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Autore: Shailene_fantasy    08/05/2021    0 recensioni
Scott McCall è da sempre un lupo mannaro ed è molto legato al suo migliore amico Stiles e a suo fratello Derek, l'unico componente della sua famiglia rimasto in vita. Ma cosa è successo a questa famiglia e quali segreti nasconde?
DAL TESTO: Una doccia fredda sembrò attraversare il mio corpo. Era lei. Il mio corpo si era bloccato, così come il mio respiro, mi portai una mano al petto e con l’altra toccai la spalla del mio amico prima di accasciarmi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Passarono le settimane e io e Stiles ormai eravamo sempre in compagnia di Freya, la quale pian piano riusciva sempre di più ad aprirsi con noi, a raccontare di lei e di ciò che provava. Io non raccontai nulla del mio passato, ma non so fino a quando avrei potuto resistere, morivo dalla voglia di dirle chi era veramente, ma ogni volta non trovavo le parole. Intanto era cresciuta anche la confidenza con l’amico di Freya, Killian; scoprimmo che le nostre case erano piuttosto vicine, così Killian dava un passaggio anche a noi quando ci vedeva correre verso la scuola, come due disperati.
Mio fratello Derek invece faceva avanti e dietro da Londra per lavoro, lo si vedeva davvero poco, ma secondo il mio parere cercava di evadere il più possibile dalla questione Freya, perché in apparenza non voleva crederci, ma so che in fondo ci credeva più di me.
 
***ricreazione a scuola***
 
«Ragazzi, dovrei chiedervi un favore…anche solo a uno di voi due» ci chiese Freya, dopo aver terminato una telefonata.
«Ma certo dimmi tutto.» risposi io prima che Stiles iniziasse a parlare.
«Eric non può venire a prendermi oggi, ha un esame all’università, mi chiedevo se potessi…darmi un passaggio.»
«Nessun problema, anzi se non ti va di stare sola a casa potresti venire con me a casa di Stiles e aspettiamo Eric, e intanto potremmo studiare tutti insieme.»
«Ottima idea! Potresti appassionarti anche tu ai pomeriggi di Scott&Stiles.» aggiunse il mio sarcastico amico.
«Ragazzi io non sono mai sola a casa nel pomeriggio…ho bisogno di andare a fisioterapia…sapete, ecco…» disse Freya, con un velo di tristezza.
 
La mia faccia e quella di Stiles erano a dir poco imbarazzate, poche volte ho visto Stiles senza parole e questa era una di quelle. Per noi c’era Freya e basta, con la sedia o senza; quando stavamo insieme non toccavamo mai l’argomento che riguardava la sua salute, non sapevamo ancora che rapporto aveva lei stessa con la sua sedia. Io la guardai negli occhi come a volerle chiedere scusa.
 
«Potete dirlo ragazzi, non posso camminare, ne sono abbastanza consapevole.» sorrise dicendo quelle parole, come a volerci consolare.
 
Ci infilammo nella mitica Jeep di Stiles e accompagnammo Freya a fare fisioterapia; avevo un sacco di domande da porle, ma la paura di essere poco delicato prendeva ogni volta il sopravvento. In auto regnava il silenzio, nessuno sapeva di cosa parlare, eppure solitamente parlavamo molto, ma non ci eravamo mai trovati in una situazione così imbarazzante.
 
«Ragazzi…vi intimorisco?» Ci chiese Freya improvvisamente. «Non credevo di fare questo effetto. E comunque state tranquilli, sono qui sopra da così tanti anni che non ci faccio più caso, è una parte di me e l ho accettata. Non parlarne o ignorare ciò che sono non mi farà di certo tornare in piedi, quindi quando siete curiosi o volete semplicemente chiedermi qualcosa non dovete mai porvi problemi, non dovete mai paura di essere indiscreti, chiaro? Sono sempre io e siamo amici da un po’ di mesi.» disse Freya tutto d’un fiato, come a volersi togliere un peso.
«Grazie al cielo…avevo così tante domande da farti, piccola amica.» rispose Stiles, sollevato; lui non era proprio l’esempio perfetto di discrezione.
«Vedi Scott, sii più come Stiles!» replicò Freya.
 
Intanto io continuai a rimanere in silenzio, forse perché io al suo posto non sarei riuscito a parlarne, come infatti mi capita quando devo parlare del mio soffrire d’asma, mi fa sentire debole agli occhi degli altri, e questo non mi piace affatto.
Arrivati in clinica aiutai Freya a scendere dall’auto e andai con lei nella stanza dove faceva fisioterapia ogni giorno. Feci caso ad ogni particolare, ogni attrezzo, ogni angolo. Diedi un bacio sulla fronte di Freya e tornai ad aspettarla in auto da Stiles.
 
«Amico, ma che ti prende?» mi chiese Stiles.
«Non riesco a chiederle niente, mi blocco, ho paura di farle del male.»
«Se non lo farai tu, lo farò io, ho più coraggio di te con le parole.»
 
Non risposi, avevo bisogno di tempo per metabolizzare tutta la situazione, ma se avessi voluto sapere cosa era accaduto a quella ragazza, che io continuavo a sostenere fosse mia sorella gemella, dovevo avere il coraggio di chiederle ciò che volevo sapere.
Da lontano vedemmo Freya tornare e sembrava piuttosto stanca.
 
«Tutto bene?» le chiese Stiles, mentre l’aiutava a rimettersi in auto. «Ehi, ti tremano le gambe.» aggiunse stupito.
«Sono spasmi, Stiles, mi succede perché ho appena finito di stimolare i muscoli, tranquillo è tutto normale, solo un po’ doloroso.»
«Se hai dolore vuol dire che la sensibilità sta tornando?»
«Oh Stiles…non tornerò mai più in piedi, la fisioterapia mi aiuta solo per l’equilibrio e la stabilità, altrimenti avrei spasmi molto più dolorosi.»
 
Io continuavo ad ascoltare, mentre Stiles era sempre più a suo agio nel fare domande a Freya, io non vedevo l’ora di tornare a casa e non doverla vedere.
 
«Resta a cena con noi!» disse improvvisamente Stiles. «Casa McCall è sempre libera, soprattutto quando Derek non è in città.»
«Mi sembra un’ottima idea, ditemi che volete mangiare e ordiniamo.» in realtà volevo strangolare Stiles per averle fatto quella proposta, ma ormai il danno era compiuto.
Tutto sommato la serata andò bene e ripresi a parlare con Freya, dopo averla ignorata tutto il pomeriggio. D’un tratto fui preso dal mio istinto e le chiesi qualcosa che credevo non le avrei chiesto mai: «Freya, cosa ti ha realmente portato a dover usare la sedia a rotelle?»
«Una nuova passione immagino.» risposte immediatamente Stiles col suo solito sarcasmo e Freya ci rise su.
«Non ho ricordi in realtà. Tutto mi è stato raccontato da Killian, perché lui era già in comunità quando sono arrivata io.»
«Come mai eravate in comunità?» domandai.
«I suoi genitori erano dei tossici, l’hanno abbandonato quando aveva pochi anni ed è cresciuto praticamente per strada, così iniziò a fare dei piccoli furti per garantirsi almeno un pasto. Così a 11 anni fu scoperto dai servizi sociali e portato in comunità.» raccontò Freya, mentre io e Stiles eravamo lì attenti ad ascoltarla. «Un paio d’anni dopo arrivai io, avevo 8 anni…ricordo solo questo. Lui è più grande, come avrete capito, è riuscito a farsi una vita decente e appena divenuto maggiorenne ha lottato tanto per farmi da tutore legale, quindi sono sotto la sua custodia da quando ho 14 anni e lo sarò fino alla maggiore età.»
«E tu? Come ci sei finita lì dentro se avevi solo 8 anni?» chiesi con fiato smorzato.
 
Dopo aver sentito quella storia e dopo averle fatto quella domanda iniziava a mancarmi il respiro, come se mi stesse venendo un attacco d’asma e molto probabilmente sarebbe successo. Ma volevo resistere e continuare ad ascoltare quella storia, arrivare al punto che mi interessava di più, il punto in cui la mia teoria veniva confermata.
   
 
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