Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    07/04/2021    1 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La lista
 
Piegato in due, la mano appoggiata al tronco dell’albero, Gryf stava rigettando la colazione fatta quella mattina. Alzando lo sguardo tra un conato e l’altro vide Phelia guardare altrove, verso la strada e più in là Morhorn e la villa di Iefyr che lo dominava da sopra la collina.
Era da lì che erano discesi dopo che Phelia…
Che Phelia…
Phelia.
Gryf vomitò quello che restava della colazione.
La ragazza si schiarì la gola. “Tutto bene?”
“No” ringhiò Gryf. “Ti pare che possa andare tutto bene, dannazione?”
Phelia scrollò le spalle. “Te lo chiedevo perché dovremmo toglierci di qui. Non siamo ancora abbastanza lontani da Morhorn.”
Gryf staccò la mano dall’albero e barcollò verso di lei. “Tu” disse puntandole contro l’indice. “Tu sei una dannata pazza. Pazza e assassina. Che bisogno c’era di ammazzare quel vecchio?”
“Iefyr meritava di morire.”
“Lo hai deciso tu?”
“È stato mio padre a deciderlo.”
“Tuo padre” disse Gryf esitando. “Tuo padre ti ha ordinato di uccidere quell’uomo?”
“In un certo senso, sì. È stato lui.”
Gryf scosse la testa e andò a sedersi sotto l’albero, la schiena appoggiata al tronco.
“Non possiamo restare qui” disse Phelia.
“Che importanza ha dove andiamo? Ormai siamo dei rinnegati. Se prima avevamo una possibilità di fuggire, ora ci daranno la caccia su tutti i continenti. Tu finirai a Krikor o ti farai ammazzare, mentre per me c’è solo il patibolo.”
“Non deve per forza finire così” disse Phelia calma.
Gryf dominò a stento la tentazione di afferrarla per il collo e stringere fino a ucciderla. “E come finirà secondo te?” le gridò.
La ragazza guardò verso il villaggio. “Prima togliamoci di qui, poi ti spiegherò che cosa dobbiamo fare.”
Camminarono per i campi tenendosi lontani dalla strada. Phelia lo costrinse ad andare avanti finché non trovarono un filare di alberi che costeggiava un sentiero che girava attorno a una collina.
“Da qui non possono vederci” disse la ragazza. “A meno che non salgano sulla collina. Se succederà, dovremo spostarci velocemente o combattere.”
“Spero proprio di no” disse Gryf sedendo su di un tronco spezzato. Aveva i piedi che gli facevano male ed era sicuro di non poter avanzare oltre. “Non ce la farei a correre.”
Il pensiero dei cittadini di Morhorn che si organizzavano per dare loro la caccia lo atterriva. Phelia diceva che li avrebbe protetti lei, ma Gryf non era sicuro che la ragazza non sarebbe invece fuggita abbandonandolo alla rabbia della gente.
“Ci daranno la caccia” disse. “E se non lo faranno loro, chiameranno i Vigilanti. E quelli sono davvero pericolosi.”
“Se siamo prudenti non ci troveranno” rispose Phelia.
“Perché sei così sicura?” le chiese.
“Tu sei bravo a sfuggire a chi ti dà la caccia. Sento che sarai utile a entrambi.”
“No, no” disse Gryf scuotendo la testa. “I vigilanti non sono le guardie cittadine distratte o che posso corrompere con qualche moneta per fare finta di non avermi visto. Quella gente ha una fama terribile.”
“In ogni caso, non ci prenderanno. Almeno per ora. E quando e se un vigilante si metterà a darci la caccia, ci occuperemo anche di quel problema. Ora pensiamo a quello che ci serve adesso.”
Gryf si passò una mano sul viso. “Immagino tu abbia già pensato anche a questo, no?”
Phelia scroll le spalle. “Sei tu l’esperto nelle fughe, Gryf. O almeno così pensava Lathias.”
“Te l’ha detto lui?”
La strega annuì. “Diceva che eri bravo. Aveva preso delle informazioni, chiesto in giro.”
Gryf sbuffò. “Si sono presi gioco del tuo amico.”
“È la mia guida.”
“Quello che era.”
“Lathias non è morto.”
“Smettila” urlò Gryf balzando in piedi. “Ti rendi conto di quello che hai fatto, almeno? Hai ucciso uno stregone anziano nella sua residenza. Ora tu sei una rinnegata e io… io…” scosse la testa. “Io sono un tuo complice.”
“Noi due siamo compagni di viaggio. E mi dispiace averti coinvolto, ma mi serve un aiuto per fare questa cosa. Da sola non posso riuscirci.”
“Da sola hai ucciso uno stregone e le sue guardie. Io non sarei nemmeno sopravvissuto allo scontro.”
“Non è così che funziona” disse Phelia. “Prima o poi anche io avrò bisogno di riposare, di dormire o di mangiare. Mi serve qualcuno che mi guardi le spalle e che vegli su di me mentre io non posso farlo. Se avessi avuto Lathias con me, ti avremmo lasciato andare poco dopo essere usciti da Talmist, ma hai visto anche tu come sono andate le cose e ho dovuto cambiare i miei piani.”
“Il tuo piano era rendermi complice di un assassinio?”
La ragazza scosse la testa. “Il mio piano è fare giustizia.”
“Hai ucciso una persona innocente.”
“Iefyr non lo era.”
“E le sue guardie?”
“Servivano una persona ingiusta. Se avessero deposto le armi e non mi avessero attaccata, li avrei lasciati in vita.”
“Stai mentendo” l’accusò Gryf.
“Ascolta” fece lei. “Lasciami spiegare.”
“No” rispose.
“Per favore.”
Gryf tornò a sedersi, il viso nascosto tra le mani. “Non avrei mai dovuto accettare questa cosa. Lo sapevo che era una sciocchezza.”
Phelia sedette di fronte a lui. “Iefyr non era una persona buona e non meritava di vivere.”
“Come fai a dirlo?”
“Mio padre.”
“Tuo padre?”
Phelia annuì.
“Continua.”
Lei fece un sospiro. “Tre anni fa mi è stata recapitata una sua lettera. In segreto, perché Liandra la traditrice l’avrebbe fatta distruggere se l’avesse intercettata.”
“Una lettera” disse Gryf. “Di tuo padre.”
Phelia annuì.
“Che cosa c’era scritto?”
“C’erano poche informazioni, specie su come e dove potessi trovarlo. Papà aveva paura che se la lettera fosse caduta nelle mani sbagliate avrebbero potuto usarla per ritracciarlo. Mi ha raccontato cosa gli è accaduto in questi ultimi anni e il motivo per cui è dovuto andare in esilio. Liandra e altri l’hanno costretto.”
“Per quale motivo?”
“Mio padre era un grande comandante. Un eroe della guerra contro Vulkath. Insieme ad altri si coprì di gloria durante la battaglia finale con lo stregone infame, ma finito il conflitto venne tradito da quelle stesse persone con le quali aveva combattuto.”
“Perché l’hanno fatto?”
“Non lo so, non me l’ha scritto. Penso che non volesse rivelare troppo se la lettera fosse stata intercettata. Io credo che abbia ancora degli alleati a Talmist, ma che non voglia metterli in pericolo.”
“Però ha pensato di mettere in pericolo te.”
“Io sono sua figlia” esclamò Phelia. “Non posso attrarre più sospetti di quanto già non faccia adesso.”
“Quindi ti sei basata su una lettera misteriosa per condannare a morte una persona.”
E me, pensò. Perché da questa storia non ne uscirò vivo, lo so. Specie se resto con questa pazza.
“Non è una lettera misteriosa” disse Phelia. “È di mio padre.”
“Va bene, va bene” disse Gryf. “Ora ci serve un posto sicuro dove fermarci e riposare.”
“Non sarebbe meglio allontanarci il più possibile da Morhorn?”
“Sono io l’esperto di fughe o no?”
“Sì, certo” fece lei con tono perplesso.
“Dobbiamo riposare se vogliamo fuggire. Tu sei stanca, io sono esausto. Se qualcuno ci stesse dando la caccia potrebbe sorprenderci mentre siamo deboli e non potremo difenderci né scappare.”
“D’accordo. Che cosa suggerisci?”
“Ci nasconderemo nei campi, lontano dalla strada principale. Dobbiamo evitare i sentieri più battuti e le fattorie. E sperare che nessuno ci veda e ci scambi per degli sbandati, dando l’allarme.”
 
Gryf sedette tra le spighe di grano che ondeggiavano al vento. Da quel punto si intravedevano solo piccole fattorie sparse ai piedi delle colline coperte di erba che spezzavano la monotonia del paesaggio. Alla loro destra scorreva un canale che in contadini dovevano usare per portare l’acqua ai campi durante la stagione secca.
“Secondo te è abbastanza sicuro qui?” chiese Phelia sedendo di fronte a lui a gambe incrociate. Per proteggersi dalla terra avevano sistemato delle lenzuola prese a casa di Iefyr.
“Non esiste un luogo abbastanza sicuro quando stai scappando” disse Gryf cupo. “Ma puoi fare in modo che lo diventi, se stai attento.”
“Quanto dovremo restare qui?”
“Poco. Per ora riposiamo e poi ci rimetteremo in cammino prima che sorga il sole.”
“Non sarebbe meglio muoversi solo di notte?”
“Con il rischio di finire chissà dove? Non conosciamo la zona e io voglio evitare villaggi e città, se possibile.”
“Ma prima o poi dovremo fermarci da qualche parte per comprare da mangiare.”
“Ruberemo da qualche fattoria, se necessario.”
“Ma così ci daranno la caccia come ladri” protestò la ragazza.
“A rubare penserò io” disse Gryf sicuro. “È la cosa che mi riesce meglio.”
Phelia annuì e sembrò tranquillizzarsi.
Bene, pensò Gryf. Almeno avrò tempo per riflettere.
Attese che il sole calasse dietro le colline e che la strega chiudesse gli occhi. Prima di muoversi si accertò che il suo respiro fosse regolare e profondo.
Dorme, si disse Gryf.
Muovendosi con cautela tra i filari di grano si allontanò dal punto in cui l’aveva lasciata, resistendo alla tentazione di mettersi a correre.
Raggiunse la collina più vicina e l’aggirò, sbucando dall’altra parte dove il canale che avevano intravisto il pomeriggio confluiva in un corso più ampio.
Lo seguirò fino a trovare un villaggio, pensò Gryf. Da queste parti nessuno mi conosce e tutti staranno cercando una strega e un ragazzo in fuga. Da lì potrei trovare un passaggio verso settentrione e Belliron. E poi il mare. Sì, il mare. Qualche anno sul continente antico potrebbero bastare per venire dimenticato e nel frattempo, se quella pazza di Phelia si facesse catturare e uccidere dai Vigilanti, sono sicuro che la smetterebbero di darmi la caccia. In fondo non sono così importante.
Sospirò, il fiato che gli usciva a fatica. La collina era alle sue spalle e davanti a lui c’era una valle prima di raggiungere il fiume, ma sentiva la stanchezza a ogni passo, come se stesse portando un peso enorme sulle spalle.
Dovevo riposare di più, si disse. Ora non posso tornare indietro o Phelia potrebbe svegliarsi. Non avrò mai più un’occasione del genere. O ci riesco adesso o…
A metà strada tra la colina e il fiume dovette fermarsi per riprendere fiato. Inciampò e quasi fini a terra quando si rimise in marcia.
La testa gli faceva male e sembrava che stesse calando la nebbia sopra i campi, anche se poco prima era sereno. Il mondo prese a girargli attorno e crollò in ginocchio, il petto che si alzava e abbassava a fatica. Ogni respiro gli costava uno sforzo tremendo e una fitta nelle costole.
Non posso essere così stanco, si disse. Non posso…
Il buio calò su di lui.
 
“Per fortuna ti ho trovato” stava dicendo Phelia. “Se mi fossi diretta verso la valle invece che la collina, saresti morto.”
La ragazza sedeva di fronte a lui ma Gryf la vedeva come se fosse rovesciata di lato.
No, si disse. Sono io a essere disteso. Sono crollato senza forze mentre cercavo di raggiungere il fiume.
“Cosa?” riuscì a dire.
“Sei stato maledetto” rispose Phelia. “Da me.”
Gryf si accigliò. “Maledetto?”
La strega annuì. “È un incantesimo. Se ti allontani da me di un miglio perdi le forze. Al secondo miglio svieni.”
“E se mi allontano di tre miglia?”
“Smetti di respirare.”
Gryf voleva afferrarla per il collo, ma non aveva la forza di alzarsi. “Dannazione. Quando starò meglio?”
Phelia scrollò le spalle. “Domani mattina. Forse.”
“Forse? Non lo sai nemmeno tu?”
“Non è uguale per tutti. Alcuni si riprendono in fretta, altri ci mettono più tempo.”
“Vuoi dire che hai già maledetto altre persone?”
Phelia sorrise.
Gryf distolse lo sguardo da lei e fissò il cielo stellato. “Non mi libererò mai di te.”
“Annullerò la maledizione quando avrò fatto visita a tutte le persone sulla lista.”
“La lista che ti ha dato tuo padre?”
Phelia annuì.
“E quanti nomi ci sono?”
“Una dozzina.”
Gryf sbuffò. “Meno Iefyr.”
Lei annuì.
“Chi è il prossimo?”
“Un certo Keltel. Simm Keltel.”

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor