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Autore: abbi fede    18/05/2005    5 recensioni
Questa fic. racconta i moti interiori di due personaggi, che si stanno cercando nelle insicurezze e nelle incomprensioni che la loro giovane età comporta. Ogni capitolo avrà un protagonista diverso, e nel finale i protagonisti saranno tutti e due. I protagonisti vogliono rappresentare una verità reale, e a mio avviso non sono lo stereotipo di qualcosa di irragiungibile... Leggete perchè non so se mi sono spiegata molto bene in questa premessa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi la seconda parte, qui è Hermione che racconta la sua visione delle storia… Ringrazio di cuore Phoebe80 e daffydebby

Ecco a voi la seconda parte, qui è Hermione che racconta la sua visione delle storia… Ringrazio di cuore Phoebe80 e daffydebby che hanno recensito il primo capitolo, e sono veramente felice che gli sia piaciuto. Spero di non deluderle…

 

abbi fede

 

STORIE n°2

 

A quel ora ero ormai rimasta sola in sala comune, infatti tutti gl’altri Grifondoro si erano recati in sala grande per consumare la cena, stavo rileggendo per l’ennesima volta Storia di Hogwarts. Lo avevo letto talmente tante volte, che ormai lo conoscevo a memoria.

Era ormai un ora che ero seduta sulla mia comoda poltrona, e quel grande libro iniziava ad annoiarmi, con un gesto istintivo lo chiusi e lo poggiai a terra. Il fuoco scoppiettava allegro nel camino, e le fiamme ardevano più che mai.

Mi soffermai a contemplarlo per più di qualche minuto, poggiai i gomiti sulle ginocchia e poggiai il mio volto sulle mani.

 

Cominciai ad analizzare la mia vita, in quel momento mi sembrava di viverla a metà. A scuola tutto andava per il meglio, come sempre d’altronde. Avevo molti amici, e molti ragazzi s’interessavano a me… Tranne che uno… Ed era quel uno che rendeva la mia vita quasi perfetta, quel uno si chiamava Ronald Weasley.

Lui smontava tutte le mie concezioni sull’amore, sapevo benissimo che era geloso di me e tutti si aspettavano che prima o poi saremo stati più che semplici amici. Questo era quello che speravo anch’io, ma ormai questo pensiero si stava trasformando in una lontana utopia. Ogni giorno mi dicevo che quello sarebbe stato il giorno buono, ma la conclusione era sempre la stessa, per attirare la sua attenzione lo facevo puntualmente infuriare e finivamo per litigare.

Adoravo Ron quando si arrabbiava, mi faceva capire che teneva veramente a me, ma d’altra parte in quel periodo capitava sempre più di frequente ed io ero veramente dispiaciuta che stesse male in quel modo.

 

Non era colpa di nessuno dei due, lui pensava che io non sapessi che molte ragazze gli facevano la corte, e invece lo sapevo. A malincuore lasciavo Ron solo o con Harry in giro per la scuola, perché sapevo che le altre avrebbero approfittato della mia assenza. Ero gelosa, e ogni volta che lo vedevo appartato a parlare con qualcuna, pregavo con tutto il cuore che la respingesse. E fino ad allora Ron era rimasto disimpegnato da una qualsiasi relazione amorosa.

 

Il fuoco scoppiettò allegro nel camino, e mi fece tornare alla realtà. Lasciai la mia postazione, mi alzai e stiracchiai lentamente le braccia, mi diressi verso la finestra che s’affacciava sul parco. C’era un tempo da cani. La pioggia continuava ad infliggere una sonora sconfitta al castello, ma bisognava sottolineare che il paesaggio ne guadagnava in bellezza.

L’ allenamento doveva essere terminato, ormai il campo di quidditch era sgombro, riuscivo a distinguere nettamente sei figure che tra la bufera si accingevano a raggiungere il castello, ed ero sicura che tu non fossi nessuna di quelle.

Tu non eri mai stato bravo con le parole, eppure quando ne avevo bisogno c’era sempre il tuo sarcasmo a difendermi dalle continue e ripetitive offese che Malfoy e gli altri Serpeverde mi rivolgevano. Molto spesso fingevo che tutte quelle offese non mi penetravano, ma non era così. Tu mi sei sempre stato vicino, ricordo con gioia quella volta al secondo anno quando per difendermi da Malfoy tentasti di incantarlo, ma l’incantesimo ti si rivoltò contro… Sputasti lumache per tutto il giorno…

 

Quella volta che vedendomi al ballo del Ceppo con Victor Krum iniziasti ad inventare storie insensate, e stupide solo per attirare la mia attenzione. Tutto questo era parte di te, e io ti adoravo per quello che eri, le tue battutine su tutto e tutti, mi facevano capire che tu eri e sei una persona spensierata ed è proprio la tua spensieratezza che ha attirato la mia attenzione.

Non dimenticherò mai quel giorno che Fleur Delacour  ti diede un bacio sulla guancia, immaginando che tu avessi aiutato Harry a salvare la sorella dalle sirene in fondo al lago. Ero furiosa… Avrei voluto rigettarla nel lago…

 

Il ricordo più piacevole che mi è rimasto, è alla tua prima partita di quidditch. Avevo proprio voglia di risollevarti un po’ il morale, ma qualsiasi cosa avrei detto, non avrebbe espresso il concetto. Volevo farti capire che ero con te, qualsiasi cosa avessi combinato…

Ci pensai tutta la mattina, non ero sicura che avrebbe funzionato, ma quando tra me e te c’era solo un passo il gesto mi sorse spontaneo. La tua reazione fu la cosa più sorprendente, feci finta di non vederti mentre Harry ti trascinava via dalla sala grande, eri sconvolto, pensavi di aver preso un abbaglio…

 

Continuava a piovere, e ancora non c’era traccia di te. Il cielo si stava oscurando proprio come noi due, se non avrei fatto niente, non sarei mai arrivata al mio scopo, non sarei mai stata felice, forse era venuto il momento d’agire, se avessi fatto una corsa forse lo avrei incrociato, e gli avrei detto tutto. Non sopportavo più l’idea di essere invisibile, e anche se lui mi avesse rifiutata…

Sarei comunque stata coerente con la mia linea di pensiero.

 

Scendevo le scali a quattro a quattro, in un attimo mi ritrovai sotto la pioggia, sentivo freddo, ma la posta in gioco era troppo alta, mi diressi correndo verso lo spogliatoio. Sapevo, che se Ron non era tornato al castello l’unico posto che restava era lo spogliatoio. Mi fermai a quattro-cinque metri dallo spogliatoio, chiusi gli occhi e inspirai rapidamente.  

Quando li riaprii, la sua bella figura si materializzò davanti alla porta. Sembrava a dir poco sconvolto nel vedermi li. Il suo sguardo mi scaldò il cuore, e con le palpitazioni accelerate aspettavo che dicesse o facesse qualcosa di veramente significativo

  
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