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Autore: Napee    21/04/2021    2 recensioni
[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
***
Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 21 - 593 parole 

Martedì 

 
Aveva atteso quel momento per tutto il giorno. Aveva rischiato il posto di lavoro corrompendo il Cervellone per ottenere risposte e adesso che quel plico di fogli bruciava fra le sue mani, non vedeva l’ora di ottenerle tutte.
C’era sempre stato qualcosa che non quadrava, c’era sempre stata, con lui, quella vaga sensazione di conosciuto che si era intensificata pian pianino con il passare dei giorni. Era stato come assuefarsi ad una tossina: prima l’aveva lasciata entrare dentro di sé, l’aveva assaporata e gli era piaciuta al punto da divenirne dipendente.
Lo aveva cercato per settimane intere, quando attraversava la piazza, guardando in quella vetrina e sperando di vedere i suoi capelli scarmigliati. Aveva cercato la sua tossina personalissima nei volto della gente, nei passanti, aveva pensato a lui in ogni momento della sua esistenza e proprio adesso che non poteva più farne a meno, tutto sembrava crollargli addosso.
Andò verso il caffè a passo di marcia e non si stupì affatto di vederlo lì, al solito tavolo, con lo sguardo rivolto verso l’esterno e i lineamenti del viso contratti in una smorfia di tensione.
I suoi occhi brillarono di un verde smeraldino quando lo riconobbe. Ma durò solo un secondo, poi il buio nervoso inglobò le sue iridi in una nuvola scura.
Katsuki entrò nel caffè e marciò dritto da lui. Scostò la sedia rumorosamente e vi si sedette poggiando il plico di documenti sul tavolo, proprio in mezzo a loro.
“Sono qui per avere delle cazzo di risposte.” Abbaiò Katsuki. Midoriya si strinse nelle spalle e fece un respiro profondo. Poggiò le mani sul tavolo e gli rivolse uno sguardo apparentemente calmo ma dal sapore della rassegnazione.
“Sono qui per questo. Chiedi.”
“Che cazzo è successo a Kobe?” Domandò ringhiando percependo il nervosismo divenire impazienza.
Le labbra di Midoriya si strinsero in una linea dura e sottile.
“Kobe è stata la mia ultima missione prima di partire per l’America.” Iniziò con un sospiro. Poi una pausa e un sorriso mesto dal retrogusto triste. Sembrava che stesse cercando le parole per confessare ciò che ancora non era pronto a raccontare.
“Stavo dando la caccia ad un cattivo evaso di prigione: Tightrope. Avevo avuto la soffiata che si stesse nascondendo a Kobe, al mercato del pesce adiacente al porto e mi sono diretto lì pronto a stanarlo.”
“La missione la so già, ho letto il rapporto.” Intervenì Katsuki puntando l’indice sul plico di documenti.
“Voglio sapere perché in questi cazzo di documenti viene fuori il mio nome fra le vittime collaterali.” E non era una domanda, ma un’imposizione inequivocabile.
Midoriya abbassò lo sguardo sul tavolo e Katsuki fu certo che stesse trattenendo le lacrime. Non aveva modo di vederlo in faccia, ma lo sapeva. Qualcosa dentro di lui aveva riconosciuto quel modo di rifuggire ai suoi occhi come qualcosa di allarmante e non voluto. Sentiva di averlo già visto sul punto di piangere un sacco di volte e che ogni volta fosse a causa sua, come una maledizione infinita.
“Tu… non dovevi trovarti lì, a Kobe.” Confessò Midoriya. Katsuki notò che gli stavano tremando le mani.
“Avevo raccolto un sacco di informazioni su Tightrope, abbastanza da non farmi fregare dal suo quirk.” Un altro sospiro. Un altro momento di esitazione e poi tornò ad alzare lo sguardo pregno di lacrime nel suo. Katsuki si sentì vacillare. Era come se lo avesse visto in quello stato un sacco di volte, ma quella fosse comunque la prima.
“Quello che non sapevo era che anche lui aveva raccolto informazioni su di me… anzi, su di noi.”
  
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