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Autore: FrancyF    01/05/2021    0 recensioni
Zac Efron sta passando un periodo complicato e vuole solo prendersi del tempo per stare da solo con sè stesso. Vanessa Hudgens, invece, vuole solo stare vicino al suo fidanzato, e sperare che la felicità tanto conquistata a fatica non la lasci mai. Ma il destino ha altri piani per loro, e presto i fili rossi dei due giovani finiranno nuovamente per ingarbugliarsi e li legheranno come mai prima d’ora.
Secondo la tradizione orientale ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
“Fate is pulling you miles away and out of reach from me. But you're here in my heart, so who can stop me if I decide that you're my destiny?” - “Rewrite the stars” The Greatest Showman
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Manca poco al matrimonio tra i nostri beniamini! Appuntamento a sabato prossimo, 8 maggio. - Fran


Looks like we made it
Look how far we've come my baby
We might a took the long way
We knew we'd get there someday”
. “You’re Still The One ” Shania Twain
 
 
-Zac non possiamo continuare a chiamarlo “baby Zanessa”. Dobbiamo trovargli  un nome!-.
Vanessa lo squadrò con un cipiglio severo. Nei giorni scorsi aveva tirato molte volte in ballo quella questione, e sembrava proprio che per lei fosse della massima importanza.
Zac si limitò a fare come a suo solito: scrollò le spalle e si passò nervosamente nei capelli scompigliandoli.
-Amore, è dicembre e domani dobbiamo sposarci. Scusa se ho altre questioni in mente-.
Vanessa inarcò un sopracciglio e l’uomo deglutì: per quanto amasse la sua futura moglie doveva ammettere che, nelle ultime settimane, era diventata parecchio irrascibile.
-So’ perfettamente che giorno è Zachary. Dico solo che sono già passati dieci giorni dall’ecografia e ora sappiamo che aspettiamo un maschietto e sarebbe bello trovargli un nome. Adesso-.
La ragazza mise su il suo famoso broncio.
-Mancano mesi- puntualizzò Zac. Era consapevole di essersi addentato in  un campo minato. Quella non era la prima volta che Vanessa  e la sua mania di perfezionismo ritornavano  su quella discussione.
-E per altri cinque mesi lo vuoi chiamare “bimbo”?-.
-E’ difficile- si giustificò lui. Quella era la pura verità. Nonostante lui e Vanessa avevano trascorso quei mesi di convivenza senza troppe difficoltà e con poche litigate, l’uomo era consapevole del fatto che se l’avesse mai contrariata su quella questione, vanessa si sarebbe arrabbiata non poco e l’avrebbe spedito dritto dritto a dormire sul divano o in una delle altre cinque camere da letto.  Tentò di risultare diplomatico.
 –Van, credimi voglio dargli anche io un nome, ma è già difficile essere figlio mio. E poi quelle poche volte che ci abbiamo provato non siamo mai stati d’accordo-.
-Questo non è vero. Non ci abbiamo mai provato seriamente. E poi… lo sai. Gli altri stavano semplicemente cercando di darci dei consigli-.
-Lo so… lo so…- Zac alzò gli occhi al cielo. Adorava la sua famiglia, ma il ragazzo era il primo ad ammettere che sua madre, in particolare, era uscita di testa da quando lui e Vanessa le avevano comunicato la notizia della gravidanza. Non solo Starla aveva in iniziato a confezionare ridicoli cappellini da neonato, ma aveva anche stilato una lista di tutte le cose essenziali da comprare a suo nipote e aveva scritto una lista di possibili nomi da mettere al nascituro. Il fatto che il nome di suo nipote non fosse affare suo, naturalmente, non le era manco passato per l’anticamera del cervello. Solo la sera prima Starla lo aveva supplicato di rivelarle il sesso del nascituro, richiesta che Zac aveva gentilmente rifiutato.
-Mamma non voleva essere invadente, lo sai com’è fatta vuole solo…-
-Controllare ogni aspetto della tua vita. Lo so’, ma non può fare lo stesso con suo nipote-.
Zac scelse di non ribattere.
-Van, i nomi che ci ha proposto Stella sono… sono orrendi. Mia madre non è la sola colpevole in questa storia-
-Vuole solo darci dei consigli-
-Consigli? Non chiamerò di certo mio figlio Dior o Kova. Non si capisce nemmeno se sono nomi reali o se li ha inventati di sana pianta! E’ fuori questione!-.
-Devo ricordarti che tuo fratello ha proposto Bear o Cash-.
Zac rabbrividì. Onestamente lui aveva sperato fino all’ultimo che il bambino fosse stato femmina. Certo, di  una figlia femmina sarebbe stato incredibilmente geloso e, probabilmente, le avrebbe impedito di uscire fino ai trent’anni; ma il fatto di avere un figlio maschio lo spaventava ancora di più. Si sentiva pienamente responsabile della sua educazione. Con la malattia di Greg che lo stava lentamente divorando e David che viveva ad uno stato di distanza sarebbe toccato a Zac stesso mostrare al bambino come diventare un uomo per bene, essere il suo punto di riferimento. Dylan era un bravo ragazzo, ma non era lontanamente lungimirante quando si trattava di dare preziosi consigli. Malgrado Vanessa continuasse a rassicurare Zac, il giovane uomo non poteva non preoccuparsi. Cosa sarebbe successo se lui non si fosse rivelato all’altezza di tale compito? 
-Ok, va bene… ma ero serio prima. Questo bambino avrà già la vita difficile perché è figlio nostro, voglio che abbia un nome normale. E voglio che ne abbia solamente due, non tre. Dio, detesto il fatto dia vere tre nomi, manco fossi un reale d’Inghilterra!-.
Zac emise un piccolo sbuffo e si sedette sul divano accanto a Vanessa, stringendola a sè. La pancia stava diventando più grossa e la ragazza poteva comodamente appoggiarci sopra la sua tazza di thè.
-Mamma sta blaterando dei nomi filippini, credo di volervi scartare a priori. A meno che tu non voglia chiamare nostro figlio Ahiman-.
Nella mente di Vanessa la questione nome era di vitale importanza. Per tutta la vita non aveva fatto altro che ascoltare incantata la storia che c’era dietro il suo nome: quando il termine di Gina stava per scadere una farfalla si era improvvisamente posato sul pancione della donna e lì era rimasta per circa due minuti. Greg e Gina avevano interpretato l’evento come buon augurale e avevano scelto il nome “Vanessa” per la loro prima figlia. Il nome era infatti derivato da un parola che in greco antico significava proprio “farfalla”. Era stata una storia quasi magica e la donna voleva che anche il nome di suo figlio fosse speciale e ricco di significato.
 
Los Feliz, California – Due settimane prima
Il suono di un tamburo leggero riempì tutta la stanza e Vanessa credette di poterlo ascoltare per tutta la vita senza stancarsi mai.
Il battito del cuore di suo figlio. O di sua figlia.
Lei e Zac erano arrivati indenni alla diciannovesima settimana di gravidanza e finalmente avrebbero potuto sapere con certezza il sesso del nascituro. Stella li aveva supplicati per potere assistere all’ecografia, ma la giovane coppia non aveva ceduto: voleva che per il resto dei famigliari il sesso del bambino fosse una sorpresa.
-Sembra tutto ok ragazzi- il dottor Sherman li sorrise rassicurante e fece scorrere la sonda sulla pancia di Vanessa. –Il piccolo cresce bene, anche se rimane piuttosto mingherlino. Pesa solamente circa 120 grammi ed è lungo 12 centimetri-.
Zac strinse forte la mano della donna che gli sorrise con le lacrime agli occhi.
-Zaccy assomiglia già a te. Guarda il suo profilo!-.
Zac non potè fare a meno di sorridere. Effettivamente grazie all’ecografia in 4 D i lineamenti di suo figlio erano ben visibile e ricordava in tutto e per tutto il naso e la bocca degli Efron. Poteva stare per ore a guardarlo.
-Volete sapere il sesso ragazzi?-.
I due giovani si scambiarono uno sguardo d’intesa. Poi Vanessa annuì.
-Ok… è… è un maschio. Congratulazioni ragazzi-.
Un maschio?
Vanessa emise un gridolino eccitato e si sporse per abbracciare Zac che era rimasto imbambolato a fissare il monitor dell’ecografia.
La giovane donna si illuminò nel vedere il ghignò soddisfatto che si formò sul volto del fidanzato.
-Un maschio?- chiese Zac per avere un’ulteriore conferma –ne è sicuro?-.
-Sicurissimo vede?- il dottor Sherman li indicò il monitor e i genitali di suo figlio dissiparono ogni dubbio.
-Non potremmo esserne più felici di così!- strillò Vanessa, asciugandosi una lacrima.
-Avete già scelto il nome?- chiese loro il medico.
-Oh beh… no ad essere sinceri. Sul nome ci stiamo lavorando-.
 
Stare lavorando sul nome era un eufemismo in realtà. Zac bocciava i suggerimenti di Vanessa e Vanessa bocciava i suggerimenti di Zac. Si erano accordati quasi subito sul nome del bambino se fosse stata femmina, l’avrebbero chiamata Emily Faith. Emily come la cugina di Zac e Faith come il destino che li aveva fatti nuovamente incontrare. Ma adesso che Baby Zanessa era un lui e non più una lei, i due giovani erano arrivati ai ferri corti. Tecnicamente Zac aveva avuto una rivelazione il giorno dopo l’ecografia, ma era troppo riservato per esporla a Vanessa. Tuttavia dopo giorni di tentennamenti il giovane uomo decise che era giusto il momento di porre la parola fine a quella storia infinita.
Zac timidamente.
-In realtà ho già in mente il nome perfetto-.
Vanessa lo guardò dritto negli occhi. Era chiaro che questa volta Zac non stava scherzando.
-Spara-
-Greg-
-Greg?- la ragazza sbattè le ciglia un paio di volte e bevve un lungo sorso di thè, come per dare il tempo al suo cervello di elaborare quello che il suo fidanzato avesse appena detto.
-Beh… Gregory, come tuo padre- ribadì Zac, come se ce ne fosse stato bisogno.
-Non lo stai facendo perché ti senti in debito con lui vero? O perché ti senti in dovere di scusarti? Perché non hai nulla di cui scusarti e non devi rendere conto a nessuno-
-Van, lo sto facendo per nostro figlio e per te. Greg non è male come nome e servirà ad onorare la memoria di tuo padre. Potrà anche odiarmi, ma quell’uomo ha un cuore grande come il cielo e diavolo, pagherei oro per vedere l’animo di Greg in nostro figlio-.
Vanessa sentì improvvisamente gli occhi inumidirsi di lacrime, sbattè un paio di volte le palpebre per scacciarle e si piegò verso Zac baciandolo sulle labbra.
-Ti ho mai detto quanto di amo?-
Zac sogghignò.
-Te lo sei fatto scappare un paio di volte nell’ultimo anno assieme- le accarezzò teneramente una guancia e lasciò che Vanessa gli baciò la mano.
-Voglio che abbia anche il nome di tuo padre però- disse Vanessa - E’ anche il tuo secondo nome dopotutto. Voglio continuare la tradizione di famiglia-.
Zac piegò la testa di lato e si prese un attimo per riflettere. Attualmente lui e suo padre non avevano un rapporto idilliaco, ma se quello era il volore di vanessa allora lui l’avrebbe rispettato.
-Quindi è deciso? Gregory David Efron-
-Lo adoro- Vanessa fece cozzare i loro nasi e lo baciò sulle labbra –e sarà bello come il suo papà-.
-Adesso possiamo goderci la nostra tazza di thè signora Efron?-.
Vanessa sorrise.
-Ti avevo detto che sarebbe stato maschio. Il sesto senso di tua madre non sbaglia mai-
-Come dubitarne- Zac abbassò le veneziane tanto quanto bastava per guardare fuori. –Ah, e se te lo stai chiedendo i paparazzi sono ancora accampati davanti a casa nostra-.
-Riusciremo ad uscire di casa questa sera?-
-Un motivo in più per non farlo-
-Zac! Ormai abbiamo deciso!-
-Piccola non sto dicendo che non voglio farlo, ma siamo sempre stati contro questo tipo di stereotipi. Insomma sei già incinta, che senso ha passare un intero weekend separati?-.
-E’ il nostro addio al celibato e voglio che sia fatto per bene. E poi tu andrai semplicemente a casa tua e io resterò qui con le ragazze. Non è come se tu fossi in Australia e io a Los Angeles!-.
Zac grugnì come per dimostrarle ancora una volta la sua disapprovazione. Non si sentiva completamente a suo agio a lasciare andare via Vanessa, soprattutto che adesso era nel pieno del secondo trimestre di gravidanza.
-Promettimi che starai attenta?- l’uomo si inginocchiò sul pavimento e appoggiò entrambe le mani sul ventre della donna.
Vanessa alzò gli occhi al cielo.
-Zachary ti prego! Tua madre e mia madre saranno all’addio al nubilato. Cosa potrà mai succedere? Starla non mi fa sollevare nemmeno uno spazzolino da denti perché ha paura che sia troppo per me! Piuttosto sei tu che m devi promettere di non fare cavolate. Dio solo sa cosa ha organizzato quello scemo di tuo fratello Dylan!-.
-L’ho fermato sui night club- la rassicurò Zac facendole l’occhiolino –e anche sui fiumi d’alcol. Nessa tranquilla. Il mio unico pensiero sarai tu. Tu e Greg. Davvero finirò per andare a dormire alle otto di sera solo perché così mi addormenterò e ti vedrò prima il giorno dopo… sei sicura che non vuoi fare nulla domani?-.
-Zac, mi hai già dato un figlio. Non devi comprarmi nulla!-
-Spiegami ancora perché hai voluto sposarti il giorno del tuo compleanno?-.
Vanessa si morse il labbro inferiore. I suoi occhi erano coperti da un velo di tristezza. Zac afferrò il concetto al volo.
-Piccola devi solo goderti il momento. Andrà tutto bene-.
-E’ solo che… che papà non sarà qui il prossimo compleanno… potrebbe non essere qui nemmeno a Natale-.
Il giovane uomo sospirò. Avrebbe dato qualsiasi cosa per levare alla sua futura moglie la preoccupazione costante per suo padre e la sua salute, ma non aveva il potere per farlo. Sperava davvero che il matrimonio e tutta l’allegria che avrebbero portato le feste di fine anno avrebbero aiutato Vanessa.
 
-Ho sentito che qui c’è la sposa più figa dell’universo, la conosce per caso?-.
Ashley la strinse forte a sé non appena ebbe varcato la soglia.
-Ehi! Che ci fa lui ancora qui?!- chiese, indicando Zac on fare accusatorio.
-Me ne sto andando!- borbottò Zac baciando ancora una volta la sua fidanzata. Vanessa sorrise contro le sue labbra.
-Zac!-.
-Ok me ne vado!- il ragazzo salutò con una mano alzata i presenti e rivolse un ultimo sguardo a Vanessa.
Solamente quarantotto ore e sarebbe diventata la signora Efron.
Vanessa aveva invitato a casa sua tutte le su amiche più care: c’erano G.G, Laura, Brittany, Sara, Natalie; assieme a sua madre Gina , a Stella,  a Starla e alle zie e el cugine di Zac. I parenti filippini della ragazza erano arrivati da Manila e si stavano riposando in albergo, ma sicuramente avrebbero reso molto interessante il ricevimento del matrimonio, di  questo la ragazza ne era pienamente convinta.
 
Mentre Vanessa era impegnata nelle sua serata solo donne, Zac aveva optato per un addio al celibato ancora più semplice: la sua serata di soli uomini si era ridotta a lui e al suo fratellino minore Dylan. Non aveva voluto ne suo padre ne i suoi migliori amici. Era troppo nervoso e solo la presenza di Dylan riusciva a calmarlo e a farlo ragionare.  
-Messo da parte? Vuoi scherzare spero!- Dylan allargò le braccia e sorrise –mi hai regalato praticamente una casa!-
-Non ti ho regalato una casa. Io me ne sono andato e tu hai continuato a viverci dentro senza pagare le bollette. E’ diverso-
Dylan lo ignorò completamente.
-Io e Courtney comunque non smetteremo mai di ringraziarti per questo-
-Già posso immaginare il perché…- Zac fece scontrare le loro bibite per un brindisi. -Seriamente Dyl, sono io che ti devo ringraziare. Se non fosse stato per te e per la tua cocciutaggine a quest’ora sarei sempre single e immerso in mille impegni hollywoodiani-.
Suo fratello gli rivolse uno sguardo confuso.
-La sera della nostra famosa litigata, quando me ne sono andato coperto di birra e wisky beh… sono andato da Van quella sera e le cose hanno preso inaspettatamente una piega in mio favore. Se non fosse stato per te adesso non sarei padre-.
-E’ questo il tuo modo per ringraziami?- Dylan sogghignò.
-Ti ho già dato la casa- Zac gli porse le chiavi della sua vecchia casa e del garage –dai a Courtney la mia copia e fatene buon uso-.
-Amico non stai scherzando vero?- gli di Dylan brillarono –sei dannatamente serio vero?-.
-Come un infarto- Zac gli diede un amichevole pacca sulla spalla.
-Sai cosa significa vero?-
-Cosa?-
-Che io e Courtney ristruttureremo la tua vecchia casa e che puoi finalmente dire addio a tutti i tuoi vecchi skateboard…-.
-I miei vecchi skateboard avranno un posto d’onore a casa di Van – si affrettò a ribattere Zac, nascondendo un sorriso.
   
 
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