Prefazione>
Scappare. Come un muto grido d'allarme, quel pensiero gli monopolizzava la mente, calandola nella confusione. Eppure non c'era niente di cui aver paura, no? Per quanto insistente, terrificante e viscerale, l'istinto di correre non aveva senso. Nemmeno il battito accelerato aveva senso, però. Pericolo o emozione? Entrambe le sensazioni serpeggiavano nei suoi pensieri, annebbiando la ragione. Annacquando il buonsenso. L'ultimo pensiero coerente, prima dello stravolgimento: tutto questo era sbagliatamente giusto. Un controsenso.
Un controsenso straordinario.
Cosa aveva sbagliato? No. Lui non sbagliava mai, non ne era in grado, vero? La perfezione era la sua quotidianità, eterna, banale e impeccabile. Eppure, tutti i suoi sforzi erano andati persi in una frazione di attimo. Un movimento del capo e un battito di ciglia. Inevitabile contatto visivo. Calore, estaticamente fatale. Una rovina immediata che lo aveva reso euforico e terrorizzato. L'unica parte di sé rimasta sana, la più mostruosa, suggeriva l'ovvio. Scappare.
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Cosa aveva sbagliato? No. Lui non sbagliava mai, non ne era in grado, vero? La perfezione era la sua quotidianità, eterna, banale e impeccabile. Eppure, tutti i suoi sforzi erano andati persi in una frazione di attimo. Un movimento del capo e un battito di ciglia. Inevitabile contatto visivo. Calore, estaticamente fatale. Una rovina immediata che lo aveva reso euforico e terrorizzato. L'unica parte di sé rimasta sana, la più mostruosa, suggeriva l'ovvio. Scappare.
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