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Autore: Stateira    29/08/2009    21 recensioni
La storia degli occhi di Draco è piuttosto interessante
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA

PREMESSA

 

NO!

ZITTI!

Adesso parlo io.

Dunque. U_U

 

Aaaawn, che bello tornare a maltrattare Harry e Draco. >3<

Già li vedo fuggire a gambe levate, urlando al mostro al mostro, povere creature. Oh, beh, questo è il brutto di essere dei personaggi, no?

 

Awn, dunque, come nasce questa shot? A caso, naturalmente, che domande fate? Dopo essermi SPAVENTATA per tutto il clamoroso fan service che ho visto in Half Blood Prince, mi sono detta che una capatina nel fandom la dovevo proprio fare.

 

Inspiegabilmente, molta gente pensa che io sia scomparsa. La cosa mi perplime non poco, visto che non mi pare affatto di essere sparita, anzi. Ho in ballo una quantità di lavori che se ci penso mi viene da piangere. E cerco costantemente di migliorarmi, il più delle volte approdando soltanto ad un cambiamento, che non sempre significa miglioramento.

Ma noi ci proviamo. èOé// *faccina coraggio*

 

Perciò, lasciatemi dedicare questa cosuccia a tutti quanti, ma soprattutto a quelli che mi danno per dispersa. Non lo sono, lo giuro, sono viva e vegeta, e basta dare un’occhiatina all’account per verificarlo. ^_^

 

Buon divertimento a tutti! Come sempre, alle spalle del povero Draco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eyes don’t Lie

 

 

 

 

 

 

 

 

- Ma tu guarda. –

- Mh? Hai detto qualcosa? –

- No, niente. Niente. –

 

Draco doveva restarsene buono di là, nel suo studio, senza osare mettere piede in salotto, o per Harry avrebbe significato un bello Stupeficium dritto in mezzo agli occhi.

Harry girò con ogni cautela la pagina delicata, incurante delle blande proteste di alcune fotografie, troppo ansiose di mettersi in mostra dopo tanto tempo passato al buio.

Le gemelle Patil erano in primissima fila e agitavano calorosamente le mani, nonostante Harry fosse piuttosto certo che non fosse quello il posto che era stato loro assegnato nella foto.

 

Ah, il vecchio album di scuola. Non lo guardava da – quanto? Almeno sette, otto anni? Era un volumone enorme, da quando Draco, sbraitando che non voleva che la libreria fosse ingombra di robaccia vecchia e inutile, li aveva fatti rilegare insieme, il suo e quello di Harry. Rigorosamente tenuto per ultimo, sotto le glorie Serpeverde.  

 

Ed eccolo lì, Draco.

Insieme a lui, durante il loro ultimo anno.

Harry sentì il cuore stringerglisi per la tenerezza ed anche, un po’, per l’orgoglio.

Era davvero passato del tempo, da allora, ed insieme, lui e Draco, si erano costruiti una casa. Ed una vita. Più o meno felice. Sicuramente molto, molto divertente.

Vide il Draco della fotografia imbronciarsi e respingere con un gesto seccato l’obiettivo della macchina. Scontentato, lo vide piantagli gli occhi addosso e pretendere che lui facesse qualcosa per quell’insopportabile invasione. Vide sé stesso, di profilo, che si limitava a fare spallucce e a salutare il fotografo, scatenando una serie di rimbrotti.

E poi tutto daccapo.

Sorrise, e cercò di sfiorare con l’indice il viso ancora diciassettenne di Draco che, oltraggiato, lo scansò di un soffio e lo fulminò.

Si ricordò di quanto avesse amato quel viso. Di come lo avesse sempre trovato splendido.

Che ingenuotto.

Adesso che l’età aveva perfezionato i tratti di Draco, riempiendolo e consacrandolo ad una virilità tenue, ma fatta e finita, si rendeva conto di come fossero stati aguzzi e un po’ rapaci. Non che non li avesse amati senza riserve, all’epoca.

Così come, con ogni probabilità, un decennio dopo avrebbe amato senza riserve le prime, tenui rughe d’espressione sul suo viso ora levigatissimo. Oh sì, era pronto a scommetterlo. Com’era pronto a scommettere che Draco ne avrebbe fatto una tragedia.

Come se la carta fotografica avesse la facoltà di leggere nei suoi pensieri, li occhi di Draco baluginarono, interrogativi. Harry cercò di rassicurarlo con un cenno, prima di voltare la pagina. Il fatto che la pellicola di carta che proteggeva delicatamente le fotografie fosse blu, però, non aiutava.

 

- Ma tu guarda, davvero. – ripeté, a voce bassissima.

Stavolta Draco non lo sentì.

Per fortuna. Perché se avesse saputo che cosa gli passava per la testa…

 

Gli anni di Hogwarts erano stati tremendi.

Per gli occhi di Draco, nella fattispecie.

Si era ritrovato, almeno dal terzo anno in poi, a dover fare i conti con un fenomeno più unico che raro.

Le sue iridi, di un tranquillo, britannico azzurro grigio che ad Harry piaceva tanto, erano come impazzite: tutto d’un tratto, avevano cominciato a cambiare colore. C’erano mattine in cui Draco si svegliava con gli occhi blu come la notte; altre volte, azzurro ghiaccio, ma ghiaccio per davvero, pagliuzze di riflesso comprese.

Nessuno era riuscito a capire che cosa scatenasse tutto quell’arcobaleno, e dunque nessuno era stato in grado di fare nulla per lui. Era andato avanti per anni senza avere mai tregua, con gli occhi che diventavano ora color del mare più puro e profondo, ora color del cielo terso di una calda primavera, ora color dell’acquamarina splendente, ora color Gelatina Tutti i Gusti più Uno al mirtillo. C’erano stati il color azzurro principe, il color azzurroazzurroazzurro, il color azzurro come l’idea stessa di Azzurro.

A volte, erano diventati addirittura verdi.

Verdi.

Ma non verdi come i suoi. Verdi acqua, verdi pastello, verdi come se verde fosse sinonimo di azzurro.

Madama Chips aveva fatto tutto ciò che era stato in suo potere, ma la sindrome degli occhi cangianti di Draco non era migliorata granché. Alla fine non aveva potuto far altro che pronosticare che, forse, il problema sarebbe rientrato con l’età.

Verso la metà del quinto anno, Hermione aveva borbottato qualcosa a proposito di strani passatempi babbani, ma non si era venuti a capo di un bel niente, e Draco non aveva fatto che peggiorare e peggiorare.

Erano stati tempi durissimi. Draco soffriva di mal di testa lancinanti, e quasi cronici. E quando Draco aveva mal di testa, erano dolori, e non soltanto per lui.

Non c’erano colliri, impacchi o pozioni che reggessero. Harry aveva visto davvero i colori più improbabili alternarsi a velocità spaventosa nelle sue iridi, contribuendo di ben poco al suo fascino, ma moltissimo alle sue emicranie.

 

Ad ogni modo, Madama Chips ci aveva visto giusto, per fortuna.

Terminata la scuola, gli occhi di Draco erano tornati ad un colore univoco e, per la grazia di Merlino, non eccessivamente sgargiante.

Ma i mal di testa erano continuati per un po’, ahilui. Fino a quando un medico – un medico babbanissimo, che più babbano di lui non si poteva – aveva pronunciato l’infausta diagnosi.

 

C’era da dire che Draco, sorprendentemente, se n’era fatta una ragione prima del previsto. I musi lunghi, le proteste inviperite, i “no” categorici si erano spenti nel giro di una settimana, per lasciare posto a fusa maliziose e, beh, qualche altro gemito un po’ più rumoroso.

 

Le labbra sottili di Harry si tesero in un sorrisetto estremamente appagato, proprio mentre l’ultima pagina dell’album frusciava via, lasciandolo solo con la pesante copertina opaca della rilegatura di buona fattura.

 

- Wingardium Leviosa. – borbottò Harry, guidando la costa del volume verso la libreria. Pensò distrattamente che non era da lui essere tanto pigro da ricorrere ad un incantesimo per rimettere un libro a posto, invece che alzarsi e farlo con le proprie mani. Ma era terribilmente da Draco.

Lo richiamò indietro, divertito dall’ideuzza che gli era appena baluginata nella testa.

 

Ripensandoci…

 

- Draco? Vieni? –

- Eh? Che cosa vuoi? –

- Mmmh. No, lascia stare. Vengo io. –

 

Con l’album in mano, Harry spinse la maniglia di ottone dalle grandi pretese dello studio di Draco, ed entrò.

 

- Mi servirebbe davvero, davvero, un tè freddo. – lo accolse Draco, guardandolo dritto negli occhi, com’era solito fare quando cercava di indagare le sue intenzioni.

I suoi capelli biondissimi erano meticolosamente ordinati. Ma era sera anche per loro, e alcune ciocche sottili erano riuscite a sfuggire all’acconciatura mattutina, dividendosi in una miriade di ciuffi sparpagliati davanti alle orecchie e agli occhi.

Occhi incorniciati a meraviglia da un paio di graziosi occhialetti da lettura.

Eh, sì.

Draco soffriva di un lieve astigmatismo, ed Harry se lo sarebbe volentieri mangiato.

 

- Dopo vado a prendertelo. –

- … Harry? –

- Promesso. Freddo ghiacciato. –

 

Lo sguardo di Draco saettò sul volume, e si illuminò di consapevolezza.

 

- No. No, no, e poi no. Non ho tempo per mettermi a guardare uno stupido album di foto. Ho ancora molto lavoro da fare! –

- E’ venerdì, Draco. –

- E con questo? –

 

Ma non ottenne risposta. Harry l’album lo mise da parte, in bilico su una mensola piena di ninnoli preziosi, e dopo aver guadagnato i pochi passi che lo dividevano dal suo astigmatico compagno, lo afferrò gentilmente per le spalle, e lo stese lungo sul tavolo, come fosse stato un fazzolettino di pizzo.

Draco riuscì a simulare insofferenza solo per poco.

 

 

- Ah, Potter, pare che tu abbia un serio problema con i miei occhiali. –

Ho un serio problema con te, in generale. –

- Adulatore. Ti spiacerebbe levarmi le mani di dosso, ora? –

- Ti leverei più volentieri i pantaloni. –

- Potter?!? –

 

Ma, Draco forse non se ne rendeva ancora conto, il suo linguaggio corporeo aveva guadagnato dei codici tutti nuovi, da quando portava gli occhiali.

Si aggiustò la montatura sul naso, mentre cercava di respingere Harry. Lo arricciò persino un poco, di riflesso. Harry si bloccò di colpo, a guardarlo, rapito, e Draco, che era bravo a tornare in fretta padrone di sé, gli propinò un sorriso angelico.

 

Fu l’ultimo sorriso che Draco Malfoy poté concedersi di lì ad un’ora abbondante.

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

 

Ok, ok, probabilmente in molti l’avrete capito già, ma per sicurezza piazzo qui una bella noticina. L’astigmatismo fa cambiare colore degli occhi? No, per l’amor del cielo. Il difetto di vista è la conseguenza che Draco, povera creatura, ha riportato per quel continuo cambiare di colore.

E qual è la causa? Suvvia, non siate ingenui, è facile: è la terribile sindrome da fangirl!

Ok, lo confesso, è stato divertente infarcire il raccontino con una amorevole presa in giro di tutte quelle descrizioni improbabili degli occhi di Draco che si trovano in giro, opera di chi non vuole evidentemente arrendersi all’evidenza che Draco abbia gli occhi azzurro grigi, come se ne vedono tanti in giro.

Ripeto, è assolutamente affettuosa. In realtà, probabilmente, diverte solo me, che ho passato un buon paio d’ore ad inventarmi le sfumature più improbabili di celeste.

  
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