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Autore: Hufflebubble    04/04/2021    3 recensioni
Dopo la fine della Seconda Guerra Magica, Hermione e Severus si incontrano in libreria. Cosa succederà dopo quell'incontro?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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cap9

Capitolo 9

Hermione rimase a riposo per un paio di giorni, in modo da non affaticare la mano e riaprire la ferita, che grazie all'essenza di Dittamo stava rapidamente guarendo.

Quando si sentì più in forze, sia mentalmente che fisicamente (quei giorni di pausa le avevano fatto proprio bene), la mattina, dopo un'abbondante colazione, scese nei sotterranei, chiedendosi a che punto avrebbe trovato la pozione Antilupo e quali progressi aveva fatto Piton durante la sua assenza.

Bussò alla porta dell'ufficio dell'insegnante, che dall'interno le fece un verso che Hermione interpretò come il permesso ad entrare. Non appena aprì la porta si chiese se fosse entrata nel posto giusto. L'ufficio era invaso da un fumo argenteo fittissimo, che rendeva difficile vedersi la punta del proprio naso. C'era inoltre un caldo soffocante, da foresta tropicale. La ragazza vacillò un attimo, investita da tutto ciò, e cerco di avvicinarsi alla scrivania andando a memoria, dal momento che non vedeva neanche dove metteva i piedi. Si aprì il maglioncino e un paio di bottoni della camicetta, perché quel caldo era veramente insopportabile.

"Granger, hai intenzione di rimanere lì in mezzo alla stanza tutto il giorno o ti degni di avvicinarti alla scrivania?"

"S-sì, professore, chiedo scusa!"

Finalmente raggiunse la scrivania, su cui c'era il solito calderone, da cui proveniva tutto quel fumo. Ma non fu quello a lasciare interdetta la ragazza.

Piton era in piedi, con le mani appoggiate al tavolo e leggermente chino in avanti. I capelli gli ricadevano in avanti, e gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Non indossava il suo solito mantello nero, ma solo una camicia bianca, con le maniche arrotolate fino al gomito e leggermente sbottonata sul davanti. La scollatura lasciava intravedere il torace dell'uomo, pallido, ma sodo e con i muscoli tesi e ben definiti. Gocce di sudore gli scendevano lungo il collo. Sulla gola si vedevano una serie di cicatrici ancora arrossate, e nell'avambraccio sinistro il Marchio, lievemente sbiadito ma del tutto visibile.

Hermione rimase lì impalata, con le guance in fiamme, non solo per il gran caldo, e gli occhi fissi sull'insegnante.

"Granger, mai vista una pozione che fa fumo?" chiese Piton sarcastico, alzandosi e scostando con un gesto lento i capelli dalla faccia.

La ragazza si riscosse, avvicinandosi alla scrivania, rossa per l'imbarazzo. Non avrebbe mai immaginato che in seguito avrebbe passato ore e ore a ricordare l'immagine del suo ex insegnante così come l'aveva visto quella mattina, a riportare alla mente ogni singola gocciolina di sudore, la camicia aperta sul petto e quella pelle del torace così chiara e… invitante?!

"Andiamo di là, Granger, qui c'è troppo fumo e fa decisamente troppo caldo!"

Hermione seguì Piton. Oltrepassarono una porta e si trovarono nell'aula di Pozioni, vuota in quel momento.

Ci fu un momento di silenzio, che creò solo ulteriore imbarazzo per la ragazza.

"Come va la mano?" chiese lui.

"B-bene, è praticamente guarita" ripose lei, portando la sua attenzione sulla sua mano, ancora fasciata, e grata di avere una scusa per distogliere l'attenzione da lui.

Adesso non fa più così caldo, perché non si richiude la camicia e si mette un mantello?!

"Fammi controllare" chiese, allungando la sua mano in avanti con il palmo rivolto verso l'alto.

Hermione avvampò di nuovo. Le sembrò di essere di nuovo nell'ufficio, ma questa volta non c'era nessuna pozione a darle una scusa per il gran caldo che sentiva. Sì avvicino piano a lui, e lentamente alzò la mano bendata e gliela porse.

Piton fece un passo verso di lei, e con una calma quasi calcolata le prese la mano. Iniziò a togliere la benda, man mano scoprendo la pelle della ragazza. La ferita era guarita, lasciando solo più una lievissima cicatrice che sarebbe sparita con un altro paio di applicazioni di Dittamo.

A Hermione parve di avere un nodo al posto dello stomaco. Le si era praticamente bloccato il respiro e non osava guardare Piton in faccia. Sentiva un tale imbarazzo che si chiese come sarebbe ancora riuscita a parlargli.

I movimenti del professore erano lenti, studiati, precisi. La sua mano era calda, delicata, attenta a non provocarle dolore con gesti troppo forti. Piton le passò il pollice sopra a quel che rimaneva della ferita, chiedendole se facesse ancora male, ma lei riuscì solo a negare con un lieve cenno della testa, senza alzare gli occhi da quelle lunghe dita pallide e sottili che continuavano a trattenere la sua mano.

"Ottimo, Granger, torniamo alla pozione, ora non hai più scuse per assentarti dal lavoro!"

Forse Piton si era accorto dell'imbarazzo della ragazza e aveva rotto quella situazione con una frase secca. Ma se non avesse fatto così, Hermione non sarebbe mai uscita dalla trance in cui quel tocco delicato l'aveva fatta cadere.

Tornarono nel suo ufficio, sempre più immerso in quel fumo denso. Andando di nuovo a memoria, raggiunse la scrivania, e si accorse che all'interno del calderone la pozione aveva assunto una sfumatura bluastra, quasi metallica.

"Granger, come vedi la pozione è pronta. A differenza della ricetta classica, questa va somministrata l'ultimo giorno di luna calante. Una seconda dose dovrà essere somministrata durante la luna piena. Visto che domani sera la luna sarà calante, ci rivediamo nel mio ufficio alle 9. Per oggi è tutto”.

  
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