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Autore: Napee    08/04/2021    0 recensioni
[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
***
Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 17 - 593 parole 

Sabato

 
Da qualche giorno, Mina era strana con lui. Lo guardava sempre con sospetto, con una strana luce negli occhi scuri e un vago accenno di sorriso che gli metteva letteralmente i brividi. Katsuki non era molto ferrato in fatto di donne. Le sue uniche interazioni con il gentil sesso si limitavano a sua madre e Mina appunto. Con la prima aveva coltivato un rapporto bellicoso di rispetto e insofferenza. Non era stata la madre dell’anno, ma aveva comunque fatto degnamente il suo lavoro genitoriale e Katsuki gli era segretamente grato per averlo allevato come l’uomo che era.
Mina, invece, l’aveva conosciuta alle superiori, al corso di eroi. La sua dinamicità, il suo frizzante buonumore e il suo sorriso gioioso avevano catturato da subito l’interesse del suo migliore amico Eijirou e così l’asociale Katsuki si era ritrovato a dover socializzare con una persona con la quale non avrebbe mai voluto farlo.
Non che avesse qualcosa contro di lei al tempo, solo che era troppo confuso e incazzato per perdere tempo a fare amicizia con la fidanzata del suo migliore amico.
In lei però, inaspettatamente, aveva trovato un’amica preziosa e una confidente discreta. Non a caso, i dubbi sulla sua sessualità li aveva confidati a lei in un delirio alcolico molto prima rispetto ad Eijirou.
Con gli anni il loro affiatamento si era andato ad intensificare pur restando sempre distaccato nonché avveduto. Avevano imparato a conoscersi e a rispettare i limiti che il carattere di uno imponeva all’altra e viceversa. Così, quando la telefonata di Mina gli giunse appena finito il turno di lavoro, Katsuki storse il naso con un certo non so che di scetticismo.
Non era casuale. Con lei mai niente lo era. E non era un caso neppure il fatto che quella sera, con la neve che cadeva morbida dal cielo in fiocchi grandi come batuffoli di cotone, gli avesse chiesto quasi in lacrime di incontrarsi in quel piccolo caffè.
Katsuki ci era cascato con tutte le scarpe, conscio di star andando verso una trappola sordidamente ingegnata dalla sua amica. E non dovette sorprendersi più di tanto quando la vide seduta al terzo tavolo dalla porta con lui, vantando una confidenza sfacciatamente studiata per farlo innervosire.
Si era unito a loro quasi digrignando i denti quando lei lo aveva chiamato a gran voce sventolando la mano come se stesse mandando indicazioni ad un elicottero.
Aveva preso posto a testa bassa, strascicando la sedia sul pavimento in uno stridio raccapricciante e ci si era seduto con un tonfo sordo.
Il grugno infastidito non aveva abbandonato la sua faccia nemmeno per un secondo, neppure quando gli occhi verdissimi del ragazzo erano capitati nei suoi. Gli aveva sorriso come cenno di saluto e il locale sembrava essere divenuto più luminoso.
“Che volevi?” Borbottò in direzione di Mina. Quest’ultima ampliò il suo sorriso ferino.
“Prendere un caffè con il mio migliore amico gay e il mio nuovo amico.” Rispose con parole studiate prima di fingere una telefonata improvvisa e correre via lasciandoli soli.
Il ragazzo sorseggiò il suo cappuccino riempiendo il silenzioso vuoto di tensione che si era andato a creare. Katsuki sbuffò nervoso.
“E da quando sareste amici?” Grugnì scontroso. Il ragazzo deglutì a fatica sviando lo sguardo.
“Da qualche giorno. Una sera si è seduta al tavolo con me e ha iniziato a parlare.” Spiegò e Katsuki immaginò la scena trovandola perfettamente plausibile nonché diabolicamente studiata. Quella donna lo spaventava seriamente giorno dopo giorno sempre di più.
“N-non… non ci siamo ancora presentati.” Iniziò il ragazzo tentennante.
“Mi chiamo Izuku Midoriya.”
“Katsuki Bakugo.”

 
  
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