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Autore: Aqua Keta    09/05/2021    7 recensioni
Le parole di Oscar erano state chiare, perentorie, inequivocabili.
Di lui non aveva più bisogno ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nemmeno la morte ora potrebbe impaurirmi o placare in me quel senso d’angoscia, di frustrazione, di umiliazione.
Di condanna.
Stordito. Un senso di nausea mi stringe lo stomaco. Appoggio la mano al muro.
Assaporo l’amaro delle lacrime che sento bagnarmi le guance.
Barcollo e a fatica riesco ad aprire la porta ed entrare nella mia stanza.
Con l’anima squarciata dal dolore, fisso impotente le mani ancora tremanti, bruciare come se carboni ardenti fossero conficcati nei palmi.
Solo un benemerito idiota disperato. Solo un pazzo poteva giungere a tanto. Io lo sono.
Mi maledico stringendo la testa, rivedendoti mentre, impaurita, per la prima volta, di fronte alla mia forza di uomo, non sei stata in grado di ribellarti a colui che avrebbe dovuto difenderti, sempre, e comunque, sostenerti in ogni dove e quando.
Ho tradito la tua fiducia. Ho violato la tua vera natura. Tentando di aprirti gli occhi, assaporando la dolcezza delle tue labbra non ho saputo trasmetterti tutto l’amore che da sempre nutro per te.
Come un prigioniero invoca il suo carceriere, il suo carnefice, mi hai intimato di lasciarti andare.
Una preda nei cui occhi si è riflessa solo la ferocia della belva di fronte a lei.
Ma la rabbia mi assale.
Si, io l’ho fatto.
E vorrei gridarti a squarciagola che non ho sbagliato, che non ho nulla di cui chiedere perdono.
Non sono più quel ragazzino che incrociava con te la spada per gioco.
C’era un uomo di fronte a te.
Un uomo che non potrà più essere solo il tuo amico di sempre.
Ho tradito me stesso, ho tradito i miei principi. Ho tradito chi  amo più della mia stessa vita.
Come un cane bastonato mi accascio a terra.
In un angolo, nel buio di queste quattro mura, rinchiuso in un carcere invisibile, dietro le sbarre di rimorsi, pentimenti, del contrario di tutto.
Sanguinassero le mani, almeno mi libererei di questa macchia che rimarrà indelebile sul nome … se tu non mi perdonerai.
Indegno di amarti.
Mi pare di udire il tuo singhiozzare far eco in questa stanza.
Ho conosciuto donne. Non sono certo di primo pelo. Ma nessun’altra potrei amare.
Sollevo lo sguardo. Vorrei immensamente che quella porta si aprisse come facesse anche il tuo cuore.
Hai provato cosa significhi amare senza essere ricambiati.
Lo provo sulla mia pelle ogni giorno di fronte ai tuoi occhi che non vedono oltre.
Forse domani mi caccerai da questa casa.
Ne avresti tutte le ragioni.
Ho calpestato quel poco di orgoglio rimastomi per riuscire ad affrontarti.
Non era mia intenzione.
Non volevo arrivare a questo.
Eppure l’ho fatto.
Oscar … è tuo il respiro che sento al di là, lungo il corridoio?
 
 
Tremante come una preda abbandonata dopo essere stata assalita dalla belva.
Il tuo odore su di me, come le strette ai polsi ed il sapore della tua bocca sulla mia.
Tu.
Mai nessuno.
Tu, il primo uomo ad aver violato la mia essenza di donna celata in un profondo che ho tentato, da sempre, di imprigionare … non solo per volere altrui.
Tu. Disperatamente. Teneramente.
Non esiste più alcuna certezza, se non quella di non poter più avere un amico fidato al mio fianco.
Non esiste più l’amore fraterno che credevo.
Di te ho sempre avuto ben altra considerazione.
Non mi sono mai accorta … o forse non ho mai voluto … vedere oltre ciò che mi mostravano gli occhi.
Il cuore vede molto più lontano.
I miei singhiozzi spezzano il silenzio in questa stanza.
Come un animale ferito in pieno deserto, le lacrime soffocano le mie grida.
In tutti questi anni, mai un gesto inconsueto, azzardato da parte tua.
La mia piena fiducia, in ogni tua singola parola, in ogni tuo singolo, gesto, in ogni tuo sguardo.
Per la prima volta ho paura di un uomo.
Ho paura di te.
Cosa? Che cosa mi hai fatto Andrè?
Come una fiera ti sei scagliato su di me.
Il mio compagno d’infanzia e di giochi spensierati, il mio consigliere, il mio miglior amico …
Tu, Andrè.
Che cosa hai voluto provare a me …  a te stesso?
Non voglio più averti accanto.
Non voglio più avere paura.
Mi sono sentita umiliata.
Non voglio più provare tutto questo.
Questo è un dolore troppo grande.
Essere donna non è per me.
Raccolgo i pezzi di ciò che rimane di Oscar, tentando di rimettermi in piedi.
Mi tolgo di dosso l’oggetto del delitto. Che mai possa vederlo Nanny.
Mi ricompongo. Respiro. Inghiotto le lacrime. Le sento graffiarmi la gola.
Indosso una candida camicia. Come volermi riappropriare della mia anima.
Appoggio la mano, giro la maniglia.
Il silenzio padrone della notte accarezza i miei passi sul pavimento freddo.
E forse così anche il tuo cuore, Oscar?
 
 
   
 
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