entrambe sudate e appiccicose.
“Sì, potremmo” disse Sirius, per poi sporgersi verso di lui.
Il loro secondo bacio sapeva di cioccolato, di risate e di un sentimento un po’ nuovo per entrambi. Era un bacio innocente, ma sapeva di futuro. Stavano per approfondirlo, quando vennero interrotti da un “Remusss!!”
I due ragazzi si staccarono all’istante, rossi in faccia e accaldati. Di fianco al loro tavolino si trovava un bambinetto sugli otto anni, pieno di lentiggini e con i capelli rosso fuoco spettinati.
“Bill! Ciao, che cosa ci fai qui?” disse Remus, sopreso.
“I miei genitori lavorano qui!”
“I tuoi genitori?”
Sirius osservava divertito lo scambio tra i due. Dal bancone del bar giunse una voce femminile “Billy! Dove sei finito? Smettila subito di importunare i clienti e torna qui!”
“Molly! È qui con me!” urlò Remus, mentre faceva il solletico al bambino ridacchiante.
Vennero raggiunti da una ragazza energica e robusta, che sembrava poco più grande di loro. Molly, come testimoniavano i suoi capelli ramati e le lentiggini, era la madre del bambino.
“Remus caro! Non ti avevo proprio visto! Che bello averti qui!”
“Molly, non avevo idea che aveste un bar! Immagino che il cameriere sia tuo marito”
“Sì, lui è Arthur. Mi dispiace che Bill sia venuto a disturbarvi, ma non ci possiamo permettere anche una babysitter per questa piccola peste! Per farmi perdonare vi offro le cioccolate che avete preso”
“Ma Molly…” iniziò a protestare Remus
“Niente ma! Così ho deciso! Ora scusatemi ma devo tornare a servire i clienti! È stato un piacere ragazzi”
E trotterellò via, trascinando con sé il povero Bill, che li salutava mesto con la manina.
“Posso chiederti come fai a conoscerli?” disse Sirius, una volta che furono soli.
“Do una mano a Bill con i suoi compiti. È dislessico e disgrafico, per cui fatica abbastanza a seguire le lezioni e a fare gli esercizi per casa da solo.”
“Capito. Beh, ti ci vedrei bene, ‘Professor Lupin’”
Remus si limitò a ridere e scuotere la testa.
“Immagino che tu debba ancora decidere che università frequentare” disse Sirius.
“In realtà credo di voler fare Lettere” rispose Remus.
“Quindi ho ragione con la storia del professore!” rispose Sirius, incredulo.
“Forse, non mi dispiacerebbe. Tu invece?”
“Io non ho ancora deciso… i miei ovviamente vorrebbero che io facessi Giurisprudenza, o al massimo Economia. Ma a me fanno schifo entrambe le cose, quindi probabilmente andrò a fare tutt’altro. Non mi dispiacerebbe Veterinaria…”
“Veterinaria? E come mai non hai fatto lo scientifico allora? Sai che con la prof di scienze che ci ritroviamo farai molta fatica a recuperare tutto per i test di ingresso…”
“Già, infatti dovrei iniziare a studiare” disse l’altro ragazzo, corrucciato “Comunque, faccio il classico perché è da generazioni che la mia famiglia fa questa scuola, e io non sarei di certo stato il primo a rompere la tradizione…” aggiunse, con un’aria rassegnata.
“Devi scegliere tu chi essere Sirius, non puoi farti condizionare da nessuno” sussurrò Remus, allacciando nuovamente le loro mani.
Poco dopo, decisero di avviarsi verso casa, salutarono Molly e Arthur, e uscirono nell’aria fresca di quel tardo pomeriggio frizzante. Stava per piovere. I due ragazzi si salutarono velocemente (Sirius non voleva bagnarsi in moto), e si ripromisero di rivedersi il giorno successivo a scuola. Prima di allacciare il casco, Sirius attirò Remus a sé, dicendogli “Grazie per oggi pomeriggio, sono stato bene. Anche se credo abbiamo ancora una cosa lasciata a metà…” disse, prima di baciarlo nuovamente. Fu un bacio breve, ma carico di significati.
“Sai, se le cose stanno così potrei anche rivedere la mia giornata tipo” disse Sirius, per poi accendere il motore e sfrecciare via.
Remus lo osservò andarsene, con un sorriso stampato in faccia e una bolla di felicità nello stomaco. Si incamminò lentamente verso la fermata dell’autobus, e le prime gocce di pioggia si impigliarono tra i suoi riccioli dorati.
 
   
 
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