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Autore: Prettybene9816    29/03/2021    0 recensioni
I protagonisti sono diversi, ma è consigliato leggere prima i sequel per capire meglio i protagonisti.
All'interno del libro ci saranno vari protagonisti, altre storie che vi illustrerò mano a mano. Iniziamo con la prima coppia:
Flora non ha scampo, Khalil, il suo stalker dall'età di 14 anni, ha un obiettivo...vuole umiliarla, distruggerla, farle passare l'inferno, vuole che strisci per terra come un animale, vuole denudarla di emozioni, anima e vita.
Lei si sveglia in una stanza buia ed estranea, non sa cosa possa succedergli, e chi o perchè le stanno facendo ciò, ma lei è forte, furba e caparba...sa che quello è il suo inferno, ma meglio regnare all'inferno che servire in cielo.
Seconda coppia:
Jamal è testardo, Swarna è volubile, Jamal è burbero, Swarna è affabile, Jamal è arrogante, Swarna è timida, Jamal non prova più emozioni, Swarna dà il cuore alle persone, Jamal ama il potere, Swarna ama la semplicità, Jamal vuole tutto, Swarna non vuole nulla...cosa hanno in comune?
Jamal ha perso il suo migliore amico Farid, Swarna ha perso sua sorella Bekka...ogni responsabilità sulla bambina appena nata dall'unione di Farid e Bekka ricade su di loro, sono di colpo genitori e non si sopportano a
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In amore non vince chi sa usare bene le parole, ma chi sa usare bene il silenzio. -Shuttle_river. FLORA'S POV: "Chi è?" chiedo quando sento bussare alla porta. "Signora Temiz, è arrivato un pacco per lei" dice la nuova ragazza della reception del centro. "Vignoli, il cognome di mio marito non l'ho acquisito. Può poggiare qui" dico indicando il tavolino all'angolo. Khalil aveva fatto aggiungere il suo cognome dopo il mio sulla targhetta fuori la porta, non mi sono mai decisa a levarlo. Sono da tre mesi che non vedo o sento Khalil, piango ogni sera per la sua assenza, delle volte non mi capacito di quante lacrime possa versare...mi addormento quasi sempre stremata dalle lacrime. I primi giorni non ci credevo che se ne fosse andato e mi sono fatta un taglio brutto alle mani colpendo lo specchio. Per fortuna non ho riportato ferite profonde, ma oltre a Juan e le ragazze, non c'era nessun altro all'ospedale. Sono scoppiata a piangere urlando il mio odio per lui, aveva mantenuto davvero la sua promessa. Lei si muove in fretta e posandomi il pacco sul tavolino si congeda. "Rosa?"la chiamo prima che se ne vada. "Sì, signora?" si affaccia alla porta. "Chi me lo manda?" "Non c'era un bigliettino, l'ha consegnato il corriere e non mi ha fatto firmare nulla" "Ho capito, grazie" dico ritornando ai rapporti. Lavoro ancora un po' e alzando lo sguardo all'orologio che segnano le 19, spengo il computer alzandomi. Mi avvolgo la sciarpa attorno al collo e afferrando la giacca, chiamo a Juan. "Pronto sorellina?" risponde al primo squillo. "Ehi...sto uscendo adesso" dico prendendo la borsa. "Perfetto, dico a Tania di preparare il riso. Ti aspettiamo" dice lui felice. "Arrivo, a dopo. Un bacio" dico riattaccando. Spengo tutte le luci e quando faccio per spegnere la lucina sul tavolino all'angolo, mi accorgo del pacco che mi aveva consegnato Rosa. Prendo il pacco in mano e noto che c'è come un libro dentro...non ricordo di aver ordinato un libro. Scarto il pacco curiosa e quando realizzo di cosa si tratta, rimango senza fiato. Impiego ben 2 minuti paralizzata a fissare il quaderno e riprendendo il cellulare, chiamo Juan. "Sei giù?" "Juan...mi sento poco bene, possiamo rimandare la cena? Non mi va di conoscere la tua nuova fidanzata in queste condizioni" mormoro stringendo a me il quaderno. "Cosa hai? Vengo a prenderti?" "No no, tranquillo. Solo un capogiro, ma preferisco rimanere a casa e riposarmi" "Sicura? Potremmo venire noi da te e prenderci cura di te" Scuoto la testa "Sono sicura, scusami per averti fatto perdere tempo" "Non dire sciocchezze, mi chiami se hai bisogno di qualsiasi cosa?" "Sì sì, lo farò. Salutami Tania e scusati per me" "A domani sorellina" dice lui riattaccando. Levo la sciarpa e la giacca, poso sulla scrivania la borsa e sedendomi sulla poltrona dei pazienti, apro il quaderno. Sorrido quando riconosco la mia scrittura, è la storia che stavo scrivendo sullo yatch...ogni volta che volevo sfogarmi, aprivo il quaderno e scrivevo senza sosta di questa bellissima storia d'amore. Non ho mai scritto un finale, anche se ci stavo pensando, ma poi sono riuscita a scappare dallo yatch e il resto è storia. Sono felice che il quaderno sia stato recuperato intatto. Scorro le prime pagine e mi porto al naso il quaderno, profuma di mare e pulito...sorprendentemente mi manca questo profumo. Spalanco gli occhi quando trovo il ritratto che mi aveva fatto Khalil, lo avevo conservato tra le pagine con cura...apro il foglio e mi mordo il labbro. "Non hai del lavoro da sbrigare?" gli chiedo. "Sì, una montagna in realtà" risponde lui lasciandomi un bacio sulla spalla. "E perchè sei qui a non far nulla?" "Veramente ti sto osservando" "Non ti stanchi mai, eh?"chiedo sorridendo. Lui scuote la testa e dice "Mai." Gli sorrido e imbarazzata gli allungo un foglio di carta bianco. Lui mi guarda interrogativo e io spiego "Mentre scrivo, puoi fare un disegno" Gli allungo anche una matita e dico "Disegna la prima cosa che ti viene in mente" "Finito" sento dire davanti a me, dopo che ho iniziato a scrivere la trama della mia storia. Alzo lo sguardo e Khalil piegando il foglio, me lo porge col sorriso "Per te" "Per me?"chiedo sorpresa prendendolo in mano. Lui annuisce e io apro il foglio, aspettandomi un terrificante disegno di pecore o dinosauri, ma sorprendentemente spalanco la bocca. "Khalil..." sussurro esterrefatta. "Ti piace?" ha il coraggio di chiedermi lui. Osservo il mio ritratto che sorrido con un fiore rosso sull'orecchio e mormoro "Sembra vero...come hai fatto?" "Diciamo che me la cavo" dice lui modesto facendo spallucce. Lui mi porge un foglio dice "Ora fammelo tu un ritratto, scommetto che sei brava anche tu" Accetto la sfida e posando le carte sul comodino inizio a ritrarlo. Ci metto poco e con molta vergogna glielo mostro. "Non male" commenta lui trattenendosi dal ridere. Lo spingo sul letto e grido "Non fare il falso! Fa cagare!" "Magari puoi migliorare" dice lui ridendo. Io gli salgo sopra e prendendogli dalla mano il disegno, lo firmo e dico "In futuro potrai rivenderlo ad un prezzo alto" "Perchè mai?" chiede lui perplesso lasciando che io mi sieda sopra di lui. "Beh...essendo tua moglie, i giornali avranno tanto parlato di me" Lui mi butta di schiena sul letto facendomi urlare e salendo su di me dice "Ripetilo un'altra volta" Capisco cosa vuole sentirsi dire e mormoro "Che sono tua moglie? Beh vedi che le carte del divorzio nel ventunesimo secolo esistono ancora" Khalil si butta al mio fianco e strofinandomi il naso col suo sussurra "Non per te" "Che vuol dire! Non posso essere legata a te per sempre" "Lo sei e ora stai zitta" mormora lui cercando di rubarmi un bacio. Accarezzo il ritratto e sorrido amaramente, ricordo ogni cosa di quel giorno, di quell'attimo. Riposo il foglietto tra le pagine e sfoglio le pagine un po' consumate. Portavo sempre con me il quaderno, delle volte scrivevo fuori sotto il sole e sorseggiando uno spritz. Dovevo in qualche modo impiegare il mio tempo. Sfoglio ancora le pagine, finché non riconosco la mia scrittura e corrugo la fronte. Aspetta...aspetta...qualcuno ha continuato la storia. Inizio a leggere le prime frasi e alzo il sopracciglio, quel qualcuno ha anche rispettato il mio stile di scrittura. Sembra la mia penna. Mi alzo di scatto e chiudendo a chiave la porta, mi rimetto seduta sul divanetto levandomi le scarpe e mettendomi seduta. La storia l'avevo interrotta al punto in cui Stella cede a Pierangelo e fanno l'amore nel salone di lei, mentre Luigi, il marito, e Sabina, la figlia, erano dai nonni al paese. "Buongiorno" dice una voce facendomi stropicciare gli occhi. Mi stiracchio sbadigliando e metto a fuoco Pierangelo con un vassoio in mano. Lo posa sul tavolino vicino e allungando una mano per accarezzarmi la guancia mormora "Sei così tenera appena sveglia" Mi mordo il labbro sorridendo imbarazzata e coprendomi col suo maglione chiedo "Hai preparato la colazione?" "Ho solo messo dello yogurt, cereali e un po' di frutta fresca sopra. Qua invece c'è il caffè e il succo. Non sapevo come lo prendevi il caffè quindi..." "Non mi piace il caffè, ma l'aroma è gradevole" spiego mentre lui si morde il labbro e dice "Ok, non ti piace il caffè. Segnato" Si gira verso di me e chiede corrugando la fronte "Come diavolo fai a vivere senza caffè?" Faccio spallucce e lui dice ancora "Allora...ricapitoliamo: non bevi, non fumi e non bevi caffè. Un cuore più sano del tuo non può esserci" "Però abuso del tè nero. Se non lo prendo ogni giorno, mi sento male" "Lo stesso vale per me con la birra" Scoppio a ridere mentre lui si allunga per darmi un bacio sulle labbra e sussurra su queste "Sono così felice adesso" Gli sorrido e mormoro " È così strano averti qui...con me. È stata una cosa a cui ho sempre fantasticato, insomma...speravo che ci saremmo incontrati un giorno, ma non pensavo che..." "Che...?" M'incita lui. Indico me e lui e dico "Questo insomma..." "Del fantastico sesso intendi dire?" Mi porto subito le mani sul viso imbarazzatissima e lui scoppia a ridere. Sento improvvisamente un cellulare vibrare e lanciando un'occhiata al tavolino leggo il nome "Maritino" "Ti ha chiamato più volte, ti conviene rispondere" dice Pierangelo passandomi il cellulare. "Più volte? Che ore sono?" Alzo lo sguardo all'orologio e vedo che sono le 12. "Merda!" Esclamo scendendo dal divano e correndo in cucina. Mi avvicino alla finestra e sporgendomi rispondo alla chiamata. "Pronto?" "Pronto? Stella?" "Ehi...sì, ti sento. È successo qualcosa?" "Questo dovrei chiederlo a te" dice lui severo mentre io spalanco gli occhi pensando che abbia scoperto tutto. "È da ore che ti chiamo, fino a che ora hai letto ieri notte? Di' la verità " continua lui. Sospiro sollevata e dico portandomi una mano sul petto "Non so, tardi. Molto tardi. Scusami se non ho risposto prima, non ho sentito completamente il cellulare" "Tranquilla, chiamavo per sapere come stavi. Sei ancora decisa a raggiungerci?" Mi torturo le unghia e mormoro "Io...in realtà mi sento ancora poco bene. Forse è il caso che rimanga a casa, tanto domenica sera ritornerete" "Mi dispiace lasciarti sola mentre stai male, forse è il caso che io e Sabina torni..." "Oh no no, c'è così tanto silenzio. Vi prego, restate dove siete" "E io che pensavo che ti fossi mancato almeno un po' " Rido nervosamente e mormoro "Certo che mi sei mancato" Alzo lo sguardo a Pierangelo che è appoggiato alla porta e mi guarda un po' con rimprovero. Mi giro dandogli le spalle e dico piano "Senti, devo riattaccare ora. Sabina sta bene? " "Ha accompagnato mia madre ai terreni, dovevi vedere com'era eccitata " "Immagino...io riattacco allora, ho delle email a cui rispondere" "Tutto bene?" Chiede lui facendomi paralizzare. "Sì, perché?" Domando esitante. "No, è che ti sento strana. Forse hai solo bisogno di riposo" "Sì, infatti. Ti chiamo appena mi sentirò meglio, salutami Sabina e i tuoi" "Lo farò, ti amo. Riprenditi" "Anch'io...a dopo" riattacco e faccio un profondo respiro. Sento il suo sguardo bruciarmi la schiena, non gli è piaciuto affatto sentire quelle parole riferite a un altro. Mi giro verso di lui per affrontarlo, ma me lo ritrovo esattamente dietro e afferrandomi la testa con una mano, mi divora le labbra senza darmi tempo di realizzare. Mi aggrappo a lui per non perdere l'equilibrio, mentre gemo per i baci roventi e i morsetti che lascia sul mio collo e scende alla scollatura. "Aspetta, aspetta" sussurro quando mi alza sul bancone e non mi dà tregua mordendomi la spalla. "Pierangelo" lo richiamo. "Sei mia Stella, appartieni a me da sempre. Dimostrami il contrario" ringhia ribaciandomi ferocemente e accarezzandomi le coscia. Gli passo le braccio attorno al collo e dico spostandomi dalle sue labbra "È complicato, non lo so. Sai bene che ho un marito e..." "Avevi, avevi Stella. Ha perso la nomina nel momento in cui ho messo piede nel tuo studio e ci siamo ritrovati, lo sapevamo entrambi che sarebbe successo e che non avremmo potuto evitarlo. Ne eravamo consapevoli, tu eri consapevole del fatto che avresti mandato a puttane il tuo matrimonio per me..." "Io...forse ho affrettato le cose e..." Pierangelo mi stringe le guance tra le sue dita e incendiandomi con lo sguardo ringhia "Non ti azzardare a farlo di nuovo." Si avvicina alle mie labbra e sibila serissimo "Non ti azzardare a pentirti di quello che senti. Tu aspettavi me, non lui. Quello è solo un errore di percorso e tale rimarrà, perché sono io il tuo uomo. Tu la mia donna, mia." Afferra in un pugno i miei capelli e ringhia poggiando la sua fronte sulla mia "Sono stato chiaro?" "È così difficile..." "Non ti ho mai detto che sarebbe stato facile ma ehi..." mi alza il mento e sussurra "Io sono qui, non vado da nessuna parte. Ora che ti ho ritrovata, non ho intenzione di lasciarti andare un'altra volta. Farò qualsiasi cosa in mio potere per farti stare serena, ci penso io a te" "Oh Pierangelo..." mormoro col labbro tremante. "Ti amo Stella, sono pazzo di te. Ricordalo." Sorrido accarezzandogli il viso mentre lui sussurra ancora col cuore in mano "Non ti lascerò andare mai più. Abbiamo perso troppo tempo, ma possiamo ancora recuperare tutto. Il nostro legame è indissolubile, non permetterò più a nessuno di tenerti lontana da me. Sei l'amore della mia vita e io il tuo, solo io. Ripetilo" "Solo tu" mormoro deglutendo. "Solo noi" sussurra lui alzandomi dal bancone e tornando al salone sul divano. Mi alzo dal divanetto e andando a prendere gli occhiali, ne approfitto anche per prendere la barretta al cioccolato che mi porto sempre a presso quando mi viene fame. Mi stiracchio di poco e indossando gli occhiali, mi rimetto sul divanetto scartando la mia barretta. La storia procede anche meglio di quanto avessi pensato di continuare, sono ansiosa di continuare la lettura. Chiunque sia stato a scrivere, mi conosce alla perfezione, a tal punto da andare anche oltre la mia mente, più di quanto ci riesca io stessa. "Com'è che si chiama questa canzone?" chiedo fra le sue braccia. Pierangelo accarezza coi polpastrelli la mia pelle nuda e dice "Lettre à une femme, ti piace?" "Sì, mi traduci qualche frase?" "À toi mon bébé, à toi ma future femme... Jusqu'au bout, je sais qu't'as kiffé, j'le vois dans ton sourire , j'te f'rai plus jamais souffrir" dice con pronuncia perfetta. "Per te mia piccola, per te mia futura moglie... Fino alla fine, so che ti è piaciuto, lo vedo nel tuo sorriso, non ti farò mai più soffrire." traduce accarezzandomi i capelli e scostando delle ciocche dal mio viso. "La reine du royaume, c'est toi , ma fille Oh mi amor, c'est que nous deux, fuck le reste... Fais attention quand même car si tu tombes, je tombe aussi" "La regina del regno, sei tu, ragazza mia Oh amore mio, siamo solo noi due, fanculo il resto... Stai attenzione comunque perché se cadi , cado anche io" "Je sais qu'elle m'aime à la folie, vuol dire..." "So che mi ama alla follia" mi conferma lui alzando il mio mento e lasciandomi un bacio soffice. "L'hai sempre saputo, vero?"chiedo sulle sue labbra. "So che ti amo io" Dei brividi mi fanno tremare e coi occhi lucidi mormoro "Ripetilo ti prego, non riesco ancora a crederci" "Ti amo, ti amo da impazzire. Ti amo" dice lui bruciandomi con lo sguardo. Lo stringo forte e abbassando la testa al suo petto, cerco di calmare i miei battiti impazziti. Lui mi lascia dei baci sulla testa accarezzandomi la schiena e io sussurro con una lacrima che scorre sul mio viso "Finalmente sei mio" Accarezzo una macchiolina trasparente alla fine della pagina e realizzo che sembra una lacrima, mi porto il dito sulle labbra e chiudo gli occhi sospirando. Il mio cuore batte forte e riaprendo gli occhi, sposto lo sguardo alla scrivania, dove un tempo era seduto Khalil. Lo immagino seduto che mi osserva con la sua solita espressione severa, ma allo stesso tempo innocente e puro, mi porto una mano sul petto mentre una lacrima furtiva cade sulla pagina, macchiando esattamente il punto della sua lacrima.
   
 
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