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Autore: GReina    22/05/2021    2 recensioni
[Iwaoi | Kuroken | Daisuga | Tsukkiyama | Bokuaka | Sakuatsu + accenni di Kagehina | Tanakiyo].
Haikyuu ad Hogwarts: segue le vicende dei nostri protagonisti per un anno (quinto per Hinata e co; settimo per Daichi e co).
Daichi è il papà di tutti i Grifondoro e Suga la mamma dei Corvonero; Kenma nasconde un segreto; Oikawa è paranoico; Tsukishima è irritato (be', non è una sorpresa!); Sakusa vuole liberarsi di Atsumu; Osamu e il suo amore per il cibo sono l'unica certezza. Venite a scoprire il resto!
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts' Series'
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STUPIDOikawa
Mancavano pochi giorni a Pasqua quando gli arrivò una lettera dai propri genitori. Gli scrissero che sarebbero andati a trovare sua sorella con relativi marito e figlio per le festività ed offrivano a lui tre scelte: andare con loro, rimanere al Castello o passare la settimana di vacanza con la famiglia Iwaizumi. Oikawa capì subito che fino a qualche giorno fa avrebbe subito scelto la terza opzione, eppure adesso era quella che meno lo allettava. Rispose quindi che dopotutto anche lui aveva voglia di riabbracciare sua sorella e suo nipote e mandò indietro il gufo.
Dopo che Iwaizumi aveva provato ad avvicinarlo mentre si dirigeva agli allenamenti, lui e il suo ragazzo non avevano più avuto rapporti. Si stupì, quindi, di vederlo avanzare spedito verso di lui nel deserto corridoio del secondo piano.
“E così,” iniziò cercando – e fallendo – di apparire calmo “lasci il Castello per le vacanze.” il suo tono fece irritare Oikawa che sollevò il mento, altezzoso.
“Infatti.” confermò “Io e i miei andiamo a trovare mia sorella.”
“E non hai pensato di dirmelo.” appurò il grifondoro.
“Perché avrei dovuto? Si tratta della mia famiglia.” non sapeva perché le parole gli uscissero di bocca così acide, ma solo che era ancora irritato con Iwaizumi e non aveva intenzione di giustificarsi con lui.
“Quindi secondo te è normale che io scopra che parti attraverso i miei genitori?”
“Mi stai dicendo che avrei dovuto rimanere qui con te invece che riabbracciare mio nipote che non vedo da mesi?” iniziò ad irritarsi di più.
“Certo che no! Avrei solo voluto che mi avessi detto i tuoi piani.”
“E cosa sarebbe cambiato? Non sei comunque invitato.” Iwaizumi sospirò e distolse lo sguardo.
“Va bene. Errore mio.” disse solo, ed andò via. Quella ritirata fece inferocire Oikawa più di tutto il resto ma, come Hajime, era stanco di litigare. Quindi fece dietrofront e tornò ad oziare nella sua Sala Comune.
 
***
Hinata
Le vacanze di Pasqua iniziarono e finirono senza che Hinata se ne accorgesse. Rimesso piede ad Hogwarts, il grifondoro aveva deciso di passare la giornata con Aone, Kenma e Yaichi. Si stupì quindi non poco quando rientrò in Sala Comune e la trovò addobbata a festa.
“Wooh!” non poté fare a meno di esclamare. Ovunque nella stanza erano presenti festoni di congratulazioni e spara-coriandoli incantati. I suoi compagni – specie quelli del sesto anno – erano più esaltati che mai.
“Hinata!!” venne chiamato da Nishinoya “Abbiamo la Burrobirra!” il cercatore non se lo fece ripetere due volte e raggiunse il tavolo delle bibite.
“Cosa si festeggia?” chiese curioso ed eccitato. Noya si aprì in una sorta di sorriso misto a ghigno.
“Tanaka ha avuto il suo primo appuntamento ufficiale con Kiyoko.” Hinata spalancò gli occhi.
“Intendi Shimizu?? La Caposcuola Shimizu?” prese a guardarsi freneticamente attorno in cerca dell’eroe del giorno e lo trovò vicino al camino mentre gran parte della squadra gli batteva commosso delle pacche sulle spalle.
“Tanaka-san! Congratulazioni!!” rosso in volto ed incapace di smettere di sorridere, il battitore gli rispose annuendo felice.
“Ti sei perso il racconto, Hinata!” gli disse Yamamoto, poi cambiò completamente espressione: “Non posso ancora credere che ti abbia baciato.” disse a un passo dalle lacrime. Raggiunse Tanaka e lo colpì alle costole:
“Non so se essere fiero o invidioso, maledetto!!” Hinata rise. Tanaka era uno di quelli che più frequentava della squadra. Si ritrovavano quasi ogni giorno al Campo per degli allenamenti extra e clandestini, quindi aveva avuto tutto il tempo di capire quanto il battitore tenesse alla corvonero.
“Sia benedetto quel concerto!” Shoyo sentì sussurrare al protagonista della festa con commozione. Si guardò di nuovo intorno: i festoni, i coriandoli, le bibite e tutti i loro compagni che festeggiavano come se avessero appena vinto la Coppa delle Case. L’intraprendenza e l’audacia di Tanaka si meritavano tutto quello. Solo Daichi – sebbene Hinata sospettasse l’avesse fatto forse per la prima volta a malincuore – fu in grado di convincere i compagni ad andare a letto quando si fece tardi.
“Intraprendenza e audacia.” si ripeté il cercatore una volta a letto “Io non sarò da meno”.
 
***
Osamu “adesso-ho-davvero-visto-tutto” Miya
Erano appena rientrati dalle vacanze di Pasqua e – a differenza di suo fratello – Osamu aveva finito per tempo tutti i pochi compiti che gli erano stati assegnati per quella settimana. Miya era quindi sceso del treno per dirigersi immediatamente nelle cucine in modo da rifornire la scorta di merendine che usava tenere in dormitorio, ed era proprio al solito posto che le stava conservando quando le risatine che i suoi compagni di Casa avevano iniziato a rivolgergli non appena aveva messo piede nella stanza smisero definitivamente di essere trascurabili.
“Cosa c’è?” non resistette più e chiese a tutti e a nessuno in particolare. Fu Akaashi a rispondere:
“Nulla. Stavamo solo pensando che tu e Sakusa avreste anche potuto dircelo.” ghignò, ma Osamu non capì; si voltò verso il Capitano che, però, inespressivo come al solito – e stavolta anche con mezzo volto coperto da una mascherina – non gli diede nessuna risposta.
“Inutile che facciate i finti tonti!” si aggiunse Ennoshita “Vi abbiamo visto tutti all’ingresso della scuola mentre vi baciavate! E dire che non vi vedevate da solo una settimana!” Osamu guardò sconvolto verso Chikara e iniziò a chiedersi come fosse possibile che tutti loro avessero preso un abbaio simile quando – lentamente e inesorabilmente – la risposta gli fu chiara. Si girò quindi con assoluta lentezza verso Sakusa, incapace di credere che fosse vero; incapace di capire come fosse possibile.
“Non dirmelo…” riuscì solo a sussurrare al suo indirizzo. Con la mascherina indosso fu impossibile capire se il Capitano fosse arrossito o meno; sicuramente i suoi occhi erano vacui e rassegnati all’idea che presto tutta la scuola avrebbe saputo quello che Osamu aveva appena scoperto.
“TI SEI PER CASO RINCOGLIONITO?” non riuscì più a trattenersi, Sakusa si irrigidì mentre i volti dei compagni si facevano confusi “COME HAI POTUTO METTERTI CON QUEL COGLIONE! MA CHE COS’HAI NELLA TESTA!!” fu allora che la situazione fu evidente a tutti e le urla di sorpresa dilagarono per tutta la stanza.
“Mi stai dicendo che abbiamo visto il Miya sbagliato???” chiese incredulo Ennoshita;
“Atsumu???” non riusciva a capacitarsene Kenma;
“Ma non è lui che ti perseguita da anni??” fu il turno di Shirabu. Gli occhi di Sakusa divennero due ombre e Osamu fu certo che l’amico non volesse altro che sparire in modo tale da non dover rispondere alle domande.
“Che cazzo!” esclamò ancora lui, incapace di credere che suo fratello stesse effettivamente insieme a Kiyoomi Sakusa! “Dev’essere uno scherzo!” disse più a sé stesso che ad altri; si passò una mano sul volto, poi spalancò gli occhi: “Allora è per questo che durante le vacanze si comportava in maniera così strana!” capì immediatamente. Sakusa ebbe un sussulto e si sporse verso di lui:
“Che vuol dire? Come in maniera strana?” Osamu scoccò la lingua e pronunciò la successiva risposta con il massimo disprezzo:
“Sorrideva.” disse. Stavolta il portiere poté chiaramente vedere Sakusa arrossire perché lo fece fino alle orecchie.
“Ma come ha fatto a conquistarti?” gli chiese Akaashi ancora stupito come tutti gli altri. Il Capitano sbuffò e si sistemò meglio sul letto.
“Mi ha preso per esasperazione.” disse un attimo prima di tirare le tende del baldacchino nascondendosi alla vista di chiunque.
“Possibile che tutti i Corvonero vengano conquistati per esasperazione?” chiese piano Akaashi. Infine, arrivarono le ultime parole di Sakusa sebbene attutite dalle spesse tende:
“E comunque non ho mai detto di avere buon gusto”.
 
***
Iwaizumi
Iwaizumi era stato troppo nervoso per riuscire a prendere il treno e tornare a casa per le vacanze. I suoi genitori non erano ovviamente riusciti a capire i suoi motivi, ma Hajime aveva avuto davvero bisogno di rimanere un po’ solo, quindi aveva insistito.
La settimana di vacanza era infine passata ed una settimana ancora da quando Oikawa era tornato al Castello. Sette giorni erano trascorsi e ancora Iwaizumi non aveva avuto modo di parlare con il suo ragazzo. Sulle prime, aveva creduto che nulla – se non le scuse dirette di Tooru – avrebbe potuto farlo calmare, ma si era sbagliato. Passare le vacanze per conto proprio gli era servito per pensare e capire: quello che piano ma inesorabilmente stava inclinando sempre di più il loro rapporto era lo stress; l’ansia dell’essere scoperti che li faceva sentire sempre più oppressi e stretti nel cappio invisibile in cui le circostanze li aveva costretti.
Iwaizumi aveva quindi passato tutti quei giorni a cercare un posto adatto a loro fino a quando ripensare al disastro della Torre di Corvonero non gli aveva dato un’idea.
Dopo una settimana dal rientro dei suoi compagni, finalmente, il grifondoro riuscì a rintracciare il proprio ragazzo. Mai prima di allora gli era risultato tanto difficile trovarlo da solo e la ragione era evidente: Oikawa lo stava evitando.
“Non mi scappi più.” pensò quando finalmente riuscì a bloccarlo in uno sgabuzzino prima che rientrasse in Sala Grande. Alla vista di chi l’aveva afferrato, l’espressione del serpeverde si fece subito astiosa. A quella visione il cuore di Iwaizumi ebbe un colpo, ma si impose di resistere: “Rimedierò.” pensò, ed ignorando la riluttanza dell’altro sollevò una mano e lo accarezzò sul viso. Oikawa sembrò sorpreso da quel gesto così pacifico dopo mesi di litigi, ed ancora di più quando – piano – Iwaizumi poggiò la propria fronte sulla sua.
“Scusami.” gli disse “Io ti amo, siamo stati entrambi degli stupidi.” tenne gli occhi chiusi mentre il suo battito accelerava in attesa di una risposta. Oikawa sospirò e si rilassò, poi lo baciò nel modo più tenero che avessero mai sperimentato.
“Mi sei mancato.” gli disse, ed Iwaizumi sorrise finalmente felice dopo tanti giorni.
“Tutta questa pressione non ci fa bene.” dichiarò “Ho passato tutte le vacanze a cercare un posto in cui poter stare tranquilli, solo io e te.” lo sguardo di Oikawa si illuminò.
“L’hai trovato?” Iwaizumi sorrise.
“L’ho trovato.” confermò “È la Stanza delle Necessità.” il serpeverde ebbe un sussulto e fece un passo indietro mentre rivolgeva lo sguardo al pavimento.
“Ormai la conoscono tutti.” enunciò le sue paure “Dopo lo scherzo fatto ai Corvonero tutti sanno della sua esistenza. Chissà in quanti la useranno.” ma l’altro scosse la testa.
“Ho fatto mille ricerche, Tooru!” spiegò “La Stanza funziona in modo tale che se c’è già qualcuno dentro che la sta usando per altre ragioni, a noi non si aprirà. E se non lo farà capiremo il perché e andremo via prima che ci vedano. Una volta che saremo dentro invece nessuno potrà entrare.” dai suoi occhi, Iwaizumi capì che Oikawa non era ancora del tutto convinto.
“Dobbiamo solo andare al settimo piano e pensare a un luogo in cui poter stare al sicuro da occhi indiscreti. Funzionerà!” sorrise cercando di infondere nella propria espressione almeno un poco della propria positività. Voleva davvero che le cose tra lui e Oikawa funzionassero e la Stanza delle Necessità era perfetta per far sì che ciò accadesse.
“Va bene.” concesse alla fine Tooru “Ci andiamo adesso?” chiese subito dopo. Iwaizumi ghignò: gran parte della scuola al momento era riunita in Sala Grande per la cena e, d’altra parte, lui e Oikawa avevano molte cose per cui fare la pace e quale modo migliore di farla se non…
“Andiamo.” gli rispose sorridendo. Due minuti dopo erano di fronte all’arazzo di Barnaba il Babbeo.
“Pronto?” chiese il grifondoro all’altro che annuì, poi entrambi pensarono a ciò di cui avevano bisogno. Il muro iniziò a cambiare e una porta massiccia a spuntare al posto della pietra. Entrambi sorrisero e, insieme mano nella mano, spalancarono i battenti. Ci volle a tutti un minuto per rendersi conto della situazione: Daichi e Suga erano immobili e li fissavano semi-stesi su un letto matrimoniale ancora intatto; Iwaizumi ed Oikawa stavano ancora tenendo le porte aperte incapaci di muovere un muscolo. Quando finalmente tornò padrone di sé stesso, il serpeverde fece un passo verso destra e scansò con forza la mano da quella del suo ragazzo. Fu Suga, tuttavia, il primo a riuscire a parlare. Guardò il letto, Daichi ed infine verso di loro:
“È imbarazzante.” disse; Sawamura provò ad alleggerire la tensione sorridendo.
“Abbastanza imbarazzante, sì.” confermò, poi si alzò dal materasso e si diresse verso di loro “Ma sono felice che voi abbiate risolto, Iwaizumi. Avevo capito che qualcosa non andava, ma adesso non sembra più così!” ad Iwaizumi mancò il fiato, eppure capì solo grazie all’espressione di Oikawa perché il suo corpo avesse avuto quella reazione. Tooru barcollò indietro, bianco in volto e con gli occhi sgranati.
“Gliel’hai detto…” sussurrò incredulo al suo indirizzo.
“No!” provò a dire Hajime, ma l’altro sembrò non sentirlo.
“Io mi faccio in quattro per nascondere di noi a tutti e tu vai a dirlo in giro!?” alzò la voce.
“Credi davvero che avrei potuto farlo!!?” si alterò anche Iwaizumi “Hai idea di quanti sacrifici io abbia fatto per noi?” gli uscì di bocca e subito se ne pentì: “No, non sono sacrifici.” pensò, ma non ebbe il tempo di dirlo che l’altro rispose:
“Sacrifici, tu?? Tu, che vivi nella felice e spensierata Torre di Grifondoro pensi di aver fatto dei sacrifici? E allora i miei che cosa dovrebbero essere!?” Iwaizumi spalancò gli occhi, incapace di credere alle proprie orecchie. Una parte di sé supplicò il resto di dare una seconda possibilità ad Oikawa; di non credere a quelle parole perché – come le sue subito prima – potevano benissimo essere state dettate dalla rabbia. Poi, pensò al flirt con Miya, alla discussione nel parco e a come Tooru avesse preferito andare ad allenarsi piuttosto che chiarire con lui. Pensò all’espressione che il serpeverde aveva fatto solo pochi minuti prima nello sgabuzzino quando aveva visto chi era stato ad afferrarlo e a trascinarlo là dentro.
“Sono solo io.” capì “Sono solo io che provo a sistemare le cose; solo io che provo a rimettere in piedi i pezzi.”
“Non ti ho mai chiesto di farlo, se è per questo!”
“Allora forse dovrei smettere!” la morsa sul cuore di Iwaizumi non faceva altro che stringersi, stringersi e stringersi ancora di più.
“Ragazzi, vi prego, calmatevi…” intervenne la voce di Daichi. “Oikawa, Iwaizumi non mi ha detto proprio nulla!” spiegò “L’ho capito da solo l’anno scorso, quando sei caduto dalla scopa.” Oikawa sembrò non capire immediatamente, ma poi Suga aggiunse:
“Giusto! La reazione di Iwaizumi. Devo dire che anche io avevo sospettato qualcosa… il modo in cui ti sei precipitato da lui non poteva che dire che lo ami.” Iwaizumi si ritrovò a fissare entrambi senza parole e solo l’improvviso silenzio della stanza gli fece rendere conto di quanto fosse grosso il proprio fiato.
“Che cazzo hai fatto, Iwaizumi.” il grifondoro tornò a guardare il proprio ragazzo. Neanche ricordava l’ultima volta in cui questi non lo avesse chiamato con il nomignolo che tanto gli piaceva. Hajime strinse i pugni prima di rispondere.
“Che cazzo avrei dovuto fare, eh!? Sei caduto da sei metri d’altezza! Vuoi dirmi che non sarei dovuto correre da te?”
“No, cazzo!” fu la violenta risposta “Secondo te ci siamo nascosti per anni solo per mandare tutto a puttane per una caduta??” fu quello a far infuriare Iwaizumi definitivamente: fece tre passi in avanti ed afferrò con forza il bavero della toga di Oikawa
“Per una caduta??” gli fece eco “Hai idea di come mi sia sentito!? Hai urlato, Tooru! Hai urlato come non avevi mai fatto prima e come non hai mai più fatto dopo! Il tuo urlo perseguita ancora i miei incubi e tu davvero mi stai biasimando per essere corso da te?? L’ho fatto perché ti amo, brutto stronzo! Non osare mai più dirmi ‘No, cazzo’ in quel modo!” avevano entrambi il fiatone; gli occhi ridotti a due fessure. Le nocche delle mani di Iwaizumi erano bianche tanto forte stava tenendo la toga dell’altro, mentre le braccia di Oikawa tremavano nel vano tentativo di liberarsi dalla sua stretta.
“Non venire a piangere da me, allora, se poi abbiamo tutti questi problemi.” Iwaizumi lo guardò esterrefatto e la presa gli venne meno. Barcollò all’indietro e non riuscì più a parlare.
“Mi sta davvero dando la colpa di tutto? Sta davvero dicendo che tutti i nostri recenti problemi sono partiti da quello?” Iwaizumi aveva paura di conoscere la risposta.
“Non intendeva dire davvero, Iwaizumi!” furono le parole di Daichi “Lo sai!” cercò di difendere il serpeverde, ma questi non fece nulla per fargli capire che il Caposcuola avesse ragione.
“Infatti!” concordò con lui solo Suga “Nessuno a parte noi sa di voi, giusto?” Daichi annuì “E non saremo certo noi a dire qualcosa in giro su di voi!” cercò di rassicurarli.
“Non sarà difficile, dato che non c’è più nulla da dire su di noi.” rispose Oikawa mantenendo lo sguardo fisso su Iwaizumi “Non stiamo più insieme. È finita.” concluse e se ne andò. Hajime rimase immobile e senza fiato. Incapace di muoversi, parlare, respirare o persino pensare.
“Vai!” quasi gli urlò Daichi “Inseguilo, che stai aspettando!?” Iwaizumi si voltò verso il proprio Capitano con la morte nel cuore.
“Sono stanco.” gli disse “Io ci ho provato in tutti i modi. Se lui non collabora sono problemi suoi.” si voltò e sparì nel corridoio opposto a quello che aveva inforcato Oikawa.
Era finita.
 
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n.a.
Eh già! Si risolve il dramma kuroken/sakuatsu e (ri)comincia quello iwaoi… E CHE DRAMMA! Quindi innanzitutto chiedo scusa per l’angst a tutti/e voi! E dire che la iwaoi è una delle mie OTP supreme di Haikyuu…
adesso passiamo alle vere n/a:
come ho già scritto parecchie note fa (in un POV Tsukishima, mi sembra) la fanfic si rifà ai libri e non ai film. L’arazzo di Barnaba il Babbeo è un arazzo appeso alla parete di fronte a quella della Stanza delle Necessità.
Inoltre (credo che questo sia chiaro anche per chi non ha mai letto i libri, ma io lo specifico lo stesso): la Stanza delle Necessità funziona che se c’è già qualcuno dentro che la sta usando per il tuo stesso scopo ti si apre (es. quando la usano per allenarsi nel quinto o come rifugio nel settimo), mentre se a te serve per una cosa, ma c’è già qualcuno dentro che la sta usando per altro scopo non si apre (es. nel settimo Harry è costretto a far uscire Ginny dalla Camera usata come rifugio per cercare il diadema dove tutto viene nascosto).
Iwaizumi e Oikawa pensano a “un posto per poter stare con il mio ragazzo”, cosa a cui avevano pensato anche Suga e Daichi. Anche mettendo che Oikawa avesse pensato qualcosa come “un luogo al sicuro da occhi indiscreti”, sicuramente Suga e Daichi sono invece discreti… ecco quindi spiegato il misfatto.
   
 
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