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Autore: _Layel_    22/04/2021    1 recensioni
Izuku Midoriya non ha mai avuto l’occasione di salvare Bakugou dallo sludge villain e impressionare All Might. Con il suo sogno in frantumi, Izuku coltiva sempre più rabbia e risentimento. E non aiuta che debba affrontare discriminazioni ad ogni angolo.
Tutto ciò che aveva sempre desiderato era l’essere apprezzato, così quando sono i villain a riconoscere le sue abilità invece degli eroi, beh, Izuku non riesce a resistere. Potrebbe anche dare una mano a chi vuole veramente avere a che fare con lui.
Sbagli vennero fatti e ora la società deve affrontare un villain che si è creata da sola: Mastermind.
Traduzione di: Mastermind: Strategist For Hire di myheadinthecoudsnotcomingdown
[villain! Midoriya Izuku] [TodoDeku]
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, League of Villains, Naomasa Tsukauchi, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Faccia a Faccia

 

Mastermind ritornò lo sguardo di Izuku dallo specchio a parete nell’ufficio di Giran. Non voleva indossare il suo costume da villain a casa e rischiare di essere sorpreso da sua mamma o dai vicini. Se tutto fosse andato liscio quella sera, avrebbe trovato la propria base a breve, ma fino a quel momento, avrebbe dovuto accontentarsi dell’ufficio di Giran.

 

Il suo costume era pratico, ma riusciva comunque a intimidire. O almeno, ci riuscirebbe, se Izuku non fosse così basso. I pantaloni neri corazzati erano attillati, ma flessibili, ed erano abbinati con una camicia rinforzata fatta dello stesso materiale, ma il collante dell’outfit era la giacca. Era verde scuro e aveva un cappuccio che si era tirato sù, i capelli che spuntavano appena. Aveva dozzine di tasche con fumogeni, bombe a mano, granate stordenti, e, ovviamente, i suoi pugnali. Aveva anche dei pugnali legati ad ogni gamba e un paio nascosti nei suoi stivali rossi per le emergenze. Dopo qualche mese di allenamento con Toga, era letale con un coltello, anche se non abile quanto la sua insegnante. L’ultima cosa che indossò fu la maschera. Era completamente nera e copriva tutto il suo viso dal naso in giù. Non sembrava una normale maschera antigas, era più simile a una maschera da sci, ma Giran gli aveva assicurato che avrebbe filtrato ogni gas nocivo. Guardandosi allo specchio, l’effetto era sbalorditivo. I coltelli da soli sarebbero stati minacciosi, ma il cappuccio oscurava il viso di Izuku quindi l’unico lineamento distinguibile erano i suoi brillanti occhi verdi, accesi da una specie di luce mortale. Lo amava.

 

Giran aveva organizzato un incontro faccia a faccia ora che Toga aveva detto che probabilmente non sarebbe morto al primo attacco. L’incontro era con una piccola gang che aveva il territorio nella parte est di Tokyo e che voleva derubare un casinò. Izuku era ancora considerato un pesce piccolo, anche se stava diventando più conosciuto, quindi Giran disse che quella sarebbe stata una buona occasione per mostrare il volto di Mastermind, anche se dietro a una maschera.

 

“Che elegante.” Giran era appoggiato allo stipite della porta, fumano l’onnipresente sigaretta. “Ti direi di farli secchi, ma sarebbe male per gli affari.”

 

Izuku alzò gli occhi al cielo, rimanendo di nuovo affascinato da come risaltavano col suo outfit, “Andiamo. Prima la finiamo e prima posso fingere di non essere nervoso.”

 

Giran ridacchiò, ma prese le chiavi, “Sei tanto intelligente che continuo a dimenticarmi quanto sei nuovo a questo gioco. Normalmente ci vogliono anni perchè piccoletti come te arrivino a questo punto nella carriera.”

 

“Già beh, normalmente i piccoletti non si guadagnano da vivere uccidendo eroi.”

 

Il viaggio fino al magazzino fu breve, ma forse perché non c’era molto traffico alle due di notte. Quando entrarono lui e Giran ricevettero il benvenuto da una dozzina di guardie armate che circondavano un uomo quasi tanto grande quanto Fatgum che era ovviamente il boss. Izuku immediatamente iniziò ad analizzare, abbinando le persone ai quirk che aveva visto sui file che aveva ricercato in anticipo.

 

Il boss lo guardava beffardo “Giran, ho detto che volevo incontrare Mastermind, non un bambino con ancora il pannolino! Che scherzo stai cercando di farmi?”

 

Giran sogghignò, Izuku abbastanza convinto che fosse la sua espressione di default, ma c’era la possibilità che fosse veramente divertito dalla situazione. “Sì, so che non sembra un granchè, ma ti garantisco che è quello vero. Apparentemente, non devi essere alto per essere sveglio.”

 

Il nervosismo di Izuku si stava lentamente trasformando in rabbia e determinazione. Se c’era qualcosa a cui era abituato nella sua vita prima della criminalità, erano cretini che pensavano di avere il diritto di guardarlo dall’alto in basso. Il boss si era lanciato in una filippica su come Giran non lo prendesse seriamente e di quanto potere avesse e bla, bla, bla. Izuku si sedette nella sedia che gli avevano preparato e parlò tranquillamente, la determinazione nella sua voce e nei suoi occhi dava sicurezza alle sue parole.

 

“Takumi Fujito. Età: 42. Quirk: Spine, trasforma il grasso nel suo corpo in spine che possono essere rimosse, tuttavia hanno la tendenza a sanguinare quando lo fa, quindi evita di rimuoverle quando possibile. Famiglia: ha una moglie che ha sposato dieci anni fa e quattro figli, tutti sotto i 15 anni. Il minore ha compiuto sei anni mercoledì scorso, congratulazioni, comunque. Debolezze: la sua famiglia, la dipendenza del tuo quirk sulle sue riserve di grasso e il rischio di emorragia se usato nel modo sbagliato. Ha anche una severa allergia ai crostacei. Ho sbagliato qualcosa?” 

 

La stanza si era fatta completamente silenziosa e Izuku sorrise innocentemente dietro la sua maschera e guardò il boss negli occhi, che deglutì. “Quindi,” disse Izuku amabilmente, “Possiamo iniziare?”

 

___________________

 

 

Il detective Tsukauchi si sfregò gli occhi dalla frustrazione prima di prendere un altro sorso di caffè. Il caso Mastermind stava passando da leggero mal di testa a enorme emicrania. Il tipo era in attività da meno di dieci mesi e stava già diventando uno dei più pericolosi villain che erano stati affidati al detective da scovare.

 

Guardò di nuovo il file, pieno dei piani che erano riusciti a confiscare ad alcuni villain e qualche fotografia sgranata presa dalle telecamere di sicurezza degli internet cafè. Tutte le prove portavano in una direzione: Mastermind era un fantasma. La polizia non aveva saputo neanche della sua esistenza prima che fossero passati mesi dal suo primo omicidio, ed erano stati i media che avevano per primi ipotizzato che tutte le recenti morti di eroi fossero collegate. Gli eroi e la polizia non avevano neanche pensato di controllare. Perché avrebbero dovuto? Ogni omicidio veniva commesso da persone diverse con quirk diversi e non c’era nessuna firma che collegasse le morti.

 

Non fu finché Nedzu notò che i villain che commettevano i crimini non erano abbastanza intelligenti per fare quel tipo di colpi che iniziarono a cercare uno stratega piuttosto che un serial killer. Uno stratega su commissione. Riflettendoci ora, sembrava chiaro e semplice. Gli omicidi erano possibili solo perché c’era qualche genio che tirava le fila, assicurandosi che i villain conoscessero ogni debolezza e come sfruttarla.  Nedzu era ansioso di catturare Mastermind principalmente perché voleva giocare a scacchi con uno dall’intelligenza pari alla sua, ma Tsukauchi voleva catturarlo perché più aumentava la sua influenza e più diventava pericoloso.

 

L’unico fatto rassicurante in tutto il caso era che Mastermind non faceva mai colloqui di persona, il che limitava considerevolmente la sua influenza. Se la polizia e gli eroi potessero catturarlo prima che racimolasse il coraggio per mostrarsi in giro, allora sarebbero riusciti a troncare questa cosa sul nascere, ma Mastermind stava iniziando a cambiare il suo MO* e ciò rendeva Tsukauchi nervoso. Per molto tempo, Mastermind aveva usato internet cafè per comunicare con i villain che lo assumevano, la quale era l’unica solida pista che la polizia aveva, per quanto fosse sottile. Era stato ripreso più volte, ma aveva sempre il cappuccio sollevato e sembrava sapere dov’erano posizionate le telecamere, quindi continuavano a non avere idea di che aspetto avesse. Tsukauchi e Sansa avevano interrogato i dipendenti dei vari cafè ma, dato che seppero di Mastermind solo molti mesi dopo che divenne operativo, era passato troppo tempo per ricordare qualche ragazzo con una felpa. L’unico risultato che ebbero dagli interrogatori fu un cameriere che ricordava un giovane con i capelli verdi, ma aveva anche ammesso che avrebbero potuto essere neri e che le forti luci gli avevano confuso la vista. In breve, continuavano a non avere niente, ma stavano monitorando tutte le attività sospette nelle dozzine di internet cafè della città.

 

E poi smise di andarci.

 

I crimini continuarono, addirittura aumentarono, ma non c’era più alcuna traccia di Mastermind. Tsukauchi e il resto della polizia poteva solo ipotizzare che avesse comprato qualche apparecchio intracciabile, o aveva capito come costruirselo da solo. In ogni caso, la loro pista più solida si era chiusa ed erano al punto di partenza. Beh, quasi. Almeno ora sapevano che il ragazzo esisteva. 

 

Un leggero movimento preso con la coda dell’occhio gli fece riflessivamente mollare il file e raggiungere la pistola.

 

“Hey, non credevo di essere così silenzioso.”

 

Tsukauchi represse il panico abbastanza a lungo da riconoscere la lunga sciarpa bianca, i capelli spettinati e gli occhi stanchi dell’eroe davanti a lui. Sospirò di sollievo.

 

“Eraser! Scusa non ti ho sentito arrivare, ero solo…” guardò i fogli sparsi sul pavimento, “sovrappensiero, mi sa.”

 

Eraser borbottò in risposta, “Mi sa che dovrei scusarmi per esserti sbucato alle spalle. Essere furtivi è praticamente un’abitudine per gli eroi come me, ci vuole troppo per smetterla.”

 

“No,” Tsukauchi scosse la testa, “Non è un problema. Quindi, perché sei qui Eraser? Normalmente vai direttamente a dormire dopo la pattuglia.”

 

L’espressione di Eraserhead, per quanto minimo fu il cambiamento, si fece tetra, “Ho sentito qualcosa di preoccupante da uno dei miei informatori e dovevo fartelo sapere il prima possibile.” Diede un’occhiata ai fagli ancora che giacevano ai loro piedi, “Ho qualcosa da aggiungere al tuo file.”

 

Tsukauchi lo guardò con emozione e timore. Mentre sperava che Eraser gli stesse portando buone notizie, il suo comportamento tetro la rendeva una scarsa possibilità. “Per favore dimmi che hai qualche pista per catturarlo.” Anche mentre lo diceva, sapeva che era una speranza inutile. Se Eraser sapesse qualcosa di simile, starebbe sorridendo, per quanto scardinato fosse il sorriso dell’eroe.

 

Come previsto, Eraser scosse la testa e si accigliò, “Molto peggio. Secondo il mio informatore, nell’ultima settimana, Mastermind si è incontrato con alcuni capi di gang minori. Di persona.”

 

Eraser aspettò un momento perché la notizia venisse recepita, guardando mentre gli stanchi ingranaggi nel cervello di Tsukauchi finivano di incastrarsi nella posizione corretta, e quando le fecero…

 

“Cazzo.”

 

 

 

 

 

                                                                   

   
 
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