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Autore: Star_Rover    01/04/2021    7 recensioni
Durante la Battaglia d’Inghilterra i cieli sopra alle verdi campagne irlandesi sono spesso oscurati da stormi di bombardieri tedeschi che pericolosamente attraversano il Mare d’Irlanda.
Quella notte però è un Heinkel solitario a sorvolare le montagne di Wicklow e il suo contenuto più prezioso non è una bomba.
Un ufficiale della Luftwaffe paracadutato nella neutrale Irlanda è un fatto curioso, potrebbe sembrare un assurdo errore, ma la Germania in guerra non può concedersi di sbagliare.
Infatti il tenente Hans Schneider è in realtà un agente dell’Abwehr giunto nell’Isola Smeraldo con un’importante missione da portare a termine.
Il tedesco si ritrova così in una Nazione ancora divisa da vecchi rancori e infestata dagli spettri di un tragico passato. In questo intricato scenario Schneider entra a far parte di un pericoloso gioco che potrebbe cambiare le sorti della guerra, ma anche per una spia ben addestrata è difficile riconoscere nemici e alleati.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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13. Il capitano Maguire
 

Quella zona sembrava ancora più oscura e silenziosa rispetto al resto della città. Hans continuò a seguire il suo compagno svoltando in un vicolo angusto e deserto.
L’irlandese era diretto verso un edificio apparentemente abbandonato, Schneider scorse l’insegna sulla quale era stata dipinta la scritta Fleming’s Pub. I due raggiunsero il retro del locale, Declan si fermò davanti al portone e bussò con colpi secchi e decisi. La serratura scattò, ma la catena rimase bloccata.
Un uomo vestito di nero comparve nello spiraglio aperto.
«Parola d’ordine?» chiese lo sconosciuto con aria sospettosa.
O’ Riley rispose prontamente: «Róisín Dubh»
Il militante permise ai due di entrare, poi richiuse la porta alle loro spalle. Hans notò che nella mano destra stringeva una rivoltella Enfield.
«Per quale motivo siete qui?» 
«Il capitano Maguire ci sta aspettando» spiegò Declan.
L’uomo rivolse lo sguardo al tenente, aveva intuito che egli doveva essere estraneo all’IRA.
«Aspettate qui, vi consiglio di non allontanarvi, ovviamente siete sorvegliati»
Hans alzò la testa, nella penombra riconobbe un'altra figura armata appostata sulle scale.  
«Il tuo comandante è ben protetto» commentò a bassa voce.
Anche Declan fu sorpreso da ciò, sul suo viso comparve un’espressione preoccupata. Se Maguire temeva così tanto per la sua incolumità doveva trovarsi davvero in una situazione di effettivo pericolo.
Schneider approfittò di quell’attesa per soddisfare la sua curiosità.
«Che cosa significa Róisín Dubh?» domandò riferendosi alla parola d’ordine.
«La rosa nera. È un antico poema patriottico mascherato da sonetto romantico. Il poeta esprime il suo amore per una fanciulla rivolgendosi a lei con il nome di Róisín Dubh. In realtà i suoi sentimenti non sono per una donna, ma per l’Irlanda. Così la rosa nera è diventata un simbolo per i ribelli»
«È una storia davvero affascinante»
«Già…il passato di questa Nazione non è stato segnato solamente da episodi violenti e sanguinari»
I due avvertirono il rumore di alcuni passi al primo piano, poco dopo l’uomo vestito di nero tornò da loro.
Egli si rivolse a Schneider: «il capitano Maguire è pronto a riceverla»
Declan era intenzionato a seguire il suo compagno, ma il militante lo bloccò.
«Il comandante vuole solo il tedesco» chiarì.
O’ Riley non protestò, seppur contrariato fu costretto ad obbedire alla volontà del suo superiore. Il giovane restò immobile ad osservare il tenente sparire sulle scale.
 
Hans salì i gradini e percorse pochi passi lungo lo stretto corridoio. L’uomo che l’aveva accompagnato gli indicò una porta. Schneider si avvicinò, non ebbe nemmeno bisogno di bussare, una voce forte e decisa lo invitò ad entrare. Il giovane prese un profondo respiro, aveva tanto atteso quel momento, era pronto ad affrontare quell’incontro.
Hans si ritrovò in un piccolo studio, nella penombra riconobbe una figura in piedi al centro della stanza. Immediatamente riconobbe il volto di Maguire, egli aveva l’aspetto di un borghese di buona famiglia, era evidente la sua appartenenza ad una classe sociale privilegiata. La sua indole da intellettuale però non era in contrapposizione alla sua vera identità come ufficiale di un’organizzazione militare clandestina.
Maguire si presentò con una cordiale stretta di mano.
«Dunque lei è Der Adler»  
Il tedesco annuì.
«Suppongo che in queste circostanze possa rivolgermi a lei in quanto tenente Schneider»
«Sì, certamente»
Charles si mostrò gentile e disponibile nei confronti del nuovo arrivato.
«Sono lieto di poterla conoscere finalmente. Ammetto che ero curioso di vedere di persona una spia tedesca»
Hans sostenne il suo sguardo: «spero di non aver deluso le sue aspettative»
«Oh, no. La sua immagine non ha nulla di deludente. E da quel che mi hanno riferito anche le sue capacità non sono da meno…»
Schneider si sentì leggermente a disagio di fronte a quegli elogi.
Il capitano sorrise, poi invitò il giovane a sedersi al tavolo.
«Prego, si accomodi. Ho cercato di fare del mio meglio per riservarle una degna accoglienza»
Il tedesco avanzò con cautela, mosse ogni passo sentendo una vibrante tensione. Era intenzionato a mostrarsi condiscendente con il comandante dell’IRA, ma era consapevole di non poter abbassare la guardia.
Hans prese posto sulla sedia, davanti a sé trovò due bicchieri vuoti. Maguire si avvicinò con una bottiglia tra le mani.
«Ha già avuto modo di provare il buon whiskey irlandese?»
Il giovane scosse la testa.
«Sono certo che le piacerà. Ho deciso di offrirle qualcosa di speciale»
Il capitano aprì la bottiglia di Jameson e riempì generosamente i bicchieri.
«A cosa vuole brindare tenente?»
Schneider si rialzò in piedi: «a questa alleanza. All’Irlanda e alla Germania!»
Maguire approvò e con un plateale gesto levò il bicchiere.
«Sláinte
 
***
 
Declan rimase ad aspettare nell’ampio salone vuoto, i due militanti l’avevano lasciato solo per tornare alle loro postazioni di guardia. Il locale deserto era illuminato da una luce fioca, le finestre sbarrate erano del tutto oscurate. Il giovane si guardò intorno scorgendo soltanto casse abbandonate e mobili impolverati.
Voltò lo sguardo alla parete notando le fotografie appese al muro, si trattava di ritratti raffiguranti alcuni eroi della Guerra d’Indipendenza.  
O’ Riley provò sincero orgoglio nel pensare che suo padre aveva combattuto a fianco di quei valorosi soldati. Sapeva che il genitore aveva abbandonato gli ambienti repubblicani dopo il Trattato per tornare dalla sua famiglia e di certo non poteva biasimarlo per questo, eppure non capiva perché egli non avesse mai parlato del suo passato. Ogni volta che aveva provato ad affrontare la questione lui aveva finito per cambiare argomento e sviare la conversazione senza mai rispondere alle sue domande. I suoi fratelli gli avevano raccontato che il padre aveva vissuto i traumi della guerra e che per questo non voleva ricordare, ma Declan era certo che il silenzio non lo avrebbe aiutato. Quando gli aveva rivelato di essersi unito all’IRA egli non aveva detto nulla a riguardo, non l’aveva rimproverato, si era limitato a rivolgergli uno sguardo severo, ma comprensivo. Forse aveva sempre saputo che sarebbe stato quello il suo destino.
Declan si riprese da quei ricordi e tornò a fissare con apprensione le scale, quell’attesa stava diventando sempre più snervante. Il giovane iniziò a muovere le gambe sotto al tavolo manifestando la propria agitazione. Non sapeva per quale motivo Maguire l’avesse escluso da quell’incontro, ormai anch’egli era a conoscenza del piano. Aveva deciso di prendere parte a quella missione, dunque aveva il diritto di essere messo al corrente di ciò che stava accadendo. Dopo l’alleanza con i nazisti quali altri segreti poteva nascondere il Comando dell’IRA?
Il ragazzo cercò di calmarsi, non aveva mai dubitato del capitano Maguire prima di quel momento.
Non erano solo i piani dell’IRA ad angosciarlo, Declan ne era ormai consapevole.
Aveva tentato con tutto se stesso di mantenere le distanze dal tenente Schneider, dopo gli ultimi avvenimenti però sentiva che qualcosa era cambiato.
In quel momento fu costretto ad ammettere la verità, era davvero preoccupato per la sorte dell’agente tedesco.
 
***
 
Hans bevve il primo bicchiere per cortesia, pur apprezzando il whiskey rifiutò il secondo, doveva mantenere la mente lucida.
Il capitano non sembrava avere fretta di concludere quella conversazione.
«Ho saputo della sua ferita» accennò.
«Non è niente di grave, si è trattato di un incidente. Il taglio si è rimarginato, resterà solo una brutta cicatrice»
«Come è successo?»
«Ho avuto un brusco atterraggio» semplificò il tenente.
«Lei è stato paracadutato nella valle di Glencree e nonostante l’arto ferito ha marciato fino al villaggio di Enniskerry. Ha anche attraversato un fiume a nuoto durante la notte. È stata un’impresa ammirevole»
«A quanto pare è stato ben informato»
«Mia sorella mi ha riferito tutto a riguardo del suo sfortunato viaggio»
«La signora Gifford si è rivelata una preziosa alleata, il suo aiuto è stato fondamentale»
«Helen è l’angelo custode di tutti noi, non ha mai negato il suo supporto all’IRA»
Hans non esitò a credere alle sue parole.
«A proposito del mio atterraggio…purtroppo la ferita non è stata la sola disgrazia. È accaduto qualcosa di ben più grave e per questo ho bisogno di chiedere il suo aiuto»
«Di che si tratta?»
«Durante il lancio ho perso la radiotrasmittente. Devo trovare al più presto un modo per contattare i miei superiori in Germania»
Il capitano non mostrò particolare apprensione.   
«Vedrò cosa posso fare a riguardo, ma per il momento è meglio che lei non provi a contattare nessuno, nemmeno i collaboratori dell’Abwehr qui a Dublino»
La spia si insospettì: «per quale motivo?»
Maguire prese un profondo respiro prima di rivelare la verità: «perché al Castello sono già sulle sue tracce»
Schneider assunse un’espressione interrogativa: «il Castello?»
«Il Centro di Comando dei servizi segreti, il nostro informatore ci ha rivelato che il G2 sta collaborando con gli inglesi per catturare una spia tedesca sul suolo irlandese»
Hans si allarmò: «gli inglesi sanno del piano?»
«L’MI5 deve aver scoperto qualcosa a riguardo dei nostri accordi, così ha incaricato un agente britannico per indagare sulla questione, ogni suo errore potrebbe essere fatale»
Il tenente Schneider cominciò ad avere una visione più ampia della situazione.
«È per questo che ha deciso di rinchiudermi in quel rifugio?»
«Il mio dovere è occuparmi della sua sicurezza»
«Se gli inglesi sono al corrente della nostra alleanza non abbiamo molto tempo»
Il comandante non si scompose: «l’IRA è ben consapevole di questo»
«I miei superiori non sanno neanche che ho raggiunto Dublino, probabilmente credono che la missione sia già fallita. Senza poter contattare i comandanti dell’Abwehr non avremo modo di portare avanti le trattative»
Maguire sorseggiò con calma il suo whiskey.
«Non si preoccupi tenente. In fondo l’Abwehr l’ha inviata qui per verificare l’affidabilità dell’IRA, quale situazione migliore di questa?»
Schneider rimase in silenzio.  
«Se rispetterà le nostre regole noi potremo fornirle le informazioni che sta cercando. Mi sembra un buon compromesso. Lei che ne pensa?»
Il tenente rimase sulla difensiva: «ho già dimostrato di essere disposto a fidarmi dell’IRA»
«E l’IRA ha rispettato le sue promesse. Noi possiamo proteggerla, ma lei deve collaborare e accettare queste condizioni»
 
***
 
Maguire abbandonò la stanza lasciando la spia tedesca sotto la rigida sorveglianza dei suoi uomini. L’ufficiale scese le scale quasi di corsa per andare incontro al suo compagno.
Declan scattò in piedi alla vista del capitano. Charles strinse il giovane in un caloroso abbraccio.
«Sono così felice di rivederti»
Il ragazzo trovò conforto in quel contatto, ma quando si separarono non poté evitare di manifestare la sua apprensione.
«Che cosa sta succedendo? Credevo di ritrovare l’accoglienza della mia squadra e non degli sconosciuti sospettosi»
«Sono i ragazzi della Fingal Brigade, sono tutti soldati affidabili e ben addestrati» spiegò il Maguire.
«Dove sono i nostri compagni?»
Il capitano abbassò tristemente lo sguardo.
«I più fortunati sono stati costretti a lasciare Dublino, gli altri sono stati arrestati dopo le ultime retate del G2»
Declan avvertì un’intensa fitta al petto provando ansia e sconforto nel pensare alla sorte dei suoi commilitoni.
«Ho bisogno di parlarti» continuò il comandante con tono serio.
Il giovane tornò a sedersi al tavolo, Charles si posizionò al lato opposto.
«Volevo dirti che mi dispiace» ammise con puro rammarico.
«Non c’è nulla per cui tu debba scusarti» replicò O’ Riley.
«Sì, invece. Io ti ho deluso, ho tradito la tua fiducia…e ancora peggio, ti ho coinvolto in una missione decisamente pericolosa»
«Non condivido le tue scelte, ma posso comprendere le tue motivazioni»
Maguire apprezzò la solidarietà dimostrata dal suo sottoposto.
«Devo sapere del nostro piano»
«È andato tutto come previsto» confermò il ragazzo. 
«Dunque, qual è la tua opinione a riguardo del tedesco?»
Declan rispose in piena sincerità: «al momento non ho motivo di credere che egli stia cercando di ingannarci»
Il capitano ascoltò l’onesto giudizio del suo compagno.  
«Bene. Sarai felice di sapere che non dovrai farti carico di questa responsabilità ancora per molto»
O’ Riley rimase perplesso: «di che stai parlando?»
«Stavo considerando la possibilità di affidare a qualcun altro il tuo incarico» rivelò.
Il giovane trasalì.
«Hai svolto il tuo dovere, ti sei occupato di portare la spia a Dublino e di tenerla al sicuro per il tempo necessario. Il tuo compito può essere considerato terminato»
Declan si indignò: «non ti fidi abbastanza di me?»
Maguire si sorprese per quella reazione.
«No, non è questa la ragione. Sai bene perché ti ho affidato questa missione»
«Allora perché adesso vuoi liberarti di me?»
«Sto solo cercando di prendere la giusta decisione. Dopo l’arresto di Stephen e la condanna di Blaine non voglio rischiare di perdere anche te. Se dovesse accaderti qualcosa non potrei mai perdonarmi»
Declan provò sincera commozione nel sentire quelle parole, ma era consapevole di non potersi sottrarre al suo dovere.
«So che faresti di tutto per proteggermi, questa faccenda però non riguarda solo noi. C’è in gioco il destino della nostra Nazione ed io non voglio tirarmi indietro»
Maguire si insospettì: «hai cambiato idea a riguardo di questa alleanza?»
«No, ma se l’IRA ha davvero intenzione di collaborare con la Germania non ho scelta, devo fare anche io la mia parte»
«Sei davvero convinto di questo?»
Egli annuì.
«Credevo che non volessi più avere a che fare con i tedeschi»
Declan abbassò lo sguardo.
«Devo ammettere che quella spia è davvero una preziosa risorsa per l’IRA»
Il capitano rifletté sulla situazione, poteva comprendere le motivazioni del suo sottoposto, il quale non voleva sentirsi escluso dalla missione. Sapeva anche di non poter lasciare che questioni personali potessero interferire con i piani dell’IRA, l’affetto che provava per il giovane soldato era innegabile, ma era anche consapevole che non avrebbe potuto proteggerlo per sempre. Era stato egli stesso a coinvolgerlo in quella faccenda ed era conscio di averlo fatto perché aveva completa fiducia nelle sue capacità.
Maguire si rassegnò, in fondo aveva bisogno dell’aiuto di Declan, così decise di rispettare la sua volontà.
«D’accordo, se sei disposto a portare avanti la tua missione non ho niente in contrario. Volevo solo essere certo che non avessi ripensamenti»
Declan rispose con estrema convinzione: «non mi sono mai pentito di aver eseguito gli ordini dell’IRA»
 
***
 
Il capitano Maguire rimase solo con i suoi pensieri. Sperava di poter aiutare Declan sollevandolo da un compito sgradito, invece la sua reazione era stata opposta. Il ragazzo aveva considerato la sua proposta come una dimostrazione di sfiducia nei suoi confronti. Ovviamente non era sua intenzione diffidare del compagno, desiderava soltanto un’opportunità per provare a rimediare al suo tradimento.
In realtà la determinazione di quel giovane non avrebbe dovuto sorprenderlo, egli era sempre stato disposto a tutto per la Patria. Non dubitava in alcun modo della fedeltà di Declan alla Causa, nel suo ruolo di comandante era certo di aver agito correttamente, ma in quanto amico aveva il diritto di preoccuparsi.
Maguire non poté evitare di domandarsi se la decisione del suo sottoposto fosse stata determinata soltanto dal suo attaccamento al dovere o se ci fosse anche dell’altro.
 
***
 
Hans ripensò alla conversazione avuta con il capitano, egli aveva ragione, in quelle condizioni non aveva altra scelta che rispettare il volere dell’IRA. L’ufficiale irlandese gli aveva rivelato la verità in modo freddo e diretto, rivolgendosi a lui senza mezzi termini. Aveva condiviso le informazioni riguardanti il G2 e l’MI5, dimostrandosi leale nei suoi confronti. Allo stesso tempo però aveva voluto sottolineare il fatto che fosse sempre l’IRA ad avere il controllo della situazione.
Schneider era immerso in queste riflessioni quando avvertì dei rumori provenienti dal corridoio.
Il tenente si rassicurò nel riconoscere la figura di Declan entrare nella stanza, nonostante tutto fu felice di ritrovare un volto conosciuto.
Il ragazzo si avvicinò con passi incerti, il suo nervosismo era evidente. Si fermò davanti al tedesco, restò qualche istante in silenzio prima di rivolgergli la parola.
«Io…volevo ringraziarti per quello che hai fatto»
L’ufficiale non capì: «temo di non sapere a cosa ti stai riferendo»
«Questa notte per le strade della città mi hai salvato la vita»
Schneider rispose modestamente: «ho solo messo in atto ciò che ho imparato dal mio addestramento»
«Ti sei preoccupato per me ed hai pensato a proteggermi»
«È questo che fanno i compagni» disse l’altro con naturalezza.
Declan trovò il coraggio di alzare la testa per osservare il volto del suo interlocutore.
«Mi consideri davvero come un tuo compagno?» chiese con voce tremante. 
Hans guardò il ragazzo negli occhi: «certo, per te non è così?»
O’ Riley esitò, ma alla fine annuì mostrando un debole sorriso.
Il tedesco fu piacevolmente sorpreso, era abituato ai suoi modi freddi e distaccati, da lui non si aspettava un simile atto di riconoscenza. Dopo quella prova sembrava che il giovane avesse finalmente deciso di concedergli la sua fiducia.
Hans trovò anche confortante la consapevolezza di non essere solo. Non sapeva quanto potesse realmente fidarsi dell’IRA, ma in quel momento fu lieto di avere Declan al suo fianco.
   
 
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